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Elementi di cattura attenzione e identità sociale: analisi processo consapevolezza, Sintesi del corso di Sociologia

Il concetto di elementi di cattura dell'attenzione e l'identità sociale, analizzando il processo di consapevolezza che si verifica tra gli attori interagenti. Vengono esaminate diverse teorie, come la fenomenologia, l'altercasting, lo status-forcing e l'omnisensualità anarchica, per comprendere come le persone si identificano e si comportano in relazione a sé stesse e agli altri. Una panoramica del ruolo delle identità sociali nella società e delle strategie utilizzate per influenzarle.

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023

Caricato il 15/03/2024

Ale00D
Ale00D 🇮🇹

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Scarica Elementi di cattura attenzione e identità sociale: analisi processo consapevolezza e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia solo su Docsity! Cornici, specchi e maschere La Conoscenza: si basa sul fatto che le cose esistono per noi perché le scorgiamo. Conoscere significa opporsi al caos in cui tutto è confuso. Il verbo, la parola, è ciò che ci aiuta ad attuare il processo di distinzione: attribuendo nomi noi individuiamo gli oggetti e ne sanciamo diversità ed esistenza. Isole di significato: queste sono connesse alla visione del mondo di coloro che le individuano, a ciò che essi considerano significativo. Quando si vuole attirare l’attenzione su una di queste isole si può far ricorso a quegli strumenti che MacCannell denomina markers (evidenziatori).  elementi in grado di catturare l’attenzione e fissarla su oggetti particolari che rischierebbero altrimenti di passare inosservati. Goffman Mostra come il processo cognitivo abbia luogo all’interno di frames, di cornici che ci orientano a vedere ciò che delimitano ed enfatizzano trascurando quanto vi è all’esterno. Secondo lui gli uomini gestiscono le impressioni per controllare le maniere in cui gli altri, valutando la loro condotta, li definiscono e li giudicano. Ci difendiamo dai giudizi negativi cercando di sistemare le nostre azioni dentro cornici che le rendano accettabili. [Differenza tra ribalta e retroscena: Ribalta: in essa si realizza quella formalità che si mostra in genere in pubblico (sala da pranzo) Retroscene: si può instaurare un clima di familiarità che spesso caratterizza un gruppo di atti. (cucina) Quindi si producono diversi tipi di repertori utilizzabili dagli attori, a seconda che ci si trovi sulla ribalta o nel retroscena.] ASYLUMS: Un’ istituzione totale può essere definita come il luogo di residenza e di lavoro di gruppi di persone che-tagliate fuori dalla società per un periodo di tempo-si trovano a dividere una situazione comune, passando parte della loro vita in un regime chiuso e amministrato. Le istituzioni totali nella nostra società possono essere raggruppate in 5 categorie. 1) Le istituzioni nate a tutela di incapaci non pericolosi (ciechi,vecchi,orfani,ecc); 2) luoghi istituiti a tutela di coloro che, incapaci di badare a se stessi, rappresentano un pericolo per la comunità; 3) il terzo tipo serve a proteggere la società da quelli che sono pericoli intenzionali nei suoi confronti (prigioni, penitenziari, campi di concentramento); 4) le istituzioni create solo allo scopo di svolgervi una certa attività (navi,collegi,ecc.); 5) organizzazioni definite come <staccate> dal mondo che hanno anche la funzione di servire come luoghi di preparazione per religiosi (abbazie,monasteri,ecc.) In questi luoghi abbiamo una divisione sostanziale tra i gruppi che vengono controllati “internati” e lo staff che lo controlla. Gli internati hanno rapporti limitati con il mondo esterno al contrario dello staff. Lo staff giudica male gli internati e si sente superiore ad essi. Gli internati si sentono deboli e inferiori nei confronti dello staff e ritengono che quest’ultimi siano spregevoli. Vocabolario dei motivi: (Mills) fa riferimento al repertorio di spiegazioni considerate accettabili nell’ambito di una particolare cultura o subcultura, si ricorre ad esso nel caso in cui le azioni giungano inaspettate. Regole di irrilevanza: regole che portano a mettere in evidenza determinate cose e a considerarne insignificanti altre. CORNICI Le cornici spiegano come dobbiamo guardare alle situazioni. Zerubavel definisce il framing un atto che consiste nel racchiudere situazioni, gesti o oggetti dentro parentesi mentali che trasformano il loro significato definendoli come partita, scherzo, simbolo o fantasia. Se cambiano le cornici cambiano le valutazioni e di conseguenza le reazioni. Termini (per denominare gli oggetti): forniscono chiavi di lettura, inquadrano gli oggetti in cornici particolari, attraverso questi filtrano i modi di vedere di coloro che li usano. [Role reversal: rovesciamento dei ruoli. Aiuta a esplorare il mondo dell’altro: recitare la parte del proprio interlocutore permette di vedere sia se stessi che la realtà anche attraverso i suoi occhi.] SPAZIO / TERRITORO Il rapporto che lega gli individui ai diversi territori tende a variare. Scott e Lyman distinguono diversi territori: - Territori pubblici/territori casa, territori interattivi, territori del corpo - Territori del sé: spazi legati al corpo che godono di una speciale protezione (effetti personali ecc) Usurpazione del territorio (violenza/invasione) turf defence (reazione estrema basata sulla violenza), isolamento (separazioni fisiche) e collusione linguistica (sottolineare inappropriatezza) – Asylum G. Account: (Scott e Lyman) è un’affermazione fatta da un attore sociale volta a spiegare un comportamento non previsto o spiacevole. È uno strumento linguistico impiegato ogni qualvolta un’azione sia sottoposta a indagine valutativa. Questi strumenti prevengono l’insorgenza di conflitti colmando verbalmente il gap che separa l’azione dall’aspettativa. Queste per avere successo devono riuscire a convincere le persone verso cui sono volti, devono essere accettati. Non è importante che l’argomentazione sia impeccabile da un punto di vista logico, è essenziale che l’altro la consideri ragionevole. Verrà rifiutato se considerato illegittimo (quando non riflette il vocabolario di motivi) o appare irragionevole (quando adduce motivi che appaiono incongruenti). I due chiariscono che fornire un account presuppone una situazione di interazione e delle identità rilevanti. Alla base del processo sta il fatto che ci si rivolga a qualcuno, e che l’interlocutore venga definito degno di essere preso in considerazione. Per evitare di fornire scusanti e giustificazione si può fare ricorso a 3 strategie: 1. Disorientamento : appellarsi a ragioni che non è possibile chiarire si afferma di non poter spiegare o si obietta che l’altro non sarebbe in grado di capire. 2. Rinvio : si evita di rispondere orientando l’interlocutore verso un altro soggetto. Cooley afferma che la società e l’individuo che ne fa parte non sono elementi inseparabili. Lo sviluppo del sé è strettamente connesso all’interazione con gli altri. Mette in evidenza il principio del looking glass self (o sé rispecchiato): il concetto di sé è un riflesso delle idee relative alla propria persona che attribuiamo agli altri. Looking glass self (Cooley): io mi vedo come ritengo che gli altri mi vedono. Acquisiamo la percezione di chi siamo attraverso le interazioni con gli altri. -sé riflesso: noi ci vediamo come riteniamo che gli altri significativi ci vedano. C. dice che con l’immaginazione, noi percepiamo nelle menti altrui pensieri intorno alla nostra maniera di apparire, ai nostri modi, ai nostri obiettivi, alle nostre azioni ecc e siamo variamente influenzati da essi. Le 3 fasi: 1. Immaginiamo: come appariamo a quelli che ci circondano (agli altri significativi/genitori), ci vediamo attraverso i loro occhi. Quindi immaginiamo come noi appariamo agli altri. 2. Immaginiamo come gli altri ci giudicano: in base alle loro azioni ed espressioni. Quindi immaginiamo il giudizio che gli altri pronunciano su di noi. 3. Guidati dalla nostra interpretazione: delle reazioni e del giudizio degli altri, sviluppiamo la percezione che abbiamo di noi stessi. Si affrontano due punti particolari del pensiero di Mead: - Il processo di origine del concetto di sé - La divisione del sé in due componenti (io e me) Il sé si costituisce attraverso la capacità dell’individuo di diventare oggetto a se stesso, e ciò avviene: - Nel pieno possesso delle capacità linguistiche - Nel processo di assunzione dei ruoli altrui e della prospettiva altrui (role-taking) Il sé materiale: è composto da tutto ciò che l’individuo considera significativo e definisce suo, attraverso il proprio nome, le presone, i territori e gli oggetti più cari, l’individuo manifesta se stesso e conferma la propria identità. L’importante del sé sociale emerge dagli accounts con cui si cerca di rendere accettabili le proprie scelte e le proprie azioni, dalle strategie drammaturgiche. Turner individua la self-conception, la complessità del self, un elemento duraturo. Si tratta un nucleo centrale conferisce all’individuo il senso di un’identità reale e persistente. T. associa a questo diverse self- images, immagini avvertite dall’individuo in certi casi come provvisorie, instabili e talvolta incongruenti tra loro. Le scienze sociali mostrano come la natura mana sia plasmabile, e come i processi di socializzazione favoriscano e orientino lo sviluppo di alcune capacità e ne blocchino altre. Socializzazione primaria: avviene da bambini, all’interno del microcosmo domestico, che al bambino sembra l’unico mondo possibile, si vede come gli altri lo vedono. Non può scegliere altri significativi diversi da quelli che lo circondano, né pensa che una cosa del genere sia ipotizzabile. Strauss mette in evidenza l’efficacia simbolica rivestita dalla scelta del nome. I genitori tendono a dare per scontato che il figlio abbia già alla nascita caratteristiche ben precise e l’osservano cercando di scoprire i pregi e difetti di cui la natura lo ha dotato. Socializzazione secondaria: Berger e Luckmann mettono in luce come questa comporti l’ingresso in sottomondi particolari. Si tratta di ambienti i cui valori e le cui definizioni possono anche contrastare con quelli della soc. primaria. Si creano, nei sottomondi della soc. sec., subculture che propongono e ribadiscono definizioni e valori connessi a ruoli particolari. IDENTITÀ DI GENERE Le identità legate al genere e all’orientamento sessuale sono fondamentali per definire sia se stessi che gli altri. Si tratta di caratteristiche importanti che si tende a connettere all’aspetto biologico della persona. Per quanto riguarda le diverse maniere di definire l’identificazione sessuale, la Carr individua tre possibili alternative: 1. Monosessualità essenzialista: gli individui con mente rigida sono portati a credere che il partner sessuale verso cui ci si orienta possa appartenere soltanto ad un sesso determinato. 2. Omnisensualità anarchica: chi fa riferimento a questo tipo di approccio, tipico della mente fuzzy, crede che non vi siano categorie prestabilite naturalmente per quanto riguarda il genere e l’orientamento sessuale. 3. Polisessualità costruttiva: si tratta di una posizione che pone la sessualità tra stabilità e mutamento. Chi si inquadra in questa ottica vede le categorizzazioni correnti come prodotti culturali, le considera massicciamente vere per chi ci crede ma, nello stesso tempo, fluide, soggette a variazioni nelle diverse epoche e nei diversi contesti. Ruolo Interazionisti simbolici: riconoscono al ruolo caratteristiche di fluidità ed elasticità e mettono in luce il suo costruirsi e le sue dinamiche. Struttural-funzionalisti: tendono a ricondurvi caratteristiche di fissità e di cristallizzazione, lo considerano come l’insieme di comportamenti culturalmente imposti a chi occupa una posizione sociale prefissata. Connettono poi il concetto di ruolo a quello di status o posizione e non riconoscono rilievo all’identità sociale. Può essere considerato su 3 livelli: quello delle pressioni, quello delle concezioni individuali, e quello dell’effettività. Distanza dal ruolo (Goffmann): atteggiamento di chi sottolinea che il ruolo che si trova a giocare non fa parte della sua identità. Il concetto di ecstasy introdotto da Berger indica la situazione di una persona che si trae fuori: esce. Per non soffrire ci si può distaccare emotivamente da un ruolo si può giocarlo meccanicamente, senza riconoscersi in esso. Ci narriamo storie per dare senso alla realtà: poniamo in rilievo alcuni eventi e ne trascuriamo altri, costruiamo sequenze significative. La storia che l’individuo racconta di se stesso trae senso dalla storia del gruppo cui egli appartiene. La vita sociale presenta analogie notevoli con il teatro. La dimensione del “mostrarsi” viene analizzata da Goffmann in “la vita quotidiana come rappresentazione”. Egli descrive con cura le tecniche drammaturgiche cui l’attore fa ricorso per suscitare nel pubblico le reazioni che intende provocare. L’immagina presentata in pubblico tende ad essere idealizzata. (Huges “lavoro sporco” nascondere il lavoro che c’è voluto per prepararla). Appearance: (Stone) la denomina come la fase degli incontri in cui attraverso simboli di vario tipo ci si presenta comunicando notizie intorno alla propria identità, sottolineando il proprio valore personale, esprimendo il proprio umore e proponendo un proprio atteggiamento. Resistere alle istituzioni totali: mettere in atto comportamenti di sfida (linea intransigente), fare propri i criteri dell’istituzione (conversione), adattarsi al contesto, vederne gli aspetti positivi, ma mantenere una propria indipendenza (colonizzazione), ritiro della situazione (si stacca dall’ambiente e riduce il proprio coinvolgimento da ciò che è esterno al proprio corpo e si chiude in se stesso); il prendersela con calma (mescola colonizzazione e conversione: mantiene lealtà verso interati e commette piccole infrazioni quali pratiche di resistenza contro istituzioni totale) – adattamenti secondari. Il self dell’individuo assume configurazioni diverse, e non sempre prevedibili, a seconda del variare degli eventi. Cambiano man mano che le definizioni dell’attore si modificano. I cambiamenti sono scanditi da turning points (punti di svolta). Ci sono eventi che fungono da spartiacque (matrimonio ecc), segnano la fine di un periodo e l’inizio di una nuova condizione. Nel cambiamento il self si modifica. CARRIERA Concetto di carriera: (Huges) fa riferimento al modificarsi delle caratteristiche ricondotte a sé stessi in conseguenza al passaggio da alcuni stati di consapevolezza ad altri. I mutamenti nell’ambito dei ruoli tendono a essere posti in sequenza tra loro. H. mette in luce come l’individuo non sia ma diventi (il suo divenire ha caratteristiche di gradualità). Goffman delinea le tappe della carriera del malato di mente, mostrando l’insieme di mutamenti regolari nel se e nell’immagine di se di una persona. La fase del pre-degente ha inizio quando un accusatore gli imputa la trasgressione che lo indurrà a definirlo pazzo. Nella fase del post-degente, l’individuo deve, poi, destreggiarsi in una realtà che non gli è più familiare e deve riuscire a convivere con lo stigma causato dal suo ricovero in manicomio. Carriera dell’omosessuale (Plummer) fase di sensibilizzazione (quando si inizia ad avere il sospetto di avere caratteristiche omosessuali)/ neutralizzazione (fase in cui l’identificazione omosessuale viene bloccata), fase della significazione (e del disorientamento), da qui in poi subentra uno stadio in cui l’id. omo. si va sempre più rafforzando, lo stadio del coming out è quello in cui si trova l’individuo che superata la fase di incertezza entra a far parte della subcultura omosessuale, infine abbiamo la stabilizzazione. Processi di etichettamento: volti ad arrestare la devianza, invece di bloccarla ne favoriscono il procedere. L’etichettamento facilita il passaggio dalla devianza primaria alla devianza secondaria: un individuo deviante a causa di un comportamento viene orientato verso una carriera deviante. L’etichetta di deviante
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