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LETTERATURA SPAGNOLA - TOMASSETTI, Appunti di Letteratura Spagnola

SimbolismoPoesia SpagnolaDecadentismoLiteratura Spagnola Moderna

In questo documento vi sono tutti gli appunti presi nel corso delle lezioni di Letteratura Spagnola con la Professoressa Tomassetti. Comprende: Guerre Carliste,Modernismo(Ruben Dario),Generaz. 98 (Unamuno,Baroja e tutti gli altri autori),Generaz. 27(Lorca: anche con le conferenze, Alberti),Romanzo Modernista(Baroja + Unamuno con Niebla +capitoli),Teatro (Valle Inclan con "Luces de bohemia" + capitoli e Lorca con "Yerma"+capitoli) + ANALISI DETTAGLIATA DELLE POESIE DELL' ANTOLOGIA

Tipologia: Appunti

2019/2020

In vendita dal 14/02/2021

Martina__torre
Martina__torre 🇮🇹

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8 documenti

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Scarica LETTERATURA SPAGNOLA - TOMASSETTI e più Appunti in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! GUERRE CARLISTA Il XIX secolo è il Secolo delle Guerre Carliste (civili, che coinvolgono pezzi importanti della popolazione). Questo nome perché sono delle guerre di successione che vedono due personaggi fronteggiarsi: Carlos (fratello del Re Fernando VII) e Isabel (la figlia legittima di Fernando). Queste guerre rappresentarono anche lo scontro tra due ideologie politiche: i capitalisti (più conservatori e si trovavano nella zona settentrionale della Spagna specialmente nel Paese Basco e Navarra) e i liberali (che difendevano la regina Isabel). Il Re Fernando VII aveva avuto tre mogli e nessun figlio, con la quarta ebbe 2 figlie. Però in Spagna vi era una legge che vietava una successione al trono che prevedeva solo la figura di successore maschile. Per evitare questo problema, promulgò la Pragmatica Sanciòn nel 1830, con la quale Isabel potesse diventare suo successore. Nel momento della morte di Fernando, nel 1833, Isabel diventa regina anche se minorenne con l’aiuto di sua madre Maria Cristina, ma questo scatena Carlos e i suoi Carlisti. E’ da quel momento che scoppieranno guerre che appunto attraverseranno vari decenni del XIX secolo. Sarà uno scontro tra gli Isabelinos e Cristinos contro i Carlistas. [Ci fu un breve periodo di repubblica (1 Repubblica) ma verrà reinstallata la Monarchia.] La prima Guerra Carlista nel Nord della Spagna(Pais Vasco y Navarra)  con il Generale Cabrera e Zumalacarregui  Questa portò un cambiamento anche politico. Carlos cercherà in tutti i modi di prendersi il Trono ma non ci riuscirà anche se sarà aiutato dalla Russia Austria e Prussia. (invece Isabel da Inghilterra, Francia, Portogallo e Prussia.) Vi sono una serie di altre vicissitudini nel corso del XIX secolo come: - La Seconda guerra Carlista - El Sexenio democratico o revolucionario diviso in 4 tappe: el Gobierno Provisional Espanol (1868-71), el Reinado de Amedeo I de Saboya (1871-73),la Primera Republica Espanola ( con la abdicazione del Re Amedeo di Savoia nel 1873). La quarta tappa è la Repubblica Federale al quale si pone dine il Golpo di Pavia (1874) e della Repubblica Unitaria (o Dittatura di Serrano) -31 dicembre del 1874  Restaurazione della monarchia e sale al trono Alfonso XII. - La Terza Guerra CarlistaL’ultima tappa di queste guerre dal 72 al 76 segna la definitiva sconfitta militare dei Carlisti. Finisce durante i primi anni del regno Alfonso XII. (Romanzo di Unamuno “Paz en la Guerra“  Che ha come tema l’ultima Guerra Carlista). CONSEGUENZE In questo momento avremo quindi una Spagna dal punto di vista economico che si basava sul latifondismo: vi erano dei signori locali dai quali dipendeva poi tutta la popolazione, un’industria debole e un clero prepotente. Vi è una classe borghese più progressista e incline al cambiamento che richiede un mercato nazionale e una riforma fiscale e che spinge per un rinnovamento per il Paese e che propone iniziative come ad es: laicizzare la vita (liberare i comportamenti delle persone dalla religione, liberare tutti gli impedimenti), invece dal punto di vista economico la borghesia aspirava all’industrializzazione de la Meseta (area estesa). In Spagna la situazione culturale era molto critica perché c’erano state appunto le Guerre Carliste e dunque la popolazione stava in uno stato miserabile e c’era molto analfabetismo e da un punto di vista della formazione bisognava ancora fare molto; però durante l’800 si afferma il Krausismo: è una dottrina che difende la tolleranza accademica e la libertà di cattedra di fronte al dogmatismo. Il suo nome diviene da Karl Friedrich Krause (filosofo). La filosofia di Krause di dare molto spazio al sapere universitario rifuggendo da qualsiasi dogmatismo farà fondare la cosiddetta “Istituzione libera dell’insegnamento”  un organismo fondato nel 1876 che partiva dalla scuola elementare per avviare le nuove generazioni verso un percorso formativo . si forma quindi un movimento rigenerazionista borghese negli anni 90 dell’800 che fu una vera e propria piattaforma politica che aveva come principale obiettivo la riforma dell’insegnamento. L’istologo Santiago Ramon y Cajal scrive un saggio intitolato “Reglas y conceptos sobre la institucion cientifica” nel quale sostiene l’idea che in Spagna è necessario attuare un programma di cambio morale. Egli pensava che essere sapienti richiedeva in primo luogo un cambiamento di atteggiamento e di morale. Questi eventi che segnano la fine del XIX secolo sono importantissimi dal punto di vista culturale e artistico perché si afferma il movimento del Modernismo. IL MODERNISMO Il Modernismo è un fenomeno letterale di ampio aspetto in cui appare la Generacion del 98. L’autore di questa Generacion è Azorin che sviluppa l’idea di un gruppo generazionale di autori che va dal 1905 in poi. Considerò come suoi antecedori: Echegaray, Campoamor y Galdos. Il capostipite del modernismo  Ispanico Ruben Darìo. -Vi era una questione terminologica però, difatti molti usavano in modo dispregiativo il termine “Modernista”. Per questo nel 1926 Azorin (anche se non si fa problemi di questa questione) , si domanderà come sarà vista la Generacion del 98 nel XXI-XXII secolo. Ciò che dobbiamo fare è di RUBEN DARIO Poeta Nicaraguense, fondatore del Modernismo. Autore di “Azul”ge La caratteristica è la sua capacità di apprendere influenze esterne e di assimilarle in una espressione originale. Scrive la sua poesia in un linguaggio puro, genuino e ispanico. Questo suo atteggiamento cosmopolita fu prodotto di un peregrinare, si allontanava spesso da casa. Questo lo rese particolarmente aperto ad un’estetica universalista. -Azul 1888. Vi è un tono vitale, una simbolizzazione pura della poesia. Era un libro debitore più del Parnassianesimo che del Simbolismo. -Prosas profanas 1896. La tematica sarà varia tra l’antico, il moderno il pittorico, il musicale, abbastanza ricca. Prima partito per Parigi, torna in Spagna nel 1898 e conosce Benavente, Ramon del Valle-Inclas e altri. Intraprenderà la scrittura nel “Cantos de vida y esperanza” che sarà esteticista, intimista, religiosa e politica. -Ode a Roosvelt difensore dell’America Spagnola di fronte all’espansionismo nordamericano. -“Canto a la Argentina” un poema estenso la culminazione del suo americanismo Prologo a Canto errante (1907) -Ciò che per Ruben Dario era la scrittura -“Non ho MAI manifestato il culto esclusivo della parola per la parola”  notiamo un’autodifesa nei confronti di coloro che consideravano il Modernismo una poesia puramente estetica, attaccata solamente al culto della bellezza della parole (l’arte per l’arte dei Parnassiani). -“La parola nasce con l’idea, insieme ad essa o coesiste con essa, poiché non possiamo vivere con l’una senza l’altra”  concetto che non esiste parola che non abbia dietro di sé un contenuto, il linguaggio nasce proprio per esprimere determinate esigenze. Non possiamo rappresentare un’idea senza una parola che la trasmette -La parola non è in sé altro che un segno, o una combinazione di segni  è il significante, un insieme di segni, rappresenta il concetto che è stato attribuito. -Ma lo contiene tutto per la virtù demiurgica  demiurgo = gli uomini stessi che sono riusciti a creare una combinazione tra parole e concetti -Coloro che la usano male, saranno i colpevoli se non sanno maneggiare questi pericolosi e delicati mezzi  non tutti sono bravi ad usare bene le parole, coloro che non lo fanno si macchieranno di colpevolezza -L’arte dell’ordinamento delle parole non dovrà essere soggetto a imposizioni di gioghi (vincolo ai buoi /impedimento)  questa possibilità di combinare le parole, propria nel linguaggio poetico, dovrà essere soggetta a gioghi -Poiché è appena nata la verità che dice  si riferisce al concetto suo di poesia, all’idea di Modernismo nella poesia di quell’epoca. -L’arte non è un insieme di regole ma è un’armonia di capricci  l’arte non nasce dall’imposizione ferrea di regole ma nasce dall’armonizzazione di capricci, ciò che si contrappone. Il fatto che il capriccio nasce dalla creatività e libertà, e che sia retto da armonia, significa che l’arte è un’arte armonica, senza rigide regole ma dove c’è un senso per tutto. Una creazione artistica deve essere retta da questa capacità dello scrittore di armonizzare impulsi, pensieri. ---Questo brano ci permette di capire meglio i pensieri di Darìo e la sua poesia. “SONATINA” Struttura testo: -Sonatina  denominazione tecnica. E’ un termine che designa una forma di composizione musicale. Una forma elementare della sonata e fu fondato da Nunzio Clementi nel XVIII secolo e compose 12 sonatine per pianoforte. Questa denominazione ci fa riflettere sulla grande sensibilità nei confronti di tutto ciò che fosse eufonico, in primo luogo la poesia. La poesia doveva suonare bene. L’autore è come se volesse comporre una musica affascinante, ammaliante. - E’ un testo suddiviso in 8 strofe di 6 versi ciascuna. Queste strofe sono formate tutte da versi alessandrini ( Gonzalo de Berceo  capo del “Mester de Clerencia”/ ha una cesura centrale che lo divide in due sub-unità metriche da 7 versi =14 versi). -Hanno un preciso schema rimico (A.A.B.C.C.B). -L’altra caratteristica formale è che le strofe son definite ”sextetos agudos”“sestine tronche” perché la rima che ritorna (rima B) è una rima tronca ossitona perché l’ultima vocale tonica del verso è anche l’ultima vocale della parola in rima (Color) -6 strofe su 8, vi è una voce narrante che parla di una principessa, descritta come una creatura sofferente, triste, pallida, che anela mondi lontani. Desidera libertà e amore. Viene inserita in una cornice di grande lusso in cui la protagonista non è felice ma si sente in gabbia -Nelle ultime due strofe non vi è più un registro narrativo/descrittivo ma compaiono due personaggi che parlano. Prima la principessa che auspica l’arrivo di un principe (conseguimento di libertà e amore) e infine la fata madrina che interviene rassicurando la principessa e le conferma che sta per giungere questo cavaliere che la consgeuirà alla felicità. -E’ una favola, un racconto immaginario che ci trasmette però un messaggio  il bene più prezioso è la libertà e il sento più grande è l’amore. Senza questi due beni preziosi, nessuna ricchezza può dare la felicità. (Metafora della crisi dell’uomo moderno) Esaminare: 1 strofa: versi tutti con ritmo costante, bipartito da emistichi (mezzo verso), gli accenti occupano sempre la stessa posizione (3-6) accenti forte ictus. -1 verso presenta la figura retorica del “epanadiplosi”  ripetizione di un termine all’inizio e alla fine di un segmento testuale (verso-frase). Funzione di enfatizzare e sottolineare la centralità della protagonista. -2 versoImmagine dei sospiri che sfuggono dalla bocca di fragola  metafora dove l’elemento di connessione tra bocca e fragola è il colore. -3 verso parallelismo  disposizione in parallelo di elementi sintattici coincidenti. Assistiamo alla precisazione di un altro aspetto dello stato della princesa. La principessa è privata del sorriso e del colore. È una situazione di perdita, privazione, tristezza ed espressione di tristezza. -4 verso è pallida = perdita di colore. Sedia d’oro = elemento preziosismo -5 verso esta mudo el teclado = privazione. Questo strumento musicale ha la tastiera muta e non riesce a suonare. -6 verso il fiore dimenticato in un vaso che si sta appassendo = inerzia e sofferenza. 2 strofa: -1 verso trionfo in un giardino pieno di pavoni -2 verso Parlanchina è la dama di compagnia della princesa. Ha un nome allusivo (parlar). Dice cose banali per la principessa che sta priva di libertà -3 verso elementi tipici di uno spazio lussuoso: bel giardino, la dama di compagnia, un buffone incaricato di allietare le giornate di coloro che sono nel palazzo. Vi è qualche nota di color: el rojo. Abbiamo quindi la comparsa del colore dei pavoni e il colore del rosso, il cromatismo inizia a crescere. Poesia fortemente sensoriale (5 sensi) -4 verso negazione di ciò che è positivo. Altro Parallelismo. -5 verso l’attività sola che interessa alla principessa è quella di inseguire in un cielo d’oriente, la libellula vaga di illusione. Libellula metafora di libertà. Perciò rappresenta tutto ciò a cui la princesa aspirava (la libertà) -6 verso chiasmo: che si inverte nel secondo emistichio che è . (X disposizione incrociata di elementi) 3 strofa: prova a indovinare i pensieri della principessa, ciò che lei ha nella sua mente. Vi è una serie di luoghi, riferimento a mondi esotici-lontani. Generaciòn del ‘98 Prende il nome dal battaglia definitiva contro la flotta degli Stati Uniti che decretò la fine dell’Impero Spagnolo: perdendo Puerto Rico, le Filippine e Cuba. Per questo fuoriuscì un dibattito anche nell’ambito della letteratura. crisi storica che si accompagnava anche al termine del periodo, per questo molti speravano nella rigenerazione del nuovo secolo. Questo spirito di rigenerazione è un elemento tipico della Generacion del 98. Azorin (un rappresentante) sul giornale quotidiano ABC nel 1813 diceva che ci fosse una letteratura di stampo rigeneratore che inizia molto prima del problema di Spagna. Difatti la questione cominciò quando “I tre”: lui stesso, Pio Baroja e Metzu, decisero di esporre le loro inquietudini in un manifesto nel 1901sentimento di crisi generale: ambito filosofico, letterale, artistico. Generacion 98---Modernismo: -In qualche critica si ha la sensazione che si parli di cose completamente differenti tra di lorocoloro della Generacion del 98 manifestavano nelle loro opere una sensibilità politica e culturale più forte rispetto a certi altri scrittori. Perciò vi era un certo patriottismo riflessivo e rigeneratore. Fu anche un atteggiamento di uomini di scienza ad es. “Ramon y Cajal”. AUTORI GENERAZIONE 98: - Manuel Reina, Salvador Rueda Benavente Villaespesa, Marquina  abbracciò tutti i generi letterari cercando di inoltrare sempre il suo pensiero in ogni genere. I suoi saggi hanno portato la Spagna, vista come entità collettiva in lotta per la sopravvivenza, ad adagiarsi nella morte spirituale dell’immobilismo, considerando le vicende profonde e autentiche della quotidianità ( GUARDA APPUNTILICEO), sottostanti agli eventi della storia ufficiale. Per Unamuno l’anima della comunità iberica è visibile nel paesaggio, oggetto di una contemplazione sensibile che evita la semplice descrizione della realtà esteriore dei luoghi e si apre invece alle sollecitazioni spirituali, secondo una visione romantica del paesaggio come stato d’animo: “Paisajes” 1902, “Por tierras de Espana y Portugal” 1911,”Andanzas y visiones espanolas” 1922. Del paesaggio castigliano è molto impressionato dalle querce (simbolo di resistenza) e l’imponenza delle rupi.  nemico della dittatura di Primo de Rivera. Partecipò nella rinnovazione modernista. Ammirava Darìo e venne coinvolto nel simbolismo francese. La sua opera si muoveva intorno al decadentismo estetico anche se successivamente si dedicherà strettamente ad un mondo di caricature e di satira. Coltivò quasi tutti i generi letterari e a fine carriera anche sul teatro del grottesco.  stile puro e esatto e romperà con la retorica tradizionale della narrativa. Come Unamuno vuole esplorare con animo nostalgico l’anima del paesaggio nazionale.  fu un giornalista. Nelle sue opere era solito trascrivere i proprio pensieri e le proprie idee piuttosto che soffermarsi sulla letteratura. Iniziò con tendenze rigenerazioniste, continuò con un carattere più autoritario e terminò nella conquista dell’illuminismo e del liberalismo. La sua idea era quella di un impero cattolico spagnolo.  un poeta di inquietudine intellettuale profonda e duratura. Viaggiò molto durante il corso della sua vita, anche con la presenza di sua moglie Leonor Izquierdo. È un poeta che conciliò la bellezza del verso con motivi profondamente interiori e con incentivi della vita quotidiana. Si dedicò al teatro anche insieme al fratello, alla prosa intellettuale e filosofica pero è nella poesia che si identifica come un maestro autentico di una estetica personale e indipendente.  era uno dei fratelli di Antonio. La sua vocazione letteraria fu precoce e l’influenza della sua terra natale fu più presente che nelle opere di Antonio. Alma (1898-1900) si inserisce nel modernismo rubeniano e nella poesia francese di fine secolo. La sua poesia riflette un retrogusto estetista. Si avvicina molto presto al folklore andaluso, tendenza che va a dominare, nella sua opera per molto tempo: La festa nazionale (1906), Cante Hondo (1912), Sevilla (1920) e Stampe Sivigliane 1949. Fu sostenitore del Regime di Rivera però a seguire appoggiò la Repùblica.  fondò con un gruppo di modernisti la rivista “Helios” nel 1903. Le sue opere sono di un processo di perfezionamento, di nudità e di intensità poetica. Nel suo cammino si va dal carattere sensoriale a quello sentimentale per finire a quello intellettuale. Ci sono perciò due epoche della sua letteratura: quella prima della poesia pura e quella successiva ad essa. Vinse il premio Nobel di letteratura nel 1956.  nacque in Almeria (Andalusia), e studiò a Granada. Anch’egli poeta, aveva avuto contatto con grandi poeti come Dario e Jimenez, possedeva una grande facilità nella composizione di versi anche se è meno considerato rispetto ai Machado. Scrisse soprattutto opere teatrali come: El alto de lo bohemio (1902), Tristitiae rerum (1906) El velo de ISIS (1913) Ajimeces de ensueno (1914), Los nocturnos del Generalife (1922). Scrisse anche racconti e libri in prosa. E’ un autore minore, ma ha contribuito anche lui all’evoluzione del quadro storico letterario. (1856-1905)Andaluso di Cordoba. Ha scoperto la poesia francese e potè ricevere l’influenza del Parnassismo. Pubblicò nel 1878 Cromos y acuarelos che ci suggerisce un certo colorismo andaluso. Successivamente abbiamo La vida inquieta (1894), Il giardino dei poeti (1899) dove canta a Gongora di una forma pienamente modernista. Nel 1906 si pubblica, postumo, Robes de la sagrada selva (1906). (1857-1933) Andaluso di Malaga e di umili orgini. La sua facilità espressiva, non poterono competere con la spinta della nuova poesia che ha portato Ruben Dario. Gli obiettivi più considerabili sono paralleli o postumi a Ruben Dario: Canti della vendemmia (1891), En tropel (1892), La bacanal (1893), Camafeos (1897), Pietras preciosas (1900), Trompetas de organo (1907). Scrisse anche prose di carattere costumbrista, e una novela: La còpula. Si dedica anche al teatro e alla saggistica. Fu un innovatore della metrica e il linguaggio in un fischio ancora non determinato con esattezza. Ramon Menendez, le ricerche. Ramon Menendez Pidal (1869-1968), fondatore della moderna linguistica storica in Spagna. Le sue prime ricerche sono collegate alla questione dell’identità nazionale, e le affronta con un rigore scientifico. Con lui la storiografia spagnola entra nella sua fase moderna. Studia le origini della lingua nel Manual elemental de gramatica Hìstorica espanola (1904), che riflette una concezione evoluzionista della lingua, e in Origenes del espanol (1926), dove osserva la tendenza delle forme popolari ad affermarsi nella lingua dotta e mostra che la storia linguistica e la storia generale camminano insieme e si chiariscono a vicenda. Pubblica inoltre edizioni critiche della letteratura medievale spagnola ritenuta ancora indenne da contaminazioni straniere o transnazionali-in particolare il monumentale ‘’cantar de Mio Cid’’. Attraverso queste indagini giunge all’interpretazione storica- La espana del Cid (1929) libro nel quale difende l’originalità del progetto politico della Castiglia, proponendo un modello di Nazionalità forte, contrapposte a rivendicazioni autonomiste- e all’interpretazione storico culturale, L’epopea castigliana attraverso la letteratura spagnola 1910. In questo testo Mendez Pidal espone la sua concezione ‘’tradizionalista’’ della letteratura spagnola secondo la quale l’opera creata da un individuo viene rielaborata attraverso molteplici variazioni nel corso dei secoli da una folla di anonimi, un popolo che così sceglie nella continuità il proprio patrimonio caratteristico; l’idea ha affinità con la concezione unamuniana di intrahistoria. -Un pallido ramo polveroso: perché essendo all’aria aperta si riempie di polvere -Sull’incanto della fonte limpida: bellezza della fonte -Sognano i frutti d’oro: nel fondo della fontana sognano i limoni (perifrasi/metafora) -Verso 6: -E’ un pomeriggio sereno -Quasi primaverile -Tiepido di marzo: era marzo e la primavera stava quasi per entrare -Che porta il respiro di un Aprile vicino: determinazione temporale. Ci troviamo nella seconda metà del mese di Marzo. -Verso 10: afferma la propria esistenza, dichiara di essere il soggetto che percepisce questa situazione. -Cercando una illusione candida e vecchia: aggettivi che evocano campi tematici diversi. Candore: purezza, mondo infantile. Vecchia: qualcosa di finito, consunto. Tuttavia se noi associamo questi due aggettivi all’evocazione dell’infanzia ecco che acquistano un significato molto preciso e coerente, perché l’infanzia è candida però evocata come ricordo è anche vecchia. (si presume che qui Machado sia con il fratello tornato a Siviglia ed è un ricordo lontano che lui fa sulla propria infanzia) -Inizia a costruire questa rievocazione plurisensoriale del mondo infantile, iniziando dalla vista: l’ombra sul bianco muro spera che qualcuno compaia in questo deserto. cromatismo che differisce dalle sensazioni precedenti (lucentezza, chiarore) -Il muretto addormentato: personificazione. -Un movimento di tunica leggera: sta cercando quindi un’ombra (una presenza) che vaga in maniera leggera nell’aria (udito) vuole sentire un fruscio di un movimento che si muove nell’aria -Verso 16: -Nell’ambiente del pomeriggio fluttua quell’aroma di assenza: ossimoro: aroma di assenzaqualcosa che viene percepito anche se non c’è: subentra la memoria del poeta che lo riporta a percepire e ricordare un aroma che in quel momento da adulto non c’è ma che gli ritorna alla memoria perché ha iniziato questo ritorno all’infanzia. (olfatto) -La percezione di un aroma assente ma che fa parte del ricordo, dice all’anima luminosa del poeta: MAI, invece al cuore dice: ASPETTA.  cuore: sede di sensazioni ed emozioni, questo suo attendere significa che i sentimenti del poeta lo spingono ad aspettare che si riproduca tutto quel complesso di percezioni e sensazioni che in quel momento lui non percepisce. Anima: MAI sembrerebbe essere una negazione di questa attesa. L’anima è la parte razionale dell’essere umano. Questa dicotomia si capisce in questi due “nunca” y “espera” che fanno riferimento a due campi semantici diversi : uno è significa che non si realizzerà mai, e dall’altra invece c’è una possibilità di realizzazione. -Verso 20: - vi è un binomio di aggettivi che ancora una volta ci riporta a quella dicotomia come “candida” y “vieja” un’opposizione tra ciò che è nuovo e ciò che è giovane e invece ciò che è morto: “i fantasmi delle fragranze morte” sta a ricordare un ricordo di odori che fanno parte della sua memoria infantile che però sono talmente lontane nel tempo che oramai sono morte OSSIMORO -Verso 22: -personificazione di elementi naturali il pomeriggio allegro e chiaro quasi di primavera è come se si stesse rivolgendo a lei come figura femminile -“Un pomeriggio senza fiori quando mi portavi il buon profumo della mente e del buon basilico che aveva mia madre nei suoi vasi” rievocazione di un’immagine percepita con due sensi: vista e l’olfatto. Ricorda non fiori ma piante aromatiche. Un altro elemento cromatico è il “verde” della menta e del basilico Verso 27: quando prima immaginava di percepire una presenza (tunica ligera) possiamo ricollegare questa al ricordo e alla presenza della madre. -Verso 28:-continua a rivolgersi al “Pomeriggio”. Un pomeriggio in cui lui ha immerso le sue mani pure nell’acqua serena per raggiungere i frutti incantati che oggi nel fondo della fonte sognano” “si ti conosco pomeriggio allegro e chiaro, quasi di primavera”questa personificazione viene fatta nel mentre osserva il suo essere bambino innocente compiere quel gesto ingenuo. -“incantati”già utilizzato al verso3. Questi frutti fanno parte di un contesto che sembra magico -“Oggi….”passaggio . Qui introduce il tema del sogno che è un tema simbolico in Machado, il sogno come dimensione conoscitiva altra, uno stadio che ci consente di andare al di là delle apparenze, di riconoscere una realtà non percepibile immediatamente. Quindi questi frutti che da bambino erano come se irraggiungibili, adesso invece sono dei frutti che sognano nel fondo della fonte: lui li vede perché c’è ancora il riflesso, ma sa che questi frutti fanno parte di un’altra dimensione, quella del sogno, una dimensione accessibile a pochi. -Conclude dicendo “si ti conosco…” qui ripete il medesimo distico ma con da “si ti ricordo” a “si ti conosco” passa alla dimensione della conoscenza. È il passaggio dalla veglia al sogno, da una conoscenza irrazionale e sensibile ad una conoscenza che va oltre la realtà. -Ciò significa che il tempo gli ha dato la possibilità di Retrato ”Campos de Castilla” 1912 -Componimento che racchiude in Campos de Castilla pubblicata nel 1912 ma il testo fu scritto nel 1908. -Uno dei modelli di ispirazioni di questo componimento è un componimento analogo del fratello Manuel Machado “Retrato”. C’è quindi un rapporto intertestuale anche se di tenore diverso. -La cosa importante è la particolare struttura metrica: in quartine di versi alessandrini. Non ci sono assonanze ma delle rime consonanti (perfette) secondo uno schema che si ripete in ogni strofa: ABAB -Machado parla della sua storia, della sua personalità, del suo rapporto di concezione di poesia 1 quartina: -Parla della sua infanzia, il ricordo del suo palazzo con l’albero di limoni e del suo cortile pieno di ricordi. -Trascorre i 20 anni in Castilla -Iperbato: “no quiero recordar” crea questo iperbato per seguire il suo schema ritmico. -Utilizza un topos comune della letteratura: fa diventare artificio retorico un’omissione di contenuti che traduce con questa formula. 2 quartina: -introduce due nomi che rimandano a personaggi letterari storici “Miguel de Manara” un seduttore del 17 secolo ma è anche un’opera letteraria. Un’altra è a “Ramon del Balle-Inclan” perché “Bradomin” è il protagonista di romanzi di Ramon nonché suo alter-ego, e con spirito di Dandyqui sta presentando quindi un tipo di uomo lontanissimo dal suo essere: lui è goffo ecc.. -lui ha riconosciuto la freccia di Cupido: si è innamorato e ha amato quanto le donne possono avere di ospitale: lui ha amato nelle donne la loro capacità di accoglierlo e di farlo sentire a suo agio, perciò è un atteggiamento completamente opposto a quello di un seduttore 3 quartina -“Nelle sue vene ci sono gocce di sangue giacobino ma il mio verso nasce da una sergente serena”si riferisce alla sua formazione e famiglia perché con questa metafora dice di appartenere ad una famiglia con idee progressiste e liberali (il padre fu avvocato folgorista, il nonno medico e rettore di università),”MA” la sua poesia non ha un impulso rivoluzionario ma nasce in modo tranquillo e sereno -Afferma di non essere un uomo molto sapiente ma è un uomo coerente, buono e leale si gettano nel mare). Machado invece descrive la morte come “l’ultimo viaggio che si fa sulla nave che non tornerà mai più” in questa nave sarà leggero di equipaggio si ricollega all’immagine di sé che aveva dato : una persona semplice. Ha fatto tutto con le sue forze, una sottolineatura su quello che era lui, che non era minimamente attaccato ai beni materiali. (Può anche intendere come se lui ha fatto tutto senza rimpianti e senza ripensamento) -“Como los hijos de la mar” figli del mare è un’immagine di quello che è il ciclo della vita: tutti siamo figli del mare e tutti finiamo nel mare. “A un olmo seco” è un poema dedicato ad un albero secco. Una delle caratteristiche di Machado è di sapersi costruire un’interiorizzazione col paesaggio e con la natura per riflettere sulla vita e sui propri sentimenti. In questo testo si trova ad osservare un olmo oramai distrutto dal tempo, quasi privo di vita su cui però miracolosamente a Primavera stanno spuntando delle foglioline verdi. È come se si trovasse ad osservare una morte imminente che però vi è questo minimo accenno di vita rappresentato da queste foglioline verdi lo porta a riflettere sul fatto che anche nelle situazioni più dolorose c’è sempre un piccolo spazio per la speranza e per tornare a sperare in qualcosa di buono. Lo stato dell’albero è collegato a quello di se stesso dopo la morte della moglie. METRICA: -Testo di varie strofe di varie lunghezza con schemi rimici ABAB tranne per la rima al V.24 che è una rima irrelata -Componimento caratterizzato da una sequenza di endecasillabi e settenari 1 quartina: -Lui sta osservando un vecchio albero spezzato in un momento di primavera dove gli sono uscite alcune foglie verdi. -Cromatismo verde è collegato alla Primavera. Una primavera che grazie alla sua vitalità ha fatto si che anche questo olmo vecchio provasse la gioia di vedere queste foglie verdi 2 quartina: -El duero il fiume più importante in Spagna che sbocca nell’oceano atlantico. -“Un muschio giallognolo” il muschio ricorda una sorta di consumazione, di uno stato di non purezza. Non è più verde -Il muschio macchia il tronco tarlato 1 terzina: -“alamos cantores” metonimia. I pioppi cantori perché sono popolati da uccelli che canticchiano. -Questo pioppo, purtroppo, essendo stato privato di rami gli usignoli non ci si posano più 2 terzina: -L’esercito di formiche va arrampicandosi sul tronco.. -“Grises” ragnatele grigie che si trovano all’interno del tronco. -E’ una rappresentazione della natura fotografata in un quadro preciso, un’immagine che lui sta osservando in quel momento Ultima strofa: -Finora si era definito all’olmo come un osservatore esterno, descrivendo le sue caratteristiche, gli animali etc. qui invece compare un “te” qui lui si rivolge direttamente all’olmo che diventa quasi un personaggio vivo -Prima che ti abbattano con l’ascia o che ti fanno diventare “Melena de la campana” la parte che sostiene la parte metallica al muro. -“lanza”/ “yugo” gancio di legno che sostenevano gli animali di carro -iperbato v 19-20 -“antes que” anafora -“Prima che tu venga bruciato in qualche focolare di una misera casetta sul bordo di un sentiero.........voglio annotare sul mio quaderno la grazia del tuo ramo verdeggiante” perciò prima che il tronco finisca per sempre e che scompaia da questo luogo, l’autore vuole raccontare la visione dell’albero e delle foglioline verdeggianti di un ramo moribondo “-Quiero anotar su mi cartera” metafora: voglio scrivere una poesia sull’albero - montagne bianche montagne di neve -“Il mio cuore attende anche..”enjambement -“Verso la luce e la vita un altro miracolo della primavera” il suo cuore come l’olmo vecchio sul punto di morire, attende speranzoso il ritorno della primavera (applicata anche al suo stato d’animo: superamento di uno stato di sofferenza e angoscia). Anche il suo cuore, come l’albero si nutre di speranza di tornare alla vita, (di rinascita per l’albero). “Proverbios y cantares” ”Campos de Castilla 1912” Machado qui cerca di avvicinarsi alla tradizione popolare sia da un punto di vista formale (certo tipo di versi, rime, assonanze, schemi rimici) sia da un punto di vista tematico (interesse di questioni della vita). Inoltre ha l’interesse per l’aspetto gnomico e sentenzioso della letteraturaIl proverbio ha un aspetto gnomico. Un testo è gnomico quando contiene in sé un aspetto sentenzioso, quando da dei consigli, esprime grandi verità che fanno parte della sapienza popolare. Qui noi notiamo infatti un interesse sulla letteratura popolare ma anche un suo gusto per la poesia che voleva insegnare qualcosa e indicare una strada. PROVERBIOS Testi brevi, in versi corti (octosilabas) e presentano contenuti che hanno a che fare con l’esperienza del poeta e sulla sua concezione della vita. I. Si tratta di una strofa di 10 versi ottosillabi e rimati (rime consonanti) AABCCBDEEDSchema peculiare, non canonico, non frequente. -1 terzina: Non ho mai cercato la gloria, né lasciare nella memoria degli uomini la mia canzone(enjambement) Memoria y gloria: fanno parte dello stesso campo semantico perché la prima perdura nel tempo e la seconda è un successo che perdura nel tempo. Machado dice che non ha mai ricercato la gloria fine a se stessa, non ha mai voluto lasciare agli uomini il ricordo della sua “canzone”(tutta la sua poesia/scrittura). -2 terzina: -Spiega ciò che lui ama veramente: i mondi sottili ingravidi/leggeri e gentili, come bolle di sapone: metafora  lui non ama la gloria, la fama, il ricordo che possa rimanere negli altri. Lui ama mondi che si disperdono come bolle di sapone: si riferisce a quello che è il suo mondo interiore, le cose umane in generale più semplici, la vita di tutti i giorni, il poter osservare la natura, gli eventi che accompagnano le stagioni. Con questa serie di aggettivi vuole riassumere la sua concezione della vita come qualcosa di etereo e gentile e che è soggetto alla fine, alla conclusione; non ha una vita infinita. -1 quartina: -Gli piace vedere i mondi dipingersi di giallo(sole) e il rosso (carminio) mondi pieni di colori intensi e caldi -“Volar bajo el cielo azul” identificazione tra i mondi sottili e le bolle di sapone -“Temblar y quebrarse” qui descrive la vita di una bolla di sapone che si colora e che vola, ad un certo punto trema e subito dopo si spezza -In questa metafora della bolla di sapone, con una vita eterea, Machado sintetizza quella che è la vita che lui ama, il modo di stare al mondo che preferisce: quello di una persona che non persegue la fama ma che vuole essere in grado di apprezzare tutte le piccole cose della vita. XXIX In questo testo enuncia la sua concezione della vita, soprattutto i farsi della vita stessa. Questa è fatta di tanti piccoli gesti ed azioni, e quando ci si guarda indietro si vedono le proprie azioni svolte che non si possono più cambiare, un qualcosa di passato e finito. In questo testo Machado in modo Juan Ramon Jimenez Nacque a Moguer nel 1881. Fondò nel 18903 molto giovane una rivista modernista “Elios” (sole) nome emblematico perché rappresentava un’aspirazione al rinnovamento che i giovani modernisti volevano intraprendere. Sempre nel 1903 pubblicò il suo primo libro personale. Frequentò come Machado la Residencia de Esudiantes. Dove incontrò anche sua moglie che sposò in New York Durante un viaggio in nave inizia a scrivere un racconto “El diario de un poeta recien casado”. : Jimenez parte da una dimensione che è prettamente sensoriale per affrontare una dimensione più sentimentale e per finire con un filone prettamente intellettuale. Altre opere: (guarda slide). Poesia pura: l’io si distacca dalla poesia/Impura: l’io dentro la poesia Fu un artista molto amato in quel suo periodo. Vinse nel 1956 il Premio Nobel e morì due anni dopo. Jimenez fu una persona fortemente tormentata, soffriva di crisi depressive spiccate. La sua vita e produzione letteraria è stata anche segnata da questa dimensione patologica. “Hay un oro dulce y fresco” ( Jardines lejanos) (incipit della poesia) È uno dei primi scritti di Jimenez fase influenzata da Ruben Dario (1 Tappa. Descrizione paesaggio ambienti) dove già troviamo la presenza dell’io poetico. METRICA: E’ un testo scritto in versi ottosillabi e vi è anche l’assonanza nelle sedi pari “a-e” Notiamo un’attenzione per i cromatismi: oro y malva colori del pomeriggio. Da un punto di vista tematico ci troviamo in un ambiente modernista ma distante dai toni parnassiani e ad un’ambientazione che ci fa vedere e ci svela l’interiorità del poeta Ci sono molti enjambement. 1 quartina: -Oro dulce: sinestesia -Colores che rappresentano il tramonto -Parco: elemento che ci riporta al mondo modernista (i giardini, ambienti presenti e rappresentati dai modernisti). -Questa quartina ci riporta i cromatismi, la sensualità della poesia modernista. 2 quartina: -Recojito: modernamente si scrive con la “g”. Jimenez trascrive con la jota perché essendo uomo di grande personalità aveva deciso di rappresentare una propria norma ortografica “fonema velare”. -Alberi verdi e di germogli primaverili sotto il malva e l’oro( il tramonto) si sono raccolti gli alberi: cromatismo: verdi, rosei. -Germogli primaverili il colore verde diventa più intenso. Descrive l’ambiente e sta osservando la situazione in primavera, durante il tramonto e all’interno di un parco Dalla 3 quartina abbiamo l’intromissione dell’io poetico: -Sogno Ineffabilequalcosa di inspiegabile. Il sogno è tutta questa scena con aspetti onirici. Il cuore è prigioniero-intrappolato in questo incanto ineffabile -Red metafora sempre per indicare un qualcosa di intrappolamento -Luci alte e ali di angeli  sinonimi. Allitterazione forte di “a” e il campo semantico principale è quello della luminosità e dell’altezza: il cuore proiettato in una visione che va verso l’alto, alla ricerca di qualcosa di superiore e di magico, che lo possa trasportare altrove. Le luci alte possono ricordare le stelle che vengono metaforicamente paragonate a delle ali di angeli. È un’anticipazione di ciò che sta aspettando di vedere. Infatti nella 4 quartina -Gli rimane solo di aspettare le stelle. -Immagine particolare: la carne si fa incenso e penombra per i sentieri delle rose continua a trovarsi in questo parco lussureggiante, di rose e alberi; e dice che la carne perde consistenza, diventa quasi una percezione olfattiva e perde anche la sua consistenza fisica perché ne diventa penombra. “Carne” se stesso, la percezione che lui ha del proprio corpo. [Il cuore gli fa perdere la percezione del suo corpo, diventa quasi insignificante] 5 quartina -All’improvviso una voce malinconica e distante ha tremato sull’acqua nel silenzio dell’aria per la prima volta notiamo una percezione uditiva (prima sempre olfattiva) compare una voce malinconica ed è una voce che lui ha percepito in modo particolare. Essa ha prodotto una sorte di tremore sull’acqua nel silenzio dell’aria: effetto fisico concreto che produce il suono. Non è la voce che trema sull’acqua ma è il suo suono che ha fatto tremare l’acqua. 6 quartina -Qui specifica meglio la voce misteriosa. È una voce di donna accompagnata da un piano. -E’ un dolce benessere per le rose, sono rose assonnate, immerse in questo sogno ineffabile. 7 quartina -Voce 3 volta che si ripete. Vi è un’insistenza sulla percezione auditiva. -E’ una voce che lo fa piangere di nuovo per nessuno e per qualcuno antinomia: ci dà la percezione di indeterminatezza della situazione. Ha scatenato in lui un ricordo ineffabile per lui, che non riesce a spiegare. -Conclude il ciclo richiamandosi ai colori che aveva annunciati nel primo verso e al concetto di suntuosità questo verso riproduce esattamente il 4 verso. Il poeta vuole chiudere questa sua evocazione d’emozione con il verso iniziale. -L’elemento in fondo è una pura nota cromatica, di colore, è semplicemente quest’atmosfera di un tramonto in un parco dove, per sinestesia, diventa dolce e fresco. Octubre -È un componimento che ha una struttura particolare che si identifica immediatamente in un sonetto: 2 quartine-2 terzine, di 14 versi endecasillabi -Lo schema rimico delle quartine è ABBA-ABBA e le due terzine con rime CDE-CDE 1 quartina -Estaba echado YO yo rivela immediatamente il fatto che c’è un “Io onirico” completamente coinvolto. L’io ha una posizione centrale nella poesia. -Si descrive come un corpo sdraiato sulla terra, di fronte all’infinito -Campo di Castiglia.  riferimento intertestuale che ricorda Machado: interiorizzazione del paesaggio. Vi è la capacità di descrivere un ambiente tipicamente castigliano. -Nella gialla dolcezza del suo chiaro sol ponente cromatismo da un lato dell’autunno ma anche del tramontoSinestesia (gialla-dolcezza). 2 quartina -Continua a descrivere la scena, introducendo un personaggio esterno a sé. -Lento l’aratro, parallelamente apriva dei solchi oscuri (quando la terra viene rimossa, le parti infondo alla superficie sono più scuri) -E la semplice mano aperta enjambement. La mano è del contadino che sta arando. -Lasciava il seme azione del seminare -Nelle viscere della terra metafora che può indicare le viscere dell’uomo [La mano del contadino è descritta come una mano che svolge il lavoro in modo onesto e semplice] -La entrana esta partida perché indica la rottura della superficie piana per far si che ci si possa lasciare il seme e creare il solco. Nel 900 In Europa, sin dai primi anni, si configura come secolo di crisi di passaggio da un sistema ad un altro, anche da un punto di vista culturale. La letteratura infatti risente di questo profondo sentimento di crisi. Il più grande impatto della cultura del ‘900 sono le movimenti culturali di ampio aspetto (tutte le arti) che si prefiggevano di rompere con la tradizione e fare un salto in avanti, e di guidare un rinnovamento. In Spagna le avanguardie vengono accolte in modo significativo dalla “ ”. (Lorca, Rafael Alberti, Gerardo Diego, )  È un anno importantissimo perché ricorreva il 3 centenario della morte di Luis de Gongora: [poeta barocco (500-600) che scrisse una poesia molto complessa e per questo i suoi contemporanei non apprezzavano molto questo poeta e lo criticavano ( anche da Francisco de Quevedo ).]Questo gruppo di poeti invece erano affascinati da Gongora, figura di poeta molto difficile di cui loro apprezzavano molto la sua grandissima capacità di costruire immagini e metafore, e loro volevano cercare di riprodurle. Questi poeti organizzarono nel 1927 a Siviglia una giornata di celebrazione e di ricordo-omaggio di questo grande poeta. -Erano poeti di figure di provenienza più varia e l’elemento-luogo in comune era la “Residencia de Estudiantes” de Madrid luogo di incontro straordinario per questi studenti che erano tutti uniti da una grande passione per l’arte, poesia, musica. In questi loro incontri spesso si svolgevano conferenze, recital e incontri con altri poeti come Juan Ramon Jimenez e Machado. Questo luogo quindi era veramente emblematico per questa generazione. Questi intellettuali rifiutano lo spirito pessimista delle generazioni precedenti, anche l’estetismo imposto dal Modernismo, e si interessano maggiormente ad un linguaggio autonomo, originale. Volevano quindi riscattare questa figura dall’oblio e reincarnarlo in loro per portare una letteratura, una poesia di innovazione. -Ogni poeta appartenente a questa generazione è diverso dall’altro, ha un proprio stile, osserva una traiettoria evolutiva della propria poetica che individua anche differenze notevoli all’interno di uno stesso poeta. -“Generaciòn de la amistad” -Alcuni elementi che accomunano questi poeti possono essere sicuramente: °la centralità dell’immagini e  la metafora doveva essere al centro della ricerca del poeta, il quale doveva cercare il più possibile metafore nuove, originali, ricercate che obbligassero la mente umana del lettore a sforzarsi intellettualmente per capire il significato della metafora. °eliminazione componenti narrative e descrittive °rompere i nessi sintattici  privilegiare frasi nominali, senza verbo, con una riduzione degli aggettivi, condensazione dell’espressione linguistica. °privilegiavano l’uso della che lascia trasparire l’identità dell’io poetico e la sua interiorità. Il poeta vuole riversare tutto se stesso nella poesia, vuole farsi conoscere e manifestarsi attraverso i suoi versi. °neo-popularismo e tradizione colta [Garcia Lorca, Alberti] °avanguardia e surrealismo [Garcia Lorca] °poesia umana e impegno ideologico [Alberti] - Lo scoppio della guerra civile nel 1936 interrompe questo momento letterario, costringendo molt i ad esiliare dando vita alla cultura dell’emarginazione, della protesta e dell’impegno politico. -In questa ricca aneddotica letteraria comprendente luoghi, tempi e attività comuni relativi alla formazione giovanile del gruppo generazionale, si inserisce l’importanza dell’Antologia di Gerardo Diego che riunisce i testi di diciassette autori, dodici dei quali appartengono alla Generazione del 27. Questa Antologia assume un carattere collettivo, ovvero che ogni autore è al corrente e approva la scelta dei testi messi nell’Antologia. Questo spirito di coesione presuppone una stessa identità di idee e principi estetici che in realtà fino al 27 mostrano di avere, denunciando il superamento del gusto modernista e l’affermazione dello spirito individualista. Però questa uniformità è da correggere poiché al fine di tutta la produzione possiamo dedurre che questi autori riescono, anche se parlando degli stessi temi, ad essere riconoscibili e originali. Possiamo quindi concludere dicendo che fino al 27 fu una con un carattere intellettuale e aristocratico, la seconda dal 27 fino al 36 una attenta alle nuove estetiche europee. Federico Garcia Lorca -Nato a Fuente Vaqueros nel 1898, da una famiglia benestante, all’età di 10 anni si trasferisce a Granada. -Dal 14 al 17 si iscrisse all’Università di diritto e lettere non concludendo nessuna delle due. Durante questo periodo instaura un’amicizia con Manuel de Falla (innovatore di musica spagnola procedendo a una sorta di sincretismo e fusione tra le tendenze moderne e il patrimonio folclorico spagnolo) si accomunava con Lorca per questa grande passione per il folclore andaluso. -E’ stato uno degli esponenti di spicco della Generazione del 27 nella “Residencia de estudiantes” nella quale vi ci insedia nel 1919 a Madrid. -Nel 1918 scrive un libro in prosa “ ”  libro di viaggio in cui lui racconta una serie di viaggi che fece per la penisola iberica in compagnia di vari amici. Qui racchiude tutte le sue esperienze di viaggio, con una prosa molto vicina già al suo certo modo di scrivere le sue poesie (metafore etc..) -Nel 1920 scrive un’opera teatrale opera complessa perché fortemente allegorica e obbliga al pubblico uno sforzo interpretativo ma che in quel momento non era in grado di fare, molto abituato alle cose semplici. -Nel 1921 pubblica il primo libro di poesie “ -Nel 1927 pubblica “Canciones” e scrive l’opera teatrale “Mariana Pineda” -Nel 1928 pubblica la sua raccolta più famosa della sua I fase “ -Nel 1929  parte per New York dove frequenta i corsi della Columbia University. Si reca per imparare l’inglese e la sua cultura e anche di fuggire da una crisi esistenziale, letteraria e sentimentale nella quale era immerso e il fatto di cambiare completamente ambiente e conoscere una realtà diversa lo aveva animato ad affrontare quest’avventura che fu molto dolorosa come vedremo nelle sue poesie di New York, perché lui si rese conto dell’alienazione umana che viveva la società americana, e lui col fatto che era molto empatico, gli risultava veramente difficile osservare quel razzismo, quell’alienazione, quella povertà etc.. In quest’anno in America scrisse “ ”, poesie che vennero pubblicate postume nel 1940, è una frattura alla tradizione e un po' avanguardista -Nel 1931 di ritorno dagli Stati Uniti pubblica ” che ritorna nello stile della poesia folclorica andaluso. -Nel 1932 scrive altre opere teatrali e fonda La Barracacompagnia teatrale fondata nel momento della II Repubblica. Questa compagnia era fondata da studenti universitari, giovani autori che volevano coltivare la loro passione per il teatro e diffonderla per la Spagna. Prima di morire scrisse nel immagini deve disporsi come ad effettuare la battuta di caccia dove deve aspirare solo a metafore vive. -“Metafore vive e non figurate e false” le immagini false sono immagini banali, mentre quella viva è dotata di una forza tale che conferisce al poema una sua autonomia e capacità di perdurare nel tempo che ovviamente non dà quella falsa. -“A volte bisogna emettere urla enormi nella solitudine poetica, per cacciare i cattivi spiriti della facilità-banalità (delle metafore false, scontate). Nessuno come Gongora era preparato in questa battuta di caccia interiore” ci spiega il senso di questa metafora di caccia: conflitto che il poeta vive internamente con se stesso. Il poeta deve scacciar via le metafore banali e immagini banali, non cadere in questa banalità e andare a costruire un testo poetico con immagini complesse e non facili. Un altro brano tratto sempre dalla stessa conferenza ^  “està siempre regida por la vista, une dos mundos antagonicos por medio de un salto eciestre que da la imaginacion” : esprime un concetto importante : la metafora è sempre retta dalla vista, la nostra immagine è data infatti grazie il senso della vista. La metafora unisce due mondi antagonisti per mezzo di un salto equestre che fa l’immaginazione: descrizione poetica e corretta perché i latini e i classici definivano la metafora come paragone abbreviato, era la connessione tra due elementi che avevano qualcosa in comune ed era la capacità logica dell’essere umano che mette in relazione due elementi diversi tra loro che possono essere collegati tramite un riferimento metaforico. “La grandezza di una poesia non dipende dalla magnificenza del tema né dalle sue proporzioni n+ sentimenti. Si può fare un poema epico dall’emozionante lotta che sostengono i leucociti nel groviglio stretto delle vene e si può dare un’interminabile impressione di infinito con la forma e l’odore di solo una rosa”: la poesia non dipende dalla grandezza del tema, perché anche dal piccolo si può aspirare all’infinito. Un altro brano tratto sempre dalla stessa conferenza ^ : “è tornato dalla caccia pieno di polvere stellati, e ha approvato e si è impadronito di tutto il fascino del bosco notturno e del canto della luna”. senso dell’udito. “Si sofferma su un concetto importante, quello della ispirazione: “dice il poeta francese…che lo stato di ispirazione non è lo stato conveniente per scrivere un poema, non è l’unica condizione necessaria. Perché siccome crede nell’ispirazione mandata da Dio, pensa che l’ispirazione è uno stato di raccoglimento ma non di dinamismo creatore” : l’ispirazione è quella condizione che ci permette di avere un suggerimento fulmineo di una situazione, testo, immagine, dopo di che c’è bisogno di un dinamismo creativo (diverso dallo stato di ispirazione). “Bisogna far riposare la visione e il concetto, affinchè si classifichino. Nessun artista lavora in uno stato di febbre. Si torna dall’ispirazione come si torna da un paese straniero.” : Il poema è quindi la narrazione del viaggio. L’ispirazione dà l’immagine ma non il vestito (la copertura/la struttura) “Per vestirla bisogna osservare con equidistanza e senza una passione pericolosa, la qualità e sonorità della parola” : bisogna osservare senza farsi troppo coinvolgere, ciò che fa il vestito. Quindi si, l’immagine è importante e sta al centro dell’ispirazione, però poi quest’immagine va vestita, e una qualità che deve avere il poeta è quella di saper osservare la sua immagine senza coinvolgersi troppo e badare alla qualità e sonorità della parola, la quale è l’elemento costitutivo di qualsiasi esercizio poetico. “ Gli scontri fra consonanti, modellano i suoi versi come statue piccole e la sua preoccupazione architettonica li unisce in belle proporzioni barocche”: concetto della ricerca fonica da parte di Gongora che scrive versi in rima , che cerca le allitterazioni, l’eufonia dei versi, ed è poi mosso da una preoccupazione architettonica, quella che dà forma alla struttura. “Non cerca l’oscurità” : qui Lorca rivendica l’opposto del poeta oscuro di Gongora “Fugge dall’espressione facile, non per amore di ciò che è colto, non per odio verso il volgo, ma per una preoccupazione di struttura che renda l’opera resistente al tempo. Per una preoccupazione di eternità”: rinunciare ad un’espressione facile è rendere l’opera resistente al tempo. Brano di un’altra conferenza: “Per lui l’immaginazione è sinonimo di attitudine per la scoperta”: propensione alla scoperta “Immaginare significa essere inclini alla scoperta. Portare quel nostro poco di luce nella penombra viva”: immaginazione come luce che si insinua in una penombra viva, dove esistono infinite possibilità forme e numeri. Andare al di fuori della realtà per scoprire tante altre e infinite realtà. “La figlia diretta dell’immaginazione è la metafora, nata a volte con un colpo rapido dell’intuizione” “Ma l’immaginazione è limitata dalla realtà. Non si può immaginare ciò che non esiste. : concetto importante, l’immaginazione è limitata perché l’essere umano piuò immaginare solo ciò con cui è entrato in contatto, ciò che realmente esiste, e quindi ha bisogno di cose vere e concrete e di cose con cui l’uomo ha avuto contatto o rapporto. Per Lorca il testo poetico non nasce dal deliro, nemmeno per scrittura automatica, perché per lui la scrittura poetica è innanzitutto basata sulla logica, e le immagini e le sue ordini non sono mai casuali ma basati dal raziocinio dell’uomo. “L’immaginazione poetica viaggia e trasforma le cose, le da un senso più puro e definisce i rapporti che non si sospettavano, ma sempre opera su fatti di realtà più netta e precisa” : È quindi dentro la nostra logica umana. “La immaginazione è quella che ha creato i quattro punti cardinali, quella che ha scoperto le cause intermedie delle cose, ma non ha potuto mai abbandonare le sue mani nelle braci senza logica dove si muove l’ispirazione libera e senza catene : l’ispirazione è diversa dall’immaginazione, quest’ultima è basata sulla ragione. L’ispirazione basata più sui sentimenti. “Un poeta che si serve soltanto di immaginazione, senza ispirazione, non riesce a produrre emozioni intense della sua poesia.” in questo brano e che è alla base di tutta la sua poetica: lui dice che un poeta è dotato di tante propensioni una è sicuramente quella dell’immaginazione, che plasma immagini reali. L’altra è l’ispirazione: qualcosa che non ha freni, vincoli né catene. Questa è un dono umano. Su questo Lorca ha creato un simbolo “ ” lo spirito di cui deve essere dotato un poeta per esprimere le sue poesie, quella componente interna e profonda che permette all’artista di creare l’opera. “L’immaginazione la possono avere tutti, ma l’ispirazione è un dono che possono possedere solamente i veri artisti” “Questa evasione poetica può farsi di molte maniere. Il surrealismo impiega il sogno e la sua logica per evadere. Nel mondo dei sogni si trovano norme poetiche di grande emozione. Questa evasione dell’’inconscio e del sogno è si pura ma poco chiara. E loro latini vogliono mistero visibile, forma e sensualità” : vogliono un mistero che però appaia in tutti i suoi elementi costitutivi, un mistero chiaro. -Alla fine della conferenza vuole riassumere lo stadio della sua traiettoria poetica, è scrive il suo pensiero “attuale”  conclude in qualità di poetica autentico. Non cesserà di colpirsi con le discipline, in attesa del getto di sangue verde o giallo che necessariamente il suo corpo dovrà far uscire un giorno. Tutto meno che restare alla finestra guardando lo stesso paesaggio. La luce del poeta è la : il mondo, la vita, è varietà per definizione. Tutto cambia e tutto si trasforma, anche la visione del poeta cambia. E questa frase ci suggerisce che il poeta non è una persona che abbia una sensibilità lucida, ciò che il poeta vede e sente, lo può rappresentare in tanti modi diversi e a volte una stessa situazione può essere rappresentata in modi diversi, anche stesso utilizzando sempre la stessa metafora. Ci consiglia di non leggere mai la poesia in modo lucido, perché spesso ci lasciano messaggi contraddittori. “La poesia non vuole adetti ma amanti” : L’adetto è uno che segue una setta, una serie di indicazioni in modo sterile e poco critico, l’amante invece è colui che è coinvolto. qualità (ad es nella musica) è il protagonista di Romancero Gitano, in cui Lorca ci presenta un’Andalusia molto sincretica e ricorda origini e tradizioni andaluse. È una raccolta importante perché si inserisce in una nuova tendenza estetica: neo-primitivismo / neo-popolarismo, che andava a ricercare le origini della cultura-poesia-musica. -Tuttavia Lorca sottolinea che non era un poeta popolare, perché era raffinato e diceva a Jorge Villen che il Gitanismo dava un tono di poeta selvaggio e privo di educazione che lui assolutamente non era. Quindi i gitani sono solo il tema per esprimere l’Andalusia d’origine. -Neo-popolarismo: si esplicita nel riproporre il tema del Gitano. Anche nella serie di scelte stilistiche ad esempio nel riprendere versi della tradizione popolare e li usava come spunto per costruire attorno ad essi un nuovo testo indipendente e autonomo dalla sua fonte di ispirazione e creando un discorso poetico totalmente originale, anche se partito da un punto di riferimento. -Lorca ci lascia dei documenti scritti sul Romancero Gitano durante le sue conferenze Ci da una chiave di lettura del testo, di tutta la raccolta. Conferencia-recital del Romancero Gitano -Ricorda il diritto mercantile e conducendo una vitta dissipata per nascondere una malinconia interiore. Si mette quindi un po' a nudo raccontandosi di se stesso e di come da giovane a sofferto e come questa malinconia lo ha portato a diventare poeta. -Ha il timore di annoiare il pubblico, quest’ultimo rappresentato come un animale feroce che può divorare. -Continua a voler sedurre il suo pubblico. L’errore principale è quello di non volersi avvicinare a loro e a sua volta il pubblico spera di farlo cadere etc.. -Proprio per non annoiarli, non farsi odiare ecc, lui non viene a dare una conferenza su temi che ha studiato o preparato, ma viene a parlare con voi di ciò che nessuno gli ha insegnato: ciò che è sostanza e magia pura: poesia. -Il pubblico accetta la sua poesia, è un pubblico semplice che però non ha capito la vera operazione: una stilizzazione della cultura andalusa, e non una rappresentazione costumbrista del mondo gitano. Costumbrismo: una corrente estetica dell’800 che consisteva nella rappresentazione fedele bozzettistica dei costumi popolari. “ Ho scelto di leggere il Romancero Gitano perché è quella che finora ha più unità ed è l’opera in cui il mio volto poetico appare con personalità propria, libera da qualsiasi contatto con altro poeta.” -Rimarca quello che già aveva detto. Avvisa il pubblico che non lo annoierà con critiche del libro, non dirà ciò che significa, il linguaggio ritmico e fonetico, ma mostrerà le fonti e i barlumi della concezione sociale -Lo chiama Gitano perché l’elemento gitano è ciò che di più elevato, profondo e aristocratico che ha il suo paese. Elemento come quasi la 5 essenza del mondo andaluso. -E’ un libro quadro- polittico (si trovano nelle chiese) : metafora per indicare che dipinge l’Andalusia in tutti i suoi modi. È un libro dove non è che rappresentava l’Andalusia come si vedeva, ma l’Andalusia in ciò che non si vede: dove c’è qualche cosa che palpita al di sotto del testo, l’Andalusia profonda. C’è un solo personaggio: la pena andalusa, che non ha a che vedere con l’afflizione dell’anima, ma è un sentimento più celeste che terrestre. Che gli permette di percepire il dolore che avvolge l’umanità, non si può descrivere, è qualcosa di superiore alle afflizioni negative. -1918-19 pubblica la sua prima opera “Impresiones y paysajes” e qui afferma che in quell’anno era già molto attratto dalla forma del Romance perché era il bicchiere in cui meglio si modellava la sua sensibilità. -Il romance tipico era stata sempre una narrazione, ed era l’aspetto narrativo che data fascino al suo genere, perché quando si faceva lirico si trasformava in Canciòn. E lui ha voluto unire questi due aspetti -Ci svela un’altra sua passione: mescolare il mondo celeste con quello terrestre Romance de la luna luna = (Primer romancero gitano 1928) -E’ il Romance d’esordio della raccolta. -Dai primi versi si nota che il è mescolato all’elemento realista, sebbene non lo sia, poichè al contatto col piano magico, diventa ancora più misterioso come l’anima stessa andalusa. Si focalizza sulla mescolanza di culture: dove quella orientale si scontra con l’eredità romana (architettura- geometria-equilibrio) -mito della luna: la luna sulla terra di danza drammatica. Mito inventato, mito della luna come ballerina mortale (non perchè lei sia mortale ma perchè causa morte). -La luna è qui antropomorfizzata Struttura: -Struttura del romance: 8sillabi assonanzate nelle sedi pari: -Coplas di quartine -Ci sono due versi che Lorca riprende da una ninna nanna gitana “el aire vela vela, el aire….”  il vento la sta vegliando. -La vela vela epanalessi -Mito inventato, mito della luna presente anche nella letteratura classica: Endimione, la luna innamorata di questo pastore si recava sempre in visita a lui di notte, ma lui dormiva e quindi lei l’una cosa che poteva fare era baciarlo impossibilità di conseguire l’amore di un’altra persona, ma Lorca si allontana da questo mito classico, qui la Luna non è innamorata ma è una figura ferale che annuncia la morte e che genera la morte ad un bambino affascinato da lei. -Tema della morte -Nucleo narrativo: vi è una storia-vicenda -Elemento drammatico  si esplicita nel dialogo. È un dialogo non esplicitato da segni di punteggiatura, ma è un dialogo che deve essere interpretato dal lettore leggendo il testo. -Dal verso 1 all’8 narrativa-descrittiva. Dal verso 9 al 20 dialogo fra la luna e il bambino. Dal verso 21 al 36 sezione narrativa nella quale la voce lirica continua a descrivere la situazione. Lettura: 1 quartina -Verso 1 la luna giunse alla fucina : elemento mondo gitano, perché erano artigiani e lavoravano i metalli. : Personificazione -Verso 2  nardi: fiori bianchi metafora che indica il colore bianco della luna -Verso 3-4  ora presenta il bambino: epanalessi. Il bambino la guarda. E’ un calco speculare di quel che lui aveva deciso di recuperare dalla tradizione popolare (verso uguale al verso d’origine da cui aveva preso spunto) 2 quartina: elementi anatomici della luna -Verso 5-6  muove le sue braccia nell’aria mossa :aria mossa popolata dal vento, la luna come una ballerina. -Verso 7  e mostra, lubrica (sensuale) e pura : coppia di aggettivi antinomici tra di loro: ispira al col tempo impressione e sensazione di purezza dettata dal suo colore candido, ma rimanda alla dimensione della seduzione che niente ha a che vedere con la purezza. -Verso 8  i suoi seni metallici : il metallo nell’immaginario Lorchiano ha sempre una connotazione negativa (rappresentativi di morte) quindi costituisce qui un presagio di morte, e rimandano anche all’immagine della “fragua” (la fucina) è una sorta di metonimia per indicare il mondo gitano nel suo complesso. 3 quartina: sezione dialogata -Verso 9  “luna” reca un vocativo che viene replicato ben 3 volte: epanalessi ben presente. Vi è un’invocazione alla luna, perciò capiamo che è il bambino che sta parlando alla luna, e sta consigliandole di allontanarsi e andarsene rapidamente -Verso 10-11-12 perché se venissero i gitani, farebbero col tuo cuore collane e anelli bianchi : ha paura che i gitani la possano rapire e che possano fare con il suo cuore collane e anelli bianchi (ritorna l’elemento metallico e dell’attività dei gitani [la fragua] ) : sembra fondersi il mondo terrestre con quello celeste -Altri 2 personaggi: il padre e il fidanzato. Quest’ultimo arriva a casa del suocero molto ferito, per magari salutare la sua amata per l’ultima volta e morire a casa, e che scopre invece poi di essere arrivato troppo tardi. È una morte nella morte. -Nel 1928 diventa “Romance Sonàmbulo”  a questo aggettivo son state fatte tantissime ipotesi: il sonnambulo è un attributo che ci riferisce qualcosa che sta tra il sogno e la veglia, riferito al Romance (che è un’etichetta designativa) risulta un po' straniante; probabilmente questa scelta è perché produce una sensazione di agonia, di equilibrio precario tra la vita e la morte, cosi come il sonnambulismo è uno stato tra la veglia e il sogno. --Nella conferenza sul Romancero Gitano, Lorca dice: Diverse interpretazioni: -Il Romance Sonambulo è uno dei più misteriosi del libro, è un brano interpretato per esprimere ansia nella città di Granada per il mare che si rivela in questi giochi d’acqua sotterranea. È un’apertura ansiosa. -È un fatto poetico puro del fondo andaluso, c’è un’essenza profonda del popolo andaluso e avrà sempre luci cangianti : tema della mutabilità del segno poetico. Non esiste una poesia univoca e un’interpretazione univoca. Lo stesso poeta può, in un determinato testo, intendere qualcosa nel momento in cui lo scrive, e poi vedere qualcos’altro in un successivo momento. Lui stesso non saprebbe in molti casi spiegare il significato delle immagini che egli stesso crea. -È distinto in sequenze compatte, significative. -L’assonanza nelle sedi pari Struttura: Incipit: “verde que te quiero verde” intanto se noi proviamo a comprendere questo verso dal punto di vista grammaticale, vediamo che è agrammaticale: è un verso decontestualizzato soprattutto all’inizio del componimento. Ma dobbiamo sapere che si tratta di un verso estrapolato da una copla andalusa, il distico era “verde que te quiero verde del color dell’aceituna” da cui Lorca estrapola solo la prima parte e la rende indipendente dal contesto, creando nel pubblico una sorta di estraniamento. Vi è anche l’epanadiplosi: aprire e chiudere un’unità testuale, in questo caso il verso, con il medesimo lemma. Che cosa vuol dire? Ci furono tantissime interpretazioni su questo verso-citazione. °Qualcuno sostiene che abbia voluto concentrare l’attenzione su se stesso, sulla volontà del parlante, questo verbo parlato in prima persona significa che lui vuole in qualche modo potenziare la sua volontà di esprimere qualche cosa, però ci rimane il dubbio di qual è questo elemento che lui vuole che sia verde. °L’interpretazione più plausibile è quella che lui riferisca l’aggettivo “verde” allo stesso romance. È come se lui si stia rivolgendo al proprio romance dicendogli TI VOGLIO VERDE: cromatismo fondamentale in questo componimento. Il verde infatti è il colore della morte, dell’acqua stantia, della cisterna nella quale la fanciulla si è suicidata. Nota cromatica presentissima nel romance. È la chiave di lettura dell’intero componimento. Quindi il colore verde apre il testo attraverso la citazione da una colpa andalusa che in quel caso si riferiva al colore dell’oliva, qui invece interpretando il brano capiamo che sia rivolto alla dimensione della morte. Nel Verso 2 Il verde rappresenta anche il vento = in Lorca è l’elemento naturale collegato all’erotismo, all’amore, in questo caso un amore tragico.  Il verde dei rami = pieno di foglie. È anche quindi un verde naturalistico. :parallelismo che dà luogo a un’epanalessi. Verso 3-4 altre due immagini: la nave e il cavallo. È un modo di Lorca di rappresentare un luogo, una situazione. La prima è quella della barca sul mare che rappresenta metonimicamente il commercio e in particolar il contrabbandismo (attività dei gitani). La seconda è il cavallo sulla montagna: il cavallo metonimicamente rappresenta l’etnia gitana, in que4sto caso è proprio la presenza del cavallo che fornisce la chiave di lettura di questo testo: i gitani raccolgono le mercanzie del contrabbandismo e le portano via, per la montagna. Contrapposizione mare-montagna sembra qui che ci sia un desiderio di contatto fra i due. Verso 5-8 compare un personaggio femminile “ella” : -“con l’ombra della cintura della vita”  l’ombra è un qualcosa che rimanda alla morte. -Vi è una creatura inerme, morta “che sogna nella sua balaustra” l’elemento del sogno è qualcosa che ci rimanda alla morte. - “verde carne, capello verde”  chiasmo e epanadiplosi. La sua pelle è verde e anche i suoi capelli perché sono entrati a far parte dell’elemento naturale dell’acqua stantia della cisterna. Il verde è quindi direttamente collegato al concetto di morte. - “Ojos de fria plata” la ragazza ha degli occhi di freddo argento. L’argento è un metallo e quindi con Lorca è legato ad una concezione negativa, della morte. L’aggettivo freddo ci riporta alla freddezza della morte. Questi occhi quindi sono occhi che esprimono assenza di vita Verso 9 ripete sempre il ritornello “verde que te quiero verde”. Verso 10-12 “La estan mirando” : sotto la luna gitana, le cose la stanno guardando e lei non può guardarle è proprio la descrizione definitiva della morte di questa fanciulla. È quindi notte, e questa luna diventa essa stessa gitana (metonimia: gitana perché è quella luna in quel determinato ambiente e contesto). Tutto il mondo vivo può guardare la donna, lei però è morta può osservarlo. [E’UN ESORDIO IN MEDIA RES, DOVE IL FATTO NARRATO VENIVA INTRODOTTO SENZA ALCUN PREAMBOLO E INTRODUZIONE CHE PERMETTA AL LETTORE DI CAPIRE COSA è SUCCESSO, MA SI TROVA DENTRO LA REALTA’ DELLA VICENDA.] 2 sezione: -Si ripete il ritornello -Vi è una sequenza di elementi naturali attraverso --Verso 14-15-16 le stelle (il mondo celeste) rappresentano qui il momento in cui nel cielo cominciano a figurare i primi barlumi di luce. “Queste (interpretate come cristalli di brina di prima mattina sul terreno) che brillano nel cielo, vengono con il pesce di ombra che apre all’alba”  : (dinamismo) il pesce si muove nell’acqua, la sua fuggevolezza è però di ombra, rappresenta l’oscurità. Quindi Lorca ci sta presentando l’immagine della luce delle stelle che sembrano combattere contro l’oscurità di questo pesce d’ombra che si muove rapidamente e in questo momento fine notte-inizio alba. -Verso 17-18 l’albero di fico è rappresentato con per sfregare il vento è l’opposto di ciò che succede naturalmente, perché quando soffia il vento è questo che fa muovere i rami. Immagine surreale, fattore sorpresa sul lettore. -Verso 19-20 il monte diventa un gatto che, così come il gatto drizza il pelo, la montagna drizza le sue piante. È esattamente la stessa immagine che notiamo con il verso precedente: degli elementi vegetali che per loro natura non possono muoversi e qui acquistano una capacità d’azione surreale. -Verso 21 domanda che insinua nel lettore una curiosità “chi verrà, e attraverso quali luoghi?” Questo verso introduce un clima di aspettativa molto tipico nei Romances -Verso 22-23-24 ritorna nella cisterna. Lei continua a stare nella sua balaustra. Ripete il verso già utilizzato prima. Continua con la stessa situazione di prima. Prima però l’aveva rappresentata semplicemente sognando nella sua balaustra, qui la descrive “mentre sogna il mare amaro”: capiamo quindi che il è uno dei fattori e delle cause della morte di questa fanciulla. Mare che metonimicamente rappresenta un luogo di pericolo, dal quale doveva provenire il suo fidanzato e che non arrivando la gettò nella disperazione. -Verso 77-78“ di luna la sostiene sull’acqua” metafora perché la luna che si specchia nella cisterna, crea un riflesso quasi di ghiaccio che sembra sostenerla sull’acqua. -Verso 79-80“la notte si fece intima, piccola, come una piccola piazza”è come se la notte si concentrasse nella piccola piazzetta in cui vi era la fanciulla morta -Alla conclusione compaiono gli ultimi elementi negativi: Verso 81-82 “le guardie civili ubriache” per Lorca l’ubriachezza era un qualcosa di negativissimo. Qui rappresenta le guardie in un modo ancora più disprezzevole “bussavano alla porta” l’ultima scena che Lorca descrive è che mentre vi era questo corpo inerte, la notte diviene piccola, dall’altra parte si sentono i colpi di questi personaggi che hanno causato la morte del ragazzo. -Verso 83-86Ripete infine una serie di versi già visti come per chiudere un ciclo. Romance de la pena negra -In questo Romance Lorca narra la storia di una tragica attesa d’amore. -Torna quindi il tema dell’amore, dell’angoscia e dell’impazienza disperata di questa figura femminile di ricevere il suo amato che non arriverà mai. -Sarà un epilogo di morte e disperazione Conferenza: -Introduce l’ambientazione del romance: è la notte di Soledad Montoya. -È la rappresentazione fisica della pena senza rimedio, la pena nera, dalla quale non si può uscire se non attraverso la morte. -La pena di Soledad Montoya è la radice del popolo andaluso, non è angoscia perchè con questa pena si può sorridere, non è un dolore che acceca perché non produce pianto. Questa pena è un’ansia senza oggetto, . Vivere con una costante attesa della morte. -Allude al fatto che ha un precedente nella Cancion del Jinete sembra di vedere in questo personaggio che si avvicina a Cordoba col presentimento di morte, anche la fanciulla di questo Romance. -E’ la stessa situazione che possiamo vedere anche nel Romance Sonambulo attesa dell’amato -Sono quindi 3 testi che sono in qualche modo uniti dal presentimento di morte e l’attesa disperata. Lettura Testo Versi ottosillabi, assonanza versi pari o-a -Descrizione e narrazione : -Il titolo originario che poi è stato cambiato, era Romance de la pena negra en Jaen zona nella quale ci si dedica molto alla cultura dell’olivo e alla produzione dell’olio. : -E’ molto significativo. Ci rivela ancora una volta il gusto di Garcia Lorca per le riprese intertestuali, citazioni da altri ambiti letterari e in questo caso si rifà al “Poema de Mio Cid”, ad un poema epico castigliano, le origini del castigliano. (non più alla copla andalusa). Riprende dal Cid perché esiste un verso di questo poema (il 235)  “Appriessa cantan los gallos e quieren quebrar albores” ( presto cantano i galli e l’alba vuole rompere [l’alba vuole apparire] ). L’elemento che ci fa capire che l’alba sta arrivando è il canto dei galli (i galli invece al contrario, già lo prevedono) -Garcia Lorca, nella sua immaginazione, immagina “las piquetas (picconi = metafora per indicare i becchi) dei galli che scavano cercando l’aurora”  qual è la relazione tra i due versi? Lorca ha voluto creare un’immagine nuova dei becchi dei galli. Se applichiamo questa costruzione al Mio Cid, ci accorgiamo che i galli con il canto spezzano l’alba (stessa costruzione). Lorca crea quindi un’immagine nuova molto plastica, descrive l’arrivo dell’alba (non dovuta dalle prime luci dell’alba ma dai galli). -Verso 1-4 --Siamo in questo momento della giornata quando la protagonista scende dal monte oscuro Soledad Montoya (“poema en la solead”poema dove vi è la personificazione di una donna della pena) --Monte oscuro luogo del martirio e della morte e sofferenza (dove fu crocifisso Gesù Cristo) --Questi versi ci dicono in che momento della giornata siamo e ci introduce la protagonista -Verso 5-6 --Descrive in modo metaforico la figura femminile “la sua carne è rame giallo” la sua pelle è ingiallita. Questo cromatismo giallo fa riferimento alla sofferenza d’amore perché nei canti folclorici andalusi la sofferenza d’amore era qualcosa che ti fa divenire giallo, è come se fosse qualcosa che bruciasse dentro e che ti ingiallisce. --“odora di cavallo e di ombra” ci introduce nella dimensione di gruppo etnico del Romancero Gitano (il cavallo rimanda anche molto spesso all’immagine maschile, alla virilità, alla sensualità, e l’ombra invece è sinonimo di morte.  “odora del mondo gitano (della sua passione) ma anche di morte” -Verso 7-8 --“incudini affumicate, i suoi seni” continua la sofferenza d’amore come un fuoco che divora --“i seni gemono canzoni rotonde” la stessa Soledad geme queste canzoni rotonde = per canzone rotonda Lorca intende una canzone circolare, che si apre e si chiude nello stesso modo. Che era anche una tecnica della canzone folclorica andalusa del Cantejondo che ricorda un canto lamentoso. Dal Verso 9 inizia un dialogo tra Soledad e il poeta stesso. -Verso 9-10 il poeta le chiede “chi sta cercando, senza compagnia e a quest’ora”? -Verso 11-12 “chiunque io stia cercando, dimmi a te che cosa importa” : difende la sua libertà, la sua riservatezza. Resta molto restìa nei confronti di chi non conosce. -Verso 13-14 “vengo a buscar lo que busco”: poliptoto (figura di ripetizione) “vengo a cercare quello che cerco, la mia allegria e la mia persona” : sta dicendo che cerca, in questa corsa furiosa, di trovare se stessa e la gioia. -Verso 15-16-17-18 “Soledad de mis pesares”(delle mie pene, quelle del poeta che si immedesima nella sofferenza della donna) --Le da un consiglio dicendole “attenzione, un cavallo che perde l’orientamento, alla fine trova il mare e lo mangiano le onde” (il cavallo sarebbe la stessa Soledad. Le consiglia che se perde lei stessa l’orientamento finirà come il cavallo, che annegherà nel mare) -Verso 19-20-21-22 “non mi ricordare il mare, che la pena nera sorge e sboccia nelle terre dell’oliva sotto il brusio delle foglie” (gli dice di non parlare del mare, perché è qualcosa di lontano da lei, che le da tanta pena [filo conduttore con “el romance de la luna luna”]. ) Non mi ricordare il mare perché la pena proviene dalla terra in cui sono io. -Verso 23-24-25-26 --“Soledad, che pena hai, che pena dolorosa?” : il poeta si rende conto di aver di fronte una rappresentazione di questa pena. --“Piangi succo di limone, aspro di attesa e di bocca” : piangere lacrime amare, aspre di attesa ma anche aspre in bocca sdoppia in due piani :asprezza fisica che produce il limone in bocca, e l’altro l’asprezza che deriva dalla sofferenza di questa attesa -Verso 27-33 --“che grande pena, percorro la mia casa come una pazza, le mie due trecce cadevano sul pavimento, dalla cucina alla camera da letto”  è lei stessa che afferma che soffre come una pazza in tutta la casa, la casa nella sua complessità (i due luoghi sono luoghi completamente opposti, ci fa capire quindi che lei soffre sempre e per tutta la casa) --“che pena, la mia carne e i miei vestiti stanno diventando neri (onice: pietra nera)”: evoluzione della combustione iniziale che era gialla, ora è diventata nera perché la sofferenza amorosa ha finito di consumarla. --“ay mis camisas de hilo” evoca le sue sottane di filo che lei non potrà mai utilizzare -Dice inoltre che avrebbe dovuto intitolare questa raccolta “New York in un poeta” perché si tratta dell’effetto del soggiorno a New York del poeta, egli esprime ciò che lui prova stando in quel luogo. -“Non vengo oggi per intrattenervi, non voglio” Lorca è venuto a lottare corpo a corpo con una massa tranquilla, parlare della sua poesia con questo “drago” che si trova davanti, che potrebbe sputargli 300 sbadigli e 300 teste deluse (drago=metafora del pubblico). Lui vuole con veemenza comunicare con il pubblico, trasmettergli i suoi pensieri e la sua poetica, giacchè esce da un lungo periodo poetico di silenzio. [fece questa conferenza nel 32, quando ancora la raccolta non era stata pubblicata, e in quegli anni non aveva pubblicato niente poiché guardava e controllava questa] -Dice che non vuole portare qualcosa di dolce, ma sabbia, veleno e acqua salata 3 sostanze che nell’immaginario collettivo che hanno un’accezione negativa. La sabbia nella poetica Lorchiana indica sempre qualcosa di mortifico, che non produce vita, che si identifica con la sterilità: la sabbia è priva di acqua e quindi rappresenta ciò che è sterile che non porta a nessun risultato. -“Lotto senza paura di esser sconfitto, uno degli atteggiamenti più belli dell’uomo è quello di San Sebastiano”  martire che morì dissanguato invaso e colpito da frecce, come un Santo che si espone al martirio, ad essere sacrificato. -Riconosciamo in queste parole l’immagine poetica già riscontrata : la prima cosa da fare è chiedere aiuto al (il folletto, la dimensione profonda che hanno i poeti e che può essere percepita dal pubblico) che è l’unico modo in cui tutti capiranno senza aiuto dell’intelligenza, salvando istantaneamente la difficile voce della metafora e percependo il poema per intero: perché la qualità di una poesia non si può apprezzare da una sola lettura perché sono pieni di fatti poetici collocati all’interno di una logica lirica e legati e strutturati densamente sul sentimento umano e l’architettura del poema, non sono adatti alla comprensione rapida e senza l’aiuto del . -“In ogni modo io come uomo e poeta, ho un mantello pluviale, il mantello del ‘tu hai la colpa’ “perché il poeta è colui che esprime le sue sensazioni, il lettore ha la responsabilità di intenderle. -“Non vi dirò ciò che è New York vista da fuori perché insieme a Mosca sono due città antagoniste su cui si scrive un fiume di libri descrittivi, né narrerò un viaggio ma piuttosto la mia reazione lirica di fronte ad uno spazio fisico”  il poeta parlerà e rappresenterà con semplicità e sincerità le sue sensazioni. -Le prime sensazioni percepite da egli furono: i due elementi che il viaggiatore capta sono “architettura sovraumana, un ritmo furioso”  architettura completamente diversa e lontana dalla misura umana (si riferisce ai grattacieli, sviluppo architettonico verso l’alto) e ritmo e movimento furioso, che non ha logica e ordine: questi, insieme, producono angoscia. -Questo ritmo furioso che a prima vista potrebbe persino sembrare allegria, quando si osserva con attenzione questo meccanismo sociale (alienazione prodotta dalla società industrializzata) si comprende che quell’angoscia giustifica certi fenomeni eversivi e negativi (banditismo e crimine) in una città cosi sofferente e dolente, uno riesce a spiegarsi il perché di certi crimini. [Lorca in una poesia parla e racconta a modo di denuncia, alcuni eventi di crimine e omicidio a cui lui stesso ne è stato osservatore da fuori] -“Questi spigoli dei grattacieli salgono verso il cielo senza volontà di nube e gloria” abbiamo una metafora: queste costruzioni salgono verso il cielo senza volontà di raggiungere veramente il cielo (le nubi) e senza volontà di gloria -Questi spigoli infatti sbocciano dal cuore dei vecchi morti sotterrati come se ci fosse una coscienza che dietro di questa disumanità di questa architettura c’era la vita di tante persone, una storia vera che fuggiva. -Questi spigoli sbocciano con una bellezza senza radici e senza ansia finale  senza radici: bellezza non naturale. Senza ansia finale: quest’ascesa verso l’alto è fine a se stessa, non ha nessuna motivazione né esito, è sterile, senza un obiettivo o uno scopo. -Queste costruzioni ascendono con un movimento goffo e sicuro (ossimoro all’essere sterile e insicuro) che però non riescono a realizzare il desiderio dell’architetto. -I grattacieli lottano con il cielo che li copre li immaginava come creature con lunghe braccia che cercavano di lottare con il cielo. -La neve, le piogge e la nebbia bagnano e velano le immense torri, ma queste, cieche a qualsiasi gioco, esprimono una sensazione fredda e “tagliano i capelli” alla pioggia e rendono visibili le tremila spade (come se fossero tutti personificati)  grattacieli indifferenti alla natura -“L’impressione del mondo senza radice, (la radice è il punto di contatto con la terra), vi prende dopo pochi giorni dal vostro arrivo e comprendete in modo perfetto come il veggente dovette abbracciare il fervore dell’ebbrezza di un mondo che aliena e che ti costringe a isolarti e cercare al di là di ciò che captano i sensi, un senso alla vita stessa.” -Il poeta, solo ed errante, esaurito dagli immensi annunci dolorosi di Times Square, fuggiva dall’immenso esercito di finestre dove nemmeno una persona ha il tempo di guardare con una nube… rappresentazione rapida e concisa della circostanza dalla quale sorge “vuelta de paseo”. Nasce dalla costatazione che c’è un’umanità alienata, un immenso esercito di finestre (dei grattacieli) dalle quali nessuno ha volontà né tempo di affacciarsi per osservare la natura, o dialogare con l’ebbrezza marina (la presenza del mare era assolutamente dimenticata da quella popolazione che invece era tutta proiettata da elementi innaturali e sganciati da un senso di appartenenza da un mondo naturale) da qui nasce  “Vuelta de paseo” [Leggi pdf mandato dalla prof anche de la aurora] -Che è un componimento che Lorca decide di porre all’inizio della raccolta. -Funzione quindi emblematica. Struttura: -E’ un componimento in versi liberi, etero-metrico, con misure sillabiche differenti (versi più lunghi e più corti) non vi è compattezza -Diviso in strofe di diversa lunghezza: la prima è una quartina e poi seguono quattro distici. -Elemento ricorrente e strutturante assonanza (che è anche l’assonanza del titolo) -Struttura ciclica inizia e termina con lo stesso verso. Lettura: 1 strofa: -1 verso “Asesinado por el cielo”: che è anche una formula paradossale, perché il cielo è qualcosa che non può uccidere o commettere l’azione di assassinare. Metafora che indica che il poeta è talmente sconvolto e sgomento rispetto a questo contesto nel quale si trova che sembra che il cielo sia cosi minaccioso da mettere in pericolo la sua vita. -2 verso strofa interpretata in vari modi : esprime una riflessione meta-poetico. Lui si sente in bilico, tra due tendenze diverse, due atteggiamenti diversi, quello delle --“Forme che vanno verso la serpe” (serpe = animale che si muove in modo sinuoso, e tutto ciò che ha questo movimento per Lorca rappresenta qualcosa di positivo. Sono quindi interpretate, secondo la poetica Lorchiana, come la “poesia impura” permeata dell’io e del sentimento del poeta, piena di vita.)  rappresentano quella poesia che è intrisa di vita e interiorità di chi la scrive. --“Le forme che cercano il cristallo” qui invece, parla del cristallo che è un minerale e sappiamo che per Lorca è un’immagine negativa. Qui quindi si rappresenta la freddezza che è propria di una “poesia pura” che guarda molto alla geometria del componimento, alla forma perfetta. -Quindi Lorca vuole dire che: è combattuto fra una parte di sé che lo porta a privilegiare un’espressione poetica completamente incentrata sull’espressione dei propri sentimenti e lacerazioni interiori, del proprio mondo personale intimo; e fra una poesia che sia invece più attenta alla perfezione formale e a una forma che non si lasci troppo devastare dalle componenti intime del sentire del poeta questo dualismo tra i due diversi atteggiamenti rappresentano lo stato in cui versa il poeta nel momento in cui scrive questo componimento -Conclude questa strofa con “lascerò crescere i capelli” come per dire che sopravvivrà e si abbandonerà a questi eventi. [alcuni intesero che queste forme sinuose fossero l’andamento della metropolitana di New York e le forme di cristallo come fossero i grattacieli della città per esprimere l’isolamento del poeta nella città] -Questo materiale (fango) è un materiale assolutamente povero, poco resistente, di un colore poco gradevole e soprattutto danno l’idea di qualcosa di oscuro, qualcosa che limita la luce. -“E’ anche portatrice di uragano di nere colombe”  le colombe che sono per eccellenza di piumaggio bianco sono diventate nere, e quest’uragano (vortice violento) ci indica che c’è un movimento vorticoso di queste colombe nere, nere perché sguazzano all’interno di acque putride. Quindi il simbolo di purezza (colomba) è completamente negato per esprimere invece l’oscurità e la sporcizia. 2 STROFA -Continua in modo più evidente la personificazione dell’aurora: “L’aurora di NY geme per le immense scale, cercando tra gli spigoli nardi di angoscia disegnata” -Quest’aurora geme in uno spazio NYese tra gli (elemento caratteristico della città) -Geme muovendosi quasi in modo vorticoso tra le immense scale, cercando all’interno di quest’architettura (NY) nardi di angoscia disegnata Nardi: fiori bianchi che indicano purezza e che evoca un modo di innocenza, incontaminato. Quest’aurora però sta cercando dei fiori che simbolicamente rappresentano pace e chiarore della luce, ma sono nardi di angoscia disegnata l’angoscia è quel sentimento, quella condizione tipica dell’abitante di NY che è costantemente attanagliato da questo senso della morte che caratterizza la città. Disegnata: ci riporta a un senso di rappresentazione simbolica per cui immaginiamo che questa aurora personificata stia cercando in questo spazio NYese dei punti di luce che per quanto siano immensi ad un’oscurità angosciosa, in qualche modo rappresentano una speranza. C’è quindi questa ricerca disperata di un qualche elemento positivo all’interno di un contesto senza speranza 3 STROFA -“L’aurora arriva e nessuno la riceve nella sua bocca, perché li non c’è domani ne speranza possibile” quest’immagine che l’aurora arriva ma nessuno la riceve ci ricorda anche l’eucarestia. È un’immagine di privazione: nessuno la riceve con gioia perché nessuno ha la speranza di poter avere un futuro migliore, e dunque in questo contesto disumanizzato, l’aurora non ha modo di essere accolta. -“A volte le monete in sciami furiosi, perforano e divorano abbandonati bambini” altra immagine inquietante. Ci sono queste monete (che rappresentano la società capitalistica) che come in sciami furiosi (sciame=uragano) e perforano e divorano abbandonati bambini (immagine surreale che però ha una sua logica. La struttura economica di quella società è talmente dominante, violenta e forte, finisce per distruggere bambini abbandonati [la speranza della società, il nuovo, il futuro del mondo]. Quindi se questi bambini sono abbandonati e uccisi dalle monete significa che c’è una negazione di qualsiasi futuro e speranza. 4 STROFA -“I primi che escono” alle prime luci dell’alba, già le persone cominciano ad uscire di casa -“Comprendono con le loro ossa” le ossa sono la parte più interna del corpo, la più profonda. Comprendono nel loro profondo che : -“Non ci saranno paradisi “ nulla di positivo nella loro vita -“Né amori sfogliati” vuole rappresentare la mancanza di qualsiasi tipo di innamoramento, la mancanza dell’amore proprio in senso alto. Questa è una consapevolezza che Lorca concepisce dentro gli abitanti di NY -“Sanno di andare verso il fango di numeri e leggi”affrontano una società in cui prevale soltanto l’amore per il denaro e per le leggi. qui capiamo che questo materiale povero e degradato rappresenta la sporcizia dei numeri (aspetto economico) e le leggi (giurisdizione, anch’esse parte del contesto della società capitalistica) -“Ai giochi senz’arte, a sudori senza frutto” : senza regole, nei quali vince sempre il più forte. I sudori : tutti gli sforzi e il lavoro che le persone vanno a fare, si risolve in nulla. 5 STROFA -“La luce è sepolta da catene e rumori in un’impudica sfida di scienza senza radici” la luce è negata e annientata da catene e rumori (questi due sono metonimicamente altri simboli della società sviluppata e industrializzata in cui la catena come elemento di ingranaggio rappresenta la macchina delle industrie e il rumore è direttamente collegato alla macchina [oltre alle industrie si può parlare anche di macchine come autoveicoli]). Indicano quindi questo sviluppo industriale, che crea disagio nelle persone e che per Lorca è una specie di impudica sfida di scienza svincolata dalla natura (sin raices). È una scienza che si disinteressa alla natura, [la scienza è una disciplina degli uomini], quindi sono proprio gli uomini che si disinteressano alla natura. È una sfida cieca dell’essere umano che nel suo sviluppo industriale ed economico, si dimentica di essere un vivente in un mondo naturale che dovrebbe interessare. -“Per i quartieri ci sono persone che vacillano in sogni come appena uscite da un naufragio di sangue” immagine apocalittica, dove sono rappresentate delle persone quasi come zombie resuscitati che vacillano come appena usciti da questo naufragio di sangue. Il naufragio genericamente è nell’acqua, qui invece rappresenta la società, e diventa di sangue, una sorta di situazione truculenta la quale indica la morte vera dell’anima e del corpo di questi abitanti. Rappresentazione disperata di questa città e di questa negazione completa della funzione dell’aurora come momento di ritorno alla luce dopo la notte, come momento di rinascita e speranza. NY è una società in cui i suoi abitanti saranno portati solo alla morte, nessun futuro e nessuna speranza per loro. -“Che le stelle fossero rugiada” le stelle sono lontane in cielo, la rugiada sta al terreno che cade al mattino dopo la notte. Una loro cosa in comune è il bagliore, quindi l’inganno che guida la colomba è indicato dall’unico elemento in comune di questi due elementi: la luce -“Che il caldo era la nevicata” termini antinomici, completamente opposti -“Che TU” tu femminile perché introduce elementi femminili -“Che la tua gonna fosse la tua blusa” confonde due capi di abbigliamento -“Che il tuo cuore fosse la sua casa” essendo una donna, intuiamo che la colomba ha sbagliato considerando che questa donna possa essere il suo posto sicuro -Infine la colomba si addormenta sulla riva del mare mentre il “tu” sulla cima di un albero  Cambio totale di ruoli la colomba è un uccello che dovrebbe addormentarsi su un ramo di un albero, qui invece è il Tu femminile che prende il posto della colomba, e la colomba si addormenta e prende il posto di una persona addormentata sulla riva.  la colomba è proprio il poeta che esprime questo suo stato di disorientamento, smarrimento, dovuto a questa condizione di esilio, di allontanamento dalla patria, di assenza. Sono tutte concezioni che lo attanagliano e che in quella notte molto tormentata che Alberti parla complessivamente nella raccolta “La arboleda perdida”, scrive mentre lui si sentiva completamente perso. E il “tu” è semplicemente diretto a una figura femminile, nessun tema di disamore o amore sofferente.[ Potrebbe anche ricollegarsi invece alla sua madre patria, alla sua terra d’origine.] ROMANZO MODERNISTA Romanzieri del secolo XIX (novela realista) -Benito Perez Galdos (Fortunatay Jacinta, Misericordia…) -Armando Palacio Valdes (La hermana San sulpicio…) -Vincente Blasco Ibanez (El intruso, Sangre y arena) -Leopoldo Alas, Clarin (La regenta..) -Emilio Pardon Bazan (los pazos de Ulloa..) -Juan Valera (Las ilusiones del doctor Faustino..) Caratteristiche: 1) presenza di un progetto narrativo e ideologico il romanzo ha una sua struttura pre-costituita 2) principio di causalità e consequenzialità degli eventi causa-effetto. Vengono rappresentati in maniera naturale e lineare: introduzione, sviluppo e riepilogo, NO flashback, analessi o prolessi; è molto lineare. 3) descrizioni ambientali (anche i personaggi) progetto di riproduzione fedele della realtà 4) prevalenza del narratore onnisciente e del punto di vista unico c’è un narratore esterno alla storia che la presenta e la narra e che conosce tutte le vicende di tutti i personaggi. Quindi il punto di vista da cui vengono osservati gli eventi narrati è un punto di vista unico. 5) predominio della narrazione sul dialogo proprio perché c’è questa preponderanza del narratore onnisciente, è chiaro che la narrazione ha un ruolo e un’importanza maggiore rispetto al dialogo. ROMANZO MODERNISTA Alla fine del ‘800 appaiono alla scena alcuni scrittori che molti non sono solo romanzieri: -Miguel de Unamuno (romanziere+ -Ramon del Valle Inclan (romanziere+drammaturgo) -Jose Martinez Ruiz, “Azorin” -Pio Baroja -Gabriel Mirò -Ramon Perez de Ayala -Ramon Gomez de la Serna Caratteristiche; 1) Perdita del nesso causale nella rappresentazione degli eventi le azioni si svolgono senza una apparente relazione tra di loro di causa-effetto 2) rappresentazione di una realtà mutevole e incomprensibile la percezione che si ha dall’esterno è quella di una realtà bizzarra 3) percezione frantumata della realtà esterna e interiore frammentazione di tutto, sia dell’esterno e di ciò che appare, sia di quella interiore (la perdita d’identità) 4) predominio del dialogo i personaggi intervengono, anche a volte attraverso dei lunghi soliloqui. Lasciare che i personaggi si presentino da soli, senza l’aiuto del narratore il quale diventa sempre più esterno. 5) importanza del contenuto intellettuale del romanzo non vuole trasmettere un messaggio ideologico, ma vuole riempire se stesso di pensieri basati proprio sulla vita, sulla metafisica, su quello che caratterizzava la riflessione sul senso del vivere, sul concetto di vita-morte; va oltre la storia narrata 6) punto di vista variabile  cambia l’occhio e la prospettiva, quindi a volte ci viene rappresentata la storia secondo il punto di vista di un personaggio o secondo un altro. Questa frammentazione obbliga il lettore a un continuo sforzo interpretativo 7) focalizzazione variabile 8) disgregazione della trama la trama si parcellizza, si rompe in tanti episodi che spesso appaiono svincolati l’uno dall’altro o che costruiscono una catena complessa e variegata. -nella tesi dottorale Baroja aveva ragionato sul dolore; “el dolor” ed era una tesi che trattava il dolore dal punto di vista medico e fisiologico ma che nasceva da questo suo grande interesse nei confronti di Schopenhauer. Quindi questa riflessione sul dolore e sulla vita come tensione continua e continuamente frustrata era proprio al centro dei suoi pensieri. Quindi questa idea entra nei suoi romanzi, i personaggi saranno tutti alter-ego dell’autore stesso -fu influenzato anche da Kierkegaard e Nietzche entrambi alla base delle riflessioni di Baroja. -nel suo romanzo espresse proprio quella che . Rapidamente, in questo romanzo c’è il protagonista Ossorio che è un medico (come Baroja) che però aveva la passione per la pittura [alter-ego di Baroja]. Ossorio è il simbolo della Spagna; soffre di abulìa (mancanza di volontà, che non trova una strada e non sa decidere nulla perché è in continua balìa dell’emozioni) e quindi vaga per il Paese spagnolo cercando se stesso compiendo una sorte di pellegrinaggio (appunto richiama il titolo “cammino di perfezione”) infatti questa ricorda anche un titolo di un’opera mistica di “Santa Teresa de Avila”, intitolato con lo stesso nome; lei però parlava della sua esperienza legata più a Dio; in quello di Baroja invece si parla più di un cammino di perfezione e di ricerca d’identità. Quello di Santa Teresa è come un percorso mistico-allegorico dove incontriamo: 1) Via purgativa l’anima si libera della lussuria, del mondo e del diavolo 2) Via contemplativa meditazione e concentrazione dell’anima Via unitiva il raggiungimento con Dio Questo è il cammino di Santa Avila, Ossorio in maniera più laica fa un percorso secondo altre vie in cerca di se stesso e attraversa una serie di regioni: 1) Madrid l’anima incontra il peccato 2) Guadarrama  via purgativa 3) Meseta castigliana  prosecuzione della via purgativa 4) Toledo via contemplativa 5)Yecora e Marisparza prosecuzione contemplativa 6) Levante via unitiva (il raggiungimento di una serenità, di una pace) -Fernando Ossorio in questa sua dimensione di pittore e che quindi ha una grande abilità nel rappresentare la realtà, offre lo spunto al narratore per descrivere in modo molto dettagliato con una “exfraci” molto raffinata tutta una serie di paesaggi, luoghi edifici che arrivano a dominare un testo nel quale in apparenza non succede molto. Al di là della funzione episodica del materiale descrittivo, che ricorda al lettore il carattere erratico del protagonista, la cui azione caratteristica consiste nell’uscire da un luogo per mettersi a camminare, accumulando così patrimoni visivi, l’insieme delle descrizioni acquisisce nello sviluppo del romanzo altre funzioni: soprattutto quella di evidenziare la prospettiva soggettiva del pittore Ossorio e quindi di rappresentare figurativamente la contrapposizione ideologica latente nel protagonista, che accompagna lo sviluppo della sua attrazione per due diversi poli: quello della cultura da una parte (qui l’arte e la religione simboleggiano la morte) e della natura dall’altra che simboleggia la vita) Questo dualismo tra realtà-vita-natura-cultura che è qualcosa che si sovrappone alla realtà è alla base di questo dissidio del protagonista. Il finale di questo romanzo si concentra su un’immagine: Ossorio ha finalmente trovato la sua donna, si è sposato nel Levante e questa donna gli darà un figlio; l’ultima scena riguarda la nonna di questo bambino (la madre della moglie di Ossorio) che di nascosto da tutti cuce nella copertina del bambino un foglio di Vangelo: che vuol dire? Quest’immagine dell’anziana signora che cuce (quasi suggella) questo foglio, rappresenta simbolicamente l’irruzione della tradizione e della religione che va a insinuarsi in un progetto educativo di Ossorio a cui voleva contrapporsi: lui voleva educare questo bambino al di fuori della religione. Quindi questo foglio di Vangelo che si insinua nella copertina che sta per essere educato a principi diversi, significa che la tradizione e la storia sono sempre in agguato e che per quanto l’individuo voglia contrapporsi alle imposizioni che vengano dalla società è ben difficile che si venga a compimento FINALE APERTO perché non si sa ciò che succederà dopo. Unamuno (1864-1936) Lista dei suoi romanzi: -Paz en la guerra -Amor y pedagogìa -Recuerdos de ninez u mocedad -El espejo de la muerte -Niebla (1914) -Abel Sanchez -Tulio Montalban -Tres novelas ejemplares y un prologo -La tìa Tula -Teresa -Como se hace una novela -San Manuel Bueno, martir -Unamuno fu un intellettuale di grande carattere, dalla personalità molto spiccata. -Fu molto sensibile alle spinte di rinnovamento del modernismo e della generazione del 98, e insieme a Azorin, Baroja fu tra gli ideologi di questo percorso di rinnovamento. -Ha una produzione molto variegata ed eterogenea: dal saggio filosofico al romanzo della poesia lirica al teatro. -Tuttavia non si percepisce, nonostante la sua varietà, la frammentazione della scrittura rimane sempre omogenea, abbiamo anche dei temi che ritroviamo in tutte le sue opere [Grandezza dell’autore che davvero riesce a dar corpo ad un’opera che è compatta nonostante la varietà dei generi] -I primi esercizi di scrittura sono di e alla saggistica si dedica con continuità e costanza per tutta la vita, privilegiando la forma dell’articolo breve “En torno al Casticismo”  incentrato sull’idea della Spagna ed è marcato da un’attenzione per il contesto europeo. Infatti Umanuno diceva che i sostenitori del Casticismo erano coloro che difendevano l’integrità della Spagna, la sua peculiarità, la sua singolarità rispetto al resto d’Europa. -Quindi secondo Unamuno questa schiera di pensatori erano dei provinciali, oscurantisti, che propugnavano una chiusura della Spagna al mondo esterno; cosa che lui combatteva perché era dell’idea che la Spagna dovesse aprirsi a tutti. -Chiaramente in questo senso aveva una concezione molto pre europeista, poi maturando tornò indietro e propose una prospettiva assolutamente opposta: ispanocentrica prospettiva che già comincia a manifestarsi in un saggio filosofico-narrativo “Vida de don Quijote y Sancho” e poi più -Perché è importante questo romanzo? Non è un romanzo facile e non ebbe un grande successo di pubblico, solo alcuni anni più tardi; però è stato apprezzato dalla critica e dllo stesso Unamuno è stato considerato un romanzo di transizione. -Nel secondo prologo del 1934 Unamuno parla proprio della sua prima “Nivola” (termine che troveremo in Niebla) neologismo messo in bocca a Victor Goti quando parla dell’opera che sta scrivendo la nivola nasce tra la frase tra “novela” e “niebla”. [Presentare L’amore e pedagogia come sua prima nivola non è stato progettato nel 1902 ma solo nella sua seconda edizione. Quindi possiamo dire che Niebla (1914) sarà il suo primo risultato dalla sperimentazione di questa nivola, ma poi Unamuno ripensandoci considera anche questo romanzo come sua Nivola.] E Unamuno parla di questo romanzo come della sua prima Nivola, ovvero la sua prima sperimentazione di un romanzo modernista, un romanzo nuovo che si contrapponeva al romanzo realista. -Naturalmente dentro al romanzo ci sono tante riflessioni sulle principali correnti sulla questione Spagnola come ogni opera di Unamuno è piena di considerazioni altre rispetto alla storia del testo -Cosa vuole affermare con questo romanzo? Che la vita deve essere vissuta nel modo più duttile e versatile possibile, che non esiste un pensiero razionale che possa dare un senso definitivo all’esistenza. Questa è frammentata, variegata e complessa per sua natura e l’essere umano deve solo accettare questa grande confusione che è la vita stessa. [-Avito sarà presente anche in Niebla quando incontra in chiesa Augusto Perez a cui chiede notizie di Apolodoro romanzo nel romanzo ] -Si compone di 15 capitoli -La vocazione parodica e l’intento satirico sono molto importanti -Riflessione metadrammatica espressione di quella teoria ontologica che propugna il riconoscimento della teatralità come essenza della vita, e dunque la nozione della storia come tragicommedia e della realtà come immagine riflessa del mondo autentico, che è trascendente e inattingibile. -Riflessione sullo stile molto ironica citazione tratta dal prologo -Il romanzo diventa un processo creativo spontaneo novela vivipara (vivipari =esseri viventi che concepiscono animali vivi. Quindi è una metafora per indicare un romanzo che crea la storia e crea i personaggi all’interno di se stesso) che rifiuta gli schematismi prestabiliti e mira alla creazione di uno spazio testuale dove i personaggi raggiungono la loro essenza grazie al linguaggio che lo informa e li connota. [importante perché uguale a Niebla] -Infine vi è un frase che lui scrive nel riepilogo di questo romanzo “Concludo dunque, prima che mi si inasprisca l’umore e prima che, lasciando questo tono, ne prenda un altro in cui esprimerò tutto il disgusto che mi producono i pedanti ricercatoristi, non già i ricercatori. Facciamo festa in pace, e anneghiamo nell’amore, nella carità, la pedagogia.” ironia e sarcasmo di Unamuno che se la prende con i ricercatoristi, ovvero coloro che si fossilizzano e si irrigidiscono in un culto quasi feticista e ossessivo per lo spirito scientifico e che lasciano da parte la vita, la natura e il sentimento. Dimentichiamoci quindi della scienza rigida e abbracciamo un modo di vivere più aperto ai sentimenti e alle debolezze. Niebla tutto ciò che ruota intorno al testo proprio dell’opera. Costituito dal prologo, post- prologo, epilogo. Da tutte quelle sezioni che non fanno parte propriamente della trama o dell’intreccio narrativo ma che comunque sono da considerare parte integrante dell’opera e che, soprattutto in Unamuno, ci danno la chiave di lettura di certe operazioni letterarie e narrative che l’autore aveva compiuto. Quindi oltre alla narrazione figurano 3 frammenti complementari . Il prologo scritto da Victor Goti e il post da Unamuno nel 1914 (anno di pubblicazione della I edizione) e poi nel 1935 in occasione della seconda edizione di Niebla, viene pubblicato il in cui Unamuno, con la saggezza e la conoscenza che ne derivava dal fatto che fossero trascorsi ben 21 anni, raccontava la storia dell’opera collocandola all’interno di una sua traiettoria evolutiva, tant’è che proprio in questo secondo prologo dirà che Amor y pedagogia era stata in realtà la sua prima “ ”. Quindi ha voluto dire ai suoi lettori che questa invenzione del romanzo modernista, in realtà lui l’aveva fatta con Amor y pedagogia, anche se Niebla ebbe maggior successo ed è un romanzo perfetto dal punto di vista della struttura e della fama; ma lui riconosce che quel percorso era cominciato già prima con Amor y pedagogia. di Niebla è firmato da Victor Goti inizia la straordinaria peculiarità del romanzo. Perché Victor Goti era un amico di Augusto Perez (il protagonista). Quindi un personaggio letterario, diventa, con questo prologo, persona reale. Unamuno crea un gioco di specchi a cominciare già dal prologo, e confonde i confini tra la realtà e la finzione. Questo prologhista è situato al contempo nel mondo irreale e in quello reale. Il prologo è molto interessante perché Victor Goti, molto ironico, offre al lettore tutta una serie di informazioni su quella che poi era un’idea che Unamuno aveva del pubblico, un po' polemica; Unamuno era un personaggio molto originale anche in questo. E quindi presenta la personalità dell’autore del libro, guardandolo da una prospettiva più distante. Parla ad esempio di ciò che accadrà in sintesi nel romanzo, o meglio dire “nivola”. Afferma che questo termine lo inventerà lui stesso (victor goti), continua dicendo che si parlerà anche del suo tardivo figlio e che Victor probabilmente è anche lontanamente parentato con Miguel de Unamuno. Dice, molto importante, che Miguel ha voluto scambiare i ruoli; ovvero che di solito colui che scrive un prologo ad un artista, è un artista a sua volta più superiore dell’autore. Qui invece Unamuno ha voluto invertire mettendo come prologhista un giovane che aveva voglia di farsi conoscere. (continuiamo quindi a mettere in dubbio la realtà di Victor Goti). Parla del termine UMORISMO, per Unamuno per essere umoristi non bisogna prendere in giro, bensì bisogna far ridere con ironia e satira (non dispregiativa) il pubblico in maniera da “vomitare tutto ciò che si è inghiottito e rimanere con lo stomaco vuoto”  proprio per far capire che lui vuole far ridere sul serio. Dice inoltre che Unamuno voleva, prima di morire, una buffonata tragica o una tragedia buffa fondendo le due cose. Dice pure che fu criticato per pornografia ma ha cercato, dicendolo anche a Victor Goti, di protestare contro queste accuse e dire che lo scopo del suo libro non era assolutamente quello di lusingare o di raggiungere nessun senso erotico. E infine, ritornando al tema del libro, parla della morte del suo amico Perez. Dice che si è suicidato realmente e non idealmente, lui lo ha realmente desiderato e ne ha prove e ne è quindi certo. Post-prologo vediamo qui che è Unamuno stesso a scrivere e scrive la sua disapprovazione nei confronti del suo prologhista e di tutto ciò che lui ha avuto il coraggio di render pubblico anche, a volte, esagerando con i termini. Dice che erano cose che Unamuno ha confidato a Goti nella più possibile intimità e non si aspettava che potesse renderle pubbliche nel suo prologo. Ride della versione che Goti ha dato sulla morte del suo amico e ritiene opportuno “avvertirlo” del fatto che se continua a farlo “arrabbiare” etc, ha comunque la possibilità di farlo uccidere tanto quanto ha fatto con Perez. [c’è quindi sempre questa contraddizione e unione del reale-irreale]. -Per comprendere Unamuno, bisogna partire dal carattere contraddittorio e ambiguo del suo pensiero relativamente Unamuno era molto tormentato, viveva di grandi dicotomie (ragione, fede, aspirazione all’eternità, paura della morte). Niebla riflette questo tormento interiore di Unamuno ma soprattutto vedremo che riflette una percezione che un romanziere di inizio secolo aveva nella realtà. Una realtà in cui l’individuo non riesce ad avere una direzione nella vita, è perso, smarrito; e in questo romanzo c’è un protagonista Augusto Perez che è proprio tormentato e disorientato e si trova in questa condizione di soggetto abulico (già visto precedentemente). E Unamuno con Augusto mette in scena, incarna attraverso questa figura, il concetto di abulia. Unamuno penetra nello spazio fittizio da lui creato sognando di raggiungere un’esistenza più prologata quindi possiamo intuire il desiderio da parte dell’autore quasi di immortalarsi, un’esistenza eterna vestendo i panni di un personaggio dato che l’arte è ciò che sopravvive all’interno dell’essere vivente. -Grazie alla coincidenza tra autore-personaggio, introduce un’altra narrazione l’autore della narrazione è personaggio della prima. Piano romanzesco si identifica sul piano reale; questo ci porta a pensare anche che tutto ciò sia reale, anche Perez che va appunto a Salamanca per parlare con l’autore. (stessa cosa con Goti e il prologo) -Ciò che quest’opera ha di nebuloso e vago è ben espresso dal titolo: con esso viene segnalato il carattere ambiguo del suo ambito, territorio di frontiera fra il quotidiano vivere e la divagazione introspettiva infatti , sono tutti molti presenti nella narrazione. -Un altro concetto importantissimo che fa parte poi di tutto il pensiero Unamuniano idea della , come opera teatrale e del mondo come scenario di essa: rappresentazione e vita come rappresentazione di un ruolo in cui tutto è predeterminato. -Già Amor y pedagogia fu scritto partendo dall’idea che il mondo è teatro e in esso ciascuno recita un ruolo, sia nel prologo che nel romanzo stesso. Infatti aveva parlato di “ ” che indica quella parte di testo che gli attori dicono senza che sia scritto nel copione. È un modo di entrare nella commedia dicendo qualcosa di personale, proveniente dall’io-autentico. È un’affermazione di libertà da parte dell’attore e dell’essere umano. Poi torna in dubbio che non è anch’essa prevista dalla coscienza e onniscienza dell’autore. Ma in ogni caso questa è l’unico modo di sfuggire dalla subordinazione e mancanza di libertà che sentiamo mentre rappresentiamo la commedia della vita. -In Niebla, come in altri romanzi di Unamuno, l’azione non è localizzata in un’epoca precisa e un luogo definito le descrizioni sono piuttosto scarne sia di personaggi che degli ambienti e soprattutto non da toponimi di nessun tipo, a parte Salamanca. Unamuno vuole eliminare la descrizione dei personaggi per evidenziare il conflitto intimo, lo scontro di passioni e volontà. I romanzi di Unamuno quindi, per il loro appassionato , parlano direttamente al cuore.  fanno riflettere su tante cose umane e aspetti della vita umana e della sua debolezza che sono a volte persino inquietanti. -Niebla è certamente la storia del percorso esistenziale di questo essere abulico presentato soprattutto attraverso i suoi monologhi e a lui si contrappone la figura femminile di Eugenia, anch’ella non descritta in modo particolare se non i suoi occhi, ma viene rappresentata nella sua grande indipendenza: una donna che reclama la propria indipendenza (il saldo dell’ipoteca, la scelta di chi amare ecc..)  modello di donna rivoluzionario rispetto al canone sociale tradizionale femminile. -Ci sono anche delle storie intercalate che si riferiscono a fatti e personaggi svincolai dall’azione principale sono delle storie che non sono indispensabili però sono pertinenti ciascuna a modo suo: 5 storie inclusa quella di Victor Goti che appunto dice del suo lungo matrimonio senza figlio e che adesso, abituati a non averlo, la moglie è rimasta incinta. Tutte queste storie hanno la funzione di illuminare la psicologia di Augusto Perez, annunciando avvenimenti futuri e facilitando la fusione tra il mondo reale e quello fittizio 1) la prima delle storie intercalate introduce il protagonista già presente in un altro romanzo di Unamuno: Avito Carrascal il quale gli consiglia di agire e di liberarsi dal controllo della madre, e che la maestra della vita è la vita stessa e non c’è pedagogia che valga. 2) la seconda è quella di Victor che si sviluppa in diretto rapporto con l’azione principale. Lui è guida e confidente del protagonista. E Unamuno attraverso Victor esprime le sue idee sul matrimonio 3) la terza è di Don Antonio vicenda di tradimento e abbandono che preannuncia anche l’abbandono di Augusto da parte di Eugenia. È una specie di anticipazione. 4) la storia del  il cieco che vede con gli occhi dell’anima più penetranti di quelli veri. Tema della cecità fortemente di galdosiano (Galdos) : quasi essere un omaggio a questo grande autore dell’800. 5) di Eloino, complementare a quella di Antonio perché c’è la vicenda di tradimento; ma nella storia di Antonio il tradimento nega l’amore, in quella di Eloino è l’origine di un nuovo amore o di qualcosa di accettato come tale. CARATTERISTICHE FONDAMENTALI -Drammatizzazione e dominio del dialogo che fa parte del progetto di conferire autonomia ai personaggi un personaggio che prende vita all’interno del romanzo prevalentemente tra i dialoghi e prettamente autonomo e libero -Complemento naturale della forma dialogata è l’utilizzazione del soliloquio e monologhi -Le due grandi metafore “ ” e “ ” -Uso di metafore anche nella descrizione dei personaggi -Il pensiero Unamuniano si manifesta attraverso l’immagine, son parole di Unamuno di un sonetto : “l’anima è una sorgente che si rivela soltanto nelle lacrime” la parte più profonda dell’essere, l’interiorità, è come una sorgente che rivela se stessa attraverso le lacrime. Quindi dice che la vera essenza dell’anima e il suo modo di esplicitarsi è proprio attraverso la sofferenza: attraverso il pianto, il tormento, l’uomo riesce a rivelare il suo stato d’animo interiore; ma questo non gli impedì mai di essere ironico sarcastico e comico. Ricapitolazione libro: 1 CAPITOLO è una giornata di pioggia. Augusto passeggia per la città senza una meta (si definisce un “paseante de la vida”) quando vide una fanciulla e iniziò a seguirla verso la sua direzione. Arrivata a casa, Augusto domanda di lei alla portiera, chiede il suo nome (Eugenia) dopodichè se ne va e si siede in una panchina, tira fuori il suo taccuino e si appunta il nome. Decide poi di tornare a casa per scriverle direttamente una lettera. 2 CAPITOLO Augusto è un uomo ricco e solo. Ha due servi in casa (sono sposati). Augusto entra e inizia a scriverle una lettera di poche parole perché sperava di poterle parlare dal vivo un giorno. Decise poi di portarla alla portiera la quale confessò che già altri avevano fatto questo gesto alla fanciulla e che questa adesso aveva un presunto fidanzato. Augusto però dire che lotterà per la ragazza (la vita è una lotta per l’uomo). Lotterà perché ora si sente di avere un obiettivo e uno scopo nella sua vita, che invece prima di allora era solo travolta da una grande nebbia dove non aveva e sentiva né dolori né gioia. Ora sa ciò che vuole: LEI. 3 CAPITOLO Augusto di siede al Casinò (dove era solito andare a giocare a scacchi con l’amico Victor). Durante il gioco però Augusto era molto distratto; pensava che era la vita stessa per lui ad essere un gioco. Una volta finita la partita ( vinta ovviamente dall’amico ) , Augusto confessa di essere innamorato; anche se non sa esteticamente com’è. Si ricorda solo bene i suoi occhi. Victor conosce la ragazza e lo rincuora dicendo che prima o poi sarà terra sua. 4 CAPITOLO Riflette sul fatto che non conosce veramente Eugenia eppure già la ama, poi afferma: -prima l’amore e poi la conoscenza. Dopo la visione perfetta. Parla dell’amore di coppia, del fatto che son cuori che si uniscono ma possono avere teste diverse, perché l’amore è questo. Dice ai suoi servi che vuole sposarsi, loro gli fanno ricordare le parole della madre: deve essere una donna di casa e deve essere padrona del tuo cuore; sposati in fretta. Una volta detto ciò, confessa la persona amata. Tutti almeno di vista la conoscevano, tranne lui. Capirà Augusto di essersi annoiato per ben due anni. [noia giochi, distrazioni etc, anche l’amore, infatti chiama Eugenia “ ”] 5 CAPITOLO Augusto chiede notizie alla portiera, la quale disse che Eugenia non voleva conoscere nessuno perché appunto era già impegnata con un altro uomo. Ma augusto non molla, continua a lottare. Si siede in una panchina di fronte alla più vasta natura e da solo inizia a pensare alla sua infanzia, alla morte del padre, a quando la sua grande mamma tentava di imparare qualcosa di studio da quello appreso da Augusto nel collegio, ma poi lei stufatasi decise di smettere perché ogni cosa riusciva sempre a ricordarle il marito morto. Si ricordò anche di quando facevano le passeggiate e lei era sempre in cerca di una Donna per il figlio. Ad un certo punto venne distratto da un lamento Questo si presentò a casa, porgendo le scuse e disse che per far capire che non era un gesto di malizia, avrebbe pure trovato un lavoro a Maurizio e fatto loro il testimone di nozze. 16 CAPITOLO Eugenia parla con Maurizio, questo brutalmente le dice che odia lavorare e l’idea di sposarsi lo angoscia. Proprio per questo dice quindi che per lui l’idea migliore è quella che Eugenia si sposi il ricco Augusto, in modo da potersi loro sistemare economicamente (Maurizio e Eugenia). Lei infuriata se ne va. 17 CAPITOLO Victor racconta ad Augusto la storia di matrimonio molto bizzarra di un Don. Dopo di che confessa di star scrivendo un romanzo dove scrive tutto ciò che gli succede (un modo per non pensare alla gravidanza della moglie). È un romanzo dove ci sono molti dialoghi e corti o monologhi ma accompagnati sempre da una seconda persona. Questo perché fa capire che per lui è importante la e che non sarà lui a presentare i personaggi, ma saranno loro stessi a farsi conoscere azione dopo azione. Poi sarà un romanzo lungo e ampio, dove scriverà tutto ciò che gli passa per la testa. Non sarò una “novella” ma una “ ”. Che vuol dire? Se l’è inventato così che nessuno potrà dire di non star seguendo i canoni e le caratteristiche tipiche della “Novella”. La nivola è quindi un GENERE NUOVO. 18 CAPITOLO Augusto parla con Rosario, finisce per dirle parole intime e quasi baciarla. Le fa la proposta di un viaggio insieme, poi impazzisce e la manda via. Lei, sempre d’animo innocente e calmo se ne va. Augusto pensa alla funzione della  serve per mentire, l’intera società è una menzogna, l’uomo lo è. Pensa all’innocenza di Rosario che la incarna non positivamente ma cinicamente. Pensa all’amore e alla gelosia di Rosario: senza gelosia non capisci se sei veramente innamorato. Per amare devi trovarti in mezzo alla gente e vedere se guarderai sempre e solo la stessa donna. Augusto chiama la gente come una 3 persona “Celestina” (sta per Società) 19 CAPITOLO Donna Ermelinda andò da Augusto a scusarsi sotto nome di Eugenia. Quest’ultima era veramente dispiaciuta e voleva rimediare anche al generoso gesto fattole d Augusto che invece prima riteneva finto eroico. Gli spiegò pure che aveva litigato col fidanzato e che non lo voleva più. Augusto sentendosi un rimpiazzo e preso in giro accettò le scuse a patto che rimanessero solo amici. Eugenia gli ha permesso di vedere il concreto e ora riesce a vivere anche senza di lei (presumeva). 20 CAPITOLO Eugenia gli va a parlare in prima persona trovandosi d’accorso dul rimanere amici. Mentre stavano parlando a casa di Augusto, arrivò Rosario. Eugenia alla vista di questa, sembra sia infastidita e se ne va. Rosario consiglia ad Augusto di non fidarsi di quella donna perché lo stava ingannando. Dopo di che arriva il discorso del suo servo Domingo: se sei indeciso tra due donne e hai i soldi sposatele entrambe, basta che le accontenti di tutto e saranno d’accordo all’averti metà per uno, ma senza avere figli; se sei povero lasci entrambe. 21 CAPITOLO Augusto parla con Don Antonio raccontando la verità sul suo matrimonio: sua moglie scappò con un altro uomo che era a sua volta sposato e aveva anche una figlia. Don Antonio decise quindi di andare dalla moglie dell’amante della sua e iniziarono a convivere e da lì generarono altri figli. Lui dice che la sua vera moglie è la madre dei suoi figli (anche se ovviamente non l’ha più sposata) e non quella che aveva un tempo sposato. 22 CAPITOLO Augusto parla con Victor. È nato il bambino e ora si sene come in un sogno. Non è più un intruso anzi. E quando la gente dice che questo parto ha invecchiato e sfigurato la sua donna, in realtà lui la vede ancora più bella (Leggenda del Fogueteiro). Però consigliò ad Augusto di non sposarsi se vuole che la sua giovinezza duri in eterno. 23 CAPITOLODopo aver conosciuto Eugenia, Augusto si sente innamorato di tutte le donne (perfino Liduvina, la serva). Per distaccarsi da questo decide quindi di scrivere almeno due monografie dove l’oggetto di studio era proprio la . Chiamandola una Eugenia e l’altra Rosario. Però volle confrontarsi con l’erudito Paparrigopulos, il quale è un esperto di questi studi e gli confida infatti che bisogna studiare solo una donna per conoscerle tutte, perché queste sono uguali. (ecco perché Augusto si sentiva attratto da tutte) però consiglia o di studiarne una sola oppure 3 (o +), mai 2 perché la dualità non delimita. Due linee non delimitano uno spazio. Infatti il poligono più semplice è il triangolo. 24 CAPITOLO Dopo aver parlato con Paparrigopulos decide di occuparsi di 3 donne aggiungendo Liduvina. Eugenia per la testa (immaginazione), Rosario per il cuore (sentimento) e Liduvina per lo stomaco (La voglia)  tutto ciò che ha bisogno l’anima per vivere. [Infatti augusto morirà proprio per la mancanza di queste 3 ] Decide quindi (per studiarla) di provare a fingere a riconquistare Eugenia. Arrivò Rosario e voleva provare in lei la sua psicologia femminile, si accorse però che lei gli trasmette solo quello; è come se lavorasse la fisiologia. Decide quindi di immettersi a studiare la psicofisiologia. 25 CAPITOLO Augusto parla con Victor e della sua nivola. Poi chiede aiuto sul suo stato d’animo e Victor gli consiglia di sposarsi, perché il miglior modo di studiare la psicologia femminile è il matrimonio. Qui, l’autore Unamuno si intromette indirettamente guardando dall’alto ciò che i personaggi nivoleschi da lui inventati fanno e dicono. 26 CAPITOLO Augusto tenta di chiedere la mano di Eugenia e questa, non mantenendo la sua parola data del “solo amici”, e per la pena che Augusto le fa, accetta la sua mano 27 CAPITOLO I due si trovano soli e Augusto chiede a Eugenia di suonare il piano cosi che potesse scriverle una poesia. Ma questa poesia non fu molto convincente. Lei gli parlò di Maurizio dicendo che ancora la importunava ma solo perché cercava una sistemazione e poi l’avrebbe lasciata in pace. Allora Augusto rimediò subito e lo sistemò ben lontano da loro. 28 CAPITOLO Viene a far visita a Augusto : Maurizio. Lo fa per ringraziarlo per il gesto e gli confessa che porterà con s’ anche una ragazza da Augusto ben conosciuta: Rosario. Augusto non ci crede e si arrabbia inizialmente e spera di star scherzando. Si confida infatti con Orfeo che a breve abbandonerà perché Eugenia non lo vuole in casa. 29 CAPITOLO Tre giorni prima delle nozze Eugenia inizia a domandargli di Rosario. Augusto si insospettisce pensando lei sapesse tutto, ma fa finta di nulla. Il giorno dopo gli arriva una lettera che lui decise di leggerla in Chiesa sapendo che lì si sarebbe controllato; dove Eugenia gli confessò che stava scappando con Maurizio nella sistemazione da lui stesso (Augusto) trovata. Dicendo che sapevano entrambi(Eugenia e Augusto) che non sarebbero durati molto e che ora Rosario era a sua disposizione. Si sentii preso in giro e “burlato” da tutti. Finì col buttarsi nel letto, mordere il cuscino e piangere a dirotto. Aveva tantissimi stati d’animo: tristezza, dolore, rabbia, paura, amore, compassione, disprezzo e soprattutto vergogna. 30 CAPITOLO  Victor parla con Augusto dicendo che, volendo usare Eugenia come “rana” dei suoi esperimenti, adesso dopo la beffa è diventato lui stesso una rana. Perciò gli consiglia l’unica soluzione: sperimentarsi da solo, divorarsi fino a credere che il suo dolore sia cessato. È un personaggio nivolesco che deve fare e basta, perché il suo cuore non può parlare da solo senza che lui agisca; solo il lettore può capirlo o provarci. Il lettore infatti arriva ad essere anch’egli un personaggio nivolesco e a dubitare della sua esistenza[ ]. Augusto riflette e dice infatti che lui all’inizio non era sicuro di esistere, sembrava un fantasma nella nebbia; ora dopo questa beffa ha la certezza di esistere perché si sente e percepisce ciò che prova e pensa anche che l’unica sperimentazione su se stesso sia la strada IL TEATRO Jacinto Benavente  è uno dei drammaturghi più longevi. Nato nel 1886 e morì nel 1954. Fu longevo soprattutto dal punto di vista della produzione drammaturgica perché si dedicò a un teatro commerciale-borghese, tantè che alcuni critici (Andrès Gonzales Blanco e Melchor Fernandez Almagro) hanno sottolineato di lui il carattere di analista sottile e di critico scrittore satirico. -Privilegiò un teatro di tipo realistico, che voleva rappresentare la realtà quotidiana della classe borghese, classe di coloro che in fondo costituivano il pubblico di quelle opere. -Seppe dominare tutti gli espedienti formali della tecnica teatrale: sapeva costruire un dialogo elegante e incline alla sentenza o alla disgressione. Acuto anche nell’esplorazione psicologica. -Altri critici più severi ( Perez de Ayala, Enrique de Mesa, Torrente Ballester e Jean Paul Borel) denunciano la superficialità, l’eccessivo peso della meccanica teatrale, la retorica facile e incontinente, l’inconsistenza ideologica propria della drammaturgia benaventina. -Teatro scarsamente problematico, il cui tratto principale era la m essa in scena di certi modi difettosi di convivenza della classe borghese, messi in mostra più attraverso i dialoghi che mediante l’azione drammatica. -Questo teatro ha perché è un teatro innovativo e ha un carattere di “ ”. Fino agli anni 20 Benavente è il maestro indiscusso della scuola madrilena, dagli anni 20 in poi questo teatro passa in secondo piano e avrà meno importanza, infatti dopo la guerra civile le nuove generazioni rifiuteranno il teatro benaventino. -Questo teatro, siccome predomina il dialogo, deteatralizza la parola dei personaggi affermando una nuova forma di teatro realista nella quale contano poco i caratteri, le passioni e il loro scontro conflittuale e predomina la cronaca dei vizi e virtù di una classe sociale, precisamente quella borghese. -In effetti questa classe borghese è presente in modo molto massiccio nelle molteplici opere di Benavente  opere divise in gruppi riuniti per categorie differenti. Prevale il criterio tematico: ciclo satirico, ciclo dell’alta commedia, ciclo drammatico e ciclo simbolico. Le opere sono : satiriche, psicologiche, rurali, fantastiche, sentimentali e miscellanee. --Uno dei più grandi critici storici è Juan Ruiz Ramon che divide le opere benaventine in base agli spazi scenici che rappresentano: -interni borghesi (saloni e studi) -interni cosmopoliti (saloni di una stazione invernale, yacht, palazzo) -interni provinciali ( saloni e salette di luoghi di provincia) -interni rurali (cucine e saloni di ricche case contadine). TITOLI OPERE: -El nido ajeno (1894)  tema centrale: adulterio. Uno dei temi principali e più frequentemente rappresentati nel teatro di quel tempo.. -Gente conocida (1896) -La comida de las fieras (1898) -Lo cursi (1901) -Rosas de otoño (1905) -Los intereses creados (1907) -Campo de armiño (1916) -Pepa Doncel (1928) -Y amargaba (1941) -La culpa es tuya (1942) -Al fin, mujer (1942) -Titania (1945) -Al amor hay que mandarle al colegio (1950) -Su amante esposa (1950) -Benavente scrive in prosa ma, durante l’epoca in cui il suo teatro fu in auge, si scriveva anche teatro in versi. Ad esempio i fratelli Machado scrissero varie opere teatrali in versi. Questo teatro in versi era anti-realista e sorge come una reazione a questo teatro realista trionfante. -A questa estetica si aggiungerà l’influenza del privo però dell’enfasi formale e della carica patetica e quella del dramma nazionale del Siglo de Oro c’è una fase quindi nella fine dell’800 in cui varie tendenze si incontrano e contrappongono. Indiscutibilmente quello di benavente è il più apprezzato, dato che il teatro in versi è più difficile. Poi c’è il dramma romantico: era un teatro da grandi effetti sul pubblico e ricco di elementi fantastici ed era un teatro detestato da Valle-Inclan che cerca di contrapporsi in modo netto a questo modo di rappresentare la realtà. -All’interno del teatro poetico sarà il teatro storico in versi il genere drammatico maggiormente coltivato, insieme al dramma rurale in versi  c’è un filone storico che non è scevro da invenzioni o soluzioni vagamente simboliste e anti-realiste però contiene degli aspetti di rappresentazione storica che lo rendono particolare -La funzione del teatro storico fu quello di offrire alla coscienza nazionale (800-900 fase storica con il problema del 98 e momento di riflessione su quella situazione) in crisi degli archetipi, sebbene con il rischio dell’idealizzazione, del retoricismo, dell’astrazione e dell’evasione, pericoli che trasformarono questo teatro in un puro esercizio di virtuosismo drammatico, come sempre capita quando si accentuano alcune caratteristiche della proposta letteraria e poi si scade nel virtuosismo. -Il maggiore rappresentante del teatro poetico storico fu Eduardo Marquina. Dopo di lui Villaespesa, Ardavin y Lopez Alarcon, i fratelli Machado e Goy de Silva. ^ Come si colloca Valle-Inclan in questo contesto? ^ Valle inclan -Coetaneo di Benavente anche se meno longevo. -Volle creare una forte discontinuità con il suo teatro rispetto a quello precedente la produzione drammaturgica è la più originale e rivoluzionaria del 20esimo secolo in spagna. -L’opera drammatica inizia con un dramma “Cenizas” [ceneri] ossia un adattamento teatrale di un racconto pubblicato nel suo primo libro (Femeninas nel 1895) ed effettivamente l’opera drammatica che reca lo stesso titolo di quel racconto mette in scena la storia che Valle Inclan aveva narrato in quel racconto di Femeninas. Quindi comincia la sua traiettoria nel 1899 e si chiude nel 1927 con Sacrilegio e l’esperpento La hija del capitan -Il sistema drammatico si presenta come un insieme di variazionila sua produzione ha elementi costanti che si presentano sin dalla prima opera ma che si volgono, variano e che si cristallizzeranno nella soluzione estetica dell’esperpento. -Esperpento forma drammatica e insieme visione drammatica del mondo. -Il teatro di Valle-Inclan adotterà due direzioni fondamentali: quella del mito e quella della farsa. La prima lo porterà all’adozione di uno spazio galiziano e la seconda lo porterà ad adottare uno spazio settecentesco. -la Galizia reale servirà come base per configurare un’immagine dell’uomo e del mondo. La società arcaica sarà utilizzata come recipiente in cui immettere una visione del mondo nella quale le forze primarie dell’umanità agiscono in piena libertà la Galizia è molto importante, quella degli agricoltori, delle persone semplici, che lottano contro la sopravvivenza e le ingiustizie, sono aspetti molto importanti in questo teatro. E naturalmente in queste rappresentazione esprime quella che è la sua visione del mondo: dove ci sono delle forze prepotenti e primarie degli esseri umani che agiscono in totale libertà al di sopra della cultura.  umanità primitiva e con i suoi aspetti più atroci e rozzi -Il tempo passato con la funzione di spazio originario, e lo spazio galiziano con la funzione di spazio arcaico hanno la virtù di condensare la nuova immagine scenica dell’uomo che il drammaturgo ci propone questi drammi rurali galiziani sono il primo banco di prova e terreno di sperimentazione di una tecnica drammaturgica e appunto lui rivoluziona il modo di rappresentare l’essere umano sulla scena. C’è una forma di esagerazione, tendenza ad accentuare aspetti grotteschi che lo porterà all’esperpento. Valle inclan era pure un carlista quindi totale oppositore di Isabel, e fu quindi pure ancor piu aspro contro di lei. Rappresenta un mondo degradato che però è sempre realizzata da un distanziamento tra autore e mondo drammatico. Nel 1920 con la farsa y licencia de la reina castiza e con Divinas palabras, il ciclo della farsa e quello mitico confluiscono nella nuova creazione dell’esperpento dal 1920 in poi (con luces de bohemia) inizia questa nuova fase: Luces de Bohemia (dialogo 12 esima scena)  dopo un girovagare nella Madrid notturna, Max Estrella e Don Latino si fermano davanti al portone di casa di Max che ha molto freddo, trema e che per questo rigore che sente fa una smorfia col viso che in qualche modo anche do latino interpreta come un gesto quasi voluto, anche se Max sostiene che gli viene dal freddo e da questa sensazione di disagio e però continuano a parlare e appunto Max si rivolge a Don Latino: -Max: don Latino, ti rappresenterò in un romanzo! -Don Latino: Una tragedia Max -Max: la tragedia nostra non è una tragedia, è un esperpento. Valle Inclan ama parlare delle sue idee sull’esperpento e lo fa appunto attraverso i suoi personaggi. Max si rifiuta di frequentare il genere della tragedia e quindi la definisce “esperpento” e dice che l’esperpentismo lo inventò Goya (qui valle inclan ci fa capire qual era il suo punto di riferimento in ambito artistico e che Goya aveva infatti sperimentato questa tecnica di frammentazione dei personaggi). Max: “Gli eroi classici sono andati a passeggiare nel vicolo del gatto “( il vicolo del gatto era una strada di Madrid che corrisponde all’attuale Juergas, dove c’era una ferramenta e dove c’erano questi specchi che deformavano le immagini.  È una metafora per dire che l’eroe classico nella sua essenza di personaggio integro nel bene e nel male, qui dice che son passati davanti a questi specchi deformanti che hanno deformato e deteriorato la loro immagine.) Dà una definizione molto metaforica dell’esperpento il senso tragico della vita spagnola può esser dato solo con un’estetica sistematicamente deformata. Non è possibile la tragedia in Spagna, ma la tragedia viene trasmessa solo deformata. -E don Latino risponde “miau”: perché? Per il “vicolo del gatto”. Don latino è un personaggio irriverente e ironico. “ti stai contagiando” anche tu ti stai deformando. -Max: la spagna è una deformazione grottesca della civilazzione europea valle inclan era molto critico del ritardo culturale e della civilizzazione della spagna in quel tempo. -Max: “le immagini piu belle in uno specchio concavo son assurde” la bellezza e il piacere estetico dell’esperpento è dato proprio dall’assurdo. Quanto piu è assurda un’azione, piu si raggiunge ciò che per lui è la bellezza estetica. (pensieri dell’autore). -Don latino: “d’accordo ma a me diverte guardarmi negli specchi deformanti” afferma che questa deformazione produce comicità -Max: anche a lui diverte ma “la deformazione smette di esserlo quando è soggetta a una matematica perfttta. La mia estetica è trasformare con matematica dello specchio concavo le forme classiche” l’esperpento ha una sua logica interna, non vi è un’improvvisazione. Max (valle- inclan) rivendica una ricerca estetica importante. Sottolinea che il percorso che lo ha portato all’esperpento è stato molto serio e ponderato, non nasce solo dal semplice gusto della deformazione ma c’è dietro un bel lavoro. Intervista di Valle inclan pubblicata nel 1938 -Dice di avere tre modi di vedere il mondo artisticamente o esteticamente: in ginocchio, in piedi o sospeso nell’aria. --Quando si guarda in ginocchio si da ai personaggi una condizione superiore a quella umana, quantomeno alla narrazione del poeta. Ed è tipica delle opere classiche e dell’epica (cita Omero). --Il secondo modo è quello di guardare ai protagonisti dei romanzi e vederli come fatti della nostra stessa natura, come fossero nostri fratelli, o essi istessi noi: uno sdoppiamento del nostro-io; e questa è la maniera che prospera di più questo è Shakespeare, il modo di rappresentare difetti umani, virtù etc…sempre in una posizione in piedi: lo scrittore e il personaggio si identificano. --La terza maniera è quella che colloca chi guarda, da un piano superiore e considerare i personaggi come esseri inferiori all’autore con un pizzico di ironia: gli dei si trasformano in personaggi di un “sainete” perdendo la loro solennità. Questa è una maniera molto spagnola che non crede assolutamente fatto della stessa materia dei suoi “Pupazzi”, chi scrive si sente superiore a chi si sta rappresentando come Cervantes, Quevedo, e Goya che lo ha aiutato coll’esperpento -C’è quindi in questa intervista tutta la genesi dell’esperpento: l’esperpentismo è frutto di una determinata situazione storica non solo individuale e nemmeno nazionale ma europea, attraversata dai fenomeni di avanguardia (futurismo, espressionismo e dadaismo in particolare). In Valle Inclan si osserva anche una certa influenza della tradizione barocca di Quevedo e Goya -L’immagine esperpentica della realtà obbliga a una presa di coscienza circa l’assurdità di alcuni valori su cui è fondata la società in cui si vive. -L’esperpento non è solo un genere letterario ma un’estetica, una visione del mondo. È anche uno strumento di smascheramento: come visione drammatica della realtà, l’esperpento presuppone una rottura con la tradizione umanistica e, più concretamente, con la tradizione aristotelica del teatro occidentale. Quali sono gli esperpentos: -Luces de bohemia (1920) -Los cuernos de don Friolera (1921) -Las galas del figunto (1926) -La hija del capitan (1927) Luces de bohemia è la storia di un poeta cieco, che finisce con la morte del protagonista. Il tempo d’azione è ridotto a 15 scene e la sua durata supera appena l’arco di 24 ore. C’è un’azione e un’unità di tempo abbastanza rispettata, ma quella di luogo invece no, son molteplici e non presentano alcun tratto di nobiltà (casa di max, la caverna,, la prigione, la strada, la segreteria del ministro, la soglia di una porta, un cortile di un cimitero etc..) Questo spazio in cui Max passa le sue ultime ore di vita è uno spazio sistematicamente degradato. Il mondo che valle rappresenta è un mondo dove prevalgono l’ingiustizia, la miseria, la violenza, dove l’unica via d’uscita è la morte. L’esperpento non nega il tragico ne predica la sua assenza ma lo testimonia senza tradirlo valle inclan vuole rappresentare un mondo falso e lo fa attraverso l’ottica dello specchio concavo. La vita e morte di Max rappresentano la vita e morte del nuovo eroe tragico moderno max estrella è la rappresentazione dell’uomo del 900. Che è in balìa delle privazioni della vita, delle difficoltà, delle frustrazioni, un uomo attanagliato dalle sue stesse inettitudini che poi lo portano alla morte. È una feroce satira politica e sociale della spagna coeva di Valle Inclan. Funzione di eroi buggi e pagliacci tragici dei personaggi creati da Valle inclan  non ci sono solo in luces de bohemia, ma in tutti i suoi esperpenti. -Max Estrella muore sulla soglia della porta di casa sua ed è abbandonato dal suo lazarillo (accompagnatore del cieco) proprio nel momento in cui muore con una smorfia deformante. Don latino non pensava fosse morto e dice che si sarebbero visti ecc…  è una morte quindi che avviene in un modo banale, totalmente diverso a quelle che sono le morti tragiche che sono del teatro classico. La morte banale quindi, viene considerata quasi una sorta di noioso e antipatico incidente da parte della portinaia quando si rende conto del fatto che questo sta lì davanti e lei dice che però ha tante cose da fare e ora le si mancava pure quest’altro “incidente” e chiama infatti la morte della vittima.
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