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Celestina Analisi, commento e descrizione, Appunti di Letteratura Spagnola

• INTRODUZIONE Il XV secolo si chiude con l’apparizione di una delle opere vertici della letteratura spagnola, ovvero, La Celestina. È un’epoca nella quale l’umanesimo è già in pieno vigore, il quale influisce anche nell'opera di Fernando de Rojas. La Celestina è un’opera scritta in lingua castigliana, allora uno dei volgari della Spagna, oggi identificato come l'attuale spagnolo, e viene considerata di transizione tra il Medioevo e il Rinascimento. PERCHE' PARLIAMO DI UMANESIMO?

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 02/07/2021

MirianaPlatania
MirianaPlatania 🇮🇹

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Scarica Celestina Analisi, commento e descrizione e più Appunti in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! LA CELESTINA • INTRODUZIONE Il XV secolo si chiude con l’apparizione di una delle opere vertici della letteratura spagnola, ovvero, La Celestina. È un’epoca nella quale l’umanesimo è già in pieno vigore, il quale influisce anche nell'opera di Fernando de Rojas. La Celestina è un’opera scritta in lingua castigliana, allora uno dei volgari della Spagna, oggi identificato come l'attuale spagnolo, e viene considerata di transizione tra il Medioevo e il Rinascimento. PERCHE' PARLIAMO DI UMANESIMO? De Rojas si colloca a cavallo di due secoli e quindi recepisce quelli che sono i cambiamenti culturali che si realizzano in Spagna riguardo questo periodo. Medioevo, Umanesimo, Rinascimento, Barocco: questo tipo di frazionamento cronologico non funziono alla stessa maniere. Echi di Umanesimo in Spagna arrivano in ritardo rispetto all’Italia e non si distribuiscono in tutta la penisola iberica allo stesso modo. La parte della Spagna che entra in maggior contato con la cultura italiana, è la Corona Catalano Aragonese, poiché è collegata con Napoli e la catalogna ha una sua vocazione mediterranea. Quindi, sia per la collocazione geografica, sia per scelte politiche, è chiaro che certe sensibilità culturali e certe sensibilità letterarie, arrivano non in Spagna ma in Catalogna, terreno fertile rispetto ad altre aree della penisola iberica. D’altra parte, sappiamo che l’unificazione di questi due regni avverrà con il figlio di Ferdinando e di Isabella. Fino a quando Ferdinando e Isabella sono sposati, per regolamento giuridico interno, isabel es reina de Castilla e Ferdinando rey de Aragón, quindi, i due pur essendo spostati, mantengono una certa differenziazione. Sarà Carlo V ad unire materialmente. Quindi, la Spagna, intesa come castilla entra un po’ più in contatto con l’umanesimo, in un momento successivo, rispetto alla catalogna che a causa dei rapporti stretti con il regno di Napoli, riceve queste ondate di cultura umanistica molto prima. Non è un caso che la prima ricezione della divina commedia o la prima ricezione di Boccaccio avvenga proprio in quell’area per poi propagarsi. Quindi, Fernando de Rojas vive nell’ epoca in cui si sviluppa un maggiore umanesimo, una maggiore cultura umanistica proprio in Spagna. Siamo agli inizi del 500. • VERSIONI La Celestina è un’opera che dalla sua apparizione ha sollevato vari e difficili problemi intorno alla composizione del libro e sull'autore, nessuno dei quali può ritenersi tuttavia risolto. L’opera ci è arrivata in due versioni: 1. la prima, intitolata ‘’Commedia di Calisto e Melibea’’, di 16 atti; 2. una seconda, ‘’Tragicommedia di Calisto e Melibea’’ di 21, che si concretano in 3 stati ben definiti. a. Al primo corrisponde l’edizione considerata come l’edizione leader, stampata, sembra, a Burgos da Federico di Basilea nel 1499, della quale si conosce un solo esemplare, con fogli mancanti dall'inizio alla fine. Manca anche il titolo e infatti inizia direttamente con il primo Atto. b. Il secondo è costituito dalle edizioni del 1500 (Toledo) e del 1501 (Siviglia), conservate anch'esse poiché edizioni uniche, le quali contengono: - una Lettera dell’autore a un suo amico, - 11 ottave acrostiche in arte maggiori, sull’argomento dell’opera, - 16 atti con i suoi argomenti - delle stanze del correttore Alonso de Proaza, che spiegano come deve leggersi l’acrostico. c. Il terzo lo rappresentano le cinque edizioni del 1502: Salamanca, Toledo e tre di Siviglia, le quali portano il nome definitivo di ‘’Tragicommedia di Calisto e Melibea e della vecchia stronza Celestina’’. Il semplice titolo “Celestina”, si è imposto negli anni grazie a una sorta di tacito accordo tra lettori, critici ed editori del tempo, che videro nella vecchia mezzana un ruolo centrale e di rilievo per lo svolgimento della trama, facendo addirittura passare in secondo piano i due nobili amanti Calisto e Melibea. • FONTI Tra le fonti abbiamo: - Commedia umanistica italiana (XIV-XV sec.) con Dante, Boccaccio, Petrarca e gli umanisti. L’opera non è stata scritta per essere rappresentata, ma per essere letta. Prevede anche un’argomentazione semplice ma dal lungo sviluppo, con interesse per gli ambienti poveri della società. - Commedia elegiaca (XII sec a.C.) ove l’asse tematica centrale è l’amore ma ad esso si intrecciano personaggi di bassa estrazione: come i servi. - Commedia latina (II sec. a.C.) di Plauto e Terenzio. L’amore è il tema principale. - trama semplice e sviluppo lento; - desiderio di riflettere ambienti e personaggi contemporanei; - interesse per gli umili settori della società e la pittoricità della vita quotidiana; - varietà dei dialoghi: rapidi (botta e risposta), come in una normale conversazione, o molto estesi, discorsivi, di stampo oratorio; - immissioni di citazioni di autori antichi e riferimenti storico-mitologici; - cambiamenti "illogici" di luogo e tempo che non tengono conto della verosimiglianza. • L'AUTORE Di Fernando de Rojas si può affermare essere laureato in legge. Nato a la Puebla de Montaban (Toledo) fino al 1475 possedeva un’importante biblioteca. Studia all'università di Salamanca, dove la tradizione classica era molto importante. Nel 1517 si stabilisce a Talavera de la Reina (Toledo), dove esercitò per breve tempo l’incarico di Alcalde Mayor. Era ebreo convertito. L’ascendenza ebrea di Rojas è comprovata dal processo contro Alvaro de Montalban; questo, accusato di giudaismo nominò come suo avvocato Fernando de Rojas, ebreo convertito, ma fu rifiutata questa proposta perché volevano qualcuno di meno sospetto. Rojas fece testamento a Tavalera il 3 aprile 1541 e morì quasi immediatamente, tanto che sua moglie cominciò a catalogare l’inventario dei suoi beni dal giorno 8 dello stesso mese. Fu sotterrato nella ‘’yglesia del monasterio de la Madre de Dios’’ a Talavera, della quale Congregazione era membro. I suoi resti furono localizzati nel marzo del 1936 nella piccola chiesa dello stesso monastero e esumato nel marzo del 1968. • TEORIE SULL'AUTORE Vi sono molti che sostengono che l'autore della Celestina sia solo uno, altri che pensano ce ne siano due: - Un solo autore: a) Rojas ha conosciuto una storia e poi se n’e servito mettendo il proprio nome dopo averla rielaborata; b) Rojas si è direttamente appropriato di un’altra opera anonima. - Due autori: La critica fa leva sul ritrovamento, nel 1989, di un frammento manoscritto del I atto che sembra essere abbastanza diverso rispetto alle versioni a stampa del 1500: a) Uso diverso delle fonti (opere ispiratrice): nell'opera sono citati Aristotele, Seneca, Terenzio, Boezio, Petrarca, Sacre scritture e altri, in linea con la cultura di Rojas. Nel frammento invece ritroviamo solo qualche citazione di Petrarca; b) Livello stilistico e linguistico diverso: la complessità dell'opera del '500 di contro alla semplicità del frammento; c) Sproporzione a livello testuale tra il I atto e il resto dell'opera. • LA TRAMA Calisto, di media condizione sociale, si innamora di Melibea, appartenente all'alta borghesia. Calisto la incontra casualmente, quando entra nel suo giardino per recuperare il proprio falcone fuggito, e se ne innamora senza essere pero corrisposto. Con la complicità del suo servo più fidato, Sempronio, chiede aiuto a Celestina, una vecchia mezzana, fattucchiera, ex prostituta, direttrice di bordelli, affinché faccia da tramite e possa dunque mediare la differenza di status sociale attraverso un compenso pecuniario. Quest’ultima, dopo aver convinto anche l’altro servo di Calisto, Parmeno, diffidente nei suoi confronti, fa si che Melibea si innamori di Calisto; come ricompensa, riceve dal giovane una collana d’oro. I due servi, allora, reclamano la loro parte di guadagno, ma Celestina si rifiuta di spartirla. Questi allora la uccidono davanti gli occhi di Elicia, protetta di Celestina e amante di Sempronio, ma vengono subito catturati e giustiziati. A questo punto, rintracciando l’origine di ogni morte nei due giovani innamorati, Elicia e Areusa, protetta anch'essa di Celestina e prima amante di Parmeno, cercano di sedurre Sosia e Tristano, amici di Parmeno e Sempronio e servi di Calisto, per giungere alla coppia e vendicarsi. Decidono poi, per giungere prima alla loro vendetta, di ingaggiare un sicario, che tale poi non si rivelerà, Centurio. Questo, per lavarsi le mani, invia due servi nel giardino di Melibea col solo intento di far spaventare i due. La morte sopraggiunge quindi per caso: i servi di Calisto, messi a guardia della finestra da cui il loro padrone si intrufolava nella stanza di Melibea, vedendo i due ceffi, alzano la voce cercando di mandarli via e finiscono per destare l’attenzione di Calisto, che, decidendo di scendere per comprendere la causa del brusio, nella fretta e nel buio della notte, poggia male un piede sulla scala e cade rovinosamente, morendo. Melibea, appresa la triste notizia, scansate le premure della serva Lucrezia, sale in cima alla torre, si chiude dentro, racconta la verità peccaminosa al padre che la osserva dal giardino sottostante, e davanti agli occhi di lui si getta, suicidandosi per seguire il proprio amante. • PERSONAGGI Ne La Celestina troviamo una stratificazione sociale basato sul realismo d'ascendenza medievale. Tutti i personaggi sono mossi da INTERESSE, DESIDERIO, IMPULSI VITALI, PASSIONI CARNALI, CONVENIENZA, serie di ragioni umane quasi mai alte moralmente. Tra personaggi abbiamo: - Calisto: giovane di media società, rappresenta la parodia dell’eroe cavalleresco, presentandone le caratteristiche, ma non le virtù. Inoltre, prova solo un desiderio carnale per Melibea. Egli rappresenta la figura dell'antireligioso poiché, vedendo la sua amata Melibea come dea, va contro la religione Cattolica Inoltre, l'amore lo rende indifferente per la morte dei suoi servi Parmeno e Sempronio e della prostituta Celestina. [donna = domina e dea -> Ripresa della tematica cortese, feudale, petrarchista.] - Melibea: bellissima nobile, è la parodia della figura femminile nelle opere cavalleresche e di amor cortese; infatti, dopo aver respinto inizialmente Calisto, si lascia presto travolgere dalla passione perdendo il pudore e la verginità. - Celestina: è una figura di basso rilievo sociale. Pensa solo ai suoi interessi, servendosi delle persone per trarne un vantaggio (ad esempio, si serve di Parmeno e Sempronio senza soffermarsi sulle conseguenze e sarà proprio questo sbaglio a condurla alla morte). E’ un'entità mutevole: è maga, fattucchiera e ruffiana. - Sempronio: servo salariato di Calisto, critico e corrotto, si rivolge al padrone come se fosse un suo pari. Tradisce Calisto, affidandolo alla Celestina, con la quale ha solo un rapporto d’interesse. - Parmeno: servo salariato di Calisto, più ingenuo e leale nei confronti del padrone. Tuttavia anche lui viene corrotto dalla Celestina con la promessa di una relazione con Areusa, una prostituta della mezzana di cui e innamorato. - Pleberio e Alisia: genitori di Melibea. - Elicia e Areusa: prostitute che hanno una relazione con i servi. - Lucrezia: serva salariata di Melibea. - Sosia e Tristàn: dopo la morte dei servi Sempronio e Parmeno, diventano i nuovi servi di Calisto. Non si hanno riferimenti alla loro vita passata o presente durante la vicenda, ma sappiamo che Sosia viene ingannato da Areusa, che usa la sua sensualità e la sua bellezza per estorcergli la verità sugli incontri di Calisto e Melibea. - Centurio: figura immessa all'interno dei 5 atti aggiunti;il negatore dell’avventura di sangue e vendetta, il sicario inesistente. • PROLOGO Questo prologo è importante perché ci fa capire che l’autore della Celestina, nel redigere questa storia, ha in mente un pubblico preciso, un lettore specifico, costituito dai giovani che si innamorano facilmente. E' diviso in due parti: 1. La prima è presa quasi totalmente da un'opera di Petrarca ed inizia con una cit ≪Tutte le cose sono create a guisa di discordia e di battaglia, dice il sapiente Eraclito≫. Proprio questo e quello che afferma Rojas, nella prima parte del prologo, e che tutte le cose sono create a guisa di contesa o battaglia, quindi ad una concezione di un mondo ordinato ed equilibrato, si oppone una visione complessa e disordinata della realtà. Il conflitto non dipende dalle scelte, dal libero arbitrio o dall'immoralità ma dalla natura stessa del mondo. Ci vuole dire che l’essere in disaccordo è normale, anzi inevitabile. 2. Nella seconda parte si applica questo pensiero di lotta continua a un caso particolare, e cioè si fa riferimento alla polemica che nacque sul genere letterario della Celestina. La questione non era assolutamente futile, anzi appartenere ad un genere piuttosto che ad un altro, dava una chiave di lettura del testo, donava ai lettori una chiara via interpretativa del testo stesso. Sia chi sosteneva fosse una commedia, sia chi sosteneva fosse una tragedia, aveva ragione ma solo in parte. Rojas allora semplicemente, decide di non schierarsi e addirittura di porsi su un altro livello, creando un ibrido, la tragicommedia, con cui spiega la teoria dei generi letterari a suo piacimento. • Atto 1 Calisto, un giovane aristocratico, un giorno perde il proprio falco, il quale vola nel giardino di una fanciulla chiamata Melibea. Calisto dunque raggiunge il giardino e commette un errore gravissimo cioè le parla. Melibea però invece di andare via gli risponde arrabbiata quindi Calisto torna a casa disperato e chiama il proprio servo Sempronio e gli confessa il suo mal d’amore per Melibea. [Falco è simbolo importante per la cavalleria perché utilizzato per la caccia. 1° errore: il cavaliere non poteva parlare con una dama che non conosceva senza conoscere prima la famiglia e soprattutto se questa era sposata o se era da sola, in quanto al tempo il fatto era disonorevole. 2° errore: non rispetta il “secretum amoris” rivelando le sue pene d’amore e il nome della fanciulla al suo schiavo.] Continuando, Sempronio, che è un personaggio corrottissimo, gli dice di non penarsi in quanto solo per fatto d’esser uomo è più degno di una donna, inoltre gli consiglia di rivolgersi a Celestina che era una mezzana, scaltra fattucchiera, maestra di ogni sorta di raggiro e ex prostituta che faceva molti mestieri. Avendo questa possibilità Calisto chiede a Sempronio di condurre questa donna da lui in cambio di un compenso. Sempronio conosceva bene Celestina e ancor meglio una delle sue fanciulle Elicia. Comunque Sempronio si reca da Celestina e quando Elicia lo vede subito nasconde un cliente e si finge arrabbiata perché per 3 giorni Sempronio non si era fatto vivo. Sempronio porta con sé Celestina verso casa di Calisto e durante il tragitto le spiegherà il perché della sua convocazione. Calisto aveva un altro servo, Parmeno, il quale gli era davvero tanto fedele ed è per questo che quando vide arrivare Celestina lo mise subito in guardia sottolineando la fama che la donna aveva in città. Parmeno spiega che non la conosce solo tramite le dicerie della città ma la conosce anche in prima persona in quanto con la madre Claudina viveva vicino a Celestina e per un periodo, quando era davvero molto piccolo, visse a casa sua. Parmeno, prima di passare dalla parte di Celestina, cerca di convincere il suo padrone a non fare affari con quest’ultima. Celestina lo convince grazie al ricordo della madre, del padre, grazie al fatto che spesso i servi non sono ricompensati dai padroni ma anche per Areùsa. Claudina è simile a Celestina se non peggio. Venne accusata di stregoneria e per questo impiumata sul corpo nudo vennero messe delle piume e venne costretta a camminare per la città dove la gente era autorizzata a lanciarle cose addosso. Celestina e Sempronio arrivano alla porta e vengono accolti da Parmeno il quale subito verrà incalzato da Celestina che lo convincerà a tradire il padrone per giusto compenso e su possenti basi. Dopo di che parla con Callisto che gli spiega le sue pene d’amore. Le dà 100 monete per aiutarlo e la vecchia se ne va a casa sua. • Atto 2 Calisto è solo con Sempronio e considerandolo un leale servitore lo manda subito a sollecitare Celestina. Poi intrattiene una conversazione con Parmeno nel quale il servo cerca di dissuaderlo dal fidarsi di Celestina pur consapevole che il suo padrone si sarebbe arrabbiato. Parmeno dirà che la sua infatuazione è partita quando si perse il suo falcone perché nell'andare a cercarlo incontrò Melibea. • Atto 3 Sempronio va da Celestina e la rimprovera per il suo perdere il tempo anziché attuare il piano per Calisto. Celestina cerca di attuare la "philo captio", ovvero uno scongiuro sul filo in quanto l’attività delle fanciulle era tessere, per sottomettere il volere di Melibea e farla innamorare di Calisto e subito dopo evoca il Demone, "triste Plutone", e lo costringe a intervenire attivamente nella casa di Melibea per far innamorare la ragazza di Callisto presso la cui casa si stava dirigendo. [Molto probabilmente ha invocato Satana senza nominarlo perché altrimenti l’opera sarebbe stata censurata] • Atto 4 Celestina arriva a casa di Pleberio (padre di Melibea) parlottando tra sé e sé del fatto che se avessero scoperto i suoi inganni sarebbe finita impiccato. Arrivata incontra Lucrezia (schiava di Melibea) con la quale inizia a parlare. Vuole convincere Lucrezia che il motivo della sua apparsa sia dovuta al fatto che le porta i saluti di Elicia e che desiderava salutare le sue padrone ma Lucrezia conoscendola crede che lei non faccia nulla se non per guadagnarci qualcosa ed infatti Celestina la convince che era andata lì per vendere un po’ di filato. Alisa (madre di Melibea) cerca di capire chi sia la donna e dopo aver capito chi fosse la fa entrare e lascia il compito di comprare qualcosa dalla vecchia alla figlia in quanto lei deve far visita alla sorella che soffre di un male che potrebbe ucciderla. Melibea e Celestina parlano e la prima riconosce la seconda dalla cicatrice sul volto e senza filtri le dice che l’età l’ha segnata. Comunque Melibea cerca di liquidarla in tutti modi dopo averle pagato il filato ma Celestina dopo giri di parole infiniti, perdite di tempo in futili parole e proverbi le confessa il motivo per cui le ha fatto visita. La ragazza pensando a Calisto che la voleva privare del suo onore si infuria non solo perché lo considera folle ma anche con lei che infatti maledice. A un certo punto si inventa che è andata da lei perché Calisto è malato [mal di denti] e l’unica cosa che può salvarlo sono le sue preghiere e il suo cordone. La ragazza si fa influenzare da Celestina e cede. Andando via, da casa di Melibea che le permetterà di ritornare per prendere una preghiera scritta, cerca di corrompere Lucrezia promettendole qualcosa in cambio. • Atto 5 Celestina se ne va da casa di Melibea e si avvia verso casa sua parlottando con sé stessa e vantandosi del fatto che molti non sarebbero riusciti a fare ciò che ha appena fatto lei. Arrivata a casa incontra Sempronio che era rimasto lì ad aspettarla in compagnia di Elicia. I due si avviano verso casa di Calisto e durante il tragitto • Atto 14 Melibea è preoccupata per il ritardo di Calisto e sfoga la sua preoccupazione con Lucrezia la quale pensa che gli sia successo qualcosa. Quando Calisto arriva riesce a entrare nella camera dell’amata e a coglierne la verginità mentre i suoi servi sorvegliavano le scale. Una volta finito Calisto se ne va col rimpianto di essere rimasto troppo poco con l’amata mentre Melibea si sente sola dopo l’andata dell’amato e chiama Lucrezia per avere compagnia. • Atto 15 Elicia entrando in casa di Areùsa la trova a litigare con Centurione il quale se ne va all'arrivo della prima. Elicia la mette al corrente di quanto accaduto sostenendo che è colpa dell’amore tra Calisto e Melibea per questo decidono di vendicarsi di Calisto usando Sosia e centurione. • Atto 16 Pleberio e Alisa parlano di dare in sposa Melibea. Credono che chiunque la voglia in sposa, soprattutto perché credono che la sua verginità sia intatta e dato che lei secondo loro non aveva mai conosciuto uomini le sarebbe andato bene chiunque. Melibea ascoltando le parole dei genitori si sente molto in colpa così manda Lucrezia da loro nella speranza che con la sua presenza smettano di parlare di queste cose. • Atto 17 Elicia decisa a vendicarsi lascia i vestiti da lutto per imbellettarsi tutta in quanto aspettava Sosia. Lo seduce e si fa dire dove i due innamorati si sarebbero incontrati e cioè alle 12 nel giardino della ragazza. • Atto 18 Elicia cerca di far riappacificare Areùsa con Centurione in quanto serviva al piano della sua vendetta. Centurione le promette di vendicare i due schiavi ma poi si sottrae alla promessa. • Atto 19 Calisto va al giardino di Pleberio in compagnia di Sosia e Tristan dove lo stava aspettando Melibea in compagnia di Lucrezia che cantava per lei per acquietarle la mente dalle sue pene d’amore. Sosia racconta a Tristan della sua notte con Elicia ma Tristan ascolta con sospetto e crede che la donna lo stia prendendo in giro per arrivare a conoscere dove Melibea e Calisto si sarebbero incontrati. Comunque i due lasciano Calisto e lo aspettano giù le scale. Calisto sorprende Melibea a cantare la quale condividerà con lui l’intera natura. La ragazza però si indignerà presto in quanto Calisto cerca di toglierle velocemente i vestiti e la tocca in maniera un po’ troppo selvaggia. Nello stesso momento Lucrezia si lamenta del fatto che lei non si tirerebbe indietro se solo un uomo si facesse avanti. La vicenda cambia quando Sosia vede arrivare e si scaglia contro degli amici di Centurione mandati da lui stesso per regolare i conti da parte di Elicia e Areùsa. Calisto sente Sosia e subito si rende conto di doverlo raggiungere in quanto non vuole che finisca come gli altri due suoi servi, ma nello scendere le scale perde l’equilibrio, si fracassa la testa e muore urlando “confessione”, rappresenta il suo essersi pentito. In suo soccorso vanno i suoi servi ma comunque non c’è nulla da fare, è morto. Dalla morte di Calisto sarà tutta tragedia fino alla fine del testo. • Atto 20 Lucrezia preoccupata per Melibea che piange nella propria stanza va subito a chiamare Pleberio che accorre dall'amata figlia la quale finge una stretta al cuore e chiede al padre di alleviare la sua pena con un po’ di musica. Chiede a Lucrezia di accompagnarla sulla torre più alta e di dire a Pleberio di aspettarla ai piedi della stessa torre in quanto doveva dirgli delle cose. Arrivato a destinazione e in posizione Melibea chiede al padre di non fermare le sue parole tra le lacrime e gli confessa quanto accaduto e cioè che si era innamorata di Calisto e che avevano consumato la loro passione tra le mura di casa sua e che non riusciva a vivere senza di lui per questo vuole raggiungerlo nell'aldilà, così ormai vittima di follia di getta giù dalla torre e muore ai piedi del padre. • Atto 21 Pleberio ritorna nella sua stanza colmo di lacrime e porta la moglie a vedere il copro morto di Melibea. Maledice il mondo in quanto gli ha portato via l’unica figlia che aveva e chiede alla moglie di unirsi a lui nel suo pianto. Richiama alla memoria tutti i padri che nella storia hanno perso i propri figli. Nessuno di questi sta soffrendo come soffre lui in quanto sua figlia si è uccisa davanti ai suoi occhi e subito maledice l’amore funesto che ha ucciso molti amanti. Infine si rivolgerà alla figlia morta sostenendo che con lei sono finiti i suoi giorni felici.
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