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Cesare Pavese e la casa in collina, Appunti di Letteratura Contemporanea

Breve vita dell'autore e alcune comparazione tra l'autore e il protagonista de La casa in collina.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 29/08/2023

GiuliaLozza99
GiuliaLozza99 🇮🇹

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Scarica Cesare Pavese e la casa in collina e più Appunti in PDF di Letteratura Contemporanea solo su Docsity! La casa in collina, Cesare Pavese Cesare Pavese nasce a Santo Stefano Belbo, in provincia di Cuneo, tra il 1915-1926 studia a Torino, sotto la guida del professore Augusto Monti, frequenta la facoltà di Lettere e Filosofia, segue la letteratura classica ed inglese. Per motivi politici dovette subire il carcere fino al 1936, perché frequentava gruppi antifascisti, ottenne poi il codino e potè tornare a Torino, dove apprese che la donna da lui amata, Tina ( Cate nella Casa in collina, entrambi nomi bisillabi), stava per sposare un altro uomo, e così entrò in un periodo di crisi, una delle varie delusioni d’amore. Nel 1936 c’è il suo esordio letterario con le poesie di lavorare stanca, un nuove genere, tra la poesia e la prosa narrativa. Partecipa alla Resistenza, ma in sordina, in modo indiretto, non è impegnato, come Corrado, si pente di non aver partecipato in modo attivo, il suo spirito inquieto lo portò alla continua ricerca di una verità e di un equilibrio interiore che non riuscì a raggiungere e si tolse la vita a Torino, in una stanza d’albergo, nel 1950 quando aveva già raggiunto la notorietà. Le motivazioni per cui si tolse la vita non si possono esaurire con la delusione d’amore, ma anche inadeguatezza politica, e profonda insoddisfazione personale. Nostalgia e desiderio di tornare alle colline dove lui è nato. Anche il fatto che Corrado fosse un professore di scienze è autobiografico, sebbene non insegnasse le stesse materie. Cate è attivamente coinvolta nella lotta partigiana, e mette spesso alla prova Corrado sulla sua posizione politica, cercando di sensibilizzarlo sui discorsi che si svolgono alle Fontane, una donna molto attiva e che sa il fatto suo, mentre Corrado sta sempre molto in disparte e non prende mai parola, queste sono tattiche per far rivelare al protagonista la propria posizione: un antifascista che però non ama assumere responsabilità, che mantiene una linea sfuggente. Alcuni fatti lo portano però a mutare la sua vita e le sue idee, tra cui la fuga che deve compiere verso il collegio di Chieri, dove si rifugia: qui è messo di fronte alla vigliaccheria poiché per salvarsi dalla cattura dice di no essere il padre di Dino, perché diversamente i fascisti avrebbero unito i tasselli e lo avrebbero messo in cattiva luce, non vuole essere coinvolto, abbandona Dino al proprio destino (Dino, è nato probabilmente dalla relazione tra Cate e Corrado), è molto più deciso del padre, aveva deciso di prendere le armi, pur essendo in tenera età, dimostrando decisione e determinatezza. Nel tornare al suo paese assiste ad un’imboscata dei partigiani che, pur essendo antifascista, risveglia dei sentimenti all’interno di lui, nonostante fossero suoi avversari questo lo fa riflettere: non si prende posizione in modo superficiale, ci si rende conto che è stata una guerra civile, che è una cosa brutta per tutti, riconosce di fronte al nemico morto, che è un uomo. Arrivato a casa capisce che era giunto il momento anche se tardi, di prendere una decisione e mantenerla, si chiude con una meditazione sulla guerra e sulle vittime, che si possono considerare fuori dalla guerra solo i caduti, poiché la guerra continua ad essere viva in ciascuno che la visse in prima persona. Alla fine del romanzo Corrado medita sulla guerra, sulle vittime e solo chi ha vissuto la guerra può sapere cosa significa pace, dobbiamo a chi è caduto ciò che chi è rimasto in vita sta godendo. Personaggi Corrado, protagonista e professore, intimista alter ego di Pavese, negli anni della resistenza, presenta tratti autobiografici Corrado ha 40 anni, insegnate ed intellettuale, cerca rifugio nelle colline del Monferrato e le Langhe, la solitudine è compagna di vita scomodo, ma in altri casi comodo perché permette a lui di nascondersi. Durante tutto l’arco della storia ha un turbamento interiore, e il ritorno a casa alla sera in collina sottolinea la sua ricerca della solitudine. Egli è uno spettatore e non attore della sua vita, atteggiamento da spettatore che lo fa stare però, molto male. Egli è solo, nonostante avesse avuto una donna, Cate, che lo lasciò poiché egli aveva detto lei che stava con lei soltanto per andarci a letto. Rincontra Cate in un’osteria che dava una mano ai partigiani, Corrado però non ha coraggio, è troppo amareggiato e passivo nei confronti della vita per affrontarla in maniera attiva. Dino è il figlio di Cate, a cui Corrado era molto affezionato, i tedeschi lo lasciarono liberi. Cate vive con la nonna all’osteria delle fontane, e col figlio Corradino, detto Dino, che potrebbe essere il figlio di Corrado, ma non è un’informazione accertata, Gregorio è il vecchio oste. Corrado scappa in collina, da Torino, in una casa ospitato dalla mamma di Elvira, che è innamorata inutilmente di lui, egli frequenta spesso l’osteria delle fontane dove si trova appunto Cate. 1 Cate è quindi un amore del passato, il rapporto che costruiscono è segnato dal rimpasto e dall’incompiutezza, emblema di quello che sono state le donne nella vita di Pavese, rapporti contrastato, Cate prova ancora qualche sentimento per Corrado, ma lei non li rivela: come Pavese che è sempre alla ricerca non solo di una donna, ma di un’ideale e una positività che non riesce mai ad affermare. C’è al contempo attrazione e risentimento, Corrado la trova cambiata rispetto alla ragazzina che aveva conosciuto, probabilmente anche tramite la gravidanza portata avanti da sola, è lei adesso l’adulta. Ella è molto coraggiosa. Dino è molto importante anche per Corrado che si medesima in lui, nota una somiglianza tra i suoi modi di fare e inizia ad avere sospetti. Cate cerca di salvarlo, è contenta che condivida i suoi ideali, ma vuole proteggerlo, non segue i progetti che ha per lui la madre e si unisce sebben in giovane età alla lotta partigiana. Elvira è una donna di 40 anni che vive nella casa dove si rifugia Corrado, lo riempie di attenzioni ed è tratta da lui, egli no corrisponde ed è attratto da Cate, invece ella continua dargli tante attenzioni diventando stucchevole, Elvira simpatizza anche per i fascisti, e hanno idee quindi diverse, cerca di sfuggire a lei, sarà lei a salvare Corrado quando in pericolo di vita dovrò nascondersi, facendo emergere una donna calma, coraggiosa, intraprendente e razionale. Le donne rappresentano quindi caratteri positivi. Belbo, nome del cane di Elvira, rappresenta la solitudine dell’uomo che certe volte sta bene con il cane, attraversano ansime i boschi e hanno contatto diretto con la natura, riesce a trovare un po’ di pace con lui. Egle, ragazza benestare te che vive con la famiglia vicina alla casa di Elvira, contro i partigiani, di idee fasciste. Giorgi, fratello di Egle, arruolato nell’esercito fascista, che poi cambia idea unendosi ai partigiani perché gli ideali fascisti che difendeva non esistevano più. Fonso e altri partigiani, figure con grande coraggio, che vogliono cambiare il mondo. Preferisce evitare la partecipazione attiva alla guerra e difficilmente esprime la sua idea politica, non vuole compromettersi fino in fondo, sentendosi comunque in colpa. I luoghi principali dove si svolge la vicenda sono: Torino, la scuola, e la collina, ma anche il collegio di Chieri. Tematica della collina contrapposta alla città, la collina è rappresentata come un modo diverso di vivere, contrapposto al caos della città, la parola collina acquista un valore universale e simbolico, ed evoca un modo di vivere particolare, diverso dalla città industrializzata, la collina è vista da Corrado come un modo di vivere. L’epoca in cui è ambientata è la II Guerra Mondiale, e le città che sono coinvolte e bersagliate. Il romanzo è scritto in prima persona e sottolinea il punto di vista soggettivo dal quale viene osservata la realtà. La religione non offre a Corrado un significato alla sua vita ma una momentanea quiete, una pace temporanea. Negli ultimi capitoli è molto presente la tematica della guerra, e anche della morte, la descrizione più drammatica della morte per assurdo è legata ad un ragazzo fascista. Nel brano finale si tirano le somme della situazione, Corrado trae la morale da questa esperienza, Corrado vedendo questi uomini morti is sente come se gli stessero chiedendo il conto: come se loro fossero morti per lasciare vivere chi come lui non hanno preso una vera e propria posizione: vi è un’apertura verso gli altri, verso chi è morto anche però una pietà per chi resta e continua a vivere la sua guerra. Cesare Pavese, un antifascista che descrive la guerra come un punto di riflessione sulla condizione umana, sulla miseria umana, e sul dolore della morte dei partigiani, così come su quella dei fascisti. Le tematiche - Storia di solitudine, di tormento interiore, dell’impegno individuale di fronte all’impegno civile, - La contraddizione da risolvere tra vita in campagna e vita in città nel caos - Il superamento dell’egoismo attraverso la scoperta che ogni caduto somiglia a chi resta e gliene chiede ragione, che si verifica solo alla fine del romanzo La collina, ovvero la natura è luogo di fiducia e speranza, per questo decise di tornare nelle Langhe a seguito dell’arresto de suoi amici, pensando di trovare pace interiore e tranquillità, ma si trova invece davanti ad una situazione molto diversa dalle sue aspettative, trovando cadaveri di fascisti caduti dopo un’imboscata de partigiani. 2
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