Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Correnti letterarie primo Novecento, Appunti di Italiano

Correnti letterarie relative ai primi anni del Novecento

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 09/06/2020

anna-fossati
anna-fossati 🇮🇹

3

(1)

1 documento

1 / 4

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Correnti letterarie primo Novecento e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! CULTURA LETTERARIA DEL PRIMO NOVECENTO E’ necessario registrare la reazione alla crisi positivistica di fine secolo; quest’ultima ha diverse modalità di espressione, quattro in particolare: -La prima è la nascita delle avanguardie, questi movimenti definiscono il fare artistico come una rappresentazione della “violenta distruzione dei linguaggi tradizionali”. Queste avanguardie sono perlopiù esperienze di gruppo contro l'immobilismo sociale, mettono in discussione lo stesso valore dell'arte. Infatti, per le avanguardie, l'arte non è più da fruire in maniera contemplativa o passiva, ma deve spingere all'azione, sprigionare energia. Pertanto l'arte deve identificarsi con la vita; non nel senso di una contemplazione puramente estetica ma nel senso di attivismo politico. Gli artisti cercano nuove sperimentazioni e sconvolgono i rapporti normali tra le cose. Come conseguenza di queste tendenze si ha, in particolare presso i formalisti russi, una forte tensione verso il nuovo. Le avanguardie più famose sono il Futurismo, il Dadaismo e il Surrealismo. -Una seconda modalità di reazione alla crisi del positivismo è costituita da artisti isolati che denunciano la situazione di crisi, a volte attraverso l'ironia creando nuovi modelli di comunicazione e rompendo gli schemi tradizionali. Tra questi artisti si può citare Proust, Joyce, Kafka, Mann, Musil, Eliot, Virginia Woolf, Paul Valery, Pirandello, Svevo e Gadda. -La terza modalità invece, della reazione alla crisi positivistica, è incarnata da scrittori come Pascoli o dal movimento dei crepuscolari. -La quarta modalità di reazione invece si basa sulla aspirazione ad una rinnovata umanità e ad una sofferta moralità. Si può parlare in questo caso di “neo-romanticismo vociano”. FUTURISMO Il Futurismo nasce nel 1909 con il “manifesto del Futurismo” pubblicato da Marinetti sulla rivista “Le Figarò” di Parigi. I membri principali del Futurismo sono Papini, Soffici, Palazzeschi, Govoni (anche se solo in parte), Boccioni, Carrà, Severini, Balla (autore del manifesto tecnico della pittura futurista) e Russolo. L'origine della avanguardia futurista si radica nel tentativo di reazione alla crisi del decadentismo, alla società borghese (si caratterizza quindi di una forte carica antiborghese), alla realtà deludente con l'obiettivo di proiettarsi nel futuro. Altre caratteristiche del Futurismo sono la ricerca di protagonismo nei confronti del mondo industriale, l'esaltazione della macchina, l'esaltazione della velocità, della guerra, dello schiaffo e del pugno; si ha quindi una manifestazione di una volontà di dominio, di un'arte che vuole conquistare la modernità. Un'altra caratteristica del Futurismo è la negazione della psicologia e della riflessione; tutto deve identificarsi con il “Movimento Vitale”. In letteratura i principi chiave del manifesto della letteratura futurista sono: le parole in libertà, l'uso dell'analogia, il verso libero, l'unione di poesia e prosa; quindi la ricerca di nuovi modi di comunicazione. Relativamente al rapporto con il pubblico, quest’ultimo nel futurismo entra a far parte dello spettacolo, quindi si raggiunge una dimensione pubblicitaria della comunicazione, cioè ci si preoccupa dell'effetto immediato e non della densità interiore dei messaggi che vengono trasmessi. CREPUSCOLARI “La lunga giornata lirica iniziata da del Parini si spegne in un mito e lunghissimo crepuscolo” Queste sono le parole utilizzate da Giuseppe Antonio Borgese nel 1910 per indicare le caratteristiche di alcuni poeti, quali Moretti, Chiaves, Martini. La loro poesia nasce da uno stato d'animo estenuato, uno stato d'animo di stanchezza dell'intellettuale che, non avendo più alcuna fede o non avendo più fedi in niente, cerca di aggrapparsi alle certezze altrui che sono, si mediocri, ma almeno hanno la concretezza nella vita quotidiana. Il repertorio della poesia crepuscolare è pertanto un repertorio umile, si hanno giardini sonnolenti, arredi di salotti borghesi, conventi, ricordi di infanzia e piovosi pomeriggi domenicali. Guido Gozzano è uno dei principali esponenti di questo movimento, si può leggere la prima strofa della poesia “l'amica di nonna Speranza”: Loreto impagliato di di busto d'alfieri, di Napoleone i fiori in cornice (le buone cose di pessimo gusto), [...] Il cucù dell'ore che canta, le sedie parate a damasco chèrmisi... rinasco, rinasco del mille ottocento cinquanta! In questa prima strofa il poeta Guido Gozzano, immagina di ricordare una scena ambientata nel 1850 e di ricordare l'ambientazione di questa scena attraverso la visione di una fotografia. L'ambientazione è costituita dalle cose buone ma di pessimo gusto, cioè quegli oggetti desueti, malinconici che caratterizzano la poesia crepuscolare. Il tono della poesia crepuscolare è un tono sommesso, il ritmo è prosastico, il lessico è usuale. Quando però questi poeti cercano di aderire alla normalità del mondo, al mondo comune essi sentono nonostante tutto la possibile impossibilità di vivere questo mondo e quindi reagiscono in maniera diversa. Guido Gozzano reagisce con una certa ironia, Corazzini manifestando disperazione e Moretti manifestando rimpianto. Per quel che riguarda l'ironia di Gozzano possiamo fare riferimento alla “Signorina Felicita”, per la disperazione di Corazzini si può fare riferimento alla “Desolazione del povero poeta sentimentale”; in questa poesia il poeta si esprime facendo una domanda al lettore: Perché tu mi dici: poeta? Io non sono un poeta. [...] Vedi che io non sono un poeta: sono un fanciullo triste che ha voglia di morire. Per quanto riguarda Moretti si fa riferimento al testo “A Cesena”, il poeta Immagina di andare a trovare la sorella recentemente sposa e nota come sorella si sia ben adeguata ad una vita monotona, borghese di famiglia dabbene, ma priva di qualsiasi originalità, una vita malinconica ed estremamente quotidiana: Piove. E’ mercoledì: Sono a Cesena, ospite della mia sorella sposa, [...] E l’anno scorso eri così bambina!
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved