Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Charlotte Bronte e Jane Eyre, Appunti di Letteratura Inglese

Lavita di Charlotte Bronte e del suo romanzo Jane Eyre, che ha creato scandalo ma anche successo. Si parla anche della situazione delle donne scrittrici nell'800 e delle critiche che ricevevano. Viene inoltre descritto il ruolo della donna nella società dell'epoca e l'importanza dell'accomplishment. Infine, si fa riferimento alla biografia scritta da Gaskell che ha riabilitato l'immagine di Charlotte Bronte.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 12/11/2023

claudia-savino-3
claudia-savino-3 🇮🇹

5 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Charlotte Bronte e Jane Eyre e più Appunti in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! Charlotte Bronte e “Jane Eyre” Charlotte Bronte nasce nel 1816 nello Yorkshire (teatro del libro della sorella Emily), terza di 6 fratelli e sorelle. Isolati in una canonica lasciavano correre la fantasia scrivendo per farsi compagnia. Con la morte della madre, il padre si occupò della famiglia accettando il posto di curato a Haworth e nel ‘24 le 4 figlie maggiori vennero iscritte alla Clergy Daughter’s School (istruzione molto bassa essendo di chiesa e riguardando le donne); questo diventerà il pensionato di Lowood in Jane Eyre (collegamento tra la morte dell’amica di Jane e quella delle due sorelle maggiori di Charlotte nell’istituto). Si tratta di un romanzo dove sono presenti molti tratti che richiamano alla vita di Charlotte, ed è importante dire che qui vale il patto narrativo, ovvero si tratta di un’opera di finzione (ispirata alla sua vita ma con nomi cambiano). Charlotte ha interesse per la letteratura (cosa che non sorprende dato il tempo passato in un ambiente circoscritto) e vuole tentare così la vita da scrittrice; allora scrive al poeta laureato della seconda generazione romantica, Robert Southey, chiedendogli se potesse fare la scrittrice. Questo gli risponde che sicuramente possiede il dono della scrittura e della creatività, ma non si tratta di un mestiere da donna; si dedica così all’insegnamento e diventa istitutrice in due case (unico lavoro onorevole ed accettato [che prevedeva istruzione e vista come raccordo tra due classi sociali] che una donna può fare per guadagnarsi da vivere, per non ricadere nella categoria delle donne perdute). Ma il suo sogno è aprire una scuola propria e così va a Bruxelles con Emily per migliorare la sua formazione (esperienza ritorna nei romanzi “The professor” del 1857 e “Villette” del 1853). Non riesce nel suo intento e quindi si ripiega nel domestico occupandosi del padre e dei doveri della casa. Nel ‘46 le 3 sorelle pubblicano un volume di poesie con gli pseudonimi Currer, Ellis e Acton Bell (molti furono i casi, come Eliot o Mary Shelley che pubblicò con l’anonimato, perché raramente la firma di una donna avrebbe aiutato la sua opera); che vende poco ma ha buone recensioni. Anche i loro primi romanzi vengono pubblicati così e “Jane Eyre” del 1847 diventa un grande successo, creando anche grande scandalo, e così Charlotte uscirà poi allo scoperto. Vive una serie di lutti, ovvero il fratello Branwell, Emily e Anne, e così si rivela entrando nella vita letteraria di Londra. Qui conosce Thackeray (compete con Dickens) e Gaskell (che scriverà una biografia di Charlotte), pubblica “Shirley” nel 1849, sposerà un curato per poi morire di una malattia connessa alla gravidanza nel 1855. Il padre sopravvive a tutti i figli e la moglie, vuole quindi che la figlia sia rivalutata dato che si era creato un clima di grande scandalo sulla sua figura, e così nel tentativo di redimerla agli occhi del pubblico chiede all’amica Gaskell di scrivere di lei. “The life of Charlotte Bronte” è un successo che inaugura un mito: il mito delle 3 sorelle Bronte, che vivono recluse dal mondo in una canonica remota e si rifugiano in un mondo di fantasia per sfuggire al padre tiranno. Jane Eyre (scritto tra 1847-8) è un romanzo mitopoietico (crea miti e narrazioni nella sua scia, ispirando molti romanzi e alimentando questa fama). Charlotte è dipinta come una figura romantica che non riesce a far conciliare l’aspirazione alla scrittura con i doveri domestici (punto importante affrontato da molte, come la Gaskell), la Gaskell rivela un po' sé stessa parlando dell’amica. Il carattere indipendente di Jane (più di quanto sia lecito in quest’epoca), la bigamia di Rochester, il gioco di seduzione (profumo di erotismo) tra i due che vivono sotto lo stesso tetto, la presenza della prima moglie chiusa in soffitta con tratti che il vittorianesimo non comprendeva, follia, alcool, ninfomania…tutto ciò creava una brutta immagine che si era depositata sull’autrice. Così al Gaskell mostra che non è depravata o immorale, ma avendo vissuto isolata in un paesino e quindi lontana dalla cultura, non sa quali dovessero essere i comportamenti in una società; così facendo viene riabilitata perché era proprio quello che il pubblico pensava, ma falsifica la realtà come nel dire che il suo luogo di nascita fosse primitivo e privo di cultura, facendo passare Charlotte per una vittima del contesto in cui si trovava. Siamo negli anni 40 dell’800, in un early victorianism dove il romanzo stava acquisendo sempre più fama a discapito della poesia. Non si tratta più di un romance di nobiltà, cavalieri e dame irrealistico, ma un novel realistico che abbiamo visto nascere nel 700 e che tratta della borghesia e della domesticità (vita di ogni giorno, vengono meno le grandi avventure). Più facilmente scrivibile da donne perché trae linfa dalla loro vita di tutti i giorni, iniziando ad avere così più possibilità, ma presenta dei limiti perché il ruolo morale principale della donna è quello di madre e responsabile della casa (poteva sottrarsi ai suoi obblighi femminili), ruolo al quale la scrittura doveva essere subordinata. Lo stesso Southey (lui, voce del patriarcato esprimeva la voce egemone) lo disse a Charlotte rispondendo alla sua lettera. L’istruzione contava poco se donna, quel che importava erano le sue doti (accomplishment) come il ricamo, il pianoforte, la pittura, e più se ne possedevano e più si diventava un buon partito. Scrivere era la miglior maniera per guadagnare che non richiedesse una particolare preparazione (che le donne non avevano mai) e non costava, per questo tra 700 e 800 si diffonde molto la scrittura femminile del romanzo. Ciò fa sì che la qualità del romanzo sia molto variabile, ma a volte anche molto scarsa. La donna rimane soggetta comunque di molte critiche, quali:  la mente femminile è superficiale che non va a fondo come quella maschile;  la donna è prolissa;  la donna scrive per il desiderio di fama, non adatto al femminile;  (sono troppo sentimentali). Chi le difende invece sottolinea delle caratteristiche che fanno parte del suo ruolo, ovvero la serietà e la responsabilità morale. Mary Stodart in “Female Writers” (1842) descrive le caratteristiche della mente femminile: piena di tatto, rapida nell’associazione di idee, mediatrice, pronta alla simpatia (empatia, vicina alle persone e ai loro sentimenti  convinzione che la donna abbia un rapporto più vicino alla psicologia), elegante. Ma talvolta troppo sensibile, lasciandosi influenzare delle impressioni, e sottolinea la necessità di più studio. George Eliot dice che la donna scrittrice mostra forza intellettuale e ha tutte le caratteristiche morali che contribuiscono all’eccellenza letteraria, e vuole che sia giudicata secondo i criteri maschili (non legati al genere di chi l’ha scritto). Charlotte spiega il perché dello pseudonimo dicendo che la paura era quella di essere guardate con pregiudizio: ammette che il loro modo di scrivere non è alla maniera femminile, le si critica parlando della loro personalità e femminilità e le si loda eccessivamente, quindi non sono lodi vere (la mia opera sono certa che sarà valutata per sé stessa solo se si pensa che sia stata scritta da un uomo). Una volta pubblicato il libro, si crea il dibattito su chi sia l’autore/autrice; da alcuni critici era considerato volgare nella sua concezione complessiva anche per un uomo, altri dicono che sicuramente è agli antipodi di qualsiasi cosa possa essere considerata femminile, sicuramente maschile nel vigore e nell’originalità del personaggio, questa rozzezza viene attribuita da alcuni al femminile da altri al maschile, a volte positiva e altre negativa… -"coarse even for men, coarse in language and coarse in conception". -"A more masculine book, in the sense of vigour, was never written. Indeed that vigour often amounts to coarseness - and is certainly the very antipode to 'lady like"". -"This novel totally free from cant, whining, affectation is genuine English in the masculine vigour or rough originality of its conception of character". -"A woman's pen seems to us indisputably discernible in every page. The very coarseness and vulgarity is just such as a woman, trying to write like a man, would invent". Ma sono la franchezza emotiva e la immediatezza che rendono il romanzo popolare. Si temeva che il romanzo sollevasse false speranze nelle lettrici (Pamela e Clarissa erano state scritte per insegnare alla donna cameriera di non cedere alle voglie del padrone di casa) e spingesse le istitutrici a concedersi al padrone di casa per poi ritrovarsi in grandi difficoltà. Inoltre il romanzo metteva in dubbio il ruolo femminile perché Jane afferma che le donne non sono diverse dagli uomini ma hanno le stesse ambizioni e desideri, volevano la loro stessa libertà e sentivano come loro. Non è l’angelo del focolare come Rose Maylie e quindi non è il tipico personaggio femminile mite e bellissima; al contrario è “normale” nell’aspetto e testarda. Rochester vuole lei perché ha caratteristiche che nessuna donna ha, e non si tratta di soldi o bellezza. È una protagonista attiva piuttosto che passiva perché lotta, si migliora, infatti la coda del romanzo inizia con “Reader, I married him”. Bronte, dal canto suo, assumeva posizioni ambivalenti nei confronti del matrimonio, perché affermava che fosse un’idiozia rendere il matrimonio l’unico desiderio o scopo della vita della donna. Non c’è nulla di più rispettabile di una donna che si fa avanti nella vita senza avere l’appoggio/protezione/supporto di una figura maschile al suo fianco. È un romanzo pieno di sottogeneri al suo interno, ma soprattutto è un romanzo di formazione femminile. Bronte su “Jane Eyre”: "The standard heroes and heroines of novels, are personages in whom I could never, from childhood upwards, take an interest, believe to be natural, or wish to imitate: were I obliged to copy these characters, I would simply -- not write at all. Were I obliged to copy any former novelist, even the greatest, even Scott, in anything, I would not write -- Unless I have something of my own to say, and a way of my own to say it in, I have no business to publish; unless I can look beyond the greatest Masters, and religiosa alla quale interessa solo la vita celeste e non quella terrena; insegna a Jane la pazienza togliendole quell’eccesso di emotività che ha avuto fino a quel momento (pura spiritualità di Helen e carnalità di Bertha entrambe rifiutate per trovare una sua posizione intermedia). Jane afferma che se le viene fatto un torto reagisce perché altrimenti i cattivi vincerebbero sempre; invece Helen crede che vada fatto del bene dimenticando la severità e le forti emozioni che ciò suscita in lei, perché la vita è troppo breve per fare la lista di tutti i torti che ci vengono fatti (cap 6). Troviamo personaggi che le danno visioni molto diverse dalle sue in queste due prime fasi che sono le più complicate per lei. Infatti Helen insegna a Jane a sopportare i castighi ingiusti e a dominare la sua rabbia e la spinge a non covare rancore, contribuendo alla sua crescita che deve necessariamente passare per l’abbandono delle emotività in eccesso e della reazione scomposta. Thornfield È la parte del romanzo più lunga, la parte mediana, questa è la parte della storia d’amore (su cui si concentrano la maggior parte degli adattamenti cinematografici). Qui Jane incontra Rochester, forse padre illegittimo della sua allieva, Adele. Thornfield è un nome che ha significato allegorico, letteralmente significa ‘campo di spine’; qui la vita di Jane si fa piuttosto spinosa, deve sopportare vari dolori. Jane si confronta con figure femminili che le fanno mettere alla prova la sua natura di giovane adulta perché sono figure femminili che le impediscono l’accesso all’amore e al matrimonio, quindi confrontandosi con queste e schivandole arriverà alla fine del romanzo a raggiungere l’età adulta e quindi il suo matrimonio. Le figure con cui si misura sono due: 1. Blanche Ingram, tipica donna aristocratica inglese dell’epoca, affascinante e seduttiva, presumibilmente interessata ai soldi di Rochester, infatti quando lui se ne vuole liberare le fa credere di essere meno ricco di quanto non sia e lei lo lascia; molto sprezzante con gli inferiori (come lo sono tutti gli aristocratici nei romanzi inglesi) quindi lo è anche con Jane, pur essendo dal punto di vista sociale a metà tra la servitù e l’aristocrazia. 2. Bertha Mason, personaggio che compare poco ma che rimane nell’immaginario del lettore, è la moglie creola (proviene dalla Giamaica), pazza (anche la madre lo era, ma Rochester ne era all’oscuro quando la sposa; Rochester la sposa perché essendo figlio cadetto non ha nulla, tutte le proprietà vanno al primo figlio, il padre e il fratello lo spingono a sposare una donna ricca), ninfomane (smodato desiderio di sesso) e alcolizzata che Rochester tiene chiusa in soffitta; in più è maligna. Nel romanzo il personaggio appare come un ibrido tra umano e animale, feroce, come una belva che cammina a quattro zampe, ha una certa capigliatura, ringhia, però è un essere umano, indossa vestiti. [Ibridismo= mette insieme tratti che non possono stare insieme, o si è uomini o animali ->fonde categorie reciprocamente esclusive] La scrittrice caraibica Jean Rhys, dà una nuova vita e una nuova voce a Bertha Mason, nel romanzo The Wide Sargasso Sea (1966), prequel di Jane Eyre, mostrandone un volto diverso, vuole dare a Bertha Mason un’altra voce. In Jane Eyre è Rochester la vittima, in questo caso lo è Bertha Mason. Bertha Mason Scena: Jane e Rochester si stanno sposando nella cappella di Thornfield con la presenza di pochi testimoni quando ad un certo punto irrompe nella cappella l’avvocato dei Mason, poi arriva anche il fratello di Bertha, e dice che questo matrimonio non si può fare perché lui è già sposato. Per cui lui non potendo fingere più porta a vedere chi è sua moglie.  “I now inform you that she is my wife, whom I married fifteen years ago, -Bertha Mason by name…Bertha Mason is mad; and she came of a mad family; idiots and maniacs through three generations. Her mother, the Creole, was both a madwoman and a drunkard! -as I found out after I had wed the daughter: for they were silent on family secrets before. Bertha, like a dutiful child, copied her parent in both points.... You shall see what sort of a being I was cheated into espousing, and judge whether or not I had a right to break the compact, and seek sympathy with something at least human” (cap.26) Ritratto di Bertha serve alla Bronte a scusare il protagonista maschile, perché Rochester non è un eroe senza macchia, è un eroe byroniano, ha una serie di tratti oscuri, quindi l’autrice vuole sottrarlo al biasimo del lettore vittoriano. Bertha quindi è pazza, così come la famiglia da generazioni, alcolizzata, poi si accennerà alla sua ninfomania.  Bertha/Antoinette- “In questa camera mi sveglio presto perché fa molto freddo… All’arrivo pensavo che sarei rimasta qui un giorno o due. Al massimo una settimana… Lui [Rochester] non è venuto. C’è una sola finestra molto in alto – non si può guardare fuori. I nomi contano, come quando lui non voleva chiamarmi Antoinette, e io vedevo Antoinette che fluttuava via dalla finestra con tutti i suoi profumi, i suoi vestiti e il suo specchio. Qui non c’è specchio e io non so come sono adesso. […] Adesso hanno portato via tutto. Cosa faccio, in questo posto, e chi sono?” È Bertha che parla in “The wide Sargasso Sea di Jean Rhys, romanzo affidato a tre voci. Bertha è una fanciulla molto bella, è creola (è figlia di bianchi nati in Giamaica), figlia di proprietari terrieri ed è estranea sia ai bianchi che ai neri, ha un senso continuo di assenza d’identità. Si sposa e viene portata in Inghilterra, abituata al caldo, ai profumi, ad una terra rigogliosa, ne parla come un fondale dipinto in bianco dove muore di freddo. È una prigioniera, in realtà lei si chiama Antoinette, non Bertha e si dice che lui non vuole chiamarla così; è un discorso sull’identità in quanto il nome è il principale portatore di identità. Lui le cambia nome e la trasforma, la colonizza e lei privata del proprio nome si vede fluttuare dalla finestra, si vede scomparire; lui crea una nuova figura, completamente infelice (è un po’ la storia delle colonizzazioni, di fatto ne vengono strappati gli usi e i costumi). The wide Sargasso Sea è un tentativo di reinterpretazione di Jane Eyre, è coloniale e femminista.  Il doppio- Possiamo considerare Bertha il doppio di Jane per svariati motivi; hanno una posizione omologa non solo perché la moglie ha una posizione domestica e subalterna che richiama quella dell’istitutrice, ma anche perché la pazzia di Bertha sembra essere la piena espressione e sviluppo ai segni di irrequietezza e di mancanza di controllo di Jane. In quegli anni il desiderio di libertà, la passionalità, non contenersi erano considerati segni prodromi di un eventuale pazzia; questi tratti nel corso del romanzo sono da Jane gestiti e modificati, ma se questo non fosse avvenuto sarebbe potuta essere molto simile a Bertha. Bertha Mason è un ammonimento e ricordo nel libro di alcuni tratti che Jane aveva, che poi grazie alla formazione, al suo senso morale supera. I due personaggi vengono paragonati da C. Bronte in maniera indiretta, talvolta fanno le stesse cose, nella trama la giustapposizione tra i personaggi suggerisce una sorta di effetto specchio; per es. a un momento di rabbia di Jane è seguita da un atto incendiario di Bertha (la passionalità si associa al fuoco, richiama quindi la passionalità di Jane); Bertha è chiusa e quindi cammina avanti e indietro in maniera agitata e c’è un momento nel libro in cui Jane si lamenta della sua condizione femminile e va avanti e indietro nel corridoio. Bertha simboleggerebbe quegli impulsi sessuali di Jane, che deve riconoscere e padroneggiare per diventare una donna adulta, così come Helen Burns rappresentava la sua parte spirituale (entrambe sono importante allo stesso modo per la sua formazione [da un lato contributo sensuale, dall’altro spirituale]). Jane, affinché diventi la perfetta moglie vittoriana, deve essere in grado di gestire il suo desiderio sessuale, senza temerlo, né abbandonarvisi, usarlo nella maniera giusta. La fuga da Thornfield quando viene a sapere di Bertha è anche una fuga dall’età adulta e un tentativo di tornare fanciulla e innocente. Se volessimo dare una lettura psicoanalitica potremmo dire che Jane se ne va perché si è confrontata con una femminilità adulta, con passione e desiderio e non ha saputo agire nella maniera giusta. In ogni caso, quando lei va via da Thornfield la storia riinizia, una sorta di duplicazione dell’inizio.  Jane e Bertha- (che importanza hanno le scelte di Rochester? Che genere di uomo è? Quale moglie sceglie e perché? ->importante capirlo dato che il messaggio morale del libro è veicolato anche da questo) Rochester è un signore che ha una vita sentimentale e sessuale sgretolata e dedito ad amori sensuali, carnali: il matrimonio con Bertha, volgare e lussuriosa, poi ha avuto molte relazioni con donne continentali (europeo), tra cui la ballerina francese Celine Varens, anche con una cantante d’opera italiana. Ma in questi incontri non trova mai la donna per lui e questa delusione lo spinge verso Jane, un’inglese, completamente diversa dalle altre: non è seduttiva, è bruttina (plane=Jane), è povera, però ha quel qualcosa che lo attira: il suo senso morale. Jane diventa la rappresentazione di alcune caratteristiche della englishness ->lui rifiuta le donne europee e si rivolge a una donna della sua nazione, rappresentante della borghesia (non aristocrazia). Commento di Rochester su Bertha: “I found her [Bertha] nature wholly alien to mine, her tastes obnoxious to me, her cast of mind common, low, narrow, and singularly incapable of being led to anything higher, expanded to anything larger… What a pigmy intellect she had, and what giant propensities!” (cap.27) Ci sta dicendo che è una donna dall’intelletto volgare, limitato e quindi qualcosa che lui trova intollerabile. Vuole dire che indipendentemente dagli altri problemi di Bertha, non è il tipo di donna con cui potrebbe convivere. Blanche Ingram Jane e Blanche- Jane rappresenta i valori della sana borghesia inglese, come la serietà, il rigore morale, l’operosità, il senso di giustizia. La borghesia (di cui Jane diventa rappresentante) crede nella sua innocenza e si sente minacciata dall’aristocrazia e dalla classe lavoratrice. Bisogna tenere presente che il romanzo è un prodotto borghese, quindi esalta la classe dalla quale nasce: esaltazione della englishness borghese di Jane, la borghesia è convinta di essere portatrice dei valori migliori, per questo si sente minacciata dalle altre classi. Blanche è antipatica, sprezzante e interessata ai soldi di Rochester. Così Jane giudica Blache Ingram: “She was too inferior to excite the feeling. Pardon the seeming paradox; I mean what I say. She was very showy, but she was not genuine: she had a fine person, many brilliant attainments; but her mind was poor, her heart barren by nature… she never offered, nor had, an opinion of her own. She advocated a high tone of sentiment; but she did not know the sensations of sympathy and pity; tenderness and truth were not in her” (cap.18) Blanche Ingram non mostra attenzione per Adele, questo già è segno di una femminilità non standard. Ciò che rende Jane superiore a tutti è il suo senso morale, che è quello della borghesia, la rende uguale a Rochester, nonostante la differenza di classe. In questo momento del romanzo Rochester per suscitare la gelosia di Jane, finge di stare per sposare Blanche Ingram, quindi fa una specie di gioco di seduzione; da un lato ha una relazione particolare con Jane, le dice una serie di cose, dall’altro le dice che la vuole sposare. Rochester si traveste perfino da zingara (cartomante) e cerca di far confessare a Jane il suo amore per lui. Alla fine gli dice persino di avergli trovato un’altra casa in Irlanda e lei gli risponde. Un altro DISCORSO IDENTITARIO “The vehemence of emotion, stirred by grief and love within me, was claiming mastery, and struggling for full sway, and asserting a right to predominate, to overcome, to live, rise, and reign at last: yes- and to speak…’ Do you think I can stay to become nothing to you? Do you think I am an automaton?- a machine without feelings? …Do you think, because I am poor, obscure, plain, and little*, I am soulless and heartless? You think wrong!- I have as much soul as you, - and full as much heart! And if God had gifted me with some beauty and much wealth, I should have made it as hard for you to leave me, as it is now for me to leave you. I am not talking to you now through the medium of custom, conventionalities, nor even of mortal flesh; -it is my spirit that addresses your spirit; just as if both had passed through the … we stood at God’s feet, equal, -as we are!” (cap.23) ->speak: verbo fondamentale perché quando Jane ha la necessità di affermare la propria identità usa lo strumento della parola. ->E’ anche una rivendicazione sociale, lei è donna e povera, lui è uomo e ricco, ma i loro spiriti sono uguali, quindi è un discorso forte per l’epoca (ecco perché questo romanzo viene detto femminista) *4 aggettivi fondamentali, descrivono Jane.  L’indipendenza di Jane Jane è autonoma, non vuole essere comprata, non è come Blanche Ingram che vuole sposarlo solo per i soldi, infatti quando Rochester cerca di riempirla di regali (che ne dimostrano la superiorità economica e sociale) lei non accetta di buon grado, proprio perché secondo lei sono uguali di spirito. Quando si sposano, non c’è più questa superiorità di Rochester, perché nel frattempo lui è rimasto menomato nell’incendio di Thornfield, quindi ha bisogno di lei, e Jane è diventata ricca a sua volta, perché ha ricevuto un’eredità dalla famiglia paterna (il fratello del padre morendo le ha lasciato una fortuna). La poetessa e critica femminista Adrienne Rich (madre della critica femminista) scrive “Jane Eyre: le tentazioni di una donna senza madre”, in cui dice che Jane Eyre, è una fanciulla senza madre, senza mezzi e affetti, potrebbe facilmente sottostare alla tentazione femminile di vittimizzarsi e autodistruggersi, ma in realtà scopre che ha l’alternativa di comportarsi da donna forte e coraggiosa, lo vediamo già nel discorso “speak I must” che fa alla zia. Quindi reagisce a coloro che la umiliano, quindi Mrs Reed e Rochester e rivendica il suo diritto di essere rispettata. Il discorso femminista di Jane- Scena: Jane si trova a Thornfield, sta camminando avanti e indietro nel corridoio e parla tra sé e sé. "Who blames me? Many, no doubt; and I shall be called discontented. I could not help it: the restlessness was in my nature; it agitated me to pain sometimes. Then my sole relief was to walk along the corridor of the third storey, backwards and forwards, safe in the silence and solitude of the spot, and allow my mind's eye to dwell on whatever bright visions rose before it-and, certainly, they were many and glowing; to let my heart be heaved by the exultant movement, which, while it swelled it in trouble, expanded it with life; and, best of
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved