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contesto storico 500, Appunti di Italiano

Il contesto storico del Rinascimento italiano e della Controriforma, con particolare attenzione alla scissione tra protestanti e cristiani, alla figura di Martin Lutero e alla nascita delle accademie. Si parla anche del Tribunale dell'Inquisizione, dell'elenco indice di libri proibiti e del fenomeno del mecenatismo. Viene inoltre descritta la crisi della figura della corte nel 1500.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 04/09/2022

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Scarica contesto storico 500 e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! CONTESTO STORICO Prima della Controriforma ci fu il Rinascimento, attorno al 500, che fu un'età molto particolare e ricca di cambiamenti, nella quale si sviluppò la nascita delle Arti e si concretizzò il pensiero umanistico. In questo periodo in Italia stava avvenendo la battaglia tra la Francia e la Spagna, che si concluse con la vittoria di quest'ultima che affermò il suo potere durante tutto il 600 fino al secolo successivo. Nel 500 inoltre ci fu la scoperta dell'America, la quale provocò il trasferimento dei traffici commerciali dal mar Mediterraneo all'oceano atlantico. Avvenne anche la riforma protestante di Martin Lutero nel 1517, il quale scrisse 95 tesi sulla porta della Cattedrale di Wittenberg che provocò anche una rivoluzione di tipo religioso. Questa riforma protestante creo due fazioni contrastanti, da un lato ci furono coloro che credevano ancora nella chiesa, dall'altro invece Martin Lutero aveva creato dei dubbi tra i fedeli, che iniziarono a credere maggiormente nella riforma luterana. Tutti questi cambiamenti generarono delle contraddizioni anche negli artisti stessi. Ad esempio Machiavelli affermò che in Italia occorreva il Principato poiché c'era bisogno di una figura con molto potere che poteva risanare i problemi che c'erano in quel periodo. Inoltre lui credeva che per il bene dello Stato qualunque mezzo era idoneo, anche se ciò significava andare contro la morale. Da qui la frase "Il fine giustifica i mezzi". Un altro artista molto pessimistico di questo periodo fu Guicciardini, il quale, mentre Machiavelli affermava che l'uomo ha il 50% di potere sugli eventi, credeva invece che l'uomo grazie agli insegnamenti che la storia fornisce, può decidere quale strada intraprendere ma il più delle volte non ci riesce, quindi scegli è completamente in balia degli eventi. Tutto ciò lo afferma anche Ariosto, che nel suo poema racconta di cavalieri che non riescono a raggiungere il loro oggetto del desiderio anche Dopo vari sforzi Perché l'uomo non è l'artefice del suo destino. Questa visione pessimistica dell'uomo non fa altro che affermarsi maggiormente Nella seconda metà del Cinquecento. In questo periodo, a causa della riforma protestante, ci fu una scissione tra i protestanti e i cristiani che sfociò in una guerra; fino a quando Papa Paolo III stabilì un concilio tramite una riunione tra cardinali, uomini di chiesa e protestanti. Questo Concilio di Trento fu convocato Nel 1545 e nel 1563 finirono i lavori per risanare le dispute. Tuttavia il Concilio fallisce perché la parte protestante decide di non partecipare, non riconoscendo la figura e il potere del Papa. Un'iniziativa che volevano prendere i membri del Concilio era quella di rinnovare la chiesa tramite la visione di Martin Lutero, il quale affermò che doveva esserci un rapporto diretto tra il fedele e la Fede, ciò significava privare a tutti i membri della chiesa, ad esempio sacerdoti e papi, della loro funzione principale (fare da tramite tra le Sacre Scritture e i fedeli). In questi anni venne inventata anche la Stampa, e il primo libro che venne stampato fu la Bibbia in tedesco. Martin Lutero inoltre volle ridurre i sacramenti da 7 a 3 ma ciò generò una vera e propria rivoluzione, al punto che la chiesa creò una controriforma affermando che la sua lingua ufficiale era in latino, provocando l’eliminazione delle copie della bibbia in tedesco. Inoltre si ripristinarono i sacramenti e vennero fondati i gesuiti, fondati dallo spagnolo Ignazio di Loyola, creati per rieducare i fedeli alla fede. Nella seconda metà del Cinquecento quindi la chiesa inizia a voler controllare ogni aspetto della cultura, quindi in questo periodo si sente la necessità di regole per l’artista per poter lavorare meglio. Nella prima metà del 500 le regole servivano agli artisti per seguire meglio le imitazioni del mondo classico, ovviamente non copiando le opere, ma seguendo delle regole con il fine di avere scritti originali. Inoltre grazie a queste guide gli artisti non sfociavano aldilà dell'ortodossia, infatti la chiesa pose dei confini, mettendo in chiaro ciò che apparteneva al loro mondo e cosa invece veniva definito eretico. Quindi nacque il Tribunale dell'Inquisizione che puniva gli eretici. La chiesa creò anche un elenco indice di libri proibiti (vennero chiamati in questo modo perché allontanavano i fedeli dall'ortodossia). Un'opera che rientra in questo indice è "Il principe" di Machiavelli, in quanto egli viene ritenuto il creatore della frase “il fine giustifica i mezzi”, inoltre anche alcune parti del Decameron vennero censurate poichè facevano riferimento all'erotismo. Nello stesso periodo inoltre nacquero le accademie, nelle quali avvenivano gli incontri tra artisti e letterati. Nonostante ciò però era ancora presente il fenomeno del mecenatismo, ovvero gli artisti si recavano presso le corti dei signori ai quali dedicavano anche le proprie opere. Nel 1500 però la figura della corte cambia, come detto da Ariosto, che aveva contestato più volte la corte Ferrarese perché gli faceva compiere varie mansioni che non avevano nulla a che fare con la sua passione per la letteratura. La Corte quindi, maggiormente quella Ferrarese, inizia ad andare in crisi e tenta di combattere la situazione tramite lo sfarzo, ma i valori cavallereschi vengono eliminati.
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