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CONFRONTO TRA LORENZO DE MEDICI E GIROLAMO SAVONAROLA, Dispense di Storia

Confronto tra Lorenzo de Medici, detto il Magnifico, e il frate domenicano Girolamo Savonarola

Tipologia: Dispense

2021/2022

Caricato il 24/07/2022

MargheritadeMedici
MargheritadeMedici 🇮🇹

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Scarica CONFRONTO TRA LORENZO DE MEDICI E GIROLAMO SAVONAROLA e più Dispense in PDF di Storia solo su Docsity! Lorenzo de Medici e Girolamo Savonarola Lorenzo il Magnifico e Fra Girolamo Savonarola sono uno dei più grandi dualismi di Firenze. Lorenzo de Medici, detto il Magnifico, nato da Piero de Medici, detto il Gottoso, e Lucrezia Tornabuoni, il primo gennaio 1449, abile politico, grande mecenate e umanista, incarnò l'ideale rinascimentale dell'uomo come nessun altro e condusse Firenze a uno dei suoi più grandi periodi di splendore. Prese il potere della banca familiare e della politica ancora ventenne e tra il 1465 e il 1466 si recò a Milano, Venezia, Napoli e Roma, principalmente per occuparsi di questioni finanziarie, ma anche per entrare in contatto con i sovrani con i quali Firenze aveva alleanze o aspirava ad averle. Dovette fronteggiare vari tentativi di infrangere la lega degli stati italiani e gli accordi che garantivano la pace di Lodi (1454), fu l’ago della bilancia della situazione politica italiana. Sposò Clarice Orsini, una giovane donna appartenente alla nobiltà romana. celebrate il 4 Giugno del 1469 in una cornice di sfarzo ed eleganza che le resero uno degli eventi mondani più memorabili dell’epoca, una testimonianza simbolicamente e concretamente perfetta dell’autorità e del prestigio raggiunti dall’incontrastato signore di Firenze e dalla sua illustre famiglia. Il loro era un matrimonio di convenienza – i Medici aggiunsero al proprio status il prestigio e la ricchezza degli Orsini –, ma i due giovani inizialmente non sembravano destinati a essere felici insieme: Clarice aveva ricevuto un'educazione religiosa in contrasto con la vita di Lorenzo, amante dell’arte pagana e studioso dei testi antichi, una produzione letteraria che esalti la gioia di vivere, l’armonia e la bellezza. e aveva una relazione con una donna sposata, Lucrezia Donati, a cui dedicò molti sonetti (comento ad alcuni sonetti d’amore). Tuttavia, nel tempo sono stati uniti da un sentimento di affetto e rispetto, rafforzato dalle capacità diplomatiche e dai contatti di Clarice a Roma, che furono fondamentali in diverse occasioni. Il 26 aprile 1478 si scatenò la congiura dei Pazzi, banchieri avversari dei Medici, appoggiati da papa Sisto IV in cui morì il fratello di Lorenzo, Giuliano. Oltre per le grandi capacità politiche e oratorie, Lorenzo è ricordato per aver accolto a Firenze numerosi artisti e filosofi (Botticelli, Michelangelo, Marsilio Ficino, Polizino, Giovani pico della Mirandola, Lui stesso scriveva poesie (Nencia da Barberino, canzone di Bacco e Arianna). Nel maggio del 1482, un frate domenicano di nome Girolamo Savonarola giunge nella Firenze di Lorenzo de' Medici - allora la capitale culturale della penisola o, come si esprimerà lo stesso Girolamo, il cuore d'Italia -, ebbe il compito nel convento di San Marco di esporre le Scritture. Le sue doti di abile oratore e persona colta affascinavano, tuttavia, a dispetto delle attese, le sue prime prediche non ottennero molto successo, tanto che fu costretto a recarsi altrove (si dice che il popolo lo disprezzava per l’accento non fiorentino). Girolamo Maria Francesco Matteo Savonarola, nasce a Ferrara 21 settembre 1452. Da Niccolò di Michele dalla Savonarola e di Elena Bonacolsi. Suo nonno Giovanni Michele Savonarola, uno dei più illustri luminari della medicina quattrocentesca, docente nell’università dell’originaria Padova e successivamente all’università di Ferrara, incarico che gli avrebbe permesso di legarsi alla famiglia d’Este, diventando medico personale di Niccolò III d’Este. Fu proprio il nonno il primo insegnante di Savonarola, per il quale venne inizialmente prospettata la strada dello studio della medicina. Fu in quest’ottica che il giovane Savonarola si dedicò allo studio di lettere latine, logica e filosofia. Tra le sue letture più appassionate vi furono i dialoghi di Platone, a cui dedico un appassionato commento purtroppo distrutto dallo stesso Savonarola, probabilmente perché non reputava se stesso nella posizione di poter commentare un classico del calibro di Platone. Col progredire dei suoi studi il giovane studente ferrarese si avvicinò ai testi aristotelici e al tomismo. La svolta della sua vita si consumò però il 24 aprile 1475, quando decise di fuggire dalla casa paterna e percorrere a piedi la strada che lo separava da Bologna per entrare nel convento domenicano di S. Domenico. Con una lettera indirizzata al padre, spiegò che il suo gesto era dovuto alla volontà di abbandonare un mondo dominato dal vizio, dall’ingiustizia e dal peccato. La fama di Girolamo Savonarola, che anno dopo anno era cresciuta sempre di più, cominciò a diffondersi. Lorenzo, allora, su espresso invito di Pico della Mirandola, lo richiamò a Firenze, diventando priore del convento di San Marco e riprendendo la sua predicazione, che ebbe grande consenso, visto il mutato clima spirituale e politico. Fra Girolamo Savonarola iniziò a predicare nell'orto di San Marco annunciando sciagure, denunciando i corrotti costumi della città. L'umanesimo che richiamava il paganesimo di Lorenzo non era amato dal frate domenicano che invocava la punizione divina. Qui il domenicano cominciò Il frate cominciò quindi un ciclo di prediche sull’Apocalisse che stavolta riuscirono a conquistare i fiorentini, tanto che, a partire dal 1491, lo vollero a predicare addirittura in una chiesa prestigiosissima come Santa Maria Novella. principalmente Savonarola criticava la ricchezza e i costumi corrotti della Chiesa e contro Lorenzo de’ Medici e il potere mediceo esercitato dal Magnifico con mano di ferro dentro un guanto di velluto: una dittatura non dichiarata ma pur sempre una dittatura. "Chi mi ha eletto priore, Dio o Lorenzo? E Dio mio Signore voglio ingraziare, non Lorenzo”. Il Magnifico più volte ammonì il frate domenicano affinché non continuasse su quella linea, ma il rinnovato spirito del predicatore era infiammato dai suoi più fedeli ascoltatori e seguaci, e ciò lo spinse a continuare imperterrito su quella strada. In poco tempo diventò l’uomo più influente di Firenze, a cui i cittadini avrebbero affidato il loro destino. Difende umili dai potenti, denuncia la corruzione politica e ecclesiastica. Se la prende con i peccatori, anche in modo plateale, rovescia i tavoli dove si gioca d’azzardo, condanna ogni opera d’arte non in linea con la sua concezione. Ma soprattutto è famoso per le sue predizioni. Il 5 aprile, un fulmine colpì la lanterna del duomo, l’avvenimento fu letto come un cattivo presagio dal superstizioso popolo fiorentino e dallo stesso Savonarola che annunciò l’inizio dell’apocalisse, presagio sembrò confermato dalla morte del signore della città Lorenzo de Medici avvenuta appena tre giorni più tardi. Per Savonarola quel fulmine segna l’inizio di grandi cambiamenti, è l’annuncio della spada di Dio che come dice l’Apocalisse sta per abbattersi sulla terra.
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