Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Come nasce e si sviluppa la psicologia, Dispense di Psicologia Dello Sviluppo E Dell'educazione

Dai primi esperimenti in laboratorio di Wundt

Tipologia: Dispense

2021/2022

Caricato il 11/05/2023

alessandra-sorci-1
alessandra-sorci-1 🇮🇹

1 documento

1 / 15

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Come nasce e si sviluppa la psicologia e più Dispense in PDF di Psicologia Dello Sviluppo E Dell'educazione solo su Docsity! PSICOLOGIA DELL’EDUCAZIONE Storia della psicologia La nascita della psicologia come scienza Cenni storici e fondamenti - Nella seconda metà dell’Ottocento si creano le condizioni culturali e filosofiche per la nascita della psicologia come scienza - Movimento filosofico del Positivismo (Comte, sociologia (studi società e meccanismi di coesistenza; Spencer)): fiducia nella scienza e nei suoi metodi per descrivere e spiegare la realtà e le leggi che la governano, fiducia nella razionalità dell’uomo e nella sua capacità di comprensione del mondo reale, quindi nella capacità ci trovare soluzioni. - Passaggio importante: dalle scienze dure (fisica, chimica) alla scienza dell’uomo, che non è più un discorso sull’anima, un approfondimento della filosofia. Differenza tra fisica e psicologia? La prima studia l’esperienza in quanto indipendente dal soggetto esperiente, mentre la seconda studia l’esperienza in quanto dipendente dal soggetto esperiente (es degli strutturalisti come Wundt) Una scienza è caratterizzata dal ricorso al metodo sperimentale - quantificazione, statistica, calcolo - ovvero l’utilizzo di strumenti e metodi. Wundt (1832-1920), tedesco riconosciuto per aver aperto il primo laboratorio scientifico di ricerca psicologica, a Lipsia nel1879: oggetto di studio della psicologia scientifica wundtiana: gli stati immediati di coscienza (percetti, pensieri, sentimenti etc.) - strutturalista: si occupa di come il sistema nervoso opera nell’esperienza conscia - metodo: diretta osservazione della mente !!! Non si fa scienza senza metodo sperimentale !!! Nel laboratorio di Wundt si adotta il metodo sperimentale → ci permette di dire che alcune affermazioni/conclusioni a cui arriviamo sono dotate di una certa verità. Controllo da parte del ricercatore delle variabili (influenzano o no?) Devo poter dimostrare di aver condotto ricerca secondo canoni, sperimentazioni - ambiente artificiale - manipolazione di variabili/fattori (Vi e Vd) = la scienza studia cause che producono effetti, che cosa è causa di qualcos’altro (manipolo Vi per vedere che effetto producono sulle Vd)/ comportamenti manipolabili e comportamenti variabili - uso di apparecchiature, strumenti - misurazione della prestazione da parte dello sperimentatore che registra il resoconto del soggetto sperimentale Dunque: Attrezzare la psicologia per avvicinarla alle altre scienze esatte. 1° tentativo è di Wundt con l’apertura del lab di Lipsia (1879); sostiene che l’oggetto di ricerca/di studio della psicologia è la coscienza, da fare in laboratorio come gli scienziati, non in un semplice studio come i filosofi perché -> utilizzo metodo sperimentale Epoca storica del positivismo, contesto a favore. Tecnica utilizzata da W con i soggetti sperimentali -> introspezionismo, attraverso il quale i sogg sperimentali adulti avevano il compito di auto-osservarsi e redigere un diario di tutto quello che provavano (sensazioni, emozioni, sentimenti), quindi una raccolta di materiale, testimonianze. Limiti ecologici della ricerca wundtiana: → l’uso dell’introspezionismo fa sì che l’osservatore coincida con ciò che è osservato → I dati di coscienza provenienti dall’osservatore sono soggettivi, privati, e quindi contrapposti ai dati pubblici, ‘oggettivi’, delle scienze naturali → Impossibilità di una verifica intersoggettiva dei dati di ricerca→ questa la critica fondamentale alla psicologia wundtiana, che darà origine a un capovolgimento radicale dell’oggetto di studio con la scuola del Comportamentismo -strutturalismo, come anche comportamentismo, è una psicologia elementistica cioè scompone la coscienza o il comportamento in elementi semplici ed irriducibili (come lavoro minuzioso di un chimico analitico). Al lab di Lipsia approdano ricercatori attratti dall’idea di una psicologia indipendente e sperimentale: importante allievo di Wundt fu Titchener secondo il quale la “struttura” mentale è il complesso risultato della somma di molteplici elementi coscienti semplici; scopo dell’indagine psicologica è la scomposizione e ricomposizione analitica di tali “pezzi”. -elementi semplici/costitutivi delle percezioni-> sono le sensazioni (relative ai 5 sensi e che provengono anche da muscoli, tendini, giunture) -elementi s/c delle idee-> sono le immagini mentali (relative a esperienze non attuali, quindi ricordi o anticipazioni del futuro) -elementi s/c di emozioni, sentimenti-> sono gli stati affettivi (amore, odio, gioia, tristezza..) La psicologia procede per osservazione empirica (come anche la fisica) che è un’introspezione rivolta ai contenuti della coscienza individuale, metodo che caratterizza la psico rispetto le altre scienze. IL 1900-> svolta della psicologia come scienza con la scuola del comportamentismo, salto nell’essere riconosciuta come scienza e non come branca della filosofia. Si afferma i primi del 900 negli Stati Uniti. Perché sto parlando di “scuola”? Perché ha una figura di riferimento fondamentale a capo di un team che condivide strumenti di ricerca: John Watson - aspirazione a scientificità e pragmatismo americano - nel 1913 pubblica sulla rivista “Psychological Review” un articolo importante e famoso chiamato “La psicologia come la vede il comportamentismo”, un vero e proprio manifesto scientifico in cui definisce QUALI sono gli obiettivi della psicologia come scienza. Questo lavoro prende le mosse da una critica ferrata nei confronti di Wundt: non è possibile fare ricerca scientifica avendo come oggetto di studio la coscienza e il metodo introspettivo, osservando sé stessi, ovvero qualcosa di non oggettivamente descrivibile. Watson afferma dunque che è bene che l’oggetto della psicologia non sia tanto la coscienza, ma il comportamento, che è direttamente osservabile, descrivibile e misurabile. -nascono riviste scientifiche esclusivamente in inglese, lingua ufficiale della comunità scientifica Contributo della riflessologia russa di cui Pavlov è il più noto esponente-> meccanismo del condizionamento classico; influenza anche di Skinner, Tolman, Hebb, Bandura. Esistono 3 comportamentismi che descrivono una parabola da posizioni radicali a posizioni moderate e “interlocutorie”. Oggetto di studio è: - il comportamento inteso come azione semplice o complessa manifestata da un organismo, umano o animale, nella sua interezza (scomposizione di azioni complesse in azioni semplici) - il comportamento, in quanto osservabile e misurabile (per esempio in termini di frequenza, durata ecc). comportamenti pro-sociali→ atteggiamenti che danno vantaggio a chi lo subisce senza dare vantaggio a chi compie l’azione. Sono comportamenti che già si possono notare al nido (prestare un gioco, condividere del cibo ecc..). Si utilizza una tabella su cui annotare questi comportamenti e poi si valutano i dati finali, vedendo quali comportamenti sono più comuni, quali meno ecc.. {importante ricordare che il comportamento manifesto necessita di un approccio diverso rispetto ad uno che vuole capire la coscienza}. Questo vale anche sulla ricerca sugli animali. Il comportamentismo condivide con la scuola  riflessologica russa l’idea che ci sia continuità tra mondo umano e animale -psicologia comparata essere umano/animale: inizi del 900, attenzione a capire che cosa è diverso, che cosa ci differenzia o accomuna es. Michael Tomasello crea lab in cui studia i primati non umani, scimmie, comparandoli per notare differenze e somiglianze rispetto ad una seria di capacità e abilità: capire quanto gli scimpanzé (con i quali abbiamo il 98% di dna uguale) fossero in grado di cooperare e di mettersi nei panni degli altri, fare ciò che tra di noi mettiamo in atto fin da piccoli. Temperamento-> legato alla biologia, al dove nasciamo, ai nostri tratti Etologo-> studia comportamento animale nel proprio habitat Assunti base a cui Watson si riferisce: -parallelismo psicofisico (esso implica solo la simultaneità (dunque una semplice coincidenza temporale, non una dipendenza) tra fenomeni cerebrali e mentali) -priorità del comportamento -concezione dell’essere umano come “tabula rasa” -rilevanza dell’apprendimento e concetto di condizionamento -metodo sperimentale (“lo faccio anch’io così premia anche me”, in realtà avviene di riflesso, in modo inconsapevole). Alla base c’è sempre osservazione e imitazione, la ≠ è nella meccanicità dell’imitazione. Rinforzo strumentale ≠ da vicariante; imitazione è meccanismo innato. Riflessioni educative Spunti per la discussione: - condizionamento/i - fungere da “modello osservativo” - risvolti positivi della concezione di uomo come “tabula rasa" - Dal Comportamentismo alla Watson (condizionamento classico)  al - Comportamentismo di Skinner (condizionamento operante: rinforzo)  all’- Apprendimento osservativo di Bandura (rinforzo vicariante), fino al → Neo-Comportamentismo di E. Tolman (morto nel 1959) S-O-R  Neo-Comportamentismo E. Tolman aggiunge qualcosa tra stimolo e risposta, sennò perderemmo qualcosa della complessità umana. La ricerca di Tolman mostra che tra stimolo (S) e risposta (R) intercorre del tempo (T) e in quel tempo si collocano quelle che egli ha chiamato le variabili intervenienti; esse non sono propriamente osservabili, ma sono “costrutti ipotetici”, quindi ipotesi, per superare lo schema S-R. Tolman concorre così alla trasformazione del Comportamentismo, già avviato negli anni Quaranta del Novecento, introducendo termini e concetti messi inizialmente al bando dal Comportamentismo watsoniano (es stati di coscienza, mondo interno, mente), comprendendo che non è possibile ignorare l’interiorità dei soggetti umani, ossia l’organismo con le sue caratteristiche personali, la soggettività (che però lui chiama appunto variabili intervenienti, non parla subito di mente e coscienza). Non siamo dunque totalmente condizionabili e influenzabili: la soggettività va riconosciuta dove la risposta arriva dopo del tempo -> soggettività = (O)rganismo vivente → NOVITA’ Stimolo - Variabile interveniente - Risposta ↳ il soggetto possiede la rappresentazione mentale di un oggetto/meta; il soggetto ha un’intenzione, uno scopo. Il cognitivismo La scienza restituisce il dubbio che S e R sia riduttivo, quindi riflessione all’interno del comportamentismo che porta al tardo comportamentismo (anni 50-60), che prelude all’ approccio o movimento del cognitvismo, da non intendere come annullamento del suo precedente, anzi ne aiuta la nascita. Non c’è un fondatore perché è un fenomeno molto diffuso in vari stati/continenti e dà origine a un proliferare molto intenso di tanti laboratori, centri di ricerca, ispirati dai principi del cognitivismo; infatti non possiamo parlare di “scuola”, ma di “movimento” (quindi ≠ da Watson fondatore del comportamentismo). Nasce come reazione ad un’insoddisfazione rispetto a una certa visione di uomo che ora vuol essere meno condizionabile e più pensante, un soggetto attivo piuttosto che tabula rasa plasmabile. Nel tempo che intercorre tra stimolo e risposta c’è attivazione e costruzione della propria coscienza da parte dell’organismo/soggetto; mette in atto processi decisionali, scelte di scarto e di salvataggio. Quindi nuovo oggetto di ricerca che prende forma è la mente = si passa da focus sul comportamento osservabile (molto riduttivo) a focus sui presupposti di esso, cosa c’è alla base (organismo, mente) -> cosa sta tra stimolo e risposta? Le variabili intervenienti, i processi cognitivi, ovvero l’interiorità : decidere, riflettere, pensare, selezionare. ↳ IL MENTALISMO l’idea che non possiamo più evitare di considerare che esistono tali processi mentali. Influenza delle scienze informatiche e dell’intelligenza artificiale -> utilizzo della metafora “mente=computer” La mente come dimensione umana che recepisce input/stimoli e butta fuori output/risposte -> uomo soggetto attivo, non più passivo e plasmabile (non solo condizionabile). Il solo cervello non ci da risposte riguardo le nostre scelte e comportamenti; è necessaria la mente. - cominciare a parlare di “fenomeno” in termini cognitivisti, ad esempio le emozioni o la memoria. Le emozioni: diventano privilegiato oggetto di ricerca; per i cognitivisti sono processi molto complicati che richiedono del tempo: quando una persona prova un’emozione, es è triste per qualcosa, avviene perché essa ha valutato un certo evento del mondo come per esempio causa di frustrazione nei confronti di un proprio obiettivo, quindi si arrabbia e diventa triste. I cognitivisti sono rivoluzionari: evidentemente si può fare scienza di emozioni, di interiorità, facendo ricorso a modelli che tentano di spiegarci un processo che porta a provare una certa emozione ↓ - processo dinamico che avviene nel tempo e scaturisce dalla valutazione soggettiva di un certo evento x (= confronto tra soggetto e eventi, manifestazione di risposta emozionale) Evento → valutazione → reazione emozionale, accompagnata da espressione del viso, tensione del corpo, arrossire, sudare ecc. es. entra un cane in aula -> evento che viene valutato in modo diverso da 100 persone in base all’esperienza di ognuno; uno può sentirsi minacciato, impaurito, felice, allegro, triste : NON è un riflesso meccanico appreso per condizionamento. Non c’è in gioco la soggettività del singolo, ma come funziona il processo emotivo. 2 aspetti dell’emozione : - è processuale - c’è un soggetto che dà una sua lettura all’esperienza emozionale un “modello” è “qualcosa che sta per..”, è una rappresentazione semplificata della realtà, per esempio di un processo psicologico ↗ Modello dei magazzini di memoria di Atkinson e Shiffrin (1968) ↳ idea del modello di funzionamento della memoria, rappresentazione di un processo/emozione nei suoi elementi essenziali: si ipotizzava che la memoria avesse una sorta di registro sensoriale in cui l’informazione venisse conservata per poche frazioni di secondo per poi passare nel magazzino della memoria a breve termine, con capienza limitata e durata circoscritta, che serve da transito alle informazioni provenienti dall’ambiente (-> serve da memoria di servizio) che o vengono scartate, oppure passano nella memoria a lungo termine, dove si conservano per rimanere idealmente per sempre, o comunque per tempi lunghi per essere recuperate all’occorrenza. Tutto ciò rimanda ad un soggetto attivo, che ha qualcosa al suo interno. Se l’oggetto di ricerca diventa il mentale, ecco quindi la possibilità di ampliare le indagini a: - percezione - pensiero, problem solving - memoria -> modellistica molto nota - emozioni -> ambito che grazie al cognitivismo diventerà un oggetto privilegiato della ricerca Questi argomenti vengono affrontati come collegati ad un complesso funzionamento umano, che si riesce a descrivere/spiegare facendo riferimento a processi che avvengono nel tempo. Il cognitivismo restituisce l’idea di un soggetto umano complicato e complesso, attraverso processi psicologici e non per condizionamento, quindi ciò che sta a monte del comportamento è la mente e l’approccio comportamentista non ne esaurisce la complessità (→ rivoluzione cognitiv. dopo anni di predominio comportam). Hanno maggiormente contribuito a questa rivoluzione autori come Ulrich Neisser (1928-2012), scienziato e ricercatore noto per aver dedicato ricerche al tema della percezione, in particolare quella visiva. Ha cercato di fare il punto sul cognitivismo e metterne in luce i cambiamenti all’interno del movimento. Nel 1967 pubblica il libro “Psicologia cognitivista” nel quale descrive le opere, fino a lì nate, di stampo cognitivista in quanto in esse è rintracciabile la metafora di uomo come elaboratore di informazioni, similitudine in campo psicologico che associa l’uomo al computer (eccessivo ricorso alla metafora). Il proliferare di ricerche di stampo cognitivista è tale per cui si osserva che i vari ricercatori nel mondo si ritagliano il loro soggetto di indagine facendo ricerche di nicchia in laboratori, e così facendo vi è il rischio che la ricerca cognitivista venga spezzettata (parcellizzazione della ricerca in mini-ricerche di laboratorio), facendo perdere di vista lo scopo della psicologia di restituire una visione dell’uomo più olistica, completa. Lo stesso cognitivismo attraverserà varie fasi: 1 - fase di formazione → in // al comportamentismo, anni 40-60 nasce mov cogn con l’introduzione di variabili e stimoli; il sogg umano che seleziona, sceglie -> passaggio da comport a cogn -> riconoscimento interiorità del sogg che si frappone tra stimolo e risposta. 2 - fase del cogn trionfante → tra gli anni 60-70 ha il suo periodo di splendore, vengono sistematizzati dei concetti per dare luogo a modelli e paradigmi di ricerca, come il paradigma HIP: “human Information processing”, per il quale l’uomo è elaboratore di informazioni → metafora mente-computer. elabora informazioni trasformando input in output ↲ ↳ limitazioni per quantità info e velocità di elaborazione Nel 60 viene pubblicato il libro “Piani e strutture del comportamento” di Miller, Galanter e Pribram, testo al quale Neisser si riferisce per sostenere la sua tesi del paradigma hip → gli autori del testo sostengono che quando un soggetto compie un’azione ha prima in mente un piano che sta alla base di essa, ciò significa che il sogg è individuo attivo, pensante e consapevole. Questi tre autori introducono nel loro scritto una nuova nozione, quella di T.O.T.E → test.operate.test.exit che rende ragione alla complessità del comportamento umano: es quando devo appendere un quadro ho un’idea di base che mi guida nella correzione ogni volta che lo posiziono come non va, fino a che non avrò l’esito ovvero un quadro appeso dritto nel modo corretto = abbiamo dei “piani” che ci portano ad attuare/comportarci in un determinato modo → processi decisionali, selettivi. 3 - crisi del cognitivismo ..dagli anni Settanta → ripensamento critico (Neisser, Bruner), imporsi di un approccio costruttivista e progressivo abbandono dell’analogia mente/computer. Nel 76 Neisser pubblica “Conoscenza e realtà”, lavoro pessimista nel quale critica egli stesso questa analogia, in precedenza sostenuta, resa col tempo sempre più rigida e lontana dalla realtà vissuta quotidianamente (allontanamento dal contesto di vita reale): perdita di vista dell’uomo nella sua interezza, che mentre si muove prova emozioni, comunica (essere umano al di fuori del lab sperimentale). Mettiamo in atto contemporaneamente processi complessi, interrelati. L’auspicio di Neisser è far sì che venga ripensato l’oggetto di ricerca, metodi e strumenti per indagarlo e recuperata l’istanza che si era persa: lo studio ecologico (osservativo e descrittivo) della mente e dei processi cognitivi umani. Bruner sottolinea ancora di più questo fatto “troppa ricerca ha fatto perdere di vista il soggetto”. Nel libro “La ricerca del significato” afferma che “l’oggetto della psicologia deve essere l’uomo nella sua globalità, avendo in mente che da quando nasciamo a quando moriamo l’identità di ognuno è in continua costruzione. ↓ Socio-costruzionismo : è un approccio allo studio dell’uomo che risente del cognitivismo, ma pone particolare enfasi all’interazione tra individui, tra bambino e adulto, per capire lo sviluppo della persona e la costruzione della personalità. Costruirsi nel confronto con l’altro. La riflessione che il cognitivismo fa su sé stesso porta l’attenzione sullo studio dell’uomo in interazione sociale per la comprensione dello sviluppo psicologico dell’individuo stesso (es Bruner anni 70-80 → dà avvio in psicologia dello sviluppo a studi di stampo interazionista) Vygotskij (1896-1934) Il contesto culturale a cui appartiene Vygotskij La scuola storico culturale Da un lato sostengono storia e cultura. Dall’altro elaborano propria prospettiva all’interno di quella determinata epoca storica. Positivismo negli stati uniti a sfondo del comportamentismo Materialismo storico, marxismo a sfondo della scuola storico-culturale I movimenti psicologici si comprendono tenendo conto degli sfondi/epoche in cui sono collocati Concetto chiave: abbiamo capacità naturali rispetto alle quali gli amplificatori culturali hanno un ruolo fondamentale: modificazione, potenziamento ➝ rispetto ad essi non siamo passivi Zona di sviluppo prossimale (ZSP) Una teoria dello sviluppo psicologico si deve occupare delle condizioni che fanno progredire gli strumenti conoscitivi posseduti dell’individuo. Un altro aspetto importante del lavoro di V è legato al concetto di zona di sviluppo prossimale, interesse legato ad una prospettiva che lo differenzia da quella di Piaget. V dice “a noi non interessa tanto stare a descrivere semplicemente delle tappe di sviluppo o gli stadi di sviluppo che il bambino attraversa stando ad aspettarli, quanto capire che cosa si può fare dall’esterno affinché lo sviluppo venga favorito, si possano creare le condizioni migliori affinché lo sviluppo avvenga”. In questo senso si ritiene che V sia interessato all’apprendimento, più che allo sviluppo maturativo. ➤cosa posso fare affinché si possa favorire lo sviluppo del bambino? Come creare le condizioni migliori? Il lavoro di V non vuole essere come per Piaget una descrizione delle tappe/stadi dello sviluppo, ma il “come alimentarlo”, favorire il progredire dell’interiorizzazione, del “fare proprio”. Dunque V elabora questa nozione di “zsp”: consiste nella differenza tra il livello di sviluppo di un bambino nel risolvere un compito da solo (livello di sviluppo effettivo) e il livello di sviluppo potenziale dato dalle abilità manifestate in un compito con il sostegno di un adulto competente. ↳ l’adulto in situazione coglie il momento in cui può dare l’affondo e imprimere qualcosa, sostenere uno sviluppo o apprendimento nuovo; questo perché è il bambino stesso che ci porta a capire che è il momento giusto attraverso dei segnali, quindi a come individuare la zsp: è il bambino stesso che guida con le sue domande curiosità facendo così intendere se vale la pena o men provare ad interiorizzare un determinato concetto; non insisto, ma proprio alcune possibilità. es le sottrazioni, spannolinamento Arricchire il bambino per aiutarlo ad esplicitare/cercare di spiegarsi, capire e verbalizzare. ↳ la presenza di un esperto consente di acquisire conoscenze nuove e di utilizzare funzioni non ancora mature, grazie ad un processo definito da V “interiorizzazione del dialogo”. Fare riferimento a qualcosa che è altro da sé è fondamentale nell’apprendimento, in generale nella società. - metodo Feuerstein → riprende l’idea di V e mette a punto strumenti di valutazione del potenziale dinamico, per lavorare sul potenziale di ognuno. Inizialmente con bambini con sindrome di down, con notevole deficit cognitivo. Attualità di Vygotskij: implicazioni educative 1- L’uso degli strumenti, mediatori simbolici, segni per aiutare e supportare l’apprendimento.. non siamo riducibili a stimoli e risposte → il comportamento umano è mediato da strumenti di varia natura (≠ da comportamentismo). Soggetto attivo che necessita interazione con strumenti e persone. Siamo trasformarti dai mezzi culturali in virtù dell’uso che ne facciamo 2- V e i processi di apprendimento → come agire sulla zsp : cooperative learning (apprendimento cooperativo). Esso risente del concetto di zsp perché se un educatore crea un gruppo di lavoro è importante che siano livelli diversi per favorire l’assunzione della prospettiva dell’altro. Analogie tra scuola comportamentista e scuola storico-culturale - abbiamo per entrambe una figura principale: Watson e Vygotskij - interesse per l’ambiente → comportam. favorire stimoli per avere risposte = apprendimento per condizionamento → socio-cult. ambiente costruito con artefatti, strumenti il cui uso attivo favorisce apprendimento. Attenzione al contesto che influisce sulla maturazione biologica (essere umano plasmato). ↳ la cultura che offre strumenti ↳ uso, me ne approprio e creo nuovamente ↳ incessante costruzione di prodotti culturali - importanza del ruolo dell’adulto → per entrambi W e V ha ruolo attivo, presenta il mondo al bambino ed è colui che favorisce l’apprendimento o che sceglie da chi arriva. - ssc → vuole elevare i processi di istruzione e apprendimento in un periodo di analfabetizzazione e riceve critiche perché rischia di mettere in crisi il sistema dittatoriale stesso (“acculturazione”). Per riassumere Dalla nascita europea della psicologia come scienza, nella seconda metà del 1800, a Lipsia con Wundt; alla prima scuola di psicologia negli Stati Uniti (comportamentismo, Watson), all’affermarsi del cognitivismo, (approccio scientifico che pone attenzione ai processi mentali) a macchia dolio negli anni Sessanta, Settanta e oltre. Ma anche : la Scuola Storico-Culturale con Vygotskij e la scuola Psicoanalitica con Freud (prima parte del Novecento). Ricerche importanti di V con lo scopo di comparare le prestazioni cognitive in culture diverse, più in particolare si trattava di verificare in che cosa differivano, a livello intellettuale, individui appartenenti a una cultura “primitiva”, residenti in villaggi asiatici, rispetto alle prestazioni di individui occidentali istruiti. La ricerca non ebbe seguito (andava contro Stalin), ma comunque questo paradigma rimane alla base delle righe interculturali, fondamentale per chiarire che cosa è innato, perché trasmesso geneticamente, e che cosa viene acquisito nel corso della vita di una persona. Sigmund Freud (1856-1939) e la Scuola Psicoanalitica Momento e figura rivoluzionaria per l’epoca → restituisce una visione di uomo non soltanto animato da razionalità e spinta di adattamento, ma anche come essere animato da pulsioni, libido che richiedono soddisfacimento. È aggressivo e pulsionale, lo si vede nell’attualità, nell’odio che ci appartiene. Il termine psicoanalisi venne da lui utilizzato (e creato) per la prima volta nel 1896. Nato a Vienna. Siamo in Europa e nel periodo in cui lavora lui si afferma la psicologia come scienza con il comportamentismo, in un’epoca caratterizzata da positivismo, una certa fiducia nelle capacità dell’uomo. Muore nel pieno avvento della Seconda GM, infatti i suoi ultimi lavori sono contrassegnati dal pessimismo, hanno un tono filosofico (opere: “il disagio della civiltà” e “l’avvenire di un’illusione”). La sua formazione è medica, lo porta ad approfondire gli ambiti della neurologia (disciplina che studia il sistema nervoso centrale) e della neurofisiologia: ambiti medici di importanza tale da fargli capire le cause di fenomeni come le malattie (per Freud sempre legate a compromissioni di tipo organico). Risente di un’impostazione naturalista e fiscalista: il suo contatto con Brucke e la Scuola Fisiologica di Berlino gli permettono di avere una buona conoscenza del corpo umano. Freud nello studiare fisiologia umana viene in contatto con studiosi importanti tra cui Charcot (medico che stava mettendo a punto il metodo dell’ipnosi, stato di estrema rilassatezza) e Breuer (metodo catartico): si interessa a ciò che questi due stavano sperimentando per affrontare sintomi che hanno origine organica, ma che sembrano non scomparire con le terapie. Nella Vienna di quegli anni si presentano spesso disturbi definiti di tipo isterico - dal punto di vista medico l’isteria sarebbe collegata alla presenza di un danno di qualche organo (es paralisi di un arto sup/ant, cecità visiva); dal punto di vista dell’approccio organicistico non si riesce a rilevare una causa organica che spieghi il sintomo isterico. La maggior parte dei casi sono pazienti femmine. L’applicazione dei due metodi (ipnosi e catarsi) ai quali Freud si interessa presenta una problematica: il loro utilizzo ha effetto per un periodo limitato, non è risolutivo. Cresce in Freud la convinzione che alla base dei disturbi psicologici ci siano dei meccanismi che non permettono alla coscienza di elaborare contenuti dolorosi o indesiderati → sintomo. Questi autori sono convinti che non ci sia un substrato organico che spiega questi sintomi e che quindi non si possa ricorrere a delle cure classiche. In una problematica di tipo psicologico non viene riconosciuto il sintomo nella sua dimensione organica. ➤Da questi studi poi elaborerà la teoria psicoanalitica: la psicoanalisi come teoria che cerca di spiegare le caratteristiche della vita psichica o anche come sviluppo della personalità (psicologia dello sviluppo) e poi la psicoanalisi come terapia (con il fine di stare meglio la persona che presenta un disturbo che non ha una base organica e immediatamente evidente, perciò non lo affronto con gli strumenti della medicina classica) ➝ se medicina classica non basta si ricorre ad altri metodi: - la psicoanalisi come teoria psicologica dello sviluppo della personalità - la psicoanalisi come psicoterapia - la psicoanalisi come modello energetico e pulsionale della vita psichica Un punto importante è l’idea della vita psichica come animata da un’energia che è evidente fin dalla nascita e che ha bisogno di scaricarsi, chiamata libido. Questa visione dell’uomo come soggetto energico è stata definita “idraulica. Il fatto che l’uomo non sempre riesca a scaricare questa energia è secondo F uno dei motivi per cui il soggetto presenta dei disagi, delle tensioni, dei sintomi di intensità differenti a livello corporeo. ➤ Prima topica teoria del conscio, preconscio, inconscio→ primo tentativo di elaborare un modello della struttura psichica costituito da tre dimensioni principali, in cui la parte inconscia sembra dominare - conscio, ossia la consapevolezza - preconscio, fa da filtro; alcuni contenuti dell’inconscio entrano a far parte di questa dimensione, ma non ne siamo consapevoli - inconscio, ha a che fare con scopi di cui il soggetto non è consapevole Questo per rendere conto che la personalità umana è caratterizzata da parti consce e inconsce. Nell’inconscio ci sono tutte le emozioni, le passioni, i desideri di cui non abbiamo piena consapevolezza, anche perché attiviamo un processo di rimozione cosicché non ci dobbiamo confrontare con essi: li temiamo, quindi vogliamo tenerli a bada. L’inconscio non si manifesta solo nei sintomi (nevrotici), ma anche nelle apparentemente insignificanti condotte della vita quotidiana: battute, motti di spirito, atti mancati, dimenticanze, lapsus (meccanismi di difesa) → sono in realtà sempre comprensibili, hanno significato, perché stanno nella dimensione dell’inconscio che sa spiegarli (inconscio manipolatore) libro “Psicopatologia della vita quotidiana” 1901. Il passaggio alla seconda topica è importante perché F inserisce la sua riflessione sulla presenza di quelle istanze della personalità che chiama es, io, super io; che sono consce o inconsce. ➤ Seconda topica come precisazione della prima. - l’es, “onnipotenza infantile”, energia che ha bisogno di scaricarsi=pulsioni; fa riferimento alla parte pulsionale, istintiva che richiede soddisfacimento immediato e che non è capace di procrastinare il desiderio; non accetta limiti ed è presente nel bambino già dalla nascita (es pulsione della fame), risponde al principio di piacere. - l’io è quell’istanza della personalità che si forma stornando energia all’es; il principio di piacere che caratterizza l’es si confronta con la realtà esterna che ha dei vincoli rispetto alle pulsioni costanti dello stesso (in pratica gestisce le pulsioni dell’es). L’io deve servire due padroni: pulsioni e moralità, istinto e divieti. L’io è adattamento del soggetto alla realtà, risponde al principio di realtà. - il super io, si forma alla fine; è quell’istanza che si costituisce ad un certo punto dello sviluppo, ovvero quando il bambino risolve il complesso di Edipo tra i 3 e i 5 anni, il quale ha a che fare con delle rinunce (innamoramento del genitore del sesso opposto e poi risoluzione di esso). Istanza che incarna la dimensione del limite, del divieto, della norma, della regola, della moralità. Super-io tiranno: il soggetto si sente in colpa, sensazione di aver fatto cose che non doveva fare. Limite dell’approccio psicoanalitico➝ tutto questo ci allontana dall’esigenza di rigore, di trasparenza e chiarezza che alimentava i primi psicologi che volevano che la psicologia fosse ritenuta una scienza. Crisi dal punto di vista epistemologico, del metodo.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved