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cos'è la coscienza? cos'è l'attenzione?, Sintesi del corso di Psicologia Generale

Tratto da ''Psicologia Generale'' di Richard J. Gerrig, Philip G. Zimbardo, Luigi M. Anolli, Pier Luigi Baldi (seconda edizione)

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

In vendita dal 21/03/2020

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jessicaloi6320 🇮🇹

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Scarica cos'è la coscienza? cos'è l'attenzione? e più Sintesi del corso in PDF di Psicologia Generale solo su Docsity! Attenzione L'attenzione è l'insieme dei dispositivi e meccanismi che consentono di concentrare e focalizzare le proprie risorse mentali su alcune informazioni, definendo ciò di cui siamo consapevoli in un dato momento. Gli individui rilevano le informazioni importanti, senza lasciarsi distrarre da quelle trascurabili mediante l'attenzione selettiva: processo di selezione di informazioni sulla base della loro marcatura e salienza. Perciò, l'individuo mette a fuoco, di volta in volta un certo oggetto o stimolo dell'ambiente. Fuoco dell'attenzione: processo che concentra le risorse attentive su uno specifico stimolo dell'ambiente. Secondo Broadbent la mente opera solo su alcuni stimoli in entrata grazie all'intervento di un sistema di filtraggio. L'elaborazione degli stimoli a cui non si presta attenzione fallisce prima del momento in cui le persone riescono a identificare gli stimoli stessi. Tra i fenomeni che sembrano contraddire questa idea rientra il cosiddetto effetto cocktail party: si pensa di aver udito il nostro nome in una stanza rumorosa, anche se le persone in quel momento erano impegnate in un'altra conversazione, questo perchè si è dimostrato che le persone sono molto sensibili a percepire il proprio nome tra le informazioni a cui prestano attenzione. Le persone hanno bisogno dell'attenzione cosciente per identificare suoni, immagini e altri percetti nell'ambente. In molte situazioni l'attenzione è divisa su diversi stimoli. È più difficile eseguire due compiti nel medesimo tempo che uno dopo l'altro. Coscienza La coscienza è la consapevolezza degli stimoli esterni e interni da parte del soggetto. È uno stato più che un processo; di norma si accompagna a una manifestazione fenomenologica, cioè un'esperienza che riflette un determinato processo di elaborazione delle informazioni. Nell'ambito dell'elaborazione delle informazioni, la coscienza sarebbe presente nelle conoscenze dichiarative: concernono le proposizioni che stabiliscono una relazione fra due o più idee (o eventi) e riguardano i contenuti della vita quotidiana. Per contro nelle conoscenze procedurali (= concernono le procedure e i modi con i quali si svolgono i compiti della vita quotidiana, che si basano sull'esercizio e sull'esecuzione di un determinato compito) la coscienza può essere operante nella prima fase dell'apprendimento; con l'esercizio, invece, queste attività diventano immediate e automatiche. Per questo motivo si distingue tra elaborazione automatica ( che opera in modo rapido, non richiede risorse attentive e avviene senza l'intervento della coscienza) ed elaborazione controllata (lenta, richiede l'intervento delle risorse attentive, ed è consapevole). La coscienza, pur essendo una funzione autonoma, si fonda e si radica su processi inconsci, come aveva già posto in luce Freud con la metafora dell'iceberg. → non siamo consapevoli dei processi in se stessi, ma solo dei risultati finali di questi. Studiare i contenuti della coscienza: Per studiare la coscienza, i ricercatori hanno dovuto sviluppare metodologie che rendessero misurabili apertamente esperienze che sono profondamente private: • Protocolli di verbalizzazione del pensiero: resoconti dei partecipanti, utilizzati per documentare le strategie mentali e le rappresentazioni della conoscenza che i partecipanti impiegano nello svolgimento del compito. • Metodo di valutazione dell'esperienza: i partecipanti forniscono informazioni sui loro pensieri e sentimenti durante l'arco di una normale giornata. Le funzioni della coscienza William James descrisse l'imponente mole di informazioni che colpiscono i recettori sensoriali come una “confusione”. La coscienza aiuta l'adattamento all'ambiente, dando un senso a questa confusione in tre modi:  La coscienza riduce il flusso di stimoli in ingresso, limitando quello che notate e quello su cui vi focalizzate (funzione restrittiva).  Immagazzinamento selettivo: all'interno della categoria di informazioni a cui prestate attenzione consapevolmente, non tutte sono rilevanti per quello di cui vi state occupando in quel momento.  Funzione di pianificazione: farci fermare, pensare e considerare le diverse alternative, basandoci sulle conoscenze passate e immaginando le varie conseguenze. SONNO E SOGNI Tutti gli esseri umani sono influenzati dai naturali ritmi del giorno e della notte. Il nostro corpo è regolato da un ciclo temporale conosciuto come ritmo circadiano: ciclo temporale che regola il nostro corpo; il metabolismo, il battito cardiaco, la temperatura corporea, ecc. In gran parte queste attività raggiungono il loro picco durante il giorno e toccano il punto più basso di notte, durante il sonno. Quando il ritmo cicardiano interno è asincrono rispetto all'ambiente temporale esterno, come quando si passa da un fuso orario ad un altro, si parla di jet lag, una condizione in cui i sintomi includono fatica, sonnolenza e di conseguenza ritmi sonno-veglia inusuali. I ritmi circardiani sono fortemente influenzati anche dall'esposizione alla luce. IL CICLO DEL SONNO Circa un terzo del ritmo circadiano è dedicato al sonno. La maggior parte di quello che si conosce sul sonno riguarda l'attività elettrica del cervello. La svolta per quanto riguarda lo studio del sonno avvenne nel 1937 con l'applicazione di una tecnologia per la registrazione delle onde cerebrali: elettroencefalogramma (EEG), attraverso cui si scoprì che a intervalli periodici durante il sonno si verifica una scarica di movimenti oculari rapidi (REM). Il periodo in cui chi sta dormendo non mostra REM è conosciuto come sonno non-REM. – sonno REM (20-20%) → fornisce al cervello un contesto in cui solidificare il raggiungimento di nuovi apprendimenti. 1) quando ci si prepara per andare a letto l'EEG mostra un'onda che si assesta in media sui 14 cicli al secondo 2) una volta messi comodamente a letto, inizia il rilassamento e le onde cerebrali rallentano, portandosi in un intervallo che varia dai 12 agli 8 cicli al second 3) ouna volta che ci si addormenta si entra nel ciclo del sonno e ognuna delle sue fasi presenta un andamento di EEG distinto 4) nella fase 1 del sonno l'EGG mostra onde che variano dai 7 ai 3 cicli al secondo. È caratterizzata da onde alfa, ampie e lente 5) nella fase 2 del sonno l'EGG è caratterizzato dai fusi del sonno, piccole scariche di attività elettrica dai 12 al 16 cicli al secondo 6) nelle due fasi successive (3 e 4) si entra in uno stato di sonno profondo. Le onde cerebrali rallentano fino a raggiungere 1 o 2 cicli al secondo e nello stesso tempo rallentano anche la respirazione e il battito cardiaco. Sono caratterizzate da onde delta 7) nell'ultima fase l'attività elettrica cerebrale aumenta: l'EGG è molto simile a quello registrato nelle prime due fasi. È durante questa fase che si verifica il sonno REM e iniziano i sogni. Poiché lo schema EEG di una persona nella fase REM somiglia a quello registrato nella fase di veglia, il sonno REM fu inizialmente chiamato sonno paradosso. Chi si sveglia a causa di un violento rumore può trovarsi in una situazione di confusione. In questa fase la persona che dorme si trova in uno stato di oblio. Le prime quattro fasi del sonno (il sonno non-REM) coprono circa 90 minuti. Il sonno REM dura invece 10 minuti. In una notte di sonno questo ciclo completo, di circa 100 minuti, si ripete dalle quattro alle sei volte. Al passare di ogni ciclo diminuisce il tempo speso in fase di sonno profondo e auments quello trascorso in fase REM. Durante l'ultimo ciclo si può passare in fase REM anche un'ora.  sonno non-REM (rappresenta il 75-80% sul sonno totale) → funzione principale: risparmio energetico e sonno  sonno REM (rappresenta il 20-25% sul sonno totale)
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