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Collegamenti esame orale maturità nodo “SPAZIO E TEMPO”, Collegamenti Interdisciplinari di Italiano

Tematica “spazio e tempo” per esame orale di maturità ben sviluppata. PDF completo di tutti i collegamenti con le materie (italiano, storia, filosofia, latino, arte, letteratura inglese, fisica, matematica, scienze) con discorso ben articolato

Tipologia: Collegamenti Interdisciplinari

2021/2022

In vendita dal 04/05/2023

rachele-taddei-1
rachele-taddei-1 🇮🇹

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Scarica Collegamenti esame orale maturità nodo “SPAZIO E TEMPO” e più Collegamenti Interdisciplinari in PDF di Italiano solo su Docsity! ITALIANO: La sabbia del tempo D’Annunzio LATINO: il valore del tempo in Seneca/ Orazio carpe diem STORIA: il 900, il secolo breve FILOSOFIA: Kant le forme a priori di spazio e tempo/ crisi scientifica di fine 800 / Nietzsche eterno ritorno INGLESE: Ode to a Grecian urn ARTE: cubismo, Picasso / Metafisica De Chirico FISICA: relatività MATEMATICA: calcolo di aree e volumi CHIMICA: dinamica delle placche EDUCAZIONE CIVICA: applicabilità delle norme giuridiche SPAZIO E TEMPO Lo spazio e il tempo sono le dimensioni tramite cui cogliamo l'esistente, infatti nello spazio percepiamo le cose, le loro forme e misure, nel tempo percepiamo i cambiamenti: dal passato attraverso il presente si scivola nel futuro. La natura del tempo ha quindi una triplice dimensione passato- presente- futuro. L'analisi di ciò ha dimostrato l’incompatibilità di un’analisi oggettiva mettendo in risalto il soggetto; il passato e il futuro risultano quindi essere i modi dell'attività dell'anima, sotto forma di memoria, per il primo, e di attesa, per il secondo, entrambi sono ricondotti al presente, inteso come attualità delle percezioni appartenenti al soggetto. All’essere vivente è dato di vivere in queste due dimensioni che di fatto sono il frutto di una convenzione e che quindi perdono significato di fronte all'eternità. Lo spazio e il tempo quindi rappresentano una sicurezza per l'uomo, una griglia immutabile secondo Newton in cui avvengono i fenomeni fisici. Il tempo e lo spazio hanno percezioni relative, soggettive che variano in base a come viviamo determinate situazioni, esperienze. Proprio perché parlando di tempo e di spazio non possiamo non parlare anche di soggettività, Ecco come le cose possono essere interpretate diversamente.il 900 infatti è un secolo Ricco di cambiamenti che hanno fatto emergere diverse opinioni sulla sua durata. Lo storico a proposto una diversa interpretazione del XX secolo connotandolo come “secolo breve terminato in un disordine mondiale di natura poco chiara” Egli stabilisce come inizio di tale secolo il 1914 e come conclusione il 1991. Distingue due nuclei di passaggio estremamente importanti (violenti e rapidi) che possono essere considerati 2 spartiacque storici:
- 1914 (=scoppio I G.M) -1989 (=caduta del muro di Berlino e consequente fine dell’URSS)
 Egli propone una divisione del secolo in 3 fasi temporale:
1. ETA’ DELLA CATASTROFE (1914-1945): comprende entrambi i conflitti mondiali che egli considera come un’unica guerra dei 30 anni poiché le questioni irrisolte della prima scatenarono inesorabilmente la seconda
2. ETA’ DELL’ORO (1946-1973): epoca del boom economico, della ricostruzione dia del privato che da parte dello stato =periodo di benessere diffuso
3. ETA’ DELLA CRISI (1973-1991): progressiva globalizzazione (delocalizzazione delle imprese) e potere economico accentrato nelle mani di USA e GIAPPONE. Si assiste alla crisi petrolifera con conseguente forte disoccupazione e alla crisi del modello socialista. Il secolo breve si conclude in un disordine mondiale di natura poco chiara e senza che ci sia un meccanismo per porvi fine o per tenerlo sotto controllo La rete immutabile di Newton quindi, non sembra rispettare la concezione del secolo breve in cui i cambiamenti dilatano la percezione dei tempi. La visione di Newton di fine 600 era stata ripresa da Aristotele, il quale concepiva il tempo come assoluto e spesso distaccato dal mondo fisico definendolo come “ la misura del movimento”. Secondo il fisico Inoltre lo spazio era regolato dalla geometria euclidea, in cui la distanza tra due punti costituisce un invariante fondamentale ed inoltre il tempo, o meglio gli intervalli di tempo, erano una grandezza misurabile, esattamente come la lunghezza di un oggetto. Tuttavia però, questi concetti di tempo e spazio assoluti che fino alla fine dell'Ottocento erano stati i valori fondanti della fisica, vengono profondamente mutati da una nuova teoria che ha aperto e stravolto la fisica moderna, quella della RELATIVITA’ DI EINSTEIN. Albert Einstein elaborò la sua teoria nel 1905, anche grazie all'esperimento che si era fatto per calcolare la velocità della Terra rispetto all’ etere (fallimentare). Difatti si era arrivati alla conclusione che l'unica costante dell'universo è la velocità della luce nel vuoto. Einstein comprese che quando ci si muove a velocità prossime a quelle della luce spazio e tempo subiscono trasformazioni che non le rendono più entità assolute. Egli partì proprio da qui, assumendo come postulato che non lo spazio né il tempo, ma C sia invariante per tutti gli osservatori. La teoria della relatività non fu subito presa sul serio per quanto era rivoluzionaria. Fino a quel tempo Infatti gli uomini erano abituati a pensare negli schemi della gravità formulati da Newton e dalla fisica classica il cui fondatore fu Galilei (aveva parlato di relatività ma valida per le leggi della meccanica) I postulati della relatività ristretta (definita così perché si riferisce a sistemi inerziali, quindi sistemi non accelerati) sono due: - Le leggi della fisica hanno la stessa forma in tutti i sistemi di riferimento inerziali - La velocità della luce nel vuoto è la stessa in tutti i sistemi di riferimento inerziali ed è indipendente dal moto della sorgente e da quello dell’osservatore Le conseguenze di un usati due semplici principi furono strabilianti e a prima vista incredibili. Innanzitutto la demolizione dei concetti newtoniani di spazio e di tempo assoluti: lo spazio e il tempo vengono misurati in maniera diversa a seconda della velocità con cui si muovono, subendo: - una CONTRAZIONE delle lunghezze - Una DILATAZIONE del tempo Tuttavia questi effetti relativistici si manifestano solo se oggetti e osservatore si muovono l’uno rispetto all’altro a velocità prossime a quelle della luce. Einstein avanzò l’ipotesi che lo scorrere del tempo variasse a seconda dello stato di moto (o di quiete) dell’osservatore, dipendendo dalla velocità con la quale quest’ultimo si muoveva. Il Nel nostro mondo, nella nostra società capitalista che pensa solamente al profitto, al lavoro, al guadagno, stiamo perdendo la capacità di gestire la nostra vita e soprattutto di godere della bellezza di questa. Che cosa penserebbe Seneca del nostro Modus Vivendi? Di sicuro, siamo molto lontani dalla sua concezione di tempo e soprattutto non sarebbe soddisfatto di come lo stiamo gestendo. Lucio Anneo Seneca era un filosofo rivoluzionario dal punto di vista del pensiero. Anche a proposito della vita, del tempo che fugge e non riusciamo mai ad afferrare, del tempo che passa e ci travolge sotto la valanga della brevità. SENECA IMPORTANZA TEMPO Un’intera letteratura, dai greci ai romani, era ispirata a questo concetto: la vita è breve, il tempo scorre molto rapidamente, bisogna cogliere l’attimo. Seneca, invece, in un testo straordinario, intitolato non a caso La brevità della vita, rovescia il paradigma. E scrive: «In realtà non è vero che di tempo ne abbiamo poco, piuttosto ne sprechiamo tanto. La vita che ci è data è lunga a sufficienza per compiere grandissime imprese, purché sia spesa bene; ma se viene dissipata nel lusso e nell’ignavia, se non la si impiega utilmente, solo quando giungiamo all’inevitabile fine ci rendiamo conto che è trascorsa senza quasi se ne accorgessimo». NON SPRECARE IL TEMPO La modernità di Seneca è potentissima. Nell’era della fretta, del correre sempre e comunque, del restare intrappolati nel tempo, il grande filosofo ci indica un antidoto su misura per vivere nel pienezza del significato di questo verbo: non sprecare il tempo. Dare un senso alla vita, ogni giorno, con la passione e l’energia di chi ha l’ambizione comunque di lasciare un segno, anche il più piccolo. Scrive Seneca: «La vita non è affatto breve, siamo noi a renderla tale». Chiaro? LA CONCEZIONE DEL TEMPO SECONDO SENECA Seneca vuole far notare, come la maggior parte degli uomini non sia consapevole di quanto sia prezioso il tempo e come esso debba essere usato in modo da vivere veramente fino in fondo ogni secondo;infatti mentre siamo gelosissimi di tutto il resto il tempo lo regaliamo a destra e a manca senza tenere conto del suo valore…Seneca è infatti convinto innanzitutto del fatto che la vita non sia affatto breve come molti affermano (non solo ignoranti ma anche menti illustri come Aristotele) ma che anzi sia lunga se il tempo viene gestito bene, e il tempo è più che sufficiente per compiere anche i più alti e nobili propositi. Infatti una gran parte del nostro tempo ci sfugge mentre siamo impegnati a fare nulla o a farlo male,quando non ci rendiamo conto che mentre il tempo passa moriamo sempre un pò, perché infatti tutti i giorni che abbiamo già vissuto sono alle nostre spalle e sono già morti. Quale è allora, secondo Seneca, il modo per vivere bene,in modo positivo e costruttivo la vita? Il punto di vista di Seneca è chiaro e di facile realizzazione: è necessario vivere pienamente l’oggi, vivere quindi il presente senza fare grandi progetti per il futuro considerando l’oggi come una vita intera. Non c’è nulla di più sciocco che fare progetti a lunga scadenza e rimandare al domani quel che è possibile fare oggi,sprecando la vita nel progettarla.In questo modo finiamo per fare affidamento su ciò che è nelle mani della sorte,facendoci sfuggire ciò che è nelle nostre.Tutto ciò che deve ancora accadere è dominato dall’incertezza, perciò è necessario AFFRETTARSI A VIVERE . Bisogna lottare contro la velocità del tempo attingendo a esso come da un torrente rapido!! Se non si seguono questi semplici suggerimenti secondo Seneca si finisce per vivere come se fossimo dei viaggiatori assorti in una conversazione o in una lettura i quali arrivano alla fine del viaggio senza neanche accorgersene. Se ci facessimo trasportare assortiti dalla velocità del tempo probabilmente non ci accorgeremo che le stagioni passano, saremmo seduti su una spiaggia così ad osservare l'orizzonte in estate e poi tutto un tratto ci troveremo nel tiepido autunno, così come D'ANNUNZIO, nella “sabbia del tempo”. D'Annunzio si trova sulla spiaggia e fa scorrere tra le dita la sabbia in una giornata tiepida d'autunno. Si sta accorgendo che le giornate si stanno accorciando perché sta arrivando l'umile equinozio e facendo scorrere tra le dita questi granuli capisce come la sabbia e il tempo siano termini tematici con rapporto analogico. Infatti come la sabbia scorre tra le mani anche il tempo scorre. la parola emblema di questo madrigale è chiaramente clessidra proprio perché la sabbia e il tempo diventano un Unicum e il trascorrere della giornata si scandisce tra un granello e l'altro. Ma sebbene egli sia tranquillo solo su questa lingua di sabbia è comunque tormentato da questo senso di ansia causato dalla fugacità del tempo, questo scorrere inesorabile lascia delle tracce visibili nello spazio, tutto è soggetto alla caducità del tempo. Attraverso la replicatio del termine “cor” D’Annunzio vuole ricreare la sensazione che percepisce nell’esatto momento in cui la sabbia cade (è quella del tempus fugit) e aspettando seduto in riva al mare il suo corpo diventa come una clessidra vivente, per questo sente sia fisicamente che psicologicamente lo scorrere del tempo. Il tempo quindi, per il poeta scorre in maniera silenziosa, l’uomo non se ne rende conto, come aveva affermato SENECA: “vindica te tibi” (=rivendica a te stesso) ovvero riappropriati del tuo tempo perché tempus res omnium pretosissima est= il tempo è la cosa più preziosa di tutte Time flies, life proceeds and sometimes people are torn from life too fast. Keats felt that the disease, the tubercolosies would take him away soon and in fact he rested in art the last hope to continue to be remembered The theme of the Ode, is the search for permanence and immortality, which for Keats can only be found in art, which, unlike all human things, is not changeable. The idea thus takes up the theme, of art as the only alternative to death and the only possible immortality Jonh Keats, poet of the second generation of English Romanticism, was born in London in 1795 and died in Rome, of tuberculosis, in 1821 This author expresses his ideals of poetry and beauty through his most beautiful poem: "Ode on a Greek urn" (Ode on a Grecian Urn).. Already reading the title we can see how much this author is linked to Greek culture. In fact, Jonh Keats believes that Greek art is the expression of perfect harmony and beauty. Through the image of this Greek urn that the author describes us, he wants to show us the superiority and inferiority of art over life: in fact, art captures the moments of beauty, making them eternal, but at the same time these moments are lifeless. This is one of the most important characters in Keats' poetry, which is called negative capability.. The author, in the last verses, inserts the phrase "Beauty is truth, truth is beauty" (Beauty is truth, truth beauty) telling us that according to him the truth, which is the essence of things, brings back directly to beauty. Se per Keats la bellezza e l’arte sono immutabili, questa fossilizzazione, questa immutabilità è stata smentita e rivista nel corso dei secoli in campo scientifico. Infatti, sono tanti le teorie che si sono succedute in merito all’evoluzione dei continenti. L’idea ipotizzata da Wegener, dei continenti che si spostano su vasta scala, era già stata evidenziata da altri filosofi naturalisti del 600’, come Francis Bacon. Inoltre verso la metà dell’800’ vennero pubblicate delle carte in cui si ipotizzava una mobilità continentale, e nello stesso secolo il geologo Suess, approfondì la questione ipotizzando l’esistenza in passato, della “terra di Gondwana“, un unico continente composto dall’insieme degli attuali blocchi continentali meridionali. Quindi, l’ipotesi della deriva dei continenti formulata da Wagner, (che in realtà non venne accettata poiché egli non spiegò come si muovevano i continenti, ma soltanto che la terra era divisa in Pangea e Pantalassa), si inserì in questo contesto. Negli anni successivi, lo studio approfondito dei dati paleomagnetici, spinse i vari ricercatori a sostenere l’ipotesi dell’espansione dei fondali oceanici (Harry Hess). Quindi, gli studiosi successivi organizzarono tutti i complessivi contenuti dei due concetti precedenti, e così nacque il modello globale della tettonica delle placche. LA TETTONICA DELLE PLACCHE: I PUNTI CHIAVE DEL MODELLO. divisione della litosfera Secondo il modello della tettonica delle placche, la litosfera (il guscio superficiale della terra), non è considerato un involucro integro, poiché composto da “le tessere“, che si muovono ognuna di moto proprio. La litosfera, è costituita da: • MANTELLO LITOSFERICO: una base di spessore pressoché uniforme, che ha caratteristiche mineralogiche proprie del mantello terrestre • Ricoprimento crontale (CROSTA), molto differenziato tra continenti e oceani: -la crosta continentale è spessa, e a densità ridotta (formata da rocce molto antiche, prevalentemente costituite da minerali silicati) -la crosta oceanica, ha maggiore densità, ma è relativamente sottile (formata da rocce più giovani, e di tipo femico) La litosfera è frazionata in una ventina di placche principali, e altre minori. Queste unità scorrono sulla sottostante astenosfera parzialmente fluida, alla velocità di alcuni centimetri all’anno in differenti direzioni; la conseguenza di questi movimenti e la nascita e l’evoluzione di tutte le strutture crostali(catene montuosi, fosse oceaniche, dorsali, e archi vulcanici) -Le placche maggiori sono sette: • Sei, presentano al di sopra del mantello in parte crosta continentale e in parte oceanica, e risultano almeno parzialmente emerse; il loro nome deriva da territori continentali che ospitano (euroasiatica, africana, nordamericana, sudamericana, indo australiana, antartica) • La settima placca (pacifica) è la più estesa di tutte, ma è completamente sommersa e ricoperta da crosta basaltica (ovvero oceanica, formata principalm
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