Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Concorrenza sleale, pubblicità e disciplina antimonopolisitica, Sintesi del corso di Diritto

Laconcorrenza sleale e della pubblicità ingannevole, spiegando le norme che le regolamentano e le conseguenze per gli imprenditori che le violano. Vengono descritti gli atti che costituiscono concorrenza sleale e quelli che rendono una pubblicità ingannevole, con esempi e definizioni. Viene inoltre spiegato il ruolo della libera concorrenza e come essa stimoli gli imprenditori a migliorare la qualità dei prodotti e dei servizi offerti. utile per chi studia diritto commerciale o marketing.

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

In vendita dal 24/06/2022

lello28
lello28 🇮🇹

4.9

(10)

147 documenti

1 / 2

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Concorrenza sleale, pubblicità e disciplina antimonopolisitica e più Sintesi del corso in PDF di Diritto solo su Docsity! I beni possono essere offerti da un unico imprenditore monopolista o da più imprenditori in concorrenza tra loro. Se un imprenditore non teme la concorrenza, perché non esiste o perché è esercitata da imprese scarsamente competitive, non è stimolato a migliorare la qualità dei prodotti o dei servizi offerti, né a condurre una politica di prezzi contenuti. Al contrario, le imprese che si trovano in diretta competizione tendono a migliorare la qualità dei prodotti e contenere i prezzi per attrarre più consumatori possibili. Inoltre esse cercano di accrescere i propri profitti aumentando la produzione, con effetti positivi per l’occupazione e l’economia del paese in generale. La libera concorrenza è dunque la soluzione migliore per i consumatori. Tuttavia essa deve svolgersi in modo corretto e l’ordinamento sanziona i comportamenti volti a danneggiare i concorrenti con metodi sleali. Le norme in materia di concorrenza sleale tutelano gli imprenditori, non i consumatori. Costituiscono concorrenza sleale: ● gli atti idonei a creare confusione sono quelli per mezzo dei quali l’imprenditore cerca di far credere che il proprio prodotto provenga da un’impresa concorrente di maggior prestigio. Solitamente questo tipo di illecito viene posto in essere imitando i segni distintivi altrui, la forma del prodotto, la sua confezione, la sua etichettatura (imitazione servile) o copiando tutte le iniziative poste in essere da un concorrente (concorrenza parassitaria); ● gli atti denigratori dei prodotti altrui consistono nel diffondere notizie, anche vere, ma esposte in modo corretto, idonee a screditare un’impresa concorrente (proprietà comparativa);oppure sono diretti ad appropriarsi di pregi che appartengono ai prodotti o all’impresa di un concorrente; ● ogni altro atto contrario alla correttezza professionale. Rientrano in questa categoria: lo spionaggio industriale (es. appropriarsi del know how si un concorrente); lo storno di dipendenti, cioè l’azione volta a sottrarre al concorrente i dipendenti più validi o quelli più informati sui segreti aziendali; il boicottaggio (azione coordinata avente lo scopo di ostacolare e/o modificare l'attività di un concorrente); il dumping (vendita di prodotti ad un prezzo molto inferiore a quello di mercato). Per situazioni più incerte spetta al giudice valutare se un determinato comportamento è contrario alla correttezza professionale, facendo riferimento al comportamento medio degli imprenditori di quella data area e di quel dato settore produttivo. Il giudice può ordinare: ● la cessazione del comportamento lesivo sia nell’immediato che in futuro (azione inibitoria); ● la rimozione degli effetti degli atti compiuti; ● il risarcimento del danno, solo se gli atti di concorrenza sleale sono posti in essere con dolo o colpa (che si presume). Un prodotto è confondibile se un consumatore poco attento non lo distingue, a prima vista, dal prodotto imitato. L’imitazione servile è un illecito civile, perseguibile su domanda di parte e difficilissimo da reprimere. La pubblicità è lo strumento più efficace per far sì che i potenziali acquirenti conoscano l’esistenza e le caratteristiche del prodotto o del servizio offerto. Per questo bisogna fare un controllo rigoroso sulla sua configurazione e sul suo contenuto, al fine di evitare che da strumento di informazione possa diventare strumento di inganno per i consumatori. La normativa sulla pubblicità è contenuta in gran parte nel Codice del consumo che stabilisce che la pubblicità deve essere: ● veritiera (non deve contenere false informazioni); ● palese (il consumatore deve sapere che il messaggio che sta ricevendo è di tipo pubblicitario); ● corretta (non deve contenere ambiguità. è vietata, per contro, ogni forma di pubblicità ingannevole. La pubblicità si dice ingannevole quando induce in errore coloro ai quali è rivolta e quando arreca pregiudizio ai consumatori. Inoltre è considerata ingannevole: ● la pubblicità di prodotti pericolosi per la salute e la sicurezza quando si ometta di darne notizia e ciò possa indurre i consumatori a trascurare le norme di prudenza e vigilanza; ● la pubblicità capace di minacciare la sicurezza di bambini e adolescenti o che abusi della loro naturale mancanza di esperienza; ● la pubblicità che utilizzi termini come “garanzia” o “garantito” quando non sia specificato il contenuto e le modalità della garanzia offerta o non sia indicato il modo in cui il consumatore possa conoscerle con facilità. La pubblicità subliminale opera attraverso messaggi occulti che incidono sull‘inconscio della persona ed è vietata dal Codice di consumo .
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved