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Il Congresso di Vienna e la fine dell'età napoleonica, Appunti di Storia

Il Congresso di Vienna, che si svolge tra il 1814 e il 1815, e che segna la fine dell'età napoleonica. Il Congresso riunisce i rappresentanti delle potenze vincitrici della guerra contro Napoleone, con l'obiettivo di riportare le lancette della storia indietro e cancellare l'esperienza culturale della rivoluzione francese. le posizioni delle diverse potenze europee e il ruolo giocato dal ministro francese Talleyrand nelle trattative. Viene inoltre descritto il principio di legittimità, uno dei tre principi politici che il Congresso cerca di seguire.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 02/11/2023

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Scarica Il Congresso di Vienna e la fine dell'età napoleonica e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! IL CONGRESSO DI VIENNA Il congresso di Vienna, che chiude l’età napoleonica, si apre nel novembre del 1814 e si chiude nel giugno del 1815, ma questi mesi di lavoro sono interrotti dai 100 giorni di Napoleone, con il suo tentativo di riprendere il controllo della Francia e tornare sul trono ma il suo tentativo fallisce. Quando Napoleone era già in esilio all’Elba, quindi le potenze che avevano sconfitto Napoleone pensavano di aver chiuso con lui, queste convocano il Congresso nella città con il peso maggiore politico in Europa, ossia nella città di Vienna, si apre il 1o novembre del 1814, al quale vengono invitati tutti i rappresentanti della realtà politica europea, ma le potenze vincitrici sono le quelle che hanno il potere decisionale, che è nelle mani di Prussia, Austria, Inghilterra e Russia, che avevano segnato la fine del progetto di Napoleone. Con questo Congresso si riaffaccia sulla scena la nobiltà europea, che con la rivoluzione francese aveva assunto un ruolo marginale, mentre adesso ritorna partecipando ai banchetti e alle feste che fanno da contorno al congresso di Vienna, facendo vedere che il loro ruolo politico e sociale non era finito. Questo fa capire il disegno dietro il congresso di Vienna, ossia quello di riportare le lancette della storia indietro, cioè di azzerare l’apporto e le grandi novità introdotte dalla rivoluzione francese volendo ritornare ad un mondo pre-rivoluzionario, però questi tentativi non vanno a buon fine soprattutto quando i cambiamenti sono stati profondi (come quelli apportati con la rivoluzione francese), quindi cancellare tutta l’esperienza culturale (giuridica e politica della rivoluzione francese) era impossibile. Austria, Russia, Prussia e Inghilterra si siedono dalla parte dei vincitori, dall’altra parte c’è la Francia, rappresentata dal ministro Talleyrand, che i suoi nemici definivano una “merdaccia” perché era l’uomo dei compromessi, ossia incline a scendere a patti con i propri nemici pur di poter portare a casa qualche risultato ed essere al centro delle trattative. Talleyrand giocò un ruolo da non sottovalutare nelle trattative del congresso di Vienna, perché da una parte c’era la Russia rappresentata dallo Zar Alessandro I e dal suo ministro Nessel’rode, lo Zar inseguiva segretamente il sogno di schiacciare la Francia e di riservare a questa una pace molto dura per metterla ai margini delle relazioni politiche in Europa e il sogno che inseguiva Alessandro I era quello di fare della Russia una potenza di peso nello scacchiere geopolitico europeo, ossia di sostituirsi alla Francia nel ruolo di potenza europea, d’altra parte la Russia era portatrice di valori particolari (non esisteva un Parlamento, prevalentemente agricolo con un’agricoltura arretratissima e con la presenza della servitù della gleba, c’era un’aristocrazia gelosissima delle proprie prerogative, un potere politico alleato della Chiesa ortodossa, che è da sempre il braccio spirituale del potere politico russo). Dall’atra parte c’era l’Inghilterra su posizioni opposte alla Russia, infatti l’Inghilterra aveva avviato la rivoluzione industriale e dalla fine del ‘600 esistevano gruppi politici in opposizione democratica e parlamentare, infatti c’era la monarchia costituzionale, ed era stata la patria dell’illuminismo. Quindi Russia e Inghilterra siedono dalla stessa parte e sono entrambe contrarie alla Francia ma sono portatrici di visioni diverse, su questo conflitto si inserisce Talleyrand, che trova una scappatoia presentando la Francia e i francesi come vittime di Napoleone, separando la responsabilità di Napoleone con quella dei Francesi, ed è così che Talleyrand riesce ad ottenere per la Francia non una pace punitiva ma una pace onorevole, che non la schiaccia e che le consentirà le giro di pochi anni di diventare una potenza di primo piano dell’Europa. Così per la Francia si decide che viene ridotta ai confini stabiliti dalla Costituzione del 1791 perdendo i territori conquistati successivamente (non subendo però mutilazioni territoriali) poi viene messo sul trono il re Luigi di Borbone, che prese il titolo di Luigi XVIII (poiché Luigi XVII non c’era stato perché fece una brutta fine) infatti da una parte era un modo per rendere omaggio al nipote (visto che lui era il fratello del re ghigliottinato Luigi XVI), ma voleva anche dire in qualche modo di voler spazzare via la rivoluzione francese con una continuità monarchica. Luigi XVIII, in realtà, si rende conto che la rivoluzione francese ha prodotto nella società dei cambiamenti prodotti e non era possibile tornare a governare in maniera assoluta, per cui Luigi XVIII quando prende il potere concede una Costituzione , “Carta ottriata” (cioè una carta costituzionale concessa dal sovrano), che prevedeva un suffragio elettorale ristretto su base censitaria (votavano solo l’alta aristocrazia e l’alta borghesia). Le linee politiche che il Congresso di Vienna cerca di seguire sono 3: - principio di legittimità Affermava la volontà di portare sul trono i regnanti legittimi prima della Rivoluzione francese, con questo criterio era stato riportato sul trono Luigi XVIII in Francia, i Borboni ritornano nell’Italia meridionale e il Papa nello Stato della chiesa, però non viene ricostituita la libera Repubblica di Venezia (che prima della Rivoluzione era uno Stato libero), che continua ad essere sottoposta al potere austriaco, e la stessa cosa succede con Genova (che
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