Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

cos'è il racconto e come nasce, Schemi e mappe concettuali di Letteratura Italiana

cos'è, com'è nato e come si è sviluppata la narrazione breve italiana

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2019/2020

Caricato il 22/09/2022

Diana0003
Diana0003 🇮🇹

7 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica cos'è il racconto e come nasce e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! LETTERATURA ITA MODERNA E CONTEMPORANEA LEZIONE 1 NARRAZIONE BREVE: argomento principale: il racconto. 3 esperienze di narrativa breve di 3 grandi scrittori: Fenoglio, Calvino e Tabucchi. COS'E' IL RACCONTO? Teorici, critici e anche attraverso riflessioni di scrittori di narrativa, sulla letteratura e cultura europea e anglo-americana. OPINIONI da POE a O'Connor, Herry James, Carver; King...> spettro di confronto e riflessione sulla letteratura occidentale. No nello specifico della narrazione letterale dei singoli autori> MA LA LORO VISIONE DEL RACCONTO=che cosa significa per loro scrivere racconti e come pensano il racconto debba essere e cosa sia; questa forma narrativa. Anche apporti di critici come Tash, Haichenban, Slofthish, che se ne sono occupati a livello teorico. MATERIALE DI STUDIO: diapositive, slide. Distinzione tra novella e racconto: distinzione di non facile determinazione. Narr. Breve= brevità= elemento di distinzione. Come si misura la brevità e la lunghezza? GRANDE QUESTIONE, che subisce nel corso degli anni varie rivisitazioni e modifiche. N. Breve= poche pagine. >1 slide.= narrazione che parte dalla classicità= letteratura greca-narrazioni brevi in forma autonoma. Caratterizzata dalle fabule Milesiae> narrazioni di tipo comico umoristico, che avevano una loro dimensione autonoma, mentre racconti brevi presenti all'interno di opere piu complesse come “le storie di Erodoto”., Retorica classica, opere di cicerone 1 sec d.c. come De inventione. C. distingue tra quella che lui chiama “la narratio brevis” e “narratio aperta e narratio probabilis” che sono forme di narrazione. 1.sta ad indicare nella retorica e oratoria ciceroniana un discorso chiuso, concluso, definito che di solito non aveva un rapporto con la realtà, inverosimile. Con lo scopo di dilectare= divertire. 2. fa riferito alla realtà, aspetto fondamentale dell'orazione ciceroniana. Francia medievale 12 sec. Dove si formano diverse forme di narrazione breve, aventi varie caratteristiche, dove il punto di riferimento è la narrativa medievale. Narratif bref= piccoli aneddoti di vario tipo che si contrapponevano alla Chanson de Geste e roman, grandi romanzi cavallereschi, agiografiche, sentimentali francesi> diffusi anche in italia pero soltanto nel 1550' con aristotele e tasso. B.N.= leggende agiografiche sulla vita dei santi che avevano lo scopo di edificazione e di celebrazione della vita dei santi, o usati nelle omelie dei sacerdoti o santi, gli exempla(ambiti religiosi)= esempi di fatti relativi alla religione che dovevano costituire un esempio di comportamento= scopo“movere”=fornire dei modelli di comportamento facendo riferimento ai comportamenti e vite dei santi. Poi in versi: c'erano i lais(temi d'amore) o fabliaux(fatti comici, beffe)> argomento profano, si legavano al mondo delle corti feudali. In prosa: che fanno riferimento alla letteratura e cultura provenzale= grande importanza per lett ecult italiana nel medioevo. Legati alle “vidas” e “razos”(commento liriche canzonieri/menestrelli medievali, con spiegazione riferimenti alle loro opere) dove si raccontava la vita dei cantori, menestrelli provenzali (musica e poesia). “novas”(fatti nuovi, strani, particolari).=DIVERTIMENTO. Tutte queste modalità di narrazione breve, si inseriscono, non più nella tradizione orale che era quella di partenza ma codificate in Italia soprattutto l'opera senza autore: Il novellino (prima raccolta di prose brevi di vario tipo, da vite santi, storielle argute, licenziose) codificato e messe per iscritto tra il 1280 e 1300. Indicata come il vero atto di nascita della novella della tradizione medievale italiana. Cesare Segre (critico letterario), considera Il novellino il PRIMO VERO TESTO NOVELLISTICO della tradizione letterario italiana, a cui farà seguito Il Decameron con cui si afferma il termine NOVELLA.> termine che deriva dall'aggettivo novus latino che vuol dire “cosa nuova, mai sentita”. La novella è raccontata; nasce come esposizione orale di un fatto. Es: nel Il decamerone si trova una struttura a cornice_ storia di cornice nella quale si inseriscono altre storie. Novelle scritte che sono raccontate oralmente= IMPOSTAZIONE ORALE=la novella tradizionale ha questa caratteristica di base= voce narrante che racconta qualcosa ad un ascoltatore interno.=AFFABULAZIONE RIVOLTA AD UN ASCOLTAORE.> QUESTO UNO DEI CARATTERI DISTINTIVI TRA NOVELLA E IL RACCONTO MODERNO.(NB) Descrizione novella di Cesare Segre rispetto alla favola esopica: nella novella medievale i personaggi sono umani, quindi si differenza dalla favola esopica (contenuti fantastici) che presentava personaggi animali (allegorie e travestimenti comportamenti e vizi umani) =novella medievale (il termine racconto entrerà molto tardi nella storia letteraria, solo nel 1800. per narrazione breve resiste novella che supera le soglie del novecento, es. “Novelle rusticane” di Verga, “Novelle per un anno” di Pirandello, “Novelle” di Federico Tozzi. Nella letteratura europea e anglofona, si afferma molto presto il termine racconto come nei racconti di Maupassant o nei racconti russi. Il novellino (i racconti vivono di vita autonoma, raccolta di racconti) molto diverso dal Decamerone (libro>testo a cornice, costruito molto fortemente su questo modello di inclusione delle novelle all'interno di un altro tipo di racconto) > presse per capire la nascita della novella, termine che prosegue attraverso i secoli, dal Decamerone in su, per poi essere sostituito dal termine racconto in epoca 900' che assumerà un maggiore interesse per gli scrittori. Escursus storico letterario su come cambia il rapporto di questa forma narrative e i vari tipi di società che questa forma narrativa assumono. La novellistica del Decamerone nasce in un contesto sociale in cui si sta affermando una classe mercantile, borghese, quindi si radica in contesti sociali ben precisi. 1842> salto fino ad Edgar sulla definizione di racconto. Poe punto di partenza delle teorie moderne sulla “short story”. LEZIONE 2 Rapporto tra novella e romanzo: la Narrazione breve> partiamo da POE (prima meta 800’) che è considerato il primo grande teorico sulla narrazione breve, dal quale vari scrittori prenderanno spunto dal suo pensiero riguardo al racconto. P. tradotto molto in Francia e poi arrivato a noi. P.0 riflette sui metodi della narrazione. TEORIA Poe: “short story” o “prose tale”, 2 saggi= 1842=> recensione a racconti di Nathalien Hawthorne, “racconti narrati due volte”. La filosofia della composizione saggio del 1846 dove Poe presenta sostanzialmente le tre teorie sulla letteratura: FORMA BREVE=VERO BANCO DI PROVA DOVE SI RIVELA IL VERO TALENTO DI UNO SCRITTORE, forma letteraria per eccellenza, molto di più del romanzo (che è una dilatazione di un nucleo narrativo). 1840 la canonizzazione del racconto breve> dove lo scrittore può dare il meglio di sé. “A short story is a brief of tale which can be told or read at one sittings” > una storia BREVE, che può essere detta o scritta o letta in un’unica unità di tempo. N.B.= tales=racconti favolistici, stories=racconti di tipo realistico. ONE SITTING= assoluta unità temporale in cui deve essere letto; al contrario del romanzo=piu tempo di lettura, interruzione, distrazioni, dilatarsi della letteratura nel tempo> no unità nell’effetto, cosa che per poe è importantissima. Due punti fondamentali: 1.BREVITA’ dell’opera letteraria 2.ONE SETTING; 2.UNITY OF EFFECT > se questi momenti sono fratturati dal lettore perde EFFETTO del racconto= tensione verso il denument (lo scioglimento del racconto) fin dall’incipit. (seconda meta 800’) > Novella=molto accentuata, es.> Autori scapigliatura milanesi > I. Ugo Tarchetti, Boito, Carlo Dossi; Ippolito Nievo; Verga Vita dei campi, Novelle rusticane”; Luigi Capuana; D’annunzio Novelle della Pescara. Novella= entra all’interno delle testate giornalistiche, prendendo il posto a poco a poco del romanzo a puntate. Forma breve non sparisce mai. paralleli interni. STRUTTURA DELLA NOVELLA non dal punto della sua definizione teorica. Afferma che la novellistica (raccolte di racconti) breve precede la nascita del romanzo, e sottolinea la presenza delle raccolte di novelle, dell’insieme, che non sono semplici raccolte ma costituiscono dei libri organizzati in maniera evidente. Struttura a “cornice” (dove i racconti, sono inserite in una storia che le riunisce > es. Decameron* > una storia che congloba tutte le altre storie) e la struttura a “schidionata” (come su uno spiedo, accostati uno accanto a l’altro). La fiaba > critico Vladimir Propp > autore del saggio La morfologia della fiaba(1928) = cardine dell’analisi strutturale dei racconti, dove studia le strutture di base che caratterizzano la fiaba ovvero un racconto di tipo fantastico, che ha dei connotati funzionali, che si ritrovano un po in tutte le fiabe. > dove i personaggi agiscono come funzioni narrative: (protagonista, antagonista, l’aiutante, l’oggetto magico…) Ricerca di termini costanti ricorrenti in tutte le fiabe, elementi unificanti non tanto a livello di contenuti quanto in termini di azioni e funzioni, da qui il termine morfologia, che illustra la ricerca di termini costanti nella fiaba. *struttura boccacciana, tradizione antica che proviene da “le mille e una notte” 1952-54 > italo calvino > incaricato da casa editrice Enaudi di comporre una raccolta di fiabe italiane (fiabe popolari, regionali, italiane), C. di fronde alla mole di materiale (a volumi e scritte in dialetto) deve ridurre e tradurre in un italiano corrente, e con trame varianti della stessa fiaba. Per studiarne bene la struttura, si appoggia a Propp, per il suo percorso di analisi delle fiabe. Esperienza importante e decisiva per la sua successiva narrativa breve. Anton Cechov (1960-1904) > uno dei maggiori novellisti della letteratura russa, la posizione di C. è importante per la definizione di narrazione breve > 1.Il racconto si concentra su frammenti di realtà quotidiana (frammento=selezione di una realtà > racconto realistico) 2. Svalutazione della trama (assenza di conclusione, non necessariamente una tensione verso lo scioglimento finale, potrebbe anche non esserci) e destrutturazione dell’intreccio. 3.Brevità e compattezza (la brevità è sorella del talento (come poe=il racconto banco di prova del talento di uno scrittore), > riduzione dei dettagli e dei particolari anche nelle descrizioni, è necessario concentrarsi su un personaggio o su un unico spunto tematico > SELEZIONE. > qualcosa che giustifichi la selezione > 4.Novità del caso. 5.Richiamo ad un atteggiamento di freddo osservatore della realtà, ritrarre come un testimone spassionato, soprattutto nei momenti emotivamente più rilevanti, e quindi trattenersi dal cadere nel sentimentalismo. L’interiorità del personaggio deve scaturire dall’azione. Si avvicina al racconto di tipo naturalista francese (maupassant). (POE > Riflessione romanzo e racconto in area anglosassone > tradizione molto ricca di riflessioni e analisi. Oxford dictionary of literary terms, definizione di short-story “most frequently a short-story writer of nineteenth or twentieth centuries focuses on a single characters in a single episode, and rather than tracing his development, reveals hima t a particular moment”.) Concetti: singolarità dell’evento, del caso, del personaggio e tematica; e il tempo=nel racconto legato a un particolare momento, frazione di tempo. NARRATORI ANGLOFONI: Henry James (1843-1916) Autore di riflessione teorica esposta nel saggio critica letteraria Arte del romanzo del 1882. Grande fan di guy de maupassant, secondo il cui la caratteristica fondamentale è quella di una ricerca ossessiva della brevità come CONCISIONE, non necessariamente per lunghezza ma nella sua idea, compattezza narrativa. James distingue 2 tipi di racconto: RACCONTO AD INTRECCIO (un po alla Poe, dove accade qualcosa di sconvolgente, l’idea di unità d’effetto, scioccante > “detached incident clear as a pistol shot”) e RACCONTO EVOCATIVO (l’elemento di base è la percezione della complessità del reale, e il quotidiano viene filtrato attraverso la percezione soggettiva, quindi di un personaggio; e la complessità della realtà sta al di sotto della superficie resa attraverso l’interiorità dei personaggi. Definizione non di qualifica, del racconto. Frank O’Connor: approccio al racconto in maniera più teorica e precisa. Scrittore irlandese di racconti e romanzi, soprattutto racconti drammatici sulla situazione irlandese. Nel libro The lonely voice (1963) uno dei più influenti libri sulla forma della short story: 1. La Short story, il racconto è la forma più adatta all’epoca moderna, e più adatta a rappresentare la “submerged groups” o “submerged populations”, la popolazione sommersa che sono strati più bassi della popolazione, classi subalterne, gli esclusi, i diversi, gli “outcast”; gli emarginati che vivono ai margini della società senza avere una voce. 2.Tema> La solitudine ovvero la condizione esistenziale profonda dell’uomo. Quindi, 3. il racconto si distingue dal romanzo non tanto per forma ma per IDEOLOGIA. Nel romanzo ci sono gli eroi, nel racconto gli uomini> coloro di cui non si parla nei vari romanzi, che vivono ai margini della società; e non si tratta di un’ideologia politica o sociale, ma di una RICERCA ESISTENZIALE. 4.Selezione di un momento significativo. 5.”bony structure” > il racconto deve avere una struttura solida. 6. “La forma del romanzo è dovuta alla sua lunghezza, nel racconto la lunghezza è stabilita dalla forma” > il fatto che il romanzo, come concezione globale non ha limiti di lunghezza, determina la forma= è l’elemento che fa si che il romanzo si scriva in un certo modo, ovvero abbia una sua forma precisa; viceversa nel racconto, è la forma che decide la lunghezza. Altro punto, “the story represents a struggle with time” > lotta con il tempo (O. C. > gestione del tempo all’interno di un racconto) > cercare un punto esterno al tempo, nel quale passato e futuro possano essere osservati simultaneamente. Sincronia tra passato e futuro. (es.Tabucchi); O. immagina i fruitori del racconto come “listeners” più che come “readers”. > antica tradizione novellistica, capacità affabulatoria della scrittura che è tipica del racconto orale. > Luigi Pirandello > monologhi teatrali > qualcosa detta a qualcuno non scritta per essere letta. “l’uomo dal fiore in bocca” > trasposta in un monologo teatrale > O’Connor. The short story “a from where a whole lifetime must be crowded into a few minutes”. LEZIONE 4 Raymond Carver, autore americano, scrittore di racconti e saggista, uno dei grandi della narrativa breve contemporanea. Scrisse molte raccolte di racconti, la più famosa Cattedrale. Il libro Il mestiere di scrivere > manuale di scrittura creativa, idea di racconto per “i discepoli”, approccio professore/studenti (film L’attimo fuggente); artigianalità del racconto > “mestiere” > strumenti. Carter un attento artigiano della parola e dell’essenzialità. Scrittore che esalta la forma della narrazione breve, la sua raccolta di poesie 1985, la chiama addirittura “racconti in forma di poesia”. Prima pubblicazioni racconto nelle riviste, come tanti altri. Carter riprende la definizione di Poe secondo il racconto deve essere scritto e letto in una sola seduta > “volevo scrivere ciò che potevo scrivere e ciò che si può leggere in una sola seduta” mettendo così in stretta vicinanza scrittore e lettore. (Tabucchi > lotta contro il tempo). La fatica del romanzo. “adoro il salto rapido che c’è in un buon racconto, l’emozione che spesso ha inizio fin dalla prima frase il senso di bellezza e di mistero che si riscontra nelle migliori storie. È il fato che un racconto si può scrivere e legger e in una sola seduta, proprio come le poesie”. Racconto paragonato al sonetto. Rapporto diretto scrittore/lettore. deve ricostruire ciò che lo scrittore lascia intuire, occhio deve cogliere l’intravisto. Teoria dell’intravisto con la coda dell’occhio, di sfuggita. > racconto si concentra su personaggi e storie, ma capacità di vedere nelle pieghe della realtà, un personaggio una storia con la coda dell’occhio, un qualcosa d’intravisto, visione non del tutto a fuoco > alcuni elementi sfuggono, e possono essere intuiti, con un meccanismo di allusione. Il lettore ha il compito di cogliere l’intravisto che lo scrittore lascia intuire. La TEORIA DELL’INTRAVISTO con la coda dell’occhio, di sfuggita e l’allusione. Victor Pritckett (Introduction to The Oxford book of short stories, 1981) “Because the short story has to be succinct and has to suggest things that have been ‘left out’”. Il racconto deve suggerire cose che sono state lasciate fuori. Lo scrittore gioca su quell’intravisto, e costruendo su questo il racconto, in questo consiste tutta l’abilita di uno scrittore. Le storie hanno un’origine nella realtà, “le storie non nascono dal nulla”; il racconto si fa come “una palla di neve che rotola a valle”, scivola via e si auto-costruisce. La soluzione, la conclusione finale può anche essere sospesa, soluzioni aperte. Tutto scritto in uno stile preciso e rigoroso. Rappresentazione della middle class americana, nella sua parte più bassa. Non si parla più di lunghezza, dato per scontato che la sua dimensione è ridotta, (anche perchè al tempo si prediligeva l’uscita in riviste). INTRAVISTO E PARZIALITA DEL RACCONTO. Nadine Gordimer (1923-2014): scrittrice sudafricana, premio nobel per la letteratura. Autrice di romanzi e racconti, con una predilezione per quest’ultimo tipo. Autrice della raccolta Beethoven Was One-Sixteen Black, raccolta dove compare un testo che può essere definito una sorta di autoanalisi, un testo meta-narrativo dove esprime la sua visione del racconto breve; The flash of fireflies, il racconto è come la luce di un flash o la luce di una lucciola che può illuminare solo per un attimo porzioni di mondo e solo nel presente. La narrativa, il racconto perciò è meglio, rispetto al romanzo, per la sua costituzionale brevità e più adatto a rappresentare la contemporaneità, potendo cogliere solo un frammento della realtà rispecchiando la solitudine e l’isolamento dell’individuo in una società competitiva. Stephen King: 12 raccolte di racconti dal 1978 al 2020, come ad esempio A volte ritornano e Se scorre il sangue. King è uno scrittore sia di romanzi che di racconti contemporaneamente. Il maestro dell’horror, in cui la tensione narrativa è il culmine dell’espressione della sua narrativa; è in King che la suspense è il carattere trainante di tutto il libro, racconto e romanzo. King parla nell’introduzione alla raccolta Tutto è fatidico come l’arte del racconto non sia perduta ma sia altrettanto vicina all’estinzione della poesia. I racconti per King sono idee splendidamente concise e pezzi unici, che si possono completare in una sola seduta, ma scrivere racconti non è così facile come leggerli, non è come andare in palestra ma piuttosto come in palestra: o ci si tiene allenati o si perde tutto. Spiega che un racconto è come un bacio veloce, nel buio ricevuto da uno sconosciuto, un bacio può essere dolcissimo ed è nell’intrinseca brevità del gesto che risiede la sua speciale attrazione, mentre un romanzo è paragonabile a una relazione sentimentale lunga e soddisfacente. Anche se con il tempo diventa difficile scrivere racconti ma non bisogna rinunciarci. On writing (2000) libro pubblicato dopo il suo incidente d’auto che lo aveva tenuto lontano dallo scrivere. E’ un libro diviso in cinque sezioni, ognuna con un focus diverso, ma tutte collegate dallo slancio dello scrittore a raccontare come se fosse un manuale, il rapporto tra lui, la scrittura, tutto indirizzato al lettore. Julius Cortazàr (1914-1984): Alcuni aspetti del racconto testo di una conferenza tenuta a Cuba, che introduce il Bestiario (1992) Cortàzar enuncia non sola la modalità fondamentale del racconto ma ciò che chiede al lettore: il coraggio di tuffarsi di seguirlo in silenzio e di porsi in ascolto. Il romanzo è come un film che vince sempre per i punti, ma un racconto che è paragonabile alla fotografia vince per knock out. Il racconto come la fotografia, “ha il paradosso di ritagliare un frammento di realtà fissandogli determinati limiti, ma in modo tale che quel ritaglio agisca come una esplosione che apra su una realtà molto più ampia, come una visione dinamica che trascende spiritualmente il campo compreso nell’obbiettivo” (Bresson). Racconti prevalentemente fantastici. Il materiale significativo: come guardare un appartamento dal buco della serratura. L’INTENSITA’ è una caratteristica necessaria per Cortazar, eliminare il superfluo e le situazioni intermedie che il romanzo può permettersi invece, così facendo si consente di mantenere la tensione narrativa che si deve manifestare sin dalle prime parole, arrivando così al totale assortimento del lettore. Herbert Ernest Bates (short story=racconto) scrittore inglese che nel 1972 pubblica il saggio The modern Short Story. From 1809 to 1953 un’ampia ricognizione del racconto moderno (non della novella antica) dal 1809 al 1953. Per Bates il racconto non supera la data 1953, che nella seconda meta del 900’ secondo B, entrerebbe in crisi come genere letterario, a favore poi del romanzo. B. parte dal presupposto che il racconto sia un genere letterario molto flessibile, elastico, quindi difficilmente definibile, anche a livello di misura effettiva. Ma sottolinea che il racconto breve/short story ha una particolare conformazione narrativa in cui ogni dettaglio dev’essere calcolato nel dettaglio, niente può essere superfluo, nulla può aprirsi verso divagazioni o elementi inutili, ma tutti gli elementi del racconto devono contribuire al racconto stesso. Bates fa l’esempio “che se scioglimento/conclusione; bisogna fare una distinzione tra chiusura narrativa (=la storia che è raccontata nel romanzo arrivi a una definitiva conclusione, dove sappiamo come finisce la storia; e senza essa il romanzo è aperto, non sappiamo come si chiude, come finisce) e explicit (=momento in cui il testo si chiude, si conclude tutto ciò che è l’intreccio del romanzo); avendo fatto ora questa distinzione capiamo cosa voglia dire Calvino quando dice “mi viene naturale di chiudere anche una storia che resti aperta”, cioè finire, dare un explicit a storia che però resta aperta, senza chiusura narrativa. (è un po come il meccanismo delle serie televisive, dove le storie si chiudono a fine episodio, ma c’è sempre una storia che resta aperta; NB in serie, NON IL CASO DI CALVINO). Attraverso questa frasie Calvino non ci da una descrizione di che cos’è secondo lui il racconto, ma attraverso essa possiamo capire come lui lo vede. Quindi il “narrar breve” si qualifica per due cose: la COMPIUTEZZA (anche se non c’è un vero finale) e la BREVITA’. (n.b. = brevità ha un significato specifico per calvino, che si vedranno nella prossima lezione). LEZIONE 6 Per Calvino la narrazione breve è caratterizzata da due connotati: compiutezza e brevità. Compiutezza di senso del racconto, che non implica l’idea di chiusura narrativa, ma con un explicit del racconto che dia completezza al racconto stesso. Nella risposta a Radice, Calvino per parlare del narrar breve utilizza il termine “storia”, lo utilizza semplicemente per indicare la trama. La brevità, utilizzata non nel senso di una misura maggiore o minore di estensione del tempo, che per Calvino non è una questione di lunghezza, se non di densità espressiva, cioè il fatto che in questa porzione di testo siano concentrati tutti gli elementi che costruiscano un qualche senso compiuto. Densità, concetto che non comporta nessuna dimensione prestabilita di misura quantitativa. Poi, per Calvino, una storia può essere aperta o chiusa, concetto che vale sia per il romanzo che per il racconto. Testo di riferimento per “lo scriver breve” sono le “le lezioni americane”: sono 5 lezioni che C. avrebbe dovuto tenere a New York, e che proponevano delle riflessioni sulla letteratura scegliendo 5 valori letterari su cui fondare la narrativa del terzo millennio: uno di questi è la rapidità, e quindi il concetto di scriver breve. Scrivere, raccontare, narrare è un’operazione “che agisce inevitabilmente sullo scorrere del tempo, alterandolo per contraddizione o dilatazione, fino a renderlo inevitabilmente incommensurabile col tempo reale.” Per capire questo discorso bisogna risalire alle modalità della narratologia breve, che studia le forme della narrazione, dove il tempo del racconto non coincide quasi mai con il tempo della storia (es.flashback, ellissi di tempo); ma anche perché un narratore può operare su questo tempo modificandolo, dilatandolo o contraendolo, per esempio può dare importanza ad un evento che nel tempo reale dura 1 h, e fare di quest’ora un intero romanzo. Diversamente può concentrare il tempo di 10 anni, in poche righe. Quindi, Calvino per definire la rapidità, si riferisce a Leopardi, dello “zibaldone”, dove indicava come caratteristica della poesia, la rapidità, perchè riesce a far risaltare numerose idee anche da una sola parola; quindi secondo Leopardi, la parola sola può contenere in sé, un insieme di elementi molteplici, e quindi è “sintetica”, come qualcosa quindi di rapido. Da qui parte Calvino, che mette a confronto la rapidità della parola poetica con certi meccanismi di dilazione narrativa, ad esempio come in “una mille e una notte”, in il racconto serve a far passare il tempo, dilatarlo e allontanare la condanna della narratrice. Quindi Calvino alle due soluzioni: quella della rapidità e quella della lunghezza; preferisce la rapidità e la definisce come “quickness”, che si contrappone a “shortness”. 2. Definisce la misura lineare di un testo, 1. Definisce la sua essenza narrativa, si tratta di qualcosa come la capacità di cogliere velocemente, il senso del racconto; rapidità, vale velocità, e in senso figurato, acutezza, fulmineo movimento del pensiero che riesce a cogliere relazioni non comuni tra elementi di realtà discontinui e disomogenei, e a dirli con un linguaggio preciso, necessario, esatto. “Esattezza”, tema di una delle 5 lezioni americane, dove anche in questo il punto di partenza è Leopardi, Leopardi del vago e dell’indeterminato. Nel momento in cui Leopardi parla del valore poetico del vago e dell’indeterminato fa un elenco, un catalogo preciso di tutte le immagini, espressioni, metafore, etc… adatte a suscitare quel senso di vago ed indeterminato, e quindi le due cose, esattezza e il vago e indeterminato non sono poi così in contraddizione. Compiutezza, densità, aspetti che contraddistinguono la definizione calviniana dello “scriver breve”. Ma altro elemento molto importante. Calvino si rende conto che scriver breve, potrebbe coincidere con la irrappresentabilità del mondo esterno, che non può essere rappresentato se non attraverso la forma breve. Citazione lettera di Calvino a amico e critico, Mario Lavagetto “A questo (cioè al segmento del racconto) non do però un significato d’adesione ai tempi brevi -ossia, non c’è dubbio che viviamo in un’epoca di tempi frantumati, senza respiro, senza possibilità di prevedere e progettare, che questo ritmo s’impone anche su ciò che si muove con tempi lunghi e lunghissimi, nelle ere geologiche come nella storia della società”. Qui teorizza quello che è la sua operatività letteraria nella seconda parte della sua esperienza di narratore, soprattutto nel Le città invisibili, Il castello dei destini incrociati, Se una notte d’inverno un viaggiatore, ma anche con i racconti delle cosmicomiche, che sono apparentemente “autonomi” ma collegati con un’intensione di serialità. In Calvino c’è la tendenza a superare l’elemento parcellizzante del racconto, inserendolo in una struttura più ampia, una sorta di serialità narrativa che compensi i due aspetti: aspetto della brevità, e l’aspirazione ad un tempo lungo, una totalità. Questi libri scritti con il concetto di romanzo a cornice. Immagine fondamentale, nel Le città invisibili, dell’ARCO (architettonico) “è formato da una serie di pietre disposte in un modo che si diano stabilità e consistenza a vicenda”, le pietre (elementi singoli) che fanno l’arco (la totalità) che conferisce un senso compiuto alle pietre, ma arco non sarebbe possibile senza le pietre. Immagine del motto latino “festival lente” affrettati lentamente, ossimoro che piaceva molto a Calvino. La lentezza, compiutezza, tempo lungo e dall’altra parte la rapidità e la velocità di esecuzione. Ultima fase narrativa calviniana, dove diventa difficile distinguere forma breve e forma lunga, dove prevale un discorso “modulare”: moduli che si combinano all’interno del libro in una struttura più ampia. Calvino conclude di essere uno scrittore di mezzo tra racconto e romanzo, e trova questo escamotage del romanzo a cornice per poter inserire in un contesto ampio come un romanzo, tante piccole componenti, i racconti a sé stanti. (5 valori (i quali secondo C. si dovrebbe formare la narrativa del 3 millennio): leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità) Autoesegetico: vuol dire una spiegazione di sé stessi, esegesi di se, le lezioni americane sono una forma di autoesegesi di calvino. Antonio Tabucchi: autore pisano, studioso di letteratura portoghese (Pessoa), numerosi romanzi, e numerosissime raccolte di racconti. Racconti particolari, caratterizzati da una lotta contro il tempo. Rimescolamento strutture temporali del racconto, che finiscono per rompere la linearità del racconto, costringendo il lettore a ricostruirla. Manipola il racconto attraverso le strutture del tempo. Tabucchi ci comunica le sue considerazioni sulla forma breve, ma non proprio in maniera teorica come Calvino. 1.Difficoltà del narrar breve (come anche poe): forma difficile, è un lavoro di oreficeria, forma di artigianato preziosa e minuziosa. La sua brevità non consente sbavature, distrazioni e nemmeno eccessi. Non come in un romanzo, in cui ciò può essere tollerato. 2.Il racconto è una forma chiusa come un sonetto in poesia (Federico Tozzi), è una forma chiusa che ha una sua geometria interna. Come il sonetto che ha regole precise. 3. “Il romanzo è sempre disponibile come una casa di proprietà, mentre il racconto è un appartamento in affitto”: uno scrittore il romanzo lo può scrivere in più tempo, lasciarlo per poi ritornarci; mentre un appartamento, dal momento che te ne vai, non ci puoi più tornare, così il racconto che deve essere chiuso in un tempo preciso e definito, (tempo breve). 4.Il racconto è una misura, una lotta contro il tempo, bisogna terminarlo in un tempo ben definito. Così con queste interviste ci racconta la sua percezione sul racconto, non come teorico, ma dal punto di vista, come scrittore. Con T chiude il discorso sulle “parole d’autore” cioè come gli scrittori hanno discusso, ragionato sulla forma racconto. DEFINIZIONI DIFFERENZIALI: introduzione ad una antologia 1964, I Maestri del racconto italiano, introduzione firmata da un poeta e scrittore italiano Elio Pagliarani e dal critico letterario Walter Pedullà, in questa intro i due prefatori fanno una distinzione tra novella (da pensarla nella sua forma della narrativa classica) e racconto (r. moderno, da poe in poi). Nella novella classica- medievale (decameron): 1. L’oggetto (i fatti) prevale sul soggetto. I fatti predominano sui caratteri, le azioni sui personaggi, tempi dinamici, utilizzato l’indicativo e della terza persona= quindi un narratore esterno, visto come un mero portavoce dei fatti. Il lettore assume carattere dell’ascoltatore (novella nasce dalla tradizione orale). Invece nel racconto moderno: 2.Il soggetto prevale sull’oggetto. I personaggi predominano sulle azioni, cambiano i modi verbali, modi verbali della possibilità, congiuntivo, condizionale. Il dinamismo si stempera anche in elementi di pausa, statici. Il narratore assume un una funzione privilegiata sia che sia esterno e in terza persona. Secondo A. Asor Rosa, “raccontare” è un modo di narrare che presuppone un lettore/spettatore. Teoria di A. Asor Rosa si basa sulla ricezione= come funziona la comunicazione tra il narratore e il ricevente di questo messaggio letterario. E’ su questo che si basa la differenza tra novella e racconto. Un’altra definizione differenziale è quella seguente (slide): novella di C.Segre (novella tradizionale) e racconto (moderno, da Edgar in poi). Uno degli aspetti che distingue il racconto è quello di puntare sul racconto come genere di eccellenza della modernità. Importante definizione di Giorgio Manganelli che definisce il racconto come una “goccia di mercurio”. Che si raggruppa in una piccola goccia inafferrabile, vivacissima che prende tutte le forme. Mercurio, messaggero degli Dei, mobilissimo. Il racconto è parziale, ci offre un pezzetto parziale della realtà (proprio perché parziale non può essere esaustivo, ma rappresentazione allusiva), mentre il romanzo invece aspira a una rappresentazione totalizzante della realtà. Il racconto ha una possibilità di forme/modelli autonomi, che si creano in considerazione del tema, dell’episodio, di ciò che il narratore ci vuole raccontare, il racconto quindi è una variabile per questo difficilmente definibile. Importante ricordare il ruolo della stampa. “tutti discendiamo da Il cappotto di Gogol” (Turghenev), storia particolare di questo personaggio che si fa un cappotto, per vedere le varie forme che può avere il racconto. Contaminazioni, il romanzo a cornice e il racconto lungo: Romanzo a cornice, estratti alcune considerazioni sul rapporto fra elemento totalizzante ed elemento parcellizzare, da un saggio di questo critico italiano Guido Guglielmi; interazione tra romanzi e forme brevi; “racconto a cornice…” come succede in Se una notte d’inverno un viaggiatore di Calvino; “contaminazione di romanzo e racconto”, può portare al fatto che non esista una vera distinzione tra le due forme, e l’autore che può rappresentare questa caduta delle barriere è Carlo Emilio Gadda. Mario Barenghi, definizione racconto lungo, forma intermedia tra il racconto e il romanzo. C.E.G. ha praticato sempre un’aspirazione al romanzo, ma poi ha utilizzato materiale di questi romanzi è gli ha utilizzati come racconti. Es La cognizione del dolore, pubblicata in volumi nel 1963, però alcuni capitoli di questo romanzo erano stati pubblicati in una raccolta di racconti pubblicata prima nel 1944. Un testo che nasce come romanzo, prima pubblicato a episodi in rivista e poi a volumi, ma due capitoli sono racconti. Questo per sottolineare che la ricerca narrativa nel 900’ spesso la barriera tra f. lunga e f. breve, cade.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved