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Cenni storici e concetti fondamentali di psicologia , Appunti di Psicologia Generale

Riassunto di Psicologia Generale, edizioni McGrew Hill

Tipologia: Appunti

2014/2015

Caricato il 20/05/2015

Dario.Rossi
Dario.Rossi 🇮🇹

4.4

(23)

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Scarica Cenni storici e concetti fondamentali di psicologia e più Appunti in PDF di Psicologia Generale solo su Docsity! Introduzione alla psicologia Il termine psicologia significa studio dell'anima, della mente. È lo studio scientifico del comportamento umano e dei processi mentali. a) Scientifico: diverso dalle altre discipline che indagano l'uomo (filosofia) e dal senso comune. Raccolta di prove empiriche (confermate da più osservatori, sistematiche, intersoggettive e pianificate), cioè informazioni raccolte attraverso osservazione diretta degli eventi, e dell'uso del pensiero critico, riflettendo sulle idee in modo attivo: giudicare la qualità delle prove, non fidarsi dell'autorità dello sperimentatore, accettare qualunque risultato, sapere che le poche verità non richiedono prove empiriche. b) Comportamento: qualunque azione manifesta (direttamente osservabile): leggere , nuotare. c) Processi mentali: comportamenti non direttamente osservabili: pensiero, sogno, ricordi. Storia della Psicologia William Wundt, 1879, psicologia sperimentale. Nasce la psicologia come scienza. Tecnica dell'introspezione sistematica: auto osservazione minuziosa e descrizione di ciò che il soggetto prova a percepire di fronte a stimoli diversi. E. Titchener, strutturalismo. Cerca di analizzare i blocchi costitutivi della psiche (affetti, percezioni, concetti) e le relazioni tra questi con il metodo dell'introspezione. W. James, funzionalismo. Studia gli animali, come l'uomo si adatta all'ambiente? (darwinismo); come la mente, la percezione, le abitudini ci aiutano ad adattarci all'ambiente? S. Freud, psicologia psicodinamica. La vita mentale è vista come una sorta di iceberg: solo una piccola parte è osservabile, il resto è l'inconscio. Desideri e impulsi inconsci guidano il comportamento, generati dal conflitto piacere/realtà, libido/autoconservazione, vita/morte. J. Watson, comportamentismo. L'unica cosa osservabile è il comportamento. Studio gli animali senza che loro possano parlare. L'introspezione non è scientifica. Osservo la relazione stimolo-risposta nell'uomo, studi sul condizionamento (Pavlov). M Wertheimer, psicologia della Gestalt. Analizza gli eventi come unità globali (Gestalt=insieme), diversamente dallo strutturalismo che analizzava in frammenti separati. Ad esempio le illusioni ottiche, il tutto è qualcosa di più della somma delle due parti. Motivazioni, obiettivi, intenzioni, diversamente dal comportamentismo che spiega il comportamento sociale in base alle gratificazioni (elogio, approvazione). C. Rogers e A. Maslow, psicologia umanista. Focus su esperienza soggettiva (bisogno di conoscersi, esprimersi, autorealizzarsi); accento su libero arbitrio, libertà di scegliere di vivere una vita significativa. Interesse per i bisogni d'amore, spiritualità, appartenenza, autostima. Concetto di autorealizzazione: ognuno possiede un potenziale, spetta allo psicologo farlo emergere. G. Miller e Broadbent, cognitivismo. Focus sullo studio dei processi di funzionamento della mente, come le informazioni vengono acquisite, trasformate, elaborate, archiviate e recuperate. Studia la percezione, apprendimento, problem-solving, memoria, attenzione, emozioni. Due paradigmi: computazionale-simbolico (HIP), paragone tra funzionamento della mente e il computer, e connessionista, architettura orizzontale della mente: molti neuroni strettamente connessi tra di loro. Oggi non vi è più appartenenza così rigida ad una scuola, si parla di psicologi eclettici, una singola prospettiva non può spiegare la complessità del comportamento umano in tutti i suoi aspetti. • Prospettiva biologica, cerca di spiegare il comportamento basandosi sui processi cerebrali, evoluzione genetica (neuroscienze). • Prospettiva psicologica, si basa sull'idea che il comportamento è determinato da processi psicologici relativi ad ogni singolo individuo ◦ psicologi cognitivisti ◦ psicologi psicodinamici, distacco da Freud, ma interpretazione del comportamento sulla base di processi inconsci ◦ psicologi umanisti, esperienza soggettiva, conscia, tende all'armonizzazione delle varie parti del sé. • Prospettiva socio-culturale, si interessa dell'impatto che il contesto socio culturale ha sul comportamento. I principi della psicologia occidentale sono applicabili ad altri popoli? + altre 1 diversità (etnia, età, genere, disabilità, religione, orientamento sessuale). Perche il pollo ha attraversato la strada? • Nutriva un desiderio inconscio di diventare una frittata (Psicologia Psicodinamica). • Ha ricevuto una ricompensa quando lo ha fatto in passato (Comportamentismo). • Ha sentito il bisogno di esplorare nuove possibilità per realizzare le sue potenzialità (Psicologia Umanistica). • Stava cercando di risolvere il problema di arrivare dall'altra parte della strada (Cognitivismo). Obiettivi della psicologia 1. Descrivere, dare un nome, classificare. Qual è la natura di un comportamento? 2. Comprendere, precisare le cause di un comportamento. Perché si manifesta? 3. Prevedere, anticipare il comportamento in maniera precisa. Quando si manifesta? 4. Controllare, mutare le condizioni che si ipotizza causino un comportamento. Quali elementi condizionano quel comportamento? Il metodo di ricerca a) Metodo scientifico (esperimento). È la ricerca di leggi di carattere generale attraverso osservazioni controllate e risultati ripetibili. È costituito da sei tappe: 1. effettuare osservazioni 2. definire un problema, come raccogliere elementi che verifichino o smentiscano l'ipotesi? 3. proporre un'ipotesi, cioè una spiegazione provvisoria, un'intuizione verificabile 4. raccogliere prove per verificare l'ipotesi; dal livello concettuale (es: frustrazione) a quello concreto: definizioni operative (es: quantificarla col numero di parolacce dette) 5. pubblicare i risultati 6. costruire una teoria L'esperimento è una prova formale svolta per confermare o negare un'ipotesi relativa alle cause di un comportamento. Permette di controllare in modo attento le condizioni e di mettere a fuoco le relazioni causa-effetto. Creo due gruppi di soggetti, simili in tutto fuorché per la condizione che voglio modificare. Il gruppo sperimentale sono i partecipanti che ricevono il trattamento sperimentale, il gruppo di controllo sono esposti a tutte le condizioni tranne la variabile indipendente. Modificando la condizione si riscontra qualche effetto? Per variabile si intende qualsiasi condizione considerata che può cambiare valore o essere modificata durante un esperimento: • variabile indipendente, causa ipotizzata di un determinato fenomeno, può esser manipolata dallo sperimentatore • variabile dipendente, effetti osservati attribuiti alla variabile indipendente (risultato del test) • variabile estranea, fattori esterni che possono influire sulla variabile indipendente (età dei partecipanti, sesso) Le variabili estranee vanno controllate ed evitate tramite: • controllo sperimentale: randomizzazione, le persone sono assegnate in modo casuale ad un gruppo all'altro • esperimento in doppio cieco: né i partecipanti, né i ricercatori sono messi al corrente di chi sta nel gruppo di controllo o quello sperimentale. ◦ effetto dei partecipanti: se è detto loro cosa ci si aspetta dall'esperimento, ciò influenzerà il risultato ◦ effetto dello sperimentatore: cambiamenti nel comportamento causati dall'influenza non intenzionale del ricercatore; agire in modo da verificare l'ipotesi b) Metodi non sperimentali, non sempre è possibile effettuare esperimenti: ◦ metodo descrittivo, osservare direttamente il comportamento in un ambiente naturale. 2 controllo motorio (homunculus motorio). Le aree motorie contengono i neuroni specchio; sono la corteccia motoria primaria, che controlla il movimento dei vari distretti corporei, la corteccia premotoria, che controlla i muscoli prossimali e il tronco, e l'area supplementare motoria, che pianifica i movimenti complessi (sequenze di movimenti). Le aree associative frontali riuniscono ed elaborano le informazioni; sono l'area di Broca, che è il centro di elaborazione del linguaggio (se lesionata=afasia, cioè difficoltà nell'uso del linguaggio), e la corteccia prefontale, deputata al controllo dei comportamenti più complessi (personalità e vita emotiva). I lobi parietali raccolgono le sensazioni tattili, la temperatura, la pressione; la corteccia somatosensoriale primaria è divisa in tre aree: l'area 1 per il rilevamento della ruvidità, l'area 2 per la forma e l'area 3 per il riconoscimento globale. I lobi parietali raccolgono le afferenze somatosensoriali da tutti i distretti corporei (homunuclus somatosensoriale). I lobi temporali si occupano dell'udito e del linguaggio; nell'area uditiva primaria sono registrati i suoni in arrivo dalla via acustica centrale, seguita dall'area uditiva secondaria e dalle aree associative come l'area di Wernicke, coinvolta nella comprensione del linguaggio, e se lesionata provoca afasia fluente= difficoltà nel comprendere il significato delle parole. I lobi occipitali sono responsabili della vista; nell'area visiva primaria avviene la ricezione ed elaborazione delle afferenze retiniche. Le immagini sono mappate sulla corteccia in maniera allungata e distorta; non crea un'immagine di tipo televisivo. Se danneggiata può creare agnosia visiva, cioè l'incapacità di identificare gli oggetti visti, e la prosopagnosia, l'incapacità di riconoscere i volti. Il midollo spinale mette in collegamento il cervello con le altre parti del corpo. È un tessuto costituito da assoni che escono per fornire i nervi del SNP. 31 paia di nervi spinali conducono messaggi sensoriali e motori, mentre 12 paia di nervi cranici partono direttamente dal cervello. Il midollo è in grado di effettuare anche qualche attività autonoma dal cervello: gli archi riflessi sono risposte automatiche provocate da uno stimolo (dolore)→neurone sensoriale→neurone intercalare→neurone motorio (spostare il piede). Il sistema nervoso periferico è composto dal sistema nervoso somatico (SNS), in cui viaggiano i messaggi di ingresso ed uscita da organi di senso e muscoli scheletrici, e responsabile dei movimenti volontari, e dal sistema nervoso autonomo (SNA), che innerva gli organi interni e le ghiandole, responsabile dei movimenti involontari. A sua volta è suddiviso in sistema simpatico, che attiva il corpo nel pericolo o per una forte emozione, e parasimpatico, riportandolo alla calma. Una grave lesione delle strutture sottocorticali potrebbe essere fatale. Il cervello, detto proencefalo, è composto dal telencefalo che comprende la corteccia cerebrale, il corpo calloso e l'ippocampo (area deputata della memoria e del piacere, controlla la sete, fame, desiderio sessuale), e dal diencefalo, cui appartengono l'ipofisi, l'epitalamo, il talamo, che smista gli stimoli sensoriali, elabora la coscienza del dolore e regola l'attività motoria, e l'ipotalamo, il centro di controllo superiore di emozioni. Il tronco dell'encefalo è composto dal mesencefalo, in cui si trovano i nuclei o gangli della base, che elaborano le informazioni ricevute dalla corteccia e le riverberano alla corteccia, avente tre funzioni: sensitive-motorie, cognitive e comportamentali-motivazionali, e dal romboencefalo, composto dal cervelletto, che controlla la postura, il tono muscolare e la coordinazione, poiché riceve dal cervello una copia del comando motorio da eseguire e le informazioni sul movimento effettivo, correggendole se sbagliate; dal ponte, che collega il bulbo e altri distretti; e dal bulbo o 5 midollo allungato, che controlla la respirazione, la frequenza cardiaca e la digestione. Al suo interno si trova la formazione reticolare, che dà priorità ad alcuni messaggi e ne mette da parte altri (influisce sull'attenzione). Il sistema limbico è formato da strutture sottocorticali (ipotalamo, talamo, amigdala e ippocampo) e strutture corticali (corteccia cingolata, frontale e temporale) e ha il ruolo fondamentale nella produzione di emozioni e nel comportamento motivato. Non vi è solo il sistema nervoso a produrre il nostro comportamento. Anche il sistema endocrino, formato da ghiandole endocrine che secernono sostanze chimiche, ormoni, direttamente nel sangue, è un sistema di comunicazione corporeo. Gli ormoni agiscono causando una reazione a catena innescando le cellule; si dice attività endocrina. Gli ormoni possono venire rilasciati direttamente su un organo o tessuto adiacente alla ghiandola, si parla in questo caso di attività paracrina. Oppure possono agire direttamente sull'organo che li ha prodotti; si dice attività autocrina. La ghiandola più importante è l'ipofisi, che regola la crescita, e a sua volta altre ghiandole: la tiroide, che regola il metabolismo e lo sviluppo psico-fisico, le ghiandole surrenali, che attivano il corpo in situazioni stressanti e le gonadi, i testicoli e le ovaie che sviluppano le funzioni sessuali rilasciando rispettivamente il testosterone e progesterone. Il timo contribuisce al sistema immunitario regolando la produzione e funzione dei linfociti T, l'epifisi regola il ciclo veglia-sonno rilasciando la melatonina, la paratiroide regola la concentrazione di calcio, il pancreas regola il metabolismo di zuccheri. Sensazioni e realtà La psicofisica è una branca della psicologia che studia l'energia fisica (onde sonore, radiazioni elettromagnetiche) misurata e confrontata con le sensazioni che vengono sperimentate. Ogni tipo di energia in grado di suscitare una risposta a livello di un recettore si dice stimolo. Lo stimolo deve superare un'intensità minima per generare una sensazione; la soglia assoluta è la minima quantità di energia fisica necessaria a produrre una risposta sensoriale. La soglia differenziale è quanto deve cambiare uno stimolo prima che diventi apprezzabilmente diverso. La percezione subliminale è la percezione di uno stimolo al di sotto della soglia del riconoscimento consapevole. Lo stimolo attiva i recettori: sono trasduttori biologici, ossia selezionano e traducono un tipo di energia in un'altra (es: onde sonore in impulsi nervosi). Ogni senso ha specifiche caratteristiche percettive (vista: linee, forme, contorni, colori). Una volta selezionate le informazioni le caratteristiche percettive vengono trasformati in messaggi e inviati al cervello tramite codifica sensoriale. Ciò che il cervello riceve è la percezione, un'esperienza globale e complessa. La vista La luce ha delle grandezze fondamentali, che determinano la condizione di possibilità della visione; lo spettro ottico è la gamma di energia elettromagnetica alla quale l'occhio è sensibile (onde corte→viola, onde lunghe→rosso) , l'intensità è il numero di fotoni che colpiscono i recettori visivi (coni e bastoncelli), e deve superare la soglia assoluta. L'occhio è formato dal cristallino, una lente biconvessa che focalizza le immagini sulla retina, 6 una membrana composta da fotorecettori. L'iride controlla la quantità di luce in entrata contraendosi e allargandosi, modificando la dimensione della pupilla. La cornea convoglia la luce sul cristallino. I fotorecettori sono i coni e i bastoncelli. I sono circa 5 milioni e sono sensibili alla luce intensa; sono presenti nella fovea e producono immagini molto nitide. I bastoncelli sono circa 120 milioni e sono sensibili alla luce crepuscolare; sono concentrati dell'area periferica della retina e son responsabili di buona parte della visione periferica, non molto nitida, ma sensibile al movimento (per vedere bene di notte conviene fissare lo sguardo a fianco dell'oggetto). Sia i coni che i bastoncelli sono responsabili dell'acuità visiva, la capacità dell'occhio di captare con precisione un pattern spaziale specifico (normale 11/10). Circa il 30% del cervello è dedicato alla visione. Nella corteccia visiva primaria alcuni neuroni si attivano solo per linee di una certa forma o orientamento, altre per il contrasto luminoso; le immagini arrivano rovesciate, oscillanti, farfallanti e frazionate. Altre aree del cervello elaborano e integrano queste informazioni in un percetto (percezione complessa e globale): la via dorsale situata nella corteccia parietale posteriore è deputata ad individuare gli attributi degli oggetti, forma, dimensione, colore e orientamento (What); la via ventrale, posta nella corteccia temporale inferiore, individua la posizione degli oggetti nello spazio, così da guidare l'azione (Where). Tipici problemi visivi sono l'ipermetropia, difficoltà a vedere da vicino a causa del globo oculare più corto, la miopia, difficoltà a vedere da lontano per l'occhio più lungo, l'astigmatismo, quando la cornea o il cristallino hanno una curvatura asimmetrica l'occhio ha più di un punto focale e vede sfuocato. Invecchiando il cristallino diviene meno flessibile ed elastico e può causa la presbiopia, difficoltà a vedere da vicino. Se il cristallino perde la sua trasparenza e diviene opaco insorge la cataratta. Come accade la percezione dei colori? A livello periferico, nell'occhio, secondo la teoria tricomatica vi sono tre tipi di bastoncelli, ognuno sensibile ad alcune lunghezze d'onda (rosso, verde e blu); gli altri colori derivano dalle combinazioni di questi tre. A livello centrale, nella corteccia, secondo la teoria dei processi opposti, un colore è codificato come una coppia: all'altro è impedito il passaggio (o rosso o verde, o bianco o nero, o giallo o blu). L'udito Il suono si propaga sotto forma di onde di compressione e rarefazione nell'aria. Qualsiasi oggetto vibrante produce onde sonore, ovvero oscillazioni ritmiche delle molecole dell'aria; un qualsiasi materiale elastico sia fluido sia solido può trasmettere suoni. La frequenza si misura in hertz ed è l'altezza del suono che lo distingue in acuto o grave; è il numero di onde al secondo. L'ampiezza si misura in decibel ed è l'intensità del suono, il volume. Dipende dalla pressione esercitata dalle onde sul timpano e dalla distanza tra punto di percezione e punto di emissione del suono. L'orecchio si suddivide in orecchio esterno, medio e interno. L'orecchio esterno (conduzione tramite aria) è composto dal padiglione auricolare che agisce come un imbuto convogliando le onde sonore attraverso il condotto uditivo nel timpano, una membrana che vibrando trasmette la vibrazione a tre ossicini presenti nell'orecchio medio: martello, incudine e staffa, che triplicano le onde insieme all'orecchio esterno (conduzione ossea) e mettono in contatto il timpano con la coclea, una canale osseo che contiene un liquido, la perilinfa, che ondeggiando trasmette le onde attraverso 7 ampliano il campo delle attenzioni, quelle negative le restringono. Principi della Gestalt Gli psicologi della Gestalt furono i primi a studiare la percezione come un fenomeno globale. Legge della buona forma: per percepire il mondo, una parte del campo visivo deve essere distinta dal resto per un suo attributo (colore, dimensione, contorno). L' organizzazione figura-sfondo, probabilmente innata, è un'abilità percettiva per cui normalmente vedo solo una figura, secondo il principio di estensione, sovrapposizione e orientamento. Le cosiddette figure reversibili sono figure in cui la figura e lo sfondo possono essere scambiati, è ciò è logicamente incoerente. Vi sono poi altri principi considerati innati: • vicinanza, gli stimoli vicini sono raggruppati insieme • somiglianza, in un insieme di elementi quelli che si somigliano sono raggruppati • buona continuazione, si impone come unità percettiva quella il cui margine ha il minor numero di cambiamenti e intenzioni • chiusura, tendenza a completare la figura in modo che abbia una forma complessa e coerente • contiguità, vicinanza nel tempo e nello spazio di figure che si modificano insieme nel tempo diventando una sola figura • regione comune/contrasto cromatico: gli stimoli presenti in un'area comune tendono ad essere raggruppati Gli stimoli ambigui dimostrano come gli schemi visivi consentono più di un'interpretazione: una nuvola si può percepire in diversi modi e forme. La stessa cosa vale per il cubo di Necker. Le figure impossibili si verificano quando uno stimolo offre informazioni tanto opposte da rendere impossibile un'organizzazione percettiva stabile. Costanze percettive • grandezza: la grandezza percepita di un oggetto rimane la stessa, anche se cambiano le dimensioni dell'immagine retinica • forma: la forma percepita di un oggetto rimane la stessa; la maggior parte delle immagini retiniche sono diverse a seconda del punto di vista • luminosità: la luminosità di un oggetto rimane al stessa anche se cambia il tipo di luce che riceve, perché la proporzione di luminosità con gli oggetti vicini resta uguale Percezione della profondità Vi è un dibattito se la profondità sia innata o appresa; probabilmente lo è entrambe. La profondità è la capacità di costruire immagini tridimensionali da immagini retiniche piatte. Fino a sei mesi il suo sviluppo è incompleto. La percezione di immagini tridimensionali avviene attraverso gli indizi di profondità, aspetti dell'ambiente e dei messaggi sensoriali che forniscono informazioni su distanza e spazio. • indizi binoculari: ◦ disparità retinica, è la differenza di visuale tra i due occhi (sono distanti circa 6.5 cm tra 10 loro); le due immagini si fondono in una→visione stereoscopica, la nostra esperienza delle immagini 3D è costruita da queste piccole differenze ◦ convergenza, è la rotazione degli occhi verso l'interno per mettere a fuoco oggetti vicini (se <15 m); i muscoli oculomotori contribuiscono alla valutazione della distanza • indizi monoculari: ◦ accomodazione, è il cambiamento dello spessore del cristallino, solo per oggetti vicini (max 1,2 m) ◦ indizi pittorici di profondità: prospettiva lineare (apparente convergenza di linee parallele), grandezza relativa alla distanza, posizione rispetto all'orizzonte (+ vicini all'orizzonte + distante), ombreggiatura (rapporto luce-ombra dipende dalla struttura 3D dell'oggetto, interposizione (un oggetto che copre un altro è più vicino), gradiente di tessitura (più fitta all'orizzonte), prospettiva aerea (oggetti distanti sono più confusi), parallasse in movimento (gli oggetti vicini si spostano più velocemente). Per apprendimento percettivo si intendono cambiamenti a livello cerebrale che alterano il modo in cui organizziamo i dati sensoriali in percezioni. Imparo a riconoscere le differenze di stimoli che prima mi sembravano identici. Anche una percezione semplice come quella figura-sfondo è condizionata dall'apprendimento. L'apprendimento crea delle abitudini percettive, modelli stabiliti di organizzazione dei dati e dell'attenzione, che condizionano la nostra esperienza quotidiana, e possono facilmente determinare errori nelle percezioni. L' “effetto della razza” è un fenomeno per cui avendo maggiore esperienza nel riconoscimento dei volti della propria razza, fatico a distinguere quelli di altre razze. Anche le illusioni dipendono dall'apprendimento: il sistema visivo viene ingannato, o perché viene percepito qualcosa che non c'è, o perché si percepisce in modo scorretto qualcosa che è presente. È molto importante il contesto, ovvero l'informazione che circonda lo stimolo. Vi sono tre tipi di illusioni: 1. ottiche, fenomeni ottici indipendenti dalla fisiologia umana 2. percettive, generate dalla fisiologia dell'occhio 3. cognitive, generate dall'interpretazione che il cervello dà delle immagini percepite Le illusioni sono diverse dalle allucinazioni, in cui si percepiscono oggetti o eventi che non corrispondono a nessuna realtà esterna. Con l'esame della realtà si ottengono informazioni aggiuntive per controllare le nostre percezioni. Le aspettative percettive sono provenienti da esperienze passate, che preparano ad un certo tipo di percezione. Se un vino costa più di un altro penserò che quello che costa di più è migliore, anche se è lo stesso vino. Stati di coscienza Non esiste una definizione univoca di coscienza, studiata e dibattuta nella storia e ancor oggi. La coscienza consiste nell'insieme di sensazioni, percezioni, memorie ed emozioni di cui si è consapevoli ad ogni dato istante. Funzioni: • Monitoraggio di noi stessi e dell'ambiente: elabora le informazioni affinché percetti, ricordi e pensieri giungano alla consapevolezza; guida la selezione degli stimoli (esterni o interni) in relazione alle necessità legate alla sopravvivenza e all'attività che si sta svolgendo in quel momento. • Controllo di noi stessi e dell'ambiente affinché l'individuo possa iniziare e portare a termine una data attività; guida la pianificazione delle azioni. La coscienza si dice vigile quando è in stato di lucidità e chiarezza e riesce a percepire i tempi, 11 luoghi, e gli eventi come reali e significativi. Si dice in stato alterato quando lo stato normale viene modificato: avvengono dei cambiamenti nella qualità dei pattern di attività mentale, a livello di percezioni, emozioni, memorie, senso del tempo, autocontrollo, suggestionabilità. Sonno, sogno, ipnosi e uso di farmaci e sostanze psicoattive alterano la coscienza. Il sonno Il sonno appartiene al ritmo biologico innato. C'è un limite per la mancanza di sonno, 4 o 5 giorni senza dormire sono insostenibili per chiunque, ma gli effetti della deprivazione di sonno possono essere annullati con una sola notte di riposo. Tipiche conseguenze dovute alla mancanza di sonno sono il tremolio delle mani, la mancanza d'attenzione, l'irritabilità, lo sguardo fisso, la sensibilità al dolore aumentata, uno stato di malessere generale, l'ipersonnia (eccessiva sonnolenza diurna), i microsonni (brevi episodi di modificazione dell'attività cerebrale della veglia, la psicosi da privazione di sonno (perdita di contatto con la realtà). Il ritmo sonno-veglia è scandito dai marcatori temporali esterni (luce-buio), altrimenti ognuno di noi avrebbe un suo ritmo. La veglia ha un rapporto di 2:1 con il sonno. Si distingue in lunghi dormitori (9 o + ore), brevi dormitori (5 o – ore), e dormitori normali (7/8 ore). Il sonno è provocato dall'ormone del sonno, che durante le ore di veglia si accumula nel cervello e nella spina dorsale; essere svegli o dormire dipende dall'equilibrio tra i sistemi di veglia, in cui i circuiti cerebrali e gli ormoni provocano il sonno, e i sistemi di sonno, in cui i circuiti cerebrali e gli ormoni inibiscono il sonno. Quando ci si addormenta avvengono cambiamenti nei segnali elettrici del cervello. L'elettroencefalogramma durante la veglia rileva le onde β, piccole e brevi, durante il sonno le onde α, più ampie e lente. Fasi del sonno: 1. FASE: onde brevi e irregolari, il battito rallenta, la respirazione è irregolare, la muscolatura si rilassa. Presenza di spasmo ipnico (contrazione muscolare riflessa), se vengo svegliato non so dire se ero addormentato o no. 2. FASE: il sonno diventa più profondo, la temperatura corporea, il battito, la respirazione scendono. Presenza di fusi del sonno (brevi scariche di onde cerebrali particolari, tipiche di questa fase), sono il vero confine entro cui inizia il sonno; se vengo svegliato so dire che ero addormentato. 3. FASE: le funzioni fisiologiche si regolarizzano, compaiono le onde δ, molto ampie e lente, segnalano l'inizio del sonno profondo e di un'ulteriore perdita di coscienza. 4. FASE: prevalenza di onde δ, stato totale di oblio ed incoscienza, è la fase del sonno profondo, raggiunta dopo circa un'ora. Durante la notte avvengono cicli ripetuti di sonno profondo e sonno leggero. Durante i periodi di sonno leggero gli occhi si muovono sotto le palpebre: Rapid Eyes Movement o sonno REM, associato ai sogni; l'elettroencefalogramma torna ad un pattern veloce e irregolare, tale da sembrare quello dei periodi di veglia, le aree cerebrali associate alle immagini e alle emozioni diventano più attive, ma si ha una paralisi muscolare, impedendo pericolosi e ridicoli movimenti notturni. Durante questa fase vengono messi a fuoco i ricordi delle esperienze significative della giornata, soprattutto quelli legati al problem-solving. Se la giornata ha avuto molte tensioni la fase REM dura di più. Nei neonati corrisponde ad 50% delle ore di sonno, per la grande quantità di esperienze da elaborare.n La maggior parte del sonno però non è REM, e si dice NREM: ha la funzione di calmare il cervello 12 Coca 20 minuti dell'energia fisica, fatica cronica, ansia, paranoia MDMA Stimolante sintetico Ondata di energia, esperienze sensoriali acuite Stimola la produzione di serotomina; pupille dilatate, perdita d'appetito, elevata temperatura corporea, diminuzione della prestazione sessuale, segni di danno cerebrale Caffeina Stimolante del cervello attraverso il blocco degli agenti chimici che inibiscono l'attività nervosa Tra le 15 e le 20 tazze di caffè al giorno: sudore, loquacità, acufene (ronzio alle orecchie), tremore delle mani, brividi, tachicardia, insonnia, ansia Nicotina Stimolante naturale nel tabacco: è così tossica che per un non fumatore una dose tra le 17 e le 25 sigarette consecutive è letale Rilascia agenti cancerogeni: rischio di tumori, infarto, disturbi respiratori, diminuzione della fertilità, aspettativa di vita 10-15 anni di meno Barbiturici Sostanze sedative Calma e riduce il sonno Grave disorientamento, allucinazioni, depressione dei centri cerebrali deputati al controllo del battito e della respirazione GHB Miscuglio di solvente e detersivo Euforia, desiderio di socializzare, perdita di inibizione Nausea, perdita di controllo muscolare, sonno, perdita di coscienza Tranquillanti Droghe (Valium) “droga dello stupro” Allevia lo stress e il nervosismo, provoca sonnolenza, vertigini, confusione Dipendenza e grave depressione emotiva. Migliaia di casi di overdose per combinazioni con alcol (interazione tra sostanze) Alcol Euforia, rilassamento, riduzione delle inibizioni Diminuzione delle prestazioni sessuali, indebolimento crescente dei processi cerebrali fino alla perdita di coscienza. “miopia da alcol”: pensieri e percezioni indebolite LSD Allucinogeno Allucinazioni, disturbi cognitivi e percettivi, psicosi, agitazione, disorientamento, comportamenti violenti Marijuana Allucinogeno deriva dalla pianta di canapa e hashish Euforia, rilassamento, benessere, alterazione della percezione del tempo, distorsioni percettive Paranoia, deliri, allucinazioni, vertigini. Si rilevano deficienze nell'apprendimento, nella memoria, nelle capacità cognitive, nell'attenzione. A lungo termine agenti cancerogeni, l'uomo diminuisce la produzione di sperma, la donna ha irregolarità nell'ovulazione (aborto più frequente), indebolisce il sistema immunitario, perdita di coordinazione e della memoria Condizionamento e apprendimento L'apprendimento è un mutamento relativamente permanente nel comportamento determinato dall'esperienza. L' apprendimento associativo è basato sulla relazione stimolo-risposta e sulle conseguenze di tale risposta. 15 • Stimoli antecedenti sono eventi che precedono una risposta, cioè un qualsiasi comportamento identificabile→condizionamento classico, si fonda su ciò che accade prima della risposta. • Stimoli conseguenti sono gli effetti della risposta→condizionamento operante, si fonda sulle conseguenze di una risposta L'apprendimento cognitivo comporta l'uso di facoltà superiori. Implica i processi di comprensione, conoscenza, anticipazione; coinvolge la memoria, il pensiero, il problem-solving e il linguaggio. Prevede due processi fondamentali: 1. Acquisizione di nuove informazioni 2. Collegamento di queste informazioni con conoscenze preesistenti Le mappe cognitive sono rappresentazioni mentali di un'area (città, edificio) o di una serie di concetti (schemi fatti dagli studenti) • L'apprendimento latente si verifica in assenza di rinforzo, rimane nascosto finché il rinforzo non viene somministrato. Se accompagno a casa un ragazza che mi piace imparerò la strada, anche se un appuntamento con lei è remoto. • L'apprendimento per prove ed errori è di tipo meccanico. • L'apprendimento per scoperta o insight acquisisce le abilità attraverso l'apprendimento e la comprensione. Piuttosto che analizzare un problema nei dettagli avvicinandosi progressivamente alla soluzione, la raggiungo attraverso un'intuizione, importante nei problemi nuovi nei quali è inutile l'esperienza precedente. • L'apprendimento per osservazione avviene guardando e imitando le azioni di un'altra persona, e osservando le conseguenze delle sue azioni. C'è bisogno di prestare attenzione al modello, ricordare ciò che il modello fa ed essere in grado di riprodurlo. Condizionamento classico I principi del condizionamento classico: • Acquisizione: apprendere l'associazione SC→RC, questo processo viene chiamato riflesso condizionato e verifica la riuscita del condizionamento classico; imparo che se sento il campanello arriverà la carne. Condizionamento di ordine superiore: porre un ulteriore associazione tra uno stimolo precedentemente condizionato (abbastanza forte da essere usato come SI) e un nuovo stimolo neutro. • Aspettative: è la chiave fondamentale per capire il condizionamento classico, perché avviene apprendendo che un SN annuncia un SI. Questa aspettativa appresa durante il condizionamento cambia il nostro comportamento. Al suono del campanello il cane si aspetta di ricevere la carne perché è una nozione acquisita. 16 Esperimento di Ivan Pavlov, fisiologo russo del XX secolo Prima del condizionamento: SI, stimolo incondizionato (carne)→RI; risposta incondizionata (salivazione del cane prodotta per riflesso, è uno stimolo innato) SN, stimolo neutro (campanello)→no risposta Condizionamento: stabilisco una relazione tra i due stimoli entro 5 secondi, ripetuto molte volte: SI + SN= RI Dopo il condizionamento: SC, stimolo condizionato (campanello)→ RC, risposta condizionata (salivazione) • Estinzione e recupero spontaneo: se si elimina il rapporto tra SC e SI il condizionamento sparirà. Al campanello per molte volte non segue più la carne. Dopo un'apparente estinzione si recupera la RC. Credo di aver estinto l'associazione campanello-carne, invece, il giorno dopo il cane saliva ancora. • Generalizzazione: per questo fenomeno possono produrre una risposta anche stimoli simili allo SC. Il cane saliva anche se squilla il telefono. • Discriminazione dello stimolo: è la capacità appresa di dare risposte diverse a stimoli simili. Condizionamento classico ed emozioni: • Risposte emotive condizionate (REC): Il condizionamento classico agisce sulla base di risposte riflesse incondizionate, quindi è connesso al tema delle emozioni. Le fobie sono paure che si manifestano anche quando non esiste un pericolo reale. La generalizzazione della stimolo e il condizionamento di ordine superiore estendono la REC ad altri stimoli che prima non spaventavano. Per estinguere le paure condizionate si usa la desensibilizzazione sistematica: una particolare tecnica in cui si espone gradualmente agli stimoli temuti mentre si è rilassati. • Condizionamento classico vicario: imparo a rispondere ad uno stimolo neutro osservando le reazioni emotive degli altri. Una madre che ha paura dei cani trasmetterà al figlio la stessa paura, senza che questo abbia avuto esperienze negative con essi. Condizionamento operante E' basato sulla legge dell'effetto: la probabilità di attuare una risposta dipende dall'effetto che la risposta ha. Dipende quindi dalle conseguenze: • Rinforzo, evento che fa aumentare le probabilità che la risposta si verifichi di nuovo. Positivo →produzione di qualcosa di piacevole e desiderato, Negativo→eliminazione di qualcosa di spiacevole. • Punizione, evento che fa diminuire la probabilità che la risposta si verifichi di nuovo (produzione di qualcosa di spiacevole). Costo della risposta: eliminazione di qualcosa di piacevole. • nessuna conseguenza, fa diminuire la probabilità di risposta Vi sono vari tipi di rinforzo: • Primari, soddisfano un bisogno fisico, primario, naturale (cibo, acqua, sesso...). Sono innati. • Secondari, sono associati ad un rinforzo primario ◦ simbolici: rinforzo con valore di scambio (denaro, fiches) ◦ sociali: rinforzo in termini di attenzione, approvazione Quanto spesso? Il rinforzo continuo segue ogni risposta corretta; è utile all'inizio dell'apprendimento. Il rinforzo parziale non segue tutte le risposte corrette: il cosiddetto effetto del rinforzo parziale mantiene più elevata l'attenzione e la motivazione: l'apprendimento è più lento ma più resistente all'estinzione (slot machine). Vi sono vari modelli o schemi di rinforzo del rinforzo parziale, cioè progetti per determinare quali risposte saranno rinforzate: • RF, rapporto fisso: un numero di risposte corrette determinato prima di ricevere il rinforzo. 17 Gabbia di Skinner Un topo viene posto in una gabbia. Premendo casualmente una leva fa uscire del cibo. Premendola nuovamente accade la stessa cosa. Ben presto si abitua che premendo la leva riceve del cibo (rinforzo), e la premerà con maggiore frequenza. Si noti che il ratto non ha acquisito una nuova abilità, ma ha alterato solamente la frequenza con la quale attua il comportamento. Formare e utilizzare i ricordi a lungo termine è un processo attivo, creativo e molto personale: influiscono le emozioni, i giudizi, i tratti della personalità. I nostri ricordi sono organizzati con un modello a rete, che contiene moltissime informazioni; l'archivio della memoria è altamente organizzato. Le informazioni sono catalogate in base a regole, immagini, categorie, simboli, affinità, significato formale e personale, tramite associazioni tra gli elementi dell'informazione. La MLT ha una rete di idee collegate semanticamente: quando le idee sono molto distanti tra loro per collegarle è necessaria una catena di associazioni più lunga. Es: il canarino è un uccello? Il canarino è un animale? La seconda domanda avrà un tempo di reazione più lungo. La reintegrazione è un meccanismo per cui da un ricordo ne vengono innescati una serie di altri apparentemente dimenticati; sembra che si diffonda attraverso le ramificazioni delle reti mnemoniche. Vi sono vari tipi di memoria a lungo termine: • Procedurale, riguarda le risposte condizionate fondamentali e le azioni apprese. Es: andare in bicicletta. • Dichiarativa, riguarda le informazioni fattuali: nomi, volti, parole, date, idee, espressi sotto forma di parole o simboli. ◦ Semantica, ricordo delle conoscenze quali nomi di oggetti, stagioni ecc... non dipende dai riferimenti spazio-tempo. ◦ Episodica, ricordo di singoli eventi connotati secondo una dimensione spazio-temporale. ▪ Retrospettiva, riguarda cose o eventi del passato. ▪ Prospettica, riguarda l'intenzione di compiere azioni nel futuro, al fine di definire gli schemi di comportamento e attuarli al momento opportuno. Può esser basata sull'evento (quando vedo Gioacchino devo dargli il libro) o sul tempo (tra mezzora esco). Per produrre un ricordo durevole ci vuole del tempo→consolidamento. Per misurare la memoria ci sono quattro tecniche: • Rievocare, recupero diretto di fatti o informazioni. Es: ripeto a memoria una poesia. Su questo influisce l'effetto della posizione seriale: la posizione in cui le informazioni vengono memorizzate ha un effetto interessante sulla rievocazione. L'effetto primacy si verifica quando ricordo bene le prime parole (si trovano già nella MLT), l'effetto recency si ha quando ricordo bene le ultime parole (si trovano ancora nella MBT). Es: 16987843961 • Riconoscere un elemento già visto tra più elementi. L'accuratezza dipende dal tipo di distrattori utilizzati, ossia falsi elementi inseriti accanto ad un elemento da riconoscere: se sono molto simili all'elemento corretto il ricordo può essere carente, se sono estremamente diversi si può avere un falso positivo, ovvero la falsa impressione di riconoscere l'elemento corretto. • Riapprendere, dopo aver apparentemente perduto quella conoscenza, misurare il punteggio di risparmio, ovvero il tempo risparmiato nel riapprendere le informazioni. • Attivazione o Priming di ricordi: ◦ Espliciti: conoscenze apprese in modo diretto e intenzionale, che possono essere rievocate consapevolmente. ◦ Impliciti: forma di ritenzione non intenzionale né cosciente. Rientrano tutte le abilità: motorie (sequenza di movimenti), percettive (riconoscere le espressioni dei volti), cognitive (eseguire un percorso complesso divenuto familiare). Come ne dimostro la presenza? In presenza di cue di memoria (indizi come ad esempio le prime lettere di una parola) si attivano i priming, ovvero ricordi impliciti che inconsapevolmente influenzano le risposte. Es: leggo una lista di parole ma il soggetto la 20 dimentica. Poi gli dico di dirmi la prima parola che gli viene in mente con “se”, e lui dirà “sedia”, che era nella lista: pur non essendo consapevole si è attivato un ricordo implicito. L'oblio: teorie sulla dimenticanza. Herman Ebbinghaus (1885) fece degli studi approfonditi. Imparò liste senza senso e misurò il numero di sillabe che riusciva a ricordare nelle ore successive all'apprendimento. La curva dell'oblio mostra che l'oblio è molto rapido inizialmente, e si stabilizza nel tempo; per cui si ricorda sempre almeno qualcosa di ciò che abbiamo appreso. Dopo un giorno si dimenticano già il 30% delle cose. Può essere causato da: • Problemi di codifica, se c'è mancanza d'attenzione nella fase di codifica, il ricordo non viene creato. Pensare attivamente alle informazioni da codificare è un valido metodo. Influiscono su ciò la salienza dello stimolo (effetto arma) e la categorizzazione (generalizzazione es: dei componenti di un gruppo etnico). • Problemi di ritenzione ◦ Decadimento, nella MLT i ricordi sensoriali sono rapidamente selezionati e se irrilevanti decadono, nella MBT se i ricordi non sono continuamente reiterati decadono. ◦ Disuso, nella MLT alcune tracce di memoria se sono recuperate raramente diventano troppo deboli per poter essere recuperate. • Problemi di recupero, anche se i ricordi sono disponibili (immagazzinati nella memoria) possono non essere accessibili (localizzabili e recuperabili per poter essere ricordati): ◦ Assenza di cue appropriati: il recupero può non riuscire perché mancano associazioni al ricordo. ◦ Apprendimento stato-dipendente: la condizione fisica che caratterizza l'apprendimento può facilitare il recupero dei ricordi. Ho sete→ricordo eventi in cui bevevo; sono triste→ricordo eventi tristi. ◦ Interferenza: tendenza dei nuovi ricordi a compromettere il recupero di ricordi più vecchi (e viceversa). Un nuovo apprendimento può interferire con la capacità di recuperare informazioni apprese in precedenza: ▪ Retroattiva: tendenza del nuovo apprendimento ad inibire il recupero delle informazioni già esistenti. ▪ Proattiva: tendenza del precedente apprendimento ad inibire il recupero di informazioni apprese successivamente. Maggiore è la somiglianza tra A e B maggiore è l'interferenza. Il sonno tra A e B è una buona soluzione per evitare l'interferenza. ◦ Transfer: ▪ Positivo: la padronanza di un compito facilita l'apprendimento di un altro. Es: suono il violino è più facile imparare il mandolino. ▪ Negativo: la padronanza di un compito ostacola l'apprendimento di un altro compito (devo dare una risposta nuova ad un vecchio stimolo). Es: fare retromarcia col rimorchio. ◦ Rimozione: i ricordi dolorosi, minacciosi o imbarazzanti sono involontariamente tenuti fuori dal livello cosciente ◦ Soppressione: tentare di non pensare qualcosa in modo attivo e consapevole, 21 sopprimendo volontariamente un ricordo. I ricordi possono però essere perduti anche mentre vengono prodotti. Un'amnesia a causa di un trauma può provocare la perdita di memoria di eventi accaduti prima→amnesia retrograda, o di eventi accaduti dopo→amnesia anterograda. I ricordi flashbulb sono immagini particolarmente vivide che sembrano essere congelati nella memoria in occasione di eventi tragici, importanti o che hanno avuto un grosso impatto emotivo (11 settembre, il primo bacio). Il sistema limbico viene attivato dalle emozioni; l'amigdala intensifica il consolidamento della memoria. Cervello e memoria Diverse parti del cervello si attivano quando vengono formati ricordi a lungo termine, ma alcune aree sono più importanti per ciascun tipo di memoria. Nell'ippocampo avviene il consolidamento della memoria. Una volta formati, i ricordi dichiarativi vengono conservati nella corteccia cerebrale: le aree frontali conservano la memoria episodica, le aree occipitali conservano la memoria semantica. I ricordi procedurali e a lungo termine avvengono nel cervelletto, che conserva appunto la memoria procedurale. Migliorare la memoria Le immagini eidetiche sono particolari tipi di immagini mentali, dotate di chiarezza e vividezza, che rimangono in memoria dopo aver osservato un oggetto reale. Mnemotecniche efficaci nella codifica: • reiterazione: (codifica elaborativa) più le informazioni sono reiterate e collegate con conoscenze preesistenti tramite nessi logici e di significato, più ricordo • selezione: ad esempio sottolineare • organizzazione: chunking • apprendimento ◦ totale: imparare a gestire pacchetti di informazioni nel loro insieme anziché frazionarli in piccole parti ◦ parziale: studio delle sottosezioni di un'insieme di informazioni più ampio. Metodo parziale progressivo: studio A, poi AB, poi ABC. • posizione seriale: tenerne conto ed esercitare di più la parte centrale • cue di memoria: i migliori sono quelli presenti già al momento della codifica • iperapprendimento: continuare a studiare dopo che si è appresa bene la materia • esercizio scaglionato: alternare brevi sessioni di studio a brevi pause, pianificando il tempo. Mnemotecniche efficaci nel recupero: • ripetere a voce alta: l'apprendimento migliora quando si ha un feedback, è gratificante e permette di evidenziare le lacune • ripassare: esercizio di recupero • dormire: dopo lo studio riduce l'interferenza 22 della sua cultura di appartenenza. La zona di sviluppo prossimale è una tappa che il bambino sta per raggiungere: non è lontano dall'essere in grado di eseguire quel compito ma è ancora un po' troppo complesso perchè lo raggiunga da solo. Se sostenuto adeguatamente, da un genitore per esempio, può giungere alla tappa. L'adulto aiuta il bambino ad imparare a pensare fornendogli l'impalcatura, lo scaffolding: sostenta il tentativo del bimbo nel risolvere problemi e scoprire i principi. Nel fare questo l'adulto adegua automaticamente il suo comportamento quando deve fornire al bambino sostegno ed informazioni necessarie a risolvere il problema. Unità fondamentali del pensiero Immagini mentali Rappresentazioni mentali attraverso una specifica modalità sensoriale (tattile, uditiva) degli oggetti percepiti e ricordati. Le uso per prendere delle decisioni e risolvere un problema, cambiare modo di sentirsi e umore, prepararmi ad un'azione, aiutare la memoria. Son di due tipi: • livello superficiale, nella MBT sono rappresentazioni quasi pittoriche, raffigurate su uno schermo mentale (visual buffer) • livello profondo, nella MLT sono immagazzinate le forme base degli oggetti a bassa risoluzione L'immagine mentale viene generata (si forma sulla base delle informazioni contenute nella MLT), ispezionata (la percorro mentalmente per trovare una caratteristica o un dettaglio) e trasformata (la sposto, ruoto, ingrandisco sul visual buffer). Le informazioni provenienti dall'occhio attivano di norma l'area visiva primaria del cervello, formando un'immagine; il sistema di elaborazione dell'immagine mentale lavora invece all'inverso: le aree cerebrali in cui sono immagazzinate le informazioni analogiche o quelle proposizionali inviano segnali alla corteccia visiva, dove viene generata un'immagine mentale. L'immaginazione è la capacità di attività creativa libera da vincoli. Le immagini cinestetiche sono generate da sensazioni e percezioni che provengono dai muscoli: se devo spiegare come girare un rubinetto compierò mentalmente l'azione prima di rispondere, e farò probabilmente anche il gesto con la mano. Concetti Sono idee che rappresentano una categoria di oggetti o di eventi. Aiutano a riconoscere un oggetto come esemplare di una categoria ed ad attribuire ad un oggetto le caratteristiche tipiche di quella categoria. Nel riconoscere la vipera attiviamo la categoria dei serpenti velenosi. La categorizzazione è un processo di classificazione delle informazioni in categorie dotate di significato, attraverso esempi positivi e negativi. Si costruisce applicando regole: • inferenze induttive: dal generale al particolare, riconosco un oggetto o un evento particolare come facente parte di una categoria. • inferenze deduttive: dal particolare al generale, un attributo osservato in un esemplare è applicato alla categoria intera o applicando prototipi: membri della categoria che prendo come punto di riferimento per confrontare altri membri e decidere se appartengono o no alla categoria. Vi sono tre tipi di concetti: • congiuntivi: presenza di due o più caratteristiche (questa caratteristica e questa caratteristica) • relazionali: basati sulle modalità di relazione tra un oggetto e un altro (questa caratteristica è più grande/sopra di quest'altra) • disgiuntivi: hanno almeno una delle caratteristiche (o questa caratteristica o quest'altra) 25 Problem solving In ogni problema identifico: • spazio: rappresentazione mentale del problema • stati: tutti i possibili passaggi dal problema alla soluzione • operatori: azioni che posso effettuare su uno stato per trasformarlo Vi sono vari tipi di problemi: Problemi di routine Posso arrivare alla soluzione per prove ed errori, seguendo una serie di passaggi, prove e diverse soluzioni possibili. Applico cioè un algoritmo, procedura in cui provo tutti i processi risolutori possibili. I principali algoritmi sono la ricerca in avanti, a ritroso, in profondità e in ampiezza. Problemi a insight Problemi la cui soluzione dipende non dalla corretta esecuzione di passaggi ma da alcuni passaggi cruciali che determinano la possibilità di risolvere il problema; si risolvono grazie ad un'intuizione rapida e chiara, basata sulla riorganizzazione degli elementi del problema. Per risolvere i problemi si possono avere diverse soluzioni: • funzionali, capire il problema ma non avere ancora tutti gli elementi per risolverlo • disfunzionali, inadeguate per la risoluzione del problema • adeguate, soluzioni corrette Secondo gli psicologi della Gestalt all'inizio si cerca tramite un pensiero riproduttivo di applicare procedure già utilizzate in altri problemi (prove ed errori); con l'insight si utilizza il pensiero produttivo, cambiando le relazioni tra gli elementi del problema. Nel far ciò si implicano tre capacità distinte: • codifica selettiva: seleziono le informazioni rilevanti • combinazione selettiva: riunisco informazioni apparentemente scollegate • confronto selettivo: confronto il problema con informazioni preesistenti e problemi già risolti Secondo gli psicologi dell'HIP l'insight si può definire anche come impasse, attraverso tre fasi: la prima in cui codifico il problema, la seconda in cui riformulo il problema (fase di impasse), e la terza in cui è possibile una nuova rappresentazione del problema: insight totale (soluzione adeguata) o parziale (soluzione funzionale). Euristiche Procedura semplificata di pensiero attraverso semplificazioni del percorso solutorio raggiungo la soluzione. Si usano per risparmiare impegno cognitivo e tempo, riducendo il numero di alternative da considerare. È sempre un altro esempio di pensiero per prove ed errori in cui però si tentano solo alcune possibilità. Vi sono diverse strategie: • analisi mezzi-fini: identifico la differenza tra lo stato attuale e l'obiettivo da raggiungere • ricerca in salita: identifico gli obiettivi intermedi che mi conducano gradualmente all'obiettivo finale • ricerca per astrazione: rappresento il problema in altri modi • generare una soluzione possibile e verificarla: elimino così una serie di alternative e chiarisco gli elementi necessari alla soluzione Ostacoli nella soluzione dei problemi Fissità funzionale: tendenza a restare bloccati su soluzioni errate o essere ciechi rispetto a soluzioni alternative, può esser causata da: • cause funzionali: incapacità di attribuire nuove funzioni a oggetti familiari • cause percettive: incapacità di cambiare percezione dell'oggetto critico • cause dovute all'abitudine: difficoltà ad agire in modo diverso da come si è soliti Altri ostacoli possono essere ostacoli emotivi come l'inibizione, il timore di fare brutta figura, di 26 sbagliare, ostacoli culturali, le convinzioni come “la fantasia è una perdita di tempo”, e ostacoli appresi, convinzioni riguardo usi e tabù, significati. Ragionamento deduttivo E' un ragionamento certo ed esatto, non crea nuove informazioni ma estrae conoscenze già intrinsecamente presenti nelle premesse; si fonda sulla logica, teoria che permette di distinguere una deduzione corretta da una errata. Vi sono tre tipi di sillogismi: • sillogismi categorici o aristotelici: le premesse esprimono l'appartenenza dei termini a categorie e la conclusione rende esplicita la relazione tra tali termini. • sillogismi condizionali: formati da premessa ipotetica (se) • sillogismi lineari: le premesse contengono implicitamente relazioni tra elementi che nella conclusione vengono esplicitati. Le relazioni possono essere di tipo spaziale (a destra di), qualitativo (più ricco) e relative all'altezza (più alto). Le fasi del ragionamento deduttivo sono quattro: 1. comprensione delle premesse 2. integrazione delle premesse, costruisco un modello mentale del problema 3. estrazione delle conclusioni, individuo una delle relazioni come soluzioni 4. ricerca di controesempi e modelli alternativi Errori logici • implicature conversazionali, errori dati dal fatto che non si rispetta il principio di cooperazione (parlare al momento opportuno) ne le massime conversazionali (di qualità, quantità, relazione e modo). Quando questi principi entrano in conflitto con la logica prevalgono su di essa e ciò genera errori logici. • belief bias, errori logici causati da convinzioni e atteggiamenti, credenze comuni Ragionamento induttivo E' un'attività di pensiero in cui una regola generale viene inferita da una serie di esempi specifici; non è un ragionamento certo poiché non è regolato dalla logica. Le conclusioni sono plausibili o implausibili. Si basa sul calcolo delle probabilità, ossia il grado di certezza da attribuirsi al verificarsi di un evento. Il ragionamento induttivo consente di compiere generalizzazioni e formulare spiegazioni, giudizi e previsioni. La percezione di eventi non casuali porta a chiedersi spiegazioni e quindi a formulare ipotesi. La fallacia del giocatore è la valutazione di serie lunghe meno casuali di serie corte (dopo 7 numeri rossi alla roulette mi aspetto un nero). Molti errori sono dovuti all'applicazione di euristiche: l'euristica della rappresentatività consiste nel dare più peso all'ipotesi che è più rappresentativa della sua categoria; causa la fallacia della congiunzione, cioè il trascurare la regola che la probabilità che due eventi si verifichino contemporaneamente è minore della probabilità che se ne verifichi uno solo (“domani pioverà” è più probabile di “domani pioverà e ci sarà traffico”) e la fallacia delle frequenze di base, l'ignorare cioè le probabilità di un evento a priori, pensando di essere un'eccezione alla regola. L'euristica della disponibilità porta a stimare le probabilità sulla base della disponibilità di esempi che vengono alla mente in quel momento (credenza che l'incidente aereo sia più pericoloso del diabete). L'euristica dell'ancoraggio è la tendenza ad usare un punto di riferimento per calcolare le probabilità (prima impressione, notizia da fonte autorevole). Successivamente nonostante sappia che l'ancora è errata, non riesco a svincolarmi e resto influenzato dalle informazioni fornite inizialmente; si dice euristica dell'accomodamento. 27 l'adulto, gratificare per l'uso corretto di parole in modo che il bambino partecipi attivamente all'apprendimento. Linguaggio dell'interazione precoce adulto-bambino: già dai primi 4 mesi i genitori si sforzano molto affinchè si instauri un sistema di segnali condivisi (toccare, fissare, sorridere) che rappresenti un primo modello di turn-taking conversazionale (alternanza invio- ricezione messaggi). Più il bimbo interagisce con gli adulti maggiore sarà la rapidità con cui impara a parlare e sviluppa abilità cognitive. Il genitore tende ad usare un linguaggio particolare con il bambino: il baby talk, costituito da un lessico semplice, un tono di voce alto, frasi brevi, ripetizione delle parole e gestualità frequente. Ciò si verifica nel passaggio dalla lallazione (il genitore parla come se fosse un adulto) alle prime parole. Il baby talk possiede una caratteristica musicale comune a tutte le lingue: melodie, pause, inflessioni. Per lodare il tono si alza poi si abbassa, per ammonire si usano frasi brevi e secche, per consolare si usa un tono grave, morbido e pronunciato. Questo perchè si ha la tendenza ad adeguare l'eloquio alle capacità del bambino. In conclusione il linguaggio nasce sia come elemento innato (grammatica universale di Chomsky) sia grazie all'influenza di elementi ambientali: non è la nostra predisposizione genetica a determinare quale lingua parleremo. Pensiero e linguaggio Le idee sono sotto forma analogica del pensiero come immagini o sensazioni; la forma proposizionale del pensiero codifica tramite il linguaggio tali idee, permettendo di categorizzarle e gestirle. Il linguaggio dà forma alla massa amorfa dei pensieri. Il contesto influenza il significato delle parole e il linguaggio usato influenza il nostro pensiero. Il linguaggio ha funzione produttiva, è cioè in grado di esprimere idee e pensieri nuovi, creando un numero infinito di enunciati; è un potente strumento per il pensiero. Gli animali comunicano tra loro attraverso una serie di versi di numero limitato, ma manca la qualità produttiva del linguaggio. Comunicare è diverso da usare la lingua. Effetto Stroop Prova a dire di che colore sono le seguenti parole. L'elaborazione precoce del significato della parola interferisce con l'identificazione del colore. Struttura del linguaggio • Lessico: insieme delle parole conosciute. Connotato da ◦ semantica: significato delle parole ◦ fonologia: pronuncia della parola ◦ morfologia: scrittura della parola • Frase: rappresenta la capacità combinatoria della lingua. Connotata da ◦ sintassi: regole che servono per combinare gli elementi linguistici elementari ◦ semantica: una frase può essere corretta o scorretta semanticamente • Discorso: rappresenta la funzione interpersonale del linguaggio ◦ pragmatica: studia le dinamiche di una comunicazione reale (uso dell'ironia, dell'intonazione, alternarsi del dialogo) ◦ semantica: discorso corretto o scorretto La comunicazione I processi comunicativi non si esauriscono nel linguaggio ma si sviluppano in base a diversi sistemi di comunicazione: • linguistico: verbale e intonazionale (accenti, enfasi, sottolineature) • non-linguistico: paralinguistico (pause, esitazioni) e cinesico (movimenti delle mani, corpo) Sistema linguistico Sono stati elaborati vari modelli di comunicazione 1. riferimento all'ambito matematico: mittente→canale che invia il messaggio→destinatario. In 30 qualsiasi prospettiva comunicare è uno scambio di informazioni, l'individuo è uno strumento in grado di trasmettere o ricevere informazioni 2. teoria degli atti linguistici: ambito filosofico, la comunicazione è composta anche da altri fattori. Nell'atto linguistico vi sono tre aspetti: locuzione (atto di dire qualcosa), perlocuzione (conseguenze prodotte sugli ascoltatori) e illocuzione (intenzione del parlante). Vi è una forte relazione tra linguaggio e azione. 3. ambito sociolinguistico: introduce la nozione di competenza comunicativa che ognuno ha in quanto membro di una comunità sociale: abilità linguistiche + abilità semeiotiche (saper usare codici diversi come quello cinesico) + abilità sociali (saper adeguare il messaggio al contesto). È costituita da componenti interpersonali (ascolto, invio di messaggi) e intrapersonali (auto-monitoraggio e auto-regolazione). Funzioni della comunicazione verbale: • referenziale: scambio di informazioni su un oggetto • interpersonale: veicolo informazioni quali l'identità sociale, stati emotivi, relazioni sociali • controllo: controllo del comportamento per perseguire un determinato obiettivo • coordinazione delle sequenze interattive: condividere regole per la comunicazione • metacomunicazione: esplicitare aspetti propri dello scambio comunicativo (mi stai seguendo?) Sistema non-linguistico Sistema paralinguistico Qualità della voce (tono, intensità, tempo) + vocalizzazioni (riso, sospiro, pianto, sbadiglio, intonazione) Sistema cinesico Espressioni mimico-facciali: il volto umano può produrre fino a 20.000 espressioni diverse + Gesti (simbolici, illustratori, indicatori di stato emotivo, regolatori, di adattamento) + Postura (evidenzia gli atteggiamenti ed esprime emozioni. Funzioni della comunicazione non-verbale: • segnalare cambiamenti nella qualità della relazione • esprimere emozioni • presentazione di sé • completa e arricchisce la comunicazione verbale • regola l'interazione • nel caso di impossibilità ad usare il linguaggio verbale, permette di comunicare L'intelligenza Non è una funzione cognitiva ma è data da molti fattori. Per intelligenza si intende la capacità generale di agire in maniera finalizzata, di pensare razionalmente, di interagire in modo efficace con l'ambiente. È costituita da capacità mentali generali, dette fattore g, nel ragionamento, problemsolving, memoria e adattamento sensoriale. Il quoziente intellettivo (QI) è un tipo di misurazione dell'intelligenza che si basa sul rapporto tra età cronologica ed età mentale, ossia il livello di sviluppo mentale di un individuo 31 rispetto alla media. QI=EM/EC X 100. Tra 90 e 109 si parla di intelligenza media. La curva a campana spiega come vi siano solo pochi punteggi agli estremi. Se <70 si ha disabilità intellettiva (solo il 2%), ma rimane comunque le capacità adattiva, le reazioni emotive ed affettive; le cause possono essere organiche (danni prenatali, anomalie genetiche, ma anche denutrizione ed esposizione ad agenti tossici) o ambientali (30/40% dei casi, ambiente sociale degradato, assenza di stimoli intellettuali, di cure mediche, di sostegno emotivo). Se il QI è >130 (solo il 2% dei casi sempre) siamo di fronte ad un genio, indice di potenziale successo che però va coltivato e inoltre bisogna tenere conto della creatività. I test d'intelligenza sono informativi ma non predittivi. L'idea di utilizzare questo strumento per calcolare l'età mentale è di uno psicologo inglese, sir Galton, ma il primo test strutturato è il celebre Stanford-Binet (SB5) degli inizi del '900, che amplia le aree considerate misurando sia le capacità cognitive (ragionamento fluido, conoscenza, ragionamento quantitativo, elaborazione visivo- spaziale, memoria di lavoro) sia l'intelligenza verbale e non verbale. È suddiviso in domande per età, ed è specifico per bambino ed adolescenti, e produce un solo punteggio di QI. Il test di Wechsler (WAIS III) è stato invece formulato solo per adulti e fornisce due punteggi separati: QI di performance non verbale e verbale; in tal modo permette di mettere in luce l'abilità in cui si è più carenti. Esistono anche test per gruppi, che possono essere somministrati con una supervisione minima, come il Sat Reasoning test per gli studenti universitari. Si è molto discusso sul fatto di definire l'intelligenza come fattore g, poiché esistono molti modi di essere intelligente; diversi psicologi si sono convinti che sia giusto dare definizioni nuove, con l'obiettivo di dare indicazioni sulla possibilità di successo nel mondo reale, non solo sulla probabilità di riuscita a scuola. La teoria delle intelligenza multiple di Howard Gardner ipotizza l'esistenza di 8 tipi di intelligenza: linguistica, logico-matematica, visiva-spaziale, musicale, corporeo-cinestetica, intrapersonale, interpersonale e naturalistica. Si è provato con dei computer a creare un'intelligenza artificiale ma è risultata cieca, non andando oltre una serie di regole programmate; non riesce, come l'uomo, a passare da un argomento all'altro con facilità. Nonostante ciò alcuni sistemi esperti hanno programmi che rispondono come l'uomo in alcuni ambiti, convertendo abilità complesse in regole chiaramente definite e riuscendo ad eccellere in campi specifici. Le simulazioni sono programmi in grado di riprodurre comportamenti umani specifici, legati alle funzioni cognitive, e in questi casi il computer agisce da laboratorio. L'origine dell'intelligenza è sia innata che acquisita. Gli studi sui gemelli hanno evidenziato come i gemelli eterozigoti dal punto di vista genetico sono uguali ai fratelli non gemelli, ma il loro QI è più omogeneo: la ragione può esser data da fattori ambientali, i genitori li educano in modo più simile perché hanno la stessa età. I gemelli monozigoti che sono cresciuti insieme, avendo lo stesso patrimonio genetico e lo stesso ambiente, hanno un QI fortemente sovrapponibile; se cresciuti separati il QI può variare sempre per fattori ambientali. Gli studi sull'adozione hanno rilevato che i figli cresciuti con la stessa famiglia hanno QI simili, e anche gli studi sull'aumento del QI in Occidente dimostrano che negli ultimi 30 anni è cresciuto di 15 punti, troppo velocemente per essere solo un fattore genetico. In conclusione, l'intelligenza è il risultato dell'interazione tra elementi genetici e ambientali. L'intelligenza emotiva è la capacità di percepire le emozioni in noi e negli altri, utilizzare le emozioni per potenziare le capacità di prendere decisioni e pensare, comprendere da cosa son state provocate e gestire amplificando o limitandole a seconda delle emozioni. Essere emotivamente intelligenti significa accettare e riconoscere il ruolo delle emozioni. Le emozioni positive sono di stimolo alla crescita personale e ai rapporti con gli altri e amplificano le risorse e le capacità individuali. Quelle negative tendono a limitare la nostra attenzione sulle azioni possibili, ma segnalano anche un disagio, motivando a cercare aiuto e a risolverlo. 32 La piramide di Maslow Schematizza una gerarchia di bisogni umani. I bisogni fondamentali nascono per una carenza di cibo, acqua, protezione, stima ecc. I bisogni di crescita sono nell'autorealizzazione che si esprime in metabisogni, espressioni di una tendenza al pieno sviluppo del potenziale personale, quindi verso l'alto della piramide: interezza, perfezione, completamento, giustizia, ricchezza, semplicità, bellezza, bontà, unicità, vivacità, gaiezza, verità, autonomia e significatività. Non sono basati su una mancanza, ma sono una forza positiva e stimolante per la crescita umana. Maslow ritiene che i bisogni ad un dato stadio della piramide possono emergere solo una volta soddisfatti i bisogni ai livelli inferiori. Si distingue anche in motivazioni intrinseche e estrinseche. Si ha motivazione intrinseca quando agisco senza un evidente riconoscimento esterno, ma solo per un piacere, per imparare, per realizzare il mio potenziale: si tende ad essere più creativi e coinvolti in ciò che si sta facendo. La motivazione estrinseca si ha quando agisco mosso da un fattore esterno: lo stipendio, un voto, premi, approvazione, se eccessivi possono vanificare la motivazione intrinseca e l'interesse personale. Se sono obbligato ad agire per una motivazione estrinseca tendo a sentirmi come se stessi facendo finta. Le emozioni Le emozioni modellano i rapporti interpersonali e regolano l'interazione individuo-ambiente. La risposta emozionale è caratterizzata da: attivazione fisiologica, cambiamenti nella motivazione e nel comportamento, componente cognitiva e vissuto soggettivo. Quando si è emozionati si hanno cambiamenti fisiologici causati dal sistema nervoso autonomo che rilascia adrenalina: alterazioni del battito cardiaco, della pressione arteriosa, della traspirazione. L'emozione è una motivazione all'azione (paura, rabbia, gioia); è legata alla sopravvivenza e ai comportamenti adattivi. Se mal gestita può avere effetti negativi e compromettere le prestazioni. Contribuisce inoltre a manifestare esteriormente quello che viviamo. Vi sono otto emozioni fondamentali, che possono avere intensità variabile: le emozioni primarie sono gioia, paura, disgusto, rabbia, sorpresa, accettazione, tristezza e aspettativa. La combinazione di queste ed altre emozioni (secondarie) determina l'umore: è l'insieme delle disposizioni affettive e istintive che influenzano l'attività psichica dell'individuo. Un tempo si pensava che tutte le emozioni venissero elaborate nella corteccia cerebrale; è però coinvolta anche l'amigdala, che riceve rapidamente le informazioni sensoriali, senza che esse raggiungano la corteccia: permette di reagire ad un potenziale pericolo prima di sapere realmente cosa sta accadendo. Il sistema nervoso autonomo (SNA) controlla le emozioni. Il sistema simpatico attiva il corpo aumentando il battito cardiaco, rilasciando zuccheri nel sangue, rallentando la digestione, dilatando le pupille e diminuendo la secrezione salivare; prepara il corpo ad una reazione fight or flight (combatti o scappa). Il sistema parasimpatico invece inibisce il corpo: diminuisce il battito, la digestione procede e così via; i tempi di risposta sono molto più lenti, dopo un'intensa emozione i segnali di attivazione possono perdurano 20-30 minuti. Può succedere che reagisca in modo eccessivo: il rebound parasimpatico può rallentare il battito cardiaco così tanto da farlo cessare. 35 Il poligrafo, o macchina della verità, misura le risposte fisiologiche che accompagnano l'emozione. Per verificare il vero si parte da domande neutre a domande di controllo e significative; è però molto impreciso e molti innocenti sono stati condannati ingiustamente a causa di questi errori. L'espressione delle emozioni rappresenta un tipo di comunicazione non verbale, e si è sviluppata per comunicare le nostre emozioni agli altri. La mimica facciale è ricca ed articolata, le espressioni di base sono collegate con le 8 emozioni fondamentali, ma il volto umano può produrre fino a 20.000 espressioni diverse. L'uomo è in grado di capire molto bene le espressioni degli altri, sono difatti suddivise in piacevoli/spiacevoli, attenzione/rifiuto, attivazione/non attivazione. Il comportamento espressivo universale è innato per le emozioni primarie, ma è dato anche dalle display rules, regole di esibizione delle emozioni nelle diverse circostanze; l'individuo interviene intensificando, de-intensificando, mascherando e neutralizzando l'espressione naturale dell'emozione provata. L'espressione vocale è composta dal tono (intonazione), intensità (volume) e ritmo (successione di eloquio e pause); le emozioni positive hanno bassa frequenza, intensità limitata e velocità ridotta; quelle negative hanno alta frequenza, intensità elevata, velocità elevata. I gesti e la postura rilevano il tono emotivo generale; la cinesica è lo studio della comunicazione attraverso i movimenti del corpo, i gesti, la postura, le espressioni facciali. I gesti possono essere simbolici, illustratori, indicatori di uno stato emotivo, regolatori e di adattamento. La postura è invece la modalità in cui il corpo si atteggia nello spazio rispetto ai suoi assi principali. Può indicare tensione e avversione o rilassamento e gradimento (posizionamento casuale di braccia e gambe, appoggiare la schiena all'indietro). L'effetto camaleonte è l'imitazione inconsapevole di posture, tratti comportamentali distintivi, espressioni facciali di altri persone, quando si interagisce con esse. Le bugie possono essere svelate grazie all'interpretazione dei gesti: quelli illustratori diminuiscono quando si mente e quelli simbolici aumentano. Gli uomini de-intensificano e riducono le emozioni rispetto alle donne. Teoria di James-Lange Sostengono che venga prima l'attivazione fisiologica (scappare) del vissuto soggettivo (avere paura). Ho paura non appena divento consapevole delle mie reazioni fisiche; spesso l'emozione si prova dopo la reazione ad esso. Teoria di Cannon-Bard L'attività fisiologica e il vissuto soggettivo avvengo no contemporaneamente, attivate dal talamo. Teoria cognitiva di Schachter Si ha un'emozione quando viene applicata una particolare etichetta ad una generica attivazione fisiologica. Dipende dalle esperienze passate, dalla situazione e dalle reazioni degli altri. Teoria della valutazione cognitiva di Lazarus Le emozioni provate sono prima di tutto influenzate dal modo in cui valuto l'evento più che l'evento in sé: uno stesso evento può dare emozioni differenti. Emozioni e prontezza d'azione In corrispondenza di una data emozione si ha una particolare tendenza all'azione (muovere verso/contro, richiesta d'aiuto, allontanarsi, sottomissione): è una forma di predisposizione all'azione universale. Ipotesi del feedback facciale L'espressione del volto influenza l'emozione producendo specifici pattern di attivazione; le sensazioni provenienti dal volto inviano segnali al cervello che influenzano l'emozione provata. Secondo Paul Ekman, produrre volontariamente l'espressione di determinate emozioni può provocare l'emozione corrispondente. Un modello contemporaneo Stimolo esterno (orso) o interno (ricordi)→valutazione (minaccia)→attivazione SNA (battito aumenta), attribuzione etichetta (ho paura), volto e corpo assumono espressioni e postura, vissuto soggettivo della paura. Riunisce tutte le idee precedenti. 36 La personalità La personalità è il modello unico e individuale, costante nel tempo, di pensiero, emozioni e comportamento di una persona. È l'insieme caratteristico di elementi che rende unica persona. Il carattere è l'insieme delle caratteristiche acquisite socio-culturalmente, derivabili dalle influenze ambientali. Il temperamento è una disposizione innata, sono gli aspetti ereditari della personalità. La personalità deriva dall'interazione di entrambi, organizzati in una struttura che conferisce continuità all'esperienza del soggetto; inizia a consolidarsi intorno a 3 anni e assumerà una forma relativamente stabile intorno ai 50 anni. I tratti sono le qualità stabili che una persona mostra nella maggior parte delle situazioni, influenzano il nostro benessere psichico-fisico e le nostre relazioni; sono dedotti dal comportamento. Gli studi sui gemelli dimostrano che, anche se cresciuti separati, essi presentano molte somiglianze nei tratti; i fattori ereditari influenzano il 25/50% dei tratti, i fattori ambientali il 50/75%. I tipi sono le categorie composte da persone con tratti in comune. Gustav Jung (1921) rintraccia diversi tipi in base a come pensiero, sentimento, sensazione e intuizione si combinano con introversione (timidezza, riservatezza, attenzione rivolta verso il mondo interno dei pensieri e della soggettività) o estroversione (vivacità, apertura, attenzione rivolta verso l'esterno, oggetti e rapporti verso l'altro. Questa classificazione ha senso se incoraggia la persona a muovere verso l'aspetto tipologico carente. Il concetto di sé comprende tutte le idee, percezioni, esperienze e sensazioni su chi si è; è l'immagine mentale della propria personalità. È costruito creativamente dalle esperienze, rivisto ogni volta che ne abbiamo una nuova. Influenza fortemente il comportamento e l'adattamento personale, specie se poco accurato: un'autostima bassa crea insicurezza e una critica verso di sé, una eccessiva autostima arroganza e ostacola le relazioni. L'autostima autentica è basata sul preciso riconoscimento dei punti di forza e dei punti deboli. Esistono varie teorie della personalità, un'insieme di concetti, ipotesi, idee e principi proposti per spiegare la personalità. 1) Teorie dei tratti Descrive la personalità con pochi tratti fondamentali. Ha lo scopo di prevedere e descrivere il comportamento in diverse situazioni, attraverso la classificazione dei tratti comuni, riscontrabili in tutti i membri di una cultura e tratti individuali, qualità specifiche di una persona: Allport • tratti cardinali, sono dominanti, tutte le attività dell'individuo vi possono essere ricondotte; li possiedono poche persone (Madre Teresa→compassione) • tratti centrali, tutto l'edificio della personalità (in media 7) • tratti secondari, qualità personali più superficiali (preferenze musicali, cibi, idee politiche) Cattel • tratti di superficie, caratteristiche visibili, compaiono così spesso riunti da rappresentare un unico tratto di profondità • tratti di profondità, nucleo della personalità, sono 16 tratti bipolari; un'ulteriore riduzione sono i big five: 1. energia: orientamento fiducioso e entusiasta 2. amicalità: altruismo, cura degli altri 3. coscienziosità: accuratezza, precisione 4. apertura mentale: verso nuove idee 5. stabilità emotiva: ansietà, depressione, instabilità di umore Il comportamento è dunque frutto dell'interazione tratto-situazione (sono le circostanze esterne ad influenzare l'espressione di un tratto di personalità). 37
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