Scarica Commento personale e riassunto del "De rerum natura" di Lucrezio e più Prove d'esame in PDF di Latino solo su Docsity! Commento Personale al proemio del “De rerum natura” di Lucrezio: Le uniche notizie affidabili sulla vita di Lucrezio, vengono fornite da San Girolamo nel “Chronicon” e apprendiamo che il poeta sarebbe nato nel 94 a.C. e morto nel 50 a.C., dopo essere stato condotto alla pazzia attraverso un filtro d’amore. Naturalmente le notizie citate relative al filtro d’amore e l’apparente suicidio risultano false, nate forse in ambienti avversi al materialismo lucreziano. Lucrezio viene ricordato come autore di un’unica opera il “De rerum natura”. Quest’opera si inserisce nel filone della poesia didascalica, opere che possiedono un contenuto scientifico, filosofico e storico con una valenza didattica e divulgativa. Essa ebbe una lunga tradizione sia in latino che greco. Sull’esempio dei poemi di Esodio, poeta greco del 700 a.C., autore di “Teogonia” che tratta della conoscenza delle origini del mondo e degli dei e “Opere e i giorni” che spiega degli insegnamenti precetti morali e pratici in vari campi. Entrambe queste opere possiedono tematiche per lo più scientifiche con trattazioni superficiali. La poesia didascalica si diffuse in modo particolare a Roma, diventando l’unico strumento di approccio alla scienza, tendendo allo stesso tempo al fenomeno enciclopedico. Lucrezio scelse questo genere letterario ispirato dai filosofi greci come Senofane, Empedocle e Parmenide, i quali avevano esposto le loro teorie in forma poetica. La scelta della poesia come primo modo per esprimere il sapere, rappresentava l’unico modo di trasmissione orale poiché rendeva più facile la memorizzazione. Lo scopo dell’opera di Lucrezio fu di diffondere la filosofia epicurea tra il pubblico colto delle classi elevate. Il clima politico nel quale si colloca il poema è quello delle guerre civili, nel quale Lucrezio cerca e trova una via di fuga dalla situazione presente nella filosofia epicurea, la quale può liberare l’umanità dalle paure e turbamenti sia psicologici e fisici. Il titolo dell’opera di Lucrezio “De rerum natura” (“La natura o l’universo”) è la traduzione di “Perìphyseos” titolo del trattato in trentasette libri di Epicuro sulla fisica. L’opera di Lucrezio si suddivide in sei libri, raccolti in diadi e scritta in esametri. I sei libri dell’opera sono frammentati in dispari, riguardanti l’elogio a Epicuro e aventi un tono più sereno, mentre i libri pari possiedono un tono più cupo. L’opera si apre con l’”inno a Venere”, questa scelta è perplessa ma si trovano giustificazioni: la prima è che risponde alla tradizione letteraria di dedicare il poema a una divinità e la seconda è che Venere rappresenta vari significati simbolici. Essa rappresenta la potenza generatrice della natura ossia l’oggetto del poema, è ”voluptas” (piacere) che rappresenta il fine del percorso filosofico epicureo e infine è la madre degli Eneadi (stirpe latina) e nume tutelare della famiglia dei Memmi, destinatari dell’opera. L’esaltazione di Epicuro, che è il primo a contrastare la religio, interpretato da Lucrezio etimologicamente come qualcosa che ti imprigiona, all’interno dell’opera risponde all’intento filosofico epicureo di eliminare la sottomissione degli uomini alla religio, interpretata a quel tempo come superstizione, culto o instrumentum regni” (ossia strumento del regno, politico). Alice Papini, IV A
