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Coco Chanel, appunti sulla propria vita, Sintesi del corso di Costume E Moda

Vita di Coco Chanel, più approfondimenti

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 05/03/2021

Dalila.11
Dalila.11 🇮🇹

5

(2)

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Scarica Coco Chanel, appunti sulla propria vita e più Sintesi del corso in PDF di Costume E Moda solo su Docsity! Coco Chanel 1883-1971 Coco chanel nata il 19 agosto 1883 da padre Albert un venditore ambulante occasionale, bevitore donnaiolo il quale trascino moglie figli in una vita miserabile. Jeanne, la madre, era una donna delicata è malata di asma la vale morì dopo aver avuto cinque figli a 33 anni nel 1895. Da 12 a 18 anni chanel visse nell’istituto delle suore del sacro cuore di Maria, a 18 anni dovette lasciare l’orfanotrofio e venne trasferita al pensionato di Notre Dame. La vita pubblica di Gabrielle cominciò a Moulins, Quando, terminato il suo internato da orfana, bene messa a lavorare alla Maison Grampayre, un negozio di biancheria e maglieria insieme a sua zia Adrienne.Moulins È una piccola cittadina che aveva due caratteristiche fondamentali: da una parte organizzata per le vacanze e divertimenti come caffè concerti corse di cavalli, dall’altra era luogo distanza di diversi reggimenti militari. Gabrielle e Adrienne Rimasero per un anno in negozio come commessa e sarte, per poi aprire una piccola attività in proprio affittando una stanza in cui c’è il sale quelle riparazioni che fino ad allora avevano fatto per la maison. Chanel terzo tempo libero, che trascorreva tra caffè all’aperto e la rotonde, un padiglione in cui diremo lo spettacolo di caffè concerto, tento la velina di cantante: ma nonostante la sfrontatezza e la determinazione non aveva neppure quelle minime doti canore e che avrebbero potuto permetterle di salire su un palcoscenico.Di quel periodo rimasto solamente il soprannome, cocco, dal ritornello di una delle sue canzoni, e alcune foto che la ritraggono con abiti che evidentemente si era cucina da sola e che lasciavano trasparire i primi segnali di un gusto che non avrebbe mai modificato: quello della semplicità. A Royallieu, Chanel, scoprire un altro mondo: quello delle scuderie, delle corse, della vita spartana isolata. Fin dalla sua entrata in orfanotrofio dovete essersi resa conto che la sostituzione del povero abito che aveva vestito la sua infanzia incerta una divisa nera, uguale a quella di un trio compagni, la metti in una società in cui acquisivano un ruolo è un’insicurezza uniforme. Ma non informi non significava solo ruoli marginali temporanee: quella degli ufficiali di cavalleria per esempio, era un segno di riconoscimento di grande rilevanza sociale, che lasciava anche spazio una qualche libertà personale. Più tardi, giunta a Royallieu, scoprì un altro uniforme: quello stava gli uomini che si occupavano dei cavalli. La sua esperienza le aveva fatto conoscere solo di abbigliamento: quello Maschile e le uniformi, che ritiene certamente più adatti alla vita che stiamo conducendo. Le fotografie di chanel di questi anni la mostra una cavallo che sia da uomo, le corse con capelli senza dichiarazioni, a casa con gonna, camicia e cravatta. Chanel non si cimenta subito con gli abiti, ma parti modificando i capelli acquistava versi: elimina gli elementi decorativi troppo pesanti, riduceva le forme, di rendeva più portabile dati alla vita che conduceva fra la campagna cavalli. Presto la tua abilità del tuo interesse fra le donne che frequentavano Royallieu E la cosa dovete suggerire l’idea di tentare questa strada e mi raggiunge l’indipendenza. Chiesa a Balsan di aprirle una copisteria a Parigi nel 1909 L’ ottenne. l’attività ebbe un immediato successo nel giro delle amiche delle corse, ma Gabrielle non era una vera modista e quindi aveva difficoltà nel mettere in pratica le proprie idee. Contattò Rabaté, una promessa del mestiere, la quale accettó la proposta di lavorare con lei, portando com sé due vere lavoranti: finalmente la modisteria poteva partire con tutte le garanzie. Sostenitori dell’iniziativa, prima in senso ideale puoi anche finanziario, era stato Capel (detto Boy), un homo da fare inglese ovviamente appassionata di cavalli. In tutti i resoconti successivi di Gabrielle fu presentato come “uomo fondamentale della sua vita”; quel foglio dalla economico, nel 1910 lasciò l’appartamento in cui aveva iniziato e affittó la prima sede di Rue Cambon, la stessa in cui si trova tuttora la Maison Chanel. gli anni 1910 e 1911 segnare primo successo: le riviste cominciare una pubblicare i tuoi capelli indossa dire attrici famose, ma la pubblicità maggiore bene dai capelli indossati da Gabrielle Dorziat, questo avvenne sulle scene del teatro Vaudeville. L’attrice, considerato una specie di gabbia della moda parigina, aveva la patti bravo lista di un adattamento teatrale e gli abiti scena erano stati commissionati a uno dei grandi sarti di Rue de la Paix, Jacques Doucet. Chanel fece di tutto per fornire i copricapi e realizzò due paglie senza fronzoli e pennacchi che, ovviamente, vennero immediatamente riprese dalle riviste di costume. Durante l’estate la coppia seguì l’alta società parigina che, per allontanarsi dai cattivi presagi, si recò a Deauville, in Normandia. Questa era una cittadina di mare in cui, ormai da decenni, i parigini e londinesi si recavano per la villeggiatura.. Gabriella e Boy intuirono che quello poteva essere il luogo in cui iniziare una vera e propria attività di moda tanto che, boy, le finanziò l’apertura della sua prima vera boutique situata nella via più eleganti della città. Le signore erano le stesse di Parigi, ma le loro esigenze erano un po’ diverse: gli sport lentamente stavano entrando a far parte dello stile di vita vacanziero anche il mare e la spiaggia esercitavano un’attrazione nuova. La moda balneare dell’epoca, prevedeva abiti di lino bianco ricamati e decorati di pizzo “valenciennes”, scarpe con quattro cinturini abbottonati, tre giri di perle e cappelli a “punto Inghilterra” ricoperti di piume e fiori. Lei stessa di chiaro che nemmeno 114 non c’erano vestiti sportivi, le donne assistevano gli sport come le dame dal cappello a cono assistevano ai tornei. Ancora una volta, chanel, si capovolse nell’abbigliamento maschile: nel guardaroba inglese di Boy esistevano indumenti pensati apposta per lo sport e per le occasioni non formali da cui poteva prendere spunto. Cominciò a produrre capi da vendere nella boutique: pullover sportivi, blazer di flanella, tutto copiato ovviamente dagli indumenti di Boy; ebbe così inizio la sua prima esperienza ufficiale di sarta. La guerra Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, Deauville si svuotò: tutti tornarono a casa tranne Chanel. Tale scelta risultato alla fine positiva: alla fine del mese i tedeschi cominciare un’invasione della Francia e fu uno fermati poco lontano da Parigi. Deauville divenne la meta di una fuga precipitosa della capitale, le ville furono riaperte e le signore cominciare una vita inusuale: non potevano considerarsi in vacanza, ma lo stesso tempo lontane dalla normalità della città. Per affrontare la nuova situazione iniziarono rifacendosi il guardaroba nella boutique chanel, poiché l’unica aperta, e comprarono gonne diritte, Giacche alla marinara, camicette, scarpe a tacco basso e cappelli di paglia: una divisa adatta per camminare a piedi e per svolgere attività quotidiane. Inoltre, le uniformi delle cameriere degli hotel, distribuite alle volontarie per ordine dell’ufficiale medico, vennero affidate a Chanel che le adattó alla nuova necessità. Oltre a Parigi e Deauville, la società del lusso aveva scoperto anche un altro luogo ovvero Biarritz. La vicinanza del confine spagnolo aveva trasformato la cittadina basca in centro di attrazione soprattutto per gli imboscati e per quelli che stavano approfittando della guerra per arricchirsi E insieme a loro c’era anche la buona società spagnola che veniva in vacanza. Boy e Coco decisero di ripetere l’esperimento di Deauville, ma questa volta con maggiori pretese: aprirono una vera e propria maison de couture che fu collocata in una villa posta di fronte al casinó. L’attività fu affidata ad Antoinette, affiancata da abiti premières e fu fornita direttamente da Parigi. La clientela comprendeva evidentemente i nuovi ricchi che si erano rifugiati a Biarritz, ma fu soprattutto l’élite spagnola a scoprire la nuova moda e a decretarne il successo: gli ordini fioccavano dalla corte di Madrid e dalle signore di Bilbao. Chanel pensa di proporre modelli realizzati a tricot, ma la lana e le lavoranti necessarie mancavano. La soluzione si presenta in modo quasi fortuito: acquistó interi stock di jersey ( una maglia a filo continuo fatta con macchine da maglieria) da Rodier, uno degli industriali tessili più importanti di Francia, specializzato nella produzione di stoffe di lusso per l’haute couture. Coco capì che quel materiale così sobrio, di un banale colore nocciola, poteva diventare uno modello di eleganza. Anche le difficoltà nel cucirlo potevo essere volte in positivo, eliminando le lavorazioni inutili, decorazione non indispensabili in favore di un’assoluta semplicità. Le “sue” donne potevano camminare diritte e agili in vestiti che non costringevano il corpo e si fermavano alla caviglia: non avevano bisogno né dell’aiuto maschile per salire su un automobile né di un cameriere per vestirsi e spogliarsi: l’abito le rendeva autonome. E allora, se gli uomini Avevano adottato una divisa che li rendeva abile al lavoro, alla professione, lo sport, l’uso del corpo e non alla sua ostentazione, le donne devono fare altrettanto. L’idea che solo i ricami e le piume e i vitini di vespa fossero eleganti era ormai superata: l’eleganza veniva dalla funzionalità e dell’adeguatezza alla situazione. Nel 1916 la stampa si accorse di lei e Bazar pubblico per prima un suo modello: una specie di camicione morbido lungo fino alla caviglia, con una profonda scollatura a punta, le maniche a guanto e una lunga fusciacca annodata sui fianchi, completato da una blusa semplicissima con il colletto a revers.  L’abito era decorato da ricami che sottolineavano lo scollo, i polsi, l’orlo e le donne del vecchio mondo e che, al contrario, comunicasse l’identità e ruolo sociale di quelle del nuovo. “Il cinema a l’America” Il 29 ottobre 1929 ci fu il crollo della borsa di Wall Street, e nel giro di un anno fu evidente che anche la moda parigina ne sarebbe rimasta con volta: ormai il lusso era diventato irraggiungibile per una parte sempre maggiore della popolazione e gli americani erano tornati rapidamente a casa. L’America era diventata non solo povera, ma anche austera: nessuno si sentiva abbastanza cinico da ostentare una ricchezza che altri avevano perso nella maniera più brutale e improvvisa==> la moda degli anni venti non era più “di moda” e questo significava che la l’Haute Couture parigina rischiava di perdere la sua vera clientela, quella americana. Chanel si è accorse di tutto questo, ma soprattutto capì che lo stile di vita del nuovo decennio non sarebbe nato né a Parigi né in Europa, ma gli Stati Uniti. In particolare intuì che bisognava studiare lo strumento di comunicazione e spettacolo che stava cambiando il modo di pensare di mezzo mondo: il cinema.Il teatro aveva perso il suo ruolo nella cultura popolare: non era più in grado di imporre né modelli di riferimento né di mode a un pubblico di massa. Un film raggiungeva in un tempo brevissimo una quantità di spettacoli quale probabilmente il teatro non aveva toccato in tutta la sua storia. Le dive, quelle cui il mondo intero guardava per innamorarsi, vestirsi, truccarsi e pettinarsi, venivano da Hollywood. Andare negli stati uniti era facile: Hollywood stava coinvolgendo tutta una serie di personaggi legati alla cultura francese cui l’industria Cinematografica offriva occasioni in ripetibili per aggiungere una fame insperata e guadagnare cifre da capogiro. Nel 1931 anche chanel decise di fare l’esperienza americana accettando l offerta di Goldwyn, ovvero quelle di vestire alcune dive all’interno dei film e nella propria vita privata. Nel marzo 1931 chanel partì alla volta di Hollywood per rendersi conto dell’ambiente e per capire quello che avrebbe dovuto fare, vide come si girava un film, incontró i capi della reparto costumi e imparó dai più bravi cosa volesse dire “fotogenico”. A Hollywood scoprì un tipo di donna che aveva definitivamente superato il modello ottocentesco, ma che era diversa anche da quella che aveva vestito per un decennio. Il cinema stava proponendo all’immaginario collettivo una figura femminile tanto emancipata da poter recuperare anche dei mezzi di seduzione, quella frivolezza e quel sex appeal che gli anni 20 avevano rifiutato. Nel momento in cui tornano Europa fece due cose; innanzitutto una collezione ispirata a quanto aveva visto negli stati uniti: facile e contesto di poco costosi, ma anche con abiti da serata dalla linea nuova e scivolata in sbieco sul corpo, e poi comincio a lavorare al primo film di Goldwyn. “Moda anni trenta” Il panorama della moda degli anni 30 risultava molto più variegato rispetto a quello del decennio precedente. Se Vionnet era inconfondibile Per la sua straordinaria sapienza sartoriale e Schiaparelli per la sua fantasia provocatoria, Coco dovete specializzarsi in modelli piu facili da indossare rispetto a quelle delle due rivali, ma con molte deroghe all’assoluta semplicità degli anni 20. Il mercato chiedeva più fantasia, più glamour e anche chanel iniziò ad utilizzare il tulle, il merletto, i ricami di paillettes per realizzare abiti dall’aria romantica;Anche il tailleur conquistó una vera giacca costruita con una tecnica più sartoriale e femminile. I fiori, poi, da posare in testa o da appuntare allo scollo della cintura suggerivano immagini del paesaggio; chanel non rappresentava la moda di punta del momento, se non nella produzione di accessori. “La rottura del 1936” In questo periodo iniziarono forme di scioperi da parte tutti lavoratori francesi, e questo avvenne anche da parte delle operai della maison Chanel. Gabriella affrontó la cosa come se si fosse trattato di una sfida personale e rifiutó di ricevere le delegati sindacali, non riconoscendone il ruolo. Come risposta, l’è scioperanti le impedirono l’accesso nella maison tanto da portare chanel a a licenziare 300 persone. Propose di donare l’azienda alle lavoratrici, conservando per se la direzione, ma le fu opposto un rifiuto: In realtà quello che gli operai francesi rivendicavano era proprio il rapporto con i propri dirigenti: volevano contratti collettivi, la settimana lavorativa di 40 ore e le ferie pagate. Di fronte a rischio di essere messa nell’impossibilità di realizzare la collezione dell’autunno, Chanel dovette cedere. Il successo di Schiaparelli, tra l’artro, continuava a crescere, costringendo Chanel a confrontarsi con lei sul mercato della moda; rispose creando capi che prevedevano colori brillanti e modelli in sintonia con le tendenze del travestimento giocoso: dal 1938 comparvero nelle sue collezioni prime forme ispirate a vestiti da festa dei contadini o degli zingari; gonne ampie di taffetas multicolore, a righe o a quadri, maniche al buffo, pantaloni colorati. Nonostante ciò le sue collezioni continuarono a presentare i capi che l’avevano portata al successo: tailleur semplici, abiti neri con il colletto bianco ecc, realizzati sempre con grande esperienza, ma che non erano in grado di fare proposte davvero alternative alla concorrenza presentava da Schiaparelli e Vionnet. “La seconda guerra mondiale e la chiusa della maison” Nel 1939 chanel chiuse la maison, lasciando aperta solo la boutique che vendeva profumi. Negli anni della guerra chanel visse al Ritz, dove si era stabilita dal mio 1934. Qui visse la tua ultima storia d’amore, con un ufficiale nazista molto più giovane di lei che la coinvolse in un improbabile operazione di spionaggio. Nel 1944, dopo la liberazione di Parigi, fu arrestata dal comitato d’epurazione e interrogata, rilasciata tre ore dopo e appena poté partì per la Svizzera dove rimase per nove anni in volontario esilio trovando così la solitudine. “Il ritorno alla moda” Tornata a Parigi prese la decisione di riaprire l’atelier; il 30 settembre 1953 Coco mandó a Carmel Snow una lettera in cui affermava che durante l’estate si era convinta che sarebbe stato divertente rimettersi a fare il proprio lavoro. Chanel riapparse nella sfilata del 1954: compratori, fotografi, giornalisti, accorsero convinti di assistere a una nuova rivoluzione, ma non si aspettavano quello che videro. Non lo capirono e interpretarono la collezione con una semplice riedizione della moda degli anni 20; la stampa reagì in modo impietoso tanto che a 71 anni chanel incassó il colpo ma decide comunque di continuare. “Il tailleur di Chanel “ Il suo proposito era costruire una divisa o una “macchina” perfetta per vestire il corpo femminile, realizzare un vero oggetto di design, studiato per rispondere a diverse esigenze: il movimento, l’eleganza,la duttilità. Le collezioni comprendevano modelli da giorno e da sera, ma l’oggetto intorno al quale si concentó la ricerca fu il tailleur.Anche i materiali che Chanel utilizzò furono i più diversi: dal jersey al velluto, dal merletto alla mussola al lamé, ma quello che passerà alla storia con il suo nome fu il “tweed”. Un tweed particolare, morbido, trama larga, tessuto con fili di fibra e torsioni diverse in modo da ottenere un effetto elastico e spugnoso. Il completo era composto di tre pezzi: una giacca, una gonna o un vestito senza maniche e una blusa ==> Per evitare che il tweed, materiale molle, si deformasse, fodera e tessuto facevano corpo unico: erano percorsi da un’impugnatura caratteristica che costituiva una sorta di imbottitura. Per conservare la caduta a piombo di questi materiali estremamente leggeri, una catenella piazzata in fondo alla giacca assicurava una verticalità all’insieme. Queste catenelle, simbolo di chanel, si trovano anche qualche volta in fondo alle bluse di seta alle quali davano una caduta morbida. Chanel riprese la produzione dei tuoi bijoux, ma questa volta limitando la gamma tematica alle catene e alle perle: le cinture decorate, gli orecchini con la grande perla barocca, le collane, bracciali, i bottoni. Ridusse fiori alle camelie bianche da appuntare sull’abito o sul nastro nero che legava i capelli, recuperò i suoi cappelli e inventò alcuni complementi nuovi indispensabili al suo tailleur: nel 1955 la borsetta 2.55 di pelle impunturata, sostenuta da una catena dorata e più tardi i sandali con la punta di colore contrastante. Lo stile di chanel era diventato in poco una valida alternativa a New Look, un sistema vestimentario moderno ed elegante , destinato a chi non voleva sottoporsi alla scomodità di busti e crinoline o voleva poter cambiare aspetto nella diverse occasioni della propria vita. Chanel morì il 10 gennaio 1971 al Ritz a 88 anni in una domenica: unico giorno possibile poiché non lavorava.
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