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Contesto storico spagnolo tra 500 e 600, Appunti di Letteratura Spagnola

Descrizione del contesto storico spagnolo, la politica, i provvedimenti e gli avvenimenti fondamentali

Tipologia: Appunti

2018/2019
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Caricato il 11/05/2019

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Scarica Contesto storico spagnolo tra 500 e 600 e più Appunti in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! L’età d’Oro, tra CINQUECENTO e SEICENTO LA FIGURA DI CARLO: Salì al potere come re di Spagna, e successivamente venne nominato imperatore nel 1519 (col nome di Carlo V). Con lui si venne a creare il cosiddetto “impero in cui non tramonta mai il sole” in quanto si estendeva dai Paesi Bassi, alle terre germaniche, dalla Spagna al Regno di Napoli, ad arrivare fino alle Americhe. Egli venne educato nelle Fiandre (educazione borgognona), secondo cui il precetto cavalleresco era un insegnamento centrale. Ottimo cavaliere, rigidamente allevato nel senso dell’onore, cattolico rigoroso, sembra impersonare il modello del signore di un’epoca in cui solo alcuni aspetti si inquadrano nel comune ritratto del principe rinascimentale. È risaputo che l’attitudine di questo re cattolicissimo fu costantemente quella di mediare soluzioni accettabili tra le parti; fu un atteggiamento illuminato dalla mentalità tanto conservatrice quanto aperta, abile e sensata. Altro elemento rilevante è l’ispanismo di Carlo, il quale giunge a 17 anni, borgognone nella lingua, nella cultura e nella mentalità, in una terra che gli è ignota e senza conoscere una parola in spagnolo. Si sa bene che questo re, nel giro di poco tempo, si ispanizzò completamente e radiò il suo pieno essere in una terra che divenne l’amata patria reale, per di più assumendo come guida la figura di sua nonna Isabella la Cattolica. Nonostante in età avanzata e divorato dalla gotta, Carlo abdica in favore del figlio Filippo (terre occidentali) e Ferdinando (terre orientali) e non decide di ritirarsi nella sua terra natale ma sceglie ancora una volta la Spagna. La Spagna propone una nozione di Rinascimento alquanto diversa rispetto a quella proposta dall’Italia (centro di rivoluzione intellettuale), poiché la terra iberica vive l’evento in un crocevia in cui ancora agiscono i residui della tradizione, che poi nel corso dei decenni consentirà al Barocco spagnolo di esprimersi in forme così diverse da quelle italiane e di raggiungere uno straordinario splendore. IL RINASCIMENTO: l’età umanistico-rinascimentale della Spagna non si presenta come semplice imitazione del modello italiano. Per comprendere una specificità i cui più vistosi emblemi risiedono nell’erasmismo e nella situazione della poesia, occorre citare il vasto fenomeno della cultura italiana che “inventò” e proiettò ovunque nuovi modelli di vita civile e culturale. È ormai acquisito non solo che presenze culturali come quelle di Petrarca e Boccaccio garantiscono una serie di posizioni che poi saranno tipiche dell’Umanesimo, ma che già nella cosiddetta Rinascita del XII secolo sono già in atto. È quindi utile individuare un secolo umanistico che va dalla morte di Petrarca (1374) al 1470; poi un secolo rinascimentale fino al 1573 e infine un ultimo quarantennio di classicismo o tardo Rinascimento. L'idea dell’uomo come coscienza e intelligenza, cultura e religiosità, socialità e comportanìmenti, è il punto di riferimento di ogni attività, nelle arti come nelle scienze, nella politica come nell’etica e così via, attingendo una universalità il cui sigillo risiede nel principio secondo cui ubi spiritus, ibi libertas (“dove c’è lo spirito, c’è libertà”). IL RINASCIMENTO SPAGNOLO: a partire dal 1927 ben due studiosi iniziarono a dubitare della presenza di un Rinascimento spagnolo: “Spagna, paese privo di Rinascimento” (Wantoch), “C’è un Rinascimento spagnolo?” (Klemperer). Se non vi fu in Spagna una totale trasformazione, come invece accadde in Italia, questo fu dovuto al sapere filosofico, il quale difettò. Ma già Federico de Onís aveva molto sfumato tali posizioni, sottolineando la conflittualità accentuata ed il difficile equilibrio fra antico e nuovo prodottisi in Spagna. Non vanno dimenticati la situazione di un regno (quello dei Reyes Catolicos) profondamente integralista, con la messa al bando degli ebrei da parte dell’Inquisizione o il permanere di un insegnamento duramente scolastico che fa da barriera al nuovo sapere. Il Rinascimento, che prese piede proprio sotto il regno di Carlo presentò, come abbiamo già detto, una convivenza tra antichità e modernità, tra antico e moderno. L'interesse per l’antichità deriva dalla nonna di Carlo V (Isabella di Castiglia) e si volge al Cattolicesimo e alla conservazione dei privilegi; mentre l’amore per la novità riguarda i Paesi Bassi con la loro Rivolta Protestante. Vediamo questi aspetti più nel dettaglio: ASPETTI CONSERVATIVI: → Invenzione dell’Inquisizione per difendere la fede cattolica, minacciata dall’invasione araba. → Conseguenza dell’Inquisizione fu il principio della “limpieza de sangre”, che era appunto l’ideologia su cui l’Inquisizione si basava per giudicare i colpevoli. → Il principio prevedeva una divisione tra CRISTIANOS VIEJOS e CRISTIANOS NUEVOS CRISTIANOS VIEJOS CRISTIANOS NUEVOS Appartengono ad una famiglia cristiana da più di 400 anni (devono dimostrarlo attraverso delle documentazioni) Appartengono ad una famiglia cristiana da meno di 400 anni Possono accedere ai gradi alti dell’istruzione Gli viene negata l’istruzione alle università Possono entrare a far parte degli ordini religiosi Gli viene negata la possibilità Possono far parte dell’esercito Non possono far parte del corpo militare Possono viaggiare nelle Americhe Restano confinati in Europa Questa divisione venne effettuata in modo da poter mantenere l’ordine sociale secondo il concetto di ONORE, che apparteneva chiaramente solo ai cristianos viejos. ASPETTI PROGRESSISTI: Le iniziative di Carlo V riguardano principalmente le università. Esse divengono dei veri e propri centri culturali; all’interno delle più rinomate, Alcalá de Henares (fondata dal cardinal Cisneros) e Salamanca, circolano studiosi di grande calibro che hanno contatti con l’Italia. Inoltre la Spagna attua una rielaborazione del castellano, che diventa una lingua letteraria, uno strumento dell’impero anche grazie alla pubblicazione della “primera gramática española” di Antonio de Nebrija (che insieme a Juan Luis Vives e Hermanos Valdés dominerà la scena del Rinascimento). Per di più Carlo V espande i suoi confini fino alle Americhe investendo le sue ricchezze in guerre ed eserciti. La Spagna, inoltre, più di ogni altra nazione europea, accoglie il messaggio di Erasmo da Rotterdam, ossia la parola di chi “incarna perfettamente l’ideale cosmopolitico e universalistico dell’Umanesimo”. La situazione del Rinascimento spagnolo mette a nudo confronti e scontri, dualità non sempre concluse da sintesi e una costante coesistenza tra antico e nuovo. Dunque è più adatto parlare di “Rinascimento altro”, che la Spagna vive nella propria singolarità. L’ERASMISMO: Erasmo da Rotterdam fu figura dominante dell’Umanesimo europeo e la sua dottrina ebbe un ascolto eccezionale in un periodo della disputa teologica di straordinaria tensione. Si tratta di una battaglia intellettuale condotta nel segno di un universalismo tollerante, il cui punto di forza risiede in un evangelismo che intende ricostruire il primato della spiritualità; quella che si allontani da pratiche meccaniche e dall’esteriorità del cerimoniale in nome dell’assolutezza soltanto interiore. Inoltre questo movimento si schierava contro la religiosità di riti e privilegi e allo stesso tempo esaltava la libertà e la spiritualità dell’uomo, riproponendo Cristo come mediazione tra l’uomo e Dio: l’uomo può realizzarsi vivendo secondo amore e libertà. L'autorità del teologo, il più celebrato e il più discusso, fu enorme e le sue opere, come l’Elogio della follia, ebbero un eco impressionante in ogni angolo d’Europa, determinando un vero e proprio movimento che, per alcuni aspetti coincideva con le posizioni luterane, per altri segnò precisi confini e distinzioni. A Bataillon si deve l’illustrazione più ampia dell’influenza del pensiero erasmiano sulla Spagna, che fu la terra europea in cui tale messaggio ebbe la più vasta accoglienza. Basti pensare a due soli precedenti che resero estremamente fertile il terreno. Da una parte, l’importanza dell’opera riformista promossa dal cardinale Cisneros (specie con la fondazione dell’università e l’impulso ai lavori della Biblia); dall’altra l’azione penetrante di vari movimenti di revisione o protesta, come ad esempio l’alumbrismo (illuminismo); movimento spiritualista di grande incidenza in Spagna, il cui progetto essenziale consisteva in un renovatio ad imis (rinnovazione delle fondamenta) della pratica cristiana, che riconduceva il clero alla più pura funzione apostolica e il singolo alla più virginale fede interiore. Nel 1525 si pubblica un editto contro gli alumbrados; ed è tra il 1522 e il 1535 che la dottrina olandese incomincia ad aggregare “todas las fuerzas locales de renovaciòn intelectual y religiosa”. Così inizia ad estendersi, in concomitanza con l’alumbrismo, l’erasmismo. Si allineano così sotto l’insegna erasmista, alcuni tra i più nobili personaggi dell’epoca: Vives, i
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