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COME SI SVILUPPA L’ODIO E LA DISCRIMINAZIONE VERSO L’ALTRO, Guide, Progetti e Ricerche di Antropologia

APPROFONDIMENTO: COME SI SVILUPPA L’ODIO E LA DISCRIMINAZIONE VERSO L’ALTRO Razzismo come costruzione sociale,L’incontro con l’altro e il razzismo, Il razzismo e il senso di superiorità rispetto agli altri,La psicologia clinica come ha affrontato questa dinamica e cosa ne pensa del razzismo?,FONTE: State of Mind, il giornale delle scienze psicologiche [ State of Mind è un giornale online di psicologia, psicoterapia, neuroscienze, psichiatria e varia attualità ] Bibliografia * Fabietti, U., e Matera, V. (1999). Memoria e identità. Roma: Meltemi editore * Tajfel, H. (1999). Gruppi Umani e Categorie Sociali. Bologna: Il Mulino. * Reich, W. (2009). Psicologia di Massa e del Fascismo. Torino: Einaudi. * Freud, S. (2010). Il disagio della civiltà. Torino: Einaudi

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2022/2023

Caricato il 14/01/2024

Giorgiascurati
Giorgiascurati 🇮🇹

4.5

(2)

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Scarica COME SI SVILUPPA L’ODIO E LA DISCRIMINAZIONE VERSO L’ALTRO e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Antropologia solo su Docsity! APPROFONDIMENTO: COME SI SVILUPPA L’ODIO E LA DISCRIMINAZIONE VERSO L’ALTRO Razzismo come costruzione sociale Secondo alcuni psicologi il razzismo è un fenomeno sociale che si sviluppa all'interno dell'interazione con l'altro e prevede una percezione di superiorità del proprio gruppo rispetto ad un altro. Per quanto un individuo possa agire in autonomia, sganciato da associazioni o movimenti, l’idea stessa di razzismo e di odio etnico rimanda ad un gruppo al quale riferirsi ed appartenere in opposizione a qualcun altro. È nei momenti di conflitto tra gruppi che questo tipo di fenomeno prende piede e si radicalizza, diventando a sua volta carburante per alimentare, amplificare e perpetuare tale scontro. L’incontro con l’altro e il razzismo Il comune denominatore di comportamenti e ideologie razziste è sempre il medesimo: l’incontro con la diversità diventa uno scontro, e l’altro è percepito come inferiore. Come scatta questo meccanismo? Come si costruisce la discriminazione e, soprattutto, l’odio per l’altro? È nei momenti di conflitto tra gruppi che il razzismo prende piede e si radicalizza, diventando a sua volta carburante per alimentare, amplificare e perpetuare tale scontro. Il razzismo e il senso di superiorità rispetto agli altri Stabilito questo, come si passa dalla definizione di un gruppo, alla discriminazione degli altri? Perché il nostro gruppo ci appare migliore? Secondo Fabietti e Matera ( antropologi italiani contemporanei ) il razzismo oggi si fonda su una forma di narrazione del passato, una costruzione artificiale della memoria operata attraverso la selezione di ricordi e informazioni che esaltano alcuni specifici aspetti rispetto ad altri, collegati a costruire una storia utile a giustificare l’odio verso l’altro. Un passaggio chiave in questo processo è la creazione del concetto di “identità etnica”, che da concetto astratto, inesistente, finisce per essere percepita come un’entità reale, naturale. Ex la schiavitù dei neri nel 1400. Concetti simili vengono espressi anche da Tajifel ( psicologo che opera nel campo dei pregiudizi e dell identità) e Turner (psicologo), con la loro “Teoria dell’identità sociale”, sostengono che quando si entra in contatto con soggetti appartenenti al nostro stesso gruppo sociale le differenze vengono minimizzate e le somiglianze accentuate, e specularmente, quando abbiamo a che fare con soggetti appartenenti ad un gruppo diverso dal nostro le differenze vengono sovraconsiderate, mentre le somiglianze tendono ad essere minimizzate o contestualizzate. Se pensiamo ai casi di cronaca che costellano il panorama sociale attuale, ritroviamo diversi esempi di come l’azione criminosa possa essere intrepretata in modo molto differente, se a commettere il reato è un membro del nostro gruppo o di un altro: nel primo caso gli attributi negativi saranno legati alla singola persona, mentre nel secondo tendono ad essere letti come tipici di quel gruppo: “Un rom ruba perché tutti i rom rubano”; “Se un rom sventa un furto, è perché sarà lui ad essere particolarmente onesto (…o ne ha avuto qualche altro vantaggio…)”. Al contrario: “Se un mio concittadino ruba, è perché sarà lui ad essere un delinquente”; “Se un mio concittadino sventa un furto, è perché noi siamo gente onesta!” La psicologia clinica come ha affrontato questa dinamica e cosa ne pensa del razzismo? Ne “Il disagio della civiltà” (Freud, 1929) Freud parla di “narcisismo delle piccole differenze”, sostiene l’esistenza di un meccanismo di proiezione delle proprie parti negative all’esterno, sui gruppi più prossimi, attraverso il quale distinguiamo il nostro gruppo rispetto agli altri, e ci sentiamo gratificati nell’appartenervi. Sempre nel campo della tradizione psicoanalitica non può essere trascurata l’interpretazione offerta da Wilhelm Reich (medico,psichiatra, psicoanalista), che nell’opera “Psicologia di massa del fascismo”pone attenzione al ruolo sociale svolto dalla sessualità e a tutte quelle dinamiche psicologiche che “affondano le loro radici nella parte irrazionale del carattere umano”. Conformemente al ruolo centrale attribuito all’energia orgonica nella concettualizzazione reichiana, l’ideologia razziale è intesa come “una tipica espressione caratteriale biopatica dell’uomo orgasticamente impotente”. Si include quindi il razzismo tra le molteplici manifestazioni dell’irrazionalismo sociale, attraverso le quali dei soggetti incapaci di scaricare la propria eccitazione fisica e mentale, esprimono e canalizzano le istanze aggressive e la propria perenne frustrazione. FONTE: State of Mind, il giornale delle scienze psicologiche [ State of Mind è un giornale online di psicologia, psicoterapia, neuroscienze, psichiatria e varia attualità ] Bibliografia * Fabietti, U., e Matera, V. (1999). Memoria e identità. Roma: Meltemi editore * Tajfel, H. (1999). Gruppi Umani e Categorie Sociali. Bologna: Il Mulino. * Reich, W. (2009). Psicologia di Massa e del Fascismo. Torino: Einaudi. * Freud, S. (2010). Il disagio della civiltà. Torino: Einaudi
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