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Cicerone contesto storico e opera, Appunti di Storia Delle Dottrine Politiche

Approfondita analisi di cicerone: vita privata contesto storico e analisi De Repubblica

Tipologia: Appunti

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francescafaa
francescafaa 🇮🇹

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Scarica Cicerone contesto storico e opera e più Appunti in PDF di Storia Delle Dottrine Politiche solo su Docsity! Cicerone L'espansionismo imperialistico romano e la suddivisione dei nuovi territori conquistati in province comporta cambiamenti di natura a) politico-istituzionale, b) economico-sociale. a) Le istituzioni repubblicane non sono più adatte a gestire un territorio così vasto. b) La creazione del latifondo acuisce le differenze sociali e scatena lotte intestine per la riforma agraria. a) Cambiamenti poli 1. Aumentano i magistrati cum imperio (ci si riferisce ai pretori che dovevano essere inviati nelle province), e si rinuncia al principio della collegialità. 2. Riduzione del potere dei Comizi. 3. Aumenta il potere dei capi militari. 4. L'aristocrazia senatoria si rafforza. 5. Contrasti fra romani (Roma) e italici (federazione romano-italica). b) Cambiamenti economico-soci 1. L'economia, inizialmente agricola e pastorale, con pochi margini di sovrappiù, diviene «capitalistica». 2. Si determina la classe dei cavalieri («borghesia» imprenditoriale affaristica). 3. Si crea il latifondo con mano d'opera servile. 4. Crisi della piccola proprietà. Qual è il problema storico pi ale che si trova a vivere Cicerone? Quello della contrapposizione tra la fazione degli Ottimati (Optimates) e quella dei Popolari (Populares). e Chieranogli Ottimati? Erano letteralmente i «migliori» (gli aristoi gr.), ovvero i componenti della nobiltà romana, appartenenti alle famiglie più importanti, custodi degli antichi costumi (mores), delle antiche tradizioni. La loro assemblea di riferimento era il Senato. e ChieranoiPopolari? Erano coloro che rappresentavano le istanze popolari. Alcuni di loro, a seguito dell'espansione romana, avevano avuto modo d'arricchirsi e rivendicavano maggiore pote re politico, oltre a farsi portavoce delle esigenze delle classi meno abbienti. La loro magistratura di riferimento era quella del Tribuno della Plebe. Perché ad un certo punto Ottimati e Popolari arrivano allo scontro? Qual era il principale oggetto del contendere? Da quale parte stava Cicerone? La grande espansione di Roma mette in crisi l’oramai vecchio sistema repubblicano. Il territorio è di fatto un impero e non può più essere gestito con il sistema istituzionale pensato per la vecchia civitas. Nuova espansione vuol dire ricchezza, nuovi schiavi e nuove terre. I ceti d'estrazione popolare rivendicano maggior peso e chiedono la redistribuzione della terra. Proprio questo sarà il principale argomento di scontro. Da una parte i Tribuni della Plebe cercheranno di proporre riforme volte alla redistribuzione della terra, in favore del popolo; dall'altra, le antiche famiglie appartenenti alla nobiltà romana (gli Ottimati) cercheranno di difendere i loro latifondi e l'ordinamento repubblicano incentrato sul ruolo del Senato. Cicerone si schiera con quest’ultima fazione, con gli Ottimati. La sua vita può essere colta come un grande sforzo mirato a salvare il ruolo del Senato e della Repubblica romana contro le rivendicazione dei Popolari. LA VITA * NasceadArpino nel 106 a.C. in una famiglia agiata appartenete all'ordine equestre. * Era unhomo novus. Chi erano gli homines novi? Erano coloro che, pur appartenendo a famiglie particolarmente agiate, non vantavano nessun antenato che avesse ricoperto una carica pubblica (le cariche pubbliche più i mportanti erano quella dei consoli, dei pretori, dei senatori, dei censori). * Dopoaver servito l'esercito durante la Guerra sociale (91-88 a.C.) sotto il comando di Strabone e Silla, parte per la Grecia e l'Asia Minore. Rimarrà diverso tempo ad Atene dove avrà la possibilità di conoscere gli intellettuali più eminenti, nonché di visitare l'Accademia fon data da Platone. * Alsuoritorno a Roma, dopo la morte di Silla (78 a.C.), inizia il suo cursus honorum. Di cosa si trattava? Della carriera politica che dalle magistrature più basse conduceva a quelle più alte. * All’età di 30 anni diventa questore in Sicilia, nell'odierna Marsala. e All'età di 37 anni viene eletto edile. * Nelé66a.C,, all’età di 40 anni, è pretore. * Nel63a.C. è console insieme a Gaio Antonio Ibrida. * Proprio durante il suo consolato è chiamato a contrastare la congiura di Catilina, volta a rovesciare il sistema Repubblicano. Venuto a conoscenza delle intenzioni di Catilina, grazie ad una soffiata, Cicerone fece emanare dal Senato un decreto che aumentava pro tempore i poteri dei consoli (era previsto per casi di estrema gravità). Pronunciò così la sua orazione contro Catilina e i congiurati. Quest'ultimi furono giustiziati, mentre Catilina fuggì in Etruria. ® Cicerone non concesse la provocatio ad populum. Cos'era? Era il cosiddetto “appello al popolo”. Chiunque fosse stato condannato a morte o ad una pena fisica poteva invocare, a sua tutela, la decisione del popolo. Questi si esprimeva tramite i comizi avendo facoltà di confermare o meno | a condanna. * Nel60a.C. sicostituisce il primo triumvirato tra Cesare, Pompeo e Crasso. I tre chiederanno l'appoggio di Cicerone per l'approvazione della riforma agraria. Cicerone rifiuterà fedele ai suoi ideali aristocratici. * Nel58a.C. Cicerone è costretto all'esilio. Il tribuno della plebe Clodio fa approvare una legge (con valore retroattivo) che puniva con l'esilio tutti coloro che non avessero concesso la provocatio ad popolum. * Può far ritorno a Roma l’anno successivo, favorito da un clima più mite. Nel 53 a.C viene eletto àugure, figura religiosa chiamata ad interpretare il volere degli dèi. * Aseguito dello scontro tra Cesare e Pompeo parteggia per quest'ultimo vedendovi un possibile dife nsore del Senato e restauratore dell'ordine repubblicano. ® Vince Cesare. Cicerone ne ottiene il perdono. la realizzazione di fatto e non a parole, proprio di quelle teorie che costoro [i filosofi teorici] vanno proclamando nei cantucci delle loro scuole». DEVE ESISTERE UN INTIMO NESSO TRA TEORIA E PRATICA La superiorità del Politico «Di conseguenza quel cittadino, che costringe tutti con il potere sovrano delle leggi e la pena da essa sancita, a [fare] ciò a cui i filosofi possono convincere con i loro discorsi a mala pena poche persone, si deve preferire anche a q uelli stessi maestri che s'intrattengono a discutere di tali questioni in teoria. Quale loro disputa è tanto profonda da essere anteposta a uno Stato che ha come retti fondamenti il diritto civile e le norme consuetudinarie?» A. Superiorità del mondo romano su quello greco. B. Superiorità del governante sul filosofo che non prenda parte alla vita politica. C. Riferimento a Roma, non ad un'entità astratta. Diritto come unione di teoria e pratica Il Diritto (jus) permette di congiungere il concetto di giusto che la ragione umana è in grado di ricavare teoricamente dalla Ragione universale, divina, (diritto naturale), con la pratica rappresentata dalle norme che costringono gli individui a determinati comportamenti: Diritto positivo. Per Cicerone, Repubblica significa Stato, e Stato significa «una comunità di cittadini associati dal diritto». Ne deriva che una Repubblica possa essere Monarchica, Aristocratica o Democratica. Punto di forza: la benevolenza del re. Esempio: Ciro, re giustissimo. Debolezza: tutto il resto del popolo è escluso dal potere deliberativo. Punto di forza: la saggezza degli ottimati. (Esempio: i Marsigliesi, governati da un consiglio di primi cittadini. [Debolezza: la massa rimane esclusa dai pubblici uffici e dal potere. Punto di forza: la libertà del popolo. (Esempio: Ateniesi, governati dal popolo. Debolezza: l'uguaglianza assoluta di per sé non è equa, perché non ‘a nessuna distinzione di merito. La Costituzione migliore: quella Mista «Perciò sono convinto che più di tutte si debba approvare una quarta forma di costituzione, quella che risulta dalla equilibrata mescolanza delle tre che ho definito come primarie». Come aveva già constatato Polibio, la Costituzione mista risulta essere la migliore perché capace di bilanciare le tre forme di governo rette (Mo narchia, Aristocrazia, Democrazia), esaltandone i pregi e ridimensionando i difetti. Differenza rispetto a Polibio. Per Polibio il «ciclo delle forme di governo» segue un andamento rigido; per Cicerone è elastico (un po' come una palla impazzita): da una forma di governo degenerata si può passare ad un'altra degenerata, ed anche il passaggio da retta a degenerata (o viceversa) può essere il più vario. L'Oligarchia, ad esempio, (che in Polibio si corregge sempre nella Democrazia) in Cicerone può correggersi tanto nella Monarchia quanto nell’Aristocrazia ecc. Tra le Costituzioni rette la Monarchia è la migliore Ma se si dovesse approvare una sola costituzione e non mista quale dovremmo scegliere? SCIPIONE: «Approverei quella Monarchica e la loderei sopra tutte; e poiché per la prima volta qui viene fatto il nome di re, esso si presenta quasi come quello di un padre, lui che provvede ai suoi cittadini come a figli propri». «Infatti la forma di governo monarchico di per sé stessa non solo non è da biasimare, ma non so se sia addirittura da preferire alle altre forme semplici, se dovessi sceglierne una fra queste, purché conservi la propria condizione originaria». Elogio del sesto re, Servio Tullio Servio Tullio ebbe per Cicerone il grande merito di dividere il popolo romano in centurie. «E tali classi distinse in modo che i voti venissero a trovarsi non in potere della massa, ma dei possidenti terrieri, e, ciò va tenuto sempre presente nell'ordinamento di uno Stato, si dette cura che la maggioranza non avesse anche il maggior potere». «Servio fece in modo che [la massa] non fosse esclusa dal voto, perché ciò non fosse sentito come un atto tirannico, e nello stesso tempo che non avesse troppa forza». La Giustizia Provocazione: «Poiché se la natura stessa avesse sancito per noi il diritto, tutti avrebbero le stesse leggi e gli stessi uomini non avrebbero leggi diverse in tempi diversi. [...] Dunque il diritto non ha alcun fondamento naturale; da ciò deriva che non esistono pure gli uomini giusti per natura». LELIO: «Non da una convenzione degli uomini deriva la giustizia, ma di essa esistono dentro di noi dei semi, che sono prova di un diritto naturale e universale che ci deriva da Dio». «Una sola legge terrà unite tutte le genti e in ogni tempo, e sarà uno solo comune guida e signore di tutti, il dio: lui di questa legge autore, arbitro, giudice». Omnibus qui patriam conservaverint, adiuverint, auxerint, certum esse in caelo definitum locum, ubi beati aevo sempiterno fruantur A tutti coloro che hanno salvato, aiutato, accresciuto la patria, è assegnata in cielo un posto ben determinato, dove nella beatitudine fruiscano di una vita eterna” M. T. CICERONE, SOMNIUM SCIPIONIS
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