Il Viaggio nell'Inferno: Canto VII e VIII, Dispense di Letteratura

Scarica Il Viaggio nell'Inferno: Canto VII e VIII e più Dispense in PDF di Letteratura solo su Docsity! 7° CANTO: il canto si apre con l'invocazione di Pluto a Satana, con parole oscure al fine di dissuadere Virgilio e Dante che però non temono il confronto anzi sarà proprio Virgilio che risponderà ricordando a questa creatura infernale la sconfitta di Satana per volere di Dio e annuncerà che ancora una volta l'inferno e tutte le anime malvagie devono piegarsi all'autorità divina. Superata l'ira di Pluto si recano nel 4° girone quello degli avari e prodighi che si scontrano tra di loro lanciandosi pesanti offese. Virgilio tenta di spiegare a Dante quale sia il peccato di queste anime punite affermando che si tratta di anime che in vita sono state attaccate troppo al denaro vivendo egoisticamente e che adesso si ritrovano qui abbandonate da tutti. La pena che viene afflitta a queste anime è quella di non poter mai possedere una propria identità, saranno informe e irriconoscibili così come in vita non hanno agito di intelletto, sarà proprio la mancanza di intelletto che non permetterà loro di avere una propria identità. In eterno vivranno: gli avari con i pugni stretti a simboleggiare il desiderio di tener stretto i propri averi, mentre i prodighi avranno i capelli tagliati a simboleggiare chi nella vita ha dato via tutto ciò che possedeva. Dante attraverso la figura del maestro vuole trattare della fortuna identificata da lui come un volere di Dio che si esercita nei popoli senza dipendere dal consenso umano. Attraversando il quarto cerchio si arriva ad una fonte che si rovescia in un fossato e alimenta la Stige, nome che identifica la tristezza, di fatto nella Stige si troveranno gli iracondi immersi che combattono tra di loro e gli accidiosi sommersi dal fango da cui provengono delle bolle dovute al loro respiro. Virgilio e Dante assistono in silenzio allo spettacolo giungendo fino ad una torre. CANTO 8°: Dante e Virgilio giungono ad una torre dalla cui sommità partono segnali luminosi che sono avvisi di richiamo per Flegias, il traghettatore infernale che farà in seguito salire i due sulla sua barca. Durante la navigazione, un iracondo si rivolge con arroganza a Dante, è il fiorentino Filippo Argenti che dopo una serie di ingiurie contro i due poeti cerca di assalire la barca ma viene cacciato da Virgilio nel fango insieme a tutti gli altri dannati. La barca approda davanti alle mura della città di Dite che è rosseggiante di fuoco e circondata da diavoli che impediscono ai due di entrarvi. Neanche Virgilio riesce a far sottomettere i diavoli alla potenza divina e Dante comincia a