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Trattati di pace: La riorganizzazione geopolitica europea dopo la prima guerra mondiale, Schemi e mappe concettuali di Storia

Dopo la fine della grande guerra, la necessità di ristabilire l'intesa politica portò alla stipula di cinque trattati di pace, che coinvolsero la ridisegnazione della carta geopolitica europea e l'imposizione di condizioni ai vinti da parte dei vincitori. La genesi dei trattati di versailles, saint-germain-en-laye, trianon, neuilly e sèvres, che portarono alla dissoluzione di austria-ungheria e all'emergere di nuove nazioni come cecoslovacchia e jugoslavia.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 05/09/2022

parmig
parmig 🇮🇹

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Scarica Trattati di pace: La riorganizzazione geopolitica europea dopo la prima guerra mondiale e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia solo su Docsity! I trattati di pace Terminata la “Grande Guerra”, si manifestò la necessità di rinsaldare l’intesa politica mediante negoziazioni, che si rivelarono per la maggior parte ambigue e inconcludenti (come nel caso della mancata assegnazione all’Italia della Dalmazia e di Fiume, accaduto che funse da pretesto agli italiani –con a capo D’Annunzio – per lamentarsi della cosiddetta “vittoria mutilata”). Pertanto, a partire dal 1919 i membri dell’Intesa –Francia, Regno Unito, Italia e Usa –formarono la Conferenza di Parigi, incentivando la stipula di cinque trattati di pace, che derivarono dall’esigenza di ridisegnare la carta geopolitica europea e, conseguentemente, implicarono l’imposizione ai vinti di condizioni concertate dai vincitori. Le nazioni trionfanti, da vere democrazie liberali, espressero le loro ambizioni territoriali, che cozzavano con il principio di autodeterminazione dei popoli, propugnato dal presidente americano Wilson. Questi aveva peraltro promosso, tramite la discussione dei 26 articoli del Covenant, l’istituzione a Ginevra di un nuovo organismo internazionale, la Sdn (Società delle Nazioni), preludiata dal Trattato di Versailles del 28 giugno 1919. L’accordo da una parte soddisfece il desiderio di umiliazione e annientamento della Germania nutrito dalla Francia, ma dall’altra indignò i tedeschi, che lo soprannominarono spregiativamente “Diktat”. Essi, infatti, si videro deprivati di circa 6 milioni di cittadini e 70.000 chilometri quadrati di territori, nel cui novero rientravano le loro colonie (protagoniste del sistema di prima sperimentazione del “mandato”), Alsazia e Lorena, Schkeswig del Nord, Alta Slesia, Posnania e la regione dei Sudeti. Al danno si aggiunse la beffa di dover pagare 132 miliardi di marchi-oro, ridimensionare esercito e flotta, penalizzare le miniere della Saar e la riva sinistra del Reno, assoggettate da quel momento in avanti al controllo francese. Nel settembre 1919 l’Austria firmò il Trattato di Saint-Germain-en-Laye, che le vietò di unirsi a Berlino senza l’approvazione della Sdn e nel giugno dell’anno successivo fu la volta dell’Ungheria, neorepubblica (Trattato del Trianon). L’Austria-Ungheria fu definitivamente dissolto come Stato, mentre acquisirono identità giuridico-politica la Cecoslovacchia e la Jugoslavia, rispettivamente novella repubblica ed ex Regno dei Serbi, Croati e Sloveni. La Bulgaria sottoscrisse nel novembre del 1919 il Trattato di Neuilly, sacrificando parte dei propri territori per la pace. Nell’agosto del 1920 il Trattato di Sèvres portò alla disgregazione dell’Impero ottomano (ridotto alla sola Turchia), i cui possedimenti meridionali finirono nelle mani di Francia (Siria e Libano) e Inghilterra (Iraq e Palestina).
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