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Concetti chiave rousseau, Appunti di Storia Delle Dottrine Politiche

Concetti chiave del libro Ro. Gatti "Rousseau"

Tipologia: Appunti

2015/2016

Caricato il 20/09/2016

Utente sconosciuto
Utente sconosciuto 🇮🇹

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Scarica Concetti chiave rousseau e più Appunti in PDF di Storia Delle Dottrine Politiche solo su Docsity! ROUSSEAU-CONCETTI CHIAVE Amor di sé-amor proprio: L’amo di sé è un sentimento naturale che spinge non solo l’uomo, ma ogni animale, a provvedere alla propria conservazione. Nell’essere umano, l’amor di sé, diretto dalla ragione e modificato dalla pietà, genera l’umanità e la virtù. L’amor proprio invece, è solo un sentimento relativo, artificiale, nato dalla società, che conduce ogni individuo a dare più importanza a sé stesso che ad ogni altro, ispirando agli uomini tutti i mali che si fanno reciprocamente. Rousseau sottolinea che l’uomo non è un essere semplice, ma composto di due sostanze. Così sottolinea che, di conseguenza, anche l’amore di sé non è una passione semplice ma ha due principi: l’essere intelligente e l’essere sensitivo, il cui benessere non è lo stesso. Infatti, l’appetito dei sensi tende al benessere del corpo e l’amore dell’ordine a quello dell’anima. In questo senso, l’amor proprio non è una passione opposta all’amor di sé, ma è l’espressione dell’amor di sé in coloro che, coinvolti nelle relazioni sociali, antepongono l’appetito dei sensi all’amore dell’ordine e, di conseguenza, si rinserrano nell’egoismo, cercando di fare il proprio interesse a spese degli altri. Di conseguenza diventano nemici dei loro simili. Bisogni: I bisogni da Rousseau sono divisi in tre specie. La prima è costituita da quelli che riguardano la sussistenza e dai quali dipende la nostra conservazione. La seconda specie è composta dai bisogni che tendono meno alla nostra conservazione che al nostro benessere. Da tali bisogni nasce il lusso. Infine, c’è un terzo ordine di bisogni, che, sviluppatisi dopo gli altri, arrivano a prendere il sopravvento su di essi. Si tratta di quelli che nascono dall’opinione. Tali sono: gli onori, la reputazione, la condizione sociale, i titoli di nobiltà e tutto quanto riceve la sua esistenza solo dalla stima degli uomini. Bontà: La bontà, nell’uomo che vive allo stato di natura, emerge dalla confluenza di amor di sé e pietà. E’ conforme alla massima di fare il proprio bene con il minimo male per gli altri. Censura: E’ la dichiarazione del giudizio pubblico riguardo ai comportamenti tenuti dai membri della società. Il Censore deve saper conservare puro tale giudizio. Il tribunale censorio non è quindi l’arbitro dell’opinione del popolo, quanto piuttosto l’espressione di essa. La sua attività deve mirare a mantenere e rafforzare i costumi non con l’uso della coercizione, ma sfruttando saggiamente il desiderio che ha ogni individuo di essere stimato dagli altri e, quindi, facendo si che le azioni virtuose siano riconosciute e compensate pubblicamente attraverso l’attribuzione ai loro autori del giusto onore che meritano. Cittadino: Membro dell’assemblea sovrana, alla quale spetta di fare le leggi. Contratto sociale: E’ l’atto attraverso il quale gli individui passano dallo stato di natura allo stato civile costituendo consensualmente il corpo politico come persona pubblica che da questo atto riceva la sua unità, il suo io comune, la sua vita e la sua volontà. Nasce dall’insufficienza dei singoli individui di provvedere alla propria conservazione. Richiede quindi che si crei una somma di forze in grado di far fronte agli ostacoli che impediscono a ciascun uomo di sussistere, restando isolato e indipendente dagli altri. Con il contratto sociale ciascuno mette in comune la propria persona, i propri beni e il proprio potere sotto la suprema direzione della volontà generale. Unendosi a tutti in corpo, nessuno perde la propria libertà in quanto, alienandola totalmente come libertà naturale, ognuno la ritrova come libertà civile e politica. Godere della libertà politica significa che attraverso il contratto ogni consociato diviene parte indivisibile dell’assemblea sovrana ed è tenuto, d’ora in poi, ad obbedire solo a quelle leggi su cui ha deliberato insieme con tutti gli altri cittadini. Allo stesso tempo la legge, garantendo i consociati da ogni dipendenza personale, realizza le condizione della libertà civile. Nel patto sociale ognuno contratta non solo con gli altri ma anche con se stesso, nel senso che si impegna a far prevalere la propria volontà razionale sugli istinti, sui desideri, sigli impulsi che lo dominano nello stato di natura. Così conquista la sua libertà morale. Nel contratto sociale non c’è quindi alcuna vera rinuncia da parte degli individui, ma solo uno scambio vantaggioso tra indipendenza naturale e libertà, tra insicurezza dello stato di natura e la sicurezza garantita dall’unione dei consociati, tra la forza e il diritto. Richiede la volontà, essendo l’atto più volontario che esista. Una volta creato lo Stato, abitare un determinato territorio significa accettare di sottomettersi alla sovranità. Corpo politico: E’ il corpo morale e collettivo creato mediante il contratto sociale e composto da tanti membri quanti sono i voti dell’assemblea. Costituisce una persona pubblica che si forma attraverso l’unione degli individui nell’atto di associazione. Prende anche il nome di République. Coscienza: La coscienza è amore del bene e dell’ordine. Rousseau, contrariamente al significato corrente nella tradizione scolastica, la definisce non un giudizio ma un sentimento. Si tratta, per Rousseau, di una forza interiore che spinge il soggetto ad agire conformemente al bene appreso attraverso la ragione. Benchè tutte le nostre idee ci vengano da fuori, i sentimenti che le apprezzano sono dentro di noi, ed è per loro tramite che noi avvertiamo quali sono le cose da ricercare o da fuggire riguardo al nostro bene. La concezione di coscienza di Rousseau si avvicina molto a quella di Pascal, il quale la definiva come il luogo in cui la Grazia divina arriva a toccare l’essere umano. Rousseau infatti la definisce come la forza di una fede senza Grazia o, meglio, di uno slancio del cuore in cui è la natura a prendere il posto della Grazia. Legislatore: Accanto al contratto sociale è l’altro elemento essenziale che permette la costituzione della repubblica. La sua funzione è duplice: porre le premesse per la formazione morale dei membri della comunità educandoli allo spirito sociale e adattare i principi del diritto politico alle concrete e inevitabilmente diverse condizioni delle varia “nations”. Deve dunque svolgere contemporaneamente il ruolo di educatore del popolo e di potere costituente. Dal punto di vista istituzionale, la sua è un’autorità extra ordinem e non rientra nella costituzione. Quindi il legislatore non può adempiere le funzioni del governo, né sostituirsi al corpo sovrano. Rimane infatti al popolo il diritto-dovere di pronunciarsi sull’operato di questa figura, che è eccezionale non solo per quanto concerne i suoi poteri, ma anche per le sue qualità personali, tanto rare da far dire a Rousseau che occorrerebbero degli Dei per dare leggi agli uomini. Libertà: In un primo momento Rousseau la identifica con la semplice “puissance de vouloir”. Nell’Emilio la definisce invece come capacità di dominare i sensi mediante il ricorso alla ragione e alla coscienza, cioè come volontà nazionale e quindi volizione del bene. La libertà è consapevole adesione della volontà ai criteri suggeriti da un retto giudizio. E’ questa adesione che consente al soggetto umano di sottrarsi al dominio degli istinti, pervenendo così all’autonomia morale. Libertà politica: Fa parte dell’essenza dell’uomo e non può, per questo motivo, mai essere alienata. L’uomo è nato libero, ma ovunque è in catene: i principi del diritto politico indicano come restituirlo alla sua libertà attraverso la creazione di un ordine politico conforme ai fini della natura umana. Nella republique, la libertà politica consiste nell’obbedire soltanto alle leggi che il popolo, come sovrano, si da. Coincide dunque con l’autolegislazione di tutta la comunità. Maggioranza: E’ una conseguenza del contratto e ha come presupposto l’accordo unanime su cui il contratto si fonda. Quando i caratteri della volontà generale non sono più nella maggioranza, non c’è più libertà. Opinione pubblica: Con questo termine Rousseau intende l’insieme dei criteri di giudizio e di comportamento che sono legati, in ogni società politica, ai costumi, alle usanze. Essi formano, sedimentandosi attraverso l’abitudine, lo spirito pubblico di un popolo e rafforzano così la sua unità più efficacemente di quanto possano fare le leggi. Passioni: Costituiscono l’espressione dell’amor di sé fisico, che tende, per sua natura, alla conservazione e al benessere dell’individuo dal punto di vista strettamente materiale. L’amor di sé è la sola passione che nasce con l’uomo e non viene mai meno, finché questo vive. E’ la passione primitiva, innata, anteriore a tutte le altre e della quale tutte le altre sono soltanto delle modificazioni. Inoltre, poiché la conservazione di sé è un fine insito della natura dell’uomo, ne deriva che le passioni non sono negative: costituiscono, infatti, i principali strumenti per la nostra conservazione. Perfettibilità: E’ la caratteristica tipica solo dell’uomo di sviluppare le proprie facoltà come risposta alle sollecitazioni, alle sfide dell’ambiente naturale, agli ostacoli. L’uomo infatti, a differenza degli animali che restano sempre uguali, inchiodati cioè all’istinto, è dotato della capacità di rispondere e reagire. A tale capacità sono collegati i suoi progressi ma anche i gli errori che la specie umana ha compiuto nel corso della storia. Pietà: Già nello stato di natura bilancia l’istinto di conservazione attraverso una ripugnanza innata a veder soffrire il proprio simile. Nella pietà si fonda il diritto naturale: un diritto che non ha bisogno della ragione per essere scoperto e che è immediatamente efficace: l’uomo originario non farà mai del male a un altro uomo e neppure ad alcun essere sensibile, accentuato il caso legittimo in cui, essendo coinvolta la sua conservazione, è obbligato a preferire se stesso. Proprietà: Nello stato civile essa prende il posto del “possesso”, che è fondato o sulla forza o sul diritto del primo occupante. Non è dunque un diritto naturale ma un diritto positivo di cui il sovrano può disporre in base al principio che “il diritto che ogni singolo ha sul suo fondo è sempre subordinato a quello che la comunità ha su tutti, senza di che non vi sarebbe forza reale nell’esercizio della sovranità. Ragione: Rousseau afferma che solo la ragione ci insegna a conoscere il bene e il male, e il bene non è mai tale se non quando la ragione lo illumina. Il precettore di Emilio insiste sulla necessità di non affrontare con il fanciullo, problemi morali prima che in lui la ragione sia adeguatamente sviluppata. Solo in seguito a tale sviluppo l’allievo potrà essere autenticamente in grado di comprendere il vero significato e tutte le implicazioni delle scelte di fronte alle quali si troverà. Però Rousseau rileva, in opposizione al razionalismo etico cartesiano, che conoscere il bene non significa amarlo. Rappresentanza: La sovranità, in quanto esercizio della volontà popolare, non può essere rappresentata, poiché solo il potere si rappresenta e non la volontà. L’idea di rappresentanza è moderna. La sua affermazione coincide con il venir meno delle basi morali e materiali su cui si reggeva la libertà repubblicana. Queste basi sono state demolite a causa dell’affievolimento dell’amor di patria, dell’egemonia dell’interesse privato su quello pubblico, dell’aumento dell’estensione degli Stati. Sono tutti fattori che distolgono i cittadini dai loro doveri civici. Il popolo non può essere mai rappresentato nell’esercizio del potere legislativo, ma può esserlo nell’esercizio del potere esecutivo. Religione: La religione fi Rousseau è il deismo, fondato esclusivamente sulla ragione e derivato dalla critica alla Rivelazione cristiana. Dio è l’impersonale ordinatore del mondo e il giudice che ricompensa o punisce gli uomini per quanto hanno compiuto di bene o di male. Tre sono i dogmi di questa religione: 1) l’esistenza di una volontà che muove la materia nell’universo, 2) l’ordine razionale del mondo, espressione dell’intelligenza divina, 3)l’immaterialità dell’anima, la quale comporta la sua sopravvivenza e quindi la certezza di godere quella felicità che spesso nella vita terrena sfugge ai buoni e arride ai malvagi. Religione civile: E’ una professione di fede che contiene i principi essenziali sui quali si basa l’unità morale della repubblica. Essa completa, a chiusura del contratto sociale, il processo di formazione dello spirito sociale, che ha il suo snodo fondamentale nell’opera del legislatore. Gli articoli della religione civile devono essere fissati dal sovrano non tanto come dogmi di religione, ma come sentimenti di socievolezza. Fissare non significa creare ma stabilire le condizioni formali per rendere questi dogmi validi giuridicamente. La religione costituisce un movente essenziale perché i cittadini rispettino i loro doveri. Repubblica: Costituisce la persona pubblica generata dall’atto di associazione mediante il quale, al posto dei singoli contraenti, viene creato un corpo morale e collettivo che riceve dal contratto sociale la sua unità, il suo io comune, la sua vita e la sua volontà. Il suo principio, indipendentemente dalla forma di governo, è la virtù. Nella repubblica il servizio alla patria costituisce la principale occupazione dei cittadini: l’esempio della repubblica romana in cui il popolo esercitava le funzioni della sovranità e, in parte, anche quelle del governo, rimane un modello essenziale di riferimento. Schiavitù: E’ la condizione in cui un individuo o un popolo, mediante una convenzione, accettano di sottoporsi senza condizioni alla volontà di un padrone o di un despota, alienando così la loro libertà. E’ proprio questa alienazione a rendere illegittima, secondo Rousseau, la schiavitù, giacchè alienare la libertà è incompatibile con la natura dell’uomo. Chi come Hobbes e Pufendorf intende far derivare la schiavitù dal diritto di guerra, fraintende questo diritto, perché la guerra è un rapporto tra stati e non tra individui e, una volta che sia cessata, nessuno ha più la facoltà giuridica di sottrarre all’altro la sua libertà in cambio della vita. Sovranità/sovrano: Il sovrano è il corpo politico generato dal contratto sociale e considerato quando è attivo, cioè quando ci si riferisce all’insieme degli individui che, riuniti nell’assemblea come cittadini, deliberano sulle leggi. Il corpo sovrano non è vincolato da nessuna legge fondamentale, neppure dal contratto sociale. Costituisce quindi un potere assoluto diretto dalla volontà generale. Non ha bisogno di fornire
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