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Chabod - Storia dell'idea di Europa 5E, Appunti di Storia Moderna

storia moderna

Tipologia: Appunti

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Scarica Chabod - Storia dell'idea di Europa 5E e più Appunti in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! Storia dell’idea di Europa Chabod affronta il tema dell’idea di Europa più volte in passato. La prima volta alla Facoltà di Lettere dell’Università di Milano, dove parla dell’idea di Europa e di Nazione (1943-44). La seconda volta alla Facoltà di Lettere dell’Università di Roma, dove parla solo dell’idea di Europa (1947-48). È un tema all’autore particolarmente caro, e tratta di come e quando i nostri avi abbiano acquistato coscienza di essere europei. Lo storico cerca di ricostruire i fatti, i pensieri, i sentimenti di età trascorse con un’indagine accuratissima, ricreando in noi il loro modo di sentire, di pensare, di agire. L’ “amore della verità” non deve mai mancare allo storico, anche quando si tratta di riconoscere cose non piacevoli, errori o colpe, lo storico degno di questo nome lo riconosce. Contro lo spirito della Rivoluzione francese, il conservatore Burke (700-800) aveva esaltato lo spirito dell’antica cavalleria. Due principi avevano dato vita alle tradizioni e agli alti valori del mondo europeo: lo spirito proprio dei gentiluomini e lo spirito proprio della religione. Burke aveva chiara coscienza di quel che voleva dire Europa ed europeo, anche se la sua fosse quasi angoscia di veder tramontare e l’uno e l’altra. Quando noi diciamo Europa, oggi, intendiamo alludere non soltanto ad una certa estensione di terre, ma una certa forma di civiltà, un modo di essere che contraddistingue l’Europeo dall’uomo di altri continenti. Quel che importa è la forma mentis, che è sì, in parte il risultato dell’acclimatamento in un determinato ambiente geografico, ma è soprattutto opera della storia, cioè della volontà degli uomini, l’eredità dei padri. Cap. 1 Coscienza europea significa differenziazione dell’Europa da altre entità; nel caso nostro, da altri continenti o gruppi di nazioni: il concetto di Europa deve formarsi per contrapposizione, in quanto c’è qualcosa che non è Europa. La prima contrapposizione tra l’Europa e qualcosa che non è Europa (precisamente l’Asia, destinata a rimaner sempre il termine di confronto) è opera del pensiero greco. Tra le guerre persiane e l’età di Alessandro Magno si forma il senso di un’Europa opposta all’Asia, per costumi e organizzazione politica; un’Europa che rappresenta lo spirito di libertà, contro il dispotismo asiatico. Quest’Europa è ancora assai limitata, e si identifica spesso con la sola Grecia e al massimo con i popoli in rapporti costanti col mondo greco (Italia, coste della Gallia e della Spagna). Vi è una regione che fa parte dell’Europa fisica ma è diversissima nei costumi e nel modo di vivere: è la Scizia, composta da popolazioni nomadi che non conoscono quello che caratterizza i Greci. Aristotele distingue non solo Europa da Asia, ma anche Grecia da Europa, che s’identifica quindi con la Scizia e con i paesi nordici. • popoli dei paesi freddi e in Europa: pieni d’animo, ma difettosi di intelligenza e capacità artistica • popoli asiatici: intelligenti ma privi d’animo, perciò vivono in sudditanza e schiavitù • popoli ellenici: coraggiosi e intelligenti, grazie alla loro posizione geografica Differenze fra Europa e Asia: • libertà politica: che significa partecipazione di tutti alla vita pubblica, ed è presente in Europa, contrapposta alla tirannide asiatica • differenza di costumi • politica: gli Europei sono autonomi, hanno delle leggi e sono padroni di sé; gli Asiatici sono inferiori in quanto sotto il dominio di un re o despota. Europa=libertà, Asia=servitù. Fra V e VI secolo a.C. sorge una coscienza europea (o occidentale) contro una asiatica (o orientale). Isocrate contrappone l’Europa all’Asia. Nella sua opera Elena la contrapposizione riguarda il passato: la guerra di Troia è vista come lotta fra Europa e Asia. Nel Panegirico vi è la rivendicazione del diritto dell’Europa a partecipare alle ricchezze dell’Asia. In seguito Isocrate invita il re di Macedonia a distruggere l’ingiusta superiorità economica dell’Asia sull’Europa, dei barbari sui Greci, ed è quello che farà poi Alessandro Magno. Nella cristianità medievale la contrapposizione fra cristiano e pagano si affiancava a quella fra Romano e barbaro. Alcuni autori sostengono che “non cristiano” corrisponda effettivamente a “barbaro”; altri continuano ad attribuire alla parola “barbaro” l’antico valore di “non Romano”. Tutto il pensiero politico medievale poggia sull’idea di “cristianità”. L’ecclesia è unica, abbraccia tutto, spirito e corpo, religione e politica. Il termine “Europa” appare più di una volta in Dante. Quale sia l’esatta estensione geografia però non è chiaro. Le regioni nordiche sembrerebbero pure comprese nel continente, mentre sono del tutto incerti i limiti verso est (Russia). Gli accenni agli Sciti sono scarsi, ma ad un certo punto sembra che essi siano esclusi dall’ Europa e compresi nell’Asia. Quindi per Dante l’Europa è assai più limitata di quello che noi siamo soliti raffigurarci. Il contrasto fra Oriente ed Occidente viene sempre più nettamente sentito nel secolo X, quando traspare una differenza nell’Occidente stesso, fra Germani e Romani. Niceforo (Romano) inveisce contro Liutprando (Germano) in quanto lo accusa di non essere Romano, e Liutprando risponde dicendo di avere sdegno per i Romani, tanto da definire così i suoi nemici in tono spregiativo. Liutprando (occidentale) definisce gli orientali furbi, infidi, traditori e menzonieri, gli occidentali leali ed onesti. Niceforo (orientale) definisce gli occidentali effeminati, inadatti alla guerra, e gli orientali eroi e avvezzi alla vittoria. A queste differenze se ne aggiungono altre che riguardano i costumi e la vita quotidiana. Occidentali: si dividono in Franchi o Latini Orientali: si dividono in Greci o Bizantini Nei secoli XII-XIII gli occidentali descrivono i greci (orientali) perfidi, furbi, traditori; e definiscono loro stessi cavalieri coraggiosi, leali e fedeli. I greci (orientali) invece descrivono gli occidentali avidi di dominio, privi di scrupoli e ottusi. Dopo la conquista turca dei Balcani e di Costantinopoli la coscienza occidentale si era scossa dinnanzi al pericolo e aveva risentito come un senso di fraternità, di affinità morale e viaggio per l’Europa, informa i suoi amici di laggiù dei costumi, istituzioni ecc. dell’Europa. Ha così modo di criticare apertamente tutto ciò che gli appare difettoso. Il lettore inizia così a capire che fuori dall’Europa vi erano esseri non inferiori a lui, eppure di vita profondamente diversa dalla sua: dovette perciò sostituire alla nozione di superiorità quella di diversità. Anche Montesquieu segue la scia della letteratura dei viaggi immaginari. Nella sue Lettere persiane ricorre alla Persia, che naturalmente non ha mai conosciuto di persona, per cui deve ricorrere alle relazioni dei viaggiatori. Egli immagina che un Persiano, Usbek, faccia un viaggio in Occidente con un amico. Le notizie che interessano maggiormente il lettore sono quelle sull’Europa, la Francia in particolare, in quanto Parigi è il luogo di soggiorno dei due amici. Europa= molti Stati, ciascuno di potere limitato e spesso a forma repubblicana Asia= pochi Stati, potere illimitato del sovrano sui sudditi e niente repubbliche. Molti Stati europei hanno governi monarchici, ma vi sono anche molte repubbliche. L’Asia non ha nemmeno idea di questa forma di governo. Le repubbliche nacquero in Grecia e determinarono il fiorire della civiltà greca. In Europa il governo è dolce e le pene miti. In Asia il governo è dispotico e le pene terribili ed esagerate (otto giorni di prigione colpiscono lo spirito di un europeo quanto la perdita di un braccio intimidisce un Asiatico). Il diritto pubblico è più conosciuto in Europa che in Asia, ma è corrotto. La distinzione è quindi a favore dell’Europa, dove prevalgono libertà e giustizia, ma il modo in cui i governanti europei cercano di applicare la ragion di Stato è causa di gravi mali in Europa. Anche per quanto riguarda i costumi Asia e Europa sono alquanto diverse. Quando Usbek sbarca a Livorno, prima città europea del suo viaggio, è impressionato dalla libertà di cui godono le donne. Al brio degli Europei si oppone l’isolamento in cui vivono gli Orientali. La febbre del lavoro, l’attività incessante sono contrapposte alla placidità e all’inerzia dell’Oriente. I progressi delle arti e delle scienze sono considerate un male da un amico di Usbek, che le considera dannose per il cattivo uso che se ne fa (armi da fuoco, chimica, bussola), ma Usbek difende invece le arti e le scienze, senza le quali piomberemmo nuovamente nella barbarie, in uno stato infelice. Se l’Europa, che culturalmente vale più degli altri, ha una pecca, questa è dovuta al clero, al fanatismo religioso, che impaccia la scienza. La Chiesa cattolica viene vista come seminatrice di discordie. È meglio se in uno Stato ci sono parecchie religioni. Dalle Lettere persiane passiamo all’opera più importante di Montesquieu, l’Esprit de lois, uscita 27 anni dopo. Qui l’Europa acquista ancor maggior rilievo e profondità. L’Esprit de lois cerca la spiegazione storica del presente e come si siano formate le istituzioni politiche che contraddistinguono l’Europa presente. La nuova civiltà si fonda sulle istituzioni dei nuovi venuti, i Germani, le quali sono basate sulla libertà. Viene elogiato il governo gotico, medievale, le istituzioni medievali e anche molti costumi dei Germani antichi. Montesquieu parla di libertà generale, comune a tutti i popoli germanici. Nelle Lettere Persiane il cristianesimo ed il cattolicesimo erano stati violentamente aggrediti. In piena maturità l’anticlericalismo di Montesquieu è molto più pacato, ed il cristianesimo appare la religione che meglio si accorda con il governo temperato. Nell’Esprit de lois vi è un ampliamento di vedute, che produce un inno all’Europa e alla civiltà europea. Voltaire al contrario di Montesquieu, vede nel Medievo decadenza e crede che la libertà dei Germani sia la barbarie dominante il mondo. Dice che gli Indiani hanno un orrore per l’omicidio e per la violenza, e sono i più miti fra gli uomini. Ammira la Cina, potentissimo e antichissimo impero. I solidi fondamenti morali di questo Paese sono giustizia, moralità, riverenza verso il cielo e verso il capo della famiglia. I Cinesi furono iniziatori in quasi tutti i rami del sapere umano: essi erano già civili quando noi eravamo selvaggi; ma poi si fermarono lì, e non riuscirono a progredire oltre. La superiorità religiosa e morale dei popoli d’Oriente appare anche in Voltaire. L’avversione al malo uso della politica in Europa, alla ragion di Stato invece è ancora più forte che in Montesquieu. Noi esistiamo da meno tempo rispetto agli altri popoli, ma li abbiamo sorpassati in tutti i campi, abbiamo sviluppato, perfezionato, e ora siamo i primi. Cap. 5 Nella seconda metà del secolo XVIII si afferma l’idea di nazione: fortissimo atteggiamento polemico contro l’europeismo. Rousseau crede che le nazioni siano diverse l’una dall’altra, e ciò soffoca la personalità di ognuno, ed è per questo avverso all’europeismo propugnato da Montesquieu e Voltaire. Egli intende salvare l’originalità del singolo. È contro la ragione e per la coscienza, l’immaginazione, la passione, l’entusiasmo, pertanto è contro l’uniformità. Nel divampare della passione nazionale, equivalente anche al senso di libertà, il senso dell’unità europea, cioè di una comunanza di cultura, modi di vita, principi non si annulla. Novalis è ostilissimo all’europeismo degli illuministi. Il suo animo si volge verso gli splendidi tempi in cui l’Europa era una terra cristiana e vi era un solo capo supremo che dirigeva e unificava le grandi forze politiche: chiunque poteva cercare in lui conforto e aiuto, era il padre della cristianità. La Riforma protestante determina la fine della cristianità e l’inizio dell’Europa dei filosofi. La fine del ‘700 e l’inizio dell’800 vedono insorgere la nazione contro l’Europa. L’europeismo di Metternich significa ripudio del principio di nazionalità. Egli rifiuta di accettare la nazione, la patria, così come rifiuta di accettare l’idea di libertà. La società moderna ci mostra l’applicazione del principio di solidarietà e di equilibrio fra gli Stati. Cap. 6 Guizot vuole fare la storia della civiltà europea, ma questa civiltà non può essere cercata e la sua storia non si riassume nella storia di uno solo degli Stati europei: bisogna cercare gli elementi della sua storia in Francia, Inghilterra, Germania, Spagna. La civiltà europea può esistere in quanto sono esistite ed esistono molte civiltà nazionali, ciascuna delle quali dà qualcosa che le altre non possono dare: il connubio tra particolare e generale, tra nazione ed Europa è dunque facilmente concluso. Guizot dà particolare risalto alla libertà politica, quale caratteristica dell’Europa. Paragona la civiltà dell’Europa moderna con le civiltà che l’hanno preceduta, sia in Asia, sia altrove, e resta colpito dall’uniformità che regna in queste altre civiltà. In Egitto e in India, per esempio, la società era interamente dominata dal principio teocratico. La tirannia è tipica di tutte le civiltà antiche. Nella civiltà europea moderna invece coesistono tutte le forme, i poteri spirituale e temporale, gli elementi teocratico, monarchico, aristocratico, tutte le classi, tutte le situazioni sociali. E queste forze diverse sono fra loro in uno stato di lotta continua. L’Europa moderna è la madre della libertà: che significa impossibilità per una sola forza di soffocare le altre. La libertà è stata così il risultato della varietà degli elementi della civiltà europea. Con Guizot il principio della tirannide abbraccia non solo tutte le civiltà extraeuropee, ma tutto il mondo antico, Grecia e Roma comprese. Il Medioevo diventa l’inizio della civiltà europea di cui tesse l’elogio. Tutte le nazioni contribuiscono alla creazione della civiltà europea, ma fra tutte le nazioni c’è qualcuna che ha dato più delle altre e che riassume meglio il carattere generale europeo. Francesi e Tedeschi rivendicano a sé il maggior merito dell’incivilimento del mondo. Per Guizot il primato è chiaramente a favore della Francia, che in diversi periodi è stata superata, nelle arti dall’Italia, dal punto di vista delle istituzioni politiche, dall’Inghilterra, ma il suo primato resta indiscusso. Per Guizot la civiltà consiste in due motivi: • sviluppo della condizione sociale e intellettuale • natura interiore, personale dell’uomo, perfezionamento della società e dell’umanità Perché la civiltà sia piena occorre che questi due fatti si verifichino simultaneamente. La civiltà inglese ha avuto un gran sviluppo sociale. Il suo trionfo è la vita politica e sociale, di cui Guizot fa un elogio. Gli Italiani hanno brillato nelle scienze, nelle arti, nella filosofia, ma all’Italia manca la fede nella verità. La Spagna è stata una società immobile. I grandi fatti sono isolati, senza continuità. La Spagna poco ha ricevuto e poco ha dato all’Europa. Inghilterra, Germania, Italia, Spagna, nessuna di queste nazioni offre un’immagine completa, come la Francia. L’Historie riassume le varie fasi dello sviluppo dell’idea di Europa fra ‘600 e ‘800. Nella prima Historie Guizot ci dice che carattere distintivo del genio francese è la socievolezza, cioè la capacità di suscitare larghi consensi, di modificare le idee. Nella seconda Historie Guizot ci dice che le idee francesi sono più vere, e diventano per questo più accessibili. La storia della civiltà europea può riassumersi per Guizot in tre periodi: 1) periodo delle origini, della formazione (V sec./ XII sec.) 2) periodo di tentativi (sino al XVI sec.) 3) periodo dello sviluppo, quando la società umana assume in Europa una forma definitiva (comincia nel XVI sec. e continua ancora oggi). Guizot riprende la distinzione fra immobilità dell’Asia e movimento incessante dell’Europa. In Oriente l’immobilità della società è dovuta al fatto che una classe ha trionfato, schiacciando le altre, mentre in Europa nessuna classe ha mai potuto soggiogare completamente le classi rivali. Guizot congiunge libertà politica e libertà religiosa. Appendice L’idea di Europa è di tipica elaborazione 700esca. La variazione fondamentale attuatasi nel concetto di Europa, ad opera del Romanticismo, fu la fine dell’atteggiamento polemico nei confronti della religione e della chiesa cattolica. Il Romanticismo significa rivalutazione,
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