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Confronto tra Van Gogh e Kierkegaard, Appunti di Educazione artistica

Analisi filosofico-artistica della poetica di van gogh e gli ideali di kierkegaard

Tipologia: Appunti

2023/2024

In vendita dal 30/06/2024

francesca-mangia-5
francesca-mangia-5 🇮🇹

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Scarica Confronto tra Van Gogh e Kierkegaard e più Appunti in PDF di Educazione artistica solo su Docsity! VAN GOGH E KIERKEGAARD Il rapporto del famoso artista Vincent Van Gogh con la religione, o in una visione più ampia, con la fede, si è dimostrato dalla sua produzione artistica essere particolarmente controverso: il pittore, nonché figlio di un pastore protestante ed egli stesso missionario per i primi anno della sua vita, non riuscì a liberarsi dal peso che la fede ebbe sulla sua vita. Per lui, l'arte rappresentava un viaggio di esplorazione verso nuovi orizzonti della vita e della coscienza umana. Attraverso i pennelli e i colori, van Gogh si dedicò a esprimere le sue più profonde interrogazioni su Dio, sulla spiritualità e sul senso della vita. Nelle sue opere, sebbene trasparisse una grande empatia per i soggetti raffigurati, emergeva anche una sorta di critica nei confronti delle istituzioni religiose: nei dipinti di Vincent van Gogh che ritraggono la parabola del seminatore, l'artista offre una rappresentazione emotiva e profonda della storia evangelica. In "Il seminatore al tramonto" (1888- Museo Kröller-Müller, Otterlo) , van Gogh rappresenta il seminatore che con il suo gesto determinato mentre diffonde i semi, diventa un simbolo dell'impegno di van Gogh nel comunicare la sua visione della vita e della fede attraverso la sua arte. Il dipinto cattura l'essenza della parabola di Marco, con il seminatore che semina il seme della Parola di Dio in vari tipi di terreno. Van Gogh trasmette così la profondità della parabola, mostrando il ciclo della semina e la sua relazione con il destino dei semi e del terreno in cui cadono. ‘’ 4 Di nuovo si mise a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò seduto, stando in mare, mentre la folla era a terra lungo la riva. 2 Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo insegnamento: 3 «Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare. 4 Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono. 5 Un'altra cadde fra i sassi, dove non c'era molta terra, e subito spuntò perché non c'era un terreno profondo; 6 ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò. 7 Un'altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. 8 E un'altra cadde sulla terra buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno». 9 E diceva: «Chi ha orecchi per intendere intenda!».’’ – Marco 4 Dei trentasette anni della vita di Van Gogh solo gli ultimi dieci sono stati occupati dalla pittura. Fino a 27 anni il suo desiderio e la sua ambizione furono di diventare teologo e pastore. Questo sogno religioso segnerà per sempre sia il suo modo di intendere la pittura sia il fiume di parole delle sue numerosissime lettere al fratello Theo, in cui vengono espressi molti dei dubbi esistenziali dell’artista. Ancghe ne "Il seminatore di Winterthur”(esposto a Villa Flora, nella città svizzera di Winterthur)il poeta riflette nel dipinto la propria spiritualità. il cambiamento di stagione e la sensazione di declino riflettono la sua lotta interiore. In esso il panorama è profondamente mutato, siamo in autunno e il sole non c’è piu. Ogni misticismo è scomparso, il cielo fa da sfondo ad una comune città. La promessa di un generoso raccolto, così presente nell’altra opera, dove era rappresentata dalle spighe gialle, qui scompare e l’attenzione dell’artista è tutta concentrata sul terreno. Il dipinto trasmette una sorta di malinconia e preoccupazione, suggerendo il timore che il seme possa non maturare (elemento presente anche nei quadri di Millet. Sappiamo che il pessimismo esistenziale radicato profondamente in lui conviveva faticosamente con una fede coltivata nel corso degli anni, ma mai completamente respinta. Questa tensione esistenziale richiama il pensiero del filosofo e teologo Soren Aabye Kierkegaard, considerato da molti studiosi il precursore dell'esistenzialismo.Secondo Kierkegaard, la disperazione nasce da un rapporto serio dell'uomo con sé stesso, l'angoscia da un rapporto serio dell'uomo con il mondo, il senso di inadeguatezza dall'impossibilità dell'uomo di essere autosufficiente senza Dio. Per Kierkegaard, l'unico esito positivo che angoscia e disperazione possono avere è la fede, ifiducia assoluta e incondizionata nella chiamata divina. Vincent Van Gogh accettò questo rischio per tutta la sua vita: poi, cedette allo sconforto e rinunciò. In una società votata
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