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COLLEGAMENTI PEDAGOGIA A "SCOPERTE DEL 900", Collegamenti Interdisciplinari di Pedagogia

Appunti sugli argomenti da collegare al nucleo tematico delle scoperte del novecento che affronta scuole nuove, sorelle ragazzi, dewey e attivismo, decroly, montessori, claparede, binet, cousinet, freinet, Gentile, Freud e la psicoanalisi, erikson, Piaget, vygotskij, Watson, skinner, Bruner, rogers, don Milani, contesti formali ed informali, la scuola, educazione comparata e permanente, mass media.

Tipologia: Collegamenti Interdisciplinari

2021/2022

In vendita dal 10/11/2022

federicaM02
federicaM02 🇮🇹

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Scarica COLLEGAMENTI PEDAGOGIA A "SCOPERTE DEL 900" e più Collegamenti Interdisciplinari in PDF di Pedagogia solo su Docsity! PEDAGOGIA LE SCUOLE NUOVE Tra la fine dell’ 800 e l’inizio del 900 negli stati uniti e in Europa vennero fondate le cosiddette scuole nuove (periodo storico belle époque). Le scuole nuove erano scuole sperimentali frutto di una volontà di rinnovamento e di una pedagogia volta a rispondere ai nuovi problemi sociali poiché c’erano nuove esigenze di educazione tecnico scientifica (rinnovamento educativo). LA PRIMA SCUOLA NUOVA REDDIE apre la sua NEW SCHOOL ovvero una scuola convitto per l’educazione delle classi elevate per formare persone ricche di cultura. La didattica era anti nozionistica ed era basata sugli INTERESSI e sull’ESPERIENZA. La disciplina era rigida ed era considerata fondamentale per la formazione del carattere. SCOUTISMO POWELL nel suo libro SCOUTISMO PER RGAZZI parla dei cosiddetti BOY SCOUT. Lo scoutismo ebbe molto successo poiché era un movimento che educava i giovani al contatto con la natura, allo spirito di gruppo e al senso di responsabilità. LE SORELLE AGAZZI E LA SCUOLA MODERNA All’inizio del 900 in Italia non si assiste alla fondazione di scuole di élite ma alla comparsa di iniziative orientate all’educazione popolare e indirizzate all’istruzione primaria e infantile. Nel 1895 a Mompiano le sorelle Rosa e Carolina Agazzi fondano la prima scuola materna, la formula di questa nuova istituzione educativa è caratterizzata da un’atmosfera familiare ed è segnata dalla presenza di educatrici che svogliono il ruolo di “madri” accoglienti ed affettuose. Al centro della scuola materna c’è l’attività del bambino, guidata dall’educatrice, la quale deve possedere capacità di iniziativa, promozione e organizzazione, unite a flessibilità e sensibilità. L’attività di educazione inoltre deve essere vista secondo le Agazzi come un apostolato ovvero come una missione. Molto importante è l’attenzione all’ambiente e agli oggetti, la scuola infatti deve ricordare l’ambiente abituale del bambino, cioè la casa, essa ha inoltre una sala detta “museo delle umili cose” in cui vengono organizzati tutti i piccoli oggetti quotidiani raccolti dai bambini e con cui essi giocano. Il metodo delle sorelle è fondato su attività individuali libere sorvegliate a distanza dall’educatrice, il bambino deve infatti poter fare da sé, rispettando comunque il mutuo insegnamento, ovvero l’aiuto reciproco tra gli allievi. Il metodo è quindi di tipo intuitivo, supportato dall’azione indiretta dell’educatrice che organizza e prepara ambienti e situazioni. Nella programmazione rientrano attività di vita pratica, lingua parlata, lavoro manuale, educazione alla voce ed esercizi ritmici, mentre la formazione emotiva e morale avviene in modo spontaneo. Nelle scuole materne quindi le azioni di vita pratica, come il giardinaggio, sono valorizzate come attività di primo ordine e sono molto importanti in quanto educano al fare, alla socialità, alla conoscenza della realtà e possiedono anche una dimensione estetica, servono quindi ad attuare il principio dell’ordine e il senso dell’armonia e della bellezza. In questa scuola gli oggetti di uso continuo venivano conservati e muniti di CONTRASSEGNI che hanno lo scopo di contraddistinguere la nostra proprietà da quella altrui e di avviare il bambino all’uso dei simboli. DEWEY E ATTIVISMO Con il termine ATTIVISMO indichiamo la corrente pedagogica fondata sulla necessità che l’allievo abbandoni il ruolo di spettatore e assuma quello di protagonista durante il suo processo formativo. L’elemento centrale di questa corrente è il PUEROCENTRISMO, ovvero la centralità del bambino in ogni attività. Importanti sono le teorie di DEWEY , secondo il quale l’essere umano è immerso nel flusso degli eventi e dei suoi rischi e deve accettare di non poter prevederne il corso. Secondo Dewey nelle scuole ci dovrà essere un rapporto democratico tra insegnate e allievo ed essi dovranno essere in grado di apprendere tramite la loro esperienza. Uno dei primi esempi di scuola attiva è LA SCUOLA DI CHICAGO fondata da Dewey, in cui egli pone al centro l’esperienza del bambino proponendo un metodo basato sugli interessi autentici dell’allievo. Dewey però ammette che non tutte le esperienze hanno una valenza positiva e parla dell’importanza dell’intervento dell’educatore nell’orientare il bambino verso le esperienze educative adatte.
 DECROLY Decroly si interessa dell’educazione dei soggetti disabili, critica la scuola tradizionale poiché non tiene conto delle caratteristiche di tutti gli allievi e fonda la sua scuola, ovvero la SCUOLA DELL’ERMITAGE, un istituto sperimentale. Il suo metodo è basato sulla creazione di CENTRI DI INTERESSE, cioè pone al centro delle attività scolastiche gli interessi fondamentali dell’alunno. Legata a questa teoria c’è quella della GLOBALIZZAZIONE, Decroly ritiene necessario fare in modo che i contenuti vengano colti nella loro struttura complessiva (globalità) e sottolinea l’importanza dei centri di interesse poiché il metodo diventa produttivo solo grazie ad essi. MARIA MONTESSORI Anche la Montessori si interessa dei soggetti diversamente abili e istituisce nei primi anni del 900 la CASA DEI BAMBINI, una scuola a misura di bambino finalizzata ad offrire un ambiente adatto allo sviluppo dei bambini. La Montessori ritiene che il bambino abbia una MENTE ASSORBENTE, ovvero in grado di assorbire tutti gli stimoli provenienti dall’ambiente esterno, però non in grado di governarli. L’educazione infatti farà in modo di fornire dei CONTESTI DI ESPERIENZA per permettere al bambino di dare un ordine a questi stimoli, e da qui nasce il suo metodo. Al centro del METODO MONTESSORIANO c’è l’uso di materiali studiati per la crescita sensoriale e cognitiva dell’alunno, che promuovano l’AUTONOMIA del bambino riducendo l’intervento dell’insegnante. La DIRETTRICE nella scuola montessoriana si limita a guidare il bambino durante la sua esperienza spontanea e deve essere in grado di scegliere il materiale adatto per ogni bambino tenendo conto delle loro personalità e di eliminare gli ostacoli che eventualmente un bambino possa incontrare, capendo il momento giusto per intervenire. EDUCAZIONE ALLA PACE La Montessori parla della necessità di una nuova educazione che porti alla formazione di un uomo nuovo, un’ educazione che ponga il soggetto che apprende in una posizione attiva, la cosiddetta EDUCAZIONE ALLA PACE. Un’ educazione così concepita consente al bambino di liberare tutto il suo potenziale e di divenire un adulto libero, capace di autodirigersi nella propria vita, autonomo e in un buon rapporto con gli altri, artefice un domani di un mondo migliore. CLAPAREDE Claparede fu influenzato dal funzionalismo, per lui i processi mentali rappresentano FUNZIONI con cui l’organismo conosce e si adatta alle necessità ambientali. Anche per lui è necessaria l’individuazione dei bisogni fondamentali per spiegare i processi psichici. L’apprendimento scolastico implica uno sforzo e la scuola attiva deve fare in modo di suscitare un interesse negli allievi in grado di superare tale sforzo. Questo interesse è raggiunto tramite IL GIOCO, per Claparede il maestro deve diventare uno STIMOLATORE DI INTERESSI con la capacità di analizzare i bisogni comuni o individuali degli alunni (INSEGNAMENTO FUNZIONALE). Questo tipo di insegnamento può essere realizzato solo in una SCUOLA SU MISURA in grado di mutare l’organizzazione ed il metodo per favorire L’INDIVIDUALIZZAZIONE. BINET Binet comincia ad occuparsi di psicologia infantile attraverso la conduzione di una ricerca sui bambini delle elementari, volta ad individuare coloro che manifestano deficit di intelligenza in modo da inserirli in classi apposite. Questa ricerca porterà all’elaborazione del test Binet-Simon, il primo test psicologico per determinare il quoziente intellettivo, ovvero per misurare lo sviluppo cognitivo individuale. Binet è inoltre un sostenitore della psicopedagogia contemporanea, secondo lui infatti vale disciplina dovrebbe fondarsi sull’osservazione, l’esperienza e l’indagine degli alunni mediante strumenti appositi come i test, l’educazione che ne scaturisce è una sorta di ortopedia mentale, un percorso formativo in grado di attivare correttamente tutte le facoltà della mente attraverso l’esercizio, tale percorso si lega in particolare modo con l’attivismo diffuso in Europa. PIAGET La teoria psicologica di Piaget è chiamata EPISTEMOLOGIA GENETICA, la psicologia genetica studia soprattutto le funzioni legate all’intelligenza e non tende ad occuparsi dell’affettività, a differenza di Freud che incentra la sua teoria su affetti ed emozioni. Piaget vede l’intelligenza come una capacità che permette al soggetto di adattarsi al modificarsi dell’ambiente. Egli afferma che l’educatore deve limitarsi a organizzare le condizioni migliori per l’apprendimento del bambino e quest’ultimo, posto di fronte ad un compito, deve costruire il proprio bagaglio di conoscenze in modo autonomo. (il bambino è prevalentemente isolato e indaga la realtà che lo circonda in modo autonomo) VYGOTSKIJ Vygotskij afferma che, a differenza di Piaget, per lui l’aspetto caratteristico dello sviluppo è la sua socialità, ovvero il bambino cresce nell’interazione con gli altri, in primo luogo con gli adulti, questa interazione favorisce l’acquisizione dello sviluppo. Per lui esiste un’ AREA DI SVILUPPO POTENZIALE nella psiche del bambino, cioè quell'insieme di potenzialità di apprendimento che i bambini non riescono ad attivare da soli ma solo grazie all’aiuto dell’adulto. La sua pedagogia è incentrata sul fatto che tutte le relazioni sociali, in particolare quelle con gli adulti, abbiano una forte valenza educativa poiché l’adulto fornisce al bambino strumenti culturali utili allo sviluppo. Il gioco è una delle principali aree di sviluppo potenziale in cui il bambino apprende. IL COMPORTAMENTISMO Il comportamentismo è un indirizzo di studi che decifra i comportamenti dell’uomo come risposte agli stimoli ambientali. In ambito pedagogico l’educatore ha il compito di predisporre adeguate circostanze di apprendimento. WATSON Watson elabora una teoria che riduce l’apprendimento a costruzione di legami tra stimoli e risposte nell’interazione con l’ambiente e predispone una lunga serie di CONDIZIONAMENTI (processo mediante il quale un individuo viene spinto a determinate reazioni grazie a degli stimoli) per favorire determinate risposte da parte degli individui. Watson fonda la sua concezione ovvero la PLASMABILITA’ educativa della persona grazie ad un dosaggio di stimoli finalizzato a produrre risposte condizionate. SKINNER Skinner continua le teorie di Watson e fonda la teoria del CONDIZIONAMENTO OPERANTE a partire da numerosi esperimenti sugli animali. Skinner denomina RINFORZO il processo in cui uno STIMOLO aumenta la probabilità che un comportamento messo in atto sia ripetuto. Si possono ipotizzare inoltre PROGRAMMI DI RINFORZO che determinano la quantità e la frequenza dei rinforzi necessari per stabilizzare certi comportamenti. BRUNER E LA SVOLTA DELLA PEDAGOGIA Bruner è uno degli iniziatori del cognitivismo, corrente psicologica che studia i processi cognitivi, il suo contributo più originale è lo studio sperimentale dei processi conoscitivi e di apprendimento, la sua concezione pedagogica è strutturalista, per indicare il modo in cui la mente organizza le informazioni e la presenza di concetti che fanno da centri organizzatori. Bruner afferma che: - l’struzione è sviluppo dei processi cognitivi in modo che l’individuo possa oltrepassare la cultura sociale per maturare una cultura personale; - l’adattamento alla società deve essere costituito da una formazione alle competenze e dalla sollecitazione del desiderio di raggiungere mete sempre più elevate; - Il centro dei programmi d’insegnamento è dato dalle idee organizzatrici del sapere; - L’istruzione deve porre l’accento sulla struttura della conoscenza e sull’economicità dell’apprendere; - La scuola è il fondamento del progresso ma deve aggiornarsi sistematicamente per continuare ad esserlo. Bruner teorizza un apprendimento incentrato sulla categoria della struttura, egli vuole far apprendere prima le strutture delle discipline, che favoriscono l’organizzazione cognitiva e uno sviluppo autonomo delle conoscenze. Bruner ritiene che con la struttura e i linguaggi appropriati si possa insegnare tutto a tutti a qualunque età, egli infatti si avvale del curricolo a spirale, un percorso di apprendimento caratterizzato dalla ripetizione degli stessi contenuti in forme via via più ricche e con linguaggi diversi, ciò implica quindi la figura di un insegnante “programmatore”. Per organizzare un curricolo si parte dall’esaminare la natura dello sviluppo del soggetto per quanto riguarda i suoi sistemi di rappresentazione con cui impara a immagazzinare l’esperienza, poi una volta individuati i contenuti essenziali di ogni ambito si passa a ipotizzare le difficoltà e ad approntare materiali, esercizi e metodi d’istruzione. Bruner parte infatti proprio dallo spiazzamento, prodotto da un situazione imprevista o da un punto di vista inconsueto, secondo lui la scuola deve quindi mettere l’individuo in condizione di “imparare a imparare” e suscitare in lui la predisposizione ad apprendere. L’insegnante deve perciò possedere la competenza disciplinare, le necessarie conoscenze psicologiche e la capacità di costruire e di gestire un percorso di studi. Bruner si allontana poi dall’approccio cognitivista per occuparsi: - delle interazione comunicative tra madre e bambino; - Del significato che assumono un racconto o una fiaba per la nostra visione del mondo; - Dell’influenza esercitata dai contesti sociali sulla conoscenza e sulla comprensione del mondo. Bruner sottolinea che ciò che siamo e diventiamo si produce sempre in un determinato contesto culturale, le attività educative quindi vengono concepite come azioni prodotte all’interno di una cultura. ROGERS Rogers si formò tra varie influenze come Dewey e la psicoanalisi, ed elaborò il principio della TERAPIA CENTRATA SUL CLIENTE. Secondo Rogers ogni individuo possiede una personalità capace di autorealizzarsi, agendo secondo i propri valori e ritiene che ogni bambino possa essere messo nelle condizioni di riconoscere i propri desideri o di accettare come propri una serie di desideri altrui creando un falso se e ostacolando la propria AUTOREALIZZAZIONE (riconoscere i desideri e le motivazioni più autentiche del proprio se). Rogers definisce come APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO l’apprendimento che nasce dall’esperienza, per lui gli studenti imparano meglio se sono coinvolti nell’apprendimento a partire dai loro interessi.Egli promuove una PEDAGOGIA NON DIRETTIVA in cui colui che apprende deve farlo in totale autonomia, in questo caso l’insegnante diventa un FACILITATORE, ovvero una fonte di sostegno per i progetti autonomi degli studenti in una situazione di apprendimento, per facilitare il raggiungimento dei loro risultati, l’insegnante NON valuta. DON MILANI E L’EDUCAZIONE DEL POPOLO La scuola popolare nasce per Don Milani come premessa per l’educazione religiosa, in seguito però egli matura la convinzione che la scuola sia un diritto di tutti e che di questo diritto i poveri non godano. Nella scuola che fonda a Barbiana egli offre quindi ai montanari la possibilità di accedere agli strumenti intellettuali necessari per essere cittadini, tutelando la loro identità culturale. Si tratta di una scuola che richiede serietà e impegno, Don Milani si sente padre dei suoi ragazzi e come tale agisce, con una disciplina a volte dura con punizioni anche corporali. Il centro dell’educazione è la conoscenza della lingua che permette l’inserimento all’interno della società, per quanto riguarda invece la scrittura bisogna scrivere come si parla in modo da rendere i testi comprensibili per tutti. Un aspetto particolare della didattica di Don Milani è proprio l’arte dello scrivere, c’è il momento della preparazione in cui si sceglie, si organizza e si stende l’argomento, il momento della discussione in cui avviene la ripulitura e infine la revisione. E’ proprio così che nasce “Lettera a una professoressa”, la professoressa è l’emblema dell’insegnante: - burocrate, insensibile ai problemi degli alunni in difficoltà perché svantaggiati; - Cieco di fronte alle richieste di aiuto di chi vede leso il proprio diritto allo studio; - Indifferente alla necessità di trasformare la scuola in un contesto di formazione concreta di cittadini inseriti nella loro realtà storica. La didattica di don Milani rientra quindi nelle “didattiche della povertà”, l’attività a Barbiana è caratterizzata dall’esistenza, le relazioni, l’ideale comunitario, la creazione di gruppi, il lavoro e il rifiuto della pedagogia accademica, non ci sono voti, promozioni o bocciature e ognuno procede con i propri tempi e ritmi. I CONTESTI FORMALI ED INFORMALI DELL’EDUCAZIONE LA SCUOLA La scuola è un agenzia formativa basata su dei servizi educativi, 3 sono le dimensioni che caratterizzano la scuola: la DIMENSIONE COMUNITARIA (chi la frequenta è inserito in un sistema di regole e rapporti sociali), DIMENSIONE CULTURALE (il compito di trasmettere e produrre cultura) e la DIMENSIONE CURRICOLARE. Attraverso queste dimensioni cerca di rispondere a uno dei mutamenti più significativi dell’educazione sociale ovvero l’estensione della SCOLARIZZAZIONE, ovvero il processo mediante il quale gli individui vengono formati grazie all’inserimento nell’istituzione scolastica. La scuola deve essere in grado di soddisfare un insieme di richieste legate a funzioni generali di dialogo, ascolto o sostegno per allievi che vivono in una situazione di disagio. Nel nostro paese l’istituzione scolastica deve rispettare determinate norme generali emanate dallo stato che fornisce delle LINEE GUIDA che contengono obbiettivi di apprendimento che dovranno essere raggiunti alla fine del percorso. Un aspetto fondamentale del lavoro scolastico è lo sviluppo delle competenze per favorire un apprendimento di tipo PRODUTTIVO e CREATIVO. Attualmente però la scuola non riesce a svolgere pienamente i compiti che le vengono assegnati, i motivi della CRISI DELLA SCUOLA sono dovuti alla realizzazione di un obiettivo: il passaggio da una SCUOLA D’ELITE ad una SCUOLA DI MASSA (in cui tutti hanno pari opportunità). A partire dagli anni 60 del secolo scorso ci si è resi conto di alcuni dei limiti della scuola di massa, quest’ultima non riesce a fornire le medesime opportunità di successo in ambito lavorativo, non è in grado di contrastare casi di ABBANDONO SCOLASTICO e i suoi costi sono spesso insostenibili. Per rispondere alla crisi della scuola fu iniziata una POLITICA DI RIFORME, in questo periodo si sviluppò una tendenza alla SUPERSCOLARIZZAZIONE in cui la scuola introdusse molte attività formative quali educazione sessuale, educazione stradale o educazione alla legalità. Inoltre nel 2015 in Italia è stata approvata una legge detta BUONA SCUOLA che si pone come obbiettivi: contrastare le disuguaglianze, prevenire l’abbandono e la dispersione scolastica, garantire il diritto allo studio e pari opportunità. EDUCAZIONE COMPARATA E’ attualmente diffuso in tutto il mondo un movimento con lo scopo di favorire un’ educazione sempre più efficace, ovvero l’EDUCAZIONE COMPARATA, che studia e confronta i processi educativi dei diversi paesi del mondo. A partire dagli anni 60 furono avviate numerose iniziative per migliorare lo stato della scuola attraverso dei “rapporti”. Nel RAPPORTO DELORS si ribadisce che la società contemporanea ha bisogno di un’ EDUCAZIONE CONTINUA, le finalità di questo rapporto sono: imparare a conoscere, a vivere, a fare e ad essere. Inoltre individua nel lavoro degli insegnanti il compito di rendere la scuola più attraente per gli alunni, considerati l’elemento essenziale dell’educazione. Un tema attuale è l’integrazione della scuola italiana a livello europeo, l’unione europea sostiene infatti gli stati membri nel fornire ai propri cittadini un elevato livello d’istruzione, in quest’ottica si rivela molto importante il programma erasmus, dove l’unione europea provvede ai finanziamenti, strumenti e risorse per le attività di studio ed il soggiorno all’estero. EDUCAZIONE PERMANENTE L’educazione permanente è quell’insieme di strumenti messi a disposizione degli uomini affinché essi non cessino di formarsi ed informarsi. L’Europa nei suoi documenti ufficiali parla, a questo riguardo, di una formazione incentrata su determinate competenze come: competenza alfabetica, matematica, digitale o multilinguistica. L’educazione permanente comprende agenzie educative formali ed informali delle quali possono avvalersi gli individui durante l’intero corso della vita per la propria crescita personale. Legata all’educazione permanente c’e L’EDUCAZIONE DEGLI ADULTI (settore dell’educazione permanente legato alla formazione in età adulta). Noi ci sviluppiamo per tutta la vita, e oltre agli adulti anche gli anziani devono affrontare alcune fasi evolutive. L’EDUCAZIONE DEGLI ANZIANI, considerata in pedagogia come un “caso particolare” dell’educazione degli adulti, è intesa come preparazione ed accettazione all’invecchiamento, promuovendo attività di memoria e il mantenimento delle relazioni sociali.
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