Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

comunicazione digitale e social media, Schemi e mappe concettuali di Diritto di internet e dei social media

riassunto della materia comunicazione digitale e social media L-19 2° anno

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

Caricato il 04/03/2022

patrycia-anjos
patrycia-anjos 🇮🇹

3.5

(4)

6 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica comunicazione digitale e social media e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Diritto di internet e dei social media solo su Docsity! Comunicazione digitale e social media 1-comunicazione e web 2.0 La comunicazione è un processo che prevede la trasmissione di un’informazione a uno o più riceventi. Il termine deriva dal latino “communico” che sta a significare conoscere o rendere partecipi. La comunicazione, quindi, prevede anche un’interazione tra soggetti diversi. La storia della comunicazione può essere suddivisa in quattro periodi:  Comunicazione orale  Comunicazione scritta  Comunicazione tipografica  Comunicazione elettrica Dalla comunicazione elettrica si arriverà, nell’arco di un secolo, ala nascita e allo sviluppo della comunicazione elettronica: radio, televisione. Subito dopo toccherà alla comunicazione digitale (internet) e al web. Il web nasce nel 1991 grazie a Tim Berners Lee, ricercatore al CERN. Fu lui il primo a pubblicare il primo sito web online. Il 30 aprile 1993 il CERN decise di rendere pubblica la tecnologia che era base del web. Sin dall’inizio il web fu utilizzato per la pubblicazione di contenuti multimediali, come ad esempio testi, immagini, audio, video e ipertesti. Esso permetteva di scaricare programmi, applicazione, dati e perfino videogiochi. Inizialmente le informazioni pubblicate erano statiche, ovvero l’utente non poteva interagire con esse. Da qui nasce l’esigenza di evolvere il web e si arriva al web 2.0. Il web 2.0 è un’espressione utilizzata per indicare appunto l’evoluzione del world wide web rispetto alla condizione in cui si trovava precedentemente. Esso è costituito da tutte quelle applicazioni online che permettono un elevata interazione tra il sito web e l’utente, quindi applicazioni di tipo collaborativo, bassate sulla user experience, come ad esempio blog, forum, chat, YouTube, Facebook, Twitter ecc. il termine web 2.0 fu introdotto nel 2004 da O’ Reilly Medianel, il quale dà questa definizione: “il web 2.0 è un insieme di tendenze economiche, sociali e tecnologiche che formano insieme la base per la prossima generazione di internet. Un più maturo e distinto mezzo caratterizzato dalla partecipazione degli utenti, dall’apertura e dagli effetti della rete” L’evoluzione del web 2.0 è strettamente legata al web 3.0, dove si vuole sfruttare al meglio le tecnologie basate sull’intelligenza artificiale, il web 3D e la realtà aumentata. 2-L’arrivo dei social network I social network iniziano la loro storia nel 1997 con uno statunitense di nome Ellison che lanciò il sito SixDegrees.com. L’obiettivo era quello di creare relazioni fra persone. Il termine “social network” fu invece coniato nel 2003, con la nascita di un nuovo sito: friendster, il quale era in grafo di mostrare una foto e il nome degli utenti. Offriva inoltre la possibilità di creare le persone e di collegarsi insieme. Successivamente incominciò a svilupparsi Myspace, nato da Tom Anderson e Chris De Wolfe, con lo scopo di offrire ai giovani uno spazio in cui potevano esprimersi in totale libertà e creatività. Myspace, nasce nel 2003, offrendosi una piattaforma in grado di far aprire ad ogni utente un blog, di giocare online o di guardare l’oroscopo. Successivamente nel 2005 è stato venduto per 600 milioni di dollari alla News Corporation di Rupert Murdoch. Nel 2003 Reid Hoffman e altri membri di PayPal e socialnet.com lanciano LinkedIn si tratta di un social orientato al mondo del lavoro. Il profilo diventa un curriculum vitae dell’utente e la relazione che si instaurano sono prettamente professionali. Il 4 febbraio del 2004 nasce The Facebook, il social creato da Mark Zuckerberg. Il social si basava su profili creati con l’obiettivo di rimanere in contatto con le persone che si conoscono. Inizialmente Facebook non disponeva di molte funzionalità, ciò che lo rendeva famoso era la funzione di tagging nelle foto. Il 15 luglio 2006 nasce Twitter. Un servizio che permette di mandare brevi messaggi a gruppi di utenti. Il nome deriva da verbo inglese to tweet (cinguettare). I tweet che contengono 140 caratteri vengono chiamati Twoosh. Almeno l’80% in Italia hanno l’account Facebook e il 76% cinguetta su Twitter. 3-daisocial network ai social media Una rete sociale (social network) consiste in un gruppo di persone connesse tra loro da diversi legami, com la conoscenza casuale, i rapporti di lavoro o familiari. Definiamo social media le tecnologie adottate per condividere contenuti testuali, immagini, video e audio. I social media possono assumere diverse forme: forum, message board, wikis, podcast, immagini e video. Tipologie di social:  Profile based social network: incentrati sul profilo dell’utente (Facebook, MySpace)  Contest based social network: incentrati sui contenuti creati dagli utenti (YouTube, flicker).  Business social network: rivolti alla creazione e gestione dei network di tipo professionale (LinkedIn) Quella che segue invece è una rassegna sintetica delle più note e utilizzate reti di contenuti: - Google groups - LinkedIn - Wikipedia - YouTube - Facebook - second life - Twitter - Flickr - Delicious - StumbleUpon 4-L’era del giornalismo digitale In Italia si comincia a parlare di giornalismo digitale da circa un decennio. Il primo quotidiano italiano che ha sperimentato le opportunità di internet è l’Unione Sarda, nel dicembre del 1994, i maggiori quotidiani italiani sbarcano online tra il 1997 e il 1998.  Il sito del quotidiano la Repubblica fa la sua comparsa online nel 1997  Nel ’97 la Rai lancia un sito sole news, rainews24. Mediaset seguirà il suo esempio solo nel 2001 con la nascita di tgcom.  Tra il ’97 e ’98 escono anche le versioni digitali del corriere della sera, la gazzetta dello sport, la stampa e il sole 24 ore. Si sperimentano nuove opportunità: vengono servizi aggiornati e contenuti aggiuntivi che affiancano il prodotto cartaceo. Molti gruppi editoriali tentano inutilmente la strada dei servizi a pagamento. È cambiato il processo di trasmissione delle notizie. Uno dei vantaggi del giornalismo on-line: si moltiplicandole fonti per i giornalisti. Inoltre, le piccole testate di provincia acquistano visibilità potenzialmente internazionale Giornalismo 2.0 Il giornalismo 2.0 è il giornalismo che si avvale di internet e delle nuove opportunità dischiuse dagli strumenti del web 2.0 il cybercronista ha in rete mezzi e fonti di cui i giornalisti del passato avevano solo sognato di poter disporre: motori di ricerca, banche dati, aggregatori di news, e-mail, ecc. Il contenuto nel giornalismo 2.0 Il filo è una nuova filosofia all’insegna della collaborazione:  Il giornalismo 2.0 pone al centro: l’interazione tra giornalisti e utenti del web  Il ruolo principale del lettore è: riversare e segnalare contenuti ad altri membri della rete.  Modello delle 3c: contenuti, creatività e condivisione ci porta ad una strategia editoriale vincente  Anche grazie ai blog e ai social media, oggi l’approfondimento è a portata di clic. Se il comune internauta coltiva la sua “dieta informativa” attirando a sé i contenuti per ottenere un’idea accurata di un accadimento, il cronista non può esimersi da quel “sano giornalismo investigativo”. Il pensiero di Steve Outing sul giornalismo 2.0 è: che i media devono smetterla di pensare a sé stessi come isole. Devono andare ala ricerca e afferrare tutto l’altro contenuto rilevante che viene pubblicato intorno a loro. Nel giornalismo 2.0 è legittimo: fare largo uso del web ma senza dimenticare le basi e le regole che disciplinano la materia. Meno appropriato, invece, appare l’entusiastico annuncio di una nuova era che imponga un taglio netto con la precedente. Non è il giornalista a essere nuovo ma lo sono i mezzi e i contesti. Una professione che si evolve sempre. Il giornalismo è, infatti, è semplicemente il racconto della realtà di tutti i giorni. Possiamo dire quindi che l’evoluzione della figura del giornalista nell’era digitale coinvolge: mezzi e contesti. 5-gli strumenti del cybergiornalista Dal registrato analogico, dai vocabolari e dalle enciclopedie si è passati a una dotazione hardware fatta di personal computer miniaturizzati, <<penne>> e supporti con capacità di storage sempre maggiori, videocamere digitali e cellulare di ultima generazione.  Tempi e modi del giornalista-tipo cambiato radicalmente  Il <<learning by doing>> è comunque l’approccio migliore.  Il motore di ricerca è spesso il punto di partenza di molti giornalisti a caccia di dati  I siti ufficiali: di università, di istituti di ricerca, ministeri, comuni.  I siti che riportano informazioni sugli autori, eventuali sedi, telefoni, mail.  Google, Lycos, alta vista, Virgilio, etc. creano elenchi dei contenuti disponibili in rete  Spider, software che scandagliano il web e copiano le pagine nel database del motore.  Ricerca bibliografica: adottare una migliore strategia di ricerca è essenziale poiché nel catalogo cartaceo e nel motore di ricerca online.  Litare al minimo le ambiguità e l’arbitrarietà: - Essere specifici nelle richieste, frase esatta, esclusione di termini e cerca tutte le parole. Motori di ricerca concorrenti di Google  ask, exalead, Yahoo Italia e Bing Il primo giornale fu il New York Times oggi il suo archivio disponibile online raccoglie gli articoli del prestigioso quotidiano fin dal primo numero (1851) Archivio storico del Corriere della Sera: si possono effettuare ricerche inerenti agli articoli pubblicati dal 1992. Gli aggregatori di news, si tratta dei cosiddetti <<feed rss>> rss sta per Rich Site Summary reinterpretato come Really Simple Syndication ossia ‘distribuzione veramente semplice’ Il formato usa il linguaggio Xml per notificare la pubblicazione di un nuovo articolo sul web. Sotto altre forme attraverso un software installato nel computer del fruitore. Questi programmi, reader o <<aggregatori>> leggono e interpretano i documenti Rss, un sistema di alert che permette di essere costantemente aggiornati sulle notizie nei settori di proprio interesse. La posta elettronica è un servizio mediante il quale l’utente può inviare informazioni, l’uso iniziale di appositi client da installare sul pc Microsoft Outlook es. nomeutente@vostrodominio.it Un testo documentato è una scrittura che si basa su una documentazione, cioè su dei dati, su delle informazioni. Proprio questa caratteristica di base lo distingue bene dal tema. Il testo documentato si basa sempre su dei dati di fatto, su delle notizie, su delle informazioni. Allenarsi a scrivere testi documentati è molto importante. - un saggio -una guida ai programmi televisivi -un dépliant di illustrazione Un libretto di istruzione Una voce di enciclopedia Un verbale di assemblea Una denuncia Una lettera del ENEL Articolo giornalistico Si arringa un avvocato Il testo documentato ha un alto potenziale comunicativo, perciò deve essere preciso, chiaro ben articolato. Deve, insomma, farsi capire molto bene. Per un testo documentato da realizzare vengono sempre forniti, fin dall’inizio, molti dati ed informazioni spesso di importanza diversa, al punto che devono necessariamente essere usati tutti. l‘abilità di chi deve scrivere un testo documentato consiste quindi nel saper raccogliere l’informazione, e in seguito sapere esporre queste informazioni in un certo ordine, in modo da conferire la massima efficacia al proprio testo. Naturalmente sia la raccolta delle informazioni che la loro esposizione dipendono molto dal contesto nel quale ci troviamo dal lettore che immaginiamo di avere dallo scopo con il quale stendiamo il nostro testo. In base a questi elementi decideremo anche: una lunghezza, una destinazione, un registro stilistico. Quanto sono informativi questi testi? Il testo molto denso è difficile da riassumere, o da riscrivere. Il testo denso è più funzionale, il terzo è addirittura uno strumento di studio Il testo denso consente inferenze abbastanza evidenti Il testo meno denso può essere riscritto con una certa facilità Il testo meno denso è più piacevole da leggere, assomiglia a un argomento di conversazione Il testo meno denso invece consente inferenze, che però sono ricavabili solo da chi conosce piuttosto bene l’argomento. Le informazioni, però, possono essere di “qualità” diversa, anche se apparentemente sono le stesse. Ad esempio, se intorno a uno stesso argomento, come la biologia, sentiamo parlare prima una persona ben informata dai giornali, poi uno specialista del settore - anche se, per ipotesi, riportassero le stesse notizie - ci accorgeremmo subito che il discorso dello specialista avrebbe un'altra profondità, che le informazioni avrebbero una qualità diversa, proprio perché il discorso è impostato in modo più competente. Qualcuno ha detto che le fonti, per un giornalista, sono come le chiavi inglesi per un meccanico. Bisogna averle, per lavorare. Tipologia delle fonti: Esistono innanzitutto le fonti ufficiali e quelle non ufficiali. Distinguiamo poi le fonti di informazione in primarie e secondarie. È possibile fare un’ulteriore classificazione delle fonti in: Fonti giornalistiche, Fonti non giornalistiche e Fonti confidenziali. Rimanendo in tema di fonti, è possibile fare un’ulteriore classificazione delle stesse in fonti attive e fonti passive. La differenza tra esse è facilmente spiegabile. Fonti passive sono quelle che il giornalista va a cercarsi da solo e che spesso non hanno nessuna voglia di svolgere il ruolo di fonti. Fonti attive sono quelle rispetto alle quali il giornalista non è cercatore ma cercato. Le fonti vanno sempre citate, salvo casi eccezionali. Il rischio della spirale  Su Internet ci sono centinaia di siti giornalistici che offrono gratis notiziari a volte di discreto livello. Questi siti, però, attingono notizie dalle stesse fonti dei giornalisti della carta stampata della radio e della Tv, ovvero dalle agenzie di stampa e da altri siti Internet, e spesso addirittura dagli stessi giornalisti che li consultano. In questo modo si viene a creare una spirale in cui tutti attingono da tutti, e che ad ogni giro si allontana dall’origine della notizia, rendendo sempre più incerta l’aderenza tra il fatto narrato e la notizia da esso generata. Attirare l’attenzione  Qualche anno fa la Chartbeat, società di web analytics focalizzata sul mondo editoriale, si occupò di un’indagine che riguardava le percentuali di lettura da parte delle persone. In un articolo dal titolo “You Won’t Finish This Article. Why people online don’t read to the end” (Tu non finirai questo articolo. Perché le persone non leggono online fino alla fine) sono stati pubblicati alcuni gra-fici di sintesi dai quali emerge che troppo spesso i lettori di una testata online non “scrollino” la pagina web. Questo risultato pone in evidenza il problema della eccessiva lunghezza delle homepage di molti quotidiani online. Dall’indagine è anche emerso che, mediamente, venga letto il 50% del contenuto testuale di un articolo, mentre molto di frequente vengono guardati nella loro integrità i contenuti che hanno la presenza di video e/o foto. Il problema non è che le persone siano distratte, ma che una parte rilevante dei gior-nali non è in grado di interessarle coinvolgendole nella lettura, appassionandole. Le domande a cui deve immediatamente rispondere un articolo nel mondo anglofono vengono indicate con le 5 W, che per comodità traduciamo anche in italiano: Who? (Chi?), What? (Cosa?), When? (Quando?), Where? (Dove?), Why? (Perché?). ma già Ermagora di Temno (vissuto nel II secolo a.C.). Le domande a cui doveva farsi ricorso per sviscerare qualsiasi argomento erano quis, quid, quando, ubi, cur, quem ad modum, quibus adminiculis (Chi, cosa, quando, dove, perché, in che modo, per quale motivo). La prima vera rivoluzione nel mondo dell’informazione è nata con l’avvento della radio, e ancor più della televisione, sebbene trattassero per necessità le notizie in modo più breve e superficiale. La “necessità” è presto giustificata: per leggere una cartella giornalistica, che abbiamo visto avere 1800 caratteri, spazi e punteggiatura compresa, sono necessari mediamente due minuti, che sono il tempo medio di un servizio sia radiofonico che televisivo. Il vantaggio era, di contro, la maggior tempestività nel dare al pubblico la notizia. Quello che invece ha letteralmente sconquassato il mondo dell’editoria tradizionale è stato l’avvento del web, che ha portato, per fornire un dato concreto dell’Associazione stampatori giornali italiani, i quotidiani a diminuire le vendite nel periodo esaminato, che va dal 1990 al 2013, di circa il 45%. In numeri, si è passati da una media di circa 4.800.000 giornali venduti al giorno a 3.700.000. stili giornalistici sui media: normalmente il web è più stringato (per il problema della difficoltà del lettore a scrollare lo schermo di pc, tablet e smartphone cui abbiamo accennato); è invece, se necessario dal contesto, anche molto approfondito per il giornale cartaceo e la rivista; facilitato dalla presenza di immagini nel caso di tv e webtv, impegnativo per la radio che deve “far vedere con la voce” il fatto che si racconta. 12-il cybergiornalista del 2020 Il giornalista diventa colui che percorre da solo tutto il processo che porta un lettore ad avere una notizia da leggere, e una figura ibrida che si interseca con quella del web content manager. Al pari del web content manager il giornalista del web deve anche tenere sott’occhio gli analytics. Anche il giornalista web, al pari di quello della carta stampata, di Tv e radio, segue le indicazioni del direttore in ordine agli articoli che propone, ma i tempi rapidi del web hanno in parte modificato la gerarchia rigida delle vecchie redazioni. Tutto questo contesto può portare a deviazioni: conoscere il lettore, capirne e cavalcarne le paure, ed in molti casi anche l’ignoranza, è uno dei veicoli principali delle fake news, con le quali si può semplicemente giocare, o far lucro, ma si riesce anche a manipolare un certo tipo di persone. Le regole di un buon giornalista:  saper scrivere  essere credibile ed affidabile  costruire un rapporto fiduciario con il lettore, sfruttando, se i mezzi usati lo consentono, un rapporto interattivo Gli studi di comunicazione di massa distinguono, in generale, tre tipi di modelli comunicativi: la dimensione verticale (autorità), orizzontale (tra pari) di profondità (intimità). Il giornalista deve saper istituire con i suoi lettori una sintesi dei tre tipi. Maiuscole e minuscole. Tranne che per i nomi propri, come Anna, Giovanni, Luigi, dove l’uso della maiuscola è indiscutibile, attualmente ci sono usi non propriamente corretti. Per esempio, la parola papa, riferita al pontefice, andrebbe in minuscolo se accompagnata dal nome: parliamo dunque di papa Francesco, e non di Papa Francesco. La maiuscola in questo caso può essere usata quando la parola è usata da sola ed indica inequivocabilmente il capo della Chiesa cattolica. La grammatica parla chiaro: si scrivono con l’iniziale maiuscola tutti i nomi propri di persona, animale o cosa; si scrivono con l’iniziale minuscola tutti i nomi comuni. A volte, però, i nomi comuni diventano propri, come ad esempio i nomi novecento, libertà, bilancia. Si scrive “novecento euro”, “combattere per la libertà”, “i pesi della bilancia”, ma, di contro, “l’arte del Novecento”, “la statua della Libertà”, “il segno zodiacale della Bilancia” perché questi nomi hanno subìto una personificazione. Si verifica anche il percorso contrario: che un nome proprio diventi nome comune. Il caso può essere la parola Dio. Sempre con la maiuscola per indicare il creatore dell’universo: “Pregare Dio”, “Il Dio degli Ebrei”, “il Dio Allah”; ma va con la minuscola quando si tratta di una divinità pagana, perché qui dio è diventato nome comune; tanto più che in questo caso abbiamo anche un femminile dea, e anche i plurali dèi e dee. Sole, Terra e Luna, sono certamente nomi propri quando indicano i tre corpi celesti, e vanno in minuscolo solo se sono fuori dal linguaggio astronomico, come nell’esempio “La terra imbruniva mentre il sole calava all’orizzonte, e già sorgeva la luna”. I titoli di opere usano le maiuscole, escludendo gli articoli e le preposizioni articolate che non siano iniziali. Dunque: I Promessi Sposi, Il Gattopardo, Le Novelle della Pescara. Uso dell’apostrofo. In italiano usiamo l’apostrofo in due circostanze: l’elisione ed il troncamento. Vediamo le differenze e l’uso di una e dell’altro. L’elisione è la caduta di una vocale finale atona. Il troncamento o apocope è invece la caduta di una vocale atona finale (per lo più e oppure i) o di una intera sillaba finale 13-gestire un ufficio stampa e il brand journalism nella p.a. Negli ultimi anni la comunicazione, aziendale ed istituzionale, ha conosciuto uno sviluppo vertiginoso. Sono ormai tantissimi, se non la quasi totalità, gli enti pubblici che hanno un addetto stampa, e parimenti lo hanno le aziende, le società sportive, i politici, aprendo spiragli occupazionali importanti. Organizzare e gestire seriamente un ufficio stampa richiede grosse competenze e professionalità, affinché la realizzazione di comunicati stampa e la loro diffusione possa ottenere i risultati sperati. Scrivere e divulgare i cosiddetti comunicati stampa è infatti solo una delle attività previste, e nemmeno, alla fine, quella fondamentale. La gestione di un ufficio stampa può avvenire internamente, cioè gestita da dipendenti o convenzionati con l’ente, la società o il soggetto che bisogna promuovere, o può essere affidata esternamente ad agenzie di comunicazione che fra le loro attività si occupano anche di uffici stampa. Organizzazione dell’ufficio stampa  Anche se l’ufficio stampa può essere pertinente a diversi contesti (un’azienda, un evento, un’associazione, un ente pubblico) alcuni principi base per la sua organizzazione e la sua gestione presuppongono delle considerazioni generali valide per ogni ambito applicativo. Ci sono alcuni aspetti fondamentali da tenere sempre in considerazione per la gestione di un ufficio stampa:  La prima cosa da fare è documentarsi  Seconda fase del nostro lavoro sarà preparare  predisporre un piano di gestione  nel caso della gestione di uffici stampa per la promozione di eventi dovremo valutare attentamente le date di invio dei nostri comunicati stampa a testate giornalistiche, tenendo conto della periodicità della testata: Mailing list  La mailing list è la lista dei contatti a cui invieremo il nostro comunicato stampa. La preparazione di una mailing list completa, aggiornata ed attendibile, è sicuramente uno dei passi fondamentali affinché la nostra attività di ufficio stampa raggiunga gli obiettivi sperati. La mailing list va preparata in base all’evento, al prodotto, all’azienda o all’associazione che promuoveremo nel nostro comunicato stampa. Diffondere un comunicato stampa alle redazioni  I principali media da prendere in considerazione per l’invio del comunicato stampa sono:  agenzie di stampa  quotidiani nazionali/regionali  settimanali e mensili non specializzati  stampa specializzata  radio  reti televisive nazionali/locali  internet Come scrivere il comunicato stampa? Naturalmente i contenuti del comunicato stampa dipenderanno dal contesto in cui avverrà di fatto l’attività del nostro ufficio stampa, ma c’è un’impostazione ed una struttura del comunicato stampa che possono essere considerate utili per ogni tipologia di comunicato, il quale è un breve testo che dovrà fornire al nostro destinatario le informazioni necessarie per poter conoscere ed a sua volta divulgare le nostre notizie. Per questo è necessario prestare attenzione ad alcuni aspetti.  il contenuto dovrà essere convincente e chiaro  scrivere in uno stile ortograficamente corretto;  organizzare il contenuto per blocchi  curare l’aspetto grafico  spedire insieme al comunicato adeguato materiale fotografico  inserire nel comunicato stampa i nostri dati o quelli dello studio  diversificare, se è il caso, i comunicati stampa;  cercare di inviare il comunicato stampa al destinatario preciso e non ad un indirizzo generico;  dopo qualche giorno dall’invio del comunicato stampa effettuare quello che si chiama in gergo recall: Piano stampa operativo  Il piano stampa operativo è fondamentale per organizzare le varie fasi di lavoro di un ufficio stampa. I principali fattori e aspetti da tenere in considerazione sono: destinatari, argomenti, strumenti, tempistica e archiviazione. Al fianco dell’attività di comunicazione istituzionale, che è propria dell’ufficio stampa di un Ente pubblico, esiste nel mondo della Pubblica amministrazione anche la possibilità di applicare principi del brand journalism. il professor Roberto Zarriello offre nel suo libro dal titolo, appunto, “Brand journalism”1: “Tipo di giornalismo che si occupa della comunicazione di tutto ciò che ruota attorno a un marchio (brand) con lo scopo fondamentale di informare i lettori sulla storia dell’azienda attraverso gli strumenti e le regole proprie del professionista che opera nei mass media”. E ancora ricorriamo al testo del professor Zarriello per definire le differenze tra addetto stampa e brand journalist2: “Il primo deve generare interesse in media già esistenti; il secondo, invece, pubblica direttamente sul brand magazine e si occupa non solo della scrittura del contenuto ma anche della sua diffusione e di generare traffico su di esso”. Ora, non prima senza aver fatto un brevissimo passaggio sull’evoluzione della materia, vediamo come la città metropolitana di Bologna, attraverso la sua rete civica denominata Iperbole, abbia saputo dar vita ad uno strumento che è riuscito ad amalgamare in modo efficace comunicazione pubblica, servizi online e brand journalism applicato alla Pa. L’inizio della diffusione dell’uso della rete internet tra la popolazione vide, negli anni ’80, nascere negli Stati Uniti le prime freenet basate su Bbs (Bullettin board system) La prima a nascere in Italia, essendo anche tra le prime in Europa, fu Iperbole, la rete civica della città di Bologna. I servizi di Iperbole  Cosa può avere il cittadino dalla rete Iperbole, dunque? In modo non esaustivo, non parliamo solo di una rete wifi pubblica che copre una parte importante della città metropolitana di Bologna, ma anche, citandone alcuni sui tanti disponibili, di una serie decisamente ampia di servizi online. Essi vanno dalla richiesta di casa popolare alla certificazione, alla presentazione del proprio Isee per motivi assistenziali, alla consultazione della propria cartella clinica in tempo reale, all’iscrizione dei propri figli a scuola, all’interrogazione sui tributi da pagare ed al pagamento degli stessi. 14-regole di sicurezza informatica Per il nostro lavoro, per studio o anche solo per svago oggi l’uso di pc, tablet, notebook, palmari e smartphone fa parte ormai del nostro vivere quotidiano. Il problema è che non tutti sanno come usare con una buona dose di sicurezza questi strumenti. Ma anche cose solo apparentemente più futili: a tutti spiacerebbe perdere una foto particolare del proprio partner, del proprio gattino o cagnolino, o un ricordo che conserviamo comunque in formato gitale. Conoscere le basi di sicurezza informatica è quindi fondamentale per capire come proteggere il proprio pc (o le altre apparecchiature prima citate) da pericoli quali i virus, ed anche per navigare su internet senza rischiare intrusioni o furti di dati. Lo testimonia il numero di patch di correzione che Microsoft è costretta a sfornare per i componenti vitali di Windows. Prima di elencare le regole del ‘come difendersi meglio’, facciamo conoscenza con i nostri nemici: virus informatici, worm, trojan, ransomware, spyware, adware, scareware, per capire, in modo semplice, che danni possono procurarci. Fate il backup dei vostri dati! Perderli è più frequente di quanto si possa immaginare: il disco rigido che li contiene si può rompere, una cliccata distratta li può cancellare, un virus può devastarli, un crash di Windows può renderli irrecuperabili, uno sbalzo di tensione può fulminarvi il computer, un ladro può rubarvi il PC portatile, un'installazione infelice di un programma o di un aggiornamento di Windows può mandarlo in tilt. Fate dunque il backup (ovvero una copia di sicurezza) almeno dei vostri dati. Copiateli (dipende dalla loro quantità) Un corso di comunicazione digitale e social media, che si avvalgono in maniera massiccia delle immagini, elaborate digitalmente, manipolate o “tal quali”, non può non soffermarsi sulla fotografia, indagarne alcuni aspetti senza scendere nel tecnico, e conoscere quel che celebri fotografi pensano dei lavori che producono e del mondo dell’immagine in generale. la fotografia non riproduce fedelmente la realtà, nonostante molti ritengano che essa sia la sua fedele immagine. Richard Avedon, grande fotografo vissuto dal 1923 al 2004 e che lavorò in vari campi, affermava: «Tutte le fotografie sono precise, nessuna è la verità». Esempi di “manipolazione” della realtà attraverso la fotografia li troviamo sin dagli albori della sua storia. In epoca vittoriana con la fotografia che iniziava a diffondersi, si sviluppò la pratica delle foto post mortem, delle quali esistono ancora numerosi esempi. La tecnica venne chiamata niépceotypes, e fu ben presto soppiantata dall’uso del collodio, perché l’albumina tendeva a screpolarsi e a staccarsi in grandi falde dal supporto di vetro. utilizzata soprattutto in campo medico per cicatrizzare e proteggere le ferite. Francesco Pacienza, giornalista e tra i fotografi subacquei più apprezzati e premiati al mondo, ama ripetere: «Nella mia fotografia ho sempre affermato che attraverso di essa io mento!». D’altronde tutto il mondo dell’arte, ogni sua forma espressiva, non è la riproduzione della realtà, bensì l’interpretazione che l’autore ne vuole dare. La foto può essere arte, lo abbiamo detto, e può raccontare (come nella bella foto di Francesco Pacienza) il punto di vista del fotografo, senza che questo sottintenda il voler raccontare con le immagini qualcosa che sia falso. Il fotografo può mentire? Lo fa di certo quando decide cosa includere e cosa escludere dalla propria inquadratura. Mente quando decide di inserire la propria visione delle cose, la propria cultura all’interno dell’inquadratura. La fotografia racconta, quindi, un istante della realtà oggettiva interpretato soggettivamente. Il pericolo digitale Le cose cambiano molto, anzi moltissimo, con la massiccia diffusione della fotografia digitale e della capacità (intesa come semplicità) di manipolare ogni singola foto creando nuove immagini, con un sempre maggior numero di persone in grado di fare ciò. magari creando situazioni inverosimili come nell’immagine che riportiamo e che vede insieme intenti a cimentarsi in videogiochi Barack Obama, Mahmud Ahmadinejad e Vladimir Putin, tanto che esiste una competizione internazionale che porta il nome di Photoshop contest che vede proporre immagini come questa ma anche delle vere e proprie opere d’arte, dall’altro alimenta in modo sempre più pericoloso e crescente il mondo del falso. 19- SEO: cosa signific? Le regole di base SEO è divenuto pressocché fondamentale nel mondo di internet, sia che parliamo di siti commerciali che informativi o personali. al mondo della Comunicazione digitale e ai social media da farne la sua professione, essendo un ambiente in pieno sviluppo, che offre tantissime occasioni di realizzazione professionale. Qualcuno le userà per il suo sito personale, o per quello dell’associazione/gruppo sportivo di cui fa parte. Volendo definire la SEO, essa è una branca del Web Marketing che si occupa dell'ottimizzazione di un sito web per i motori di ricerca, ovvero l'insieme delle tecniche e strategie che permettono ad un sito Web di essere presente e visibile tra i risultati del motore di ricerca per una determinata query, cioè una determinata parola o frase chiave scelta e digitata dall'utente nella barra di ricerca. Perché l'attività SEO è così importante? Innanzitutto, per la centralità dei motori di ricerca nell'attività degli internauti, che è ormai nella vita quotidiana di ognuno. Per cercare informazioni di qualsiasi tipo, notizie, prodotti, servizi, una quota maggioritaria degli utenti passa da Google. Un guazzabuglio di parole Fare SEO non è propriamente facile, anche se l’utilizzo di alcune facilitazioni, rende il compito meno arduo di qualche anno fa. Tra i più utili allo scopo di questa lezione: algaritmo, alt, anchor text, backlink, ctr, indicizzazione, keyword, local seo, meta tag, ottimizzazione, page rank, posizionamento, protocollo https, ecc... Le regole di base della seo  all’ABC delle tecniche di scrittura SEO. Come abbiamo evidenziato in precedenza, servono a rendere un testo interessante per i robot dei motori di ricerca, ma è certo che nel fare questo lavoro non possiamo perdere appeal per gli utenti “umani” che leggeranno il testo. 1. Creare contenuti originali 2. Scrivere prima per i lettori e poi per motori di ricerca 3. Scrivere bene 4. Scegliere una struttura chiara e funzionale per i contenuti 5. Usare i tag html 6. Effettuare una buona formattazione 7. Scrivere per essere capito 8. Puntare alla semplicità 9. Usare le immagini consapevolmente 10. Scegliere le keyword giuste Gli strumenti  Per trovare le parole chiavi più rilevanti ci sono degli strumenti online molto validi come Google Trends oppure Google Suggest. Google Suggest è un punto di partenza indispensabile per avere il polso della situazione e per capire cosa cercano le persone intorno a un argomento. Un altro strumento molto valido che aiuta a scegliere le parole chiavi giuste è Ubersuggest, Con Ubersuggest puoi trovare chiavi secondarie, varianti della parola chiave principale con l’aggiunta di una o più keyword, e correlate, ovvero suggerimenti che ampliano il campo semantico del topic principale e aiutano a capire come migliorare un contenuto. Le parole chiave con un unico termine sono molto utili in fase di scrittura di un testo per aumentare la pertinenza dello stesso e migliorarne l’indicizzazione, ma molto difficili da conquistare nella ricerca diretta. Per ovviare a questo problema, uno strumento online molto efficace è AnswerThePublic, che dà risultati basati su un approccio discorsivo, ovvero non basandosi più sulla singola parola chiave, ma sulle long tail keyword. Un ultimo consiglio a chi vuole approfondire l’argomento è leggere la “Guida introduttiva all’ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO)” che trovate qui: ovvero le linee guida di Google che contengono indicazioni e istruzioni per chi promuove contenuti online tramite la ricerca Google.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved