Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

CONTESTO STORICO DAL 1800 ALL'IMPERIALISMO, Appunti di Storia

riassunti per contesto storico delle date sovra indicate

Tipologia: Appunti

2019/2020

In vendita dal 04/06/2020

MariannaSorrini
MariannaSorrini 🇮🇹

4.6

(47)

35 documenti

1 / 7

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica CONTESTO STORICO DAL 1800 ALL'IMPERIALISMO e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! LA RESTAURAZIONE La Restaurazione, sul piano storico-politico, è il processo di ristabilimento del potere dei sovrani assoluti (assolutismo) in Europa e il tentativo anacronistico, in seguito alle sconfitte militari di Napoleone, di ritornare all’Antico Regime (economicamente dunque si può vedere come transizione dal feudalesimo al capitalismo; socialmente come una crescente contrapposizione fra l’aristocrazia di corte e una nascente borghesia; politicamente come affermazione della monarchia assoluta) precedente la Rivoluzione francese. Più di “restaurare” un passato irreversibilmente tramontato, a Vienna si trattò di risolvere due problemi principali:
 - la questione dei confini: ridisegnare la carta politica europea
 - la questione costituzionale all’interno dei singoli stati: come creare assetti di potere solidi per evitare il riaccendersi della rivoluzione. 
 Essa ebbe inizio con il Congresso di Vienna (1814-1815): un’assemblea convocata dalle grandi potenze per ridisegnare i confini europei (gli imperi di Austria e Russia e i regni di Prussia e Gran Bretagna). Gli stati furono ridefiniti seguendo due principi di legittimità ed equilibrio: si restaurarono le legittime dinastie, cioè quelle al potere prima della Rivoluzione francese, e si spartirono i territori cercando di creare un clima di accordo tra le potenze, per garantire la pace. Per impedire nuovi attacchi all’Austria e alla Prussia da parte della Francia furono creati tra di esse alcuni “Stati-cuscinetto” (stati con il compito di evitare aree di attrito). A tal fine la Repubblica di Genova venne annessa al Regno di Sardegna, che era il “cuscinetto” tra Francia e Lombardia austriaca. Anche Venezia non riebbe l’indipendenza, ma rimase sotto il dominio austriaco.
 
 Politica estera
 Nel 1815 furono istituite anche alleanze per concentrare la politica internazionale e garantire il rispetto delle decisioni prese a Vienna. Russia, Austria e Prussia si promisero reciproco aiuto grazie ad una Santa alleanza, proposta dal zar Alessandro I per difendere l’assolutismo da ogni tipo di rivoluzione. Per garantire la pace e l’ordine in Europa, le stesse potenze strinsero con l’Inghilterra la Quadruplice alleanza, che nel 1818 si estese anche alla Francia.
 
 Politica interna
 Per quanto riguarda la politica interna la volontà di restaurare il potere assolutistico fu mediata dalle novità introdotte dal periodo rivoluzionario e napoleonico. 
 - da un lato vi fu dunque un ritorno alla monarchia assoluta adottata da alcuni sovrani
 - dall’altro gli stessi sovrani, per favorire lo sviluppo economico, mantennero alcune fondamentali innovazione introdotte dal periodo napoleonico come la burocrazia amministrativa e una proprietà terriera di estrazione borghese. 
 Per quanto riguarda i tentativi della nobiltà e del clero di riottenere molte proprietà confiscate durante la rivoluzioni, fu un tentativo impossibile perchè erano state rivendute e non potevano essere restituite.
 Le generazioni che vissero nei decenni centrali dell’Ottocento si trovarono di fronte a due grandi questioni:
 - la questioni politica, che aveva al centro la libertà dall’assolutismo imposto dalla Restaurazione e l’indipendenza dei popoli
 - la questione sociale che nasceva dalle trasformazioni della società industriale e dalle condizioni di vita dei contadini e di operai.
 Vennero a crearsi tre diversi orientamenti di pensiero:
 - orientamento liberale che aveva i suoi cardini nella libertà, nei diritti civili nella difesa della proprietà e della libera concorrenza. Il modello politico preferito da tali pensatori liberali era la monarchia costituzionale.
 - orientamento democratico che sottolineava l’ideale dell’uguaglianza politica, unita con la libertà e sosteneva il suffragio universale e il ruolo attivo dello Stato.
 - orientamento socialista che sosteneva l’eguaglianza economico-sociale, la cooperazione e la critico della società industriale, dello sfruttamento e del profitto.
 Principale teorico del socialismo ottocentesco fu Karl Marx secondo il quale il motore del progresso è il conflitto fra le classi: come la borghesia ha distrutto il sistema feudale inserendo il capitalismo, il proletariato abbatterà la società capitalistica, le classi e la società privata. Più si estende il mondo delle merci e della produzione, più sono destinati ad approfondirsi sua la contraddizione fra l’appropriazione privata della ricchezza sociale e lo sfruttamento sia l’alienazione cui sono soggetti gli operai.
 L’opposizione alla Restaurazione si incentrò su due grandi temi: 
 - la questione della libertà costituzionale
 - la questione dell’indipendenza nazionale.
 Opporsi alla Restaurazione significava aderire ad una società segreta che si proponeva di organizzare insurrezioni per ottenere la concessione di carte costituzionali e l’indipendenza nazionale. Le società segrete suono indebolite dalla segretezza e vaghezza dei programmi e dalla mancanza di solidi legami con i ceti sociali interessati all’opposizione. 
 Il primo ciclo di insurrezioni contro la Rivoluzione, fu quello del 1820-21 in Spagna, Portogallo, Regno delle due Sicilie e Piemonte, anche se l’ordine fu facilmente riportato grazie alla Santa alleanza. 
 Ugualmente repressa fu l’insurrezione decabrista russa del 1825. Solo la lotta per l’indipendenza greca dei turchi, iniziata con un’insurrezione nel 1821, si concluse positivamente nel 1829 grazie all’appoggio delle grandi potenze che volevano indebolire l’Impero ottomano.
 Nel 1830 una seconda ondata rivoluzionaria partì dalla Francia, dove il popolo di Parigi costrinse il re Carlo X a lasciare il potere in favore di Luigi Filippo d’Orléans, che instarò un regime un po’ più liberale. Sull’esempio della Francia, insorsero il Belgio che riuscì ad ottenere l’indipendenza dall’Olanda, la Polonia e l’Emilia-Romagna, dove invece fu repressa da russi e austriaci. In Gran Bretagna maturarono in questi anni cambiamenti: con la riforma elettorale del 1832 il sistema politico inglese compì un passo avanti nell’estensione del diritto di voto. 
 
 IL RISORGIMENTO
 L’Italia nella prima metà dell’Ottocento era un paese, oltre che politicamente diviso, anche in ritardo economico rispetto agli stati europei più avanzati. Il limite principale allo sviluppo risiedeva nella mancanza di un mercato interno sufficientemente strutturato, in conseguenza della frammentazione politica e del lento progredire delle vie di comunicazione. Pesavano anche sull’economia il debole intervento degli stati preunitari in campo economico, la scarsa diffusione e autorevolezza di un ceto imprenditoriale moderno, la mancanza di un sistema creditizio capace di erogare crediti a medio e lungo termine per gli investimenti. 
 Intorno alla necessità di introdurre riforme per la modernizzazione civile ed economica del paese venne coagulandosi un’opinione pubblica liberale che incominciò a impostare il problema italiano in un ottica nazionale.
 Chiamiamo abitualmente “Risorgimento” l’insieme dei processi e degli eventi che condussero alla conquista dell’indipendenza politica e all’unificazione dell’Italia, avvenuta nel 1861. Nel corso della Restaurazione il termine assunse un significato strettamente politico, identificandosi con gli obiettivi dell’indipendenza e dell’unificazione. Si delinearono così due principali orientamenti:
 - uno liberale moderato che riteneva che gli obiettivi di indipendenza e unificazione dovessero essere raggiunti gradualmente attraverso un processo riformatore guidato dai sovrani; essi pensavano l’Italia come una monarchia costituzionale di carattere liberale.
 - uno democratico-repubblicano che riteneva che il Risorgimento doveva essere frutto dell’iniziativa popolare e realizzatasi attraverso un’insurrezione nazionale; essi pensavano all’Italia come una repubblica fondata sulla sovranità popolare. 
 Queste due impostazioni si alternarono e alla fine sarà quella moderata a prevalere.
 
 Fra i maggiori esponenti dello schieramento democratico Giuseppe Mazzini elaborò una proposta politica in cui nazionalismo e libertà erano unite, nel quadro di un pensiero connotato in senso etico-religioso e romantico. Egli fondò un’organizzazione politica, la Giovane Italia, che enunciò il programma di una repubblica democratica da raggiungersi per via insurrezionale, raccogliendo consensi ampi.
 La riflessione teorica dei moderati fu promossa da Gioberti che cercò di connettere cattolicesimo e liberalismo ipotizzando un’Italia composta da una federazione di stati guidati dall’autorità politica e spirituale del papa.
 Cattaneo propose un federalismo democratico e repubblicano che individuava nella libertà e nella repubblica l’obiettivo della lotta per l’indipendenza, e in una federazione di stati il modello istituzionale più adeguato a salvaguardare le autonomie e le specificità delle realtà locali italiane. 
 
 1848 IN EUROPA E IN ITALIA
 Il Quarantotto fu un fenomeno unitario che avanzò attraverso una intensa mobilitazione popolare e una comune esigenza di modernizzazione. Le rivoluzioni mescolarono tre ordini di rivendicazioni:
 - politico-costituzionali
 - nazionali
 - sociali.
 A promuovere l’ondata di rivoluzioni fu anche la crisi economica tra il 1846-47: ricordiamo la grande carestia irlandese e in generale il rincaro dei generi alimentari in tutto il mondo e l’indebolimento del settore industriale attraverso un calo della domanda.
 A metà dell’Ottocento l’ordine politico, sociale ed economico della Restaurazione ricevette il colpo finale. La scintilla rivoluzionaria scoccò in Francia, dove lo sviluppo economico aveva acuito le contraddizioni sociali fra la borghesia e i ceti proletari e dove il diritto di voto continuava ad essere riservato a solo alcuni individui. La rivoluzione di febbraio portò ala caduta della monarchia orleanista e all’instaurazione della repubblica, con un governo provvisorio in cui erano rappresentate diverse tendenze politiche. La borghesia francese si attestò su posizioni sempre più moderate, favorendo l’ascesa al potere di Carlo Luigi Napoleone Bonaparte.
 Nella confederazione germanica gli obiettivi del movimento liberale erano la riforma costituzionale e l’unificazione del paese, ma la debolezza della borghesia tedesca consentì alla Prussia di riportare l’ordine e di consolidare la propria egemonia. 
 In Austria e nei domini asburgici, la rivoluzione ebbe connotazioni fortemente autonomistici e nazionalistici, corrispondenti al carattere multinazionale dell’impero. La repressione militare fugò nell’immediato pericolo, ma le rivoluzione quarantottesime infersero una profonda ferita alla stabilità dell’impero.
 In Italia la rivoluzione scoppiò in Sicilia, dove la monarchia aveva con più forza manifestato la propria opposizione alla politica riformista, costringendo Ferdinando II a concedere la costituzione. Toscana, Piemonte e Stato pontificio seguirono l’esempio napoleonico concedendo costituzioni. Nel Lombardo Veneto il rifiuto delle autorità di concedere riforme portò allo scoppio della rivoluzione: a Milano i moderati cercarono l’appoggio del Piemonte I tentativi dunque furono due:
 - 1826, Aspromonte: Garibaldi fu colpito dall’esercito regio.
 - 1867, Mantana: Garibaldi fu colpito dall’esercito francese.
 Convenzione di settembre: Fu un accordo preso tra Italia e Francia che imponeva il graduale ritiro dei francesi da Roma e lo spostamento della capitale da Torino a Firenze.
 Sillabo: Un elenco di 80 proposizioni condannate dalla Chiesa con le quali si rifiutava la scissione tra Stato e Chiesa.
 Roma nel 1870 divenne finalmente capitale.
 Politica estera
 Politica economica liberoscambista: Un’economia basato sul libero scambio, ovvero un tipo di commercio internazionale in cui merci e servizi possono circolare senza barriere doganali. 
 Le conseguenze furono da un lato la possibilità di esportazione dei prodotti agricoli e di semilavorati, ma dall’altro parte l’esposizione dell’Italia alla concorrenza delle più competitive merci franco-inglesi e la penalizzazione del meridione.
 Pareggio di bilancio dello Stato: Fu necessario per risanare il debito pubblico e venne attuato in due modi:
 - si fece ricorso a prestiti e alla vendita di beni del demonio 
 - attraverso il prelievo fiscale: venne ripristinata la tassa sul macinato.
 La forte tassazione comportò il brigantaggio meridionale che terminò con l’emigrazione di molti cittadini del sud e la promulgazione della Legge Pica, la quale attribuiva ai tribunali militari la facoltà di giudicare chi fossero i briganti e ucciderli o costringerli a lavori forzati.
 
 L’ETÀ DELLA SINISTRA (1876-1896)
 I componenti erano:
 - espressione delle idee democratiche 
 - eredi di Mazzini e Giolitti 
 - proprietari terrieri e piccola-media borghesia 
 Decisero di attuare il programma di Stradella il quale prevedeva:
 - il rilancio dell’istruzione pubblica: con la Legge Coppino la scuola elementare era obbligatoria fino al 9° anno di età. 
 - l’ abolizione della tassa sul macinato
 - l’ ampliamento della base elettorale: egli estese il diritto di voto ai maschi con titolo di studio della 2° elementare e ai cittadini di età superiore ai 21 anni. Ciò portò ad una grande corruzione peggiorata dal trasformismo, il quale tendeva a gestire la vita parlamentare e politica attraverso accordi e scambi di favori e deputati tra maggioranza e opposizione. 
 Politica interna 
 Politica protezionistica: In seguito alla crisi agraria causata dall’importazione del grano americano a basso prezzo, nel 1877 con la politica protezionista si imposero elevate tasse doganali a protezione delle industrie tessili e siderurgiche.
 
 Politica estera
 Triplice Alleanza: Venne stipulata da De Pretis con Inghilterra e Germania e consisteva nella protezione reciproca in caso di aggressione. Le cause di questa alleanza furono la paura dell’isolamento internazionale e le cattive relazioni con la Francia, la quale si era impadronita della Tunisia da sempre interessata all’Italia e dove già vivevano migliaia di italiani.
 Espansione coloniale: L’Italia decise di puntare al Corno d’Africa ma l’esordio coloniale non ebbe un buon esito. Nel 1885 le truppe occuparono la città di Massaua ma, nel tentativo di espandersi verso l’interno, l’imperatore dell’Etiopia reazione distruggendo l’Italia e Dogali.
 
 Gli anni di Crispi
 Politica autoritaria: Crispi fu repubblicano, garibaldino e dunque apparteneva alla Sinistra. Era un uomo forte, il quale rappresentava la guida dinamica del paese in economia e aggressiva in politica estera. Ciò rese la sua politica autoritaria.
 Riforme e accentramento: La sua politica riguardò l’ordinamento amministrativo attuando importanti riforme come:
 - l’ampliamento di voto nelle elezioni amministrative 
 - l’eleggibilità dei sindaci in comuni con più di 10.000 abitanti 
 - la riforma sanitaria 
 - l’approvazione dei codici penali, tra cui il Codice Zanardelli 
 - l’aumento dei poteri della pubblica sicurezza.
 Gli anni di Giolitti 
 Egli salì al potere poiché Crispi andò in minoranza al parlamento. Ma il suo fu un mandato molto breve poiché dopo uno scandalo che aveva coinvolto la Banca Romana, egli fu costretto a dimettersi.
 
 Crispi e il suo ritorno al potere
 In questi anni esplose in Sicilia la rivolta dei Fasci Siciliani: un movimento di borghesi radicali, socialisti e anarchici il quale richiedeva la revisione dei patti agrari, la riduzione delle imposte e l’abolizione dei dazi. Questo problema venne affrontato da Crispi con il Pugno di ferro decretando lo Stato d’Assedio, il quale limite fu la libertà normalmente garantita ai cittadini, lo scioglimento dei fasci e l’approvazione delle leggi anti-anarchiche.
 Colonialismo: Nel 1890 grazie al nuovo accordo con l’imperatore dell’Etiopia, l’Italia fondò la sua prima colonia in Eritrea e riuscì a stabilire il protettorato sulla Somalia. Subì però una grave sconfitta ad Adua che segnò la disfatta della Sinistra Storica.
 
 LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE 
 Nonostante la “grande depressione” del 1873-79, legata all’afflusso del grande americano, che mise in crisi le agricolture europee, gli ultimi decenni dell’Ottocento furono una fase di sviluppo e di trasformazioni produttive così intensa da meritarsi l’appellativo di “seconda rivoluzione industriale”. Caratteristici di questa fase l’affermassi di nuovi settori strategici (acciaio, elettricità, petrolio), il rinnovamento tecnologico e il diffondersi della grande fabbrica. Questi fenomeni furono accompagnati da un legame sempre più stretto fra ricerca scientifica, tecnologia e industria, dallo sviluppo dei grandi monopoli e da un’influenza sempre più forte del potere economico su quello politico. L’estensione delle reti ferroviarie, lo sviluppo della navigazione a vapore, l’affermarsi di strumenti come il telegrafo e il telefono, furono alla base di un imponente mondializzazione, cioè un’integrazione dei paesi e dei mercati a livello mondiale, che ebbe una delle sue manifestazioni più vistose dei movimenti migratori, soprattutto dall’Europa in direzione delle Americhe. Il grande sviluppo del tardo Ottocento portò con sé la nascita della società di massa, che ebbe tra le sue manifestazioni il decollo di una vera e propria industria culturale e la diffusione dell’istruzione anche a livello popolare. Si trattava di uno strumento per la nazionalizzazione delle masse, ovvero la loro integrazione nello stato-nazione. La società industriale trasformò le masse lavoratrici in protagoniste della vita sociale e politica. Nacquero i grandi sindacati, che rappresentavano gli interessi dei lavoratori a livello nazionale. Dinanzi al peso crescente delle masse, divenne fondamentale il problema della rappresentanza politica. Dal suffragio censuario si passò al suffragio universale maschile, mentre nel mondo anglosassone si sviluppa il movimento di emancipazione femminile, incentrato sulla rivendicazione del diritto di voto. L’allargamento del suffragio portò alla nascita dei partiti di massa su scala nazionale. Ebbero questo carattere i partiti socialisti, divisi tra una corrente rivoluzionaria che puntava al rovesciamento della società capitalistica, e una riformista, che puntava alla conquista dei diritti politici e sociali per via legale attraverso la partecipazione in parlamento. Nel mondo cattolico una svolta si ebbe con l’enciclica Rerum novarum (1891) di Leone XIII che per la prima volta espose una dottrina sociale della chiesa basata sulla collaborazione fra le classi. Nacquero molte organizzazioni sociali e politiche di ispirazione cattolica. 
 
 IMPERIALISMO
 Contestualmente alla seconda rivoluzione industriale, si manifestò il fenomeno dell’imperialismo, che portò l’Europa a dominare su una gran parte del mondo attraverso la conquista militare e politica diretta. Ragioni economiche (ricerca di materie prime e di mercati di sbocco), geografiche (competizione tra le potenze) e di politica interna (dirottare all’estero il conflitto sociale) furono alla base del fenomeno. In Asia, l’imperialismo europeo aveva la sua punta di diamante in India. Questo paese, dopo la rivolta dei sepoys (1857-58) fu posto direttamente sotto il controllo inglese e fu interessato da un processo di modernizzazione: si formò una nuova classe dirigente indiana che inizi ad avanzare richieste di autonomia, organizzando il Partito del Congresso. La Gran Bretagna estese il dominio anche ad altre aree asiatiche, mentre la Francia colonizzava l’Indocina e gli Stati Uniti facevano il loro ingresso nell’area, sottraendo agli spagnoli le Filippine.
 Anche la Cina fu un obiettivo dell’espansione imperialista: ma nell’impossibilità di assoggettarla direttamente, le potenze occidentali operarono attraverso erosione della sua autorità imperiale. Una svolta si ebbe con le guerre dell’oppio in cui gli inglesi imposero al governo imperiali trattati favorevoli e porti franchi. Il progressivo declino del potere imperiale portò all’affermarsi di un movimento repubblicano e del Guomindang, partito guidato da Sun Yat- sen che nel 1912 proclamò la repubblica. Il Giappone reagì invece all’aggressione occidentale attuando la riforma Meiji che trasformò un paese arretrato inuma moderna potenza economica e anche politica e militare. Obiettivo dell’imperialismo di fine Ottocento fu l’Africa, che enne spartita tra le potenze europee, secondo la conferenza di Berlino (1884-85), convocata per risolvere le controversie in una gara politica ed economica. Fu nella conquista dell’Africa che risultò il nesso fra la tecnologia e l’imperialismo, come pure fu nelle guerre coloniali africane che gli europei sperimentarono le prime forme di violenza desunta ad avere sviluppi tragici nel ‘900. 
 Nella nuova società di massa e nella fase dell’espansione imperialista ebbe crescente diffusione anche un nazionalismo che si differenziava da quello primo-ottocentesco per il suo carattere aggressivo e ostile alla democrazia parlamentare. Portatore di un messaggio semplice e in linea con la cultura dell’età dell’imperialismo, il nazionalismo di consenso sociale. Si diffuse anche un virulento razzismo e di antisemitismo.
 
 LE GRANDI POTENZE NEL TARDO OTTOCENTO
 La Gran Bretagna, anche dopo la nascita del Partito laburista conservava un sistema politico solido.
 La Terza Repubblica francese conservava invece una grande instabilità politica anche se nei decenni di fine secolo i repubblicani e i radicali vararono importanti riforme soprattuto in campo sociale e nella pubblica istruzione.
 Gli Stati Uniti videro una impetuosa crescita economica e la formazione del mercato di massa. Nonostante le leggi antitrust, questo sviluppo accelerato vede una concentrazione del capitale e il dominio di potenti monopoli e oligopoli. Le disuguaglianze sociali e lo sviluppo dell’industria porta alla nascita di potenti organizzazioni sindacali. L’intensa conflittualità che ne seguì fu placata solo con l’elezione di Roosevelt (1900) quando si aprì la cosiddetta “età progressista”.
 In Germania, Bismarck fu artefice diana politica autoritario-paternalista fondata sulla repressione di ogni dissenso che potesse minare l’autorità di stato, ma anche una politica sociale e assistenziale finalizzata a favorire l’integrazione delle masse operaie nello stato. Dal punto di vista geografico riuscì a fare della Germania il perno dell’equilibrio europeo, isolando la Francia e “congelando” il congresso di Berlino. Le irrisolti tensioni etnico- nazionali paralizzavano la vita politica dell’Impero austro-ungarico. 
 In Russia a fine Ottocento ci fu un decollo industriale. La modernizzazione industriale favorì la formazione del Partito costituzionale democratico (cadetto) di orientamento liberale; il Partito socialista rivoluzionario, il Partito operaio socialdemocratico, che si divideva nella corrente dei bolscevichi fautori di un processo rivoluzionario (capeggiati da Lenin) e dei menscevichi sostenitori di un’evoluzione democratico-parlamentare. Nel 1905 la protesta sfociò in una rivoluzione che vede la nascita di un organismo di rappresentanza popolare, il soviet. Il potere zarista tentò di riprendere il controllo della situazione sia con la forza sia cn moderato concessione politiche (come la duma, il parlamento) sia con una riforma agraria per creare un ceto di coltivatori diretti benestanti. 
 
 BELLE ÉPOQUE ED ETÀ GIOLITTIANA
 Con il termine belle époque si intende il periodo storico, socio-culturale e artistico a cavallo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Quella della belle époque era un’Europa borghese, ricca, sicura e progredita, risultato dell’intreccio fra industria, scienza e tecnologia che aveva caratterizzato la seconda rivoluzione industrial del tardo Ottocento: tutti questi termini si riassumevano in uno unico, il progresso. 
 Oltre all’Europa caratterizzò anche Stati Uniti e Messico e in Italia corrispose all’età giolittiana. 

Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved