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Cime Tempestose, eros e letteratura, Tesine universitarie di Letteratura Inglese

Tesina personale su Cime Tempestose - letterature comparate

Tipologia: Tesine universitarie

2017/2018
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Caricato il 12/09/2018

valentina-stagnaro
valentina-stagnaro 🇮🇹

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2 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Cime Tempestose, eros e letteratura e più Tesine universitarie in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! Valentina Stagnaro LM in Scienze del Testo “Eros e Letteratura”, prof. E. Di Rocco A.A 2012/2013 CIME TEMPESTOSE 1. L’Età Vittoriana Per comprendere meglio l’importanza di un romanzo come Wuthering Heights, è fondamentale analizzare il contesto storico che circonda le fasi della sua genesi e pubblicazione. Incoronata nel 1837, dopo la morte dello zio, re Guglielmo VI, la Regina Vittoria darà il nome al lungo e, per molti aspetti, controverso, periodo di regno; morirà nel 1901. L’Età Vittoriana vede, infatti, gettate le basi per ciò che banalmente definiremmo modernità: le trasformazioni tecnologiche che si susseguono da quasi un secolo concedono all’Inghilterra vittoriana di credere ciecamente nel progresso industriale come veicolo di ricchezza (assieme all’espansione coloniale) a dispetto delle evidentissime disparità sociali che verranno assorbite solo gradualmente (e solo in parte) nell’arco dei sessant’anni che verranno presi in esame. Nonostante l’ottica dell’ «industrialismo trionfante1», l’Età Vittoriana è ricordata soprattutto per la sobrietà e il rigore imposti dalla Regina, in contrapposizione alla dilagante corruzione e ipocrisia che caratterizzavano la vita di tutti i giorni, di qualsiasi classe sociale. L’interlocutore della cultura non è più solo il membro dell’élite o della nobiltà: mediante il sistema delle biblioteche itineranti – tra cui la celeberrima Mudie’s Select Library – la diffusione di libri e romanzi veniva garantita superando facilmente l’ostacolo economico (basti pensare che un librone tre volumi costava trentuno scellini e sei pence, contro la paga media di un operaio che, a settimana, percepiva 15 scellini2) con un sistema di abbonamenti che finanziavano i nuovi acquisti. Assistiamo, durante il periodo vittoriano, alla nascita e allo sviluppo del pubblico di massa, il cui gusto, in certi casi, poteva addirittura influenzare le sorti di un 1 Carzedda P., Storia della Letteratura Inglese, Newton and Compton Editori, Roma, 2005, p. 148 2 Crisafulli L.M., ElamK., Manuale di Letteratura e Cultura Inglese, BUP, 2009, pag. 284. La Passione Fisica e Morale muove, attraverso Catherine e Heathcliff, rispettivamente rappresentanti dell’una e dell’altra, le relazioni amorose; complicate, intricate: non prevedono alcun happy ending scontato (a dispetto di altri successi come Jane Eyre, della sorella Charlotte; difficile dimenticare il finale entusiastico “Reader, I married him”) e consumano i protagonisti fino a portarli, inesorabilmente, alla morte. Eccezionale sintesi, dunque, quella del Signor Lockwood al suo primo incontro con Heathcliff I know, by instinct , his reserve springs from an aversion to showy displays of feeling – to manifestations of mutual kindliness. He’ll love and hate, equally undercover, and esteem it a species of impertinence to be loved or hated again. Senza questo presupposto, infatti, non esisterebbero le basi per costruire una trama: l’agire di Heathcliff dipende esclusivamente dalla sua scontrosità e riservatezza, fin dalla sua fuga dalla Tempestosa, dopo aver origliato le confessioni di Catherine ad Ellen Dean; Heathcliff brucia undercover, per anni, come un fuoco che non abbia ossigeno, salvo poi esplodere al suo ritorno alla Tempestosa e travolgere tutti i suoi abitanti e quelli di Trushcross Grange nel suo piano di vendetta e rivalsa. La relazione principale, che permette il dipanarsi dell’intreccio centrale e delle relazioni “secondarie”, è la storia d’amore tra Catherine Earnshaw e Heathcliff (gli ha sempre, da quel tempo, servito di nome che di cognome8), che funziona da leit motif e fa da sfondo all’intero romanzo fino alla fine, quando i fantasmi dei due protagonisti possono finalmente correre insieme per le brughiere, mentre la felicità amorosa viene compiuta in terra dall’omonima figlia di Catherine ed Hareton, cugino da parte di madre di questa ma fortemente legato ad Heathcliff da un affetto filiale. 8 Brontë E., Cime Tempestose, trad. di E. Piceni, Peruzzo Editore, 1984, p. 25 Assistiamo ad uno svolgimento delle vicende matrimoniali in cui l’amore, da lei più volte palesato, di Catherine per Heathcliff viene messo da parte in favore dell’amore per le sostanze di Edgar Linton, perché le famiglie, imparentate, possano unire i loro possedimenti confinanti. La capricciosa Catherine confessa a Nelly di provare vero amore per Heathcliff, di un’intensità tale che porta all’identificazione dell’amante con l’amato, dove per identificazione intendiamo una sorta di consustanzialità delle due anime. La passione non divora nessun altro personaggio con la stessa intensità con cui logora le vite di Catherine e Heathcliff. La passione della scialba Isabella per quest’ultimo, poi, non raggiungerà mai i picchi palesati da Catherine, anzi, verrà presentata dalla Brontë come nient’altro che un capriccio o un moto di gelosia della giovane Linton nei confronti della cognata. L’interesse di Isabella per Heathcliff non è altro che una pallida espressione del fastidio descritto da Barthes9; ce ne accorgiamo quando, durante un litigio con Catherine, Isabella le rimprovera di desiderare tutta l’attenzione di Heathcliff su di sé. Ma la morte tocca inesorabile anche (tutti) i personaggi secondari – prendiamo la famiglia Earnshaw, per esempio. Il padre di Catherine e Hindley, nonché padre adottivo di Heathcliff, perde la moglie, cosa che inciderà notevolmente sul suo carattere, per non parlare dell’educazione e delle attenzioni per i figli. Al figlio, Hindley Earnshaw, toccherà la stessa sorte: la moglie, infatti, morirà di tisi, lasciandogli un erede che crescerà nell’eco delle bestemmie del padre ubriaco, rozzo e incosciente del suo stato sociale (and Hareton has been cast out like an unfledged dunnock – The unfortunate lad is the only one, in all this parish, that does not guess 9 Barthes R., Frammenti di un Discorso Amoroso, trad. di R. Guidieri, Einaudi, 2001, p. 94 how he has been cheated!10), inconsapevole del fatto che il padre si stia giocando tutti i beni di famiglia a carte. A Trushcross Grange non esistono grandi differenze: i signori Linton muoiono di una febbre polmonare, subito dopo esersi presi cura della malattia di Cathy, lasciando erede il giovane Edgar che sposerà la giovane Earnshaw. Questa, da sempre infelice dell’unione, lo lascerà vedovo, con una figlia a cui verrà dato il nome della madre. In casa Linton, sarà Isabella a morire da sola, per prima, lasciando Linton, il figlio di Heathcliff, mentre Edgar morirà alla vigilia delle nozze forzate della figlia con il nipote che, debole di natura, morirà lasciando Catherine vedova e libera di convolare a nozze con il cugino Hareton. Una strage, insomma. Unica testimone perpetua, non per niente narratrice onnisciente, seppur poco affidabile, come possiamo notare in più punti del romanzo, è Ellen Dean, sorella di latte di Hindley Earnshaw, governante dapprima alla Tempestosa, poi a Trushcross Grange e, infine, di nuovo alla Tempestosa. Importantissimo elemento di mediazione tra i due mondi, quello rose e fiori “della Grange” e quello violento e tumultuoso, spoglio e decadente della Tempestosa, Ellen svolge il ruolo di aiutante all’interno di tutte le relazioni che coinvolgono i suoi padroni, fin dall’inizio, quando, nel capitolo IX, Catherine, ancora ragazzina, le confessa la natura del suo amore per Heathcliff. 2.1 Catherine e Heathcliff. La relazione tra i due merita di essere analizzata approfonditamente dal momento che funge da pilastro per l’intero romanzo ed è, ai fini di questa tesina, la più interessante. 10 Wuthering Heights, E. Brontë, Collins Classics, 2010, p. 36 Ma i deliri di Catherine, interrotti nel corso della narrazione dalle vicende di Isabella traferitasi alla Tempestosa, profetizzano la sua stessa morte e ribadiscono il desiderio di unione con Heathcliff per l’eternità, per quanto tale desiderio non sia assolutamente permeato da un senso religioso, quanto dal desiderio di ricongiungimento con colui che era «my all in all», comunque vincolato ad un atteggiamento di sfida (è Heathcliff ad aver lasciato Catherine alla Tempestosa, non viceversa, gli aveva rinfacciato durante il loro incontro) «But Heathcliff, if I dare you know, will you venture?»16. 2.1.1 « Together, they would brave Satan and all its legions», pensa Mr Lockwood, alla notizia della morte di Heathcliff, venendo a sapere che le sue ultime volontà, ossia di essere sepolto tra Catherine e Linton, sono state rispettate. Tra i due si è innescata dall’infanzia una sorta di simbiosi che li porta a ragionare sull’altro come se non fosse altro da loro stessi; infatti «[Catherine and Heathcliff] always speak the truth about themselves to each other, and about each other to anybody who cares to listen17». Ne è un esempio la descrizione lapidaria che Catherine fa di Heathcliff ad Isabella, «Heathcliff is a fierce, pitiless, wolfish man18». Ma non solo: «[Heathcliff is] an unreclaimed creature, without refinement – without cultivation; an arid wilderness of furze and whinstone11b». 16 Credo che l’atteggiamento di sfida di Catherine nella morte sia, più che anticipazione al ricongiungimento della sua anima con l’amato, un desiderio di trascinarlo con sé. Le parole di Fedra ormai determinata al suicidio non suonerebbero troppo discordanti, in questa situazione: «Ma morendo trascinerò nella mia rovina anche un altro […]», quando Heathcliff, come Ippolito, non ha nessuna colpa nei confronti di Catherine, anzi. Heathcliff, al suo ritorno, perdona Catherine per tutto ciò che ha fatto a lui (non ciò che lei ha fatto a se stessa, però). «“Let me alone. Let me alone”, sobbed Catherine. “If I’ve done wrong, I’m dying for it. It is enough! You left me too; but I won’t upraid you! I forgive you. Forgive me!”. “It is hard to forgive, and to look at those eyes, and feel those wasted hands”, he answered. “Kiss me again; and don’t let me see your eyes! I forgive what you’ve done to me. I love my murderer –but yours! How can I?”» 17 Thormählen M., The Brontës and Religion, Cambridge University Press, 2004, p. 137 18 Brontë E., Wuthering Heights, Collin Classics, London, 2010, p. 108 11b ibid, p. 108 Nel Capitolo IX, il sogno e la confessione di Cathy a Ellen riguardo ai suoi piani matrimoniali con Edgar sono la parte fondamentale del romanzo e una sintesi eccellente del rapporto tra Cathy e Heathcliff « “If I were in Heaven, Nelly, I should be extremely miserable.” […] Heaven did not seem to be my home; and I broke my heart with weeping to come back to earth; and the angels were so angry that they flung me out, into the middle of the heath on the top of Wuthering Heights; where I woke sobbing for joy. […] I have no more business to marry Edgar Linton than I have to be in Heaven. […] It would degrade me to marry Heathcliff, now; so he shall never know how I love him; and that, not because he’s handsome, Nelly, but because he’s more myself than I am. Whatever our souls are made of, his and mine are the same, and Linton’s is as different as a moonbeam from lightning, or frost from fire”» La Brontë mette in bocca alla Cathy adolescente parole che nulla hanno a che fare con la «rappresentazione zuccherosa e blanda dell’amore»19 cui il pubblico vittoriano era abituato. Wuthering Heights fu uno scandalo: la storia d’amore tra Cathy e Heathcliff si muove «nell’universo primordiale dell’istinto e del sentimento»20 e l’autrice distrugge gli schemi del romanzo vittoriano, ne viola i tabù per fare protagonisti del suo unico romanzo due amanti travolti da un sentimento assoluto, la cui felicità è impedita dai rigidi schemi della vita borghese, ma il cui amore va ben oltre la morte. La grande novità sta nella totale assenza di giudizio negativo nei confronti dell’agire di Heathcliff che credo possiamo definire a tutti gli effetti un eroe byroniano, con tutte le sue contraddizioni, la sua vita i margini della società e, specialmente per l’altalena di sentimenti che lo portano ad essere estremamente indulgente e affettuoso con Catherine ma terribilmente crudele con la moglie. Heathcliff è il Lord Ruthven di Polidori, che trascina chiunque gli stia vicino in un abisso di morte e sofferenza; tuttavia non viene mai accusato né disprezzato duranto il romanzo, mentre, lecitamente, il lettore si potrebbe chiedere se Heathcliff sia solo quello che leggiamo o se ci sia qualcosa in 19 Carzedda P., Storia della Letteratura Inglese, Newton&Compton Ed, Roma, 2005, p. 161 20 ibid, 161 più, sotto; agli occhi del lettore Heathcliff ha alibi molto instabili e la sua reticenza a parlare di sé fa aumentare di molto i sospetti su come, ad esempio, si sia arricchito nei suoi tre anni di assenza e, altro esempio, su come sia morto Hindley, liquidato con un «He drank himself to death». È possibile, o così almeno ci lascia intendere la Brontë, che Heathcliff si sia arruolato come mercenario nell’esercito britannico, al tempo della narrazione impegnato nella Guerra d’Indipendenza americana. Lo desumiamo dalla reazione di Nelly «And you are Heathcliff? But altered! […] Have you been for a soldier?» e, in seguito «His upright carriage suggested he had been in the army». Altre parti della narrazione ne esaltano lo spirito puramente sadico: l’impicagione della cagnolina di Isabella, i presupposti del suo matrimonio con quest’ultima, la crudeltà gratuita nei confronti del rivale Edgar, cui nega la presenza della figlia al capezzale. Un amore incestuoso? È una domanda che sorgerebbe spontanea, se Heathcliff e Catherine fossero effettivamente fatelli di sangue. Non abbiamo prove del fatto che Heathcliff sia figlio del padre di Catherine (anzi, abbiamo prove a sfavore di questa ipotesi: Heathcliff, quando incontra il signor Earnshaw, ha circa 8 anni; se fosse effettivamente figlio di una relazione extraconiugale, il bambino parlerebbe Inglese, probabilmente, avendo vissuto a Liverpool, o comunque in Inghilterra, fin dalla nascita. Nelly invece, dice che il bambino «repeated over and over agin some gibberish that nobody could understand21») e, infatti, non viene adottato da quest’ultimo, dal momento che la Tempestosa passa in eredità direttamente ad Hindley. Secondo, per tutta la durata del romanzo, non c’è un solo passaggio che faccia suppore che i due abbiano fatto sesso. Infatti, se prima erano troppo giovani, al ritorno di Heathcliff, 21 Brontë E., Wuthering Heights, Collin Classics, London, 2010, p. 38 perceive the approach to some substantial body in the dark, though it cannot be discerned, so certainly I felt that Cathy was there: not under me, but on the earth. A sudden sense of relief flowed from my heart through every limb. I relinquished my labour of agony, and turned consoled at once: unspeakably consoled. Her presence was with me: it remained while I re-filled the grave, and led me home25. L’unione indissolubile di queste due anime che, dopo la morte di Heathcliff, finalmente riunite, posso scorazzare per le brughiere, sembra un ottimo punto di arrivo per un romanzo che ha sicuramente più di morte che di amore. Quella di Heathcliff diventa l’immagine dell’eroe malvagio, isolato, che sfida sia la religione che i costumi della società - il personaggio cui Goethe darà il nome di Faust; come questi, infatti, Heathcliff cerca di ottenere un dominio totale sulla realtà. Faust riesce ad ottenerlo grazie al patto con Satana, Heathcliff, invece, desidera la propria dannazione, ci si consegna, disposto a sopportarla per tutta l’eternità26 . 3. Amore e Morte in Cime Tempestose e nella Letteratura «Quando novellamente nasce nel cor profondo un amoroso affetto, languido e stanco insiem con esso in petto un desiderio di morir si sente: Come, non so: ma tale D’amor vero e possente è il primo effetto27» Questa strofa del canto XVII di Leopardi sintetizza in pochi versi l’effetto mortale dell’amore vero e possente. Difficile, a questo punto, non pensare al frammento 31 di Saffo, in cui vengono descritti i sintomi del male d’amore «e poco lontana da morte sembro a me stessa28». 25 Brontë E., Wuthering Heights, Collins Classics, 2010, pp. 304-305 26 Vedi Fielder, L. Amore e Morte nel Romanzo Americano, trad. di V. Poggi, Milano, Longanesi, 1963, p. 146-148 27 Leopardi G,. “Amore e Morte” in Canti, a cura di F. Brioschi, Rizzoli, Milano, 1974, p. 150 28 Saffo, Poesie, trad. di F. Ferrari, Rizzoli, 2011, p. 127 Il tema principale di Cime Tempestose, l’amore contrastato dalle convenzioni sociali o, semplicemente, dal rifiuto dei genitori degli innamorati, non è certo originale, anzi, è erede di una lunga tradizione di amanti che, infine, scelgono la morte non potendo realizzare in terra il loro amore. I primi a cui penso, precursori di Romeo e Giulietta, sono Piramo e Tisbe, il cui amore e la cui morte sono raccontati da Ovidio ne Le Metamorfosi29 e ripresi in seguito dal Boccaccio e da Chaucer. Questo ramo della tradizione “Amore e Morte” nella letteratura è basato sull’inganno o sulla mancanza di informazioni da parte di un amante sullo stato in vita dell’altro. Quando Catherine si accorge della scopmparsa di Heathcliff, fa ciò che ritengo più razionale possibile: si mette lei stessa in cerca dell’amico. Né Catherine né Heathcliff mostrano segni “esterni” del loro amore: pallori, sudori freddi, tremiti. Come detto prima, Cime Tempestose non è un romanzo frivolo in cui le signore protagoniste non perdono un’occasione per svenire. L’amore di Catherine ed Heathcliff è troppo elevato per limitarsi a pallori e tremori; è molto più intenso, impetuoso, tempestoso. Forse è proprio questo uno degli aspetti più originali di Wuthering Heights: rispetto al periodo in cui è stato scritto, la tragicità della vicenda, per quanto intricata e, onestamente, poco verosimile, risulta molto più trascinante (motivo per cui fu definito “osceno”) e accattivante di molti altri romanzi che si concludono con un happy ending ormai codificato da anni e anni di tradizione e di approvazione da parte del pubblico. All’epoca, poi, una delle forme letterarie più diffuse era il Bildungsroman. Se Wuthering Heights non ha nulla del romanzo di formazione, ha però molto, come accennato in precedenza della tragedia classica: «è necessario, infatti, comporre la trama in modo tale che chi 29 Publio Ovidio Nasone, Le metamorfosi, libro IV, 55-166, Rizzoli, Milano, p. 50 ascolta i fatti accaduti rabbrividisca e provi compassione per ciò che accade […]30». Infatti, gli espedienti per far rabbrividire il lettore esistono: quest’amore malato, simbiontico, spettrale, distruttore, che per tanti versi ricorda l’amore di Giorgo per Fosca31 e che, inutile ripeterlo, non conosce soluzioni diverse dalla morte. Dire che Cime Tempestose è un romanzo d’amore, a mio parere, è riduttivo: è come dirlo di Madame Bovary o di Anna Karenina; è ovviamente il tema principale, ma divide la scena con la morte, sua eterna antagonista. A differenza di Madame Bovary, che si muove su un piano molto realistico, fatto di vita sociale, teatri e stoffe raffinate, cui Charles non è interessato, Cime Tempestose si muove su un piano molto più primitivo e molto meno intellettuale; non è un mistero che Catherine ed Heathcliff crescano come due selvaggi, mentre Emma riceve un’educazione rigida e, spesso, si autoimpone digiuni e notti di preghiera, vola con la fantasia e vive di romanzi; Catherine è pragmatica e conta di fare un sacrificio, sposando Edgar, che la aiuti non tanto a realizzarsi socialmente, quanto ad innalzare Heathcliff per permetterle di sposarlo in futuro. I personaggi di Cime Tempestose non trovano conforto nella religione, né nella letteratura. Si muovono come animali in gabbia, frenetici ed isterici, finché decidono di lasciarsi morire. La tradizione dell’espressione d’amore per l’amato morto che torna a far visita al vivo comincia con le Elegie di Properzio; come già in Dante e Petrarca, la donna amata, una volta morta assume tutt’altro aspetto – viene ulteriormente idealizzata; l’amore tereno viene purificato con le lacrime di dolore versate in morte dell’amata. 30 Aristotele, Poetica, trad. di D. Guastini, Carrocci, Roma, 2010, p. 75 31 Tarchetti I. U., Fosca, Mondadori, Milano, 2009
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