Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Analisi di subordinata e proposizioni implicite e esplicite, Appunti di Letteratura Italiana

Grammatica italianalinguisticaLessico

La struttura e la funzione delle proposizioni subordinate esplicite e implicite in una frase, con esempi e regole per introdurre le proposizioni oggettive implicite. Viene inoltre discusso il modo in cui le proposizioni subordinate possono essere collegate alla reggente e il loro grado di dipendenza.

Cosa imparerai

  • Che tipo di proposizioni vengono considerate subordinate esplicite?
  • Come le proposizioni oggettive implicite possono essere introdotte?
  • Come le proposizioni subordinate possono essere collegate alla reggente?
  • Come le proposizioni subordinate possono indicare il tempo in cui avviene l'azione?
  • Quali sono le differenze tra proposizioni finali e proposizioni subordinate?

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 15/06/2022

Domenico1963
Domenico1963 🇮🇹

4.5

(24)

81 documenti

1 / 61

Toggle sidebar

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Analisi di subordinata e proposizioni implicite e esplicite e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! Congiunzione La congiunzione è una parola invariabile che serve ad unire (a congiungere) due proposizioni o due parti simili di una stessa frase. Le congiunzioni secondo la loro forma possono essere: semplici : e, o, ma, però, ecc. composte : bensì, inoltre, quantunque, sebbene, ecc. modi congiuntivi: se non che, non pertanto, ecc. Secondo il loro significato, le congiunzioni possono chiamarsi: coordinative: quando uniscono due parole di uno stesso pensiero e due pensieri indipendenti. Esempi:- Franca ed Antonio leggono, - mangi o bevi qualcosa? - nevica forte, perciò Leonora non parte; subordinate: quando uniscono due o più pensieri, dei quali uno dipende dall’altro. Esempi:- penso che lei non dica la verità, - parlo come mi piace, - non telefonate quando mangio. Le congiunzioni coordinative Si dividono in: copulative : e – ed – anche – pure (affermative) né – neanche – neppure (negative), aggiuntive : inoltre – altresì – ancora, disgiuntive : o – oppure – ovvero, avversative : anzi - ma – però – pure – eppure – nondimeno – tuttavia, dimostrative : che – infatti, conclusive : dunque – perciò – quindi – pertanto – sicché, temporali : quando – finché – allorché – mentre, finali : perché – affinché – acciocché, causali : perché – poiché (esprimono una causa ), concessive : benché – sebbene - nonostante, condizionali : se – purché – qualora, modali : come – comunque, consecutive : che – così che – tanto che – di modo che – talmente che, dichiarative : che – come (= che), eccettuative : eccetto – tranne – salvo che, comparative : come – siccome – a qual modo, interrogative : perché, dubitative : se – forse. Osservazioni : una congiunzione ha valore grammaticale diverso, secondo come viene usata. a) Perché, può essere: congiunzione causale: - non parto perché malato “ finale: - dico ciò perché capisca “ interrogativa: - dimmi perché non parli? beata b) Se, può essere: condizionale: - se hai cultura, mostrala dubitativa: - non so se parlerò. c) Che, può essere: dichiarativa:- so di certo che sei buona consecutiva: - è tanto gentile che tutti … dubitativa: - temo che tu non lo veda. Si faccia attenzione, non confondere il “che” congiunzione con il “che” pronome relativo. - Che (congiunzione) è sempre preceduto da un verbo. Esempi: credo che tu mi voglia tanto bene, spero che tu venga presto questa sera. - Che (pronome relativo) è preceduto da un nome o da un pronome ed è sostituibile con il quale, la quale, ecc. Esempi: la signora che (la quale) studia sarà ... , cerca i libri che (i quali) non ha ancora letto. Frase semplice e frase complessa La frase semplice o proposizione è una sequenza di parole costruita intorno a un solo verbo, autonoma e dotata di senso compiuto. La frase complessa ( o periodo) è quella in cui ci sono più verbi: è quindi l’insieme di due o più frasi semplici collegate tra loro in modo diverso. La frase semplice (o proposizione) è quella che contiene un solo predicato. La frase complessa (o periodo) contiene più predicati: essa è l’insieme di due o più frasi semplici. La frase complessa è formata da tante parti quanti sono i verbi in essa contenuti. Le congiunzioni e i segni di punteggiatura consentono di collegare tra loro le proposizioni per formare il periodo. La frase nella grammatica italiana è la forma minima di costruzione linguistica che è costruita intorno ad un verbo, rispetta le regole della lingua italiana ed è provvista di un senso compiuto. La frase, a seconda del numero di verbi, si divide in frase semplice e frase complessa. IO MANGIO UNA MELA è una frase semplice che segue lo schema SVO: SOGGETTO- VERBO- OGGETTO. In questo esempio l’azione è una (mangio)dunque ci si trova di fronte ad una frase semplice. IO MANGIO UNA MELA E BEVO UN SUCCO DI FRUTTA è una frase complessa,detta PERIODO, formata da due predicati di senso compiuto e chiusi da un segno di interpunzione forte. ILPERIODO E’ UNA FRASE COMPLESSA FORMATA DALL’INSIEME DI PROPOSIZIONI SEMPLICI LEGATE TRA LORO E CHIUSE DA UN SEGNO DI INTERPUNZIONE All’interno di un periodo, si individua la preposizione detta REGGENTE, ossia la principale, autonoma e indipendente dalle altre preposizioni che, in riferimento alla reggente, si trovano in una posizione di coordinazione o di subordinazione. Le PROPOSIZIONI COORDINATE sono quelle che stabiliscono con una preposizione un legame sintattico e logico di parità;esse possono essere coordinate alla principale o coordinate alla subordinata. La coordinazione avviene o tramite congiunzioni coordinanti o tramite segni d’interpunzione deboli. ESEMPI: ASCOLTO LA MUSICA E STUDIO. (ascolto la musica: principale; e studio: coordinata alla principale) LA LEZIONE FU INTERROTTA PERCHE’ CI FU UNA PERDITA D’ACQUA E GLI STUDENTI LASCIARONO L’AULA. (la lezione fu interrotta: principale; perché ci fu una perdita d’acqua: subordinata e gli studenti lasciarono l’aula: coordinata alla subordinata. La frase semplice è caratterizzata dalla presenza di un solo verbo e contiene i complementi necessari al verbo per esprimere il suo significato. Esempio: Simone mangia una mela. La frase composta è formata da minimo due predicati uniti da congiunzioni (ma, e...), in modo che vi sia una proposizione principale e altre proposizioni coordinate. Quindi consiste in un legame per coordinazione di più frasi semplici. Esempio: Simone mangia una mela e beve un bicchiere di latte. La frase complessa è formata da minimo due predicati uniti da congiunzioni subordinanti, in modo che vi sia una proposizione principale (con eventuali coordinate), e altre proposizioni subordinate. Si tratta, quindi, di un legame tra una o più frasi semplici principali, con una o più subordinate. Ci sono tante proposizioni, quanti sono i predicati della frase. Esempio: Simone mangia una mela e beve un bicchiere di latte, quando guarda la televisione il pomeriggio. tramite congiunzione è soprattutto stilistica ed espressiva. Il periodo per asindeto risulta più rapido, più scattante; quello per congiunzioni è più calmo e più ragionato. È importante a imparare a distinguere le varie congiunzioni, allo scopo di fare correttamente l'analisi del periodo. Nella sezione dedicata alla morfologia si parla largamente delle congiunzioni e cioè che sono una parte invariabile del discorso e hanno la funzione di collegare tra loro gli elementi di una frase. Nell'analisi del periodo le congiunzioni sono studiate in una nuova “funzione”: sono parti invariabili del discorso che collegano tra loro due o più frasi. Nella frase “ Il lupo e la gallina dormivano vicini “ la congiunzione e collega tra loro i due sostantivi lupo/ gallina . Invece nel periodo Il lupo dormiva e la gallina beccava, la congiunzione e lega tra loro due frasi imperniate sui predicati mangiava e dormiva. Come si classificano le congiunzioni:si possono classificare sulla base di due criteri fondamentali: a) in base alla forma b) in base alla funzione che svolgono nel periodo  in base alla forma possono essere: semplici: quando sono formate da una sola parola ( e, ma, anche, cioè) composte: quando sono formate da due parole unite insieme nemmeno ( né + meno); neppure ( né + pure ), ecc.  locuzioni congiuntive: quando sono rappresentate da una o più parole scritte separatamente. In essa l'ultima parola che compone l'espressione è quasi sempre una congiunzione semplice ( in quanto che, nonostante che, dato che...). In base alla funzione possono essere:  coordinative  subordinative.  Le congiunzioni coordinative introducono le frasi coordinate, mentre, come è facile intuire, le congiunzioni subordinative introducono, nel periodo, le frasi subordinate. Di queste ultime parleremo nel prossimi capitoli. La coordinazione (o paratassi) collega tra loro due o più proposizioni ponendole sullo stesso piano. Una proposizione coordinata può essere:  legata alla principale;  esempi o di coordinazione  legata a una proposizione subordinata.   IL PERIODO è quella parte di discorso che va dalla lettera maiuscola al punto ed ha senso compiuto. Le proposizioni che lo formano sono messe una dopo l'altra con ordine logico e collegate tra di loro. Una proposizione è una frase Proposizione = Frase Vi è un soggetto e un verbo. IL PERIODO PUÒ ESSERE 2) Composto 3) Complesso Se è formato da due o più proposizioni unite tra loro con una congiunzione coordinante (principale + coordinata/e) ESEMPIO: Io oggi non gioco a tennis/ e non guardo un film. Se è formato da una proposizione di senso compiuto proposizioni che non sono autonome. (principale + una o più subordinate + coordinata/e) io oggi non tennis tosse prof.ssa Bosisio Laura è quella parte di discorso che va dalla lettera maiuscola al punto ed ha senso compiuto. Le proposizioni che lo formano sono messe una dopo l'altra con ordine logico e collegate tra di loro. Punto PUÒ ESSERE 3) Complesso è formato da una proposizione di senso compiuto e una o più Se è formato da una proposizione di senso compiuto proposizioni che non sono autonome. (principale + una o più subordinate + coordinata/e) io oggi non tennis tosse prof.ssa Bosisio Laura è quella parte di discorso che va dalla lettera maiuscola al punto ed ha senso compiuto. Le proposizioni che lo formano sono messe una dopo l'altra con ordine logico e collegate tra di loro. Punto PUÒ ESSERE 3) Complesso è formato da una proposizione di senso compiuto e una o più proposizioni che non sono autonome. (principale + una o più subordinate + coordinata/e) ESEMPIO: io oggi non gioco a tennis/ perchè ho la tosse/ e ho la febbre. LE PROPOSIZIONI COORDINATE Le Coordinate sono proposizioni che si mettono tra di loro sullo stesso piano, nessuna è più importante dell'altra, sono sullo stesso livello rispetto alla proposizione con la quale si legano. ESEMPIO: Io oggi non gioco a tennis/ e non guardo un film. Principale Coordinata LA COORDINAZIONE PUÒ ESSERE 1) PER ASINDETO Segni di punteggiatura come: Virgola (,) Punto e virgola (;) Due punti (:) ESEMPIO Leggo Harry Potter, faccio la scheda libro, la consegno a scuola. Ovvero Leggo Harry Potter e faccio la scheda libro e la consegno a scuola. 2) CON UNA CONGIUNZIONE Come ad esempio: Come ad esempio: e/ed, pure, anche, nè, neanche, neppure, oppure, o, ma, però, anzi, pure, tuttavia, cioè, eppure, infatti, dunque, perciò, quindi, pertanto, sicchè... ESEMPIO Vado al cinema e compro i pop-corn 3) PER POLISINDETO Ripetendo la stessa congiunzione. ESEMPIO La ragazza rimane ferma e osserva il gatto e lo segue con gli occhi LE CONGIUNZIONI COORDINANTI COPULATIVE Uniscono due elementi della stessa importanza Sono Affermative Negative - e - anche - pure - inoltre - nè - neanche - nemmeno - neppure DISGIUNTE Creano un'esclusione o un'alternanza - o - oppure - altrimenti - ovvero AVVERSATIVE Contrappongono due elementi della frase - ma - tuttavia - bensì - eppure - invece - nondimeno - anzi - però DICHIARATIVE Introducono un chiarimento - infatti - difatti - ossia - cioè - in effetti - vale a dire CONCLUSIVE Esprimono una conclusione CONCLUSIVE Esprimono una conclusione - quindi - perciò -dunque - pertanto - per la quale - per questo Analisi del periodo prof.ssa Bosisio Laura CORRELATIVE Uniscono due parole o due frasi, mettendole in corrispondenza - e...e - sia...sia - nè...nè - così...come - tanto...quanto - non solo...ma - anche... Proposizione subordinate Una proposizione subordinata (o dipendente) è una proposizione che dipende da un'altra proposizione. Non ha un'autonomia sintattica (se considerata da sola), ed è retta da preposizioni, locuzioni avverbiali, pronomi o congiunzioni. Può essere esplicita (verbo coniugato in un modo finito) o implicita (il verbo è coniugato in un modo indefinito). Ad esempio, nella frase Il cane insegue il gatto che scappa, la proposizione subordinata (proposizione relativa) è che scappa, mentre Il cane insegue il gatto è la proposizione reggente, che in tal caso è anche la proposizione principale. All'interno di un periodo complesso, essa ha la stessa funzione di un complemento, come nella seguente coppia di enunciati:  Senza di te morirei.  Se tu non ci fossi, morirei. Proposizioni subordinate a seconda della funzione[modifica | modifica wikitesto]  A seconda della loro funzione, quindi, le proposizioni subordinate si suddividono in tre tipi:  Sostantive o completive, che completano il predicato della proposizione principale reggente svolgendo nel periodo la funzione di complemento oggetto o soggetto.  Complementari indirette o avverbiali, che svolgono funzione analoga a quella di un complemento indiretto o di un avverbio;  Relative o attributive-appositive o aggettive, che hanno funzione analoga a quella di un attributo o un'apposizione rispetto ad un sostantivo  Subordinazione esplicita[modifica | modifica wikitesto]  Tipica della subordinazione esplicita è la formazione di una frase secondaria caratterizzata dall'uso di un verbo coniugabile per modo, tempo e per persona. La secondaria esplicita è formata con i cosiddetti modi finiti (indicativo, condizionale, imperativo o congiuntivo). Grazie a questi modi, l'uso di un verbo coniugato secondo la persona indica direttamente qual è il soggetto.  Esempi:  Penso che abbiano l'influenza (congiuntivo; soggetto "loro")  Arriverò dopo che sarai partita (indicativo; soggetto "tu")  È chiaro che farei di tutto per te (condizionale; soggetto "io")  Rita dice che è a casa (indicativo; soggetto ambiguo).  Il tempo che viene usato nella proposizione subordinata indica rispetto alla principale un rapporto di contemporaneità, anteriorità o posteriorità. Subordinazione implicita[modifica | modifica wikitesto]  È quella ottenuta con l'uso dei modi indefiniti come l'infinito, il gerundio ed il participio, non coniugabili a seconda della persona.  Può succedere che il soggetto della principale coincida con quello della secondaria. È questo il caso dell'ultimo esempio riportato (Rita dice che è a casa). A questo punto, vale la pena semplificare l'enunciato nel modo che segue:  Rita dice di essere a casa  – in forma esplicita con un verbo di modo finito all’indicativo, congiuntivo o condizionale  So che ha ragione  Se fossi a casa, saresti meglio  Speravamo che sareste venuti  – in forma implicita con un verbo di modo indefinito all’infinito, participio o gerundio  Pensava di studiare  Giunto al sicuro, telefonò  Proseguì facendo finta di niente  A seconda della funzione, le proposizioni subordinate sono di vari modi: Le proposizioni subordinate (dette anche secondarie) sono frasi dipendenti logicamente e grammaticalmente da un’altra, che può essere autonoma (ed è chiamata allora proposizione ➔principale) o a sua volta subordinata (ed è chiamata allora proposizione reggente o sovraordinata).  Questo rapporto di dipendenza può essere introdotto:  – tramite ➔congiunzioni subordinative e preposizioni di vario genere  Se pioverà, sarò molto contento per l’orto  La sonda volò sulla zona per studiare la situazione  – tramite pronomi e avverbi subordinanti di vario tipo  Si chiese cosa stesse facendo  Sto così bene da voler nuotare un po’  Questa dipendenza può essere espressa in due modi:  – in forma esplicita con un verbo di modo finito all’indicativo, congiuntivo o condizionale  So che ha ragione  Se fossi a casa, saresti meglio  Speravamo che sareste venuti  – in forma implicita con un verbo di modo indefinito all’infinito, participio o gerundio  Pensava di studiare  Giunto al sicuro, telefonò  Proseguì facendo finta di niente  A seconda della funzione, le proposizioni subordinate sono di vari modi:  Una proposizione dipendente può essere legata ad una indipendente tramite un rapporto di subordinazione o ipotassi. Vediamo le diverse forme di proposizioni subordinate, come collegare una proposizione subordinata alla principale e ancora quali sono i diversi gradi di subordinazione. Il rapporto di subordinazione, noto anche come ipotassi, collega tra loro due proposizioni poste in rapporto gerarchico, in modo che una sia dipendente dall’altra. Tutte le proposizioni subordinate non sono autonome poiché da sole non hanno un senso compiuto. Ecco un esempio di frase subordinata: Sono triste (proposizione principale) perché ho perso il cellulare (proposizione subordinata) che mi ha regalato mio padre. (proposizione subordinata)  La subordinata, secondo il modo verbale del predicato può essere:  esplicita: con un modo verbale finito (indicativo, condizionale, congiuntivo o imperativo)  implicita: con un modo verbale indefinito (infinito, participio e gerundio) Una proposizione subordinata esplicita viene collegata alla reggente tramite:  congiunzioni o locuzioni subordinanti di vario tipo: dichiarative, causali, temporali, finali, modali.  pronomi o avverbi relativi: che, il quale, dove, donde, chi ecc..  pronomi, aggettivi o avverbi interrogativi: chi? quale? quanto? come? ecc..  A volte però la congiunzione può essere sottintesa, come in Credo (che) siano arrivati i tuoi parenti. Una proposizione subordinata implicita può essere collegata alla sua reggente tramite: proposizioni semplici seguite dal verbo all’infinito: Abbiamo deciso di uscire stasera.  una congiunzione che precede un gerundio: Pur ascoltando con attenzione Matteo non capì la lezione.  direttamente senza l’utilizzo di preposizioni o congiunzioni se il verbo della subordinata è un gerundio o un participio: Camminava facendo attenzione alla segnaletica.  Nel creare un periodo complesso la proposizione subordinata può dipendere direttamente dalla proposizione principale o da una coordinata, o da una proposizione a sua volta dipendente. In questo modo si stabiliscono diversi gradi di subordinazione. Il grado di subordinazione di una proposizione dipendente dalla reggente è espresso dal numero di ordine che indica il livello di dipendenza rispetto alla principale indipendente considerata di grado zero. Di seguito riportiamo un periodo formato da diverse subordinate, con diversi gradi di subordinazione: Abbiamo deciso/ di studiare in biblioteca/ perché lì abbiamo a disposizione tutti i libri/ che possono essere utili / per completare la ricerca di storia / che dobbiamo consegnare domani.  Abbiamo deciso: proposizione principale  di studiare in biblioteca: proposizione subordinata di 1° grado  perché lì abbiamo a disposizione tutti i libri: proposizione subordinata di 2° grado  che possono essere utili: proposizione subordinata di 3° grado  per completare la ricerca di storia: proposizione subordinata di 4° grado  che dobbiamo consegnare domani: proposizione subordinata di 5° grado  A volte la proposizione principale può reggere in modo diretto più proposizioni subordinate che in tal caso diventano tutte subordinate di 1° grado come nell’esempio successivo. Subordinata Descrizione Esempio Soggettiva Svolge il ruolo di soggetto 3) Verbi che indicano una manifestazione di volontà come comandare, ordinare, volere, pretendere: Ti ordino di uscire immediatamente da qui. Verbi che indicano dubbio, incertezza, timore, come dubitare, supporre, sospettare, temere: Temo che non sarà una finale facile. Costruzione italiana Le due forme dell'oggettiva Nella forma esplicita l'oggettiva è introdotta dalla congiunzione subordinata “che” ed è costruita con il verbo all'indicativo, al congiuntivo, al condizionale: Mi dicono che studi molto. Mi convinse che fosse meglio tacere. Pensai che sarebbero partiti il giorno dopo. Nella forma implicita è introdotta dalla preposizione “di” e ha il verbo all'infinito: Mi consigliarono di non bere l'acqua. La frase subordinata oggettiva ha, nel periodo la stesa funzione che il complemento oggetto ha nell'analisi della frase. Molto simili alle soggettive e alle oggettive sono le subordinate dichiarative che si distinguono da esse solo perché, invece di dipendere dal verbo della reggente, dipendono da un sostantivo: Mi ha entusiasmato l'idea di andare a fare quel viaggio. Non mi nego il piacere di gustare un buon gelato dopo cena. Costruzione italiana Le due forme della dichiarativa Anche le dichiarative hanno: 1) upisco che vuoi giocare La consapevolezza che tu voglia giocare non mi ha mai sfiorato Sono cosciente che tu voglia giocare Le proposizioni oggettive si costruiscono in maniera diversa a seconda che siano esplicite o implicite. • In forma esplicita sono introdotte dalla congiunzione che e hanno il verbo all’indicativo, al congiuntivo o al condizionale, seguendo le regole della concordanza tra i tempi dei verbi (➔consecutio temporum) Dico che sta bene Pensavo che Francesco avesse studiato Credevamo che sareste arrivati domani • In forma implicita presentano il verbo all’infinito e sono introdotte dalla ➔preposizione semplice di, oppure richiedono una reggenza assoluta senza preposizioni na forma esplicita introdotta dalla congiunzione subordinativa “che”, con un verbo all'indicativo e al congiuntivo: La certezza che se n'era andata mi calmò. La paura che non partisse era grande. 2) Una forma implicita, introdotta dalla preposizione “di”, con un verbo all'infinito: La paura di non rivederlo era grande.  La dichiarativa ha, nel periodo la funzione che il complemento di specificazione ha nell'analisi della frase: L'inquietudine di essere sola mi sconvolse. Nell’analisi del periodo, le proposizioni oggettive sono proposizioni ➔completive che svolgono, per così dire, la funzione del complemento ➔oggetto. Le proposizioni oggettive possono essere introdotte da un verbo, un nome o un aggettivo In forma implicita presentano il verbo all’infinito e sono introdotte dalla ➔preposizione semplice di, oppure richiedono una reggenza assoluta senza preposizione Credevo di annegare Vedo le cose ruotare intorno a me La forma implicita si usa quando il soggetto dell’oggettiva è lo stesso della proposizione reggente Penso di stare bene Maria crede di riuscirci oppure, se i soggetti sono diversi, con verbi transitivi come vedere, sentire, udire ecc. in cui il soggetto dell’oggettiva è contemporaneamente complemento oggetto della reggente Vi sento protestare animatamente L’uso dell’indicativo e del congiuntivo nelle oggettive non rispecchia solo una contrapposizione tra oggettività e soggettività, tipica di questi modi verbali, ma anche una tendenza a un uso più popolare e parlato rispetto a un uso più formale e letterario Penso / che questa mia generazione è preparata (I Nomadi, Dio è morto) – soprattutto in subordinate di secondo grado, si può omettere la congiunzione che, per evitare l’accumulo di congiunzioni; i modi usati sono il congiuntivo o il condizionale Volevo dire che penso tu abbia torto Ti ripeto che pensavamo avreste avuto difficoltà in questo caso l’uso dell’indicativo è possibile solo con il futuro Spero tornerai da me – si può usare la congiunzione come al posto di che, con il verbo prefer si può usare la congiunzione come al posto di che, con il verbo preferibilmente al congiuntivo Abbiamo constatato come tutti fossero d’accordo Ho già mostrato come tutto ciò sia inutile – con verbi che indicano un giudizio, un pensiero (dichiarare, credere, ritenere, proclamare ecc.), si può omettere l’ausiliare e usare soltanto il participio passato concordato con il soggetto della proposizione oggettiva Dichiaro chiusa la votazione (= dichiaro che la votazione è chiusa) Ritengo venuta l’ora delle conclusioni (= ritengo che sia venuta l’ora delle conclusioni). Storia Nella lingua letteraria dei secoli scorsi era frequente il costrutto, esemplato sul latino, con il verbo all’infinito e l’omissione della congiunzione che Sapeva niuna altra cosa le minacce essere che arme del minacciato (G. Boccaccio, Decameron). Pubblicità CATEGORIE  GRAMMATICA in Lingua VOCABOLARIO oggettivo oggettivo agg. [dal lat. mediev. obiectivus, der. di obiectum: v. oggetto]. – 1. In contrapp. a soggettivo (e in alternativa alla variante obiettivo, che ha però assunto sign. proprî particolari), che concerne l’oggetto, spec. nel senso... propoṡizióne proposizione propoṡizióne s. f. [dal lat. propositio -onis, propr. «il mettere innanzi», der. di proponĕre: v. proporre]. – 1. In genere, ciò che si enuncia, si dichiara, si afferma, e la frase stessa che contiene l’enunciato. Proposizione soggettiva La proposizione soggettiva è una proposizione subordinata che sostituisce il soggetto della proposizione principale. Ciò che viene indicato sotto forma di soggetto in una frase semplice può infatti essere espresso con un'intera frase, come accade nel prossimo esempio:  L'arrivo di Massimo mi preoccupa  Mi preoccupa che Massimo sia arrivato La coppia di enunciati mostra come il sintagma nominale costruito con il soggetto (l'arrivo di Massimo) venga sostituito dalla subordinata (che Massimo sia arrivato). Nella frase principale che regge la subordinata soggettiva, si ritrovano di solito delle espressioni impersonali (bastare, bisognare, convenire ecc.), per la quale identificare un soggetto può essere problematico. Per questo diremo che è la proposizione soggettiva a ricoprirne la funzione:  Basta che tu faccia presto  Bisogna che la facciamo finita Spesso, si ha nella principale una combinazione del verbo essere con un aggettivo o sostantivo:  È uno scandalo che nessuno dica niente  È meglio che tu non dica niente La frase spesso dipende anche da costruzioni introdotte dal pronome impersonale si:  Si dice che la signora Valeria abbia un amante In tutti questi casi, abbiamo incontrato dei verbi coniugati nella secondaria: si tratta della esplicita. Per la subordinata soggettiva esplicita, si usa di solito il congiuntivo. Altre volte, il verbo della soggettiva non è coniugato, ma all'infinito:  È meglio andare  Basta arrivare in tempo  È un problema partire In questi casi si parla di subordinata soggettiva implicita. Un'attività sportiva regolare è utile. Fare regolarmente dello sport è utile. È utile che facciamo regolarmente dello sport. Le frasi che fungono da soggetto rispetto alla reggente. Si dice che sia un gran bevitore. È bene riflettere prima di ogni discorso. Riconosciamo il tipo della frase soggettiva. La soggettiva è una subordinata complementare diretta che fa da soggetto alla frase reggente. I verbi che reggono questo tipo di frase sono: Verbi usti in forma impersonale come accadde, avviene, bisogna, conviene, sembra e così via Bisogna rientrare sempre entro la mezzanotte. Verbi dichiarativi usati nella costruzione del si impersonale ( si dice, si narra, si racconta) o al passivo ( è stato detto, sono stati raccontati): Anticamente si diceva che la terra fosse piatta. Espressioni impersonali come è bello, va bene, fa bene, cioè formati dalla terza persona singolare dei verbi essere, andare, fare, stare, qualificata da un aggettivo o un sostantivo: È bene che oggi restiate a casa. È necessario aiutare gli amici. Non fa bene fare il bagno dopo aver mangiato abbondantemente. Verbi indicanti sentimento come dolersi, rallegrarsi, spaventarsi: Mi rallegro che tu sia guarito. FORMA ESPLICITA, FORMA IMPLICITA Nella forma esplicita la soggettiva è introdotta dalla congiunzione subordinativa “che” ed è costruita con i verbi al modo indicativo, congiuntivo, condizionale: Sembra che il nostro amico verrà domani. È necessario che venga domani. Si diceva che sarebbe venuto domani. Nella forma implicita può essere introdotta dalla preposizione “di ” e ha il verbo all'infinito, oppure può legarsi direttamente alla principale: La mia decisione è di restare qui. È bello essere amici. La subordinata soggettiva ha dunque, nel periodo, una funzione simile a quella che ha il soggetto nella frase. E' una frase che funge da È chiaro che questa squadra vincerà lo scudetto In un registro più vicino al parlato, con il verbo al congiuntivo o al condizionale, si può omettere la congiunzione che Risulta stia meglio Si pensava sareste arrivati subito. Le proposizioni subordinate possono dividersi in soggettive ed oggettive. Le prime hanno una funzione di soggetto mentre le seconde hanno la funzione di complemento oggetto. Vediamo quali sono le regole da seguire per costruire frasi con queste subordinate e come distinguerle tra di loro. La proposizione soggettiva ha la funzione di soggetto di una proposizione reggente con il verbo alla forma impersonale. Risponde alla domanda: che cosa? Esempio di frase soggettiva è: Mi sembra che il treno sia già partito. È importante ricordare che il verbo della proposizione reggente da cui dipende la soggettiva non ha mai un proprio soggetto, né espresso, né sottinteso. La funzione di soggetto è assunta dall’intera proposizione subordinata. La proposizione soggettiva ha la funzione di soggetto di una proposizione reggente con il verbo alla forma impersonale. Risponde alla domanda: che cosa? È importante ricordare che il verbo della proposizione reggente da cui dipende la soggettiva non ha mai un proprio soggetto, né espresso, né sottinteso. La funzione di soggetto è assunta dall’intera proposizione subordinata. La subordinata soggettiva è retta:  da un verbo impersonale come sembrare, bisogna, conviene, importa: Sembra che tu abbia bisogno di dormire.  espressioni impersonali formate da verbo essere, parere, sembrare alla terza persona singolare seguiti da un aggettivo sostantivato o avverbio come è utile, è necessario, è tempo: È necessario che tu sia informato.  un verbo preceduto dal si impersonale come si dice, di pensa, si crede: Si dice che la tua squadra vincerà il campionato. Le proposizioni soggettive possono avere forme esplicite o implicite.  Si ha forma esplicita quando è introdotta dalla congiunzione che, il verbo è al modo indicativo per esprimere certezza o congiuntivo o condizionale per esprimere subbio, incertezza, apparenza: È evidente che non è stata colpa mia.  Si ha la forma implicita quando il verbo è al modo infinito, con o senza la preposizione di: Mi sembrava di sognare.  Non si usa il di dopo espressioni come: occorre, è giusto, è bene, conviene. La subordinata soggettiva è retta: da un verbo impersonale espressioni impersonali formate un verbo preceduto dal si impersonale Le proposizioni soggettive possono avere: forma esplicita quando è introdotta dalla congiunzione che, il verbo è al modo indicativo o congiuntivo o condizionale. forma implicita quando il verbo è al modo infinito, con o senza la preposizione di. La proposizione oggettiva svolge la funzione di complemento oggetto della proposizione reggente. Risponde alla domanda che cosa? Esempi di frasi con la proposizione oggettiva sono:  Desideravo possedere un orologio al quarzo.  Non credo che tu verrai a trovarmi. La proposizione oggettiva dipende da verbi che esprimono  affermazione o dichiarazione come dire, scrivere, affermare, spiegare: Tutti dicono che sei una persona diligente.  ricordo o percezione dei sensi come ricordare, dimenticarsi, sentire, ascoltare: Non ricordavo dovessimo vederci oggi.  giudizio, opinione, dubbio come credere, pensare, stimare: Credevo che tu fossi già partito per il mare.  volontà, timore, speranza, desiderio come desiderare, vietare, permettere: Si auguravano di partecipare al gioco. La proposizione oggettiva dipende da verbi che esprimono: affermazione o dichiarazione come dire, scrivere, affermare, spiegare; ricordo o percezione dei sensi come ricordare, dimenticarsi, sentire, ascoltare; giudizio, opinione, dubbio come credere, pensare, stimare; volontà, timore, speranza, desiderio come desiderare, vietare, permettere. La frase soggettiva e quella oggettiva sono dette anche completive e si distinguono l'una dall'altra perché, mentre la prima svolge la funzione di soggetto della principale, la seconda svolge quella di complemento oggetto. Vi spieghiamo qui un trucco facilissimo per distinguere oggettiva e soggetti va ; qui di seguito invece saremo molto più sintetici per consentirvi di ripetere con rapidità e di arrivare subito al dunque. Sappiate che una soggettiva può esserci solo se nella principale non c'è il soggetto, quindi se in quest'ultima c'è un verbo impersonale: le frasi subordinate soggettive che leggerete qui di seguito ve lo mostrano chiaramente perché sono rette (occhio alla differenza tra reggente e dipendente) proprio da una principale con tali tipi di verbo (es. Si pensò, si volle ecc.).   Altra differenza molto importante riguarda - come tutte le altre subordinate - le frasi soggettive implicite e le frasi soggettive esplicite: le prime hanno un verbo di modo finito (indicativo, congiuntivo e condizionale) mentre le seconde hanno un verbo di modo indefinito (infinito, participio e gerundio). Trovate qui un approfondimento sulla differenza tra le une e le altre frasi con esempi commentati. Frasi soggettive esplicite  Si pensò che Marco fosse il colpevole;  Si decise che lo studente avrebbe dovuto essere promosso;  Si scoprì che Matteo era stato già al corso un anno prima;  Non si volle che Lucia sostenesse l'esame;  Non si disse che lui avrebbe dovuto abbandonare.  Frasi soggettive implicite  Si pensò di non procedere;  Si decise di lasciar perdere;  Si chiese di essere chiari e di evitare fraintendimenti;  Non si era affatto detto di sospenderlo;  Non si è ritenuto di procedere.  Avrete senz'altro capito perché le subordinate degli esempi sono soggettive: nella principale non c'è il soggetto; se ci fosse stato le dipendenti sarebbero state tutte oggettive. Date un occhio inoltre alla frase complessa numero 3 del secondo gruppo: si tratta di un periodo in cui c'è una principale seguita da due subordinate soggettive collegate tra loro dalla congiunzione copulativa e. Se doveste fare l'analisi del periodo sarebbe questa:  Si chiese = proposizione principale o reggente;  di essere chiari = proposizione soggettiva implicita di primo grado;  e di evitare fraintendimenti = coordinata alla subordinata soggettiva implicita di primo grado.  Tutto chiaro, vero? Subordinate dichiarative Le proposizione dichiarative spiegano un termine della reggente (un nome o un pronome). Descrizione[modifica | modifica wikitesto] Nel caso della subordinata dichiarativa, l'elemento che richiede una precisazione può essere:  un pronome dimostrativo o un aggettivo dimostrativo seguito da un nome:  Penso questo: / che tu sia stato poco generoso.  Siamo intesi su questo punto: / che sarai a casa per le sette.  un nome il cui significato spesso indica timore, dubbio, opinione, certezza:  Ho la sensazione / che Mario sia scontento del servizio che gli ho fatto.  Mi viene il dubbio / che anche tu saresti caduto nella trappola. Nell’analisi del periodo, le proposizioni dichiarative (dette anche esplicative) sono proposizioni ➔coordinate (o subordinate) che servono a spiegare o a precisare il contenuto della principale. Le proposizioni dichiarative sono introdotte dalle congiunzioni ➔dichiarative cioè, ossia, ovvero, ovverosia, infatti, difatti e dalle locuzioni ➔congiuntive vale a dire, per essere precisi, in altre parole, in altri termini Vado da mia madre, cioè vado a rilassarmi Continua a dire cose strane: in altre parole, è impazzito Le proposizioni dichiarative subordinate si costruiscono in maniera diversa a seconda che siano esplicite o implicite. 1. In forma esplicita spiegano un elemento della principale (spesso rappresentato da pronomi ➔dimostrativi o aggettivi ➔dimostrativi oppure da pronomi ➔indefiniti o da aggettivi ➔indefiniti oppure dall’avverbio così), sono introdotte dalla congiunzione che, e presentano il verbo all’indicativo, al congiuntivo o al condizionale Da tempo mi ero accorto di questa cosa: che eri un tifoso sfegatato Aspettavamo solo questo, che il concerto del Boss cominciasse Sarebbe andata così: che ti saresti ferito 2. In forma implicita, invece, sono introdotte dai due punti o da di e presentano il verbo all’infinito Questo sarebbe giusto: aiutare i più sfortunati Di una cosa mi pento, di non aver installato l’antivirus. Dubbi Qualche dubbio può sorgere riguardo alla punteggiatura da usare prima di una proposizione dichiarativa. Quasi sempre la proposizione subordinata introdotta da che è preceduta dai due punti Ho notato questo fatto: che sei miope La coordinata introdotta da cioè o e cioè è invece preceduta dalla virgola Questo vorrei, e cioè che fossi più attento. Le proposizioni dichiarative si chiamano così perché "spiegano" un elemento della frase principale---> solitamente è un pronome dimostrativo o un nome derivante da un verbo indicante opinione, convinzione, speranza, certezza, pensiero, sospetto, impressione, etc. Se la proposizione è coordinata è introdotta da preposizioni o locuzioni tipo---> cioè, ossia, ovvero, in altre parole, sarebbe a dire, vale a dire, per essere precisi Se la proposizione è subordinata può avere  forma esplicita (che + indicativo-congiuntivo-condizionale) o  forma implicita (: o di + infinito) Esempi di dichiarative (in grigio l'elemento nominale che la dichiarativa spiega)   Di una cosa sono convinto, non avresti potuto fare scelta migliore  Torno a casa per le vacanze, cioè vado a sorbirmi i parenti per un mese! Penso questo: che tu sia stato uno sciocco a lasciare Giulia Mi viene un dubbio: che tu abbia dimenticato il giubbotto in pizzeria. Lui desidera solo questo: vincere il torneo di calcetto. In questo ti sbagli: che Laura abbia capito le tue intenzioni In questo ti sbagli: che Laura abbia capito le tue intenzioni Aveva la certezza di averlo offeso Mi indigno del fatto che tu abbia potuto credere alle sue parole! Su questo non saremo mai d'accordo: che i soldi non fanno la felicità degli uomini Ha avuto la forza di reagire ai soprusi Mi preoccupa la cosa: Luisa non sarà promossa con questi voti in matematica Non finiremo mai in tempo, infatti è già ora di consegnare i compiti Avevo l'impressione che non avresti richiamato e così è stato Siamo dell'idea di ripartire subito dopo pranzo  Mi rende felice il pensiero che presto sarai guarita Subordinate finali La proposizione finale è una prop osizione subordinata che indica il fine o lo scopo cui è diretta l'azione espressa nella proposizione reggente. La proposizione finale può essere di due tipi: esplicita o implicita. È possibile riconoscerla ponendo la domanda "allo scopo di" e "al fine di". Finale esplicita ed implicita[modifica | modifica wikitesto] La finale esplicita è introdotta da una congiunzione o da locuzioni come "perché", "affinché", "che", "onde", "acciocché", "in modo che". Ha sempre il verbo al congiuntivo presente o imperfetto.  Ritirerò i tappeti più costosi affinché i bambini non li sporchino  La donna ritirò i tappeti più costosi affinché i bambini non li sporcassero. È utile inoltre ricordare che, se nella principale e nella subordinata i soggetti sono gli stessi, la costruzione si rende benissimo anche con "a, per, di" e l'infinito o viene introdotta da "allo scopo di", "al fine di" :  Sono venuto qui per vederti  Luca è salito a lavarsi. In tal caso, si otterrà una subordinata implicita. Nell’analisi del periodo, le proposizioni finali sono proposizioni ➔subordinate che esprimono il fine, lo scopo, l’obiettivo di quanto viene detto nella proposizione principale. Le proposizioni finali subordinate si costruiscono in maniera diversa a seconda che siano esplicite o implicite. • Le proposizioni finali esplicite vengono introdotte da perché, affinché, acciocché, ché, onde, e hanno il verbo al congiuntivo Era stato chiamato perché risolvesse il problema Te l’ho detto affinché tu possa decidere perché causale è seguito da indicativo: non esco perché sono stanco, mentre il perché finale è seguito da congiuntivo: ti aiuto perché tu possa migliorare; → affinché ha esclusivamente valore finale: te lo spiego affinché tu capisca. Le proposizioni finali esplicite possono essere introdotte anche dalle congiunzioni accioché e onde, ma sono di uso letterario o burocratico: si prega di rispettare la fila, onde evitare spiacevoli discussioni. Anche la congiunzione che può introdurre una finale, ma è propria della lingua parlata: telefonami, che parliamo un po’. Il modo verbale usato nelle finali esplicite è il congiuntivo, la scelta del tempo dipende da quello della reggente: → il congiuntivo presente si usa se nella reggente c’è un presente o un futuro o, in certi casi, un passato prossimo: Marta ti chiama (ti chiamerà, ti ha chiamato) perché tu vada con lei; si usa anche in dipendenza da un passato se la relazione del fine si riferisce al presente o al futuro: mi chiamò l’anno scorso perché lo vada a trovare l’anno prossimo; → il congiuntivo imperfetto si usa se nella reggente c’è un passato (anche prossimo): Marta ti chiamava (ti ha chiamato, ti chiamò) affinché tu andassi con lei. Il passato prossimo indica un punto nel tempo più o meno prossimo al presente e per questo possono esserci oscillazioni nella concordanza. • La forma implicita è la soluzione più frequente quando il soggetto della reggente e quello della subordinata coincidono: nuoto (io) per tenermi allenato (io). Il costrutto implicito si usa anche se l’infinito ha un soggetto generico: questo è un posto ideale per fare carriera e, a differenza della maggior parte delle subordinate, le finali possono avere forma implicita anche quando il soggetto della reggente è diverso da quello della subordinata: ho invitato gli ospiti a prendere posto a tavola. Sono introdotte da: → infinito preceduto da per, a, di, che si scelgono a seconda del verbo reggente, in alcuni casi è possibile l’uso indistinto di a o di per: sono andato in biblioteca a (per) prendere il libro, in altri casi non è possibile: ti prego di scusarmi; → le locuzioni al fine di, allo scopo di, in modo di + infinito: sto studiando al fine di superare l’esame. Oltre che da un verbo, le finali possono dipendere da un nome o da un aggettivo: i miei consigli per aiutarti sono stati inutili; un periodo di riposo è indispensabile per guarire. Una proposizione subordinata si dice finale quando indica il fine, cioè lo scopo per il quale avviene l'azione indicata dalla proposizione da cui dipende ( reggente ). Mangio il pane per nutrirmi. La proposizione subordinata: per nutrirmi. viene detta subordinata finale, in quanto indica il fine del mangiare. La proposizione subordinata finale può essere esplicita se usa un modo indicativo o congiuntivo ed è introdotta da congiunzioni o locuzioni finali ( affinché, perché, acciocché, in modo che, ecc. ); è implicita se usa il modo infinito preceduto da preposizioni o locuzioni ( per, di, a, al fine di, allo scopo di, con l'intenzione di, ecc.). Uso internet perché mi aggiorna. La proposizione subordinata: perché mi aggiorna. ha il verbo: aggiornare all'indicativo; di conseguenza la chiamiamo subordinata finale esplicita. Mangio il pane per nutrirmi. La proposizione subordinata: per nutrirmi. ha il verbo: nutrire all'infinito; di conseguenza la chiamiamo subordinata finale implicita. Subordinate causali La proposizione causale è una proposizione subordinata che indica la causa o il motivo di quanto viene espresso nella proposizione reggente.  Sono inferocito  perché sei arrivato tardi. Ha la stessa funzione del complemento di causa, che potrebbe riprodurre quanto esposto nella seguente costruzione:  Sono arrabbiata a causa del tuo ritardo. In quanto segue, si illustrano gli esempi più tipici di proposizione causale. Nel caso della subordinazione esplicita si tratta una frase subordinata introdotta da congiunzioni come perché, siccome, poiché, giacché, o da locuzioni quali dato che, dal momento che, in quanto che, considerato che, visto che, posto che, ecc.... Richiede in genere l'uso dell'indicativo o, talvolta, del condizionale.  Siccome non ho soldi, non posso ancora pagarti.  Non ti chiedo di accompagnarmi perché non lo faresti. Esistono inoltre proposizioni causali implicite, sempre subordinate che ricorrono soprattutto con l'uso del gerundio:  Non avendo soldi, non posso ancora pagarti. Anche la preposizione semplice per può introdurre la proposizione causale, combinata al verbo all'infinito passato  Mio figlio è stato denunciato per aver infranto i vetri di alcune finestre.  Settimana scorsa un gruppo di studenti è stato sospeso per aver danneggiato gli armadietti del corridoio. Anche il participio passato può essere usato nella subordinata implicita:  Picchiato dal padrone, il cane lo ha morso. Nell’analisi del periodo, le proposizioni causali sono proposizioni ➔subordinate che indicano la causa per cui avviene ciò che è espresso nella proposizione reggente.  Le proposizioni causali possono essere esplicite o implicite.  • Le causali esplicite sono introdotte da congiunzioni come perché, siccome, poiché, giacché, come, che (o ché) o da locuzioni congiuntive come per il fatto che, per il motivo che, dal momento che, dato che, visto che, in quanto (o in quanto che) e di solito vengono espresse all’indicativo  Andrò al cinema da solo, dato che tu non vuoi venirci  ma in alcuni casi possono essere costruite anche con il congiuntivo o con il condizionale  Non supera quello scoglio non perché non ne sia capace, ma perché non vuole  Ti chiamerò più tardi, perché vorrei parlarti  • Le causali implicite possono essere costruite con:  – per + infinito passato  Ecco in che situazione mi trovo, per essere stato troppo buono  – il gerundio, presente o passato  Conoscendolo, so che si comporterà bene  Avendo analizzato a lungo la proposta, ho deciso di non accettare  – il participio passato  Svegliato da un suono brusco, sobbalzò violento L’imputato fu assolto, non aveva compiuto il reato.  In questo periodo, oltre che a due proposizioni coordinate, c'è anche un legame logico tra la prima e la seconda, infatti si capisce che il primo fatto è conseguenza del secondo. Questo nesso logico si può esprimere più chiaramente dicendo: L’imputato fu assolto perché non aveva commesso reato.  Così facendo abbiamo cambiato la struttura del periodo che ora risulta composto da una principale (L’imputato fu assolto) e da una subordinata (perché non aveva commesso il reato) che esprime la ragione, la causa il motivo di ciò che è affermato nella principale: queste subordinate sono chiamate CAUSALI. si svolge l’azione espressa nella reggente. Sono felice perché oggi è una bella giornata di ➤ sole. 1.La proposizione subordinata causale perché ho studiato. prop. sub. causale Ho preso un bel voto prop. principale Ho preso un bel voto complemento di causa / per lo studio. ➤ 322 LA SINTASSI DELLA FRASE COMPLESSA La proposizione subordinata causale esplicita può essere introdotta anche dalla congiunzione che: – anticipata da verbi come dispiacersi, rallegrarsi, meravigliarsi, essere felice ecc.: Mi dispiace che tu non possa venire a cena da ➤ noi. / Tutti si sono meravigliati che tu abbia preso questo brutto voto. – inserita in costruzioni come sbrigati / sbrighiamoci, affrettati, muovi La proposizione subordinata causale esplicita può essere introdotta anche dalla congiunzione che: – anticipata da verbi come dispiacersi, rallegrarsi, meravigliarsi, essere felice ecc.: Mi dispiace che tu non possa ➤ venire a cena da noi. / Tutti si sono meravigliati che tu abbia preso questo brutto voto. – inserita in costruzioni come sbrigati / sbrighiamoci, affrettati, muoviti: Muoviti che ➤ facciamo tardi. Una proposizione subordinata si dice causale quando indica la causa di quello che avviene nell'azione indicata dalla proposizione da cui dipende ( reggente ).  Resto in casa perché sta piovendo.  La proposizione subordinata:  perché sta piovendo..  viene detta subordinata causale, in quanto indica il motivo per cui resto in casa.  La proposizione subordinata causale può essere esplicita se usa un modo indicativo o congiuntivo o condizionale è introdotta da congiunzioni o locuzioni causali ( perché, poiché, giacché, dal momento che, in quanto, ecc. ); è implicita se usa il modo infinito preceduto da preposizioni o locuzioni ( di, a, con, per, ecc.) o il modo gerundio o participio senza preposizioni.  Resto in casa perché sta piovendo.  La proposizione subordinata:  perché sta piovendo.  ha il verbo: stare all'indicativo; di conseguenza la chiamiamo subordinata causale esplicita.  Mangio il pane avendo fame.  La proposizione subordinata:  avendo fame.  ha il verbo: avere al gerundio; di conseguenza la chiamiamo subordinata causale implicita. La proposizione causale La proposizione subordinata causale indica la causa, il motivo per cui si compie l’azione espressa nella reggente. Essa è introdotta da congiunzioni e locuzioni come perché, giacché, siccome, per il fatto che. Non esco perché sono stanco = Non esco a causa della stanchezza Quando le causali sono esplicite ( il verbo è coniugato in un modo finito) hanno il verbo al modo indicativo, congiuntivo o condizionale. Vediamo alcuni esempi. Modo indicativo: Torno a casa perché piove. Modo congiuntivo: Batteva i denti non perché avesse freddo, ma perché era spaventato. Modo condizionale: Raccolgo i mirtilli poiché vorrei fare una marmellata. Quando le causali sono di forma implicita ( il verbo è coniugato al modo indefinito) hanno il verbo al gerundio, infinito o participio passato. Gerundio: Essendo stanco, preferì non uscire. Infinito: Ora ti trovi nei guai per aver dato retta alle sue parole. Participio passato: Presi dallo spavento, i ladri scapparono alla vista della polizia. Subordinate concessive La proposizione concessiva è una proposizione subordinata che esprime una concessione, ovvero indica che una cosa, sia o non sia vera, non ha effetto su un'altra. È di norma introdotta da congiunzioni come malgrado, nonostante, sebbene, benché. In questi casi, la concessiva richiede l'uso del congiuntivo (Malgrado siano tutti arrivati, c'è poca gente alla festa). È l'unico caso, oltre a quello della proposizione interrogativa indiretta, che vede il condizionale seguire alla congiunzione se:  Non andrò alla sua festa domani, anche se mi piacerebbe. La congiunzione anche se può richiedere l'uso dell'indicativo (anche se sono tutti arrivati...), del condizionale (vedi esempio precedente) e del congiuntivo; in quest'ultimo caso si parla di proposizione concessiva ipotetica, e in alternativa ad anche se si possono usare anche altre congiunzioni, come "quand'anche": anche se avesse preso il treno, non sarebbe arrivato in tempo. Esistono proposizioni concessive implicite, che ricorrono dunque all'uso di modi infiniti come il gerundio:  Pur ballando male, sono andata alla festa e ho conosciuto un sacco di gente L'enunciato corrisponde dunque anche se ballo male... Hanno valore concessivo anche gli enunciati introdotti da indefiniti come chiunque, dovunque, comunque e simili. Si può parlare di frase concessiva anche nel caso della proposizione principale:  Sarà pure un calciatore pssa (L. Dalla, Anche se il tempo passa) reparato, ma oggi è apparso del tutto svogliato  Nell’analisi del periodo, le proposizioni concessive sono proposizioni ➔subordinate nelle quali si esprime un fatto o una situazione che si verificano nonostante ciò che viene espresso nella proposizioni ➔principale.  Possono essere di forma esplicita o implicita.  • Le concessive esplicite sono introdotte da congiunzioni o da locuzioni congiuntive concessive come seppure, benché, ancorché, anche se, quand’anche, con tutto che oppure da pronomi e aggettivi indefiniti o avverbi come chiunque, qualunque, comunque, come che, checché. Il verbo è al congiuntivo, tranne quando è introdotto da anche se o da con tutto che  Era ancora forte, benché fosse in avanti con gli anni  Checché se ne dica, è una bella canzone  Sebbene tu sia luce che prorompe dalla tenebra (V. Capossela, I fuochi fatui)  Anche se il tempo passa e tu non sei mai la ste Le concessive implicite prevedono diversi tipi di costruzioni:  – con il gerundio preceduto di solito da pure o da anche  Pur essendo molto timido, è un ragazzo piacevole  – con il participio passato preceduto da una congiunzione concessiva  Sebbene malato, è andato al lavoro  – con l’infinito preceduto da per o da locuzioni come nemmeno (neppure, neanche) a, a costo / rischio di  Per essere così caro, non è un gran ristorante. Pur amando quel luogo, preferì partire.  Benché fosse ferito, guidò fino alla frontiera.   Anche se era ormai molto ricco, rimaneva una persona semplice.  In tutti questi esempi la subordinata esprime un ostacolo al compiersi dell’azione espressa dalla principale stessa, per così dire in essa si ammette, si concede l’esistenza di una difficoltà che però non è mai tale da impedire l’azione principale. Per questo motivo tali subordinate si chiamano concessive.  Era ferito eppure guidò fino alla frontiera.  Era ormai ricche eppure rimaneva una persona semplice.  Amava quel luogo eppure preferì partire. Nella forma esplicita le concessive sono espresse mediante:  benché  ancorché  sebbene  quantunque  per quanto  nonostante che  malgrado che  anche se  Sebbene avesse già perso molti soldi, tuttavia, continuava a giocare.  Benché fosse grande e grosso, le ha prese da un compagno più piccolo.  Benché sia tardi, non ho sonno.  Nonostante sia senza soldi, non vuole lavorare.  Per quanto sia basso di statura, Paolo è un eccellente giocatore di pallavolo.  Quantunque sia perfettamente sicuro, il paracadutismo acrobatico lascia sempre gli spettatori con il fiato sospeso. il modo è sempre il congiuntivo tranne nel caso di costo di + infinito. Esempi sono: A costo di sembrare noioso, ripeterò ancora una volta ciò che vi ho già detto. Pur essendo già tardi, è ancora chiaro in cielo. La proposizione concessiva indica il fatto o la circostanza nonostante i quali si verifica quanto è affermato nella reggente. La proposizione concessiva svolge nel periodo una funzione analoga a quella del complemento concessivo nella frase semplice. Vediamo un esempio: Continuammo la lettura benché fossimo annoiati proposizione reggente subordinata concessiva Continuammo la lettura nonostante la noia complemento concessivo Nella forma esplicita è introdotta da congiunzioni e locuzioni congiuntive come sebbene, nonostante, benché, quantunque, per quanto, malgrado (che), quand’anche, neanche se, anche se; da aggettivi o pronomi indefiniti come chiunque, qualunque, qualsiasi, checché e, di norma, ha il verbo al congiuntivo. Invece, quando è introdotta da locuzioni come anche se, con tutto che, ha il verbo all’indicativo. Ecco qualche esempio: Qualunque cosa facciano, non andremo con loro Per quanto abbia già letto quel libro, lo rileggerò volentieri Luigi si mise in viaggio, nonostante piovesse a dirotto Abbiamo comprato la cioccolata, anche se siamo a dieta Nella forma implicita può essere introdotta da pur(e) e ha il verbo al gerundio, può essere introdotta da benché, pur(e), per quanto, sebbene con il verbo al participio passato, può essere introdotta da per, nemmeno a, neppure a, neanche a, manco a, a costo di, a rischio di con il verbo all'infinito. Ecco qualche esempio: Pur andando lento, Luigi arrivò in tempo Benché invecchiato, Luigi è molto atletico Per essere anziano, Luigi ha un eccellente tono muscolare Non farò la spia, a rischio di essere sospeso Non ci sarei rimasto, a costo di tornare a piedi Non c'era un pesce (nemmeno) a pagarlo Questa subordinata ammette l’esistenza di qualcosa che potrebbe rappresentare (ma non rappresenta) un ostacolo alla realizzazione di quanto detto nella reggente. Risponde quindi alla domanda “Nonostante che cosa?”ed introduce una sorta di frattura rispetto al rapporto causa-effetto che potrebbe essere espresso più linearmente da una proposizione causale: Mi sono fermato Non mi sono fermato perché ero molto stanco nonostante fossi molto stanco    Subordinate temporali  Una proposizione subordinata si dice temporale quando indica il tempo in cui avviene l'azione indicata dalla proposizione da cui dipende. L'ombrello si apre quando piove. La proposizione subordinata: quando piove. viene detta subordinata temporale, in quanto indica il tempo in cui occorre aprire l'ombrello, cioè quando piove. La proposizione subordinata temporale può essere esplicita se usa un modo indicativo o congiuntivo ed è introdotta da congiunzioni o locuzioni temporali ( mentre, quando, dopo finché, ogni volta, prima, appena, nel momento in cui, tutte le volte, al tempo in cui, ecc. ); è implicita se usa il modo infinito preceduto da preposizioni o locuzioni ( a, nel, su, prima di, dopo di, ecc.), gerundio o participio senza preposizioni. L'ombrello si apre quando piove. La proposizione subordinata: quando piove. ha il verbo: piove all'indicativo; di conseguenza la chiamiamo subordinata temporale esplicita. Rifletti su quello che dici, prima di parlare. La proposizione subordinata: prima di parlare. ha il verbo: parlare all'infinito; di conseguenza la chiamiamo subordinata temporale implicita. Faccio una spremuta mentre cuoce la torta. Spesso quando parliamo sentiamo il bisogno di ordinare nel tempo i fatti che stiamo esponendo e stabiliamo tra di essi un rapporto di successione o di connessione temporale. Diciamo infatti: Metto in moto la macchina mentre ti aspetto. Farò le valigie prima di partire. Dopo essere stato in Inghilterra visitai anche Parigi. Siamo abituati a far riferimento a tempi o stati temporali differenti: infatti sappiamo distinguere con facilità il presente, ciò che avviene mentre parliamo (metto in moto) dal passato, ovvero ciò che è stato (visitai), dal futuro, ciò che sarà (farò). Si può fare anche un’altra osservazione riguardo al modo in cui noi possiamo mettere in relazione temporale i due avvenimenti; se riflettiamo a come noi solitamente ordiniamo nel discorso gli avvenimenti, ci accorgiamo che ci offrono solo due possibilità: due avvenimenti si svolgono contemporaneamente: Leggo il giornale mentre mangio. Mangio prima di leggere. Oppure in diversi momenti: Leggo dopo aver mangiato. Mangio prima di leggere. Se nel primo caso diciamo che gli avvenimenti sono contemporanei, nel secondo possiamo dire che uno è anteriore e l’altro posteriore: prima mangio, poi leggo. Si distinguono perciò tre tipi di subordinate temporali: della contemporaneità, dell’anteriorità, e della posterità. Le temporali della contemporaneità sono dipendenti che esprimono fatti che si collocano in stretta contemporaneità con quelli espressi nella principale. Ad esempio Ascolto la musica mentre mangio. Contemporaneità nel presente Mangerò quando arriverò. Contemporaneità nel futuro. Mentre studiava ascoltava musica. Contemporaneità nel passato. Le temporali dell’anteriorità sono dipendenti che esprimono fatti che si collocano nel tempo anteriormente a quelli espressi nella principale. Ad esempio: Ascolto la musica dopo aver mangiato. Mangerò dopo che sarò arrivato. Entrò dopo che ebbe bussato. Quando avrai finito di studiare potrai giocare alla playstation. Nell’analisi del periodo, le proposizioni temporali sono proposizioni ➔subordinate che indicano il momento in cui si svolge quanto è detto nella proposizione reggente. Le proposizioni temporali possono esprimere anteriorità, contemporaneità o posteriorità rispetto alla reggente e si costruiscono in  Sono uscito al momento dell'apertura delle porte. ubordinazione esplicita[modifica | modifica wikitesto] Nel caso della subordinazione esplicita si tratta una frase subordinata introdotta da congiunzioni che variano a seconda della costellazione temporale degli eventi (anteriorità, contemporaneità, posteriorità). L'anteriorità temporale può essere indicata nella frase con una serie di espressioni del tipo innanzitutto. In tal caso, il modo previsto nella subordinata è il congiuntivo, dato che l'azione viene considerata in un momento in cui non è ancora iniziata.  È meglio uscire prima che chiudano le porte. La contemporaneità può essere indicata, ad esempio, da quando, o mentre:  È meglio uscire quando tutte le porte sono aperte. Per la posteriorità, riferita al verbo della principale rispetto al momento indicato nella secondaria, si usano locuzioni come dopo che o simili; anche quando ha la proprietà di poter indicare questa relazione temporale in combinazione ad un tempo composto:  Non si può uscire dopo che hanno chiuso le porte.  Non si può uscire quando hanno chiuso le porte. Subordinazione implicita[modifica | modifica wikitesto] Esistono inoltre proposizioni temporali implicite, sempre subordinate che ricorrono al gerundio, all'infinito, al participio. In quanto segue, si ricordano le costruzioni più frequenti: Il gerundio indica contemporaneità o, nella forma composta, anteriorità rispetto alla principale:  Uscendo di casa, la donna si dirige verso l'ufficio postale  Essendo uscita di casa, la donna si dirige verso l'ufficio postale La seconda possibilità è comunque poco usata. Sarà senz'altro più probabile che si utilizzi, per indicare posteriorità, una forma del participio:  Uscita di casa, la donna si dirige verso l'ufficio postale L'infinito può essere usato per esprimere le diverse costellazioni temporali di contemporaneità, posteriorità ed anteriorità:  Al momento di uscire, Luigi si è sentito male  Dopo essere uscito, si è sentito male  Prima di uscire, si è sentito male. e proposizioni temporali indicano le circostanze di tempo in cui si svolgono i fatti espressi nella proposizione principale.  Si distinguono tre categorie di rapporti temporali:  • contemporaneità: gli eventi della reggente e della subordinata sono contemporanei;  • posteriorità: l’evento della reggente è posteriore a quello della subordinata;  • anteriorità: l’evento della reggente è anteriore rispetto a quello della subordinata.  Oggi vedremo le temporali che hanno un rapporto di contemporaneità con la reggente.  Le temporali possono essere espicite o implicite.  FORMA ESPLICITA  Le temporali esplicite possono avere l’indicativo, il congiuntivo o il condizionale a seconda degli specifici significati: realtà, ipotesi, eventualità.  Le temporali che esprimono contemporaneità rispetto alla reggente possono essere introdotte da: quando, come, appena, non appena, mentre, nel momento che, intanto che, tanto che, al tempo che (in cui), nell’istante che (in cui) ecc.  Il verbo è per lo più all’indicativo perché solitamente si indicano circostanze reali, la collocazione della temporale è in genere prima della reggente: mentre mangio, guardo la televisione; quando lo vedrò, glielo dirò. In quest’ultimo esempio non c’è vera e propria contemporaneità, tuttavia i fatti sono in così rapida successione da sembrare contemporanei.  Si usa il congiuntivo se la circostanza temporale collocata nel futuro si presenta con valore ipotetico o concessivo, soprattutto con appena e non appena, meno frequente con quando: glielo dirò non appena tu lo voglia.  Vediamo nello specifico gli elementi che introducono le temporali che esprimono un rapporto di contemporaneità:  • quando: è la congiunzione temporale per eccellenza, può introdurre rapporti di contemporaneità, anteriorità e posteriorità. Per più specifiche determinazioni temporali può essere anche preceduta da una preposizione: di, a, per, da (da quando, a quando): quando sei pronto, andiamo; non la sento da quando è partita. La congiunzione quando può essere rafforzata da ecco, per sottolineare la concomitanza tra le azioni espresse dalla reggente e dalla subordinata: stavo iniziando a mangiare, quand’ecco che squilla il telefono, è possibile avere anche una subordinata implicita con infinito: quand’ecco squillare il telefono;  • che: la congiunzione che può introdurre significati temporali, la temporale introdotta da che segue sempre la reggente: sono arrivata che (=mentre) stavate uscendo;  • mentre: la congiunzione mentre sottolinea la durata dell’azione contemporanea al fatto della proposizone reggente e per questo non ammette i tempi perfettivi (come il passato prossimo o il passato remoto). La collocazione rispetto alla reggente può variare: mentre studia ascolta la radio; ascolta la radio mentre sudia;  • come, appena, non appena: la rapidità della successione che queste congiunzioni sottolineano è tale che i fatti, pur essendo anteriori, appaiano contemporanei a quelli della reggente: appena lo vide, lo riconobbe; come lo guardavo, arrossiva.  FORMA IMPLICITA  Le temporali implicite possono avere:  • l’infinito preceduto dalle preposizioni articolate: → nel: richiede lo stesso soggetto nella temporale e nella reggente ed è come se collocasse il fatto di quest’ultima all’interno della circostanza temporale, che solitamente si antepone: nel salutarti, mi sono commosso; → al: richiede generalmente un soggetto diverso e indica vicinanza tra i fatti della temporale e della reggente: al calar del sole rientrammo a casa; → col: indica che i fatti della reggente e della subordinata si corrispondono in fatto di durata ne tempo: questo vino migliora coll’invecchiarsi; →sul: indica che l’azione della reggente e quella della subordinata sono contemporanee solo in modo approssimativo: arrivò sul far della sera (l’arrivo e la sera non coincidono perfettamente); • l’infinito preceduto dalle locuzioni prepositive: nel momento di, all’atto di, prima di, nel punto di ecc: prima di partire ti chiamo; • il gerundio presente: cucinando (= mentre cucino) ascolto la radio. Subordinate consecutive La proposizione consecutiva è una proposizione subordinata che indica la conseguenza o l'effetto di un'azione espressa nella proposizione reggente.  Ho letto così tanti libri che mi si incrociano gli occhi  Mi ero stancata, sicché sono andata a letto La differenza rispetto alla proposizione finale è il fatto che manca, nella consecutiva, l'elemento di volontarietà espresso nella proposizione principale. Le congiunzioni principali che la introducono sono: tanto che, sicché, cosicché. Inoltre possono essere introdotte dall'aggettivo tanto o dall'avverbio così. Esistono proposizioni consecutive implicite: si tratta delle proposizioni in cui il verbo della subordinata è in un modo indefinito; in questo caso la subordinata consecutiva viene introdotta dalla preposizione "da" e il verbo è all'infinito. Esempio:  Emanava un così forte odore da far scappare gli altri Alle consecutive implicite si aggiungono le esplicite: sono le proposizioni in cui il verbo della subordinata è in un modo finito; in questo caso la subordinata consecutiva viene introdotta dalla preposizione "che" e da verbi all'indicativo, congiuntivo o condizionale come nei primi due esempi esposti all'inizio. Nell’analisi del periodo, le proposizioni consecutive sono proposizioni ➔subordinate nelle quali si esprime un fatto o una situazione che è la diretta conseguenza di quanto espresso nella principale. Possono essere di forma esplicita o implicita. • Nelle consecutive esplicite, il verbo è all’indicativo (in casi particolari anche al congiuntivo o al condizionale), preceduto da una congiunzione ➔consecutiva o da una locuzione ➔congiuntiva formata con che Non era così lontano che non potesse sentire i nostri discorsi Ho corso talmente tanto che mi è venuto il fiatone Corri così veloce che chiunque si arrenderebbe • Nelle consecutive implicite, il verbo è all’infinito, preceduto dalle preposizioni da o per o da una locuzione congiuntiva formata con di  Maria è talmente bella (reggente) da fare innamorare tutti (consecutiva). Le consecutive possono essere esplicite o implicite. Le consecutive esplicite possono avere il verbo:  all’indicativo: la lezione era così noisa che mi sono addormentata;  al congiuntivo quando la conseguenza è soltanto ipotetica o possibile: è stato costruito in modo tale che non possa crollare nemmeno in caso di terremoto;  al condizionale per indicare una conseguenza realizzabile soltanto a certe condizioni: sono così stanco che dormirei (se potessi). Possiamo distinguere due tipi fondamentali di costrutti consecutivi:  costrutti forti: caratterizzati dalla presenza di un elemento introduttivo nella principale (tanto, talmente, tale, siffatto, simile ecc.) che viene ripreso dalla congiunzione che, collocata nella subordinata: sono tanto felice che non sto nella pelle;  costrutti deboli: senza antecedente in cui la reggente ha una sua autonomia semantica e ed è collegata alla consecutiva tramite una congiunzione composta o una locuzione congiuntiva (sicché, cosicché, tanto che, a tal punto che, al punto che, di modo che, in modo che, in maniera che ecc.): era stanco, sicché è andato a dormire. Gli antecedenti fondamentali sono:  così: di uso larghissimo, può precedere un aggettivo, un participio o un avverbio: la nebbia era così fitta, che non si vedeva nulla;  tanto: può essere avverbio o aggettivo: ho corso tanto, che mi è venuto il fiatone; ho remato con tanta forza, che ora mi fanno male le braccia; propria di un registro colloquiale sono le intensificazioni così tanto e talmente tanto;  tale: si usa come aggettivo, senza articolo o con l’articolo indeterminativo: la paura era tale che siamo rimasti pietrificati; avevamo una tale paura che siamo rimasti pietrificati;  talmente: modifica un aggettivo, un participio o un avverbio, tranne gli avverbi che finiscono in –mente: l’equazione era talmente difficile che nessuno è riuscito a risolverla. Il costrutto implicito si può avere quando i soggetti della reggente e della subordinata coincidono: ero così commossa (io) da non poter parlare (io); ma anche quando la subordinata ha un soggetto generico: ha un profumo da perdere la testa. Le consecutive implicite hanno il verbo all’infinito e sono introddotte:  dalle preposizioni da, di e per spesso precedute da un antecedente: così da, tanto da, fino a, al punto di, in modo da, talmente da: è bello da impazzire (senza antecedente), è abbastanza grande per capire il problema; sono nervoso al punto di piangere;  da aggettivi come degno o indegno seguiti da di + infinito: non sei degno di essere premiato. Si possono includere tra le consecutive alcune proposizioni introdotte da verbi come impedire, salvare, trattenere + dal + infinito: mi trattengo dal piangere. Proposizioni di adeguatezza Con questo nome si indicano un tipo di proposizione affine alla consecutiva in cui la conseguenza non è realizzata, ma collegata a un certo rapporto di intensità. Nella reggente si trova un avverbio quantitativo come: troppo, poco, troppo poco, abbastanza, alquanto o il corrispondente aggettivo e la subordinata introdotta da perché col congiuntivo o da per e da con l’infinito: sei troppo stanco per guidare, è troppo complicato perché tu possa capire. La proposizione subordinata consecutiva indica la conseguenza o l'effetto dell'azione o della situazione espresse nella reggente. Per esempio: Enrico era così divertente che faceva ridere tutti. Dunque il fatto che tutti ridevano è una conseguenza dell'essere divertente di Enrico. Come potete notare, nella proposizione reggente Enrico era così divertente è presente l'elemento correlativo così, che anticipa la subordinata e le dà il valore consecutivo. Altri avverbi e locuzioni avverbiali che danno un valore consecutivo sono tanto, talmente, a tal punto, oppure aggettivi come tale, siffatto. Tutti questi elementi correlativi sono molto utili per individuare subito il tipo di proposizione che avete davanti. Anche le proposizioni consecutive possono essere in forma esplicita e forma implicita. La subordinata consecutiva esplicita può essere in forma esplicita, introdotta dalla congiunzione che, mentre nella reggente abbiamo per esempio così, tanto, talmente. La reggente ha generalmente il modo Indicativo, o il Congiuntivo o il Condizionale nelle costruzioni ipotetiche. COSTRUZIONE cong. proposizione reggente cong. proposizione subordinata consecutiva così tanto tale ... verbo al modo INDICATIVO che verbo al modo INDICATIVO verbo al modo CONGIUNTIVO (nel caso in cui la circostanza sia presentata in forma ipotetica) verbo al modo CONDIZIONAL E (nel caso in cui la circostanza sia presentata in forma ipotetica) Qualche esempio:  Enrico giocava così bene a calcio che che tutti lo avrebbero voluto nella loro squadra  Marina era talmente elegante che tutti la ammiravano dove la struttura del periodo è: REGGENTE(così) + che + CONSECUTIVA Come vedete, nella proposizione reggente, sono presenti gli elementi correlativi così, tale, talmente che precedono la consecutiva e ne rendono più semplice l'individuazione. 3. Forma Implicita La subordinata consecutiva può essere costruita anche in forma implicita, ed è retta dalle preposizioni da o di e ha il verbo all'Infinito. COSTRUZIONE cong. proposizione subordinata da di ... verbo al modo INFINITO Nelle causali implicite il soggetto della subordinata è lo stesso soggetto della principale, perché il verbo della subordinata che è al modo Infinito non ha una persona di coniugazione.  Enrico è talmente alto da sfiorare la porta  Il gesto di Enrico è degno di essere ricordato da tutti Altre costruzione implicite si fanno spesso con la costruzione a con il verbo al modo INFINITO in dipendenza da aggettivi come il solo, l'unico, il primo, oppure con gli aggettivi atto, inetto, adatto, inadatto: proposiz  Congiunzione La congiunzione è una parola invariabile che serve ad unire (a congiungere) due proposizioni o due parti simili di una stessa frase. Le congiunzioni secondo la loro forma possono essere: semplici : e, o, ma, però, ecc. composte : bensì, inoltre, quantunque, sebbene, ecc. modi congiuntivi: se non che, non pertanto, ecc. Secondo il loro significato, le congiunzioni possono chiamarsi: coordinative: quando uniscono due parole di uno stesso pensiero e due pensieri indipendenti. Esempi:- Franca ed Antonio leggono, - mangi o bevi qualcosa? - nevica forte, perciò Leonora non parte; subordinate: quando uniscono due o più pensieri, dei quali uno dipende dall’altro. Esempi:- penso che lei non dica la verità, - parlo come mi piace, - non telefonate quando mangio. Le congiunzioni coordinative Si dividono in: copulative : e – ed – anche – pure (affermative) né – neanche – neppure (negative), aggiuntive : inoltre – altresì – ancora, disgiuntive : o – oppure – ovvero, avversative : anzi - ma – però – pure – eppure – nondimeno – tuttavia, dimostrative : che – infatti, conclusive : dunque – perciò – quindi – pertanto – sicché, temporali : quando – finché – allorché – mentre, finali : perché – affinché – acciocché, causali : perché – poiché (esprimono una causa ), concessive : benché – sebbene - nonostante, condizionali : se – purché – qualora, modali : come – comunque, consecutive : che – così che – tanto che – di modo che – talmente che, dichiarative : che – come (= che), eccettuative : eccetto – tranne – salvo che, comparative : come – siccome – a qual modo, interrogative : perché, dubitative : se – forse. Osservazioni : una congiunzione ha valore grammaticale diverso, secondo come viene usata. a) Perché, può essere: congiunzione causale: - non parto perché malato “ finale: - dico ciò perché capisca “ interrogativa: - dimmi perché non parli? beata b) Se, può essere: condizionale: - se hai cultura, mostrala dubitativa: - non so se parlerò. c) Che, può essere: dichiarativa:- so di certo che sei buona consecutiva: - è tanto gentile che tutti … dubitativa: - temo che tu non lo veda. Si faccia attenzione, non confondere il “che” congiunzione con il “che” pronome relativo. - Che (congiunzione) è sempre preceduto da un verbo. Esempi: credo che tu mi voglia tanto bene, spero che tu venga presto questa sera. - Che (pronome relativo) è preceduto da un nome o da un pronome ed è sostituibile con il quale, la quale, ecc. Esempi: la signora che (la quale) studia sarà ... , cerca i libri che (i quali) non ha ancora letto. Frase semplice e frase complessa La frase semplice o proposizione è una sequenza di parole costruita intorno a un solo verbo, autonoma e dotata di senso compiuto. La frase complessa ( o periodo) è quella in cui ci sono più verbi: è quindi l’insieme di due o più frasi semplici collegate tra loro in modo diverso. La frase semplice (o proposizione) è quella che contiene un solo predicato. La frase complessa (o periodo) contiene più predicati: essa è l’insieme di due o più frasi semplici. La frase complessa è formata da tante parti quanti sono i verbi in essa contenuti. Le congiunzioni e i segni di punteggiatura consentono di collegare tra loro le proposizioni per formare il periodo. La frase nella grammatica italiana è la forma minima di costruzione linguistica che è costruita intorno ad un verbo, rispetta le regole della lingua italiana ed è provvista di un senso compiuto. La frase, a seconda del numero di verbi, si divide in frase semplice e frase complessa. IO MANGIO UNA MELA è una frase semplice che segue lo schema SVO: SOGGETTO- VERBO- OGGETTO. In questo esempio l’azione è una (mangio)dunque ci si trova di fronte ad una frase semplice. IO MANGIO UNA MELA E BEVO UN SUCCO DI FRUTTA è una frase complessa,detta PERIODO, formata da due predicati di senso compiuto e chiusi da un segno di interpunzione forte. ILPERIODO E’ UNA FRASE COMPLESSA FORMATA DALL’INSIEME DI PROPOSIZIONI SEMPLICI LEGATE TRA LORO E CHIUSE DA UN SEGNO DI INTERPUNZIONE All’interno di un periodo, si individua la preposizione detta REGGENTE, ossia la principale, autonoma e indipendente dalle altre preposizioni che, in riferimento alla reggente, si trovano in una posizione di coordinazione o di subordinazione. Le PROPOSIZIONI COORDINATE sono quelle che stabiliscono con una preposizione un legame sintattico e logico di parità;esse possono essere coordinate alla principale o coordinate alla subordinata. La coordinazione avviene o tramite congiunzioni coordinanti o tramite segni d’interpunzione deboli. ESEMPI: ASCOLTO LA MUSICA E STUDIO. (ascolto la musica: principale; e studio: coordinata alla principale) LA LEZIONE FU INTERROTTA PERCHE’ CI FU UNA PERDITA D’ACQUA E GLI STUDENTI LASCIARONO L’AULA. (la lezione fu interrotta: principale; perché ci fu una perdita d’acqua: subordinata e gli studenti lasciarono l’aula: coordinata alla subordinata. La frase semplice è caratterizzata dalla presenza di un solo verbo e contiene i complementi necessari al verbo per esprimere il suo significato. Esempio: Simone mangia una mela. La frase composta è formata da minimo due predicati uniti da congiunzioni (ma, e...), in modo che vi sia una proposizione principale e altre proposizioni coordinate. Quindi consiste in un legame per coordinazione di più frasi semplici. Esempio: Simone mangia una mela e beve un bicchiere di latte. La frase complessa è formata da minimo due predicati uniti da congiunzioni subordinanti, in modo che vi sia una proposizione principale (con eventuali coordinate), e altre proposizioni subordinate. Si tratta, quindi, di un legame tra una o più frasi semplici principali, con una o più subordinate. Ci sono tante proposizioni, quanti sono i predicati della frase. Esempio: Simone mangia una mela e beve un bicchiere di latte, quando guarda la televisione il pomeriggio. tramite congiunzione è soprattutto stilistica ed espressiva. Il periodo per asindeto risulta più rapido, più scattante; quello per congiunzioni è più calmo e più ragionato. È importante a imparare a distinguere le varie congiunzioni, allo scopo di fare correttamente l'analisi del periodo. Nella sezione dedicata alla morfologia si parla largamente delle congiunzioni e cioè che sono una parte invariabile del discorso e hanno la funzione di collegare tra loro gli elementi di una frase. Nell'analisi del periodo le congiunzioni sono studiate in una nuova “funzione”: sono parti invariabili del discorso che collegano tra loro due o più frasi. Nella frase “ Il lupo e la gallina dormivano vicini “ la congiunzione e collega tra loro i due sostantivi lupo/ gallina . Invece nel periodo Il lupo dormiva e la gallina beccava, la congiunzione e lega tra loro due frasi imperniate sui predicati mangiava e dormiva. Come si classificano le congiunzioni:si possono classificare sulla base di due criteri fondamentali: a) in base alla forma b) in base alla funzione che svolgono nel periodo  in base alla forma possono essere: semplici: quando sono formate da una sola parola ( e, ma, anche, cioè) composte: quando sono formate da due parole unite insieme nemmeno ( né + meno); neppure ( né + pure ), ecc.  locuzioni congiuntive: quando sono rappresentate da una o più parole scritte separatamente. In essa l'ultima parola che compone l'espressione è quasi sempre una congiunzione semplice ( in quanto che, nonostante che, dato che...). In base alla funzione possono essere:  coordinative  subordinative.  Le congiunzioni coordinative introducono le frasi coordinate, mentre, come è facile intuire, le congiunzioni subordinative introducono, nel periodo, le frasi subordinate. Di queste ultime parleremo nel prossimi capitoli. La coordinazione (o paratassi) collega tra loro due o più proposizioni ponendole sullo stesso piano. Una proposizione coordinata può essere:  legata alla principale;  esempi o di coordinazione  legata a una proposizione subordinata.   IL PERIODO è quella parte di discorso che va dalla lettera maiuscola al punto ed ha senso compiuto. Le proposizioni che lo formano sono messe una dopo l'altra con ordine logico e collegate tra di loro. Una proposizione è una frase Proposizione = Frase Vi è un soggetto e un verbo. IL PERIODO PUÒ ESSERE 2) Composto 3) Complesso Se è formato da due o più proposizioni unite tra loro con una congiunzione coordinante (principale + coordinata/e) ESEMPIO: Io oggi non gioco a tennis/ e non guardo un film. Se è formato da una proposizione di senso compiuto proposizioni che non sono autonome. (principale + una o più subordinate + coordinata/e) io oggi non tennis tosse prof.ssa Bosisio Laura è quella parte di discorso che va dalla lettera maiuscola al punto ed ha senso compiuto. Le proposizioni che lo formano sono messe una dopo l'altra con ordine logico e collegate tra di loro. Punto PUÒ ESSERE 3) Complesso è formato da una proposizione di senso compiuto e una o più Se è formato da una proposizione di senso compiuto proposizioni che non sono autonome. (principale + una o più subordinate + coordinata/e) io oggi non tennis tosse prof.ssa Bosisio Laura è quella parte di discorso che va dalla lettera maiuscola al punto ed ha senso compiuto. Le proposizioni che lo formano sono messe una dopo l'altra con ordine logico e collegate tra di loro. Punto PUÒ ESSERE 3) Complesso è formato da una proposizione di senso compiuto e una o più proposizioni che non sono autonome. (principale + una o più subordinate + coordinata/e) ESEMPIO: io oggi non gioco a tennis/ perchè ho la tosse/ e ho la febbre. LE PROPOSIZIONI COORDINATE Le Coordinate sono proposizioni che si mettono tra di loro sullo stesso piano, nessuna è più importante dell'altra, sono sullo stesso livello rispetto alla proposizione con la quale si legano. ESEMPIO: Io oggi non gioco a tennis/ e non guardo un film. Principale Coordinata LA COORDINAZIONE PUÒ ESSERE 1) PER ASINDETO Segni di punteggiatura come: Virgola (,) Punto e virgola (;) Due punti (:) ESEMPIO Leggo Harry Potter, faccio la scheda libro, la consegno a scuola. Ovvero Leggo Harry Potter e faccio la scheda libro e la consegno a scuola. 2) CON UNA CONGIUNZIONE Come ad esempio: Come ad esempio: e/ed, pure, anche, nè, neanche, neppure, oppure, o, ma, però, anzi, pure, tuttavia, cioè, eppure, infatti, dunque, perciò, quindi, pertanto, sicchè... ESEMPIO Vado al cinema e compro i pop-corn 3) PER POLISINDETO Ripetendo la stessa congiunzione. ESEMPIO La ragazza rimane ferma e osserva il gatto e lo segue con gli occhi LE CONGIUNZIONI COORDINANTI COPULATIVE Uniscono due elementi della stessa importanza Sono Affermative Negative - e - anche - pure - inoltre - nè - neanche - nemmeno - neppure DISGIUNTE Creano un'esclusione o un'alternanza - o - oppure - altrimenti - ovvero AVVERSATIVE Contrappongono due elementi della frase - ma - tuttavia - bensì - eppure - invece - nondimeno - anzi - però DICHIARATIVE Introducono un chiarimento - infatti - difatti - ossia - cioè - in effetti - vale a dire CONCLUSIVE Esprimono una conclusione CONCLUSIVE Esprimono una conclusione - quindi - perciò -dunque - pertanto - per la quale - per questo Analisi del periodo prof.ssa Bosisio Laura CORRELATIVE Uniscono due parole o due frasi, mettendole in corrispondenza - e...e - sia...sia - nè...nè - così...come - tanto...quanto - non solo...ma - anche... Proposizione subordinate Una proposizione subordinata (o dipendente) è una proposizione che dipende da un'altra proposizione. Non ha un'autonomia sintattica (se considerata da sola), ed è retta da preposizioni, locuzioni avverbiali, pronomi o congiunzioni. Può essere esplicita (verbo coniugato in un modo finito) o implicita (il verbo è coniugato in un modo indefinito). Ad esempio, nella frase Il cane insegue il gatto che scappa, la proposizione subordinata (proposizione relativa) è che scappa, mentre Il cane insegue il gatto è la proposizione reggente, che in tal caso è anche la proposizione principale. All'interno di un periodo complesso, essa ha la stessa funzione di un complemento, come nella seguente coppia di enunciati:  Senza di te morirei.  Se tu non ci fossi, morirei. Proposizioni subordinate a seconda della funzione[modifica | modifica wikitesto]  A seconda della loro funzione, quindi, le proposizioni subordinate si suddividono in tre tipi:  Sostantive o completive, che completano il predicato della proposizione principale reggente svolgendo nel periodo la funzione di complemento oggetto o soggetto.  Complementari indirette o avverbiali, che svolgono funzione analoga a quella di un complemento indiretto o di un avverbio;  Relative o attributive-appositive o aggettive, che hanno funzione analoga a quella di un attributo o un'apposizione rispetto ad un sostantivo  Subordinazione esplicita[modifica | modifica wikitesto]  Tipica della subordinazione esplicita è la formazione di una frase secondaria caratterizzata dall'uso di un verbo coniugabile per modo, tempo e per persona. La secondaria esplicita è formata con i cosiddetti modi finiti (indicativo, condizionale, imperativo o congiuntivo). Grazie a questi modi, l'uso di un verbo coniugato secondo la persona indica direttamente qual è il soggetto.  Esempi:  Penso che abbiano l'influenza (congiuntivo; soggetto "loro")  Arriverò dopo che sarai partita (indicativo; soggetto "tu")  È chiaro che farei di tutto per te (condizionale; soggetto "io")  Rita dice che è a casa (indicativo; soggetto ambiguo).  Il tempo che viene usato nella proposizione subordinata indica rispetto alla principale un rapporto di contemporaneità, anteriorità o posteriorità. Subordinazione implicita[modifica | modifica wikitesto]  È quella ottenuta con l'uso dei modi indefiniti come l'infinito, il gerundio ed il participio, non coniugabili a seconda della persona.  Può succedere che il soggetto della principale coincida con quello della secondaria. È questo il caso dell'ultimo esempio riportato (Rita dice che è a casa). A questo punto, vale la pena semplificare l'enunciato nel modo che segue:  Rita dice di essere a casa  – in forma esplicita con un verbo di modo finito all’indicativo, congiuntivo o condizionale  So che ha ragione  Se fossi a casa, saresti meglio  Speravamo che sareste venuti  – in forma implicita con un verbo di modo indefinito all’infinito, participio o gerundio  Pensava di studiare  Giunto al sicuro, telefonò  Proseguì facendo finta di niente  A seconda della funzione, le proposizioni subordinate sono di vari modi: Le proposizioni subordinate (dette anche secondarie) sono frasi dipendenti logicamente e grammaticalmente da un’altra, che può essere autonoma (ed è chiamata allora proposizione ➔principale) o a sua volta subordinata (ed è chiamata allora proposizione reggente o sovraordinata).  Questo rapporto di dipendenza può essere introdotto:  – tramite ➔congiunzioni subordinative e preposizioni di vario genere  Se pioverà, sarò molto contento per l’orto  La sonda volò sulla zona per studiare la situazione  – tramite pronomi e avverbi subordinanti di vario tipo  Si chiese cosa stesse facendo  Sto così bene da voler nuotare un po’  Questa dipendenza può essere espressa in due modi:  – in forma esplicita con un verbo di modo finito all’indicativo, congiuntivo o condizionale  So che ha ragione  Se fossi a casa, saresti meglio  Speravamo che sareste venuti  – in forma implicita con un verbo di modo indefinito all’infinito, participio o gerundio  Pensava di studiare  Giunto al sicuro, telefonò  Proseguì facendo finta di niente  A seconda della funzione, le proposizioni subordinate sono di vari modi:  Una proposizione dipendente può essere legata ad una indipendente tramite un rapporto di subordinazione o ipotassi. Vediamo le diverse forme di proposizioni subordinate, come collegare una proposizione subordinata alla principale e ancora quali sono i diversi gradi di subordinazione. Il rapporto di subordinazione, noto anche come ipotassi, collega tra loro due proposizioni poste in rapporto gerarchico, in modo che una sia dipendente dall’altra. Tutte le proposizioni subordinate non sono autonome poiché da sole non hanno un senso compiuto. Ecco un esempio di frase subordinata: Sono triste (proposizione principale) perché ho perso il cellulare (proposizione subordinata) che mi ha regalato mio padre. (proposizione subordinata)  La subordinata, secondo il modo verbale del predicato può essere:  esplicita: con un modo verbale finito (indicativo, condizionale, congiuntivo o imperativo)  implicita: con un modo verbale indefinito (infinito, participio e gerundio) Una proposizione subordinata esplicita viene collegata alla reggente tramite:  congiunzioni o locuzioni subordinanti di vario tipo: dichiarative, causali, temporali, finali, modali.  pronomi o avverbi relativi: che, il quale, dove, donde, chi ecc..  pronomi, aggettivi o avverbi interrogativi: chi? quale? quanto? come? ecc..  A volte però la congiunzione può essere sottintesa, come in Credo (che) siano arrivati i tuoi parenti. Una proposizione subordinata implicita può essere collegata alla sua reggente tramite: proposizioni semplici seguite dal verbo all’infinito: Abbiamo deciso di uscire stasera.  una congiunzione che precede un gerundio: Pur ascoltando con attenzione Matteo non capì la lezione.  direttamente senza l’utilizzo di preposizioni o congiunzioni se il verbo della subordinata è un gerundio o un participio: Camminava facendo attenzione alla segnaletica.  Nel creare un periodo complesso la proposizione subordinata può dipendere direttamente dalla proposizione principale o da una coordinata, o da una proposizione a sua volta dipendente. In questo modo si stabiliscono diversi gradi di subordinazione. Il grado di subordinazione di una proposizione dipendente dalla reggente è espresso dal numero di ordine che indica il livello di dipendenza rispetto alla principale indipendente considerata di grado zero. Di seguito riportiamo un periodo formato da diverse subordinate, con diversi gradi di subordinazione: Abbiamo deciso/ di studiare in biblioteca/ perché lì abbiamo a disposizione tutti i libri/ che possono essere utili / per completare la ricerca di storia / che dobbiamo consegnare domani.  Abbiamo deciso: proposizione principale  di studiare in biblioteca: proposizione subordinata di 1° grado  perché lì abbiamo a disposizione tutti i libri: proposizione subordinata di 2° grado  che possono essere utili: proposizione subordinata di 3° grado  per completare la ricerca di storia: proposizione subordinata di 4° grado  che dobbiamo consegnare domani: proposizione subordinata di 5° grado  A volte la proposizione principale può reggere in modo diretto più proposizioni subordinate che in tal caso diventano tutte subordinate di 1° grado come nell’esempio successivo. Subordinata Descrizione Esempio Soggettiva Svolge il ruolo di soggetto 3) Verbi che indicano una manifestazione di volontà come comandare, ordinare, volere, pretendere: Ti ordino di uscire immediatamente da qui. Verbi che indicano dubbio, incertezza, timore, come dubitare, supporre, sospettare, temere: Temo che non sarà una finale facile. Costruzione italiana Le due forme dell'oggettiva Nella forma esplicita l'oggettiva è introdotta dalla congiunzione subordinata “che” ed è costruita con il verbo all'indicativo, al congiuntivo, al condizionale: Mi dicono che studi molto. Mi convinse che fosse meglio tacere. Pensai che sarebbero partiti il giorno dopo. Nella forma implicita è introdotta dalla preposizione “di” e ha il verbo all'infinito: Mi consigliarono di non bere l'acqua. La frase subordinata oggettiva ha, nel periodo la stesa funzione che il complemento oggetto ha nell'analisi della frase. Molto simili alle soggettive e alle oggettive sono le subordinate dichiarative che si distinguono da esse solo perché, invece di dipendere dal verbo della reggente, dipendono da un sostantivo: Mi ha entusiasmato l'idea di andare a fare quel viaggio. Non mi nego il piacere di gustare un buon gelato dopo cena. Costruzione italiana Le due forme della dichiarativa Anche le dichiarative hanno: 1) upisco che vuoi giocare La consapevolezza che tu voglia giocare non mi ha mai sfiorato Sono cosciente che tu voglia giocare Le proposizioni oggettive si costruiscono in maniera diversa a seconda che siano esplicite o implicite. • In forma esplicita sono introdotte dalla congiunzione che e hanno il verbo all’indicativo, al congiuntivo o al condizionale, seguendo le regole della concordanza tra i tempi dei verbi (➔consecutio temporum) Dico che sta bene Pensavo che Francesco avesse studiato Credevamo che sareste arrivati domani • In forma implicita presentano il verbo all’infinito e sono introdotte dalla ➔preposizione semplice di, oppure richiedono una reggenza assoluta senza preposizioni na forma esplicita introdotta dalla congiunzione subordinativa “che”, con un verbo all'indicativo e al congiuntivo: La certezza che se n'era andata mi calmò. La paura che non partisse era grande. 2) Una forma implicita, introdotta dalla preposizione “di”, con un verbo all'infinito: La paura di non rivederlo era grande.  La dichiarativa ha, nel periodo la funzione che il complemento di specificazione ha nell'analisi della frase: L'inquietudine di essere sola mi sconvolse. Nell’analisi del periodo, le proposizioni oggettive sono proposizioni ➔completive che svolgono, per così dire, la funzione del complemento ➔oggetto. Le proposizioni oggettive possono essere introdotte da un verbo, un nome o un aggettivo In forma implicita presentano il verbo all’infinito e sono introdotte dalla ➔preposizione semplice di, oppure richiedono una reggenza assoluta senza preposizione Credevo di annegare Vedo le cose ruotare intorno a me La forma implicita si usa quando il soggetto dell’oggettiva è lo stesso della proposizione reggente Penso di stare bene Maria crede di riuscirci oppure, se i soggetti sono diversi, con verbi transitivi come vedere, sentire, udire ecc. in cui il soggetto dell’oggettiva è contemporaneamente complemento oggetto della reggente Vi sento protestare animatamente L’uso dell’indicativo e del congiuntivo nelle oggettive non rispecchia solo una contrapposizione tra oggettività e soggettività, tipica di questi modi verbali, ma anche una tendenza a un uso più popolare e parlato rispetto a un uso più formale e letterario Penso / che questa mia generazione è preparata (I Nomadi, Dio è morto) – soprattutto in subordinate di secondo grado, si può omettere la congiunzione che, per evitare l’accumulo di congiunzioni; i modi usati sono il congiuntivo o il condizionale Volevo dire che penso tu abbia torto Ti ripeto che pensavamo avreste avuto difficoltà in questo caso l’uso dell’indicativo è possibile solo con il futuro Spero tornerai da me – si può usare la congiunzione come al posto di che, con il verbo prefer si può usare la congiunzione come al posto di che, con il verbo preferibilmente al congiuntivo Abbiamo constatato come tutti fossero d’accordo Ho già mostrato come tutto ciò sia inutile – con verbi che indicano un giudizio, un pensiero (dichiarare, credere, ritenere, proclamare ecc.), si può omettere l’ausiliare e usare soltanto il participio passato concordato con il soggetto della proposizione oggettiva Dichiaro chiusa la votazione (= dichiaro che la votazione è chiusa) Ritengo venuta l’ora delle conclusioni (= ritengo che sia venuta l’ora delle conclusioni). Storia Nella lingua letteraria dei secoli scorsi era frequente il costrutto, esemplato sul latino, con il verbo all’infinito e l’omissione della congiunzione che Sapeva niuna altra cosa le minacce essere che arme del minacciato (G. Boccaccio, Decameron). Pubblicità CATEGORIE  GRAMMATICA in Lingua VOCABOLARIO oggettivo oggettivo agg. [dal lat. mediev. obiectivus, der. di obiectum: v. oggetto]. – 1. In contrapp. a soggettivo (e in alternativa alla variante obiettivo, che ha però assunto sign. proprî particolari), che concerne l’oggetto, spec. nel senso... propoṡizióne proposizione propoṡizióne s. f. [dal lat. propositio -onis, propr. «il mettere innanzi», der. di proponĕre: v. proporre]. – 1. In genere, ciò che si enuncia, si dichiara, si afferma, e la frase stessa che contiene l’enunciato. Proposizione soggettiva La proposizione soggettiva è una proposizione subordinata che sostituisce il soggetto della proposizione principale. Ciò che viene indicato sotto forma di soggetto in una frase semplice può infatti essere espresso con un'intera frase, come accade nel prossimo esempio:  L'arrivo di Massimo mi preoccupa  Mi preoccupa che Massimo sia arrivato La coppia di enunciati mostra come il sintagma nominale costruito con il soggetto (l'arrivo di Massimo) venga sostituito dalla subordinata (che Massimo sia arrivato). Nella frase principale che regge la subordinata soggettiva, si ritrovano di solito delle espressioni impersonali (bastare, bisognare, convenire ecc.), per la quale identificare un soggetto può essere problematico. Per questo diremo che è la proposizione soggettiva a ricoprirne la funzione:  Basta che tu faccia presto  Bisogna che la facciamo finita Spesso, si ha nella principale una combinazione del verbo essere con un aggettivo o sostantivo:  È uno scandalo che nessuno dica niente  È meglio che tu non dica niente La frase spesso dipende anche da costruzioni introdotte dal pronome impersonale si:  Si dice che la signora Valeria abbia un amante In tutti questi casi, abbiamo incontrato dei verbi coniugati nella secondaria: si tratta della esplicita. Per la subordinata soggettiva esplicita, si usa di solito il congiuntivo. Altre volte, il verbo della soggettiva non è coniugato, ma all'infinito:  È meglio andare  Basta arrivare in tempo  È un problema partire In questi casi si parla di subordinata soggettiva implicita. Un'attività sportiva regolare è utile. Fare regolarmente dello sport è utile. È utile che facciamo regolarmente dello sport. Le frasi che fungono da soggetto rispetto alla reggente. Si dice che sia un gran bevitore. È bene riflettere prima di ogni discorso. Riconosciamo il tipo della frase soggettiva. La soggettiva è una subordinata complementare diretta che fa da soggetto alla frase reggente. I verbi che reggono questo tipo di frase sono: Verbi usti in forma impersonale come accadde, avviene, bisogna, conviene, sembra e così via Bisogna rientrare sempre entro la mezzanotte. Verbi dichiarativi usati nella costruzione del si impersonale ( si dice, si narra, si racconta) o al passivo ( è stato detto, sono stati raccontati): Anticamente si diceva che la terra fosse piatta. Espressioni impersonali come è bello, va bene, fa bene, cioè formati dalla terza persona singolare dei verbi essere, andare, fare, stare, qualificata da un aggettivo o un sostantivo: È bene che oggi restiate a casa. È necessario aiutare gli amici. Non fa bene fare il bagno dopo aver mangiato abbondantemente. Verbi indicanti sentimento come dolersi, rallegrarsi, spaventarsi: Mi rallegro che tu sia guarito. FORMA ESPLICITA, FORMA IMPLICITA Nella forma esplicita la soggettiva è introdotta dalla congiunzione subordinativa “che” ed è costruita con i verbi al modo indicativo, congiuntivo, condizionale: Sembra che il nostro amico verrà domani. È necessario che venga domani. Si diceva che sarebbe venuto domani. Nella forma implicita può essere introdotta dalla preposizione “di ” e ha il verbo all'infinito, oppure può legarsi direttamente alla principale: La mia decisione è di restare qui. È bello essere amici. La subordinata soggettiva ha dunque, nel periodo, una funzione simile a quella che ha il soggetto nella frase. E' una frase che funge da È chiaro che questa squadra vincerà lo scudetto In un registro più vicino al parlato, con il verbo al congiuntivo o al condizionale, si può omettere la congiunzione che Risulta stia meglio Si pensava sareste arrivati subito. Le proposizioni subordinate possono dividersi in soggettive ed oggettive. Le prime hanno una funzione di soggetto mentre le seconde hanno la funzione di complemento oggetto. Vediamo quali sono le regole da seguire per costruire frasi con queste subordinate e come distinguerle tra di loro. La proposizione soggettiva ha la funzione di soggetto di una proposizione reggente con il verbo alla forma impersonale. Risponde alla domanda: che cosa? Esempio di frase soggettiva è: Mi sembra che il treno sia già partito. È importante ricordare che il verbo della proposizione reggente da cui dipende la soggettiva non ha mai un proprio soggetto, né espresso, né sottinteso. La funzione di soggetto è assunta dall’intera proposizione subordinata. La proposizione soggettiva ha la funzione di soggetto di una proposizione reggente con il verbo alla forma impersonale. Risponde alla domanda: che cosa? È importante ricordare che il verbo della proposizione reggente da cui dipende la soggettiva non ha mai un proprio soggetto, né espresso, né sottinteso. La funzione di soggetto è assunta dall’intera proposizione subordinata. La subordinata soggettiva è retta:  da un verbo impersonale come sembrare, bisogna, conviene, importa: Sembra che tu abbia bisogno di dormire.  espressioni impersonali formate da verbo essere, parere, sembrare alla terza persona singolare seguiti da un aggettivo sostantivato o avverbio come è utile, è necessario, è tempo: È necessario che tu sia informato.  un verbo preceduto dal si impersonale come si dice, di pensa, si crede: Si dice che la tua squadra vincerà il campionato. Le proposizioni soggettive possono avere forme esplicite o implicite.  Si ha forma esplicita quando è introdotta dalla congiunzione che, il verbo è al modo indicativo per esprimere certezza o congiuntivo o condizionale per esprimere subbio, incertezza, apparenza: È evidente che non è stata colpa mia.  Si ha la forma implicita quando il verbo è al modo infinito, con o senza la preposizione di: Mi sembrava di sognare.  Non si usa il di dopo espressioni come: occorre, è giusto, è bene, conviene. La subordinata soggettiva è retta: da un verbo impersonale espressioni impersonali formate un verbo preceduto dal si impersonale Le proposizioni soggettive possono avere: forma esplicita quando è introdotta dalla congiunzione che, il verbo è al modo indicativo o congiuntivo o condizionale. forma implicita quando il verbo è al modo infinito, con o senza la preposizione di. La proposizione oggettiva svolge la funzione di complemento oggetto della proposizione reggente. Risponde alla domanda che cosa? Esempi di frasi con la proposizione oggettiva sono:  Desideravo possedere un orologio al quarzo.  Non credo che tu verrai a trovarmi. La proposizione oggettiva dipende da verbi che esprimono  affermazione o dichiarazione come dire, scrivere, affermare, spiegare: Tutti dicono che sei una persona diligente.  ricordo o percezione dei sensi come ricordare, dimenticarsi, sentire, ascoltare: Non ricordavo dovessimo vederci oggi.  giudizio, opinione, dubbio come credere, pensare, stimare: Credevo che tu fossi già partito per il mare.  volontà, timore, speranza, desiderio come desiderare, vietare, permettere: Si auguravano di partecipare al gioco. La proposizione oggettiva dipende da verbi che esprimono: affermazione o dichiarazione come dire, scrivere, affermare, spiegare; ricordo o percezione dei sensi come ricordare, dimenticarsi, sentire, ascoltare; giudizio, opinione, dubbio come credere, pensare, stimare; volontà, timore, speranza, desiderio come desiderare, vietare, permettere. La frase soggettiva e quella oggettiva sono dette anche completive e si distinguono l'una dall'altra perché, mentre la prima svolge la funzione di soggetto della principale, la seconda svolge quella di complemento oggetto. Vi spieghiamo qui un trucco facilissimo per distinguere oggettiva e soggetti va ; qui di seguito invece saremo molto più sintetici per consentirvi di ripetere con rapidità e di arrivare subito al dunque. Sappiate che una soggettiva può esserci solo se nella principale non c'è il soggetto, quindi se in quest'ultima c'è un verbo impersonale: le frasi subordinate soggettive che leggerete qui di seguito ve lo mostrano chiaramente perché sono rette (occhio alla differenza tra reggente e dipendente) proprio da una principale con tali tipi di verbo (es. Si pensò, si volle ecc.).   Altra differenza molto importante riguarda - come tutte le altre subordinate - le frasi soggettive implicite e le frasi soggettive esplicite: le prime hanno un verbo di modo finito (indicativo, congiuntivo e condizionale) mentre le seconde hanno un verbo di modo indefinito (infinito, participio e gerundio). Trovate qui un approfondimento sulla differenza tra le une e le altre frasi con esempi commentati. Frasi soggettive esplicite  Si pensò che Marco fosse il colpevole;  Si decise che lo studente avrebbe dovuto essere promosso;  Si scoprì che Matteo era stato già al corso un anno prima;  Non si volle che Lucia sostenesse l'esame;  Non si disse che lui avrebbe dovuto abbandonare.  Frasi soggettive implicite  Si pensò di non procedere;  Si decise di lasciar perdere;  Si chiese di essere chiari e di evitare fraintendimenti;  Non si era affatto detto di sospenderlo;  Non si è ritenuto di procedere.  Avrete senz'altro capito perché le subordinate degli esempi sono soggettive: nella principale non c'è il soggetto; se ci fosse stato le dipendenti sarebbero state tutte oggettive. Date un occhio inoltre alla frase complessa numero 3 del secondo gruppo: si tratta di un periodo in cui c'è una principale seguita da due subordinate soggettive collegate tra loro dalla congiunzione copulativa e. Se doveste fare l'analisi del periodo sarebbe questa:  Si chiese = proposizione principale o reggente;  di essere chiari = proposizione soggettiva implicita di primo grado;  e di evitare fraintendimenti = coordinata alla subordinata soggettiva implicita di primo grado.  Tutto chiaro, vero? Subordinate dichiarative Le proposizione dichiarative spiegano un termine della reggente (un nome o un pronome). Descrizione[modifica | modifica wikitesto] Nel caso della subordinata dichiarativa, l'elemento che richiede una precisazione può essere:  un pronome dimostrativo o un aggettivo dimostrativo seguito da un nome:  Penso questo: / che tu sia stato poco generoso.  Siamo intesi su questo punto: / che sarai a casa per le sette.  un nome il cui significato spesso indica timore, dubbio, opinione, certezza:  Ho la sensazione / che Mario sia scontento del servizio che gli ho fatto.  Mi viene il dubbio / che anche tu saresti caduto nella trappola. Nell’analisi del periodo, le proposizioni dichiarative (dette anche esplicative) sono proposizioni ➔coordinate (o subordinate) che servono a spiegare o a precisare il contenuto della principale. Le proposizioni dichiarative sono introdotte dalle congiunzioni ➔dichiarative cioè, ossia, ovvero, ovverosia, infatti, difatti e dalle locuzioni ➔congiuntive vale a dire, per essere precisi, in altre parole, in altri termini Vado da mia madre, cioè vado a rilassarmi Continua a dire cose strane: in altre parole, è impazzito Le proposizioni dichiarative subordinate si costruiscono in maniera diversa a seconda che siano esplicite o implicite. 1. In forma esplicita spiegano un elemento della principale (spesso rappresentato da pronomi ➔dimostrativi o aggettivi ➔dimostrativi oppure da pronomi ➔indefiniti o da aggettivi ➔indefiniti oppure dall’avverbio così), sono introdotte dalla congiunzione che, e presentano il verbo all’indicativo, al congiuntivo o al condizionale Da tempo mi ero accorto di questa cosa: che eri un tifoso sfegatato Aspettavamo solo questo, che il concerto del Boss cominciasse Sarebbe andata così: che ti saresti ferito 2. In forma implicita, invece, sono introdotte dai due punti o da di e presentano il verbo all’infinito Questo sarebbe giusto: aiutare i più sfortunati Di una cosa mi pento, di non aver installato l’antivirus. Dubbi Qualche dubbio può sorgere riguardo alla punteggiatura da usare prima di una proposizione dichiarativa. Quasi sempre la proposizione subordinata introdotta da che è preceduta dai due punti Ho notato questo fatto: che sei miope La coordinata introdotta da cioè o e cioè è invece preceduta dalla virgola Questo vorrei, e cioè che fossi più attento. Le proposizioni dichiarative si chiamano così perché "spiegano" un elemento della frase principale---> solitamente è un pronome dimostrativo o un nome derivante da un verbo indicante opinione, convinzione, speranza, certezza, pensiero, sospetto, impressione, etc. Se la proposizione è coordinata è introdotta da preposizioni o locuzioni tipo---> cioè, ossia, ovvero, in altre parole, sarebbe a dire, vale a dire, per essere precisi Se la proposizione è subordinata può avere  forma esplicita (che + indicativo-congiuntivo-condizionale) o  forma implicita (: o di + infinito) Esempi di dichiarative (in grigio l'elemento nominale che la dichiarativa spiega)   Di una cosa sono convinto, non avresti potuto fare scelta migliore  Torno a casa per le vacanze, cioè vado a sorbirmi i parenti per un mese! Penso questo: che tu sia stato uno sciocco a lasciare Giulia Mi viene un dubbio: che tu abbia dimenticato il giubbotto in pizzeria. Lui desidera solo questo: vincere il torneo di calcetto. In questo ti sbagli: che Laura abbia capito le tue intenzioni In questo ti sbagli: che Laura abbia capito le tue intenzioni Aveva la certezza di averlo offeso Mi indigno del fatto che tu abbia potuto credere alle sue parole! Su questo non saremo mai d'accordo: che i soldi non fanno la felicità degli uomini Ha avuto la forza di reagire ai soprusi Mi preoccupa la cosa: Luisa non sarà promossa con questi voti in matematica Non finiremo mai in tempo, infatti è già ora di consegnare i compiti Avevo l'impressione che non avresti richiamato e così è stato Siamo dell'idea di ripartire subito dopo pranzo  Mi rende felice il pensiero che presto sarai guarita Subordinate finali La proposizione finale è una prop osizione subordinata che indica il fine o lo scopo cui è diretta l'azione espressa nella proposizione reggente. La proposizione finale può essere di due tipi: esplicita o implicita. È possibile riconoscerla ponendo la domanda "allo scopo di" e "al fine di". Finale esplicita ed implicita[modifica | modifica wikitesto] La finale esplicita è introdotta da una congiunzione o da locuzioni come "perché", "affinché", "che", "onde", "acciocché", "in modo che". Ha sempre il verbo al congiuntivo presente o imperfetto.  Ritirerò i tappeti più costosi affinché i bambini non li sporchino  La donna ritirò i tappeti più costosi affinché i bambini non li sporcassero. È utile inoltre ricordare che, se nella principale e nella subordinata i soggetti sono gli stessi, la costruzione si rende benissimo anche con "a, per, di" e l'infinito o viene introdotta da "allo scopo di", "al fine di" :  Sono venuto qui per vederti  Luca è salito a lavarsi. In tal caso, si otterrà una subordinata implicita. Nell’analisi del periodo, le proposizioni finali sono proposizioni ➔subordinate che esprimono il fine, lo scopo, l’obiettivo di quanto viene detto nella proposizione principale. Le proposizioni finali subordinate si costruiscono in maniera diversa a seconda che siano esplicite o implicite. • Le proposizioni finali esplicite vengono introdotte da perché, affinché, acciocché, ché, onde, e hanno il verbo al congiuntivo Era stato chiamato perché risolvesse il problema Te l’ho detto affinché tu possa decidere perché causale è seguito da indicativo: non esco perché sono stanco, mentre il perché finale è seguito da congiuntivo: ti aiuto perché tu possa migliorare; → affinché ha esclusivamente valore finale: te lo spiego affinché tu capisca. Le proposizioni finali esplicite possono essere introdotte anche dalle congiunzioni accioché e onde, ma sono di uso letterario o burocratico: si prega di rispettare la fila, onde evitare spiacevoli discussioni. Anche la congiunzione che può introdurre una finale, ma è propria della lingua parlata: telefonami, che parliamo un po’. Il modo verbale usato nelle finali esplicite è il congiuntivo, la scelta del tempo dipende da quello della reggente: → il congiuntivo presente si usa se nella reggente c’è un presente o un futuro o, in certi casi, un passato prossimo: Marta ti chiama (ti chiamerà, ti ha chiamato) perché tu vada con lei; si usa anche in dipendenza da un passato se la relazione del fine si riferisce al presente o al futuro: mi chiamò l’anno scorso perché lo vada a trovare l’anno prossimo; → il congiuntivo imperfetto si usa se nella reggente c’è un passato (anche prossimo): Marta ti chiamava (ti ha chiamato, ti chiamò) affinché tu andassi con lei. Il passato prossimo indica un punto nel tempo più o meno prossimo al presente e per questo possono esserci oscillazioni nella concordanza. • La forma implicita è la soluzione più frequente quando il soggetto della reggente e quello della subordinata coincidono: nuoto (io) per tenermi allenato (io). Il costrutto implicito si usa anche se l’infinito ha un soggetto generico: questo è un posto ideale per fare carriera e, a differenza della maggior parte delle subordinate, le finali possono avere forma implicita anche quando il soggetto della reggente è diverso da quello della subordinata: ho invitato gli ospiti a prendere posto a tavola. Sono introdotte da: → infinito preceduto da per, a, di, che si scelgono a seconda del verbo reggente, in alcuni casi è possibile l’uso indistinto di a o di per: sono andato in biblioteca a (per) prendere il libro, in altri casi non è possibile: ti prego di scusarmi; → le locuzioni al fine di, allo scopo di, in modo di + infinito: sto studiando al fine di superare l’esame. Oltre che da un verbo, le finali possono dipendere da un nome o da un aggettivo: i miei consigli per aiutarti sono stati inutili; un periodo di riposo è indispensabile per guarire. Una proposizione subordinata si dice finale quando indica il fine, cioè lo scopo per il quale avviene l'azione indicata dalla proposizione da cui dipende ( reggente ). Mangio il pane per nutrirmi. La proposizione subordinata: per nutrirmi. viene detta subordinata finale, in quanto indica il fine del mangiare. La proposizione subordinata finale può essere esplicita se usa un modo indicativo o congiuntivo ed è introdotta da congiunzioni o locuzioni finali ( affinché, perché, acciocché, in modo che, ecc. ); è implicita se usa il modo infinito preceduto da preposizioni o locuzioni ( per, di, a, al fine di, allo scopo di, con l'intenzione di, ecc.). Uso internet perché mi aggiorna. La proposizione subordinata: perché mi aggiorna. ha il verbo: aggiornare all'indicativo; di conseguenza la chiamiamo subordinata finale esplicita. Mangio il pane per nutrirmi. La proposizione subordinata: per nutrirmi. ha il verbo: nutrire all'infinito; di conseguenza la chiamiamo subordinata finale implicita. Subordinate causali La proposizione causale è una proposizione subordinata che indica la causa o il motivo di quanto viene espresso nella proposizione reggente.  Sono inferocito  perché sei arrivato tardi. Ha la stessa funzione del complemento di causa, che potrebbe riprodurre quanto esposto nella seguente costruzione:  Sono arrabbiata a causa del tuo ritardo. In quanto segue, si illustrano gli esempi più tipici di proposizione causale. Nel caso della subordinazione esplicita si tratta una frase subordinata introdotta da congiunzioni come perché, siccome, poiché, giacché, o da locuzioni quali dato che, dal momento che, in quanto che, considerato che, visto che, posto che, ecc.... Richiede in genere l'uso dell'indicativo o, talvolta, del condizionale.  Siccome non ho soldi, non posso ancora pagarti.  Non ti chiedo di accompagnarmi perché non lo faresti. Esistono inoltre proposizioni causali implicite, sempre subordinate che ricorrono soprattutto con l'uso del gerundio:  Non avendo soldi, non posso ancora pagarti. Anche la preposizione semplice per può introdurre la proposizione causale, combinata al verbo all'infinito passato  Mio figlio è stato denunciato per aver infranto i vetri di alcune finestre.  Settimana scorsa un gruppo di studenti è stato sospeso per aver danneggiato gli armadietti del corridoio. Anche il participio passato può essere usato nella subordinata implicita:  Picchiato dal padrone, il cane lo ha morso. Nell’analisi del periodo, le proposizioni causali sono proposizioni ➔subordinate che indicano la causa per cui avviene ciò che è espresso nella proposizione reggente.  Le proposizioni causali possono essere esplicite o implicite.  • Le causali esplicite sono introdotte da congiunzioni come perché, siccome, poiché, giacché, come, che (o ché) o da locuzioni congiuntive come per il fatto che, per il motivo che, dal momento che, dato che, visto che, in quanto (o in quanto che) e di solito vengono espresse all’indicativo  Andrò al cinema da solo, dato che tu non vuoi venirci  ma in alcuni casi possono essere costruite anche con il congiuntivo o con il condizionale  Non supera quello scoglio non perché non ne sia capace, ma perché non vuole  Ti chiamerò più tardi, perché vorrei parlarti  • Le causali implicite possono essere costruite con:  – per + infinito passato  Ecco in che situazione mi trovo, per essere stato troppo buono  – il gerundio, presente o passato  Conoscendolo, so che si comporterà bene  Avendo analizzato a lungo la proposta, ho deciso di non accettare  – il participio passato  Svegliato da un suono brusco, sobbalzò violento L’imputato fu assolto, non aveva compiuto il reato.  In questo periodo, oltre che a due proposizioni coordinate, c'è anche un legame logico tra la prima e la seconda, infatti si capisce che il primo fatto è conseguenza del secondo. Questo nesso logico si può esprimere più chiaramente dicendo: L’imputato fu assolto perché non aveva commesso reato.  Così facendo abbiamo cambiato la struttura del periodo che ora risulta composto da una principale (L’imputato fu assolto) e da una subordinata (perché non aveva commesso il reato) che esprime la ragione, la causa il motivo di ciò che è affermato nella principale: queste subordinate sono chiamate CAUSALI. si svolge l’azione espressa nella reggente. Sono felice perché oggi è una bella giornata di ➤ sole. 1.La proposizione subordinata causale perché ho studiato. prop. sub. causale Ho preso un bel voto prop. principale Ho preso un bel voto complemento di causa / per lo studio. ➤ 322 LA SINTASSI DELLA FRASE COMPLESSA La proposizione subordinata causale esplicita può essere introdotta anche dalla congiunzione che: – anticipata da verbi come dispiacersi, rallegrarsi, meravigliarsi, essere felice ecc.: Mi dispiace che tu non possa venire a cena da ➤ noi. / Tutti si sono meravigliati che tu abbia preso questo brutto voto. – inserita in costruzioni come sbrigati / sbrighiamoci, affrettati, muovi La proposizione subordinata causale esplicita può essere introdotta anche dalla congiunzione che: – anticipata da verbi come dispiacersi, rallegrarsi, meravigliarsi, essere felice ecc.: Mi dispiace che tu non possa ➤ venire a cena da noi. / Tutti si sono meravigliati che tu abbia preso questo brutto voto. – inserita in costruzioni come sbrigati / sbrighiamoci, affrettati, muoviti: Muoviti che ➤ facciamo tardi. Una proposizione subordinata si dice causale quando indica la causa di quello che avviene nell'azione indicata dalla proposizione da cui dipende ( reggente ).  Resto in casa perché sta piovendo.  La proposizione subordinata:  perché sta piovendo..  viene detta subordinata causale, in quanto indica il motivo per cui resto in casa.  La proposizione subordinata causale può essere esplicita se usa un modo indicativo o congiuntivo o condizionale è introdotta da congiunzioni o locuzioni causali ( perché, poiché, giacché, dal momento che, in quanto, ecc. ); è implicita se usa il modo infinito preceduto da preposizioni o locuzioni ( di, a, con, per, ecc.) o il modo gerundio o participio senza preposizioni.  Resto in casa perché sta piovendo.  La proposizione subordinata:  perché sta piovendo.  ha il verbo: stare all'indicativo; di conseguenza la chiamiamo subordinata causale esplicita.  Mangio il pane avendo fame.  La proposizione subordinata:  avendo fame.  ha il verbo: avere al gerundio; di conseguenza la chiamiamo subordinata causale implicita. La proposizione causale La proposizione subordinata causale indica la causa, il motivo per cui si compie l’azione espressa nella reggente. Essa è introdotta da congiunzioni e locuzioni come perché, giacché, siccome, per il fatto che. Non esco perché sono stanco = Non esco a causa della stanchezza Quando le causali sono esplicite ( il verbo è coniugato in un modo finito) hanno il verbo al modo indicativo, congiuntivo o condizionale. Vediamo alcuni esempi. Modo indicativo: Torno a casa perché piove. Modo congiuntivo: Batteva i denti non perché avesse freddo, ma perché era spaventato. Modo condizionale: Raccolgo i mirtilli poiché vorrei fare una marmellata. Quando le causali sono di forma implicita ( il verbo è coniugato al modo indefinito) hanno il verbo al gerundio, infinito o participio passato. Gerundio: Essendo stanco, preferì non uscire. Infinito: Ora ti trovi nei guai per aver dato retta alle sue parole. Participio passato: Presi dallo spavento, i ladri scapparono alla vista della polizia. Subordinate concessive La proposizione concessiva è una proposizione subordinata che esprime una concessione, ovvero indica che una cosa, sia o non sia vera, non ha effetto su un'altra. È di norma introdotta da congiunzioni come malgrado, nonostante, sebbene, benché. In questi casi, la concessiva richiede l'uso del congiuntivo (Malgrado siano tutti arrivati, c'è poca gente alla festa). È l'unico caso, oltre a quello della proposizione interrogativa indiretta, che vede il condizionale seguire alla congiunzione se:  Non andrò alla sua festa domani, anche se mi piacerebbe. La congiunzione anche se può richiedere l'uso dell'indicativo (anche se sono tutti arrivati...), del condizionale (vedi esempio precedente) e del congiuntivo; in quest'ultimo caso si parla di proposizione concessiva ipotetica, e in alternativa ad anche se si possono usare anche altre congiunzioni, come "quand'anche": anche se avesse preso il treno, non sarebbe arrivato in tempo. Esistono proposizioni concessive implicite, che ricorrono dunque all'uso di modi infiniti come il gerundio:  Pur ballando male, sono andata alla festa e ho conosciuto un sacco di gente L'enunciato corrisponde dunque anche se ballo male... Hanno valore concessivo anche gli enunciati introdotti da indefiniti come chiunque, dovunque, comunque e simili. Si può parlare di frase concessiva anche nel caso della proposizione principale:  Sarà pure un calciatore pssa (L. Dalla, Anche se il tempo passa) reparato, ma oggi è apparso del tutto svogliato  Nell’analisi del periodo, le proposizioni concessive sono proposizioni ➔subordinate nelle quali si esprime un fatto o una situazione che si verificano nonostante ciò che viene espresso nella proposizioni ➔principale.  Possono essere di forma esplicita o implicita.  • Le concessive esplicite sono introdotte da congiunzioni o da locuzioni congiuntive concessive come seppure, benché, ancorché, anche se, quand’anche, con tutto che oppure da pronomi e aggettivi indefiniti o avverbi come chiunque, qualunque, comunque, come che, checché. Il verbo è al congiuntivo, tranne quando è introdotto da anche se o da con tutto che  Era ancora forte, benché fosse in avanti con gli anni  Checché se ne dica, è una bella canzone  Sebbene tu sia luce che prorompe dalla tenebra (V. Capossela, I fuochi fatui)  Anche se il tempo passa e tu non sei mai la ste Le concessive implicite prevedono diversi tipi di costruzioni:  – con il gerundio preceduto di solito da pure o da anche  Pur essendo molto timido, è un ragazzo piacevole  – con il participio passato preceduto da una congiunzione concessiva  Sebbene malato, è andato al lavoro  – con l’infinito preceduto da per o da locuzioni come nemmeno (neppure, neanche) a, a costo / rischio di  Per essere così caro, non è un gran ristorante. Pur amando quel luogo, preferì partire.  Benché fosse ferito, guidò fino alla frontiera.   Anche se era ormai molto ricco, rimaneva una persona semplice.  In tutti questi esempi la subordinata esprime un ostacolo al compiersi dell’azione espressa dalla principale stessa, per così dire in essa si ammette, si concede l’esistenza di una difficoltà che però non è mai tale da impedire l’azione principale. Per questo motivo tali subordinate si chiamano concessive.  Era ferito eppure guidò fino alla frontiera.  Era ormai ricche eppure rimaneva una persona semplice.  Amava quel luogo eppure preferì partire. Nella forma esplicita le concessive sono espresse mediante:  benché  ancorché  sebbene  quantunque  per quanto  nonostante che  malgrado che  anche se  Sebbene avesse già perso molti soldi, tuttavia, continuava a giocare.  Benché fosse grande e grosso, le ha prese da un compagno più piccolo.  Benché sia tardi, non ho sonno.  Nonostante sia senza soldi, non vuole lavorare.  Per quanto sia basso di statura, Paolo è un eccellente giocatore di pallavolo.  Quantunque sia perfettamente sicuro, il paracadutismo acrobatico lascia sempre gli spettatori con il fiato sospeso. il modo è sempre il congiuntivo tranne nel caso di costo di + infinito. Esempi sono: A costo di sembrare noioso, ripeterò ancora una volta ciò che vi ho già detto. Pur essendo già tardi, è ancora chiaro in cielo. La proposizione concessiva indica il fatto o la circostanza nonostante i quali si verifica quanto è affermato nella reggente. La proposizione concessiva svolge nel periodo una funzione analoga a quella del complemento concessivo nella frase semplice. Vediamo un esempio: Continuammo la lettura benché fossimo annoiati proposizione reggente subordinata concessiva Continuammo la lettura nonostante la noia complemento concessivo Nella forma esplicita è introdotta da congiunzioni e locuzioni congiuntive come sebbene, nonostante, benché, quantunque, per quanto, malgrado (che), quand’anche, neanche se, anche se; da aggettivi o pronomi indefiniti come chiunque, qualunque, qualsiasi, checché e, di norma, ha il verbo al congiuntivo. Invece, quando è introdotta da locuzioni come anche se, con tutto che, ha il verbo all’indicativo. Ecco qualche esempio: Qualunque cosa facciano, non andremo con loro Per quanto abbia già letto quel libro, lo rileggerò volentieri Luigi si mise in viaggio, nonostante piovesse a dirotto Abbiamo comprato la cioccolata, anche se siamo a dieta Nella forma implicita può essere introdotta da pur(e) e ha il verbo al gerundio, può essere introdotta da benché, pur(e), per quanto, sebbene con il verbo al participio passato, può essere introdotta da per, nemmeno a, neppure a, neanche a, manco a, a costo di, a rischio di con il verbo all'infinito. Ecco qualche esempio: Pur andando lento, Luigi arrivò in tempo Benché invecchiato, Luigi è molto atletico Per essere anziano, Luigi ha un eccellente tono muscolare Non farò la spia, a rischio di essere sospeso Non ci sarei rimasto, a costo di tornare a piedi Non c'era un pesce (nemmeno) a pagarlo Questa subordinata ammette l’esistenza di qualcosa che potrebbe rappresentare (ma non rappresenta) un ostacolo alla realizzazione di quanto detto nella reggente. Risponde quindi alla domanda “Nonostante che cosa?”ed introduce una sorta di frattura rispetto al rapporto causa-effetto che potrebbe essere espresso più linearmente da una proposizione causale: Mi sono fermato Non mi sono fermato perché ero molto stanco nonostante fossi molto stanco    Subordinate temporali  Una proposizione subordinata si dice temporale quando indica il tempo in cui avviene l'azione indicata dalla proposizione da cui dipende. L'ombrello si apre quando piove. La proposizione subordinata: quando piove. viene detta subordinata temporale, in quanto indica il tempo in cui occorre aprire l'ombrello, cioè quando piove. La proposizione subordinata temporale può essere esplicita se usa un modo indicativo o congiuntivo ed è introdotta da congiunzioni o locuzioni temporali ( mentre, quando, dopo finché, ogni volta, prima, appena, nel momento in cui, tutte le volte, al tempo in cui, ecc. ); è implicita se usa il modo infinito preceduto da preposizioni o locuzioni ( a, nel, su, prima di, dopo di, ecc.), gerundio o participio senza preposizioni. L'ombrello si apre quando piove. La proposizione subordinata: quando piove. ha il verbo: piove all'indicativo; di conseguenza la chiamiamo subordinata temporale esplicita. Rifletti su quello che dici, prima di parlare. La proposizione subordinata: prima di parlare. ha il verbo: parlare all'infinito; di conseguenza la chiamiamo subordinata temporale implicita. Faccio una spremuta mentre cuoce la torta. Spesso quando parliamo sentiamo il bisogno di ordinare nel tempo i fatti che stiamo esponendo e stabiliamo tra di essi un rapporto di successione o di connessione temporale. Diciamo infatti: Metto in moto la macchina mentre ti aspetto. Farò le valigie prima di partire. Dopo essere stato in Inghilterra visitai anche Parigi. Siamo abituati a far riferimento a tempi o stati temporali differenti: infatti sappiamo distinguere con facilità il presente, ciò che avviene mentre parliamo (metto in moto) dal passato, ovvero ciò che è stato (visitai), dal futuro, ciò che sarà (farò). Si può fare anche un’altra osservazione riguardo al modo in cui noi possiamo mettere in relazione temporale i due avvenimenti; se riflettiamo a come noi solitamente ordiniamo nel discorso gli avvenimenti, ci accorgiamo che ci offrono solo due possibilità: due avvenimenti si svolgono contemporaneamente: Leggo il giornale mentre mangio. Mangio prima di leggere. Oppure in diversi momenti: Leggo dopo aver mangiato. Mangio prima di leggere. Se nel primo caso diciamo che gli avvenimenti sono contemporanei, nel secondo possiamo dire che uno è anteriore e l’altro posteriore: prima mangio, poi leggo. Si distinguono perciò tre tipi di subordinate temporali: della contemporaneità, dell’anteriorità, e della posterità. Le temporali della contemporaneità sono dipendenti che esprimono fatti che si collocano in stretta contemporaneità con quelli espressi nella principale. Ad esempio Ascolto la musica mentre mangio. Contemporaneità nel presente Mangerò quando arriverò. Contemporaneità nel futuro. Mentre studiava ascoltava musica. Contemporaneità nel passato. Le temporali dell’anteriorità sono dipendenti che esprimono fatti che si collocano nel tempo anteriormente a quelli espressi nella principale. Ad esempio: Ascolto la musica dopo aver mangiato. Mangerò dopo che sarò arrivato. Entrò dopo che ebbe bussato. Quando avrai finito di studiare potrai giocare alla playstation. Nell’analisi del periodo, le proposizioni temporali sono proposizioni ➔subordinate che indicano il momento in cui si svolge quanto è detto nella proposizione reggente. Le proposizioni temporali possono esprimere anteriorità, contemporaneità o posteriorità rispetto alla reggente e si costruiscono in  Sono uscito al momento dell'apertura delle porte. ubordinazione esplicita[modifica | modifica wikitesto] Nel caso della subordinazione esplicita si tratta una frase subordinata introdotta da congiunzioni che variano a seconda della costellazione temporale degli eventi (anteriorità, contemporaneità, posteriorità). L'anteriorità temporale può essere indicata nella frase con una serie di espressioni del tipo innanzitutto. In tal caso, il modo previsto nella subordinata è il congiuntivo, dato che l'azione viene considerata in un momento in cui non è ancora iniziata.  È meglio uscire prima che chiudano le porte. La contemporaneità può essere indicata, ad esempio, da quando, o mentre:  È meglio uscire quando tutte le porte sono aperte. Per la posteriorità, riferita al verbo della principale rispetto al momento indicato nella secondaria, si usano locuzioni come dopo che o simili; anche quando ha la proprietà di poter indicare questa relazione temporale in combinazione ad un tempo composto:  Non si può uscire dopo che hanno chiuso le porte.  Non si può uscire quando hanno chiuso le porte. Subordinazione implicita[modifica | modifica wikitesto] Esistono inoltre proposizioni temporali implicite, sempre subordinate che ricorrono al gerundio, all'infinito, al participio. In quanto segue, si ricordano le costruzioni più frequenti: Il gerundio indica contemporaneità o, nella forma composta, anteriorità rispetto alla principale:  Uscendo di casa, la donna si dirige verso l'ufficio postale  Essendo uscita di casa, la donna si dirige verso l'ufficio postale La seconda possibilità è comunque poco usata. Sarà senz'altro più probabile che si utilizzi, per indicare posteriorità, una forma del participio:  Uscita di casa, la donna si dirige verso l'ufficio postale L'infinito può essere usato per esprimere le diverse costellazioni temporali di contemporaneità, posteriorità ed anteriorità:  Al momento di uscire, Luigi si è sentito male  Dopo essere uscito, si è sentito male  Prima di uscire, si è sentito male. e proposizioni temporali indicano le circostanze di tempo in cui si svolgono i fatti espressi nella proposizione principale.  Si distinguono tre categorie di rapporti temporali:  • contemporaneità: gli eventi della reggente e della subordinata sono contemporanei;  • posteriorità: l’evento della reggente è posteriore a quello della subordinata;  • anteriorità: l’evento della reggente è anteriore rispetto a quello della subordinata.  Oggi vedremo le temporali che hanno un rapporto di contemporaneità con la reggente.  Le temporali possono essere espicite o implicite.  FORMA ESPLICITA  Le temporali esplicite possono avere l’indicativo, il congiuntivo o il condizionale a seconda degli specifici significati: realtà, ipotesi, eventualità.  Le temporali che esprimono contemporaneità rispetto alla reggente possono essere introdotte da: quando, come, appena, non appena, mentre, nel momento che, intanto che, tanto che, al tempo che (in cui), nell’istante che (in cui) ecc.  Il verbo è per lo più all’indicativo perché solitamente si indicano circostanze reali, la collocazione della temporale è in genere prima della reggente: mentre mangio, guardo la televisione; quando lo vedrò, glielo dirò. In quest’ultimo esempio non c’è vera e propria contemporaneità, tuttavia i fatti sono in così rapida successione da sembrare contemporanei.  Si usa il congiuntivo se la circostanza temporale collocata nel futuro si presenta con valore ipotetico o concessivo, soprattutto con appena e non appena, meno frequente con quando: glielo dirò non appena tu lo voglia.  Vediamo nello specifico gli elementi che introducono le temporali che esprimono un rapporto di contemporaneità:  • quando: è la congiunzione temporale per eccellenza, può introdurre rapporti di contemporaneità, anteriorità e posteriorità. Per più specifiche determinazioni temporali può essere anche preceduta da una preposizione: di, a, per, da (da quando, a quando): quando sei pronto, andiamo; non la sento da quando è partita. La congiunzione quando può essere rafforzata da ecco, per sottolineare la concomitanza tra le azioni espresse dalla reggente e dalla subordinata: stavo iniziando a mangiare, quand’ecco che squilla il telefono, è possibile avere anche una subordinata implicita con infinito: quand’ecco squillare il telefono;  • che: la congiunzione che può introdurre significati temporali, la temporale introdotta da che segue sempre la reggente: sono arrivata che (=mentre) stavate uscendo;  • mentre: la congiunzione mentre sottolinea la durata dell’azione contemporanea al fatto della proposizone reggente e per questo non ammette i tempi perfettivi (come il passato prossimo o il passato remoto). La collocazione rispetto alla reggente può variare: mentre studia ascolta la radio; ascolta la radio mentre sudia;  • come, appena, non appena: la rapidità della successione che queste congiunzioni sottolineano è tale che i fatti, pur essendo anteriori, appaiano contemporanei a quelli della reggente: appena lo vide, lo riconobbe; come lo guardavo, arrossiva.  FORMA IMPLICITA  Le temporali implicite possono avere:  • l’infinito preceduto dalle preposizioni articolate: → nel: richiede lo stesso soggetto nella temporale e nella reggente ed è come se collocasse il fatto di quest’ultima all’interno della circostanza temporale, che solitamente si antepone: nel salutarti, mi sono commosso; → al: richiede generalmente un soggetto diverso e indica vicinanza tra i fatti della temporale e della reggente: al calar del sole rientrammo a casa; → col: indica che i fatti della reggente e della subordinata si corrispondono in fatto di durata ne tempo: questo vino migliora coll’invecchiarsi; →sul: indica che l’azione della reggente e quella della subordinata sono contemporanee solo in modo approssimativo: arrivò sul far della sera (l’arrivo e la sera non coincidono perfettamente); • l’infinito preceduto dalle locuzioni prepositive: nel momento di, all’atto di, prima di, nel punto di ecc: prima di partire ti chiamo; • il gerundio presente: cucinando (= mentre cucino) ascolto la radio. Subordinate consecutive La proposizione consecutiva è una proposizione subordinata che indica la conseguenza o l'effetto di un'azione espressa nella proposizione reggente.  Ho letto così tanti libri che mi si incrociano gli occhi  Mi ero stancata, sicché sono andata a letto La differenza rispetto alla proposizione finale è il fatto che manca, nella consecutiva, l'elemento di volontarietà espresso nella proposizione principale. Le congiunzioni principali che la introducono sono: tanto che, sicché, cosicché. Inoltre possono essere introdotte dall'aggettivo tanto o dall'avverbio così. Esistono proposizioni consecutive implicite: si tratta delle proposizioni in cui il verbo della subordinata è in un modo indefinito; in questo caso la subordinata consecutiva viene introdotta dalla preposizione "da" e il verbo è all'infinito. Esempio:  Emanava un così forte odore da far scappare gli altri Alle consecutive implicite si aggiungono le esplicite: sono le proposizioni in cui il verbo della subordinata è in un modo finito; in questo caso la subordinata consecutiva viene introdotta dalla preposizione "che" e da verbi all'indicativo, congiuntivo o condizionale come nei primi due esempi esposti all'inizio. Nell’analisi del periodo, le proposizioni consecutive sono proposizioni ➔subordinate nelle quali si esprime un fatto o una situazione che è la diretta conseguenza di quanto espresso nella principale. Possono essere di forma esplicita o implicita. • Nelle consecutive esplicite, il verbo è all’indicativo (in casi particolari anche al congiuntivo o al condizionale), preceduto da una congiunzione ➔consecutiva o da una locuzione ➔congiuntiva formata con che Non era così lontano che non potesse sentire i nostri discorsi Ho corso talmente tanto che mi è venuto il fiatone Corri così veloce che chiunque si arrenderebbe • Nelle consecutive implicite, il verbo è all’infinito, preceduto dalle preposizioni da o per o da una locuzione congiuntiva formata con di  Maria è talmente bella (reggente) da fare innamorare tutti (consecutiva). Le consecutive possono essere esplicite o implicite. Le consecutive esplicite possono avere il verbo:  all’indicativo: la lezione era così noisa che mi sono addormentata;  al congiuntivo quando la conseguenza è soltanto ipotetica o possibile: è stato costruito in modo tale che non possa crollare nemmeno in caso di terremoto;  al condizionale per indicare una conseguenza realizzabile soltanto a certe condizioni: sono così stanco che dormirei (se potessi). Possiamo distinguere due tipi fondamentali di costrutti consecutivi:  costrutti forti: caratterizzati dalla presenza di un elemento introduttivo nella principale (tanto, talmente, tale, siffatto, simile ecc.) che viene ripreso dalla congiunzione che, collocata nella subordinata: sono tanto felice che non sto nella pelle;  costrutti deboli: senza antecedente in cui la reggente ha una sua autonomia semantica e ed è collegata alla consecutiva tramite una congiunzione composta o una locuzione congiuntiva (sicché, cosicché, tanto che, a tal punto che, al punto che, di modo che, in modo che, in maniera che ecc.): era stanco, sicché è andato a dormire. Gli antecedenti fondamentali sono:  così: di uso larghissimo, può precedere un aggettivo, un participio o un avverbio: la nebbia era così fitta, che non si vedeva nulla;  tanto: può essere avverbio o aggettivo: ho corso tanto, che mi è venuto il fiatone; ho remato con tanta forza, che ora mi fanno male le braccia; propria di un registro colloquiale sono le intensificazioni così tanto e talmente tanto;  tale: si usa come aggettivo, senza articolo o con l’articolo indeterminativo: la paura era tale che siamo rimasti pietrificati; avevamo una tale paura che siamo rimasti pietrificati;  talmente: modifica un aggettivo, un participio o un avverbio, tranne gli avverbi che finiscono in –mente: l’equazione era talmente difficile che nessuno è riuscito a risolverla. Il costrutto implicito si può avere quando i soggetti della reggente e della subordinata coincidono: ero così commossa (io) da non poter parlare (io); ma anche quando la subordinata ha un soggetto generico: ha un profumo da perdere la testa. Le consecutive implicite hanno il verbo all’infinito e sono introddotte:  dalle preposizioni da, di e per spesso precedute da un antecedente: così da, tanto da, fino a, al punto di, in modo da, talmente da: è bello da impazzire (senza antecedente), è abbastanza grande per capire il problema; sono nervoso al punto di piangere;  da aggettivi come degno o indegno seguiti da di + infinito: non sei degno di essere premiato. Si possono includere tra le consecutive alcune proposizioni introdotte da verbi come impedire, salvare, trattenere + dal + infinito: mi trattengo dal piangere. Proposizioni di adeguatezza Con questo nome si indicano un tipo di proposizione affine alla consecutiva in cui la conseguenza non è realizzata, ma collegata a un certo rapporto di intensità. Nella reggente si trova un avverbio quantitativo come: troppo, poco, troppo poco, abbastanza, alquanto o il corrispondente aggettivo e la subordinata introdotta da perché col congiuntivo o da per e da con l’infinito: sei troppo stanco per guidare, è troppo complicato perché tu possa capire. La proposizione subordinata consecutiva indica la conseguenza o l'effetto dell'azione o della situazione espresse nella reggente. Per esempio: Enrico era così divertente che faceva ridere tutti. Dunque il fatto che tutti ridevano è una conseguenza dell'essere divertente di Enrico. Come potete notare, nella proposizione reggente Enrico era così divertente è presente l'elemento correlativo così, che anticipa la subordinata e le dà il valore consecutivo. Altri avverbi e locuzioni avverbiali che danno un valore consecutivo sono tanto, talmente, a tal punto, oppure aggettivi come tale, siffatto. Tutti questi elementi correlativi sono molto utili per individuare subito il tipo di proposizione che avete davanti. Anche le proposizioni consecutive possono essere in forma esplicita e forma implicita. La subordinata consecutiva esplicita può essere in forma esplicita, introdotta dalla congiunzione che, mentre nella reggente abbiamo per esempio così, tanto, talmente. La reggente ha generalmente il modo Indicativo, o il Congiuntivo o il Condizionale nelle costruzioni ipotetiche. COSTRUZIONE cong. proposizione reggente cong. proposizione subordinata consecutiva così tanto tale ... verbo al modo INDICATIVO che verbo al modo INDICATIVO verbo al modo CONGIUNTIVO (nel caso in cui la circostanza sia presentata in forma ipotetica) verbo al modo CONDIZIONAL E (nel caso in cui la circostanza sia presentata in forma ipotetica) Qualche esempio:  Enrico giocava così bene a calcio che che tutti lo avrebbero voluto nella loro squadra  Marina era talmente elegante che tutti la ammiravano dove la struttura del periodo è: REGGENTE(così) + che + CONSECUTIVA Come vedete, nella proposizione reggente, sono presenti gli elementi correlativi così, tale, talmente che precedono la consecutiva e ne rendono più semplice l'individuazione. 3. Forma Implicita La subordinata consecutiva può essere costruita anche in forma implicita, ed è retta dalle preposizioni da o di e ha il verbo all'Infinito. COSTRUZIONE cong. proposizione subordinata da di ... verbo al modo INFINITO Nelle causali implicite il soggetto della subordinata è lo stesso soggetto della principale, perché il verbo della subordinata che è al modo Infinito non ha una persona di coniugazione.  Enrico è talmente alto da sfiorare la porta  Il gesto di Enrico è degno di essere ricordato da tutti Altre costruzione implicite si fanno spesso con la costruzione a con il verbo al modo INFINITO in dipendenza da aggettivi come il solo, l'unico, il primo, oppure con gli aggettivi atto, inetto, adatto, inadatto: proposiz   
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved