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corso cedils definizioni, Dispense di Letteratura

definizioni sull'esame cedils

Tipologia: Dispense

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Paola.Didio
Paola.Didio 🇮🇹

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Scarica corso cedils definizioni e più Dispense in PDF di Letteratura solo su Docsity! ESAME CEDILS La glottodidattica si definisce un a scienza teorico -pratica e interdisciplinare. Spiega queste due definizioni. È teorico-pratica poiché si pone come obiettivo di individuare e descrivere i problemi relativi all’educazione linguistica e, di conseguenza, elabora modelli operativi finalizzati alla loro soluzione. È interdisciplinare in quanto elabora per i propri fini teorie e modelli da altre scienze come la linguistica, la psicologia, la neurolinguistica ecc. Obiettivo dell’insegnamento linguistico è quello di far padroneggiare agli studenti loa competenza linguistico-comunicativa ( che comprende competenza linguistica, sociolinguistica e pragmatica). Differenza tra linguistica e glottodidattica. La linguistica è la scienza che studia la lingua in quanto tale e le varie lingue naturali. La glottodidattica è la scienza che studia l’educazione linguistica. Bimodalità: si riferisce alle due modalità di percezione e rielaborazione della realtà da parte del cervello: quella destra (globale, analogica, simultanea, visiva) e sinistra (analitica, logica, sequenziale, verbale); entrambe le modalità sono coinvolte nel processo di acquisizione della lingua direzionalità: il percorso delle informazioni nel cervello, quindi la loro elaborazione percettiva e cognitiva, coinvolge prima l’emisfero destro, globale, e poi quello sinistro, analitico. Quindi un approccio che preveda prima la formalizzazione grammaticale e poi il contatto con i testi va “contro natura”. Differenza tra sillabo e curricolo Sillabo: NON C’è RIFERIMENTO ALLE METODOLOGIE USATE. - È quella parte di attività curricolare che si riferisce alla specificazione dei contenuti dell’insegnamento. - Ci sono: contenuti dell’insegnamento e abilità e competenze da sviluppare - Apprendimento per fasi, livelli (livelli di soglia) Curricolo: modello operativo che definisce un profi8lo formativo: indica le mete, gli obiettivi, i contenuti che costituiscono l’oggetto di un corso. indica anche metodi e tecniche da utilizzare Differenza tra approccio e metodo. L’approccio è la filosofia di fondo di ogni proposta glottodidattica. L’APPROCCIO è UNA FASE TEORICA CHE HA IMPLICAZIONI PRATICHE NEL METODO. Il metodo è la realizzazione di un approccio in termini di procedure didattiche e modelli operativi. METODO GRAMMATICALE-TRADUTTIVO che scaturì da questo approccio era l’incapacità dello studente a comprendere e a parlare la lingua straniera per la scarsa utilizzazione di esse in situazioni concrete di comunicazione. Metodo diretto: Presupposto basilare del metodo diretto era che sapere una lingua straniera equivaleva a saper pensare in essa, come succede con la lingua materna, e quindi va ricreato lo stesso percorso di acquisizione della lingua materna. La lingua straniera viene appresa: 1) per “contatto” con l’ambiente nel quale la si parla o praticandola in classe, tramite la conversazione con l’insegnante, che deve essere un madrelingua e deve utilizzare soltanto materiali autentici; 2) senza l’ausilio della lingua materna; 3) senza preoccuparsi dell’aspetto grammaticale, che va scoperto in modo induttivo, e che costituisce il punto di arrivo del percorso di apprendimento. Il metodo ha degli spunti ancora validi, anche se appare oggi piuttosto ingenuo e se la principale critica che gli si può muovere è che è impossibile ricostruire per l’apprendimento di una lingua straniera il processo di acquisizione della lingua materna. APPROCCIO STRUTTURALISTA: si afferma negli anni ‘50, anche se le sue radici affondano più lontano nel tempo, ed è basato sulla teoria comportamentistica dell’apprendimento del linguaggio, che a sua volta si rifaceva alla teoria dell’apprendimento neo-behavioristica di Skinner, secondo le quali l’individuo nasce come tabula rasa su cui una serie ininterrotta di sequenze stimolo-risposta- rinforzo (positivo o negativo) crea degli abiti mentali, dei meccanismi inconsci di reazione agli stimoli. Nell’approccio strutturalista convergono più metodi, il principale dei quali è certamente il METODO AUDIO-ORALE: la glottodidattica che ne deriva vede la lingua nelle sue strutture minime ed appresa essenzialmente tramite esercizi strutturali (pattern drills) ripetuti moltissime volte le frasi o le parole che gli vengono presentate oralmente e manipolarle tramite: 1) sostituzione; 2) espansione; 3) trasformazione di una loro parte, senza nessuna partecipazione creativa. Non c’è nessun accenno all’aspetto culturale della lingua straniera, il materiale è completamente decontestualizzato, la lingua è frammentata in elementi discreti che si susseguono secondo precise 1-interesse per tutti gli aspetti della personalità umana, non solo quelli cognitivi, ma anche quelli affettivi e fisici; in merito ricordiamo l’importanza del concetto di multisensorialità: ogni persona ha un canale preferito per fare esperienza del mondo e per apprendere, canale che va sfruttato anche per l’insegnamento linguistico; quest’ultimo deve inoltre coinvolgere tutti i sensi della persona, per attivare il maggior numero di aree cerebrali e metterle al servizio dell’apprendimento. 2-Assenza, o per lo meno maggior limitazione possibile, di processi generatori d’ansia, per abbassare il “filtro affettivo” e che è in grado di bloccare qualsiasi forma di apprendimento. 3-Centralità dell’autorealizzazione della persona in un clima sociale, cioè la ricerca di una piena attuazione delle proprie potenzialità, che non sono necessariamente le stesse delle persone che ci circondano, nè si sviluppano attraverso gli stessi strumenti, ma che possono integrarsi e potenziarsi vicendevolmente. Silent way: anno 70’. Punto di forza è il silenzio del docente. Oggi si assiste però sempre più all’uso di metodi che, pur all’interno delle coordinate di base dell’approccio comunicativo, sono detti “integrati”, in quanto accolgono principi o stimoli provenienti da diversi versanti della glottodidattica e più in generale della psicologia dell’apprendimento. Glottologia umanistica Anni ’80. Il tema principale è il ruolo dell’emozionalità nell’apprendimento (soprattutto nei bambini e negli adolescenti). Descrivi la RULE OF FORGETTING È stata teorizzata da Kraschen: si acquisisce di più una lingua se si dimentica di usarla o che la si sta imparando. Descrivi la LAD di Chomsky Meccanismo innato di acquisizione linguistica. Successivamente Bruner afferma che esso è insufficiente se non si considera anche il LASS costituito dall’aiuto che il bambino riceve degli adulti. Nell’insegnamento linguistico il ruolo del docente è quello di gestire il lass attraverso l’azione didattica, sussidi ecc. Interlingua= sistema linguistico parziale che lo studente costruisce mentre apprende una L2 o LS. È caratterizzata da interferenze con la lingua materna. Cosa si intende per direzionalità della lingua? Entrambe le modalità del cervello sono coinvolte nell’apprendimento di una lingua. L’uso bimodale del cervello avviene secondo una direzione precisa: destro globalità sinistro analisi, di conseguenza opgni8 input deve essere affrontato in maniera prima globale e poi analitica solo così ciò che viene appreso potrà passare alla memoria a lungo termine. Differenza tra unità di apprendimento e lezione. Gestalt la descrive in termini di globalità, analisi, sintesi. È l’unità di misura secondo la quale lo studente percepisce il suo apprendimento e può durare pochi minuti, un’ora o più. La lezione ha smesso di avere senso. Lezione =l’insegnante si concentra sulla chiarezza espositiva. Viene utilizzata l’unità didattica che comprende una rete di uda. La motivazione di uno studente Può essere: a) Integrativa: poco adatta ai bambini (si studia per integrarsi in un gruppo)  Adatta ad adulti e adolescenti  A metà tra intrinseca (piacere) ed estrinseca (dovere) b) Strumentale: per bisogni legati al lavoro (estrinseca) c) Culturale: intrinseca Sono tre diversi schemi per organizzare il materiale e programmare l’insegnamento.  - Modulo: è una tranche autonoma di contenuto, conclusa in sé stessa, certificabile, accreditabile: funziona bene in letteratura (“il Romanticismo”, “il Positivismo”, ad esempio, sono “moduli”; ma è difficile individuare moduli auto conclusi in una lingua, che cresce con un processo a spirale;  - Unità Didattica: è l’organizzazione del materiale che fa l’insegnante, dura varie ore e abbraccia tutti i livelli della competenza comunicativa: si basa su una situazione che ruota intorno a un tema culturale, sviluppa le varie abilità, ha una componente grammaticale e una lessicale che vuol fare acquisire, si conclude con un test; in un modulo letterario sul Romanticismo le UD sono “Foscolo”, “Leopardi”, ecc.; in lingua di solito si basano su alcuni contesti situazionali (“alla stazione”, “al ristorante”, ecc.);  - Unità d’apprendimento: è quella che viene percepita dallo studente come la vera unità di lavoro, e corrisponde ad una sessione, massimo due lezioni collegate dal lavoro a casa; si basa sul modello gestaltico di percezione: una fase di globalità, cui segue un’analisi (mirata sugli obiettivi da acquisire) e si conclude con una sintesi operativa e una riflessione su quanto appreso; varie UA costituiscono una UD- In altre parole: l’UA è la realtà percepita dallo studente, l’UD è lo strumento di programmazione del docente, il Modulo è una dimensione istituzionale, “burocratica”, che porta ad accreditare la padronanza di un contenuto. UNITà DIDATTICA: è un’unità di lavoro dotata di una sua compiutezza e coerenza. È un’unità comp0lessa formata da più UNITà D’APPRENDIMENTO (chiamate anche lezioni. Seguono lo stesso schema delle unità didattiche (globalita ecc.)) all’interno ci devono essere: - Obiettivi glottodidattici - Tempi - Contenuti - Modalità e strategie - Destinatari Si sviluppa in 6 fasi: 1. MOTIVAZIONE (attiva quei processi mentali che promuovono l’apprendimento. Recupero delle preconoscenze) - Tecniche: elicitazione e brainstorming 2. GLOBALITà (fase in cui lo studente viene a contatto con l’input testuale) - Tecniche: esplorazione parole-chiave, scelta multipla, incastro, transcodificazione 3. ANALISI E SEINTESI (fase in cui si lavora sui vari aspetti della lingua: grammatica, lessico, funzioni) - Tecniche analisi: completamento, cloze, incastro, riordino, dettato. - Tecniche sintesi: dialogo e monologo (no intervento insegnante) A DIFFERENZA DELLLE PRECEDENTI FASI IN CUI L.A PRODUZIONE ORALE E SCRITTA SONO MECCANICHE, QUI METTONO INSIEME TUTTE LE CONOSCENZE DELL’ALLIEVO (sintesi) 4. RIFLESSIONE METALINGUISTICA (riflessione su tutto ciò che si è imparato nelle fasi precedenti e si è sistematizzato) - Tecniche: esplicitazione 8sottolineature, collegamenti con frecce), inclusione/esclusione, seriazione (riordino in base ad un parametro), schema aperto. 5. RINFORZO (tramite attività ed esercizi si rinforza tutto ciò con cui si è lavorato) - Tecniche: ripetizione, esercizi strutturali (pattern drills) completamento, incastri, griglie, dialoghi aperti, riassunti. 6. VERIFICA O OUTPUT COMUNICATIVO (tramite test o altro) Mete glottodidattiche? Competenza comunicativa, pragmatica, glottodidattica, espressiva competenza Socio-pragmatica Componente essenziale della competenza comunicativa, e quindi obiettivo fondamentale degli approcci comunicativi, questa competenza è la risultante di varie componenti che sul piano teorico vengono di solito tenute distinte: - l'aspetto pragmatico, che si identifica la capacità di perseguire i propri fini attraverso la comunicazione; una componente della competenza pragmatica viene isolata da alcuni autori e definita "competenza relazionale", che si riferisce alla capacità del parlante di relazionarsi con l'interlocutore al fine del perseguimento dei propri fini; una prospettiva che raccorda competenza pragmatica e competenza relazionale è propria della glottodidattica tedesca e si identifica con il termine "competenza strategica"; - l'aspetto sociolinguistico, che identifica la capacità di scegliere la varietà, soprattutto di registro, adeguata alla situazione al cui interno si intendono perseguire i propri fini; Mete educative: Culturizzazione, Solcializzazione, Autopromozione. 1- “sapere la lingua” quindi la dimensione legata ai codici linguistici ed extra-linguistici 2- “saper fare con la lingua” l’uso dei codici in situazione (dimensione strategica, socio-pragmatica e culturale) 3- “saper fare lingua”, ovvero la padronanza di quei processi cognitivi e linguistici che sottostanno alle abilità linguistiche Tecnica più efficace coi bambini: UD- UDA- modulo Verifica vs valutazione : verifica: raccolta di dati per misurare il raggiungimento di determinati obiettivi o di un dato livello. Valutazione: significa prendere in considerazione mettere in relazione i dati emersi dalla misurazione della prova con il soggetto che li ha determinati (personalità, estrazione sociale) Quindi si passa dal piano oggettivo a quello soggettivo Esame finale: valutazione sommativa Valutazione in itinere: valutazione formativa Gli esami di certificazione valutano tutte le abilità linguistiche primarie: ascolto, parlato, lettura e scrittura. Italiano L2: lingua seco9nda, quando ci riferiamo alla lingua appresa da una persona nell’ambiente in cui quella lingua è usata come mezzo di comunicazione quotidiana. Appresa in modo spontaneo. Italiano LS: per gli studenti di madre lingua non italiana che apprendono la lingua all’estero, l’italiano è una LS. Appresa con stimoli circoscritti forniti esclusivamente dall’insegnante. Lingua di contatto: il contatto linguistico è l’uso di più di una lingua nello stesso luogo e allo stesso tempo. (bilinguismo: es. di contatto) Lingua etnica: una lingua che non è materna per un parlante migrante, ma che egli eredita dalla propria comunità d’origine. Foreigner talk: forma semp0lificata dell’uso della lingua Lingua veicolare: trasmissione di contenuti non linguistici (scienze matematica geografia) Competenza metalinguistica: capacità di descrivere e ragionare sulla struttura del linguaggio. Competenza sociolinguistica: capacità di gestire la comunicazione in relazione alla dimensione sociale, quindi manifesta l’abilità del parlante di adattare il messaggio ai diversi fattori contestuali quali il grado di confidenza tra gli interlocutori e di riconoscere i principali MARCATORI LINGUISTICI: - ELEMENTI PROSODICI: intonazione e accento; - ELEMENTI SINTATTICI: uso del passato prossimo in sostituzione di quello remoto; - ELEMENTI LESSICALI: come i geosinonimi o geomonimi. Competenza cinesica: capacità di comprendere e utilizzare i gesti; competenza prossemica: uso dello spazio interpersonale; competenza vestemica: padroneggiare il sistema della moda; competenza oggettuale: uso di oggetti per la comunicazione APPRENDENTI BAMBINI Durante i primi anni di vita: Sviluppo neurosensoriale Dopo i 7 anni: mielinizzazione, cominciano ad avere una memoria persistente Per i bambini: INSEGNAMENTO INDUTTIVO- apprendimento cooperativo, attenzione particolare alla dimensione affettiva, forte valenza strumentale e approccio comunicativo. Approccio usato: total phisycal response, prevede l’uso del corpo da parte del bambino attraverso giochi e attività motorie. Ruolo dell’adulto: - Rendere l’input accessibile - Offre situazioni comunicative stimolanti - Sollecita il bambino all’interazione linguistica - Fornisce un rinforzo positivo - Uso di metodologia ludica (permette al bambino di afferrare in modo naturale e familiare lo studio) APPRENDENTI ADOLESCENTI Approccio umanistico-affettivo Approvazione dei pari e non dell’adulto - Apprendimento consapevole e riflessione sulla lingua entrano stabilmente nel curricolo - Costruire un clima partecipe e stimolante - Inserire l’affettività nel rapporto con lo studente - Modello operativo: cooperative learning APPRENDENTI IMMIGRATI - Rispettare i diversi stili cognitivi - Rispettare i diversi ritmi di apprendimento - Motivazione principale dell’immigrato. Strumentale - Obiettivo: creare un dialogo tra lingue e culture diverse - Usare uda modellate sul singolo studente APPRENDENTI ADULTI - OSTACOLO ALLA DIDATTICA: eccessiva ansia - Paura di sbagliare - Tecniche: incastro cloze e dettato autocorretto - Contratto psicologico: gli adulti hanno bisogno di conoscere obiettivi e mete (approccio andragogico)
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