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coco chanel e la vita, Appunti di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

coco chanel e la sua vitra privata

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 05/07/2020

Alessia554
Alessia554 🇮🇹

4

(22)

79 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica coco chanel e la vita e più Appunti in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! Coco Chanel, pseudonimo di Gabrielle Bonheur Chanel (Saumur, 19 agosto 1883 – Parigi, 10 gennaio 1971), è stata una celebre stilista francese, capace con la sua opera di rivoluzionare il concetto di femminilità e di imporsi come figura fondamentale del fashion design e della cultura popolare del XX secolo. Ha fondato la casa di moda che porta il suo nome, Chanel. Gabrielle Bonheur Chanel nacque il 19 agosto 1883 in un ospizio dei poveri a Saumur, da Henri-Albert Chanel e Jeanne DeVolle. Il padre di Gabrielle era un venditore ambulante che girovagava per i mercati dell'Auvergne, tra i monti della Francia sudorientale. La famiglia si trasferì poco dopo a Issoire. In seguito alla morte della moglie, Albert prese con sé i figli per abbandonarli nuovamente presso la residenza della propria madre, a Vichy[1]. La donna non poté occuparsi personalmente dei bambini e i due maschi, Lucien e Alphonse, vennero quindi mandati a lavorare presso un'azienda agricola. Le tre sorelline Chanel, invece, furono affidate alle suore della congregazione del Sacro Cuore, presso l'orfanotrofio di Aubazine[2]. Nelle collezioni di Chanel si può percepire l'influenza degli anni di vita monacale. Come fa notare Karen Karbo, le suore hanno ispirato in Mademoiselle l'«amore per il bianco ed il nero» e l'«austerità»[3]. Superato il limite di età per restare all'orfanotrofio, Julie e Gabrielle detta Coco vennero mandate presso una scuola di apprendimento delle arti domestiche di Notre Dame. Coco compì diciotto anni nel 1901 e iniziò a lavorare come commessa a Moulins, presso il negozio di biancheria e maglieria Maison Grampayre. Lì mise a punto le nozioni di cucito apprese dalle suore di Notre Dame e approfondite con la zia Louise. Étienne Balsan Negli stessi anni in cui lavorava presso la bottega Maison Grampayre, intraprese una breve carriera come cantante presso un caffè-concerto. Sembra che il soprannome Coco derivi dalla canzone Qui qu'a vu Coco?, in cui Gabrielle si esibiva. La prima svolta nella vita di Gabrielle è l'incontro con il suo primo amante, Étienne de Balsan. Chanel incontrò Balsan nel 1904. Quando i due si conobbero, presso uno dei caffè-concerto di Moulins, lei aveva 21 anni e lui 24. Balsan fu anche il primo finanziatore della stilista. Figlio di imprenditori tessili e ufficiale di cavalleria, Balsan invitò Chanel a trasferirsi presso il suo castello a Royallieu, nel 1908. La loro storia durò otto anni. Royallieu Come scrive Karen Karbo nel suo libro, «lo stile rivoluzionario di Coco Chanel» sembrava essere «una risposta istintiva al fatto che non s'integrava con la gente cool di Royallieu»[4]. Al castello alloggiava anche l'altra amante di Balsan, Emilienne D'Alençon, che lo lasciò presto per un fantino. Balsan era un appassionato di cavalli e di corse, perciò Chanel si ritrovò a passare le sue giornate nelle stalle dei purosangue del suo amante. Imparò a cavalcarli e destò l'ammirazione non solo di Balsan, ma anche dei suoi amici. Probabilmente fu proprio la vita equestre che le ispirò successivamente i pantaloni da cavallerizza e le cravattine lavorate a maglia. Nonostante Balsan non comprendesse il desiderio creativo di Chanel e la sua voglia di lavorare, la assecondò, permettendole di creare cappelli presso il suo appartamento parigino, in Boulevard Malesherbes[5]. Intorno al 1909 Coco Chanel iniziò la sua carriera realizzando cappellini[6]: in un'epoca in cui vigevano cappelli sontuosi - ricoperti di piume e impossibili da indossare senza l'elaborata struttura di sostegno, chiamata Pompadur - i cappellini di paglia di Chanel, ornati da semplici fiori in raso o singole piume, scioccarono. La sua prima cliente fu proprio Emilienne D'Alençon, che sfoggiò la creazione di Gabrielle all'ippodromo di Longchamps.[7] Attraverso la rete di amicizie di Balsan, Chanel formò la sua prima clientela. Boy Capel e Rue Cambon Presso la residenza del suo primo amante, Chanel incontrò quello che viene considerato l'amore della sua vita[8], Boy Capel. Boy era un industriale di Newcastle, che si occupava dell'esportazione del carbone. A differenza di Balsan, Capel incoraggiò e finanziò il lavoro di Chanel. I due andarono a vivere insieme a Parigi, dove Capel le anticipò i soldi per permetterle di aprire la sua boutique in Rue Cambon 31[9]. Coco e Boy non si sposarono mai a causa del divario sociale che li separava, essendo appunto Chanel un'orfana di incerte origini e Capel un rappresentante dell'alta borghesia. Un'altra causa fu il fatto che Boy mise Chanel davanti ad una decisione: "l'amore della sua vita o il lavoro", mettendola al corrente che avrebbe sposato un'altra donna. Lei inconsapevolmente scelse il lavoro[10]. Nel 1912, quando il negozio era già ormai avviato da due anni, Chanel iniziò a vendere, oltre ai suoi cappellini, anche capi di vestiario come maglioni, gonne e qualche vestito. Suzanne Orlandi[11] indossò il primo vestito firmato Chanel, un abito in velluto nero ornato da un semplice colletto bianco, proprio perché Coco sosteneva che « […] il nero conteneva tutto. Anche il bianco. Sono d'una bellezza assoluta. È l'accordo perfetto»[12]. Il bianco ed il nero non sono gli unici colori utilizzati da Chanel, che impiegò nei suoi abiti anche tonalità come il beige, il grigio e il blu marine[13]. Nello stesso anno, in circostanze ignote, venne a mancare la sorella maggiore di Chanel, Julie. Coco non poté però prendersi cura del nipotino André perché, al tempo, la legge non permetteva l'affidamento di un bambino ad una donna non sposata.[14]. Gli anni dieci Deauville Nel 1925 Chanel inizia la frequentazione del duca di Westminster, Hugh Richard Arthur Grosvenor, noto come Bendor. Fu lui che fece nascere in lei l'interesse per il tweed scozzese[32]. Lo stesso anno a Parigi si tenne l'Exposition des Arts Décoratifs et Industriels Modernes, una rassegna delle innovazioni nelle arti applicate, che segnò la disfatta dello stilista Paul Poiret, rivale di Coco. Chanel imponeva il nuovo stile la cui parola chiave era comodità, Poiret non seppe adeguarsi e il richiamo alla Belle Époque dei suoi capi segnò il tramonto della sua era. Il 1926 per lei fu l'anno del debutto del tubino nero[33], la petite robe noire, che la rivista statunitense Vogue dell'epoca elogiò, paragonandolo a un'automobile[34]. Chanel procedeva nella sua ascesa e nel 1928 la sua maison parigina si trasferì da Rue de Cambon 21 al numero 31, dove occupò ben tre piani. Nel 1927 gli abiti sportivi firmati Chanel arrivarono anche oltremanica, nel quartiere di Mayfair a Londra, dove venne aperto il nuovo negozio di Coco[35]. Chanel Nº 5 Negli anni venti, Coco intraprese una relazione col Granduca Dmitrij Pavlovič, cugino dello zar Nicola II, che conobbe a Biarritz. Nel 1921 uscì sul mercato il suo profumo Chanel Nº 5[36], messo a punto con l'aiuto del profumiere Ernest Beaux, presentatole da Pavlovitc. Beaux era figlio del profumiere dello Zar, emigrato in Francia a causa della Rivoluzione russa, e aveva realizzato in Russia (non ancora Unione Sovietica) un Eau de Catherine - nome poco consono ai tempi e al luogo - che, con qualche accorgimento, sarebbe diventato il profumo di cui era alla ricerca Coco in Francia[37]. La fragranza era del tutto innovativa, in un'epoca in cui iniziavano a farsi timidamente largo i profumi di sintesi. Il profumo di Chanel venne realizzato artificialmente, con molecole sintetiche. Nasceva così un nuovo ideale di profumo «[…]frutto di una fabbricazione, un profumo femminile» che odora «di donna, perché una donna deve odorare di donna e non di rosa»[38]. La fragranza prese il nome di Nº 5 in quanto corrispondeva alla quinta essenza scelta da Chanel (ma si dice anche che il 5 fosse il suo numero preferito[39]). Nel 1924[40], Chanel entra in società con i fratelli Paul e Pierre Wertheimer, proprietari della casa di profumi e cosmesi Les Parfumeries Bourjois, che acquistarono i diritti sulla produzione di profumi e prodotti di bellezza col marchio Chanel. In seguito alla fondazione della società e all'enorme successo dello Chanel Nº 5, Gabrielle rivendicò i diritti sul suo profumo. Le azioni legali andarono avanti negli anni, ma Chanel non ottenne mai un incremento della sua percentuale iniziale[41], pari al 10%. Al Nº 5, seguirono il N° 22 nel 1922, Gardénia nel 1925, Bois des îles nel 1926, Cuir de Russie nel 1927, Sycomore, Une idèe nel 1930, Jasmin 1932, Pour Monsieur nel 1955 e per finire il N19 nel 1970[42]. Celebre la frase di Marilyn Monroe: "What do I wear in bed? Chanel Nº 5, of course".[43] Lo stile Chanel e la rivoluzione femminile Al termine della prima guerra mondiale, durante la quale Chanel Modes aveva imposto la sua presenza sul mercato, nasce il prototipo della garçonne[44], che Chanel interpretò insieme a Patou. Coco Chanel, attraverso la moda, rappresentò il nuovo modello femminile che stava sviluppandosi nel Novecento: una donna dinamica, che lavorava e che non poteva più essere schiava dell'abbigliamento costrittivo della Belle Époque. Chanel diede a quella nuova donna il vestito giusto. Lo stesso famoso vestitino nero sembra proprio ispirato alla divisa delle commesse. La stilista sosteneva che «la vera eleganza non può prescindere dalla piena possibilità del libero movimento». Per l'utilizzo di materiali umili e per l'ispirazione che traeva dalle figure legate alla vita lavorativa, Chanel venne rinominata la regina del genre pauvre, una «“povertà di lusso" molto moderna e snob»[45]. Paul Poiret chiamava lo stile di Coco misérbailisme de luxe[46]. La stilista liberò le donne da corsetti e impalcature per cappelli, donando loro abiti comodi, semplici nelle linee per intraprendere una vita quotidiana dinamica. A partire dal 1913 fino ad arrivare al 1930[45], Chanel portò la lunghezza delle gonne sotto il ginocchio e abbassò il punto vita, promosse l'utilizzo del jersey e dello stile alla marinara, e per finire introdusse l'utilizzo dei pantaloni femminili. Chanel crea la nuova donna del XX secolo, una donna che afferma la propria femminilità non per contrasto, bensì per paradosso, attraverso la rivisitazione di abiti maschili. «Prendendo i vestiti maschili e dando loro una piega femminile, Coco diede anche un significante contributo al movimento femminile. […] Non si volle mai descrivere come femminista, ma la sua rivoluzione nel disegno dell'abito femminile […] coincise con l'esplosione del movimento femminista»[47]. Gli anni della Depressione Negli anni trenta Chanel si dedica alla realizzazione di gioielli. Fino a quel momento la stilista aveva proposto - in abbinato ai suoi capi - pezzi di bigiotteria, come i gioielli di cristallo, pietre finte, collane di perle false e catenelle dorate. Il 29 ottobre 1929 l'America assistette al crollo di Wall Street e le ripercussioni europee si iniziarono a percepire solo all'alba degli anni trenta. Chanel risentì della Depressione e partì alla volta di Hollywood, per un ingaggio come costumista. Rientrò a Parigi due anni dopo e fu allora, a partire dal 1934[13], che propose alla sua clientela gioielli veri. Affiancata dai disegnatori Etienne de Beaumont e Fulco di Verdura[13], Chanel espose le creazioni nella sua casa di Faubourg Saint-Honoré. La maison alla metà del decennio contava 20.000 dipendenti, 34 profumerie[48] e realizzava 28 000 modelli l'anno[13]. Dopo quella con Bendor, Chanel intraprese una relazione con Paul Iribe, caricaturista basco, che insieme all'amico della stilista, Jean Cocteau, fondò la rivista Le Mot. La relazione iniziò intorno al 1933 e si protrasse fino al 1935[49]. Quell'anno Paul muore mentre gioca a tennis sotto gli occhi di Chanel, che inconsolabile dopo la perdita dell'amante «per combattere le sue insonnie, […] si mette ad abusare di Sédol, un ipnotico a base di morfina del quale presto non si potrà più liberare»[50]. La carriera da costumista Chanel non fu solo una grande stilista, ma impiegò il suo talento anche nelle opere teatrali e cinematografiche. L'esordio risale al 1911, quando il suo cappello di paglia entrò sulla scena di Bel Ami, di Guy de Maupassant, adagiato sul capo dell'attrice Gabrielle Dorziat[51]. Alla fine del 1920 contribuì ai costumi per una nuova recita della "Sacre du Printemps" di Stravinskij con i Balletti Russi di Parigi.[52] Debuttò però nella vera carriera da costumista nel 1922[53], disegnando i costumi per l'opera realizzata dal poeta Jean Cocteau, Antigone. Chanel realizzò delle tuniche di lana grezza, decorate con motivi greci. In seguito, nel 1924[54], Chanel lavorò nuovamente per Cocteau, realizzando gli abiti per i danzatori del balletto Le train bleu di Bronislava Nižinskaja, con le scene di Henri Laurens e la musica di Darius Milhaud. Più tardi, grazie al suo nuovo amante, il duca di Westminster, Chanel incontrò Samuel Goldwyn, il quale la invitò negli Stati Uniti per realizzare i costumi da impiegare nei suoi film. Chanel accettò e nell'aprile del 1931[55] partì alla volta di Hollywood in compagnia di Misia. Il contratto sottoscritto da Chanel prevedeva che realizzasse abiti per l'attrice Gloria Swanson, che tuttavia rifiutò di indossare sempre abiti della stessa stilista. La carriera americana di Chanel si ridusse a un solo film. Gli anni quaranta Con l'avvento della seconda guerra mondiale, Chanel chiuse il suo atelier, per riaprirlo solo alla fine del conflitto. Affermava che non era tempo per la moda;[senza fonte] 4000 impiegate donna persero il loro lavoro. Il suo biografo Vaughan suggerisce che Chanel approfittò dello scoppio della guerra per vendicarsi di quei lavoratori che, facendo pressioni per orari e stipendi più favorevoli, indissero uno sciopero generale nel 1936 in Francia, costringendola a chiudere temporaneamente il negozio. Nel chiudere il suo atelier, Chanel espresse disprezzo per gli ebrei, acuito dalle sue affiliazioni con le elite sociali, e a molte persone confidò che secondo lei gli ebrei fossero una minaccia per l'Europa a causa del governo bolscevico dell'Unione Sovietica. Nel 1939[56], fuggì da una Parigi bombardata, per farvi ritorno nell'agosto del 1940. Scrisse al governo d'occupazione nazista il 5 maggio 1941 per farsi assegnare il controllo totale della Parfums Chanel, la cui amministrazione era tenuta da ebrei, e motivò la richiesta sulla base del fatto che l'azienda "è ancora proprietà di ebrei" nonché "è stata legalmente abbandonata dai suoi proprietari".[57][58]
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