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Corso servizio sociale-lavoro assistente sociale, Schemi e mappe concettuali di Diritto

Cosa fa l'assistente sociale con le varie fasce di utenza. Colloquio, priorità, obiettivi, progetto d'aiuto, processi di cambiamento, utonomizzazione e autodeterminazione dell'utente.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2014/2015

Caricato il 10/09/2015

deboralucci
deboralucci 🇮🇹

4.5

(2)

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Scarica Corso servizio sociale-lavoro assistente sociale e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Diritto solo su Docsity! Relazione sui Seminari Professionalizzanti Anno Accademico 2014\2015 Area minori e famiglie: Ass.Soc. Alberto Ginnico Quando il servizio sociale si trova a dover affrontare problematiche che riguardano minori e famiglie, la priorità dell'intervento è tutelare il benessere e lo sviluppo psichico e fisico del minore. Capita spesso che il problema manifestato dal minore sia in realtà un disagio derivante da una disfunzione più o meno grave all'interno del nucleo familiare, sistema di appartenenza significativo per il minore. Il servizio sociale quindi si pone all'aiuto dei minori e delle famiglie promuovendo una situazione di benessere generale e favorendo anche la prevenzione di tali situazioni. Il servizio sociale in primis deve recuperare la famiglia in rispetto del diritto di ogni minori di essere cresciuti, educati, istruiti e mantenuti dalla propria famiglia di origine, qualora questo rechi gravi pregiudizi al minori si prosegue con l'istituto dell'affido familiare o con l'adozione. L'obiettivo generale è la recuperabilità della famiglia, la responsabilizzazione e autonomizzazione di tutti i soggetti coinvolti e il benessere di tutti i componenti e del minore. Area problemi psichiatrici: Ass.Soc Elena Baistrocchi L’assistente sociale si prende cura della malattia anche se normalmente fa parte dell’ambito medico-sanitario, imparando a decodificare quel linguaggio e quel ambiente inseriti in un mondo interno costruito dal paziente con il quale comunica e interagisce nel mondo esterno. Inizialmente l’assistente sociale è inserito nei manicomi , sorti negli anni 50’, occupandosi degli assistiti; ma con la nascita del Servizio Sanitario Nazionale ,il manicomio è stato sostituito con reparti psichiatrici in ogni struttura ospedaliera. Il compito dell'assistente sociale quindi è quello di orientare la famiglia e il paziente stesso alla ricerca di un cambiamento di situazioni problematiche e di disfunzioni. L’assistente sociale che è inserito nell’ospedale opera attraverso il colloquio, quindi deve individuare i bisogni della persona che non sempre coincidono con quelli che essa ritiene importanti, deve sapere lavorare in equipe e sostenere anche la famiglia. Area disabilità: Ass.Soc Giorgia Mediani Lavorare in quest area richiede un’abilità superiore da parte dell'assistente sociale che deve soffermarsi sulla comprensione e interpretazione del linguaggio del corpo e su altri fattori della comunicazione non verbale per poter capire e comprendere i reali bisogni del disabile e per promuovere il suo benessere attraverso l'attivazione di servizi che agevolino la vita dell'utente e della sua famiglia. Anche la famiglia si trova in difficoltà in quanto è investita dal senso di colpa e dalla incapacità di accettare la situazione problematica che si trova a dover affrontare tutti i giorni, una vita che versa spesso in situazioni di discriminazione e pregiudizio. Importante è il Fondo Regionale per la non autosufficienza (FRNA) che finanzia interventi socio-sanitari per disabili e anziani, e la funzione dell’assistente sociale che può inserire il disabile in strutture diurne. Generalmente però la disabilità viene sostenuta da un familiare che si prende cura del soggetto in modo continuativo (care giving familiare) Area anziani: Ass.Soc Giovanna Vendemia Il primo contatto tra la famiglia e l’assistente sociale è la fase dell’accoglienza che avviene in ufficio oppure nel domicilio della famiglia per impossibilità di movimento da parte dell'anziano. Le richieste sono sopratutto l'inserimento dell'anziano in una casa di cura. In questo momento bisogna capire se sia la scelta migliore per l'anziano e per il raggiungimento del suo benessere dovendo fare i conti con il fatto che potrebbero essere i suoi ultimi anni di vita, quindi garantire una buona qualità di vita è l'obiettivo principale; allo stesso tempo l'assistente deve affiancare e sostenere i familiari che possono attraversare sentimenti di colpa nella decisione dell'istituzionalizzazione dell'anziano. Dopo aver valutato l'autonomia dell'anziano, se il ricovero in casa protetta non è obbligatorio, si procede con l'attivazione dell'assistenza domiciliare oppure con il ricovero diurno dell'anziano per alleggerire il carico delle famiglie e per promuovere attività ricreative e di compagnia per l'utente. L’assistente sociale è inserito in un’equìpe di lavoro, formata da assistenti sociali, RAA (referente attività assistenziali), un coordinatore e un responsabile del caso (R.D.C). Lavorare in quest area richiede determinate caratteristiche: pazienza, comprensione, sensibilità, rispetto ,ascolto e sapere distinguere le richieste dalle aspettative. Adulti in difficoltà:Caterina Sacchi Le persone adulte che si rivolgono ai servizi sociali hanno problemi di integrazione o chiedono diritti sulla cittadinanza per la propria città, in quanto spesso si tratta di stranieri o di migranti. Gli adulti vivono un disagio, uno stato di malessere, che spesso è causato da un insufficiente reddito, dalla mancanza di un tetto dove vivere, soffrono di solitudine ect..; ma d’altra parte sono portatori di storie di vita e devono essere ascoltati e valorizzati. I primi interventi , “di bassa soglia”, offrono i servizi del dormitorio e della mensa e sono importanti perchè rispondo ai bisogni in cui c'è in gioco il sostentamento e la sopravvivenza dell'adulto; impostano un progetto a lungo termine con la persona; e avviano un lavoro in sinergia, in cui l’individuo si sente protetto \ aiutato ma nello stesso tempo attivo e al centro di un progetto. Altre soluzioni possono essere: collocazione in strutture, sussidi economici e altri supporti educativi. Area penale: Ass.Soc Concetta Feo Di quest’area si occupa il Ministero della giustizia e il servizio penale penitenziario. L’assistente sociale in primo luogo collabora con carceri e istituti penali e nei casi più gravi con il “regime 41 bis” ,integrato al carcere di Parma: regime di isolamento, senza possibilità di contatti con l’esterno, e le visite familiari sono ridotte e in presenza di un vetro divisorio tra la famiglia e la persona. In secondo luogo lavora sulle misure alternative al carcere, per evitare il sovraffollamento delle carceri, dando la possibilità di scontare la pena diversamente: semi-libertà (la persona può uscire e rientrare alla sera), detenzione domiciliare. In Italia è presente l’ergastolo ma viene riconosciuta la possibilità di accedere a benefici( lavori socialmente utili) per diminuirne la durata; e la Costituzione riconosce la possibilità della rieducazione dell’individuo e aiutando quest'ultimo in un graduale reinserimento nella società attraverso percorsi sociali. Area sportelli: Ass.Soc Alma Chiavarini Gli sportelli sociali hanno una funzione di mediazione tra l’utenza e il servizio sociale , nei quali i cittadini possono richiedere informazioni di vario genere e possono portare la
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