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Cecità di Jose Saramago, Appunti di Filosofia del Diritto

Recensione delle tematiche fondamentali trattate in Cecità di Jose Saramago

Tipologia: Appunti

2018/2019
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Caricato il 26/03/2019

Aphrodite3
Aphrodite3 🇮🇹

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Scarica Cecità di Jose Saramago e più Appunti in PDF di Filosofia del Diritto solo su Docsity! Cecità di Jose Saramago “ Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che non vedono, Ciechi che , pur vedendo non vedono”; termina così il romanzo dal titolo Cecità dello scrittore Jose Saramago premio nobel nel 1998, con questa frase aneddoto che con lucidità spietata riavvolge, rielabora e dona un nuovo senso ad un romanzo che riflette sull'essere umano rintracciandolo nelle situazioni più degradanti dove ormai di umano rimane poco o niente, se non l’incosciente e disperato affidamento ad un istinto primordiale brutale ed egoistico. Il romanzo racconta la storia di una società colpita improvvisamente da un “mal bianco”, cioè un tipo di cecità che differisce da quella classica sia perché gli infettati vedono bianco anziché nero, ma soprattutto per la sua contagiosità. Questo ultimo fattore porta le grandi autorità, allarmate dall'alto rischio di contagio, ad isolare i primi ciechi in un ex manicomio senza fornire loro servizi igienici ed assistenza adeguata; ciò crea condizioni molto simili a quelle che potevano essere riscontrate, molto probabilmente, solo nei lager; in più, i ciechi abbandonati a se stessi vengono sopraffatti dal loro istinto di sopravvivenza, ecco quindi che valori come l’altruismo o l’aiuto reciproco diventano solo parole senza senso ora che i nomi non contano più e sembra essersi persa anche la dignità di possedere un’identità, i giudizi degli altri non fanno più paura ed ognuno agisce unicamente nel soddisfacimento dei propri interessi. Quindi lo stato umano regredisce al punto da vita ad una realtà fondata sulla legge del più forte o del più furbo e diventano quotidiani gli episodi di violenza , prepotenza e soprusi verso i più deboli. La prima parte del romanzo termina con l’incendio di questo centro di detenzione. I ciechi superstiti evasi grazie all'aiuto dalla protagonista vedente (la moglie del dottore) riscontrano nella città le stesse situazione vissute nel manicomio, dimostrazione del fatto che il male bianco aveva contagiato anche il resto della società. In seguito mentre tali ciechi sono impegnati nell'organizzazione di una possibile routine, uno alla volta riacquistano la vista e con loro tutto il resto della popolazione. All'interno della narrazione, quindi, un ruolo molto importante è quello del male bianco, si fa riferimento ad un’infezione o un contagio ma in realtà questa cecità altro non è che la rappresentazione della condizione dell’uomo: l’autore infatti con il concetto di cecità si riferisce all'incapacità di pensare, all'assenza di riflessione, è dunque metafora della cecità della mente e quindi della ragione. Comunque il bianco può raffigurare anche il vivere apatico e passivo dell’uomo moderno, che vive senza badare a ciò che lo circonda (siamo ciechi che pur vedendo non vedono), partendo da questo presupposto possiamo capire la scelta dell’autore di non attribuire nessun dettaglio temporale o geografico e di non usare nessun nome, in quanto questa cecità potrebbe colpire qualsiasi uomo in qualunque luogo ed in qualsiasi tempo. L’unico personaggio che risulta immune a questo male sconosciuto è la moglie del medico, rappresentazione di un ideale di donna, che affascina lo stesso scrittore, poiché si dimostra coraggiosa, instancabile, sempre lucida e cosciente nell’affrontare le situazioni più aberranti. Nonostante ciò non può essere ricollegata allo stereotipo di donna angelo, resta pur sempre un essere umano risultando alcune volte egoista nelle proprie scelte (es: non rivela a nessuno di poter vedere per non rischiare di diventare “la serva di tutti, […] schiava di alcuni”) e quando è necessario, è capace anche di compiere atti riprovevoli come l’omicidio di un uomo. Comunque riesce sempre a conservare, per quanto le è possibile, la sua umanità, occupandosi ed aiutando i più deboli nonostante il male che la circonda ed è questo che la rende l’eroina dell’intero romanzo. Attraverso gli occhi di questa donna, Jose Saramago dà vita ad un avvincente romanzo che, attraverso uno stile innovativo trasforma la prosa in un flusso di pensieri portandoci a riflettere su noi stessi, facendoci vedere come potremmo diventare se questa cecità esistesse sul serio e in che modo avremmo la possibilità di cambiare.
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