Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Chadwick - The hybrid media system, Tesine universitarie di Diritto

Chadwick - The hybrid media system

Tipologia: Tesine universitarie

2018/2019

Caricato il 29/04/2019

edoardo_peracchio
edoardo_peracchio 🇮🇹

4

(2)

4 documenti

1 / 7

Toggle sidebar

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Chadwick - The hybrid media system e più Tesine universitarie in PDF di Diritto solo su Docsity! 1 THE HYBRID MEDIA SYSTEM, POLITICS AND POWER Andrew Chadwick 2013 Introduzione La rapida diffusione di nuove tecnologie per la comunicazione genera il sempre crescente bisogno di ripensare le complesse e sfaccettate forze che stanno dando nuova forma alla comunicazione politica nella democrazie occidentali. Per studiare questo fenomeno è necessario - mettere in discussione le caratteristiche sistemiche della comunicazione politica adottando una prospettiva saldamente radicata nell’osservazione empirica delle forze in gioco - adottare un approccio olistico che porti ad abbandonare la dicotomia vecchi/nuovi media: piuttosto, è necessario capire quali siano le differenze significative tra older e newer media e dove queste differenze potrebbero dissolversi. Nell’interpenetrazione di media e politica, infatti, le diverse logiche e pratiche di older e newer media si adattano ed integrano tra loro. Tali adattamento ed integrazione danno vita ad un sistema dei media ibrido, cioè costruito sulle interazioni tra logiche* di older e newer media nei campi connessi di media e politica. Questa conformazione guida l’attenzione di chi studia il fenomeno verso dinamiche di flusso e spazi interstiziali e liminali. *logica = tecnologia, genere, norma, comportamento e forma organizzativa Capitolo 1: Ontologia dell’ibridità Origini dell’ibridità e ibridità nelle scienze sociali L’utilizzo del concetto di ibridità si sta diffondendo in diversi campi delle scienze sociali (scienze politiche: “hybrid regimes” = disordinato mescolamento di democrazia ed autoritarismo; studi sull’organizzazione; cultural studies, in particolare per ciò che riguarda produzione, trasmissione e ricezione di testi mediati ma anche, di recente, per ciò che concerne le tecnologie digitali di comunicazione transnazionale). Gli elementi in grado di innescare processi di ibridazione nell’ambito della comunicazione sono: a. newer media (internet e digital media): ibridano ed integrano una vasta gamma di generi vecchi per crearne di nuovi. Inoltre, incoraggiano utenti e pubblico a portare avanti interazioni sovversive (C. Spinuzzi, 2003) basate sulla introduzione di generi e routine familiari in un ambiente informativo nuovo e sconosciuto (i giornalisti, ad esempio, utilizzano quotidianamente i generi propri dei social media ibridandoli con pratiche professionali preesistenti e routinizzate) b. older media: sono stati in grado di reinventarsi. La televisione è ormai una prolifica macchina ibridatrice di generi (soprattutto a partire dall’emersione di reality formats negli anni Novanta) ed il suo stile è ormai intrecciato a quello digitale (v. visione dual screen). La sociologia della scienza e della tecnologia offre quella che probabilmente rappresenta la comprensione più radicale del concetto di ibridità: la actor-network theory (spesso attribuita al filosofo Bruno Latour). Secondo questa teoria, la modernità è basata su un’ontologia apparentemente naturale, ma in realtà artificiale, che distingue due domini: quello natura/umano e quello società/non umano. Il mondo, però, in realtà si basa su reticoli ibridi costituiti da oggetti e soggetti umani e non umani. In questa prospettiva, gli attanti non umani acquisiscono ruolo di agente che non emerge da una loro intrinseca capacità di agire autonomamente ma dalle interazioni di interdipendenza che li legano con altre risorse, sia umane che tecnologiche, in un sistema sociotecnico. Questi reticoli ibridi, dunque, vanno analizzati olisticamente per cogliere e comprendere le interdipendenze che connettono tecnologie ed attanti sociali. 2 Questa teoria è fortemente dipendente dal concetto di ibridità perché eludendo lo schema di pensiero aut- aut e creando un generalizzato principio di simmetria tra persone e cose, rende possibile l’identificazione di sistemi sociotecnici il cui funzionamento dipende dall’azione combinata di agenti sociali e tecnologici (secondo Latour, ‘sociale’ e ‘tecnologico’ sono mere etichette senza significato). Altro concetto utili per comprendere la natura dell’ibridità comunicativa è quello di assemblaggio, che permette di cogliere gli eterogenei aspetti sociali e tecnologici dell’azione collettiva nel news making e nel political campaigning. La sfida analitica dell’ibridità Gli oggetti ibridi potrebbero essere considerati come una versione ‘diluita’ dei loro antecedenti, ma un approccio più suggestivo è quello della ibridità in particelle (particulate hybridity) secondo cui le caratteristiche degli antecedenti sono continuamente selezionate e ricombinate in nuovi modi così da dar vita ad oggetti ibridi ma nuovi (v. MoveOne: movimento politico americano che selettivamente combina insieme i repertori della mobilitazione afferenti a partiti politici, gruppi di interesse e movimenti sociali). Questa idea di ibridità presenta delle somiglianze con ciò che il teorico dei cultural studies E. Said definisce contrapuntual: questo concetto, che affonda le radici nella cultura musicale, non si riferisce ad una rigorosa armonia ma all’intrecciarsi di linee melodiche distinte che possono occasionalmente sovrapporsi dando vita ad un’armonia sostanziale ma temporanea. L’ibridazione, dunque, è un processo di simultanee integrazione e frammentazione nell’ambito del quale elementi contraddittori possono combinarsi insieme e costruire un nuovo intero. Tuttavia, il significato di questi elementi non si riduce né risolve in quell’intero. Questo processo, che si configura come una lotta ed una competizione per la preminenza, ha luogo in periodi di insolite transizione, contingenza e negoziabilità. Non appena queste pratiche ibride cominciano a fermarsi, ciò che una volta era considerato insolito e transitorio inizia ad esser guardato come parte di un nuovo stato delle cose, che, però, non diventa mai inamovibile. Potere e sistema Ogni comprensione del concetto di potere implica la disamina delle relazioni tra attori sociale e tra attori sociali e tecnologie, in quanto esse rendono possibile il ruolo di agente nei reticoli ibridi e nel sistema sociotecnico identificato dalla actor-network theory. I sistemi - possono essere caratterizzati da flessibilità, adattabilità ed evoluzione dettata dalla somma delle interazioni sociali - possono essere caratterizzati da gradi variabili di complessità, non-linearità e confusione in grado di portarli ad attraversare caotici periodi di transizione - sono basati su competizione per le risorse e desiderio di preminenza - sono basati sull’interdipendenza tra i loro attori principali. a questo aspetto dei sistemi si lega la teoria di D. S. Grewal sul network power: il potere potrebbe considerarsi come basato su relazioni di socievolezza, che consistono nell’accumulo di decisioni decentralizzate ed individuali che, prese nel loro insieme, generano circostanze che influenzano l’intero gruppo. Queste relazioni di socievolezza si fanno sempre più frequenti nei network. Inoltre, se si assume che il valore di un network è direttamente proporzionale alla sua ampiezza, si desume che gli attori sociali vorranno appartenere ai network più grandi. Il potere, dunque, nel sistema dei media va interpretato come l’uso di risorse di diverso tipo che permettono ad individui e collettività di perseguire i propri valori ed interessi. 5 1) i siti d’informazione online sono più propensi delle notiziari ad assumersi i rischi connessi al rendere pubblica una notizia senza un’adeguata verifica 2) la natura orizzontale della comunicazione sui social media fa sì che sia più probabile che una notizia si diffonda attraverso i network interpersonali prima che sia rilasciata da fonti informative ufficiali Tuttavia, la maggiore rete televisiva inglese, la BBC e molti giornalisti che operano sulla carta stampata, sono stati in grado di adeguarsi al nuovo contesto rilasciando spesso le proprie storie sulla rete prima che in tv o sui giornali. Per ciò che concerne nello specifico i giornali, la situazione è più complessa perché essi si trovano ad affrontare il declino della circolazione delle edizioni cartacee, la crescita del numero di soggetti che usa informarsi online, la competizione di giornali gratuiti e di blog, l’abbassamento delle entrate pubblicitarie e la recessione economica degli anni Duemila. Alla comparsa di internet, negli anni Novanta, i giornali hanno semplicemente ignorato nella speranza che si risolvesse da sé. Successivamente, si è passati a pubblicare online i contenuti della versione stampata servendosi prima del modello della sottoscrizione, funzionale a migliorare le entrate pubblicitarie, e successivamente quello del pay-per-view (oggi appare chiaro che questo modello può essere praticato online solo se ci si riferisce ad un pubblico di nicchia). Nonostante la pubblicità su internet costi meno e nonostante essa si trovi sotto il controllo di una compagnia esterna con un quasi-monopolio sul suo mercato (Google), sembra possa a breve iniziare a pagare, considerando che tra il 2007 ed il 2009 il numero di persone che affermano di informarsi su internet è passato dal 30 al 58 %. I giornali, inoltre, hanno risposto alla minaccia di blog e social media appropriandosi dei generi propri di internet (d’altro canto, sono numerosi i bloggers che hanno intrapreso un processo di professionalizzazione in senso giornalistico che li ha portati ad esse cooptati in vere e proprie redazioni o a prendere parte ad organizzazione semiprofessionali come l’Huffington Post) [il taglio dei costi connesso alla diffusione di giornali online, con parallelo decremento del numero di copie cartacee vendute, ha minato la professionalità del giornalismo professionale]. Inoltre, come si è potuto notare in occasione dello scandalo scatenato dalle spese dei parlamentari nel 2009, il sistema mediale ibrido che è venuto a formarsi accelera ed amplia la distribuzione dell’informazione. Questo episodio ha mostrato anche come internet possa funzionare, oltre che come canale per comunicazione ed informazione, per l’organizzazione e la realizzazione di networked news making (v. crowdsourcing attivato da The Guardian). Dunque, i vecchi media d’informazione continuano a giocare un ruolo fondamentale nel nuovo panorama come testimoniato dalle relazioni che essi intrattengono con le stanze della politica (inaccessibili ai bloggers), dal fatto che i politici facciano ancora coincidere la propria agenda con le esigenze dei media broadcast e delle redazioni dei giornali essendo essi ancora la strada maestra verso il grande pubblico. Non in ultimo, i vecchi media d’informazione sono nella maggior parte dei casi in possesso di risorse più ampie di quelle su cui possono contare i newer media e che permettono loro di dare vita ad iniziative in grado di combinare autorità editoriale e partecipazione popolare. Stati Uniti Gli americani continuano a consumare molta televisione, ma la loro attenzione si va progressivamente spostando da pochi canali generalisti ad una vasta gamma di canali specializzati. Il modo di fare informazione in televisione è cambiato per via della competizione con fonti informative diverse e per via del taglio dei costi: questo ha portato alla diminuzione della presenza in tv di giornalismo di buona qualità a favore della sempre più massiccia presenza di talk show condotti da personaggi celebri che tendono a far sfumare il confine tra informazione ed intrattenimento. 6 Il consumo televisivo è ancora dominante nella dieta mediatica degli americani ma è sempre più diffuso il consumo in streaming: questo ha determinato effetti negativi sulle sottoscrizioni per la televisione via cavo ma ha anche avuto una sua influenza sulle campagne presidenziali (i video online spesso sono legati a ciò che passa in televisione). In fase di campagna elettorale, si dimostra più alto il tasso persone che affermano di informarsi su internet che quello di persone che si informano sulla carta stampata. Per questo, nel 2008, tutti i maggiori giornali americani hanno introdotto una varietà di modelli di distribuzione online (siti web, social networks etc.). [Televisione in streaming + giornali che distribuiscono su internet i loro contenuti = i media tradizionali si sono adattati al nuovo contesto] Questo rende difficile stabilire il reale impatto del calo dell’audience rispetto a televisione e giornali. M. Messner e DiStaso (2008) sostengono che si sia determinata una intermedia agenda setting: i bloggers riprendono i contenuti dei giornali ed i giornalisti riprendono i contenuti dei blog. Inoltre, va notato come, nonostante il blogging sia ancora molto popolare, molti dei contenuti un tempo prodotti per i blog ora circolino sui social network ed in particolare su Facebook. Alcuni blog hanno subito un processo di professionalizzazione (v. Huffington Post: ibrido tra blog di gruppo ed organizzazione professionale). Nel panorama politico americano, inoltre, proliferano i repertori di azione collettiva legati ai network digitali (v. protesta e sit in in Wisconsin tra il 2011 ed il 2012). Medialità ibrida Sono disponibili sempre più risorse e si registra una sempre maggiore facilità nel manipolarle. Questo si nota, ad esempio, dal fatto che la resa broadcast di tutti gli eventi live si appoggia molto a pratiche che cercano deliberatamente di costruire un senso di tempo reale. Queste tecniche sono rappresentative della immediacy della televisione e del suo potere di integrare e rappresentare eventi live dispersi. Queste caratteristiche vengono potenziate per via dei nuovi media digitali. Inoltre, il cittadino è sempre più produttore di contenuti: l’interattività della televisione ha subito un’evoluzione caratterizzata come la risposte all’avvento ed alla diffusione di internet. Gli ideatori stessi dei programmi cercano di creare contenuti che possano diffondersi attraverso media diversi ed anche quando questa intenzione di base manca, sono presenti sul web contenuti amatoriali connessi con ciò che accede in televisione. H. Jenkins parla di transmedia storytelling mentre N. Anstead e B. O’Loughlin parlano di transmedialità per indicare la creazione di dinamiche centripete che spingono individui diversi verso un unico evento politico mainstream. Questo, per altro, fa sì che la dinamica non sia più propriamente quella visione in tempo reale ma quella della partecipazione simultanea all’evento. La transmedialità, per altro, si struttura ora anche come qualcosa che non ha nulla a che fare con i media professionali. Si può parlare di convergenza per descrivere questo processo (il termine diventa popolare negli anni Settanta e descrive l’integrazione di computer, broadcasting e sistema delle telecomunicazioni nel diffondere immagini, suono e testi)? Il problema di questa definizione di convergenza è che sembra presupporre l’esistenza di una piattaforma unica di resa e diffusione dei contenuti verso cui tutti i media inevitabilmente tendono. La realtà, invece, si è mostrata diversa: spesso è accaduto che la convergenza fosse solo parziale e riguardasse singoli settori dei media. Altro problema della convergence culture sono il fatto che tratti come equivalenti l’attivismo online e quello grassroots ed il fatto che intenda l’attivismo online sempre come basato su una cultura partecipativa che si contrappone alla cultura dei media, centralizzata , broadcast e top-down. Conclusioni 7 I media ed il sistema dei media sono in continuo divenire e le loro relazioni di potere tendono a mutare nel tempo. Si tratta di un processo caratterizzato da flusso, competizione e potere nell’ambito del quale le pratiche dei media si mescolano e competono. Il sistema dei media è ora ibrido e contraddittorio, una miscela di media vecchi, nuovi e rinnovati. Comunemente, ci si riferisce ancora agli older media con il termine mainstream, ma la vera natura del mainstream è ormai mutata: mentre gli older media riadattano e rinnovano i loro canali e le loro pratiche, i newer media conquistano sempre maggiore popolarità e diventano parte di un nuovo mainstream. Capitolo 4: The Political Information Cycle La natura ibrida della produzione delle news sulla politica è riscontrabile nel political information cycle, che sta diventando la norma rispetto alla mediazione di importanti eventi politici. In origine, il news cycle consisteva semplicemente nel periodo di un giorno che trascorreva tra le ultime e le nuove questioni cui veniva attribuita una certa rilevanza sui giornali. Con internet è venuto a crearsi il cosiddetto 24-hour-news-cycle: le nuove tecnologie hanno portato alla compressione del tempo delle notizie (in termini di produzione e diffusione). Il political information cycle è un complesso assemblaggio (che è insieme un evento ed un processo) in cui le logiche dei newer e degli older media si ibridano dando vita a relazioni di potere tra diversi attori (spesso numerosi ed impegnati in numerose interazioni) ed influenzando le news al livello del significato. Questo ciclo non consiste semplicemente in una accelerazione o in una riduzione del tempo delle notizie ma si basa su una complessa struttura temporale fatta di scambi in tempo reale (tra attori di diversa natura e dai diversi ruoli, professionisti dell’informazione e della politica e cittadini comuni [ = caratteristica importante della odierna comunicazione politica]) che seguono un certo evento politico. Inoltre, l’esistenza di una vasto archivio online fa sì che le storie possano restare dormienti per molto tempo. Come è possibili notare a fronte del Bullygate e del primo dibattito tra primi ministri mandato in onda in diretta in televisione in Gran Bretagna: - i mezzi di comunicazione broadcast, stampa e media digitali intrattengono relazioni di competizione e conflitto ma anche di interdipendenza; queste relazioni sono diventante reali forze che agiscono sulla mediazione della vita politica; - il processo di news making risente dell’influenza di attori molto diversi tra loro: professionisti afferenti alle élite giornalistiche e politiche, semi-professionisti quali i blogger e cittadini interessati ed attivi nella vita politica; - televisione e giornali traggono molti dei loro contenuti da ciò che accade online Il tutto, sotto alcuni punti di vista, amplifica aspetti problematici della copertura broadcast come la costruzione di notizie sulla base di sondaggi che sarebbero espressione dell’opinione pubblica che trova un implemento nella sentiment analysis condotta sulla base di ciò che viene pubblicato sui social network. Inoltre, emerge che i frame interpretativi di una cerca notizia sono fortemente condizionati da come la copertura in tempo reale è gestita nella fase subito successiva all’evento in questione. Ancora, l’idea di un 24-hour-news-cycle suggerisce la necessità di attenzione continua e la capacità di agire tempestivamente.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved