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Contesto storico e culturale del "decadentismo" in Italia e Europa, Appunti di Italiano

Il documento contiene informazioni sul contesto storico e culturale del movimento decadentismo e del simbolismo. Vengono trattate poesie e pensieri di Charles Baudelaire, poeti maledetti e Giovanni Pascoli.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 13/02/2023

silviaru6
silviaru6 🇮🇹

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Scarica Contesto storico e culturale del "decadentismo" in Italia e Europa e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! DECADENTISMO CONTESTO STORICO Seconda metà dell’800 (1880-1910). Il decadentismo è contemporaneo al realismo e al verismo, infatti esistono poeti che sono nati come preliasti, ma hanno continuato la loro carriera come decadentisti. DECADENTISMO Un movimento letterario e culturale che nacque negli ambienti intellettuali di Parigi, ma che successivamente prese piede in tutta Europa e assumerà diversi nomi in base al territorio in cui ci troviamo; es. simbolismo in Francia e decadentismo in Italia. Il termine “decadentismo” è un termine che originariamente era stato usato con una accezione negativa dei critici letterari per definire i poeti di questo periodo, però agli stessi poeti, questo termine piacque, quindi lo hanno fatto proprio. Il primo esponete ad utilizzare il termine decadente nelle sue opere è Paul Verlaine nel sonetto “Languore”. In questo sonetto, il poeta paragona il suo tempo alla decadenza del mondo romano. Il sonetto interpretava uno stato d’animo diffuso nella cultura del tempo, il senso di disfacimento e di fine di tutta una civiltà. Queste idee erano tipiche dei circoli d’avanguardia e della bohème parigina. Il decadentismo racchiude al suo interno manifestazioni artistiche e letterari differenti tra loro, ma che avranno sempre un qualcosa in comune: VISIONE DEL MONDO Rifiuto del realismo, del Positivismo e dei valori borghesi –> si vengono a delineare dei luoghi comuni che i poeti decadenti non condivideranno: - Pensano che la ragione e la scienza non sono in grado di garantire una conoscenza oggettiva e totale della realtà - Solo rinunciando alla propria razionalità si potrà essere in grado di conoscere la vera verità del mondo –> la realtà è misteriosa ad enigmatica e conoscibile rinnegando la ragione. I poeti decadenti credono che la vera realtà del mondo stia dietro al significato dei simboli presenti in esso. Secondo i poeti decadenti, solo loro sono in grado di capire i simboli e le analogie del mondo, perché solo loro sono stati in grado di rinunciare alla propria razionalità e perché erano “diversi” –> la conoscenza è frutto di intuito ed immaginazione. I mezzi tramite i quali è possibile fare conoscenza della realtà sono: la malattia, la follia, il delirio, il sogno e le allucinazioni –> sono gli stati di alterazione che possono essere provocati dalle droghe e dall’alcool. Quando una persona è alterata, vuol dire che è fuori di sé, quindi non è più sotto il controllo della ragione. Altre forme di estasi che sono in grado di far conoscere la realtà e decifrare i simboli presenti all’interno del mondo sono: il panismo (annullamento dell’io individuale attraverso la fusione con la natura) e le epifanie (illuminazioni e rivelazione improvvise). Gli intellettuali, essendo in grado di tradurre i simboli e le analogie del mondo, fanno esperienza dell’ignoto e dell’inconscio. INTELLETTUALI Gli “eroi decadenti”: - ARTISTA MALEDETTO –> che disprezza i valori e la società, sceglie il male, si compiace di una vita misera e fa utilizzo di sostanze stupefacenti (alcool e droghe); aveva uno stile di vita definito bohemienne. L’atteggiamento bohemien è un atteggiamento tipico dei poeti decadentismo. Deriva dalla regione della Boemia, dove vivevano gli zingari e quelle persone che vivevano una vita allo “sbando”. I poeti avevano uno stile di vita molto libero nel quale il bello estetico non aveva una grande importanza come per gli esteti. - LETTERATO ESTETA: artista che vuole trasformare la sua vita in un’opera d’arte, andando alla continua ricerca del bello e circondandosi di sfarzo e lusso; disprezza la società e si crede superiore ad essa. Gli esteti assumevano l’arte e il bello come principio della propria vita. Per i decadenti, uno degli strumenti della conoscenza è l’arte; infatti poeti, pittori e musicisti sono in grado di “vedere dove lo sguardo dell’uomo comune non arriva”, quindi sono in grado di capire la vera realtà delle cose. Questo culto dell’arte ha dato origine al fenomeno dell’estetismo. L’esteta è colui che assume come valori della vita, non quelli morali, ma il bello. L’esteta si colloca al di là della società, vive in un mondo tutto suo. L’esteta è sempre alla ricerca del lusso e si circonda di oggetti preziosi per farsi vedere superiore agli occhi della società media, che non aveva la possibilità di vivere come lui faceva, quindi voleva anche per fare alle persone quanto la sua vita fosse più bella della loro. - LETTERATO INETTO: chi non vive ma si lasca vivere; artista che si sente escluso dalla vita che lo circonda e non è interessato a parteciparvi per mancanza di energie vitali. Si rifugia nella fantasia. - LETTERATO SUPERUOMO: individuo che sta al di sopra della massa perché più forte e alla conquista di mete eroiche. - DONNA FATALE: la donna è simbolo di male e malessere, viene vista come la dominatrice del maschio, una maga ammaliatrice dal cui fascino è impossibile sfuggire. Porta l’uomo alla follia, allo sfinimento e alla distruzione. - FANCIULLINO: guarda il mondo con gli occhi di un bambino, rifiuta la condizione adulta e la vita al difuori del nido famigliare. Il fanciullino conosce il mondo con gli occhi di un bambino, quindi conosce in una maniera primitiva, priva di razionalismo alimentata dal conoscere quello che non si sa, quindi il mistero. GENERI LETTERARI TEMI I temi rilevanti sono tutti connessi tra di loro da un velo di oscurità e tristezza. Vengono trattati la malattia, la decadenza del mondo e la morte. Allo stesso tempo, a questi temi oscuri, si contrappongono dei temi completamente opposti, che trattano di vita: Vitalismo e superomismo –> esaltazione della vitalità al di là di ogni forma morale. È un culto della vita e della forza, che però viene vista come l’altra faccia della malattia interiore. Psicanalisi –> scoperta dell’inconscio I generi letterari della letteratura decadente sono: - Poesia decadente: influenza del simbolismo, linguaggio musicale e allusivo e “poesia pura”, è fine a se stessa. Esponenti: Pascoli e d’Annunzio - Crepuscolarismo: poesia che ha raggiunto il crepuscolo, che non ha più niente da dire - Romanzo estetizzante: disprezzo dell’età contemporanea (contrario al realismo in cui ci si basava esclusivamente sulla realtà), figura dell’esteta (vivere la propria vita come un’opera - La morte: dato che l’uomo non è stato in grado di fuggire dal mondo, come ultima possibilità, si rifugia nella morte, non come morte cristiana, ma come scoperta dell’ignoto In questa raccolta, Baudelaire sperimenta l’utilizzo di due espedienti che saranno centrali in tutta la poesia moderna: - Ricerca di corrispondenze –> rete di legami misteriosi che uniscono tutta la realtà - Utilizzo dell’allegoria –> utilizzo di parole che non hanno più un’interpretazione definito, come nella poesia medievale, ma sono di difficile ed incerta interpretazione. CORRISPONDENZE Diventa il manifesto della poesia di Baudelaire e della poesia simbolista, perché crea delle analogie (caratteristica del simbolismo per eccellenza) tra cose che per noi non hanno nessun legame, crea delle corrispondenze. Appartiene alla sezione “spleen”. Baudelaire scrive le sue poesie con la metrica “alessandrino”: presenta 2 settetti ed è caratteristica della Francia. Inizialmente fa un richiamo alla natura che però tratta come una metafora –> la natura è paragonata ad un tempio e le sue colonne vengono viste come degli alberi, quindi la natura è una sorta di foresta di simboli. Baudelaire ci vuole far capire che la natura presenta aspetti misteriosi e ci parla con un linguaggio di difficile comprensione (attraverso i simboli, che non tutti sono in grado di capire). richiamo al romanismo che trametteva inquietudine. I romantici rispondevano tramite una certa energia, invece i decadenti non reagiscono con energia, ma con Esistono profumi esotici, che provengono da lontano (prevale il gusto per l’esotico), senso olfattivo, come la carne di un bambino, senso del tatto, come il suono degli oboi, come verdi praterie, senso visivo –> sinestesia: unione di sensazioni provenienti da sensi diversi. Questi profumi cantano le corrispondenze tra cose che Visione mistica del reale –> oggetto e soggettò sono uniti. L’ALBATROS Poesia tratta dalla sezione spleen e tratta del conflitto che c’è tra la società borghese e gli intellettuali. L’albatros è un uccello maestoso che vive in luoghi marittimi: quando ha le ali spiegate, è grandioso, enorme, sembra il re dei cieli; quando è sulla terra ferma, è goffo perché ha delle ali molto grosse che sono ingombranti. Baudelaire, in questa poesia, porta avanti un paragone tra l’albatros e il poeta decadente perché trova simile la condizione dell’albatros e del poeta: il poeta e l’albatros sono goffi e derisi quando sono sulla terra ferma, quindi quando hanno i piedi per terra; invece sono maestosi quando stanno “volando”, l’albatros nel senso letterale della parola, invece il poeta nel senso figurato perché quando essi stanno facendo poesia, quindi sono sotto effetto di alcool o droghe, stanno “volando”, non hanno i piedi attaccati al suolo. Gli albatros sono oggetto di bullismo da parte dei marinai, che si divertono a schernirli e a denigrarli. L’albatros diventa comico (comico non è un termine poetico –> caratteristica di Baudelaire: fusione linguistica, mettere insieme termini alti con termini bassi). Il poeta è come l’albatros: il poeta è il principe delle nuvole quando fa poesia, è grande e maestoso, ma quando il poeta è sulla terra, è un esule, un emarginato –> il poeta è troppo grande per essere compreso dei suoi concittadini. In questa poesia ci si vuole soffermarne sulla differenza tra il poeta e la classe borghese: il denaro è il voler far soldi, ha deviato la classe borghese perché ha fatto perdere ad essa i valori fondamentali della vita (famiglia, amore, …). Puoi collegare tutte le differenze che cerano tra la società e gli intellettuali –> rifiuto del positivismo e della scienza, critica al capitalismo (no alla produzione in serie, producono solo per una élite perché non volevano che la cultura e le loro opere fossero oggetto di tutta la popolazione, perché loro credevano che solo loro, quindi gli intellettuali, fossero in grado di capire la vera realtà del mondo –> questo è anche il motivo che sta alla base dell’utilizzo delle analogie nelle composizioni) se vuoi c’è anche il collegamento con Marx e Dickens (lui produceva per la popolazione e scriveva quello che piaceva alla popolazione per vendere di più e avere più consensi). SPLEEN È la poesia che meglio può spiegare il motivo per cui lo spleen è centrale nella poesia di Baudelaire. Nella poesia viene portato avanti un parallelismo tra immagini che rappresentano i sentimenti del poeta e che rappresentano la realtà e la società. Le immagini della realtà, quid del mondo esterno, sono collegate ad un paesaggio autunnale; invece la dimensione del poeta e quindi i suoi sentimenti, sono rappresentati da una serie di figure allegoriche che riescono a collegarsi perfettamente con le immagini del mondo –> si viene a creare un collegamento tra le immagini del mondo e quelle del poeta. Terra –> cella: come la cella è una stanza stretta e buia, il poeta vede la Terra come una cella, quindi per lui la terra è un qualcosa che lo opprime, che lo rinchiude. Pioggia –> sbarre di una prigione Speranza –> pipistrello Campane –> gemiti di spiriti erranti: il momento finale, più alto: l’urlo Dopo il suono delle campane arriva il momento dell’angoscia e della depressione più acuta –> lo spleen, il male di vivere. Spleen –> lungo funerale: il funerale dell’anima, in cui non si vede più la speranza e continua ad esserci inquietudine perché non si vede la luce alla fine del tunnel, non si vede fine all’angoscia POETI MALEDETTI Sono poeti che seguono la lezione di Baudelaire, che viene considerato da loro come un maestro. Questi poeti ritengono che la parola possa solo alludere ad una realtà più profonda che non può essere colta dalle persone comuni. Maledetto: parlare male di qualcuno. Il poeta maledetto è quel poeta di cui gli altri parlano male perché questo poeta è andato contro gli ideali della società. I poeti maledetti per “eccellenza” sono: Verlaine, Rimbaud e Mallarmé. PAUL VERLAINE Nasce in una famiglia benestante parigina, si sposa e inizia a frequentare l’ambiente letterario del tempo. Lui inizia una corrispondenza con Rimbaud nella quale Rimbaud manda delle sue poesie. Quando i due si incontreranno, cambieranno completamente le loro vite perché inizieranno una relazione omosessuale che loro portarono avanti alla luce del sole –> i due vengino etichettati come gli uomini dello scandalo. Mentre si trovano insieme, in un momento di gelosia, Verlaine cerca di accoltellare Rimbaud –> segna la fine della loro relazione. Verlaine dopo aver scontato un periodo in carcere, torna a Parigi e da sua moglie che lo riaccoglie in casa. Rimbaud invece avrà una vita ancora più maledetta, inizia a fare mille lavori, abbandona la poesia, va in africa e inizia a fare il trafficante; dopo poco si ammala di cancro e muore. LANGUORE Sonetto pubblicato sulla rivista “il gatto nero” nel 1883. In questo sonetto Paul Verlaine paragona se stesso alla decadenza dell’impero romano –> “io sono impero alla fine della decadenza” è un’analogia tra il poeta e l’impero romano. Fare questo collegamento, tra un passato così lontano e il presente ha un valore significante perché ci fa capire che i simbolisti rifiutano quella che è la società contemporanea e gli sviluppi, il progresso che è avvenuto. La poesia decadente viene considerata una poesia in crisi. Gli acrostici indolenti sono delle poesie che non hanno niente da dare, sono insegnano niente. L’anima soffre di noia e depressione. Sulla terra ci sono battaglie cruente, il poeta fa questo paragone con la società per denunciare la società del tempo, che viveva per i soldi e per i beni materiali. Ormai tutto è compiuto, non c’è più niente da fare e la poesia non ha più niente da dare, è priva di messaggi morali e sociali (perché la società è troppo concentrata ai soldi) –> poesia decadente per questo (in Italia verrà definita come la poesia crepuscolare); con questo Verlaine vuole ribadire l’inutilità della poesia. Batillo: giullare di corte A questo punto rimane sono un poema inconsistente e con niente da dare –> la poesia decadente si contrappone al positivismo che sta dilagando in Europa. GIOVANNI PASCOLI TEMI DELLA POESIA PASCOLIANA - Nido familiare –> quel luogo figurato in cui i componenti di una famiglia di possono sentire al sicuro e al riparo dalla realtà esterna paurosa e minacciosa. Secondo Pascoli il nido famigliare era un qualcosa di sacro, che nessuno doveva profanare. Però questo accadde quando una delle due sorelle con cui viveva, decise di sposarsi. Pascoli vive questo come un vero e proprio tradimento e iniziò a vedere l’amore in modo distorto. Per questo motivo lui non si sentirà mai pronto per sposarsi e si sentirà per sempre figlio di suo padre e sua madre (motivo della poetica del fanciullino). - Il fanciullino –> rappresenta la parte più bambina e infantile di ogni persona che è presente in ognuno di noi e che è in grado di garantire la fraternità fra gli uomini e di farci conoscere come è in fondo il mondo. In Pascoli, questo suo lato, è stato scaturito dal suo sentirsi sempre figlio e dalla morte del padre. Pascoli ha dovuto “abbandonare” forzatamente la vita da fanciullo per diventare grande, in famiglia era venuta meno la figura centrale. Venendo meno sia la figura paterna che quella materna, lui ha avuto una vera e propria mancanza che lo ha fatto rimanere per sempre bambino. - La morte –> è una tematica collegata al nido familiare perché nel nido è sempre presente il ricordo dei morti. Inoltre Pascoli sarà sempre segnato dall’assassinio di suo padre, a cui dedicherà anche una poesia. Questo assassinio sarà importante per il suo pensiero sugli uomini perché è da questo che sviluppa l’idea che tra gli uomini prevalga sono un sentimento di male. CARATTERISTICHE FORMALI Pascoli getta le basi della poesia novecentesca perché porta delle soluzioni formali fortemente innovative. - Sintassi –> la sintassi, con pascoli, si distacca da quella tradizionale. Nei testi la coordinazione prevale sulla subordinazione in modo che si vengano a creare delle frasi brevi senza rapporti gerarchici. - Lessico –> Pascoli non utilizza un lessico lineare, ma “misto”: in uno stesso testo possiamo trovare dei termini aulici accostati a termini dialettali, otre che termini provenienti da lingue differenti, ma sempre lui utilizzerà dei termini sempre precisi quando parlerà della natura. Il lessico pascoliano sarà ricco di metafore ed analogie che hanno lo scopo di creare dei legami tra figure diametralmente opposte, che talvolta non avevano alcun legame logico. TESTI Poesia: - Myricae –> prima raccolta di poesie dedicate a suo padre (opera della giovinezza) - Poemetti –> sono innovativi per i temi affrontati (si concentra sulla emigrazione e tanti altri temi che non sono mai stati trattati prima) - Canti da Castel Vecchio –> seconda raccolta dedicata a sua madre (opera della vecchiaia) Saggistica e critica letteraria: - Fanciullino –> testo in cui fissa la sua poetica discorsi politici: - La grande proletaria si è mossa –> la grande proletaria è l’Italia che si è mossa a conquistare la Libia RACCOLTA “MYRICAE” Myricae, tamerici, è un termine latino che pascoli prende da un’opera di Virgilio, le Bucoliche (raccolta di poesie, insieme alle Georgiche, che raccontano della vita di campagna in modo sereno, non fa trapelare la durezza del lavoro nelle campagne). Le tamerici sono degli arbusti molto semplici: - Virgilio nel suo testo voleva innalzare il tono del suo canto perché lui voleva parlare di cose più complesse rispetto a dei semplici arbusti - Pascoli invece vuole tornare a parlare delle piccole cose, quindi da come titolo della raccolta questo arbusto perché, per l’appunto, è una pianta semplice; che in questo modo diventa il simbolo delle piccole cose. Era una raccolta che era iniziata con 106 poesie, ma che nell’ultima edizione sono arrivate a 150. Le sue poesie trattano di cose semplici, non sono poesie semplici. I componimenti presenti in questa raccolta sono di breve lunghezza e sono dei ritratti della vita di campagna. X AGOSTO Poesia molto simmetrica: - La prima strofa viene ripresa nell’ultima - La seconda e terza vengono riprese nella quinta e nella quarta È una composizione formata da quartine. Si apre con un’invocazione a San Lorenzo, perché il 10 agosto è comunemente conosciuto come la notte di San Lorenzo. Pascoli dice che sa perché quella notte c’è una pioggia di stelle, che lui paragona con una pioggia di lacrime –> quella notta è la notte in cui è morto suo padre, quindi i membri della sua famiglia lo hanno pianto per tutta la notte. Dalla seconda alla quinta quartina Pascoli porta avanti un parallelismo tra una rondine e suo padre, che viene sostenuto anche tramite la ripresa di tutte le parole della seconda e della terza quartina nella quarta e nella quinta quartina. Seconda e terza quartina: raccontano di una rondine che viene uccisa mentre stava tornano al “tetto” con il cibo per i suoi rondinini e ugualmente, come noi sappiamo Gli spini riprendono la corona di spine di cristo e la croce riprende sempre la croce di Cristo –> c’è un rimando alla morte di cristo. Questo potrebbe essere il motivo per cui scrive il 10 con il numero romano: X –> rimanda alla croce. Quarta e quinta –> c’è un uomo che stava tornando al nido (non a casa), che però viene ucciso e da bravo cristiano riesce a chiedere perdono per i suoi peccati. Questo uomo stava portando in dono alle sue figlie due bambole. Tutti a casa lo aspettavano invano e le bambole vengono additate al cielo. In queste 4 quartine prossimo vedere come viene anche ripreso il tema del nido familiare, infatti Pascoli ci dice che la rondine doveva ritornare al tetto, e non al nido, e che il padre doveva tornare al nido, e non al tetto. Volutamente Pascoli inverte i due termini perché voleva sottolineare l’importanza del nido famigliare per lui. Il cielo viene ripreso nell’ultima trova, ma viene scritto con la C maiuscola –> si riferisce a dio. Nell’ultima strofa non si rivolge ad un santo, ma direttamente a Dio. Pascoli si immagina un Dio che guarda gli uomini dall’alto al basso, non un Dio che sta tra gli uomini. “atomo opaco del male” –> parole che indicano la Terra, che dio inonda di stelle, ma che per pascoli sono le lacrime. NOVEMBRE Molte delle poesie di Pascoli sono dedicate ai mesi/periodi dell’ano oppure alle condizioni atmosferiche. Questa poesia viene messa a confronto con “san martino” di Giosuè Carducci –> il maestro e l’alunno si mettono a confronto sullo stesso periodo dell’anno. Il mese di novembre è il mese dei morti per eccellenza. San martino novembre Scritta da Carducci durante il viaggio di ritorno da Roma, città di cui rimarrà molto deluso. Nel ritorno, fa tappa in un borgo che riesce a trasmettergli la felicità che lui aveva perso a Roma (la poesia tratta di questo). È una poesia molto simmetrica che richiama il chiasmo (costruzione ad incrocio, richiama due elementi simili agli antipodi –> prima e ultima strofa e seconda e terza strofa). Nella prima e nell’ultima trattano di temi più cupi. Nella terza e nella seconda sono più allegre. Questa poesia è come un viaggio, si va da una visione ampia che si restringe sempre di più per poi riallargarsi nell’ultima strofa. Si parte dalla nebbia dagl’irti colli che si impersonifica in un mare che “urla”; il mare fa rumore quando le onde si scontrano con gli scogli a causa del vento. Ora usa un MA che fa intendere che c’è un opposto. L’inquadratura passa dall’esterno ad un villaggio in cui c’è il vino che fermenta nei tini e che fa rallegrare la gente. Quando Carducci sta passeggiando per il borgo, vede una casa con la porta aperta con uno spiedo sul fondo che sta cuocendo sul fuoco e il cacciatore sull’uscio che sembra che stia guardando degli stormi di uccelli tra le nubi rossastre (tramonto). Qui ritorna la malinconia e la tristezza: - Gli uccelli sono neri, sono corvi che portano male e che corrispondono ai brutti pensieri - Il tramonto è simbolo di fine Alla fine si capisce che non è il cacciatore che sta guardando questo, ma è l’autore stesso. La tristezza è abbastanza velata e non ci sono rimandi ai simboli. È una poesia estremamente simbolista. Anche lui voleva chiamare la sua poesia san martino perché …., ma alla fine decide di prendere tutto il mese in modo generico. È una poesia in versi anacreontici (sono 3 strofe). Aria gemmea: gemmea è un neologismo che serve ad impreziosire, gemmea sta a significare che l’aria è bellissima e che tutto sta risplendendo. È una giornata così bella che ti sembra di essere in primavere, MA (ma che ribalta la situazione in modo negativo, in Carducci il ribaltamento è al contrario, da brutto diventa bello) gli alberi sono spogli, il terreno è vuoto e gli uccelli sono migrati tutti –> ci sono una serie di simboli che rimandano al mese di novembre. L’unica cosa che si sente è il silenzio, si sente solo qualche volta il rumore del vento oppure il rumore delle foglie che cadono (foglie un cader fragile –> iperbato, per motivi di musicalità pascoli gira le parole). Definisce tutto questo come l’estate fredda dei morti –> nella cultura contadina, i primi giorni di novembre, attorno a san martino, sono giorni belli, come dei giorni estivi, ma freddi. Dei morti perché nei primi giorni di novembre cade la giornata di ognissanti, ricordata da tutti come la giornata dei morti.
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