Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Comunicazione Politica, Appunti di Comunicazione Politica

Dalla "Retorica" ai manifesti politici

Tipologia: Appunti

2018/2019
In offerta
30 Punti
Discount

Offerta a tempo limitato


Caricato il 06/05/2019

carlfranceschini8
carlfranceschini8 🇮🇹

4.7

(15)

6 documenti

1 / 47

Toggle sidebar
Discount

In offerta

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Comunicazione Politica e più Appunti in PDF di Comunicazione Politica solo su Docsity! Comunicazione politica – Bitonti, Viroli Candidati, partiti, leader, sono attori della comunicazione politica. Anche i cittadini tramite referendum e iniziativa ne fanno parte. I media, i giornalisti, sono i principali attori della c.p. prima non si controllava quello che mettevano e le loro info passano direttamente al grande pubblico, ora sono più controllati. Spesso le imprese nonostante vogliono solo profitti, ma in alcuni casi hanno bisogno di creare canali di comunicazione (es. caduta ponte Genova). Gruppi di interesse: religione, multinazionale, sindacati, ONG, uni, vogliono fare approvare certe leggi. Definizione di “comunicazione politica” (Mazzoleni): lo scambio e il confronto dei contenuti di interesse pubblico-politico prodotti dal sistema politico, dal sistema dei media e dal cittadino- elettore. Quali sono gli attori della comunicazione politica? Tutti coloro che, tramite la comunicazione, cercano di persuadere, di ottenere delle cariche (ad esempio nella politica). È una disciplina multidisciplinare. Istituzioni politiche media cittadini modello pubblicistico istituzioni politiche modello mediatico, i media sono cosi importanti da cittadini non poter essere comparati al resto. MEDIA Modello pubblicistico – dialogico: è il modello tradizionale. I tre attori (istituzioni politiche, media e cittadini) dialogano fra di loro e sono tutti considerati sullo stesso modello. Modello mediatico: in questo modello i media hanno un ruolo cruciale, molto più importante rispetto ai cittadini e alle istituzioni politiche. Si parla addirittura di “media logic” (Mazzoleni). I politici stessi usano una logica mediatica: provano ad adattare il loro messaggio al media che siano e quindi cambiano il loro modo di comunicare. Ai tempi venivano fatti discorsi/comizi lunghissimi, ora invece sempre più politici usano i “sound – bites”, ossia frasi molto rapide e veloci. La comunicazione politica quindi non è più l’arte della retorica al fine di risultare persuasivi, bensì ora i media diventano un canale di mediazione fra chi parla e chi riceve, quindi tra istituzioni e cittadini. Dove si fa comunicazione politica? “sfera pubblica” dove i vari attori si confrontano dove le idee vengono scambiate, argomentate e decise con la ragione (come ad esempio i caffè). (Da Habermas, che apparteneva alla scuola di Francoforte, scuola di matrice marxista, lui scrisse “storia e critica dell’opinione pubblica”) : luogo in cui si scambiano idee e cercano di prevalere una sulle altre, luogo dove le idee vengono scambiate, dove i vari attori dialogano. Habermas teorizzava il fatto che nel 700 ci fossero i Caffe borghesi dell’illuminismo dove avveniva uno scambio razionale di idee, quindi dove veniva utilizzata la ragione come mezzo e come fine. Poi però nasce la società di massa quindi il suffragio che si espande, dove la parte razionale viene un po’ meno (difficile ragionare con troppe persone). NB molti criticano la teoria di Habermas perchè anche nell’illuminismo non c’era tutta questa razionalità. “il medium è il messaggio” un messaggio cambia a seconda di quale mezzo per la comunicazione viene usato, il canale è fondamentale. (Marshall McLuhan, 1967) Le quattro fasi della comunicazione politica: • Fase pre-moderna (fino agli anni 1960) Comizi (partiti radicati, credenze forti, voto d’appartenenza). • Fase moderna (dal 1960 agli anni ‘90) la TV diventa protagonista, assieme alla radio, ai giornali (persuasione elettori “al centro”, voto d’opinione, sondaggi, spin doctors, ossia coloro che fanno girare il messaggio sui media) esempio discorso Kennedy vs. Nixon. La comunicazione non verbale inizia a giocare un ruolo molto importante infatti vediamo come Kennedy sia molto più pacato, tranquillo, naturale, sicuro di sè (a differenza di Nixon che ha tono aggressivo) e infatti vince. Allo stesso modo al giorno d’oggi abbiamo l’esempio di Trump che ha attirato le persone grazie al suo fare naturale, linguaggio molto semplice (non politichese) e con il suo spregiudicato utilizzo di Twitter • Fase post-moderna (dagli anni ’90 al 2010) abbondanza, diversificazione, velocità, • Fase odierna (dal 2010 in poi) abbondanza, disintermediazione, frammentazione. Con tutti i dispositivi che esistono al giorno d’oggi riceviamo tantissime notizie (bombardamento di notizie) dato che c’è ancora più possibilità di comunicazione politica. Oggi è tutto molto più frammentato. Basti pensare alle dirette Facebook o Twitter (vedi Salvini), sono metodi secondo i quali non c’è intermediazione da parte dei media, sono i politici che parlano direttamente ai cittadini. Come si fa comunicazione politica? • Teoria ipodermica (o “del proiettile magico”) i messaggi dei media possono convincerti su qualsiasi cosa. • Effetti limitati (flusso a due fasi) ogni messaggio che viene propagandando non arriva a tutti nello stesso modo, viene mediato dalle reti sociali di nostra appartenenza. • Teoria critica comunicazione legata all’uomo come consumatore (teoria scuola di Francoforte) • Variabili intervenienti possono incidere sul modo in cui noi riceviamo la comunicazione (dissonanza cognitiva, la gente non cambia idea bensì cambia la realtà). Per cercare una conferma, l’ente di espone verso qualcosa su cui in realtà era già d’accordo prima. • Agenda-setting • Spirale del silenzio la penso diversamente, quindi taccio. Si comunica principalmente con la retorica (l’arte del saper parlare). Verità effettuale cosa succede davvero, non cosa dovrebbe succedere. Concezione antica (classica): ciò che dovrebbe essere (es. il signore degli anelli) Concezione moderna: ciò che è (es. GOT, non si riconosce il bene e il male è una zona grigia) Il potere della parola può cambiare il mondo, direzionare le scelte altrui. Si cerca di autolegittimare il proprio potere, di far capire alle persone che la propria è la giusta opinione. Il potere sta dove gli uomini credono che sia. Il linguaggio della politica: studiare quali parole, quali argomenti funzionano per convincere le persone, chi le dice (attori), a chi le dicono, attraverso quale canale e quali effetti vengono prodotti. (Lasswell 1948 criticato perché dalla sua citazione sembra che il destinatario riceve la notizia e basta, mentre dovrebbe considerare il contesto). Il linguaggio della politica: “Non insegna Accomoda il parlare al volgo, alle opinioni comuni Non scopre nulla Non invita ad esaminare le idee con spirito critico Non cerca la verità ma la vittoria Corrompe l’anima individuale e corrompe la città” (Platone, Gorgia) Cos’è la comunicazione politica secondo Lasswell (1948)? Who says what? In which channel? To whom? With what effect? In questa definizione manca però il contesto, infatti questa teoria venne contestata. Come già detto, il linguaggio della politica è il tentativo di autolegittimarsi proprio nella dinamica per cui c’è qualcuno di potente sopra e qualcuno sotto. Il linguaggio della politica ha a che fare con la politica perché è pronunciato da persone in ambito politico e riguarda sempre fatti e oggetti politici. Parole chiave legate al linguaggio della politica: • discorso politico • parola • rituali • simboli e political discourse (che significa “dibattito delle idee”). Quindi un discorso politico è pronunciato quando si cerca di autolegittimare la propria autorità, imporre dei rapporti di forza, ma naturalmente farlo senza l’uso della violenza. Quindi in questo caso la violenza è totalmente esclusa anche se la forza sta nelle parole che si pronunciano. “Il linguaggio politico è la realtà politica” (Edelman, “Constructing the political spectacle, 1988). La retorica: “attraverso le nostre parole possiamo modificare il mondo, determinare i nostri destini”. PLATONE scrive “Gorgia” Gorgia era un retore siciliano, usava la retorica come arte per persuadere i cittadini o il governo. La retorica nasce infatti in Sicilia dopo la caduta delle tirannidi di Siracusa e Agrigento. Lui ha scritto dei manuali di uso per chi faceva discorsi; Gorgia esercitava l’arte della sofistica. I Sofisti sono, di fatto, coloro che sull’arte di parlare hanno creato una professione: si facevano pagare dai genitore per fornire l’educazione ai figli su come parlare in pubblico. Gorgia “nulla c’è, e se anche ci fosse non sarebbe conoscibile, e se anche fosse conoscibile non sarebbe spiegabile”, vale a dire che come retori bisogna essere in grado di fornire una tesi e anche una contro tesi, si deve essere in grado di difendere qualsiasi tesi, poco importa quale sia la cosa corretta, l’importante è difendere la propria fino in fondo. Proprio per questa ragione i sofisti vennero criticati molto apertamente. Platone, infatti, in questo dialogo intitolato “Gorgia”, condanna la sofistica: “la sofistica non insegna nulla di nuovo, accomoda il parlare al volgo, alle opinioni comuni, non scopre nulla, non invita ad esaminare le idee con spirito critico, non cerca ma verità ma solo la vittoria, corrompe l’anima individuale e corrompe la città”. Dunque la sofistica non insegna nulla, dà semplicemente al popolo ciò che vuole sentirsi dire, non porta verso il bene e il giusto, semplicemente usa ciò che è più efficace, cercando solo la vittoria nelle cause (in seguito alla caduta delle Tirannidi). Gli interessa solo vincere, non interessa il bene e il giusto ma solo ciò che è efficace in retorica. È compito del filosofo invece (Platone) scoprire quali solo le idee più giuste, quelle che si avvicinano di più al bene, ciò che è utile a livello politico. Aristotele nella retorica fa una trattazione scientifica sia di come è nata la disciplina della retorica sia come si può strutturare un discorso vincente ed efficace (anche lui qui critica i Sofisti). Tra Platone ed Aristotele c’è una differenza nella concezione di dialettica e retorica: in Aristotele la dialettica rimane la scienza delle idee, della realtà; la retorica invece secondo lui è il modo in cui bisogna presentare le proprie idee in maniera convincente. Invece per Platone la retorica e la dialettica stavano insieme, erano un’unica scienza. A noi sono arrivati solo testi esoterici da parte di Aristotele (cioè quelli destinati agli allievi) e non quelli essoterici, cioè i libri veri e propri (sia per Aristotele sia per Platone). Aristotele affronta scientificamente ogni oggetto ogni cosa, il retore deve conosce bene l’oggetto del suo disputare. Aristotele scrive un libro sull’arte della retorica intitolato appunto “La Retorica”, qui troviamo tre generi diversi di discorso in retorica: Giudiziario per convincere un giudice o una platea di qualcosa (forense), passato. Qui si tratta di accusare o difendere qualcuno. Deliberativo in cui cerco di convincere l’assemblea che una certa posizione sia più utile o inutile, approvare una legge o no (legislativo), futuro. Qui consigliare o sconsigliare. Epidittico in cui si loda e si biasima qualcuno (dimostrativo), presente. Elogiare o biasimare. Dunque, come detto prima per Platone retorica e dialettica stavano insieme, erano la stessa cosa ma con due connotazioni diverse: la dialettica era l’arte della ricerca del bene e del giusto (quindi positiva), invece la retorica era l’arte del persuadere senza tener conto del bene utilizzata dai sofisti (quindi negativa). Nel caso di Aristotele invece la retorica ha la sua dignità come a sé stante e quindi assume una connotazione positiva. Ci sono delle tecniche usate in retorica che richiamano alle tecniche usate in dialettica: lui parla dell’ENTIMEMA (che richiama al sillogismo) partire da un concetto generale per arrivare a una conclusione in particolare. poi parla di ESEMPIO (induzione) si parte da un esempio e si arriva ad una teoria generale. L’entimema è il modo in cui faccio una dimostrazione della mia tesi facendo delle premesse probabili, e l'altro caso che funziona è quello dell’esempio. Il grande colpo di genio di Aristotele è il dire quando noi affrontiamo un’argomentazione basandoci sul fatto che abbiamo ragione, noi usiamo approcci diversi: • LOGOS (approccio logico) si cerca di convincere il proprio auditorio attraverso una dimostrazione logica (una dimostrazione del discorso), dunque una dimostrazione logica che punta a convincere il pubblico. Questa è la componente razionale e logica. • ETHOS tuttavia i messaggi persuasivi non si basano soltanto sull’argomentazione che si usa, ma anche sulla credibilità di chi parla. La credibilità di chi parla è molto importante e decisiva, questo è l’ethos (retore che parla), quando il retore si rende particolarmente credibile (rendersi una fonte attendibile). • PATHOS bisogna poi provare ad entrare nella mente di chi ascolta per far emozionare e questo è il pathos (emozionare l’ascoltatore), emozionare il pubblico per predisporlo ad essere convinto della correttezza del tuo messaggio. Il pathos è una cosa totalmente irrazionale. Parola come modo di legittimarsi, persuadere gli altri Retorica come arte e studio del convincere gli altri, tecnica che veniva insegnata a livello giudiziario, esperienziale, grandi retori che insegnavano quest’arte. Aristotele affronta scientificamente alcuni oggetti, perché è necessario capire ogni cosa Cicerone è l’altro grandissimo retore, questa volta romano. Nel “De Oratore” Cicerone riflette su cosa sia l’arte oratoria, su cosa funzioni e cosa no, su cosa serva per essere un bravo oratore convergenza tra Cicerone e Aristotele. Cosa richiede essere un buon oratore? Ricrea un dialogo in cui si finge avvenuto. In questo libro ci dice che la retorica è un aspetto molto importante nella vita, è la retorica che domina il campo della parola. Per essere un buon retore è necessario possedere determinate qualità: • Stile • Parole • Conoscere passioni umane • Umorismo • Cultura • Prontezza e brevità e garbo e gentilezza • Conoscenza della storia antica • Leggi • Diritto civile • Movimento del corpo • Gesti • Timbro e modulazione della voce • Memoria • Conoscenza profonda dell’argomento • Bella voce • Resistenza fisica (parlare stanca) • Facilità di parola • Aspetto gradevole (aiuta) Alcune persone hanno una predisposizione naturale nel saper parlare ed essere convincenti, anche se con lo studio, anche chi non è portato, riesce a migliorare. Per imparare ad essere un buon oratore è necessario esercitarsi (exercitatio). Cicerone: 55 a.c De Oratore: trattazione sistematica sulla retorica in contesto romano (vedi dipinto) denuncia Catilina riflessione sulla rtorica: cosa sia e a cosa serva Tante qualita per essere un buon oratore: nella realtà davvero difficile trovare un buon retore con tutte queste qualità per questo la retorica è così complessa 11. Vita/morte In questa orazione ci sono due parti principali: La lode ai morti EPAINESIS, i cui topos sono: • Logoslergon: le parole pronunciate si associano alle azioni degli eroi, perpetuando la fama dei morti nell’attuale mondo dei vivi. • Dikaion: il rito è buona cosa nonostante la tristezza dell’occasione. • Progonoi: gli eroi hanno la nobiltà (eugeneia) dei grandi predecessori. • Autochthones: tutti gli eroi condividono la stirpe della terra attica. • Paiedeia: I morti sono stati allenati all’eroismo. • Politeia: le norme della città sono eroiche • Arete: l’impresa dei padri è in armonia con il valore mostrato dagli eroi nella loro impresa. • L’esortazione dei vivi PARAINESIS, in cui i topos sono: • Paramythethikon: i viventi devono essere confortati dal fatto che gli eroi sono morti acquistando onore. • Protektikon: i vivi devono provare il valore dei caduti in guerra. Seconda lettura: dibattito riguardante la sepedizione in Sicilia (anno di guerra 415 a.C.) 415 a.C. si sta dibattendo sulla spedizione degli ateniesi a Siracusa, alleata di Atene, in Sicilia per aiutare perché Sparta sta attaccando. Nicia, contro la spedizione, e Alcibiade, a favore della spedizione: Nicia, generale nominato per la spedizione: Utilizza prima l’ethos, dice che è uno dei tre generali chiamati a condurre la battaglia e che lui potrebbe anche guadagnarci, ma che non è la cosa più giusta da fare. Passa alla partitio, esponendo le sue argomentazioni. Noi/loro: ateniesi e siracusani. Ethos al contrario: il mio avversario, Alcibiade, non è credibile, è inesperto, giovane, cerca il guadagno. Logos: non bastano i desideri Alcibiade, allievo di Socrate, altro generale nominato per la spedizione: Ethos: sostiene di essere credibile con esempi dei suoi successi. Logos: spiega le ragioni oggettive per cui sarebbe facile agire. Pathos: far rosicare gli spartani, stimola la competizione tra ateniesi e spartani Attacco all’avversario Tema dell’unità Nicia risponde pensando di aver ormai perso il dibattito: Logos: discorsi razionali sui rischi, gli sforzi. Tucidide poi parla della reazione di coloro che erano contrari alla spedizione, spirale del silenzio: quando c’è una maggioranza visibile, la minoranza decide di rimanere in silenzio. Presidente Abraham Lincoln: uno dei presidenti più conosciuti e importanti della storia degli Stati Uniti d’America (talmente importante da avere un memoriale dedicato a Washington Lincoln Memorial) Nella foto della slide Lincoln sta tenendo un’orazione funebre. Si trova a Gettysburg, un campo di battaglia e siamo nel periodo della guerra civile tra nordisti e sudisti (al Sud vogliono tenere la schiavitù mentre al Nord vogliono abolirla). In questo campo di battaglia prununcia questa orazione funebre per chi è morto durante la guerra civile. “Or sono sedici lustri e sette anni che i nostri avi costruirono su questo continente una nuova nazione, concepita nella Libertà e votata al principio che tutti gli uomini sono creati uguali. Adesso noi siamo impegnati in una grande guerra civile, la quale proverà se quella nazione, o ogni altra nazione, così concepita e così votata, possa a lungo perdurare. Noi ci siamo raccolti su di un gran campo di battaglia di quella guerra. Noi siamo venuti a destinare una parte di quel campo a luogo di ultimo riposo per coloro che qui dettero la loro vita, perché quella nazione potesse vivere. È del tutto giusto e appropriato che noi compiamo quest'atto. Ma, in un senso più ampio, noi non possiamo inaugurare, non possiamo consacrare, non possiamo santificare questo suolo. I coraggiosi uomini, vivi e morti, che qui combatterono, lo hanno consacrato, ben al di là del nostro piccolo potere di aggiungere o portar via alcunché. Il mondo noterà appena, né a lungo ricorderà ciò che qui diciamo, ma mai potrà dimenticare ciò che essi qui fecero. Sta a noi viventi, piuttosto, il votarci qui al lavoro incompiuto, finora così nobilmente portato avanti da coloro che qui combatterono. Sta piuttosto a noi il votarci qui al grande compito che ci è dinnanzi: che da questi morti onorati ci venga un'accresciuta devozione a quella causa per la quale essi diedero, della devozione, l'ultima piena misura; che noi qui solennemente si prometta che questi morti non sono morti invano; che questa nazione, guidata da Dio, abbia una rinascita di libertà; e che l’idea di un governo del popolo, dal popolo, per il popolo, non abbia a perire dalla terra.” Ci sono alcuni aspetti in comune con l’orazione di Pericle vista in precedenza: I vivi dovrebbero rendere omaggio ai morti (quartultima riga) All’inizio vi è un omaggio ai padri predecessori, poiché i padri fondatori in America sono molti importanti Parainesis esorta a portare avanti la battaglia: il nostro stato merita di sopravvivere e prosperare – “our man are alle qual” – così come Atene era la migliore con le migliori leggi poiliteia. È interessante vedere come entrambi glorificando i morti che hanno combattuto e sono morti per la patria, glorificano anche la patria e dicono che sia necessario andare avanti a combattere. Kennedy: nel contesto dei presidenti, un altro presidente molti importante è JFK, ed il suo discorso più significativo ed importante è quello inaugurale nel maggio del 1961, in cui pronuncia il suo giuramento agli Stati Uniti d’America (https://www.youtube.com/watch? time_continue=1&v=xE0iPY7XGBo e https://www.youtube.com/watch?v=3s6U8GActdQ). In questo discorso parla dei soldati americani che sono morti durante la Seconda Guerra Mondiale ed esorta i cittadini a lottare insieme. Buon governo/malgoverno Capire la politica per via del suo enorme potere, influenza le nostre vite e le nostre idee. Sono decisioni di un potere sovrano che si applicano alla popolazione (es. ebrei espulsi dalla scuola). Esempio di uno studente americano scuro di pelle che non fu ammesso all’università per le sue origini. Dopo che fu dichiarato che aveva il diritto di frequentare la scuola, gli studenti, i cittadini e la polizia gli sbarrarono le porte. Kennedy lo fece entrare con i carri armati. queste furono decisioni politiche che cambiarono le menti, i corpi visto che ha a disposizione la forza fisica e di stato. La politica ha il potere di persuadere anche senza violenza, si può modellare una mente attraverso parole ed immagini (le immagini risultano più persuasive). Sentendo le parole ci si fa un’idea, ma vedendo una foto si è più presenti. Differenza tra buon governo e mal governo 39-41 dipinto da un pittore (Ambrogio Lorenzetti) nel palazzo pubblico di Siena (una volta era una repubblica indipendente, i governanti venivano eletti dal popolo). I governanti eleggevano i 9 magistrati che si riunivano nella sala dove Ambrogio dipinge il buon governo e il malgoverno. Questo perché spiegando a qualcuno una cosa si riesce a far capire meglio spiegando anche cosa è il suo contrario. Guardando un vecchio dipinto si fa lo sforzo di ragionare su un maggior numero di idee. Le figure dipinte sono allegorie (indicano concetti astratti). “questa santa virtù (la giustizia), là dove regge induce ad unità li animi molti, e questi, a ciò riccolti, un ben comun per lor signor si fanno. dove c’è giustizia gli animi di tutti (cittadini) si uniscono. 1: per mezzo del loro signore ottengono il bene comune la giustizia, a braccia aperte tiene le braccia in equilibrio. A destra c’è un angelo rosso che taglia la testa ad un cittadino mentre pone una corona su un altro con l’altra mano. La giustizia da una parte punisce e dall’altra premia (dipende da cosa ti meriti), chi merita di essere punito chi è contro il bene e la libertà comune di Siena, così come merita di essere incoronato chi mostra virtù capacità forza di servire il bene comune Sulla sinistra l’angelo bianco distribuisce un recipiente e con l’altra mano un’astagiustizia commutativa. Il recipiente misura i beni solidi es sale e il bastone misura la lunghezza dei panni. I traffici e i commerci devono essere giusti non vi devono essere truffe. Dai piatti scendono delle cordeconcordia, scendono nella stessa maniera Concordia da la corda ai cittadini che la tengono e la legano al polso destro del sovrano di Siena La giustizia ispira le leggi, i cittadini tengono in mano la corda delle leggi e sono quindi anch’essi sovrani, devono approvare le leggi secondo la giustizia. La corda termina sul braccio del sovrano poiché il sovrano stesso ha il compito di rispondere ai cittadini e perché in questo modo si sminuisce il suo potere assoluto. Un sovrano che può fare quello che vuole (tiranno) non è sottoposto alle leggi, mentre questo sovrano si. chiunque governa deve essere limitato dalle leggi approvate dalla comunità dei cittadini. Solo così ci può essere un buon governo. La giustizia ha gli occhi rivolti al cielo, vi sono concetti biblici (amate la giustizia). In alto c’è un’immagine divina che rappresenta la sapienza (non terrena) con una scritta. Il quadro è diviso a livello: sopra umani, in mezzo virtù e in alto la sapienza divina ed il fatto che la giustizia guarda in su mostra che trae ispirazione dalla sapienza divina. Grazia a questa sapienza la giustizia riesce a tenere in equilibrio i piatti. La figura maestosa (non è il re), rappresenta il rappresentante del popolo di Siena: ha il potere di giudicare e di governo, ma è un potere che rappresenta la città. Attorno alla testa ci sono le lettere: C (comune) S (senarum) C (civitas) V (virginis) la figura rappresenta il potere sovrano della repubblica di Siena città della vergine. I colori sono bianco/nero (i colori di Siena). Nello scudo c’è la rappresentazione della vergine, la città è protetta da essa. Ci si doveva impegnare a servire la vergine o cristo affinché si poteva avere la speranza di essere protetti. stato per capire la politica è capire la loro arte della simulazione (capire i veri piani che nascondono), interpretare gesti. Si fida degli antichi: dialoga con i grandi uomini dell’antichità, cambia il proprio animo e si distoglie dai pensieri presenti per dialogare con i grandi dell’antichità mentalmente attraverso i libriuomini fondatori di stato (Mosé fondò lo stato di Israele eroe di Machiavelli, Ciro re che ha emancipato i persiani, Teseo che ha riunito i greci, Romolo fondatore di Roma). La natura del Principe • Testo retorico, da cui la sua centralità in un corso di comunicazione politica, pensato per invocare un redentore dell’Italia, capace di fondare un ordine politico nuovo addirittura con l’aiuto di Dio • Insomma, in questo corso si studia un Principe diverso, si legge Il Principe in maniera diversa • Quale maniera? • • Sulle tracce di un mito dal sapore religioso (Dio figura numerose volte nei capitoli del Principe e particolarmente nel finale): liberare l’Italia dai barbari, rivoluzione per cui è necessaria una rivoluzione di azione e pensiero (liberarsi di un certo modo di vedere il giusto e l’ingiusto). Il nuovo fine patriottico introduce nuovi standard Come mai M. citerebbe e loderebbe figure mitiche e religiose? • Mosè, Romolo, Ciro, Teseo? • Il quadro è da Esodo: un popolo che sa conseguire la sua propria emancipazione, sotto la guida di un grande leader, un fondatore mandato da Dio e alleato di Dio • PROFETA = FIGURA ASCETICA? «SOLO» RELIGIOSA? • L’esortazione a redimere l’Italia, capitolo finale del Principe, fu composto non come aggiunta scollegata, ma come parte integrante dell’opera, come finale verso cui tutto il resto tende; e infatti fu redatto come il resto dell’opera tra agosto 1513 e al più tardi gennaio 1514 • Siccome l’analisi dei testi deve essere puntuale, andiamo avanti con una lettura più vicina del testo... • ... ma non prima di averne dato degli elementi generali sui temi fondamentali, senza i quali andremmo a parlare a vuoto Un testo difficile • Al centro vi è una preoccupazione, che dà corpo a un’altrimenti solo teorica lista di punti: «ogni volta che si lascerà in Milano un duca debole, la Lombardia non fia di quel duca, ma de’ svizeri» (lettera a Vettori del 10 agosto 1513) • «Compar mio, questo fiume tedesco è si grosso che gl’ha bisogno d’un argine grosso a tenerlo» (vedi il cap. XXV del Principe!) • L’alternativa è tra «cominciare ora a piangere con voi la rovina e servitù nostra», oppure RIMEDIARE = persuadere a reagire • Questo è l’obiettivo che, dalle lettere al Vettori, diventa scrivere un libello sull’argomento. Tre mesi di silenzio epistolare tra l’agosto e il dicembre del 1513, in cui M. scrive Il Principe tutto intero (tesi di Chabod/Viroli) Ma perché l’insistenza sul principato da parte di un repubblicano? • M. stava già pensando ai Discorsi, sul tema della Repubblica, il governo popolare, e forse aveva già scritto i capitoli I-XVIII. Solo che lì trovò ispirazione per trattazione sistematica di una difficoltà particolarmente attuale: • «difficultà o impossibilità, che è nelle città corrotte, a mantenervi una republica... necessario ridurla più verso lo stato regio che verso lo stato popolare accioché quegli uomini i quali dalle leggi per la loro insolenzia non possono essere corretti, fussero da una podestà quasi regia in qualche modo frenati»!!! Cap. XVIII Discorsi 26 capitoli soltanto, ma fitti, ecco alcuni dei temi: • Stile: Pathos ardente / aspetto di ratio sistematica dei titoli non tragga in inganno • Realtà contemporanea sempre in mente: cap. III, quando si entra nel vivo del «principato misto» (non ereditario, non nuovo): M. ha in mente Milano, dove si insedi Luigi XII (Francia) ad argine degli svizzeri. La Francia non doveva compiere l’errore però di affidarsi ai mercenari • Cap. V, sconcertante: con nuovi principi assoggettati al proprio imperio, il nuovo sovrano deve... «spegnerli». Tema della forza bruta, che non solo non va trascurato ma va ragionato. L’etica non è astratta (cosa è il bene e cosa è il male in assoluto, ma va collocata nell’ottica delle conseguenze negative o positive sul consorzio umano) • Cap. VI, fondamentale come vedremo più avanti: la fondazione di un principato totalmente nuovo, «e di principe e di stato» • E da qui in poi entrano in gioco virtù e fortuna: Cesare Borgia (considerato come arcinemico dai fiorentini...) è modello positivo! Nel 1513 era morto, ma poteva servire da modello • Sulle azioni anche brutali di fondatori come Mosè, Ciro, Romolo, Teseo, nessuno ha mai avuto nulla da eccepire • Esempi di scelleratezze del Valentino: massacro di Senigallia, esecuzione del suo ministro Ramiro de Lorqua a Cesena • «se del male è lecito dire bene»: crudeltà «bene usate e male usate» No maestro del male e della violenza • Cap. IX, la forma di principato più degna all’umano consorzio è quella con favore popolare: dei due «umori diversi» della società, il popolo, che cerca solo la comune libertà, è da preferirsi ai grandi, che cercano interessi • Cap. X-XIV, questioni militari, ma M. non è interessato alle armi a fini dispotici. Al contrario. Solo la forza può proteggere la libertà. Armi mercenarie (XII e XIII) sono nefaste, solo sulla milizia propria si può contare, solo la milizia può porre rimedio alla tragedia italiana • Hegel lo capì: «le membra cancrenose non possono essere curate con l’acqua di lavanda» (cap. IX da Costituzione della Germania). «La più dura energia», è necessaria • Arte dello Stato è arte della guerra Etica, cap. XV • Lo dice M. stesso, che si di parte «massime, nel disputare questa materia, da li ordini delli altri. Ma sendo l’intenzione mia stata scrivere cosa che sia utile a chi la intende, mi è parso più conveniente andare dreto alla verità effettuale della cosa che alla immaginazione di essa» • «imparare a potere essere non buono e usarlo e non usarlo secondo la necessità» • Il bene, cosa è? Non qualcosa di astrattamente pregiudicato, ma la costruzione di uno Stato, prima forma di benessere collettivo Vizi e virtù? • XVI-XIX: vizi e virtù, nella loro accezione tradizionale, sono liquidati. M. fa una serie di esemplificazioni: la virtù della magnanimità tanto predicata? Porta alla rovina dei conti pubblici. La crudeltà è un vizio? Borgia ha con la crudeltà unito le genti di Romagna prima anarchicamente divise • E famosamente, meglio per un principe essere amato o temuto (XIX)? Petrarca aveva insegnato che è sempre meglio essere amato. Per M.: gli uomini sono in genere «ingrati, volubili, simulatori e dissimulatori, fuggitori de’ pericoli...». Il principe è demiurgo del destino di tutti, può con il proprio lavoro costruire una società umana vivibile Calo di tensione verso il gran finale • XX-XXIII trattano della corruzione a corte, come fuggirvi: è nel proprio interesse, in maniera contro-intuitiva, che i principi devono liberarsene • E poi in XXIV-XXVI veniamo finalmente alla figura del Teseo italiano • Ma partiamo da domanda seria: come poteva M., dopo aver bollato a fuoco tutti i difetti italiani, sperare che l’Italia avrebbe seguito tutta intera un redentore? • Entrano in gioco «virtù» e «fortuna», con suono di bronzo: M. spinge l’acceleratore sulla possibilità dell’uomo di dominare natura e storia, perché non tutto è fato! È la PARS COSTRUENS del discorso Lettura del principe come orazione retorica rivolta a un redentore • Andando alla caccia di questo principe- redentore, dobbiamo stare attenti, perché fa la sua comparsa, come detto, non nei primi capitoli, ma esplicitamente solo nel VI • Nella lettura dei primi capitoli bisogna stare attenti a non perdersi: qui M. discute in una maniera apparentemente fredda e distaccata le varie tipologie di principati (De principatibus per l’appunto) esistenti Ma anche nei primi capitoli principii essenziali • si diventa principi, e soprattutto si rimane tali, grazie non solo alla Fortuna ma alle virtù e alle proprie armi: • 1. capolista nel cap. VI è Mosè, profeta contrassegnato da una grazia, e una virtù propria, che l’ha messo in comunicazione con Dio • Seguono Ciro, Romolo, Teseo, come simili esempi di figure provviste e di virtù e d’armi • Che nel cap. VI ci sia l’apparizione del redentore, su cui poi insiste il grandioso finale dell’opera, è specularmente seguita da quest’altra analogia: • «E se, come io dissi, era necessario, volendo vedere la virtù di Moisè, che il populo d’Isdrael fussi stiavo in Egitto...» • Citazione dal Petrarca, altissima conclusione in poesia: «Virtù contro a furore / prenderà l’armi, e fia el combatter corto, / che l’antico valore / nelli italici cor non è ancor morto» Si sostiene che il Principe sia stato scritto per essere dato a Lorenzo De Medici per ottenere un posto di lavoro. L’interpretazione è falsa, poiché ai tempi di Machiavelli moltissime persone volevano essere assunte dai Medici, lettere che erano solo piene di elogi e di affermazioni su quanto erano fedeli. Invece Machiavelli nel Principe non scrive una lettera, ma come un’orazione. Un’orazione deliberativa si inizia con exordium, deve catturare l’attenzione delle persone e quindi mettersi in buona luce (le parole devono rendere il pubblico benevolo). In prima pagina infatti c’è una lettera a Lorenzo De Medici che sottolinea la propria competenza di scrivere un testo che parla degli antichi, della sua esperienza, parla dei suoi pericoli corsi per arrivare a ciò che sa ethos. Machiavelli presenta un suo vizio come una virtù (forza), la sua debolezza è non provenire alla vera elite fiorentina (da consigli a chi è molto più in altopresunzione). Dice di non voler essere considerato presuntuoso, ma “se un pittore vuole disegnare un paesaggio in alto deve stare in basso” conosce i principi meglio di quelli che stanno in alto. Partitio: dice subito di cosa parla. Dice che non parlerà di repubbliche, ma soltanto del principato e di come questi si possono governare e mantenere (come nascono e muoiono). Confermatio: insegna che i principati che vogliono essere stabili devono avere armi proprie e non dipendere da mercenari. Il libro fa molto scalpore per via di Refutatio: mette in discussione, il principe doveva seguire solo le virtù politiche di un tempo, ma Machiavelli dice che (soprattutto un nuovo principe) se un principe segue sempre le virtù perde lo stato e ottiene biasimo, non sei rispettato. Cap15: tanti hanno scritto prima di me su principati, ma chi vive come dovrebbe (seguendo le virtù) non troverà altro che rovina. Quindi se vuole mantenere lo stato deve usare o non usare le sue capacità a seconda della necessità. Cap18: non ci si deve separare dal bene, ma si deve essere in grado di entrare nel male qualora servisse. Lo stato non si conserverà in quanto il principe sarà circondato da uomini cattivi. Crudeltà, non mantenere la parola data.. Ribadisce il concettoribadisce ciò che è utile, se i principi faranno ciò che lui insegna saranno onorati e sicuri, ci pensa Machiavelli a insegnare la stabilità di stato La parte più importante dell’orazione sta alla fine, qui si deve mettere ciò che ci sta a cuore: exhortatio (esortazione): Machiavelli chiama un principe (immaginario) a impegnarsi per liberare l’Italia dal dominio straniero, in cambio promette al principe l’amicizia di Dio. Questo perché Dio è intelligente, vuole che viviamo liberi e vuole la giustizia e quindi rimane amico di chi è un redentore che anche se usa crudeltà fa la cosa giusta. In questo modo il redentore vince. Come Mosé era amico di dio che ha liberato un popolo dalla schiavitù. Sistema di corte Struttura di potere caratterizzata dalla presenza di uomini o di donne con poteri enormi di distribuire favori, privilegi. Attorno a loro si forma una rete di persone di “servi volontari”, essi si avvicinano all’uomo potente senza essere obbligati, ma per ricevere benefici dal signore (principe, re, imperatore, ricchi..). Etienne de la Boétie: “Dei servi liberi”, persone che per scelta si fanno servi di un uomo per ottenere vantaggi. Le tirannidi sono forme di governo dove il potere è assoluto, illimitato. Servitù volontaria “Giungo ora a un punto che, a parere mio, è la molla segreta del potere, il sostegno e il fondamento di ogni tirannide: Chi pensasse che sono le guardie, le alabarde, le sentinelle a proteggere i tiranni, cadrebbe in grave errore: Secondo me, essi vi ricorrono per la forma e come a uno spauracchio, più di quanto vi facciano affidamento. Gli arceri sbarrano le porte del palazzo agli incapaci privi di qualsiasi possibilità di nuocere, non già agli audaci ben in armi. È facile constatare che fra gli imperatori romani sono meno numerosi quelli sfuggiti al pericolo grazie ai loro arceri che quelli uccisi per mano degli stessi. Infatti non sono gli squadroni a cavallo, le compagnie di fanti, le armi che difendono un tiranno, ma sono sempre quattro o cinque uomini che lo sostengono (benché da principio si faccia fatica a crederlo, è l’assoluta verità) e gli consegnano l’intero paese: È sempre stato così; cinque o sei hanno ottenuto di venire ascoltati dal tiranno e gli si sono avvicinati spontaneamente, oppure sono stati chiamati da questi per diventare i complici delle sue crudeltà, i compagni dei suoi piaceri, i lenoni della sua lussuria, i beneficiari delle sue rapine. Questi sei istigano così abilmente il loro capo che egli si comporta iniquamente verso il popolo, con la propria malvagità, ma accresciuta dalle loro. Questi sei hanno sotto di loro seicento che corrompono proprio come hanno corrotto il tiranno. E questi seicento hanno alle loro dipendenze seimila che innalzano di grado: fanno dare loro il governo delle province o la gestione delle finanze allo scopo di tenerli in pugno, puntando sulla loro cupidigia o sulla loro crudeltà, perché essi le esercitino al momento opportuno e facciano del resto tanto male da non potere più sostenersi se non alla loro ombra, da sfuggire alle leggi e alle sanzioni solo grazie alla loro protezione. Grande è la serie di quelli che vengono dopo e chi vorrà dipanare la matassa vedrà che non già seimila, ma centomila, milioni rimangono vincolati al tiranno per mezzo di questa catena ininterrotta che li lega indissolubilmente a lui [...]. Insomma, a causa dei vantaggi e dei favori strappati ai tiranni, si arriva a un punto ove quelli che traggono vantaggio dalla tirannide sono quasi numerosi come quelli che aspirano alla libertà”. Etienne de La Boétie, Discours sur la servitude volontarie, trad. it. Discorso sulla servitù volontaria, La Vita felice, Milano, 2007, pp. 93-97. Servitù volontaria: il tiranno non è l’apparato armato, ma viene aiutato da quelle poche persone che si sono avvicinate a lui (o sono state chiamate) spontaneamente. Lo osservano ed incoraggiano i peggiori vizi del tiranno al fine di ottenere vantaggi. Sotto a questi 5/6 seguaci hanno al di sotto altre persone che a loro volta ne avranno altre. Se un uomo distribuisce favori ottiene lealtà e tutte le persone che godono ti vantaggi sanno che perdendo quella persona perderebbero tutto ciò cui gli serve. Favorebeneficio dato senza che questa ne abbia diritto Nel sistema di corte: si deve essere in grado a simulare (mostrare, esibire anche tramite parole) dei sentimenti che non si provano affatto. Niccolò Macchiavellli Ridescrivere “Io so che ciascuno confesserà, che sarebbe laudabilissima cosa un Principe trovarsi di tutte le sopraddette qualità, quelle che sono tenute buone; ma perchè non si possono avere, nè interamente osservare per le condizioni umane che non lo consentono, gli è necessario essere tanto prudente, che sappia fuggire l’infamia di quelli vizi che li torrebbono lo Stato, e da quelli che non gliene tolgano, guardarsi, se egli è possibile; ma non potendosi, si può con minor rispetto lasciare andare. Ed ancora non si curi d’incorrere nell’infamia di quelli vizi, senza i quali possa difficilmente salvare lo Stato; perchè, se si considera bene tutto, si troverà qualche cosa che parrà virtù, e seguendola sarebbe la rovina sua; e qualcun’altra che parrà vizio, e seguendola ne risulta la sicurtà, ed il ben essere suo.” Simulare “Ad un Principe adunque non è necessario avere in fatto tutte le soprascritte qualità, ma è ben necessario parere d’averle. Anzi ardirò di dire questo, che avendole, ed osservandole sempre, sono dannose; e parendo d’averle, sono utili; come parere pietoso, fedele, umano, religioso, intero, ed essere; ma stare in modo edificato con l’animo, che bisognando, tu possa e sappi mutare il contrario. E hassi ad intendere questo, che un Principe, e massime un Principe nuovo, non può osservare tutte quelle cose, per le quali gli uomini sono tenuti buoni, essendo spesso necessitato, per mantenere lo Stato, operare contro alla umanità, contro alla carità, contro alla religione. E però bisogna che egli abbia un animo disposto a volgersi secondo che i venti e le variazioni della fortuna gli comandano; e, come di sopra dissi, non partirsi dal bene, potendo, ma sapere entrare nel male, necessitato. Deve adunque avere un Principe gran cura, che non gli esca mai di bocca una cosa che non sia piena delle soprascritte cinque qualità, e paia, a vederlo e udirlo, tutto pietà, tutto integrità, tutto umanità, tutto religione. E non è cosa più necessaria a parere d’avere, che quest’ultima qualità; perchè gli uomini in universale giudicano più agli occhi che alle mani, perchè tocca a vedere a ciascuno, a sentire a’ pochi.” invece rinunciare a se stesso: “il contadino e l’artigiano, benché asserviti, devono solo ubbidire; ma il tiranno vede che quelli che gli stanno attorno brigano per ottenere i suoi favori. Non basta che eseguano i suoi ordini, bisogna anche che immaginino quello che vuole e, spesso, persino che prevengano i suoi desideri. Obbedirgli non basta, resta ancora da compiacerlo; bisogna che si logorino, si affannino, si ammazzino per fare i suoi affari, e poiché si compiacciono solo del piacere di quello, devono sacrificare i propri gusti in favore dei suoi, rinunciare al proprio temperamento, spogliarsi della propria indole. Bisogna che prestino attenzione al tono della sua voce, alle sue parole, ai suoi sguardi, ai suoi gesti; che i loro occhi, le loro mani, i loro piedi siano sempre intenti a spiare i suoi desideri, a indovinare i suoi pensieri Immedesimarsi Mentre l’oppressione lega le azioni lasciando libera la volontà e la mente, la dipendenza da un altro uomo e la servitù cercata e ambita entrano nella volontà e nei pensieri. Il servo libero, diversamente dal servo costretto con la forza, deve imparare a pensare, parlare, agire come il suo padrone. Deve insomma diventare il suo padrone: “i sensi del prencipe, che racchiude e svela nella sua mente, lo medesimano con lui stesso in qualche parte: specchio ove riflettono l’idee megliori de’ suoi pensieri: E se parla il padrone nella sua bocca, scrive nella sua mano, non può non essere l’instromento delle sue grazie, il costituto de’ suoi oracoli” La verità è madre dell’odio, generatrice dell’affetto è la menzogna, ma la bugia è il nostro retaggio inseparabiletutti mentono, anche a corte. Si ammette la bugia adulatrice. I servi volontari non devono solo imparare ad obbedire come con gli schiavi. Devono immaginare cosa vuole il signore ed anche compiacerlo, rinunciare al proprio temperamento, fare attenzione ad ogni cosa che fa il signore e capire cosa pensa, ci si spoglia di sé stessi per diventare luiti devi completamente identificare nella sua mente. Vale quindi la pena vivere da cortigiano? Il prezzo è molto alto, si deve rinunciare a sé stessi. C’è chi non è in grado di vendersi (ma la maggioranza delle persone si). Che cos’è la Verità? Il quadro rappresenta Ponzio Pilato che dice a Gesù Cristo “Io sono la Verità” e Gesù che chiede che cos’è la Verità Concezione CLASSICA: VERITÀ INTESA COME BENE SUPREMO, INDIRIZZATA ALLA VIRTÙ è una concezione che sopravvivrà anche nel corso del Medioevo. La politica intesa in senso virtuoso! Guicciardini, Machiavelli e Botero (che ha scritto “Della Ragion di Stato”) per loro non si trattava più di politica intesa come ramo dell’etica, per loro era importante assicurare il proprio dominio sul territorio e sul popolo. La politica intesa come studio dei mezzi per mantenere il potere (ragion di Stato)! Ponzio Pilato è un RELATIVISTA dice a Gesù “Ma io come faccio a sapere che tu sei la Verità, come faccio a sapere che cos’è la Verità?” VARIE CONCEZIONI DI VERITÀ CHE SONO STATE ELABORATE NEL TEMPO PLATONE Ne “La Repubblica di Platone” egli afferma che c’è un modo per andare oltre alle opinioni comuni e andare in un senso più profondo di Verità, ad una conoscenza più certa e più approfondita del mondo. Per questo motivo da Talete in poi si inizia a distinguere la doxa (le credenze, la maggior parte errate) dall’episteme (la scienza, una conoscenza più profonda). All’inizio del settimo libro Platone narra il Mito della Caverna. Sio racconta di questi uomini che sono incatenati con la faccia rivolta verso la parete della caverna e che quindi vedono solo le ombre proiettate sul muro di ciò che passa dietro di loro vedono da sempre così e quindi per loro questa è la REALTÀ, così come per noi è realtà il mondo in cui viviamo tutti i giorni è un’allegoria per dire che gli uomini si possono sbagliare, che bisogna spezzare le apparenze per giungere alla vera conoscenza. La filosofia – ovvero amore per la sapienza – mira proprio a questo, a giungere ad una conoscenza più profonda del mondo, alla vera conoscenza. Ad un certo punto nel corso del mito, uno schiavo riesce a liberarsi ed è abbagliato da tutti i colori, vede che le ombre in realtà erano oggetti reali capisce che si sono tutti sbagliati, si sente più vicino alla Realtà rispetto a prima vuole condividere questa scoperta con le persone con cui abitava prima, ma essi lo uccidono (è una reazione abbastanza prevedibile, è come se entrasse in aula qualcuno a dirci che tutto ciò che ci circonda non è reale). SI TRATTA DI UN’ALLEGORIA DELLA CONOSCENZA, si può arrivare secondo Platone alla conoscenza della Verità, delle Idee (pura intellezione delle Idee) per Platone esistevano 4 livelli di conoscenza, ma non tutti potevano arrivare al livello massimo, alla vera conoscenza solo i filosofi potevano si ritorna al discorso dei filosofi-re che possono governare proprio perché conoscono il Bene supremo, sono in grado di giungere alla Verità CONOSCENZA DEL MONDO SENSIBILE DOXA CONOSCENZA DEL MONDO INTELLEGGIBILE primo livello sono le idee matematiche, mentre il secondo livello sono le idee assolute. Platone aveva davanti agli occhi il destino che aveva dovuto subire Socrate, il suo maestro Socrate aveva messo tutto in discussione e per questo era stato giustiziato ad Atene (aveva dovuto bere le cicuta, un veleno); era stato accusato di non seguire i dei della città, di corrompere la mente dei giovani, di aver messo in discussione le tradizionali credenze. Nonostante ciò, Socrate non è scappato e ha lottato fino in fondo. RENÉ DESCARTES Egli vive nel Seicento. La teoria platonica resisterà (anche nel corso della Scolastica) fino a quando ci si interroga di nuovo sui fenomeni grazie alla Rivoluzione scientifica (‘600) simbolo di questa Rivoluzione scientifica è Galileo Galilei, il quale smonta le idee esistenti perché con il cannocchiale vedeva delle cose diverse rispetto a quanto si era sempre creduto egli, però, piuttosto che morire decide di abiurare, ritirare tutto ciò che aveva detto / scritto. Cartesio (Descartes) decide di applicare il metodo della Rivoluzione scientifica alla filosofia, usa il dubbio come metodo (mette TUTTE le conoscenze acquisite fino a quel momento in discussione) e arriva ad ipotizzare l’esistenza di un genio maligno che ci fa credere che stiamo vivendo, quando in realtà è tutto un sogno (dubbio iperbolico). Cartesio poi giunge ad un altro livello “Quando io sto dubitando, io sono autocosciente del mio dubbio” (posso dubitare di tutto tranne del fatto che sto dubitando) ho la consapevolezza certa del mio essere pensante, sono sicuro che in questo momento mi sto facendo questa domanda. Ognuno di noi nel momento in cui pensa allora esiste (“Cogito ergo sum”). IMMANUEL KANT (1781, “La critica della ragion pura”) Kant tratta del problema della demarcazione tra scienza e non scienza (epistemologia branca del sapere che si interroga su come distinguere tra ciò che è scienza e ciò che non lo è) Lui arriva nel punto finale dell’Illuminismo l’Illuminismo raccomandava di mettere tutto sotto l’analisi della ragione, Kant si spinge oltre e afferma che bisogna mettere in analisi la ragione stessa lui voleva capire: Con quali occhiali noi filtriamo il mondo? La conclusione a cui arriva è che sono passibili di conoscenza scientifica soltanto gli oggetti della conoscenza presenti nello spazio-tempo, quindi oggetti fisici (ciò che c’è) in questo caso Kant li chiama fenomeni, ovvero cose che si manifestano nella realtà. La Verità ultima per Kant NON può quindi essere conosciuta, possiamo conoscere solo la proiezione della Verità ultima nelle cose fisiche. La scienza viene quindi limitata allo spazio-tempo ciò che noi, per come è strutturato il nostro cervello, possiamo conoscere scientificamente si limita a questo È un IDEALISMO CRITICO mette tutto sotto critica (anche la ragione stessa) e trova delle categorie, una tra cui è lo spazio-tempo. Per lui NON è possibile conoscere l’idea di Dio in modo scientifico perché essa NON è situata nello spazio-tempo. Kant al giorno d’oggi ci consiglierebbe di mettere in analisi tutti i dati che vengono forniti dai politici e dai giornalisti, bisognerebbe andare a controllare. DAVID HUME È stato uno dei maestri di Kant (40 anni prima), Kant si è ispirato a lui Hume scrive nel 1739 il “Trattato sulla natura umana” ci dice che il mondo della scienza e il mondo dell’etica sono due mondi completamente diversi e separati. La scienza descrive il mondo e la realtà, l’etica prescrive ciò che è giusto, dei comportamenti. Dalla scienza / dalle descrizioni scientifiche non è possibile derivare valori etici, sono due mondi separati. L’ETICA NON PUÒ ESSERE DERIVATA DALLA SCIENZA in questo modo egli smonta tutto ciò che ha detto Platone l’idea di Bene è un’idea etica, non scientifica e quindi non può essere compresa attraverso la scienza (secondo Hume). Spesso molti politici passano molto sottilmente dal mondo delle descrizioni (“sth is / is not…”) al mondo dell’etica (“sth should be / should not be…”) ma questo passaggio non è giustificato secondo Hume! Esempio dell’aborto decidere se abortire oppure no è una scelta etica, la scienza o la legge possono fornire al massimo delle informazioni La morale è quindi vista da Hume come qualcosa di extra-scientifico quando un politico presenta dei dati, questi possono essere controllati, ma quando dice cosa è meglio fare ciò non può derivare dalla scienza Tutte le visioni estreme che sono state proposte nel corso della storia (teocrazia, totalitarismi, …) a partire da Platone in poi vengono quindi distrutte loro affermavano che conoscendo la Verità potevano imporre questa visione a tutti gli altri. LA LEGGE DI HUME afferma che non si può imporre niente. A seconda del tipo di messaggio che viene inviato si possono distinguere 4 distinte modalità di utilizzo politico del cinema: film di propaganda: messaggio politico che si vuole imporre documentari: dietro la pretesa di rappresentare la realtà senza troppi elementi di finzione, si possono nascondere forti messaggi politici di denuncia o di mobilitazione film basati su eventi reali: prendono una storia di riferimento e con l’aggiunta di elementi di finzione creano il messaggio politico film su temi politici rilevanti: non si basano su fatti reali, ma con una storia si inseriscono comunque nel dibattito (dove la tensione non è abbastanza forte) I PARTITI DI SILVIO BERLUSCONI L’uso da parte di Berlusconi dei sondaggi e della comunicazione politica in genere come strumento di persuasione verso: 1. Media, indotti quasi quotidianamente a testimoniare la presenza di B., agendo da cassa di risonanza dei suoi sondaggi ed esternazioni, accreditandolo come leader carismatico tra i suoi sostenitori. 2. Gli elettori, soprattutto quelli incerti. 3. La sua classe partitica, attenta alle sue esternazioni che definiscono la linea politica del partito. Primo sondaggio 1943 dopo sbarco americani in Sicilia. Sociologo Dodd per capire bisogni, paure e necessità popolazione liberata dal fascismo. Anni ‘30 nascita istituto Doxa di Pierpaolo Luzzatto Fegiz, autofinanziamento, anni ‘60 marketing. Fino anni ‘70, sondaggi accademici, committenti partiti e sindacati, scarso uso sondaggio telefonico: poco diffuso telefono. 1994 Gianni Pilo Diakron – Silvio Berlusconi uso sondaggio verso: 1. Media 2. Elettori 3. Personale politico Sondaggio spesa budget elettorale di ogni candidato. L’elemento in assoluto più caratterizzante la sua comunicazione politica è la capacità di rappresentare il successo, la ‘presenza vincente’: un modello di successo personale e professionale messo al servizio del suo popolo per risolverne i problemi, riuscendo in questo modo a creare un ponte per la costruzione della ‘popolarità personale’ che, attraverso la campagna permanente, può essere trasformata in ‘consenso politico’. Nel corso della presidenza Reagan, si apre una nuova stagione della comunicazione politica. Il concetto di campagna permanente si afferma con la pubblicazione nel 1980, del testo The Permanent Campaign di Sidney Blumenthal. • «la campagna permanente è l’ideologia politica della nostra epoca. Questa combina la creazione di immagine al calcolo strategico. Nella campagna permanente il governare si trasforma in una campagna elettorale perpetua e converte il governo in uno strumento di sostegno della popolarità degli eletti» (Blumenthal 1980, p. 23). Se fino agli anni ‘70 popolarità e consenso sono stati ritenuti inconciliabili: «i Presidenti non possono massimizzare contemporaneamente la loro popolarità e la loro efficacia», con la Presidenza Reagan (1981-1989) si afferma l’idea che il presidente possa instaurare un rapporto diretto con il pubblico. Dunque, se fino ad allora gra parte della letteratura riteneva l’attivazione dell’opinione pubblica a sostegno di specifiche policies come un evento casuale, negli anni ‘80 si afferma l’idea che tale casualità possa diventare sistematicità, perchè passibile di essere indotta. Essa si caratterizza per la persistenza del ricorso a strumenti e specialisti di campagne elettorali anche dopo l’entrata in carica del candidato vincente. L’affermazione dei consulenti è emblematica: • «i consulenti politici sono il nuovo potere all’interno del sistema politico americano. Loro sono permanenti; i politici sono effimeri» (Blumenthal 1980). I consulenti hanno nei fatti sostituito i professionisti di partito, assumendo il ruolo di nuovi protagonisti della scena politica. Il declino dei partiti e l’emergere della nuova consulenza politica – cui si lega il massiccio ricorso a nuove strategie di comunicazione e a tecnologie più sofisticate – sono le due condizioni perché si realizzi la campagna permanente. Caratteristiche della campagna permanente: • il declino dei partiti come fonte centrale della nomina di candidati per i pubblici uffici e della mobilitazione degli elettori; • una politica dei gruppi di interesse aperta; • la nuova tecnologia delle comunicazioni; • le nuove tecnologie politiche e in particolare le pubbliche relazioni e i sondaggi d’opinione; • il nuovo bisogno di fondi, che ha portato ad una ricerca non-stop; • il rafforzamento del governo centrale. I concetti di Governing and Campaigning: • il campaigning si focalizza su singole decisioni da prendere legate all’outcome ultimo, la vittoria elettorale; il governing non ha un obiettivo finale, ma è un processo durevole. Da una parte, si afferma la tendenza a utilizzare nel governare gli strumenti delle campagne elettorali, e quindi ad usare strategie e strumenti di comunicazione per supportare l’azione di governo. Dall’altra parte, si utilizzano le campagne di comunicazione sulle stesse azioni di governo per porre le basi per una successiva ricandidatura. La fusione dei processi può essere osservata nell’accavallarsi dei loro obiettivi. Si fa riferimento alla persistenza in sede governativa dell’interesse costante alla conquista di consenso, tipica della campagna elettorale. La Campagna permanente «pone al centro il rapporto tra leader e pubblico, facendo di questo rapporto la principale fonte di influenza politica» (Roncarolo 1994). La semplificazione del discorso politico è una delle più grandi innovazioni che si è consolidata con l’esperienza politica di Berlusconi: «Il discorso, come organizzazione dei segni verbali raffinati, decade nella sua valenza strutturale e il significato viene rinviato al puro spettacolo polisenso del capo che intrattiene il pubblico con vari strumenti di distrazione. [...] Trionfa un discorso unico (spesso un autentico antidiscorso) che in qualsiasi occasione si indirizza all’arte della persuasione seduttiva che non tollera distinzioni di registri, che non calibra le corde dell’oratore a seconda delle circostanze». La semplificazione più efficace dell’intera parabola comunicativa di Silvio Berlusconi è sintetizzata dallo spirito maggioritario. Vincere significa appartenere alla parte più numerosa. Berlusconi rappresenta sempre la parte più numerosa, anche quando è all’opposizione per una manciata di voti (con l’insinuazione di brogli elettorali) o per un atto di generosità. LA COMUNICAZIONE INTERNA AL PARTITO • Diretta nella selezione delle canditature e nel rapporto familiare • Indiretta, attraverso i media, per la linea del partito e la cementificazione del suo potere carismatico Inizia la carriera politica nel 1994 e per oltre 20 anni è sempre stato all’apice della politica italiana (seconda repubblica). La seconda repubblica secondo molti è caratterizzata da una frattura da chi è contro Berlusconi e da ci è pro, e questo fino all’inizio di una nuova fase “terza repubblica”. Il partito che nasce nel 94 è di stampo carismatico e dipende completamente dal leader, per questo è difficile da studiare. Il partito si basa sul rapporto diretto tra leader ed elettori. Prima Berlusconi era un imprenditore, ma negli anni 90 avviene la crisi del sistema politico italiano e viene scoperto un sistema di tangenti che dava i soldi ai partiti (macchine organizzative) e inoltre le leggi elettorali vengono messe in discussione e tutto ciò fa collassare il sistema politico italiano. Nel 94 i vecchi partiti non ci sono più; quello comunista cambia nome e si slega da quello sovietico. Si crea così il partito forza Italia e Berlusconi dice “sono un imprenditore prestato alla politica, sono obbligato in quanto devo salvare l’Italia dal pericolo comunista”. Dice di voler cambiare la politica, di voler essere uno del popolo. Comincia a mandare spot elettorali con colori vivi, sorrisi, molte persone, parlano di ottimismo (cosa che prima d’ora non avveniva). Crea il suo partito con persone senza esperienza (oltre a quella comunicativa): i manager di pubblitalia che erano membri della sua impresa di comunicazione. Dopo aver creato il partito dopo solo tre mesi diventa presidente del consiglio (coalizione tra lega nord e lega nord). Si affaccia l’immagine di una nuova era politica di un leader che è come gli italiani ed è un modello vincente. Porta personaggi dello spettacolo, presentatori in politica che fanno campagne pubblicitarie per lui e chiama inoltre degli imprenditori, in quanto non vuole persone che non abbiano mai lavorato ed entrano in politica, ma vuole persone che con il lavoro sono arrivati al successo. Comprende anche professori e studiosi. Il governo dura però poco e capendo dai suoi errori si riaffermerà più tardi. Il partito era “leggero” (quasi non hanno sedi diversamente da altri partiti), creato in pochi mesi, dove molte tornano a fare quello che facevano prima. In forza Italia è il leader carismatico a prendere le decisioni, Berlusconi controlla il partito. Studiare forza Italia è possibile solo grazie a interviste. La nascita e lo sviluppo dei sondaggi in Italia: primo sondaggio1943 Dodd che vuole capire i sentimenti della popolazione dopo il fascismo il sondaggio non aveva scopo elettorale, non si capiva quale migliore strategia usare, ma ci volevano un paio di anni, uno studio che fotografava la realtà. Nel 94 Berlusconi usa un sondaggio diverso. Apre la propria agenzia di sondaggi e ciò permette a Berlusconi di capire come comportarsi ed in seguito inizia ad usarli come arma, come strumento di comunicazione: i media: tutti i giorni la gente vede i dati gonfiati e Berlusconi obbliga in questo modo la stampa ad occuparsi sempre di questi sondaggi e numeri sempre presentisi mostra vincente, diffonde l’immagine di centro destra. 2.Sceglie tutti i candidati personalmente (li conosce) e Berlusconi contatta i suoi parlamentari per un rapporto personale ogni settimana. Per motivarli continuamente non solo li chiama, ma gli manda ogni 3 giorni i sondaggi che mostrano quel leader vincente. la coscienza, l’interiorità, è il dominio che entra dentro il cittadino si identifichi così con il capo e pensi come lui in modo da diventare un tutt’uno con il regime e con il suo capo. Il fascismo è stato totale perché mirava al controllo di tutto, a tutti gli aspetti della vita sociale. Lo stato totalitario domina la scuola, controlla il tempo libero, la cultura, il rituale della fine della vita (organizzavano i funerali). E soprattutto esso controlla lo stato interiore. In modo che la persona sia leale al regime. I regimi volevano persone che si sentissero totalmente leali: la persona leale non tradisce. Il potere del re limitava il potere di Mussolini ma di fatto lui riuscì a far approvare dal re tutte le sue leggi. Mussolini dichiara il suo governo come totalitario. Se si vuole realizzare lealtà totale ed assoluta, che tipo di potere è quello che entra nelle coscienze? La FEDE religiosai totalitarismi infatti sono stati chiamati anche religioni politiche. Cosa caratterizza una religione? Cosa ci deve essere? • Dio, ci deve essere una divinità il dio dei sistemi totalitari risiedeva nel sovrano. Dio è onnipotente _il sovrano ha poteri illimitati capaci di realizzare qualsiasi imprese interna e immane. • La divinità cristiana esprime una visione del mondo, ha un testo. I regimi totalitari avevano i loro testi, i loro dogmi, i loro principi che si chiamava IDEOLOGIA. Ma come l’ideologia cristiana, l’ideologia totalitaria era un dogma, non ammetteva il dissenso, non era possibile mettere in questione tali dogmi. Chi metteva in questione tali dogmi, era considerato “eretico”. • Il calendario cristiano ha delle festività e così anche gli stati totalitari inventarono delle festività: ad es Marcia su Roma. C’è da precisare che Dio non muore, allora c’è un problema: i capi fondatori della religione non muoiono mai. • La religione prevede la salvezza, c’è una promessa di redenzione. Così gli stati totalitari promettono una redenzione: Stalin promette emancipazione del proletariato russo e di tutto il mondo, sono fuori dal capitalismo. Le Germania voleva ritornare alla potenza tedesca e rimediare alla sconfitta precedente. • La religione cristiana venera i Santi o martiri. Così i regimi totalitari avevano rituali specifici per lodare i martiri, coloro che avevano combattuto per difendere il regime e il dogma (“gli eroi del popolo non muoiono mai “). • La religione ha i suoi simboli e così i regimi totalitari ne crearono: la svastica, il fascio littorio, le bandiere esibite con grande orgoglio. I simboli segnano il confine da una storia all’altra. La forza vera del regime totalitario stava nella propaganda e nell’uso della repressione statale. Per quest’ultima c’erano soprattutto polizie segrete (Ovra, Gestapo) e avevano una capacità di controllo sconfinato e dove non arrivava la polizia arrivavano le leggi dello stato. sistemi repressivi e raffinati. La novità sta proprio nella propaganda! Non esiste nella storia una capacità di produzione di propaganda paragonabile a quella degli stati totalitari. Erano forme di propaganda presenti ovunque sotto forma di slogan, annunci, mai discorsi complessi: la propaganda era fatta di parole d’ordine non di ragionamenti articolati e artificiosi. (ad es “vinci e vinceremo”). Non conta ciò che si dice ma conta che è la divinità ad emettere delle espressioni ritualità e capacità di colpire l’immaginazione dei cittadini. Le folle non chiedono ragionamenti, vogliono essere stupefatti, impressionati, bisogna colpire la loro immaginazione, i loro sentimenti. La comunicazione politica possedeva la GRANDIOSITA’ grandi sfilate, esibizioni di ore ed ore che mostravano tanti uomini in divisa che marciano con lo scopo di far vedere la potenza immensa. Questa suscita orgoglio. Il potere totalitario vero era un potere segreto nel senso proprio del termine, era cioè invisibile. Dio non si può vedere ma quando si manifesta, la visione crea stupore: lo stato totalitario faceva esattamente così, usava due sistemi: 1. Sistema della segretezza potere invisibile. Ad es in Italia dove stava il potere? Nell’ Ovra, direttamente alla mercè di mussolini. In Germania il potere era nelle SS, corpo difficile da vedere e nella Gestapo. In Unione sovietica il potere stava nel KDV. il potere è invisibile, tu non lo vedi ma lui vede te così come fa Dio e quindi tu hai paura. 2. Grandiosità di rituali Potere si manifesta con inni, solennità e desta ammirazione. La guerra si esalta come fine in sé perché esalta le qualità dell’eroe, il coraggio, il cameratismo (atto del combattere in sé esalta la potenza dell’individuo). Fare la guerra dà virilità, atto che nobilita. La lealtà è suscitata da un sentimento di amore e non di paura. È nell’educazione dei giovani che si vuole inoltrare il dogma. Nella fiction e nella letteratura: 1984: Orwell sistema che accerchia tutto quanto The hand made tale. SOCIAL NETWORK, ALGORITMI, FAKE NEWS: Fake news notizie false, cattiva informazione. L’etichetta di fake news è stata applicata a concetti molto diversi per trattare e criticare. Parlando di fake news si fa riferimento al ruolo die social media, algoritmi, errori giornalistici, propaganda politica, come le piattaforme online possono esseri usati come propaganda politica. Si fa quindi molto dibattito sulle fake news. Fake news= contenuto giornalistico volutamente creato per confondere e pubblicato online a scopo di falsificare. Infatti si possono mettere online siti web in cui diffondere messaggi falsi per creare disinformazione. In questo modo si possono fare molti soldi in base ai tanti click. Tutto il resto, dalla propaganda agli errori giornalistici, non sono sotto l’etichetta di fake news. Interne e i social hanno mischiato un po’ le cose, si crea un misto di monetizzazione ecc. Algoritmi siamo davanti a delle piattaforme commerciali. Per anni Facebook ha sempre voluto essere un canale di comunicazione, commerciale e non di informazione facendo in modo di non intervenire sulle fake news. In quanto tale facebook voleva essere solo pure tecnologia e basta. Josè Von Dijck scrive “La cultura della connettività”: facebook è appena nato. L’autrice dice di fare attenzione a questi siti commerciali che sono anche modelli di business che stanno fuori dall’affidabilità delle informazioni. Lei dice che c’è una struttura economica e una struttura commerciale. Gli algoritmi sono dentro una struttura più grande: abbiamo dei dati di cui le piattaforme sono da mediatori, i dati seguono algoritmi e dei protocolli i quali arrivano a noi grazie all’interfaccia. Quest’ultima segue dei percorsi preferenziali (default). Algoritmi = istruzioni che ci dicono come i dati verranno organizzati e fanno capire alla piattaforma tecnologica come sviluppare una procedura. Gli algoritmi articolano meta-dati (decidono che priorità hanno le informazioni) costruendo così il sistema di rappresentazione di alcuni siti. Facebook usa gli algoritmi perché dice che con due miliardi di utenti che continuano a condividere cose ne ha bisogno perché così le persone possono immediatamente vedere cosa interessa loro davvero. L’algoritmo c’è perché organizza la fruizione e permette così di monetizzare di più se i contenuti sono meglio organizzati. Non sappiamo bene algoritmo di Facebook ma sappiamo che fa delle predizioni, dà un punteggio generale (valore assegnato al contenuto e vuol dire quanto un contenuto è rilevante per un utente). Segnali più importanti: sharing + commentare o mettere like + video che hanno molte risposte e like. Più peso hanno video, foto, più peso hanno le azioni di condivisione e commento (questo nel 2018). Piattaforma “privata”: aziende. I contenuti aziendali non sono considerati dall’algoritmo. Vedremo meno contenuti commerciali? No, le aziende più potenti pagano per essere pubblicizzate, le altre invece non avranno più un loro spazio nella pubblicità. I posti più commentati sono quelli più valutati. Puntare tutto sui profili privati, vuol dire che i privati sono più facilmente profilabili. Perciò intenzione dichiarata da facebook di cmbattere le disinformazioni (fake news) è archiviata: ciò che conta è il privato: la verità è solo la mia verità. Chi modera i contenuti che noi vediamo? Chi decide che un video da Youtube venga rimosso? Un utente può segnalare se un video non deve essere condiviso. Ci sono poi i cleaners, i moderatori della rete il cui lavoro è quello di moderare i contenuti online. I cleaners sono persone precarie che lavorano 12 ore al giorno e possono fare solo tre errori al mese altrimenti vengono licenziati. Il processo di moderazione è data in mano a una tecnologia non molto sviluppata e coloro che lavorano sono formati in 15 minuti. Interessante come certi algoritmi seguano proprio il profilo dell’utente, fornendogli delle pubblicità che l’utente stesso vorrebbe trovarsi. Questo va sicuramente a favore della propaganda politica. Rif a Cambridge Analitica_ ha usato dei giochini su internet per mobilitare la campagna di Trump_ era un tassello di potenziali abusi dell’economia di internet e dei dati. Una ricercatrice dice che il consenso che dà l’utente è un gioco: es nel 2009 non c’era il riconoscimento facciale, oggi c’è ma io avevo acconsentito a suo tempo che non c’era il riconoscimento. Modello di business e come gli algoritmi cercano i dati. Cercare più engagement possibili. Social media: Cambiano il modo in cui le persone comunicano, e quindi il panorama della comunicazione politica. Abilitano ogni individuo a farsi produttore di messaggi. Big data (grande quantità di dati): avere a disposizione dati reali prodotti dai social media (passioni, hobby, opinioni delle persone). à che possono essere utilizzati per vari fini (commerciali, politici) Il fine è conoscere il proprio pubblico per risultare più persuasivi, ed è sempre stato così, ma sono cambiati i mezzi. Il fumetto deve informare perciò a volte si può trovare anche uno schema grafico si deve informare con i dati (logos, vedere come era formato un forno crematorio, dove era lo spogliatoio…) forza della verità dell’informazione a volte l’immagine rende molto di più di un mero dato. Graphic novel sono sempre ricchi di cartine e di informazioni perché se si vuole ottenere un risultato politico bisogna prima di tutto informare il lettore (la politica si può capire solo se si è informati utilizzando sia ethos logos e pathos). Quale è la cosa più insolita? Zoomorfismo si attribuiscono caratteristiche animali agli uomini. In questo caso gli ebrei sono per esempio topi, i polacchi sono maiali, i tedeschi sono gatti. Perché questa scelta per tedeschi ed ebrei? Gioco gatto-topo è un gioco di oppressori ed oppressi (propaganda nazi-fascista + richiamo alla dinamica ancestrale di oppresso e oppressore). Perché rappresentare anche gli altri come animali? Non perché già tedeschi ed ebrei sono animali allora anche gli altri personaggi devono essere animali ma perché pone i personaggi tutti sullo stesso piano (non ci si affeziona a quel soldato particolare, non ci si concentra sul personaggio ma sulla storia!) rendendoli anonimi. Qui c’è messaggio politico: il padre dell’autore non è più topo ed indossa una maschera di maiale come il polacco. Perché? Demolire concetto di razze diverse. Nel graphic novel le maschere indicano etnie e nazionalità-> autore vuole sottolineare l’infondatezza del concetto di razza. Ma questo concetto era il perno della concezione nazista per giustificare l’Olocausto. L’autore sostiene l’assoluta relatività del concetto di razza. L’obiettivo dell’autore quale è in concreto? È quello di sensibilizzare riguardo il tema dell’Olocausto affinchè questo non accada mai più ma in generale vuole denunciare qualunque forma di oppressione che si basa su diversità etniche. Questo era un messaggio attuale nel periodo di composizione dell’opera ed è attuale anche oggi giorno. Altra opera PALESTINE: sensibilizzare riguardo il primo conflitto (Intifada: palestinesi si ribellano all’occupazione israeliana) palestinese nel mondo. Obiettivo dell’autore è quello di trattare un tema che riguarda i palestinesi. È più un graphic journalism (graphic novel politico che parla di qualcosa del presente e non del passato), l’autore è un reporter che va proprio in Palestina a tastare la situazione. MANIFESTI POLITICI Oggi si vendono temi politici tramite tecniche persuasive tipiche dei volantini. Le guerre all’ora non erano come oggi, durante la prima guerra mondiale morivano tantissime persone, non come oggi. Wilson nel 1917 decide di entrare in guerra ma la popolazione era contraria, allora lui per convincerli creò un comitato di pubblica informazione (vero e proprio laboratorio della propaganda moderna). I principali consulenti di questo comitato furono Bernays (nipote di Freud; a causa di problemi di vista non riuscì ad arruolarsi; dopo la guerra continua carriera di pubblicitario, aveva agenzia famosissima. Lui ad esempio è il creatore dell’associazione Donne e Motori) e Lippmann (giornalista più influente di allora che però dopo poco tempo lasciò la commissione perché voleva la direzione). Loro due ebbero il compito di orientare la volontà del popolo. I manifesti erano lo strumento principale di comunicazione. Le città erano tappezzate di manifesti e tramite questi il governo diceva come comportarsi in modo patriottico (immagine quasi più importante della parola). Scopo stimolare esultanza della popolazione e mantenere alto l’interesse. Propaganda --> termine che ha origine propria. Esiste nel campo religioso e poi nel campo politico (riv. Francese); con la grande guerra non si intende più la diffusione di idee ma la manipolazione di idee. Fake news sono sempre esistite, come erano usate nella Grande Guerra? Gli americani decisero di entrare in guerra per portare la verità alle nazioni neutrali perché avvelenate dalle bugie tedesche. Nel 1914 la Germania invade il neutrale Belgio-> da qui si urla lo scandalo in tutto il mondo. L’Inghilterra dà mandato al tenete per testimoniare in Belgio tutte le atrocità compiute dai tedeschi in Belgio e fra queste disse che i tedeschi avessero tagliato le mani a tutti i bambini belgi. Questa però era una notizia falsa. Questo rapporto era stato fatto dagli inglese per far sì che le nazioni neutrali prendessero posizione (come l’Italia che si alleò contro i tedeschi; mentre gli americani non proferirono ancora parola). Strategia CC_ giocare attorno a dieci punti. Cialdini “Armi della persuasione”: dice che tutta la persuasione moderna ruota attorno a 7 voci: • Coerenzavalore sociale molto forte, si vuole l’uomo e la donna coerenti con quello che dicono e che fanno. Quando si dà un impegno una persona, costei deve dare un impegno nei confronti di questo compito. • Simpatia (familiarità, somiglianza, bellezza) noi cediamo la nostra simpatia agli amici e alle persone che ci vogliono bene • Reciprocitàprincipio antico quanto l’uomo sulla terra. Io do a te se tu dai a me. Ogni volta che si fa un favore si crea un impegno importante nella mente della persona che lo riceve e questa vivrà il resto dei suoi giorni fino a che non si sdebiterà. • Identità brand limited edition • Scarsità • Validazione sociale nella presa di decisioni molte volte guardiamo cosa fanno gli altri • Autorità cerchiamo sempre giudizi autorevoli Nel cervello ci sono due sistemi: 1. Intervenire 2. Entra in un secondo momento e giustifica ciò che fa il sistema 1. Noi ci muoviamo sulla base di questi temi e poi lo giustifichiamo con la ragione in un secondo momento perché essa è un bene estremamente debole (ha poca energia). Quando noi compiamo qualcosa dopo aver ragionato ci sentiamo stanchi. Un neuroscienziato ha scoperto che la nostra ragione ha la potenza di una lampadina del frigorifero, siamo subito scarichi appena usiamo la testa. La pubblicità era una scienza sulla quale si cominciò a teorizzare. Con la propaganda: • Si vogliono denunciare i problemi • Si omettono informazioni • Si insiste su dettagli che provocano risposte emotive L’attenzione è ciò che tutti i pubblicitari devono ricercare, ma l’attenzione umana è molto debole. Si pensava che l’attenzione durasse 20 min ma oggi in realtà l’attenzione dura 7 min e poi o si varia o si fa qualcosa di altro. Per ricercare l’attenzione bisogna quindi continuare la ripetizione dei messaggi (se qualcosa si ripete spesso, questa cosa finisce per diventare verità). Hitler aveva fatto la Prima Guerra Mondiale come ruolo d’ufficio ed era convinto che la Germania avesse perso la guerra a causa della propaganda americana e inglese e poi copiarono i loro modelli. Hitler dice che la propaganda non deve essere rivolta alla ragione ma al sentimento. Propaganda efficacie deve concentrarsi su pochi punti di riferimento. La psicologia delle masse deve focalizzarsi sull’emozione (no logica). Per James Carville, la comunicazione persuasiva deve avvalersi di cinque talenti: 1. Saper raccontare una storia 2. Essere brevi 3. Connettersi con il pubblico 4. ? 5. ? La ripetizione genera familiarità, validità, persuasione. Es. di familiarità: per essere familiari bisogna parlare la lingua del proprio destinatario e nei suoi valori dire ciò che la gente vuole sentirsi dire. Caso attuale: porre gli slogan in forma interrogativa: il ricordo dura maggiormente: se pongo una domanda, il cervello cerca sempre una risposta di modo che il messaggio dura più a lungo nella mente del destinatario (può essere anche un modo manipolativo). Essere al passo con i tempi è un altro grande aspetto la gente vuole comprare il nuovo, il moderno. La tipografia è un aspetto interessante: utilizzo della rima; parole più importanti scritte più in grande o in modo strano. Utilizzo dei bambini era qualcosa di assolutamente innovativo che scaturisce il principio della simpatia. Reattanza psicologica è il fatto che si dà ampia libertà di scelta al fruitore principio della scarsità. Chi critica è un traditore principio di autorità (c’è citazione di un generale). Fake news per far sì che si arruolassero sempre più uomini: “non è giusto combattere per difendere la patria e la propria famiglia?” anche la Germania utilizzerà la parola difesa, ma difendersi da chi se nessuno attacca?? Il personaggio politico che si occupa della guerra è il ministro della guerra (che sopravvive fino alla I Guerra Mondiale, oggi si chiama ministro della difesa). Anche gli uomini che si arruolavano erano belli, al contrario il nemico era rappresentato come un mostro. Si utilizzava principio della simpatia: “su di lei si basa la nostra vittoria”. Prima di questo la donna non aveva diritto e di sicuro non si aveva bisogno di lei. Durante le guerre, la donna sta a casa e produce dalla città le armi e le risorse per sopravvivere alla guerra (le donne valgono perché si ha bisogno di loro). Le donne, una volta che venivano idolatrate dal governo, si sentivano in dovere di persuadere i loro uomini ad arruolarsi. Se il marito non si arruola e quindi tradisce il re e la nazione, è possibile che tradisca anche la moglie (questo era una pregiudizio diffuso). Si aveva però bisogno anche delle persone di colore, l’America di allora era razzista ma aveva comunque bisogno dei neri e quindi si fanno manifesti che li elogiano. Si usa la persuasione quando si vuole il bene dell’interlocutore, si usa la manipolazione invece quando si fanno gli interessi di una terza persona. La persuasione è usata per coloro che stanno a casa, la manipolazione invece per chi si arruola (per loro ci sono quindi delle fake news). L’efficacia di questa campagna di guerra è stata molto vasta: tantissimi si sono arruolati. 30 miliardi di dollari sono stati presi grazie alla produzione di questi manifesti che sono stati fatti da privati. SILENZIO, PROFEZIA E ASCOLTO Ci sono forme di silenzio sia nella letteratura che nell’esperienza storica che sono più eloquenti di molti altri discorsi. Parliamo ora del silenzio che esprime il trionfo di un potere assoluto. Ci sono degli esempi che lo testimoniano: 1. I fratelli Karamazov di Dostoevskij all’interno del romanzo c’è una storia particolare, “La leggenda del grande inquisitore”: uno dei protagonisti del romanzo racconta che nel 1500 nella città di Siviglia si verifica una grande punizione solenne pubblica degli eretici. Il grande inquisitore (il prelato) ha fatto bruciare vivi 100 eretici. L’inquisitore si presenta come un vecchio di quasi 90 anni che non indossa abiti cardinalizi ma indossa la toga da frate rozza. È seguito dai servi e dalla sua guardia del corpo. Cosa avviene? Cristo è tornato, lo vedono e lo riconoscono perché compie dei miracoli, il popolo lo riconosce e Cristo annuisce. Quando l’inquisitore, che è un monaco cristiano, si accorge che quello è Cristo non lo abbraccia ma punta un dito verso di lui (gesto del potere assoluto) e ordina alle sue guardie che catturino Gesù. La folla ha amato Cristo ma un cenno dell’inquisitore (senza una parola!) lo punisce con la morte. Riesce con un gesto a farsi obbedire dalle guardie. Il popolo in silenzio accetta che Cristo venga preso dalle guardie, non un urlo di protesta tale è il potere dell’inquisitore. Cristo viene portato in carcere e accoglie in modo silenzioso, con uno sguardo dolce, l’inquisitore. Quest’ultimo cosa gli dice? “Tu hai insegnato la libertà, hai detto di amare il prossimo tuo come te stesso. Io ti presento la nuova legge morale. Non hai usato la spada, non hai usato promesse di benessere, non hai usato grandi rituali, musiche, parate, non hai fatto niente di ciò e per questo hai sbagliato perché gli esseri umani non vogliono essere liberi. Gli esseri umani vogliono genuflettersi davanti a un’autorità che li comandi con la forza. Tu dovevi offrire autorità e mistero. Tu, Cristo, ne hai salvato 12 e forse qualche altro migliaio di persone e gli altri milioni di esseri umani che non hanno la forza di vivere con libertà? Per loro ci siamo noi, maestri nel rituale, che promettiamo benessere. Cristo a tutto questo non risponde, tace. Rimane in ascolto. Il vecchio vorrebbe che lui gli dicesse qualcosa. Cristo, in silenzio, si avvicina al vecchio e lievemente lo bacia sulle labbra di novantenne, questa è la sua risposta. Il vecchio sussulta e si dirige alla porta. Cristo, di fronte alla logica del potere che ottiene silenzio, risponde con un gesto che ribadisce ciò per cui lui è vissuto e morte. Il bacio è il più grande simbolo d’amore (messaggio cristiano). Atto d’amore sfida quindi il potere. Cristo non ritorna in cielo, ma viene liberato e va in città. Significato dell’opera Cristo ritorna in città forse per rispiegare il suo messaggio d’amore che era schiacciato dall’inquisitore. 2. Silenzio del potere che penetra nell’anima: Primo Levi, “Se questo è un uomo”. Primo Levi era un partigiano, viene mandato ad Auschwitz cui sopravvive per fortuna. Lui sopravvive perché è un chimico e viene portato in un laboratorio e riesce a scrivere per non dimenticare. Pag 23: momento in cui lui arriva nel campo di concentramento. Levi osserva che la sua lingua manca di parole per esprimere la sua offesa, per esprimere la demolizione della dignità dell’essere umano. Auschwitz non era stata progettata per sterminare, era un sistema per distruggere l’essere umano senza cibo, per creare degli esseri che non erano più esseri umani ma erano esseri senza cibo. Il silenzio emerge subito nel campo di concentramento: i deportati non capiscono ancora dove sono arrivati (“qui nessuno parla volentieri”). Ma parlare è il segno distintivo di un essere umano, che gli permette di condividere pensieri ed emozioni. Primo Levi ha sete, vede un pezzo di ghiaccio dalla finestra, ma una guardia tedesca gli dà un colpo sulla mano impedendogli di prendere il ghiaccio (la guardia gli dice che non c’è un perché non possa prenderlo, è così). Il silenzio del campo: le persone non parlano ma non vogliono neanche parlare, sono state svuotate interiormente vittoria totale del potere assoluto. Alla fine del romanzo: qualcuno fa esplodere una parte. Ci deve essere una punizione capitale. Il colpevole viene issato su una forca. Nessuno risponde, tutti udirono però il grido del morente (“compagni io sono l’ultimo” _ si stavano già avvicinando i russi). Tutti assistono all’esecuzione in silenzio, senza dire una parola. “Non ci sono più uomini fra noi, i russi possono venire e trovare noi, domati ad aspettare la morte che ci attende”. Rif. alla canzone di Guccini: parlando di Auschwitz dice che c’è un solo grande silenzio. Una forma di comunicazione politica molto potente si chiama profezia. Il linguaggio profetico è un linguaggio politico nel quale chi parla fa riferimento diretto o indiretto ad un’ispirazione divina (parla per annunciare verità che Dio gli ha rivelato). Chi ha saputo usare questo linguaggio, ha saputo dare forza alle persone. Questo perché? Perché Il linguaggio profetico sa capire i tempi capisce ciò che gli altri non vedono. Le persone sanno interpretare ciò che verrà nel futuro. Oggi giorno non ci sono persone che ispirano a lottare per un futuro di libertà ed emancipazione. Eppure ci sono stati circa 50 anni fa: ci furono persone che seppero usare il linguaggio profetico. Uno di questi è Bob Dylan annuncia che i tempi stanno cambiando, che le vecchie verità non serviranno più. Lui capisce che i tempi stavano cambiando e questi concetti li esprime in una sua canzone. Invita gli intellettuali a capire i tempi + i perdenti di oggi saranno i vincitori di domani (speranza di redenzione). Nel novembre del 1963, un predicatore battista, Martin Luther King, tiene un discorso. Questo discorso è il più straordinario discorso profetico dei nostri tempi perché annuncia un tempo nuovo che dovrà essere conquistato con sofferenze e fatiche ma sarà conquistato. Lui parla al Movimento per i diritti civili (in Usa c‘era la discriminazione legale). Lui non parlava solo ai neri ma anche ai bianchi: voleva promuovere una legislazione per i neri che garantisse loro gli stessi diritti dei bianchi. Nel discorso chiude dicendo che ha un SOGNO (vede qualcosa il profeta come se fosse un sogno). Fa una PROMESSA di un cambiamento radicale (usa ad esempio verbi al futuro). Cosa ci vuole perché un linguaggio sia efficacie? La capacità di ascoltare. Per ascoltare ci vuole: • Rispetto noi ascoltiamo davvero una persona non per modo di dire ma la ascoltiamo quando riconosciamo un valore in questa persona. • Raccoglimento per un po’ ti distacchi da preoccupazioni, da pensieri, da altro, l’attenzione è tutta concentrata sulle parole di chi parla per interiorizzarle bene (ciò vuol dire che se interiorizzo ho io un’interiorità). • Disponibilità ritenere che da quella persona che sta parlando tu puoi imparare qualcosa. L’ascolto è la dimensione della persona libera. Le persone con animo servile ascoltano solo i potenti e soprattutto chi non ha una ricca vita interiore tende a giudicare senza capire e quindi ha il pregiudizio (se non ascolti bene giudichi per pregiudizio e continui ad affermare le idee che avevi). Cosa è una vita libera? Istituzioni democratiche in cui ci sono delle persone: se queste non si ascoltano tra di loro come fanno a legiferare? Dobbiamo parlare, noi cittadini, qualche volta: pensa al parlare su temi pubblici non come diritto ma come dovere e ritenere che se ci sono delle cattive leggi bisogna parlare. Ma parlare non per ambizione, parlare dopo aver pensato (parla quando ci vuole coraggio e taci quando ti sembra piacevole parlare). In questo modo si acquisirà autorevolezza. Concludiamo: cosa è l’insegnamento? Quale è lo scopo delle lezioni che abbiamo fatto? Sicuramente dare delle conoscenze ma lo scopo vero è quello di suscitare in alcuni delle domande per imparare.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved