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CASTELLO DI SAMMEZZANO, Guide, Progetti e Ricerche di Storia Dell'arte

CASTELLO DI SAMMEZZANO, STORIA E SITUAZIONE ATTUALE

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2019/2020

Caricato il 10/01/2020

alessio-pesci
alessio-pesci 🇮🇹

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Scarica CASTELLO DI SAMMEZZANO e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Storia Dell'arte solo su Docsity! Castello di Sammezzano Il Castello di Sammezzano è una struttura in stile eclettico ubicata nel comune di Reggello, in provincia di Firenze. Di preciso si trova nell’omonima località presso la frazione di Leccio. Costruito sulla sommità di una collina, già nel IX secolo il Castello di Sammezzano svolgeva il ruolo di fortezza medievale. Anche se la storia del luogo pare assai più antica: si può risalire all’epoca romana e continuare nei secoli successivi. In passato sembra che Sammezzano abbia ospitato addirittura il re dei Franchi Carlo Magno. Nel corso dei secoli la proprietà del Castello di Sammezzano è passata tra le mani di alcune delle più distinte famiglie nobili fiorentine: i Gualtierotti, gli Altoviti e infine i Medici. Nel 1605 venne acquistato dal nobile portoghese Sebastiano di Tommaso Ximenes d’Aragona, che era sposato con Caterina de’ Medici. La tenuta rimase in loro possesso fino al 1816, anno di morte dell’ultimo erede maschio diretto, Ferdinando. Per rescritto granducale il nome, lo stemma e i titoli della famiglia Ximenes passarono a Pietro Leopoldo. Egli era figlio di Vittoria Ximenes d’Aragona e del nobile pistoiese Niccolò Panciatichi. Alla morte di Pietro Leopoldo i suoi beni, tra cui anche il Castello di Sammezzano, furono ereditati dal figlio Ferdinando. La trasformazione Tra il 1842 ed il 1890 il marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona stravolse completamente l’aspetto seicentesco del castello di Sammezzano, modificandone la struttura preesistente. Tale trasformazione avvenne sulla scia della corrente dell’ Orientalismo che in quegli anni divampava in Europa. Non per niente essa vide in Firenze uno dei principali centri di studio e proliferazione. In circa quaranta anni il marchese progettò, finanziò e fece realizzare il parco e il castello di Sammezzano, che divenne il più importante esempio di architettura eclettica di corrente orientalista d’Italia. Tutti i mattoni, gli stucchi, le piastrelle furono realizzate “in loco” con mano d’opera locale adeguatamente istruita. Ferdinando realizzò sale su sale: la Sala d’ingresso nel 1853, nel 1862 il Corridoio delle Stalattiti, la Sala da Ballo nel 1867 fino alla Torre centrale che riporta scolpita la data del 1889. Nel corso del 1878 il Castello di Sammezzano ospitò anche il re d’Italia Umberto I. Storia recente Durante la seconda guerra mondiale il Castello di Sammezzano fu pesantemente razziato dai nazisti e successivamente usato come ospedale di fortuna da parte degli alleati. Alla fine degli anni ’60 una nuova proprietà lo trasformò in albergo-ristorante di lusso, che rimase aperto dai primi anni ‘70 fino al 1990. Da allora il Castello di Sammezzano rimase in stato di decadimento e nella più totale indifferenza fino a quando nel 2013, anno del bicentenario della sua nascita, fu costituito il “10 marzo 1813- 2013 – Comitato per i duecento anni dalla nascita del Marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona” (Comitato F.P.X.A.). Tale comitato gli scorsi anni ha promosso convegni ed organizzato, in collaborazione con la vecchia proprietà, alcune aperture pubbliche del Castello di Sammezzano. Grazie all’attività del Comitato F.P.X.A, il Castello di Sammezzano ed il suo ideatore iniziarono ad essere riscoperti ed apprezzati da un numero assai rilevante di persone. A seguito della messa all’asta di Sammezzano ed allo stato di non curanza e degrado in cui la vecchia proprietà continuava a lasciarlo, a settembre del 2015 è stata avviata la campagna di sensibilizzazione Save Sammezzano, da cui è derivato l’omonimo movimento civico. Tale movimento ha intrapreso una lunga e variegata serie di attività sensibilizzanti, ha portato l’attenzione nazionale (e non solo) sulla situazione di Sammezzano e sulla necessità di
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