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Ciàula scopre la luna, Appunti di Italiano

Argomenti trattati correttamente

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 14/02/2023

battista-nicolinaflora
battista-nicolinaflora 🇮🇹

3 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Ciàula scopre la luna e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! RELAZIONE APPROFONDITA: CIÁULA SCOPRE LA LUNA Ciàula scopre la luna è tratto dalle Novelle per un anno. La Novella fu pubblicata sul “Corriere della sera” il 29 dicembre 1912, poi nel volume Le due maschere nel 1914. Il racconto ha inizio alla “buca della Cace”, ingente miniera di zolfo in Sicilia, dove lavora un vecchio minatore cieco da un occhio, da tutti conosciuto come Zi’ Scarda, che tiene alle sue dipendenze un uomo incaricato di aiutarlo a trasportare lo zolfo con la mansione di “caruso”. Si tratta di Ciàula, un minorato mentale che i minatori soprannominano così perché ha l’abitudine di rispondere con un “crah crah”, il verso della cornacchia (in dialetto siciliano il “ciàulare”), quando viene chiamato in causa per qualche compito. Sul finire di una dura giornata di lavoro, al cantiere irrompe Cacciagallina, superiore e sorvegliante della miniera, che invita, minacciandoli con una pistola, i minatori a proseguire il proprio turno durante la notte. Tutti gli operai riescono a rifiutare l’ingrato compito, tranne il povero Zì Scarda, con il quale il capo se la prende particolarmente, che viene quindi costretto a scendere nuovamente in miniera accompagnato da Ciàula, che gli risulta essenziale per la capacità di muoversi abilmente tra i cunicoli oscuri che si inoltrano nelle profondità della terra. Entrambi i minatori sono, tuttavia, molto spaventati. Zi’ Scarda aveva infatti perso un occhio e un figlio in un’esplosione in miniera avvenuta anni prima e lo stesso Ciàula, quel giorno, era fuggito rintanandosi per ore nel buio in un anfratto. Sfortuna volle che, quando riuscì finalmente a uscire dalla miniera, si ritrovasse assolutamente solo in una notte buia e non rischiarata dalla luna. Se all’interno della caverna Ciàula si era sentito protetto dalle pareti di roccia, ciò che lo aveva autenticamente terrorizzato dopo l’esplosione era stata la vastità del paesaggio tenebroso all’esterno della miniera. I due, grazie anche alla dimestichezza di Ciàula con cunicoli e caverne oscure, riescono a completare il proprio turno di lavoro e iniziano la risalita, gravati da un pesantissimo carico di zolfo, mentre in Ciàula il terrore della notte buia comincia ad avere il sopravvento. Quando il protagonista, però, si affaccia dall’ingresso della miniera, si trova davanti uno scenario che non si sarebbe aspettato, data la sua ignoranza. La luce della luna getta il suo candore sulla notte, facendola apparire più sicura e confortante. Ciàula, che non l’aveva mai vista, si spoglia della paura e cade in lacrime di commozione per aver capito di essere nuovamente al sicuro. I personaggi principali sono tre Ciàula, Zi’ Scarda e Cacciagallina. Ciàula è un personaggio che rappresenta, con la sua stravaganza e incoscienza che rasenta la stupidità, l’irrazionalità umana che Pirandello vuole rappresentare. Il suo paradossale timore della notte all’aperto e non della profondità della miniera è un ribaltamento della percezione del reale fondato sull’ingenuità, che porta però alla scoperta rassicurante della luce lunare, che gli apre gli occhi sulla verità del mondo. Zi’ Scarda è un minatore anziano e vittima preferita di Cacciagallina. Le vessazioni e lo sfruttamento a cui è sottoposto proseguono persino dopo la tragica esplosione che gli ha portato via l’occhio e il figlio. A causa del pericolo a cui il mestiere lo sottopone, per dipiù senza alcuna protezione, Zi’ Scarda, al contrario di Ciàula, è un uomo comune, giustamente spaventato dal compito di doversi calare sotto terra durante la notte. Cacciagallina è l’antagonista principale di Ciàula e Zi’ Scarda con la sua voracità e sadismo nello sfruttamento dei minatori, che non esita a sottoporre a incarichi pericolosi per la loro stessa vita. La vicenda è ambientata nella zolfara siciliana. Ciàula scopre la luna ha un narratore onnisciente capace di leggere, oltre che la successione di eventi narrati, anche l’interiorità e il pensiero dei personaggi, che con le loro paure, lacrime e commozioni, sono il soggetto principale del racconto simbolico e concettuale voluto dall’autore. Aspetto legato all’onniscienza del narratore è anche la disposizione dei fatti retrostanti alla narrazione. Dopo l’inizio in cui i personaggi principali vengono presentati nella loro irrazionalità e Cacciagallina dà il la alle paure di Ciàula, gli antefatti che spiegano il timore del protagonista per l’oscurità della notte sono esposti in un flashback che ricostruisce l’esplosione in miniera con la morte del figlio di Zi’ Scarda, il ferimento del minatore e la parallela sorte del protagonista in cui è contenuto il trauma che ne condiziona i pensieri. Ciàula è un personaggio dall’aspetto tipicamente pirandelliano, costruito sulla poetica dell’Umorismo, esposta da Pirandello in un celebre saggio dall’identico titolo del 1911 (solo un anno prima della pubblicazione di questa novella). Il protagonista incarna infatti quel “sentimento del contrario” che ribalta umoristicamente la normale percezione delle cose e ne mostra la natura vera e paradossale. Contrapposto a Zi’ Scarda, uomo duramente colpito dalle condizioni disumane del lavoro in miniera e terrorizzato dall’imposizione di dovervi scendere di notte, Ciàula vede nei cunicoli e nelle caverne un rifugio sicuro dalle angherie della vita e del mondo alle quali è continuamente assoggettato. L’irrazionalità di questo pensiero è però apparente: i cunicoli sono stati davvero un rifugio per lui dopo l’esplosione e li conosce a memoria, mentre non sa assolutamente nulla del mondo e del paesaggio sterminato che lo avvolse dopo essere uscito dalla miniera. La scoperta della luce lunare richiama per molti versi “il mito della caverna” di Platone, anch’esso legato al concetto della conoscenza umana. Secondo Platone, se un uomo fosse nato in una caverna al buio e cresciuto eternamente tra le sue pareti, sarebbe stato abbagliato e inondato dalla normale luce del giorno una volta uscito (quasi la stessa cosa che accade nel racconto a Ciàula). Il protagonista nella sua ingenuità non ha mai visto né sa dell’esistenza della luna e quando la vede per la prima volta è sbalordito da un fatto assolutamente naturale e semplice: l’assoluta irrazionalità di Ciàula è una metafora sulla condizione dell’essere umano, consapevole di pochissime cose nell’immensità e la grandezza dell’universo, che si esalta di fronte a ogni minima scoperta. Rintanato nelle sue poche certezze egli si emoziona nello scoprire che c’è luce anche al di là di quanto ciecamente lo rassicura. Il racconto delle vicende legate alle condizioni degli operai in miniera è un soggetto che Pirandello eredita dall’illustre predecessore, e conterraneo, Giovanni Verga, come accade del resto in diverse storie all’interno delle Novelle per un anno. La denuncia dello sfruttamento e la rappresentazione del vero sono però solo inizialmente la problematica centrale del testo, che Pirandello sfrutta per rendere la vicenda di Ciàula densa di significati simbolici. La stupidità del protagonista, la discesa in miniera e la scoperta della luna sono infatti metafore dei concetti di ignoranza e conoscenza, legate strettamente alla paura del buio come momento di irrazionalità che viene bilanciata dall’epifania della luce, la quale porta il protagonista a scoprire, addirittura commuovendosi, la presenza di una verità rassicurante. Ciàula è quindi il simbolo della piccolezza dell’essere umano e delle sue poche conoscenze di fronte alle immensità, oscure e ignote, dell’universo, tema che tinge il racconto di un’atmosfera decisamente decadente. Altri temi che risultano importanti sono: il simbolismo della rinascita e la realtà popolare portatrice di elementi primitivi e irrazionali. L'esperienza di quest'essere irrazionale si carica così di valori simbolici, di significati mitici: la descrizione del suo emergere all'aperto dai cunicoli della miniera è la rappresentazione simbolica di una nascita. La miniera non è che l'utero della Terra Madre, e la condizione inconsapevole di Ciàula riproduce la condizione del feto prima della nascita. Si faccia attenzione alle immagini usate da Pirandello: «e viscere della montagna», «ci stava cieco e sicuro come dentro il suo alvo materno» (rr. 104-105); alla fatica della nascita sembra inoltre alludere l'immagine successiva della sua ascesa: «egli veniva su, su, su, dal ventre della montagna» (rr. 168-169). Ma, più che una nascita, viene qui proposto un mito di rinascita, di risurrezione a nuova vita. I cunicoli bui nel ventre della terra possono ricordare il regno della morte, gli Inferi («antro infernale», viene non a caso definita la miniera), e l'uscita all'aria aperta è una «liberazione» (r. 169), un tornare alla vita dopo la reclusione nell'oscura regione dei morti. Ma il fatto veramente significativo è che Ciàula all'esterno non trova, come temeva, il buio e il vuoto, altre metafore della morte, ma la luce argentea della luna. La scoperta della luna, che è il punto culminante della novella e giustamente le dà il titolo, è una vera e propria teofania, cioè un'apparizione della divinità. Agli occhi stupiti e affascinati del primitivo la luna assume le connotazioni del divino (significativa è in tal senso l'iniziale maiuscola, «Luna»). E l'apparizione della dea conforta, consola, libera dalle angosce, ridà la vita («per lei non aveva più paura, né si sentiva più stanco», r. 187). In questa apparizione finale è possibile cogliere il rimando agli antichi miti. La luna è infatti simbolo di Iside, la dea che nella religione egizia presiedeva alla risurrezione, poiché il suo continuo scomparire e ricomparire nel cielo ricorda il ciclo di morte e rinascita. La dimensione della novella non è dunque per nulla realistica, ma mitica e simbolica: ciò che viene rappresentato è una sorta di esperienza mistica, una fusione panica con la vita universale e il suo incessante divenire. I temi e l'ambiente rimandano alla novella Rosso Malpelo di Giovanni Verga. Sia Ciàula che Rosso Malpelo, sono dei vinti: nella lotta per la sopravvivenza sono destinati a soccombere. Mentre Ciàula ha il suo lieto fine (infatti raggiunge la felicità e sconfigge le sue paure quando scopre la luna) Rosso Malpelo muore in una galleria inesplorata della miniera di rena rossa. Sia Verga che Pirandello presentano, secondo i canoni del verismo, l’ambiente, gretto e meschino oggettivamente. Pirandello presenta, come Verga, la società con i suoi
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