Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Contesto storico 1700-1800, Appunti di Letteratura Italiana

Contesto storico, sociale e culturale del 1700-1800

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 01/12/2020

valeria-addabbo-1
valeria-addabbo-1 🇮🇹

2 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Contesto storico 1700-1800 e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! Contesto 700-800 Il periodo che va dalla Pace di Aquisgrana (1748) al Congresso di Vienna(1815) si colloca in rapporto di continuità e non di rottura con l’età precedente. Le tendenze economiche e sociali non mutano: sviluppo demografico e economica, progressiva affermazione della borghesia ( già evidente dagli inizi del 700). IN CAMPO SOCIALE: la borghesia, una nuova classe, arriva al potere attraverso due rivoluzioni( quella americana del 1776- quella francese del 1789). IN CAMPO ECONOMICO: -Francia: viene abbattuto il sistema feudale definitivamente -Inghilterra: si afferma un nuovo sistema capitalistico, dove si sviluppa una grandiosa rivoluzione industriale. IN CAMPO POLITICO: -Francia e America: si gettano le basi di un sistema di tipo liberale e parlamentare( già presente in Inghilterra dalla fine del Seicento) -Francia e tutta Europa: diffusione di nuove idee di tipo democratico e repubblicano. Periodo di riforme: ( riforme che riguardano il rapporto fra Stato e Chiesa, la religione, l’educazione, la giustizia e l’economia). Viene sciolta nel 1773 la Compagnia di Gesù che aveva esercitato una funzione guida in questo campo. I diversi Stati italiani che si trovano sotto il controllo degli Asburgo e dei Lorena( Ducato di Milano, Granducato di Toscana) o dei Borbone ( Parma, Napoli) danno avvio ad un ciclo di riforme sotto la spinta delle nuove idee promosse dagli intellettuali illuministi. In modi diversi da paese a paese, ma in tutta Europa, IL CETO INTELLETTUALE SVOLGE UN’AZIONE UNITARIA E EFFICACE VOLTA A TRASFORMARE LA SITUAZIONE POLITICA E SOCIALE SECONDO I CRITERI SUGGERITI DALLA LIBERA RAGIONE E CIOÈ DA UNO SPREGIUDICATO ATTEGGIAMENTO CRITICO. IN CAMPO CULTURALE: la nazione guida è la Francia. I modelli politici e i criteri scientifici continuano a provenire dall’Inghilterra( in particolare dal newtonianesimo e dall’empirismo lockiano). A seconda dei paesi, queste nuove idee iniziano comunque a penetrare ma assumendo caratteri meno radicali e più inclini al compromesso con la cultura tradizionale. PIANO CRONOLOGICO: 2 FASI DIVERSE: - DA METÀ DEL 1700 AL 1795/1800: età di riforme e rivoluzioni >> periodo di crisi dell’Illuminismo( in campo artistico si riconosce nel Neoclassicismo) - DA 1795/1800 A 1815 : Età napoleonica> Napoleone, prima estende ad altri paesi alcune conquiste civili della fase rivoluzionaria, poi instaura un potere personale che segna la sconfitta di quegli ideali liberali e democratici che avevano ispirato la rivoluzione americana e francese >> nascita in Germania e in Inghilterra del Romanticismo. - ETÀ DELLA RESTAURAZIONE (post caduta napoleonica) ILLUMINISMO( da rivoluzione inglese del 1688 a quella francese 1789 da Treccani) Si diffonde anche in Italia come calco del francese: il LUME o la LUCE della RAGIONE prevaleva sul buio dell’ignoranza e delle superstizioni( age des lumieres> età dei lumi). Si voleva sostenere: - il valore dell’intelligenza umana, -il valore dei criteri scientifici e razionali della conoscenza. Questo significava non obbedire più a nessun dogma prestabilito né di tipo religioso, né di tipo culturale o politico. Bisognava mettere al primo posto la LIBERTÀ DELLA RAGIONE E L’ESIGENZA CRITICA VERSO QUALSIASI FORMA DI AUTORITÀ COSTITUITA. “L’UOMO USCIVA DALL’ETÀ MINORILE IN CUI ERA SOTTOPOSTO A LEGGI DECISE DA ALTRI ED ENTRAVA NELL’ETÀ ADULTA IN CUI EGLI STESSO, SULLA BASE DELLA PROPRIA RAGIONE, DECIDEVA LE PROPRIE”. IMMANUEL KANT> articolo di risposta alla domanda “Che cos’è l’Illuminismo?”> egli distingue un uso “privato” e uno “pubblico” della ragione. Nel primo caso, ogni individuo esercita un lavoro e deve subordinare la ragione ad un compito sociale ; nel secondo caso, la ricerca individuale del singolo non può conoscere limiti. Ad esempio, quando l’uomo scrive o teorizza deve essere del tutto libero di arrivare alle conseguenze logiche della propria ricerca intellettuale. La Minorità di cui si parla è l’incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Infatti il motto dell’Illuminismo è “SAPERE AUDE” ovvero avere il coraggio di servirsi della propria intelligenza. La pigrizia e la viltà hanno portato gran parte degli uomini a rimanere, quasi volentieri, minorenni per l’intera vita, ovviamente riesce facile ad altri erigersi a loro tutori. La minorità è quasi comoda per l’uomo che così non deve scegliere, ne assumersi responsabilità, essendoci sempre qualcuno che decida per lui. Motivo per cui è difficile per ogni singolo uomo lavorare per uscire dalla minorità, che è ormai per lui una seconda natura. Egli è arrivato persino ad amarla e, al momento, è incapace di valersi del suo proprio intelletto, non avendolo mai messo alla prova. Si avverte dunque una LIMITAZIONE DELLA LIBERTÀ. “NON VI È CHE UN SOLO SIGNORE AL MONDO CHE DICE:”RAGIONATE FIN CHE VOLETE E SU QUEL CHE VOLETE, MA OBBEDITE””> chiaro riferimento di Kant a Federico II, Re di Prussia, volendo sintetizzare in una formula il tipico dualismo del dispotismo illuminato condiviso dal filosofo, distinguendo tra un uso pubblico e privato della ragione. Il pubblico uso della propria ragione deve essere libero in ogni tempi ed esso solo può attuare l’illuminismo tra gli uomini; mentre l’uso privato della ragione può essere anche strettamente limitato senza che ne venga particolarmente ostacolato l’Illuminismo. Si intende per uso privato quello che qualcuno può farne in un certo impiego o funzione civile a lui affidata: per molte operazioni che si compiono nell’interesse della comunità, occorre una certa meccanicità, motivo per cui alcuni membri di essa devono comportarsi in modo puramente passivo per concorrere ai fini comuni, armonizzando la loro condotta con vissuta come forza immane, grandiosa, possente che sconvolge l’anima dell’uomo e vive all’unisono con essa( la natura è vissuta come fonte del sublime). - l’arte deve esprimere un senso fortissimo della nazione tedesca e quindi deve incarnare lo spirito patriottico -la figura dell’artista è identificata con quella del genio creatore, con il conseguente individualismo e titanismo: l’arte nasce dalle forze istintive dell’individuo, non rispetta canoni o regole ma obbedisce soltanto alla forza smisurata dei sentimenti. Lo Sturm und Drang ebbe una notevole importanza storica: getta infatti le premesse delle teorizzazioni romantiche che si affermano una ventina di anni dopo. Dunque sotto la qualifica di “preromanticismo” si annoverano una serie di esperienza culturali e artistiche che attraversano l’Europa a partire dagli anni Sessanta del Settecento e trovano la loro espressione più consapevole e significativa nel movimento tedesco dello Sturm un Drang( sviluppatosi dopo il 1770). La rivalutazione dell’istinto e degli aspetti irrazionali si associa al culto del genio creatore e al rifiuto delle rigide norme sociali imposte dalla civiltà moderna. Di qui l’interesse per la natura selvaggia e primitiva, fino al gusto per l’orrido, del macabro e del notturno. Da qui la conseguente riscoperta di forme antiche di civiltà, primitive e istintive, e la rivalutazione del Medioevo e delle leggende popolari (Cesarotti> tendenze preromantiche in italia). SITUAZIONE E SVILUPPI ECONOMICI: -Rivoluzione agricola avviata nei primi decenni del secolo si estende e approfondisce: nuove dottrine agronomiche e diffusione fisiocrazia che individua nel possesso, nella coltivazione della terra e nella conduzione capitalistica dell’azienda terriera l’unica vera fonte di ricchezza delle nazioni. -L’aumento di ricchezza prodotto dalle proprietà terriere gestite in modo capitalistico permetteva investimenti anche in altri settori, gettando le premesse per lo sviluppo industriale. Situazione che ha luogo in Inghilterra nel ventennio 1780-1800 perché qui la rivoluzione agraria era stata più precoce e più profonda e perché esistevano altre favorevoli condizioni naturali (giacimenti di ferro, di carbone) e economiche ( come un imperio coloniale che da un lato permetteva una abbondante importazione a basso costo di prodotti greggi( cotone), dall’altro garantiva un enorme mercato). -Rivoluzione industriale inglese> 3 settori: industria tessile, le miniere, la metallurgia. Essa è segnata da una serie di innovazioni tecniche per uno sviluppo tecnologico senza precedenti e dalla conseguente introduzione delle macchine nel ciclo produttivo. I PROCESSI DI MECCANIZZAZIONE DEL LAVORO PORTANO A PROFONDE TRASFORMAZIONI SIA NELL’ORGANIZZAZIONE DELL’ATTIVITÀ PRODUTTIVA, SIA NELLA MENTALITÀ QUOTIDIANA. SI afferma la TENDENZA ALLA DIVISIONE E SPECIALIZZAZIONE nell’ambito dell’organizzazione del lavoro. ( Adam Smith, economista scozzese, nel suo trattato “Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni”, è il primo a sostenere che l’incremento della produttività del lavoro è dovuto alla crescente divisione e specializzazione del lavoro. A suo avviso, alla base del benessere delle nazioni, c’è ‘egoismo individuale e questo deve potersi esprimere liberamente> è il comportamento individuale mosso dall’interesse a condurre al risultato più desiderabile dal punto di vista collettivo : l’uso efficiente delle risorse). NB: La rivoluzione industriale si svilupperà con un certo ritardo negli altri paesi ( in Francia a distanza di 40/50 anni, in Italia addirittura dopo un secolo, a fine Ottocento). In Italia, paese vecchio e nuovo, si vedranno convivere per lungo tempo residui feudali e prime nuove forme di gestione capitalistica. Ovviamente questa specializzazione e divisione del lavoro è alla base dell’ALIENAZIONE DELL’OPERAIO perché se prima l’artigiano conosceva tutto il ciclo produttivo che dipendeva interamente dalla sua abilità manuale, l’operaio moderno ne conosce solo un frammento minimo. Il suo lavoro diventa unicamente MECCANICO E RIPETITIVO: Gramsci parlerà in riferimento all’operaio di “gorilla ammaestrato”. LA RAZIONALIZZAZIONE E LA MECCANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE TENDONO AD ALLARGARSI DAL LAVORO MATERIALE A QUELLO INTELLETTUALE. ANCHE L’INTELLETTUALE DIVENTA SEMPRE PIÙ UNO SPECIALISTA CHE CONOSCE SOLO SETTORI LIMITATI. VIENE MENO L’UNIVERSALITÀ DEL SAPERE A CUI ASPIRAVA L’INTELLETTUALE UMANISTA E A CUI TENDE ANCORA, ATTRAVERSO L’ENCICLOPEDISMO, L’INTELLETTUALE ILLUMINISTA. È QUESTA UNA CONTRADDIZIONE INTERNA ALLA CULTURA ILLUMINISTICA CHE, DA UN LATO, TENDE A FARE DELL’INTELLETTUALE UN LEGISLATORE UNIVERSALE, CAPACE DI INTERVENIRE IN OGNI CAMPO, DALL’ALTRO, PROMUOVENDO LA SPECIALIZZAZIONE E LA SETTORIALIZZAZIONE DEL SAPERE, LO SUBORDINA AL POTERE POLITICO, L’UNICO IN GRADO DI OCCUPARSI DELLA COLLETTIVITÀ E DELLA UNIVERSALITÀ DEI PROBLEMI. SITUAZIONE E SVILUPPI STORICI Tendenza alla mondializzazione dei conflitti: -guerra dei 7 anni( 1756-63): si inserisce nella contesa fra inglesi e francesi per il controllo delle colonie dall’India all’America. Si conclude con il successo dell’Inghilterra che conquista in America tutto il Canada e la Louisiana, prima francesi, e segna la definitiva affermazione della Prussia di Federico II. -periodo di riforme tra la fine della guerra dei 7 anni (1763) e l’inizio della rivoluzione francese( 1789): i vari principi cercano di introdurre tali riforme nei loro stati > DISPOTISMO ILLUMINATO. Il dispotismo illuminato effettuò alcune riforme seguendo i suggerimenti degliintellettuali ma mirò specialmente a consolidare il potere assoluto dei sovrani. Si tratta di iniziative paternalistiche, imposte dall’altro( dai principi), secondo il principio “TUTTO PER IL POPOLO, NULLA PER MEZZO DEL POPOLO”. Tra le riforme si volle insistere sulla revisione dei rapporti fra Stato e Chiesa: quest’ultima era esente da tasse, monopolizzava l’istruzione e aveva propri tribunali che le riforme illuministiche vogliono eliminare per creare un’unica giurisdizione, quella statale ( si sciolse l’ordine dei gesuiti e l’istruzione diventa un problema che i vari stati devono risolvere in maniera autonoma, dando sviluppo alla scuola pubblica, improntata a principi laici). Ne sono escluse: -Inghilterra(da un secolo vi era un regime liberale e parlamentare+ politica riformista avviata da tempo) - Francia (monarchia e nobiltà si opposero ad ogni tipo di riforma, pagando dopo tale intransigenza con la rivoluzione) -Italia ( solo in parte) > le vecchie dinastie come i Savoia e i vecchi regimi come lo Stato della Chiesa, Repubblica di Venezia e di Genova restano estranei alle riforme; invece le nuove come gli Asburgo a Milano, i Lorena in Toscana e i Borbone a Napoli e Parma attuano una politica di riforme (n.b. sommariamente l’Italia gode di un cinquantennio di pace grazie alla neutralità dei vari governi della penisola nei grandi conflitti europei). Ovviamente le due grandi nazioni che non furono toccate dalle riforme cioè Inghilterra e Francia dovettero subire profondi processi rivoluzionari che portarono al distacco delle colonie americane dalla madrepatria inglese( rivoluzione americana) e all’instaurazione di una Repubblica liberale( rivoluzione francese). Il successo della rivoluzione americana contribuì a dare maggiore slancio e diffusione ai principi di libertà, di eguaglianza e di fraternità( la Dichiarazione di Indipendenza del 1776 stabiliva infatti il principio dell’uguaglianza di tutti gli uomini e il diritto alla libertà e alla ricerca della felicità) che si affermarono in Europa con la rivoluzione francese (1789-94). Quest’ultima ebbe uno spiccato carattere politico: -liquidò definitivamente l’ancien regime; -liquidò il potere assoluto dei sovrani; -mise fine ai privilegi della nobiltà; -abolì la sovrastruttura giuridica feudale e il sistema di proprietà della terra nelle campagne. La rivoluzione francese nacque per affermare i diritti politici della borghesia che, nonostante avesse ormai una posizione economica e sociale di primo piano, era esclusa dall’amministrazione del potere ancora nelle mani della nobiltà. Alla borghesia si unirono però strati popolari urbani( i sanculotti) e contadini: i primi introdussero elementi democratici e egualitaria; i secondi portarono a compimento la rivoluzione antifeudale nelle campagne. Gruppi di giacobini si formarono anche in Italia: punto di riferimento erano le armate di Bonaparte, generale francese che nel 1796 pose fine al cinquantennio di pace italiana, penetrò a Milano sconfiggendo gli austriaci e diede vita alla Repubblica Cisalpina nell’Italia settentrionale nel 1797 ( il trattato di Campoformio del medesimo anno con cui Napoleone cedette Venezia e Dalmazia all’Austria in cambio del riconoscimento della Repubblica Cisalpina fu interpretato dagli italiani( giacobini> che vedevano in lui il rappresentante della rivoluzione) come un tradimento dei principi di autodeterminazione dei popoli e come un ritorno alla politica spartitori dei regimi assolutisti. Napoleone, che nel 1805 proclamò il Regno d’Italia e ne divenne Re, instaurò un regime illiberale che subordinava gli interessi italiani a quelli francesi. La politica imperiale di espansione europea voluta da N., nonostante i successi, venne bloccata da coalizioni antifrancesi promosse dall’Inghilterra a Lipsia( 1813) e a Waterloo(1815). Sconfitto chi aveva messo in discussione tutte le frontiere degli Stati europei e, seppur in maniera contraddittoria, considerato ancora l’ultimo rappresentante della rivoluzione francese, in Europa inizia la Restaurazione. NB:la rivoluzione. aveva mobilitato grandi masse, indicando ideali unitari a tutta una nazione, interpretandone il bisogno di identità. Si sviluppò una nuova visione di mondo, crollarono le idee e le tradizioni secolari( per questo essa colpì così intensamente l’immaginario europeo). elementi borghesi nei quadri delle istituzioni culturali e statali, razionalizzazione e accentramento statale con risultati importanti nel campo dell’istruzione scolastica per la prima volta organizzata con criteri di omogeneità sul territorio nazionale. Una nuova figura sociale: il cittadino Le mutazioni politiche, economiche e culturali del 700 portano alla nascita di una nuova figura sociale: quella del cittadino. L’Illuminismo propone un modello di intellettuale impegnato attivamente nella vita civile. Nasce quindi un interesse più generale per le leggi che regolano la vita sociale, la sua storia e le sue istituzioni. In Italia, gli illuministi propongono direttamente delle riforme giuridiche ed economiche come nel caso “Dei delitti e delle pene” di C. Beccaria; ma anche chi è più impegnato in un’attività più specificatamente letteraria partecipa alla vita pubblica come nel caso di Parini. L’individuo sociale non accetta più di essere un semplice suddito: alla monarchia rimane il potere, ma è un potere da orientare, indirizzandolo al conseguimento del bene collettivo. Nasce così il cittadino cioè l’individuo che, consapevole del proprio posto nella società civile, vuole diventarne parte attiva, affermando i propri diritti e, in particolare, il diritto alla gestione della vita pubblica. Questo scopo l’intellettuale illuminista punta ad un coinvolgimento dei cittadini il più ampio possibile: l’attività di giornali, riviste, gazzette serve proprio a creare un’opinione pubblica che, informata dei fatti, esprima un giudizio e la volontà di un intervento. Anche se il ceto cui questa operazione di rivolge è quello borghese o dell’aristocrazia “illuminata” ( cioè aperta alle esigenze del riformismo), l’intenzione è di tutelare i diritti di tutti, anche dei ceti subordinati. Negli Stati monarchici> la posizione politica dell’intellettuale-cittadino è limitata ( più una aspirazione che una realtà concreta)> unica eccezione è l’Inghilterra dove vi è un regime rappresentativo o parlamentare. Negli stati repubblicani> ( quelli instaurati dalle rivoluzioni come l’americana e la francese) i sudditi si trasformano in cittadini. Sul modello della costituzione degli Stati Uniti nasce in Francia la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino(1789): è più libertaria (si intende una libertà assoluta, non limitata o regolata da nessuna legge o norma) della costituzione americana tanto da portare all’abolizione della schiavitù. L’epiteto “cittadino” esprime l’idea del coinvolgimento collettivo nella sorte dello stato e la chiamata di ciascuno alla sua difesa e sviluppo. È dunque l’ideale moderno in cui l’Illuminismo giunge al suo compimento: si rompe il vincolo di sudditanza nei confronti del monarca, il solo fin a allora in grado di decidere e di imporre le sue decisioni. L’età del cittadino è dunque l’età della ragione, della responsabilità, della rivendicazione dei diritti di tutti. Le ideologie e l’immaginario -tendenza a individuare leggi meccaniche, a quantificare il tempo e lo spazio e a considerare la fisica come disciplina-guida in campo scientific; - al gusto del viaggio( e anche considerazione della vita come viaggio o percorso indirizzato verso una meta che influenza da vicino la struttura narrativa del romanzo; -idea del processo storico come graduale trionfo della ragione ( e dunque coincidente con il progresso stesso). -idea che l’universo stesso sia costruito come una macchina e che anche il corpo umano si comporti e vada considerato come una macchina: fabbricando macchine l’uomo duplica la natura, costruendone una “seconda” del tutto artificiale, ma fatta a immagine della “prima”. Nella mentalità illuministica ma anche nel senso comune, la civiltà e la ragione dovevano comportarsi secondo natura, assimilandone e riproducendone le leggi. Da questa concezione derivano due atteggiamenti opposti ma complementari: da un lato una meccanizzazione sempre più artificiale della vita, riguardante non solo la divisione del lavoro in fabbrica e nella società ma anche l’organizzazione minuta del tempo quotidiano ormai finalizzato allo scopo produttivo; dall’altro una idealizzazione della natura, vista come maestra e regolatrice dello sviluppo civile ma anche considerata come matrice della sensibilità profonda dell’uomo, dei suoi sentimenti, delle sue passioni più istintive e spontanee. Natura e civiltà per un verso vengono identificate ( la civiltà, creando le macchine, riproduce la natura), per un altro, invece, contrapposte esattamente come la spontaneità si contrappone all’artificio. A mano a mano che l’uomo si trova a vivere nell’ambiente sempre più artificiale della natura” seconda”, la natura “prima” tende a trasformarsi in mito ( da qui la contrapposizione, ad esempio, tra campagna e città, centrale in uno dei maestri dell’illuminismo come Rosseau)> non bisogna pensare che il pensiero illuministico sia stato caratterizzato solo dal culto della ragione astratta e dall’intellettualismo. Secondo Thomas Carlyle ( celebre saggio “The signs of Time 1829> bilancio della rivoluzione industriale esplosa in Inghilterra nell’ultimo ventennio del 700): l’organizzazione scientifica del lavoro e della società aveva prodotto, nel senso comune e nell’immaginario collettivo, una meccanizzazione esteriore della vita, una cancellazione dell’interiorità, una difficoltà o impossibilità di meditazione. Ormai il progresso veniva visto unicamente in una dimensione tecnica che sembra escludere e addirittura negare i valori più profondi dell’uomo. Nelle fabbriche inglesi comprare l’orologio a segnare l’orario di lavoro: l’ora diventa un’unità produttiva, la base del salario. -parcellizzazione dell’intera esistenza quotidiana in momenti diversi, funzionali all’attività produttiva. Il tempo non dedicato al lavoro viene vissuto non come tempo- di-vita ma come tempo-di-non-lavoro necessario per riacquistare le energie per l’attività lavorativa. Il tempo diventa denaro ( espressione “time is money” nasce allora un inghilterra). La quantificazione del tempo coinvolge anche lo spazio. L’esigenza della velocità si sposta dai ritmi di lavoro nella fabbrica al ritmo complessivo della società. Si diffonde una ideologia nell’immaginario collettivo per la quale parallelamente tutto ciò che è rapido è considerato nuovo, giovane, aggiornato; tutto ciò che è vecchio appare invece lento, attardato, superato. La sapienza non appartiene più alla vecchiaia, ma all’innovazione tecnologica, dunque alla giovinezza. Si tratta di una vera e propria rivoluzione antropologica. - la natura-macchina viene vista anche come organismo vivente, come incessante trasformazione della materia, come vitalità continua che si riproduce senza sosta. -(da qui) esaltazione dello stato di natura e la creazione del mito del “buon selvaggio”, che contrappone la positività morale del “primitivo” alla negatività e alla corruzione della civilizzazione: gli errori, le superstizioni, le storture che segnano lo sviluppo civile sono infatti prodotti dell’allontanamento dalla natura e dai suoi insegnamenti. Se l’uomo è macchina vivente, materia dotata di sensibilità, l’aspetto istintivo e passionale viene portato in primo piano e rivalutato. Ciò può avvenire in due modi: o attraverso la valorizzazione del sentimento e dei valori etici, oppure attraverso l’esaltazione cinica dei sensi , del piacere, dell’erotismo. In campo letterario i due modi di valutare l’elemento istintivo e naturale dell’uomo producono esiti molto diversi: > primo modo ( quello che valorizza i sentimenti): si gioca sulla corrispondenza anima-natura, sentimento-paesaggio, interiorità-campagna. > secondo modo( quello che esalta i sensi): si gioca sulla corrispondenza fra la tendenza al piacere e all’affermazione di ogni organismo vivente e la spinta analoga che agisce nel corpo umano e che viene così legittimata al di fuori di ogni morale precostituita. Nel primo si avranno, sul piano etico, una coincidenza fra natura, morale e educazione dell’uomo e, sul piano letterario, un interscambio fra le immagini della natura e del paesaggio e quelli del sentimento. -La nuova Eloisa 1761> romanzo di Rosseau : nasce il paesaggio-stato d’animo ( paesaggio specchio dell’anima) -Emilio o Dell’educazione 1762> romanzo di Rosseau in cui si afferma una nuova pedagogia che valorizza la naturale evoluzione del fanciullo e ne rispetta la spontaneità creatrice. Nel secondo agisce invece il parallelismo fra l’oscura spinta all’autoaffermazione di ogni organismo e quella che si esercita attraverso le pulsioni sessuali. -Le relazioni pericolose 1782 di Laclos - I romanzi del marchese de Sade (qui la ricerca del piacere è organizzata razionalmente e scientificamente ma coincide con la violenza, con la distruzione e con la morte. Il tentativo di esprimere una zona originaria dell’io, un massimo di spontaneità e di sincerità, favorisce la nascita di “confessioni” autobiografiche. Comincia a svilupparsi un tipo di autobiografia non più come testimonianza storica ( come Giannone o Vico), ma come abbandono alla memoria nel tentativo di un massimo di trasparenza dell’anima. Alla quantificazione del tempo e dello spazio come entità oggettive ed esterne, praticata dall’organizzazione sociale e dal senso comune, si contrappone, da parte degli scrittori, una loro qualificazione e valorizzazione come entità del tutto soggettive. L’Illuminismo sembra così gettare le basi di una civiltà edificata da un lato sull’organizzazione tecnologica e dall’altro sul piacere personal, sull’egoismo, sull’individualismo e sul cinismo che ne deriva. Francia > L’enciclopedia di Diderot e d’Alambert- > Voltaire ( la storiografia illuministica)- >Montesquieu( la riflessione politica)- >Rosseau ( la critica al progresso: le leggi della società civile hanno distrutto la libertà naturale) Inghilterra > Smith > Hume Germania > Kant rigore teorico. L’adesione alle idee degli illuministi francesi, da Montesquieu a Diderot e a Rosseau, e la collaborazione assidua con Pietro Verri dovevano dare i loro frutti come con la seconda opera dell’autore “Dei delitti e delle pene”. Per paura di attacchi e ritorsioni il libello fu pubblicato anonimo e fu inserito nell’Indice dei libri proibiti. Ci fu anche chi difese il libro come i fratelli Verri sul Caffè in Italia e i philosophes più prestigiosi in Francia che lo tradussero( Voltaire ne fece anche un commento). Ovviamente questo fruttò a Beccaria un invito a recarsi a Parigi dove però il suo carattere schivo gli rese sgradevole l’accoglienza festosa dell’ambiente parigino. Il suo precoce ritorno a Milano fece incrinare i rapporti con i fratelli Verri che gli rimproverarono l’indolenza e il carattere provinciale: cessava così la collaborazione fruttuosa con il gruppo di illuministi lombardi. Beccaria, come Verri, concepiva la cultura in termini utilitaristici, cioè quale strumento di intervento concreto sulla realtà con il fine di migliorare le condizioni materiali di vita degli uomini. Scopo della sua opera è di dimostrare l’assurdità e l’infondatezza del sistema giuridico vigente. Esso è smascherato quale sistema puramente repressivo ed è rappresentato nei suoi ingiustificati rituali di violenza. Anziché essere al servizio della giustizia, il sist. giudiziario si rivela adibito a un mostruoso meccanismo di potere e di soprusi, dietro il quale si profila l’ingiustizia dell’intera società che lo esprime. L’operetta, in particolare, si scaglia contro la pena di morte e contro le pratiche di tortura inutili, barbare e fuorvianti rispetto alla verità. -Egli propone una nuova dimensione giudiziaria secondo la quale lo Stato non ha il diritto di punire quei delitti per evitare i quali non ha fatto nulla. Dunque si pone il problema della responsabilità sociale dei delitti commessi, introducendo una concezione nuova dei doveri dello Stato. Le pene devono essere socialmente utili e “dolci”, tese al recupero e non alla repressione. -Si insiste anche sulla distinzione tra reato e peccato: il reato risponde a un sistema di leggi liberamente concordato tra gli uomini e deve essere definito in un’ottica laica, terrena e storica. Questa laicizzazione della giustizia è anche la più forte ragione di rifiuto della pena di morte. Gli Stati, arrogandosi il diritto di esprimere insieme la legge umana e la legge divina, potevano condannare a morte un presunto colpevole. La liceità della pensa di morte viene contestata da un punto di vista etico, sostituendo alla concezione medievale del potere quale emanazione divina la concezione illuministica della società come contratto tra gli uomini. Il diritto medievale prevedeva che il potere del sovrano derivasse direttamente da Dio e pertanto ad esso compete il diritto di vita e di morte sui sudditi. Negando l’ammissibilità etica e giudiziaria della pena capitale, dunque, Beccaria metteva in crisi la concezione stessa del potere assoluto. Questa posizione rivoluzionaria è attenuata dal fatto che l’autore si rivolge agli stessi sovrani assoluti dei quali contesta il potere con l’invito a modificare in senso illuminato il proprio atteggiamento. Ma ciò non toglie che Beccaria rifiuti la concezione tradizionale del potere come investitura divina e le sostituisca la concezione di Rosseau, secondo cui la vita sociale è il frutto di un libero contratto stipulato tra gli uomini per il bene comune: nessuno può per contratto aver posto in mano d’altri, fosse anche del sovrano assoluto, il potere sulla propria vita. - inutilità della spettacolarizzazione delle pene: avrebbero maggior efficacia pene più umane, ma non meno dure, come la condanna a vita ai lavori forzati. NB: commento di Voltaire a Beccaria> la vera giustizia consiste nell’impedire i delitti e non nell’infliggere la morte. Bisogna assicurare una via d’uscita a chiunque è tentato di agire male e così si avrà meno da punire. LA POESIA In Italia La cultura illuministica non produce una tendenza artistica organica e coerente cioè un’unica poetica dominante. Ciò che caratterizza gli scrittori della stagione illuminista è l’ impegno nella ricerca del vero piuttosto che nella creazione della bellezza. Questo influisce notevolmente sulla scrittura letteraria ma senza determinare una poetica egemone. È possibile in ogni caso individuare due aspetti di influenza dell’Illuminismo sulla poesia. In primis la poesia perde il primato nel sistema dei generi letterari , sostituita dalla saggistica e, a livello europeo, dal romanzo ( si tratta di un’evoluzione a cui si opporrà parte della cultura romantica che rivaluterà le forme di espressione soggettiva e dunque la poesia> ma si tratta comunque di un’evoluzione irreversibile). In secundis, anche la poesia risente della concezione utilitaristica applicata dagli illuministi all’arte in generale, dunque anche la poesia si rivolge a tematiche sociali e civili. VINCENZO MONTI -celebrazione del presente ( diversamente da Alfieri che punta a definirsi in contrasto con il presente) e rispetto dei valori vigenti: è destinato a vivere in una fase di profondi e ripetuti capovolgimenti; il rispetto delle ideologie e dei regimi dominanti lo costringe a repentini cambiamenti di posizione, minandone la credibilità e gettando un’ombra sulla sua statura morale. Con Monti la letteratura tocca forse per la prima volta un punto radicale del suo possibile sviluppo nella società borghese moderna, risolvendosi cioè in pura funzione cortigiana, in celebrazione del presente e sei suoi miti, in soddisfacimento non problematico del bisogno estetico dei ceti dominanti, in assegnazione di prestigio culturale al potere. Con Monti la fig del letterato italiano riprende quella posizione di subalternità ideologica, di indifferenza civile e di privilegio formale da cui faticosamente avevano tentato di staccarsi nei decenni precedenti Parini, Alfieri e gli scrittori legati all’Illuminismo. - dai panni di poeta-cortiggiano fino ad abbandonare le posizioni controrivoluzionarie e proponendosi come poeta ufficiale della rivoluzionaria Repubblica Cisalpina. Dopo la sconfitta napoleonica tornerà a celebrare, ancora una volta, il corso degli eventi e scriverà nuove opere per il ritorno degli austriaci a Milano e in Italia. - >> difende, contro i romantici, il valore e la legittimità della mitologia classica nelle moderne scritture poetiche >> ha una concezione più aperta e spregiudicata di classicismo, attento alla lezione dei migliori autori del Cinquecento dell’intera tradizione letteraria italiana, nonché disponibile ad aggiornarsi attraverso i necessari influssi stranieri, purché nella fedeltà del proprio carattere illustre ( diversamente da chi si limitava ad una imitazione stretta dei modelli trecenteschi> i puristi). - una produzione principalmente poetica e teatrale: un lirico senza autenticità( senza sentimento in termini romantici) e un epico senza convinzioni ( per non dire senza ideali). Giudizio di Foscolo su Monti>> “Ha per lo più trattato d’argomenti popolari e d’occasione; sempre cogliendo gli eventi più interessanti del giorno, sostenendo l’opinione della maggioranza e invariabilmente promovendo gli interessi dei successivi governi al potere” “E quel suo prostituire l’ingegno che l’avrebbe fatto odioso o ridicolo in Inghilterra, riuscì meno spregevole in un paese dove le azioni politiche si guardano con maggiore indifferenza e con intelligenza minore” MELCHIORRE CESAROTTI, IL TRADUTTORE DI OSSIAN - figura importante nella poesia italiana di fine Settecento e inizio Ottocento -mediazione tra solidità classica e nuovo gusto preromantico ( decisiva per Monti, Alfieri, Foscolo e Leopardi). ( sul piano politico infatti aderì al potere di Napoleone con entusiasmo, vedendovi un valido compromesso tra vecchio e nuovo, quasi l’equivalente politico dei suoi ideali artistici). -sensibile agli ideali dell’Illuminismo : compose diversi scritti teorici sulla lingua e sulla letteratura, rifiutando la pedanteria dei puristi in nome della ragione e dell’uso concreto - diede grande importanza alle traduzioni: >traduzione in prosa dell’Iliade- >la versione dei Canti di Ossian dello scozzese Macpherson In quest’ultimo caso, traducendo dall’inglese dell’originale, Cesarotti forgiò una lingua poetica rinnovata e insieme fedele alle esigenze di decoro della nostra tradizione letteraria: nei suoi endecasillabi sciolti vi è una ricerca di contrasti e di accenti vigorosi fondati su sospensioni, inversioni sintattiche , apostrofi e esclamazioni, ripetizioni, appassionate domande retoriche e enjambements densi di pathos. E incontro al gusto del nuovo pubblico vanno i temi barbarici e primitivi, il senso nuovo di una natura selvaggia e misteriosa, la scoperta di un epos medievale, nel quale si sposano valori eroici e teneri sentimentalismi. In Europa Nella seconda metà del Settecento anche le altre grandi letteratura europee, come quella italiana, sono attraversate da esperienze artistiche divise tra una base neoclassica e variegate manifestazioni di una nuova inquietudine, genericamente definita preromantica. Mentre il Neoclassico risulta però dominante nelle arti figurative, in letteratura è presto surclassato dai nuovi, trascinati fermenti. Italia>Monti> Il Neoclassicismo come celebrazione del presente ( da cantore della rivoluzione a poeta della restaurazione con versalità e facilità della scrittura) Francia>Chenier> Il Neoclassicismo introspettivo e malinconico ( adesione alla Rivoluzione ma denuncia del Terrore) Inghilterra> Macpherson> traduzione e invenzione del “Ciclo di Ossian” tra virtù cavalleresche e sentimento intenso della natura Blake> sperimentalismo estremo: istinto rivoluzionari e razionalismo illuministico + vocazione visionaria e interesse per occultismo e magia Germania> Goethe> interazione continua con la cultura europea: dagli eccessi dello Sturm und Drang, al rilancio del classicismo, all’evoluzione in senso romantico ( il Faust resta infatti un’opera al confine di vari generi: opera sperimentale e di avanguardia> questa tragedia confina con l’epica da una parte e con il romanzo dall’altra, vi sono aspetti tipici della sacra rappresentazione medievale, della rivista e
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved