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Cesare Pavese, vita e opere, Sintesi del corso di Italiano

Questo documento riassume l'autore Cesare pavese e in particolare: la vita, il pensiero e la poetica, il racconto la casa in collina e il romanzo la luna e i falò.

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

In vendita dal 15/01/2021

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(23)

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Scarica Cesare Pavese, vita e opere e più Sintesi del corso in PDF di Italiano solo su Docsity! CESARE PAVESE Cesare Pavese è nato nel 1908 a Santo Stefano Belbo, un piccolo paese in provincia di Cuneo, ma trascorre la sua vita interamente a Torino. Ancora bambino perde il padre, la sua morte gli lascia un grande vuoto e lo rende taciturno e introverso. A Torino vive con la madre e con la sorella Maria; frequenta il Liceo e trova in Augusto Monti una guida intellettuale e morale. Ma nei confronti della città nutre sempre una sorta di invincibile diffidenza. Dopo la laurea, Pavese collabora con Giulio Einaudi, che aveva creato a Torino la casa editrice che porta il suo nome. Nel 1936 pubblica "Lavorare stanca”, una raccolta di poesie scritte durante il confino. La fine del conflitto mondiale e la caduta del regime fascista animano nuove speranze in Pavese, che si iscrive con entusiasmo al Partito Comunista. Si dedica alla stesura di romanzi e altri scritti. "La luna e i falò" è considerato il suo capolavoro insieme ad un altro romanzo “La casa in collina". È oramai un autore di successo, ha ricevuto importanti riconoscimenti e la sua fama è consolidata, ma la stanchezza di vivere è sempre più pressante. Si suiciderà a Torino, sul finire dell'estate del 1950 a quarantadue anni. PENSIERO E POETICA Pavese contribuisce non poco allo svecchiamento della cultura italiana. Questo impegno viene da lui per seguito negli anni in cui è direttore editoriale di Einaudi. L'attività editoriale di Pavese si muove lungo alcune direzioni principali: la diffusione in Italia della cultura e della letteratura inglese e soprattutto nordamericana e l’introduzione di studi di etnologia e di antropologia. Questi ultimi due aspetti hanno un profondissimo influsso anche sulla sua produzione narrativa e poetica. Secondo Pavese il ruolo dell'intellettuale non si esaurisce nella militanza di un partito, ma è su poggia sul riconoscimento di una profonda prossimità con gli uomini di ogni condizione. Si tratta di una concezione alta ed eticamente impegnata del ruolo dell'intellettuale che non deve andare verso il popolo ma esserlo. Fondamentale in Pavese è la riflessione sul mito che egli considera l’oggetto della poesia costituendone una sorta di forma razionalizzata. L’esito della poesia era la rappresentazione di un simbolo che può essere una vicenda, un'immagine o un personaggio che rimanda a un significato archetipico è nascosto sotto la superficie della narrazione. Uno dei temi centrali della narrativa pavesiana è il motivo del destino, un ordine prefissato di cui l'uomo può essere o meno consapevoli Ma dalla cui natura non sa nulla salvo il fatto che esso si conclude con la morte. Strettamente connesso a questo è l’altro tema tipicamente pavesiano della maturità che consiste nella accettazione virile del destino a cui non si può sfuggire attraverso l’impegno in prima persona. Molti personaggi di Pavese si sottraggono a questa maturità attraverso la fuga verso spazi di irrazionalità e in consapevolezza. Tra questi spazi si possono considerare l’infanzia e il suo corrispettivo etno-antropologico della vita naturale e del selvaggio. Il realismo mitico si realizza attraverso l’uso di un lessico e di una sintassi selezionatissimi e spesso ricalcati su un parlato regionale. Pavese filtra il vero attraverso consapevoli scelte di lingua e stile. I personaggi non parlano in dialetto come avrebbe nella realtà ma parlano una lingua altra da quella quotidiana. LA CASA IN COLLINA La casa in collina rielabora il materiale di precedenti racconti arricchendolo dell'esperienza della guerra e della resistenza. Il romanzo è una meditazione sulla guerra e sulla necessità di prendere una posizione di fronte a essa. a questi aspetti si intrecciano le riflessioni che l'autore da tempo va conducendo sui temi mitico antropologici del destino, dell’infanzia e della natura. La collina è il luogo di rifugio e di ritorno all'infanzia. La casa è il simbolo dell’aspirazione a valori Borghesi di tranquillità e sicurezza. Corrado entra in contatto con un gruppo di giovani antifascisti che si ritrovano a passare le serate in collina nella casa osteria le fontane. Il protagonista incontra Cate e scopri che ha avuto un bambino che porta il suo nome. il dubbio che possa essere suo figlio inquieta il protagonista che si affeziona il ragazzo. Alle vicende private si intrecciano gli avvenimenti della guerra e Corrado si lascia coinvolgere solo marginalmente. I tedeschi scoprono un deposito di armi partigiane sulla collina, Cate e gli altri sono portati via mentre Corrado e Dino si nascondono in un collegio. Il ragazzo fugge e raggiunge i partigiani. Corrado abbandona Il nascondiglio per cambiare tana e rifugiarsi presso la casa nelle Langhe.
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