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Claude-Henri de Saint-Simon (XVIII - XIX secolo d.C.), Appunti di Storia Del Pensiero Politico

La vita e le idee di Claude-Henri de Saint-Simon, tra cui la sua visione di una società tecnocratica in cui le classi produttrici detengono il comando e la sua proposta di un Parlamento generale al di sopra di tutte le nazioni europee. Inoltre, si delinea il contesto storico dell'Europa del XIX secolo e il processo di unificazione europea.

Tipologia: Appunti

2019/2020

In vendita dal 17/09/2022

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Scarica Claude-Henri de Saint-Simon (XVIII - XIX secolo d.C.) e più Appunti in PDF di Storia Del Pensiero Politico solo su Docsity! Claude-Henri de Saint-Simon Claude-Henri de Saint-Simon, vissuto tra il XVIII e il XIX secolo, nasce in una famiglia aristocratica che aveva perso la propria forza economica. La sua vita, infatti, è caratterizzata dall’indigenza, che lo spinge inizialmente a accettare dei lavori modesti e successivamente a vivere della carità dei propri discepoli. Inoltre, egli arriva addirittura a tentare il suicidio. Saint-Simon considera la proprietà privata come la fonte del desiderio di sopraffazione e mette in evidenzia l’antagonismo tra la classe che vive nell’ozio e la classe che produce, non adeguatamente valorizzata. La classe dei lavoratori, infatti, è l’unica classe di cui non si può fare a meno e per questo motivo essa non dovrebbe occupare l’ultimo posto all’interno della società. Dunque, egli ritiene che l’ordine sociale debba essere abbattuto attraverso, però, dei mezzi pacifici. Egli si fa sostenitore di un’utopica società tecnocratica, nella quale le classi privilegiate sono emarginate e le classi produttrici detengono il comando. Saint-Simon è considerato uno dei padri del processo di unificazione europea. Con il Congresso di Vienna del 1814-1815, dopo il quale i vecchi sovrani europei ritornano sui propri troni in base al principio di legittimità, si delinea l’immagine di un’Europa che teme nuove sciagure e desidera finalmente una pace duratura. Spinto da questo particolare contesto storico, egli scrive “La riorganizzazione della società europea”, sostenendo che l’Europa necessiti di una nuova organizzazione. Secondo Saint-Simon, ciascuno Stato dev’essere governato da un Parlamento nazionale che, a sua volta, riconosce la superiorità di un Parlamento generale al di sopra di tutte le nazioni, che ha il potere di giudicarne gli eventuali contrasti. Egli pensa a quest’ultimo come un Parlamento bicamerale, guidato da un re e formato da una Camera dei Pari e una Camera dei Deputati, composta da membri delle classi produttrici in grado di rendersi conto degli interessi generali della collettività e di indicare i mezzi più adatti a conseguirli. Egli ipotizza che circa 60 milioni di europei siano in grado di leggere e scrivere e quindi abbiano il diritto di votare. Questi, attraverso delle corporazioni, hanno quindi il compito di eleggere i 240 rappresentanti del Parlamento, che rimangono in carica per 10 anni. L’ESPERIENZA HA DIMOSTRATO CHE L’ISTITUZIONE PARLAMENTARE È L’UNICA VERAMENTE IN GRADO DI PERSEGUIRE GLI INTERESSI DELLA COLLETTIVITÀ CHE RAPPRESENTA.
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