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Guide e consigli
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Concorso a cattedra primaria EDISES, Schemi e mappe concettuali di Pedagogia

Riassunto del primo capitolo del libro

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2019/2020
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Caricato il 28/12/2020

Erica_96
Erica_96 🇮🇹

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Scarica Concorso a cattedra primaria EDISES e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Pedagogia solo su Docsity! CONCORSO A CATTEDRA PREMESSA L’insegnante di scuola dell’infanzia e primaria deve avere diverse competenze:  disciplinari: riguardano i contenuti d’apprendimento, il “cosa insegnare”;  psico-pedagogiche: conoscenza delle fasi di sviluppo infantile, attraverso la quale l’insegnante valuta la possibilità di apprendimento dei propri alunni ed è in grado di intervenire nella Zona di sviluppo prossimale;  relazionali: sia riferite agli alunni che ai colleghi. La sfida dell’insegnante è quella di promuovere uno sviluppo infantile globale ed equilibrato: sviluppo cognitivo + psico-motorio + affettivo e relazionale + primo sviluppo etico; quindi un insegnante deve avere una generale capacità di ascolto e di relazione costruttiva e assertiva, deve essere in grado di creare un ambiente educativo sereno, etc.; rappresenta infatti un modello comportamentale di riferimento. Inoltre è fondamentale il confronto con i colleghi: la collegialità delle decisioni consente la proposta di interventi efficaci (gli interventi devono essere progettati – e essere flessibili – rispettando i seguenti step: osservazione, pianificazione, monitoraggio, valutazione (ed eventuale verifica), autovalutazione (anche in azione -> regolazione));  capacità di valutazione, verifica e autovalutazione: la valutazione e la verifica vanno sempre effettuate in una dimensione giocosa e informale. Programmazione, valutazione e verifica sono i tre momenti che concorrono all’autovalutazione professionale del docente e che vanno registrati attraverso l’uso di appositi documenti;  competenze metodologiche all’avanguardia: le competenze professionali vengono continuamente aggiornate grazie a un programma continuo di formazione in servizio (Lifelong Learning Programme - LLP). PARTE PRIMA: BAMBINI, CONTESTI DI SVILUPPO E PROBLEMATICHE EDUCATIVE E DIDATTICHE CAPITOLO 1: CONTESTI E OPPORTUNITA’ DI SVILUPPO 1.1 Bambini, famiglie, scuola: La finalità della scuola – in accordo con la nostra Costituzione – è quella di garantire e promuovere la dignità e l’uguaglianza di tutti gli studenti; quindi deve rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono “il pieno sviluppo della persona umana”. Le varie strategie educative devono dunque tenere conto della singolarità e della complessità di ogni singola persona, è lo studente che è posto al centro del processo di insegnamento apprendimento. Le Indicazioni Nazionali del 2012 individuano come attori dell’azione educativa e formativa le famiglie, i bambini e la scuola.  Bambini: già intorno ai 3 anni hanno assimilato un primo sistema di regole comportamentali, sono depositari dell’universo emotivo e affettivo esperito a casa, hanno appreso le prime abilità senso- motorie, sono depositari di un certo codice genetico che si esprime attraverso i primi cenni di una personalità, hanno modi di interagire col mondo che sono propri della loro età evolutiva (amore per il gioco, per la comunicazione e per le attività di manipolazione e costruzione). Gli insegnanti devono essere consapevoli di avere di fronte una serie di individualità. Per fare ciò è indispensabile avere presenti le problematiche delle famiglie della contemporaneità, sapersi porre in ascolto e interpretare gli stati d’animo dei bambini, aprirsi in un confronto continuo con le famiglie (dialogo e collaborazione)  Famiglie: la famiglia della contemporaneità prende sempre più le distanze dal nucleo familiare tradizionale. Il primo cambiamento è avvenuto negli anni ’60 quando la donna ha iniziato a lavorare; oggi ci sono famiglie separate (i bambini perdono i punti di riferimento), famiglie provenienti da altri paesi, famiglie con bambini disabili. La scuola dunque deve essere in grado di gestire queste situazioni complesse e di costituire un punto di riferimento saldo, deve rendere forti i bambini in modo da attrezzarli per un futuro imprevedibile  Scuola: la scuola dell’infanzia e quella primaria devono essere dei “contesti di relazione di cura”, nelle quali si utilizza una “pedagogia attiva e delle relazioni”. È fondamentale organizzare un ambiente educativo e di apprendimento che accolga tutti: caldo, accogliente, curato, “orientato al gusto” e a misura di bambino. Le attività devono essere svolte in un tempo disteso, i percorsi educativi devono essere documentati – in modo da costituire delle tracce. L’insegnante deve essere un modello comportamentale positivo, dato il “fattore proiettivo” che assumono le relazioni. 1.2 Ulteriori spunti di riflessione sulla condizione infantile nella vita familiare e sociale contemporanea: Il significato di “famiglia” varia a seconda del contesto culturale e del periodo storico. Nella società contemporanea la famiglia ha smesso di esserne l’elemento distintivo. Nella famiglia nucleare occidentale degli anni ’70-‘90 il bambino è cresciuto avendo entrambi i genitori come figure di riferimento, assorbendone le dinamiche relazionali esistenti. I genitori degli alunni di oggi sono proprio quei bambini, e spesso sono stati educati all’insegna dell’indipendenza ed emancipazione (femmine) o sollevati da responsabilità (maschi). Queste differenze, unite alla crisi economica (difficoltà nel trovare lavoro, mobilità) hanno aperto la strada alle discrepanze e alla fragilità delle relazioni coniugali. I bambini assistono alle dinamiche relazionali tra i genitori e tra loro e i genitori, e le assorbono, condizionando lo sviluppo della loro personalità:  relazione tra genitori paritaria: si basa sul dialogo, sull’autostima dei soggetti interagenti, sull’assertività;  relazione tra genitori non paritaria: combinazione e alternanza di comportamenti aggressivi e passivi, fondati entrambi sulla paura: il soggetto passivo ha paura di essere lasciato, quello aggressivo di essere delegittimato dalla sua autorità (solitamente chi è aggressivo è stato vittima del comportamento autoritario di un genitore, il “carnefice”, dal quale ha imparato a difendersi diventando a sua volta carnefice). Assistendo a ciò, i bambini imparano che la relazione a due è asimmetrica, non imparano a dialogare o a manifestare la propria opinione senza aver paura di farlo. I bambini di genitori separati assistono a continue liti, si fanno carico di frustrazioni che lo rendono insicuro, suscettibile, nervoso, aggressivo; hanno perciò bisogno di sentirsi a scuola in un porto sicuro. In generale si può affermare che un clima familiare sereno contribuisce positivamente a uno sviluppo infantile sereno ed equilibrato, mentre uno teso e conflittuale lo ostacola. Secondo Bauman la famiglia contemporanea – così come la società – è investita da una liquidità, ovvero mancano modelli comportamentali solidi a causa di un cambiamento troppo repentino che impedisce il consolidamento di abitudini. L’abitudine, nella quale rientra il tessuto valoriale, consolida i sistemi di valore in prassi. Le prassi sono il collante che lega diverse generazioni e radica ogni individuo nel tessuto culturale in cui nasce, cresce, vive. In conclusione la famiglia contemporanea a causa:  delle frequenti separazioni è: fragile, parcellizzata, allargata, poliedrica o ridotta per i modelli comportamentali (se allargata o se rimane disgregata), fonte di disagio emotivo (se dominata dal conflitto) o di equilibrio emotivo (se dominata da relazioni serene tra pari);  della mobilità: è ridotta negli affetti, ostacola la costruzione di relazioni affettive solide al di là della famiglia, riduce il radicamento nel territorio (condizione di semi-nomadismo);  dell’individualismo prodotto dal neoliberalismo (questo ha scomposto il tessuto sociale parcellizzandolo in tatti piccoli nuclei; ha aumentato l’egoismo, l’individualismo; ha portato alla globalizzazione): agisce in difesa di interessi particolari, protegge in maniera poco obiettiva i figli (ostacolando lo sviluppo dell’autonomia e rendendo incapaci i bambini nella gestione della frustrazione derivante dalla relazione con l’esterno), non dialoga con l’esterno, ha una morale individualistica priva di spirito di solidarietà e comunitario. Lo sviluppo dell’autonomia è ostacolata anche dalla mancanza di tempi e spazi dove i bambini possono giocare liberamente con i coetanei, senza la supervisione dell’adulto; quella di una morale solidale è ostacolata dai tempi lavorativi lunghi dei genitori e da un uno sbagliato della tv e dei new media. - percorsi di formazione su intercultura per personale scolastico 2015 L. 107/2015 Alfabetizzazione e perfezionamento dell’italiano come L2 2016 D.M. 197/2016 Piano nazionale 2016/2019 per la formazione in servizio dei docenti Tra le priorità nazionali: interazione, competenze di cittadinanza e di cittadinanza globale 2016 D.P.R 19/2016 Istituita nuova classe di concorso A-23, Lingua italiana per discenti di lingua straniera 1.7 Inclusività, interculturalità, riconoscimento e valorizzazione delle differenze: Il Consiglio d’Europa propone ai sistemi educativi tre indirizzi principali: - conoscenze da trasmettere; - capacità e attitudini da promuovere: bisogna lavorare su competenze e abilità che favoriscono lo sviluppo della comunicazione e della relazione interpersonale; - modelli educativi da privilegiare: progetti cooperativi in cui sono coinvolti le diverse componenti della comunità educativa. Le metodologie da utilizzare sono quelle che favoriscono lo sviluppo di competenze trasversali, l’azione formativa deve interessare anche la sfera emotiva. Il Consiglio d’Europa ha anche individuato le Linee guida per un graduale processo di “meticciamento”, che devono entrare a far parte della routine scolastica: - conoscenze da trasmettere basate sul decentramento etnico: dimensione globale e non eurocentrica + attenzione alla dimensione locale tenendo conto sia dei suoi aspetti culturali e tradizionali che dell’aspetto multietnico; - argomenti che favoriscono il relativismo cognitivo: esistenza di una molteplicità di modelli paradigmatici della realtà: conoscenza come interpretazione, ovvero come processo di organizzazione dei dati; bisogna focalizzarsi sul dubbio come motore della ricerca scientifica; - educazione emotiva interpersonale per lo sviluppo di relazioni empatiche: è un approccio educativo trasversale che si concretizza nel: prestare attenzione alle relazioni di gruppo, attivare percorsi educativi su sfera emotiva, selezionare teti narrativi su sfera emotiva; - impiego di modelli educativi per promuovere lo spirito cooperativo quali: metodologie di insegnamento cooperativo, contatti assidui e cooperativi con famiglie e agenzie formative extrascolastiche. - - - - - - - - - - - - Metodologie didattiche per inserimento alunno straniero: - l’insegnante propone al gruppo classe di formulare domande per conoscere meglio il nuovo compagno - il percorso deve comprendere diverse proposte di lavoro: racconto orale, discussione, produzione scritta, ricerca in rete di foto e mappe, realizzazione di cartelloni murali e di prodotti multimediali - giornate a tema su tradizioni culinarie che coinvolgono anche famiglie - data la difficoltà di comprendere nuove parole è fondamentale utilizzare linguaggio iconico, laboratori e attività manuali, ludiche, musicali, etc. - coinvolgimento di tutti gli alunni nell’ideazione e realizzazione dell’attività in modo da migliorare atteggiamento nei confronti del compagno - nei primi tempi affiancare ad alunno straniero un tutor (un coetaneo) - lavori in piccolo gruppo, Cooperative Learning, approccio ludico, role playing, didattica laboratoriale 1.8 La professionalità docente all’interno della scuola dell’infanzia: La continuità viene introdotta con il D.M. 16/11/1992 e C.M. 339/1992 e si realizza con la creazione di percorsi formativi ed educativi che fungono da “agganci”:  tra le classi terminali e le classi iniziali di gradi di scuola differenti (continuità verticale);  tra gruppi di alunni della stessa scuola aventi età differenti (continuità verticale);  tra gruppi di alunni aventi la stessa età, ma appartenenti a classi o sezioni diversi (continuità orizzontale);  tra scuola e territorio (continuità orizzontale). In sintesi:  continuità verticale: attuata sia tra scuole di ordine differente che all’interno della stessa scuola. Rientrano in questa anche l’Accoglienza e l’Orientamento. Questa continuità presuppone il fatto che gli insegnanti: abbiano padronanza dei contenuti e delle competenze psico-pedagogiche, abbiano familiarità con le competenze psico-pedagogiche e con i contenuti insegnati negli ordini di scuola inferiori e superiori al proprio, adottino impianti metodologici affini e comuni criteri di valutazione, abbiano finalità educative comuni, costruiscano con gli altri ordini un dialogo costruttivo ed edificante. Sulla base di ciò nascono gli Istituti Comprensivi e, con il D.Lgs 65/2017, il Sistema integrato di educazione e istruzione per i bambini e le bambine in età compresa dalla nascita fino ai sei anni, il quale comprende: nidi e micronidi (per b. da 3 a 36 mesi), sezioni primavera (per b. da 24 a 36 mesi), servizi integrativi (es. spazi gioco per b. da 12 a 36 mesi), centri per bambini e famiglie, servizi educativi in contesto domiciliare (per b. da 3 a 36 mesi);  continuità orizzontale: si realizza all’interno della stessa scuola o tra scuola e territorio tramite i lavori tra classi parallele, gli organi collegiali e la creazione di progetti con il territorio (anche con l’apertura dei locali scolastici per attività in orario extra-scolastico). Inoltre la scuola ha il compito di effettuare un “bilancio sociale” (autovalutazione) per capire il bisogno formativo del territorio, anche con il fine di responsabilizzare socialmente e civilmente i minori. Per fare ciò è fondamentale anche la creazione di un legame di continuità tra scuola e famiglia (le cui finalità sono complementari e convergenti, ma i rispettivi ruoli diversi), che può essere costruito tramite un rapporto fitto e costruttivo e numerose occasioni di incontro. Nel far ciò bisogna considerare che al giorno d’oggi c’è spesso un disorientamento in relazione all’orientamento educativo, quindi bisogna che insegnanti e genitori assicurino continuità e unitarietà all’azione educativa (es. uso strumenti multimediali i quali sottraggono tempo al gioco quale processo attivo);  continuità educativa: pianificazione di percorsi didattici aventi le stesse finalità educative;  continuità didattica: pianificazione di percorsi didattici con l’uso di metodologie di intervento affini, di criteri di valutazione comune, contenuti di apprendimento sequenziali. La continuità verticale alla scuola dell’infanzia avviene tramite:  il coordinamento dei curricoli degli anni iniziali con quelli terminali del ciclo precedente;  progetti di Accoglienza che si concretizzano nell’aprire la scuola a bambini ancora non iscritti e alle loro famiglie e nell’accompagnare i bambini delle sezioni terminali alla scuola primaria. Nelle attività di Accoglienza, in genere, a ogni bambino più grande viene assegnato il compito di prendersi cura e accogliere un bambino dell’ordine di scuola inferiore;  passaggio corretto di informazioni sul curricolo personale di ogni alunno;  dialogo costruttivo di insegnanti di ordini di scuola differenti. Per quanto riguarda la continuità orizzontale questa si realizza con i lavori di intersezione; la scelta della composizione delle sezioni dipende dal taglio che si vuole dare: se questo è l’apprendimento cognitivo le sezioni saranno create con bambini dalla stessa età, se il taglio è relazionale i bambini avranno età differenti. La continuità verticale alla scuola primaria avviene con:  la scuola dell’infanzia tramite lo scambio di informazioni per agevolare l’accoglienza e la formazione delle classi, il coordinamento dei curricoli, i progetti di Accoglienza, gli open day;  la scuola secondaria di primo grado attraverso il coordinamento dei curricoli e la definizione di criteri omogenei di valutazione (al termine della primaria i docenti redigono il documento della certificazione delle competenze sulla base del D.M. 742/2017), lo scambio di informazioni per agevolare l’accoglienza e la formazione delle classi, attività di accoglienza che coinvolgono gli alunni di classe terza, gli open day.
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