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Country report Germania, Guide, Progetti e Ricerche di Gestione delle Risorse Umane e Organizzazione

Nel seguente lavoro verranno analizzate alcune delle principali tematiche che riguardano l’economia di un Paese, nello specifico della Germania. Verranno analizzati i seguenti punti: -popolazione -popolazione lavorativa -tasso di occupazione e disoccupazione per genere ed età -tasso di disoccupazione -scolarizzazione forza lavoro -gender gap:differenza salariale e occupazione settoriale -istruzione

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2021/2022

Caricato il 22/03/2023

giuliadaleo097
giuliadaleo097 🇮🇹

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Scarica Country report Germania e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Gestione delle Risorse Umane e Organizzazione solo su Docsity! D’Aleo Giulia COUNTRY REPOT GERMANIA Prefazione. Nel seguente lavoro verranno analizzate alcune delle principali tematiche che riguardano l’economia di un Paese, nello specifico della Germania. Nella nostra analisi sono stati presi in considerazione dati di lungo e di breve periodo, al fine di poter proporre sia un quadro generale, che una visione più ristretta sull’impatto del periodo storico del Corona-Virus. Verranno analizzati i seguenti punti: -popolazione -popolazione lavorativa -tasso di occupazione e disoccupazione per genere ed età -tasso di disoccupazione -scolarizzazione forza lavoro -gender gap:differenza salariale e occupazione settoriale -istruzione -welfare e sussidi di disoccupazione, sussidi alle famiglie -relazioni industriali Introduzione. La Repubblica Federale di Germania è uno stato membro dell’Unione Europea situato nell’Europa centro-occidentale, che copre una superficie di 357 578 kilometri quadrati. La Germania è un membro dell’ONU, della Nato, dell’Unione Europea, del G7e del G4. É la prima potenza economica d’Europa, quarta al mondo dopo Stati Uniti, Cina e Giappone. È la quarta più grande economia in termini di PIL nominale (produzione di beni e servizi misurata in prezzi correnti) e la quinta in termine di parità di potere d’acquisto. È il secondo più grande Paese esportatore dopo la Cina e il secondo importatore di merci. La Germania è la prima economia dell’UE e produce, con un PIL nel 2020 pari a 3.329,0 miliardi di euro (nel 2019 erano 3.436,0), circa il 30% del PIL dell'Eurozona ed il 25% di quello dell’UE. Al PIL tedesco contribuiscono soprattutto i servizi (70% del PIL), e l’industria manifatturiera (circa il 23% del PIL, al netto del comparto edilizio che pesa per il 6%), mentre l’agricoltura e la pesca rappresentano circa lo 0,7% del PIL. Nel 2020, a causa del lockdown dovuto all'emergenza Covid-19, l'economia tedesca ha subito una profonda recessione (anche se meno grave di quella del 2009) che ha posto fine alla fase di crescita decennale, comportando un calo del PIL del 5,0% alla fine dell'anno (rispetto ad un calo nella media dell’Eurozona del 7,8%). Il numero di disoccupati ha così raggiunto il livello più alto dal 2016 e il tasso di disoccupazione, che rappresenta i disoccupati come percentuale della forza lavoro, è salito al 4,0% dal 3,0% dell'anno precedente. Secondo i calcoli provvisori dell'Ufficio federale di statistica - Destatis, il numero di persone occupate nel 2020 è stato inferiore dell’1,1% rispetto al 2019. Ciò significa che l'aumento dell'occupazione osservato per oltre 14 anni in Germania, anche durante la crisi economica e finanziaria del 2008-09, si è concluso con la crisi del coronavirus. Tuttavia, secondo Destatis, il trend di crescita dell'occupazione registrato dal 2007 in poi sarebbe probabilmente terminato presto anche senza la pandemia a causa della diminuzione del potenziale della forza lavoro dovuto al cambiamento demografico. L'effetto compensazione su questo sviluppo causato dalla maggiore partecipazione alla forza lavoro della popolazione nazionale e dall'immigrazione di manodopera straniera sta diminuendo Anche il commercio estero è stato gravemente colpito dagli effetti della pandemia. Nel 2020, le esportazioni tedesche sono diminuite del 9,9% rispetto al 2019. Per un confronto, nell’Eurozona si è registrato un calo delle esportazioni del 9,2% e delle importazioni del 10,8%. Lo Stato tedesco è molto attento ai temi dell’innovazione tecnologica e della digitalizzazione. In particolare, il Ministero federale dell'Economia e dell'Energia ha presentato nel 2017 un'agenda per l'innovazione intorno ai temi della globalizzazione, digitalizzazione e industria Popolazione. La Germania è il Paese più popoloso dell’Unione Europa, con una densità media degli abitanti per Kmq di 228 unità. Tasso di occupazione e disoccupazione per genere ed età. Attualmente, in termini di occupazione, all’interno dello stato Tedesco circa il 79% delle persone di età compresa tra 15 e 64 anni ha un lavoro retribuito; percentuale superiore rispetto alla media OCSE1, pari al 66%. Possiamo tuttavia constatare come sussista una differenza sostanziale a seconda del genere di appartenenza. Facendo riferimento agli ultimi 5 anni si può però notare come il numero delle donne all’interno del mercato del lavoro si sia alzato passando da un 69.9 % alla fine del 2017 fino ad un 74,9% nel 2021. Seppur continuando a riscontrare un divario rispetto al tasso di occupazione degli uomini, che si aggira intorno al 83,5%. La presente scheda analizza la crescente partecipazione delle donne e degli uomini tedeschi al mercato del lavoro ed il divario esistente tra i generi. In linea generale il tasso di occupazione effettivo si aggira intorno al 77,30%, superando l’obbiettivo che si prefigura l’Europa 2020, ossia nel portare almeno al 75% il tasso di occupazione delle persone di età compresa tra i 20 e i 64 anni. Tasso di disoccupazione. 1 L’OCSE è un’organizzazione internazionale di studi economici per i paesi membri, paesi sviluppati aventi in comune un sistema di governo di tipo democratico ed un'economia di mercato. Attualmente ha sede a Parigi e conta 36 paesi membri, tra cui la Germania. 60, 67,5 75, 82,5 90, DONNE UOMINI TASSO DI OCCUPAZIONE 2017 2018 2019 2020 2021 Si definiscono disoccupate le persone che attualmente non lavorano ma che sono disposte a farlo e che cercano attivamente un impiego. La disoccupazione di lunga durata può avere un effetto molto negativo sul senso di benessere e di autostima e può provocare una perdita delle competenze lavorative riducendo ulteriormente l'occupabilità. In Germania, la percentuale della forza lavoro disoccupata da un anno o più, si attesta attualmente all’1,2%, una percentuale leggermente inferiore rispetto alla media OCSE dell’1,3%. Secondo il Federal Labour Office, a giugno il tasso di disoccupazione destagionalizzato è ulteriormente aumentato, salendo al 5,3% oltre le stime degli analisti (+5%) e del mese precedente. Parallelamente, c'è stata una crescita di 14 mila disoccupati, il numero complessivo (non destagionalizzato) sale a 2,486 milioni dai 2,550 milioni precedenti. Quello destagionalizzato si porta a 2,510 milioni da 2,497 milioni precedenti. Il grafico che segue analizza l’andamento fino al 2021. Rilevante è il tasso di disoccupazione giovanile, ossia delle persone di età compresa tra i 15-24 anni. Dalle ultime statistiche risulta che all’agosto 2022 il tasso si abbassa a poco meno rispetto il 2021: 5.7 %. Mentre il tasso effettivo generale si stima al 5.5 %. Attualmente le politiche attive del mercato del lavoro sono una parte costante e progredita della politica tedesca per l’impiego, lo stato infatti cerca si impegna nel dare sussidi2 alla forza lavoro attiva al fine di: 2 Assegni della formazione professionale, delle misure d’integrazione per i disabili, del pagamento del sussidio di disoccupazione durante un nuovo corso di formazione professionale, etc. 0, 2, 4, 6, 8, DONNE UOMINI GIOVANI TASSO DI DISOCCUPAZIONE 2017 2018 2019 2020 2021 • rafforzare l’equilibrio tra domanda e offerta nel mercato del lavoro e della formazione, • permettere un rapido riempimento dei posti vacanti, • promuovere l’assunzione degli individui mantenendo ed ampliando la conoscenza, le abilità e le capacità, • reagire alla scarsità d’impiego, • contribuire allo sviluppo dell’infrastruttura regionale. Istruzione Generalmente un buon livello di istruzione migliora considerevolmente la possibilità di trovare un lavoro ed avere una buona qualità di vita. Si stima che le persone con un livello d’istruzione elevato sono meno colpite dalla disoccupazione, perché in genere le loro qualifiche sono molto richieste sul mercato del lavoro. Anche la remunerazione lungo tutto l’arco della vita aumenta ugualmente in funzione del livello di studi conseguito. Questo cambiamento della domanda ha fatto sì che un diploma di scuola secondaria superiore, o di maturità, sia il titolo minimo per ottenere un lavoro in quasi tutti i Paesi membri dell’OCSE. In Germania, l’86% degli adulti di età compresa tra i 25 e i 64 anni ha completato il ciclo di istruzione secondaria superiore. Tuttavia, il tasso di completamento degli studi secondari superiori varia tra gli uomini e le donne: l’87% degli uomini ha completato con successo gli studi secondari superiori, mentre per le donne la percentuale si eleva all’86%. L’efficace modello di istruzione professionale della Germania, basato su un sistema di doppio apprendistato, ha una lunga storia e gode di ottima reputazione. Gli studenti delle scuole superiori possono scegliere di seguire l'istruzione superiore generale alla fine della scuola dell’obbligo o di intraprendere un percorso professionale. La scuola fornisce sia un’istruzione generale che una formazione orientata al lavoro, mentre i datori di lavoro supervisionano e forniscono una formazione sul posto di lavoro. Sia lo Stato che i datori di lavoro sono estremamente coinvolti e hanno un ruolo centrale nella progettazione dei contenuti educativi. Lo Stato garantisce la qualità del lavoro attraverso programmi formativi nazionali, in modo che le esigenze a breve termine dei datori di lavoro non ostacolino gli obiettivi educativi ed economici del sistema. Fino al 2014, il 48% degli studenti tedeschi della scuola secondaria superiore era iscritto a programmi di formazione professionale, e l'86% di essi ha partecipato al sistema di doppio apprendistato. Un secondo fattore che assottiglia gli stipendi delle donne è che "lavorano più spesso in settori in cui sono pagate peggio e raramente raggiungono posizioni ai vertici". In molti Paesi dell'OCSE infatti la rappresentanza femminile nella dirigenza delle imprese è sempre inferiore a quella maschile. Per controbilanciare tale tendenza, la Germania ha applicato nel 2016 quote di genere vincolanti al fine di incoraggiare la parità tra uomini e donne nel settore privato e pubblico, garantendo una quota rosa nei cda. In primo luogo, le donne devono rappresentare il 30% dei membri del consiglio di sorveglianza, nelle società quotate in borsa e quelle che hanno adottato il modello della cogestione e nelle grandi imprese con 2000 dipendenti o più. In secondo luogo queste devono pubblicare i loro obiettivi di rappresentanza femminile nei consigli e nella dirigenza dell'impresa. Infine, nelle imprese pubbliche l'obiettivo in materia di quote rosa è stato fissato al 50% dei membri dei consigli di sorveglianza entro il 2018 (30% nei casi in cui non sia possibile eleggere tutti i membri del consiglio). La Germania è un paese che spicca per la presenza di donne parlamentari e nel mondo della politica, sia a livello dei parlamenti federali che del parlamento nazionale. Circa il 40% dei ministri è donna – l’alto tasso di partecipazione femminile alla politica è stato uno degli indici che ha permesso alla Germania di piazzarsi nei primi 10 posti del Gender Gap Report del 2020. La possibilità di partecipare alla politica da protagoniste ha un effetto a cascata e fa presagire una sempre più alta presenza delle donne nel mondo della politica, che si ripercuote positivamente anche in altre aree, quali l’aumento del numero di donne che ottengono qualificazioni a livello universitario. Il presente grafico analizza la crescente partecipazione delle donne alla rappresentanza nel parlamento nazionale e le differenze salariali tra i sessi nel settore secondario e terziario sulla destra. 0, 9,5 19, 28,5 38, 47,5 DONNE AL GOVERNO SETTORE 2° E 3°2017 2018 2019 2020 2021 Problemi del mercato del lavoro tedesco. Ci sono problemi dovuti all’attuale congiuntura economica ed altri di tipo strutturale; ad oggi il problema principale per molte attività è l’elevato costo dell’energia e quello di alcune materie prime, costi che si ripercuotono sulla stabilità delle attività economiche e del mercato del lavoro e che potrebbero portare le aziende ad utilizzare alcune misure di sostegno come il ‘Kurzarbeit’, simile alla cassa integrazione italiana. Una misura che durante la pandemia ha salvato centinaia di migliaia di posti di lavoro grazie ad investimenti miliardari (circa 44 miliardi di euro). In questo momento a soffrire sono soprattutto settori come quello delle costruzioni. Ci sono poi problemi strutturali noti da tempo, come ad esempio la mancanza di manodopera altamente specializzata che si è avvertita ancor di più in questi ultimi anni di pandemia, in cui è diminuito l’arrivo di stranieri specializzati dall’estero, soprattutto dai Paesi non-europei (India, Cina e Turchia). E sempre sulla manodopera specializzata, la conferma arriva da un recente studio dell’Istituto dell’economia tedesca (IW), il quale dice che in Germania il 40% dei posti disponibili di 'Ausbildung’, cioè di apprendistato, rimangono vacanti. Tra i posti meno desiderati: macellai, idraulici, impiegati nella ristorazione o nelle costruzioni. Un dato che, visto accanto allo stop di iscrizioni a corsi universitari conferma il trend dell’aumento anche in Germania del numero di ‘NEET’, ragazzi tra i 15 e i 19 anni che non studiano e non lavorano. I nodi cruciali: Sanità e Logistica. Altri problemi riguardano invece alcuni settori in cui le condizioni di lavoro sono precarie da tempo. In primis il settore sanitario messo a dura prova dalla pandemia. Non a caso il sindacato Verdi a partire da oggi (2 Maggio) ha indetto scioperi in sei ospedali universitari del Nordreno- Vestfalia per il rinnovo del contratto collettivo. Gli scioperi di avvertimento potrebbero durare fino alla fine della settimana e riguardano gli ospedali universitari di Bonn, Dusseldorf, Essen, Colonia, Munster e Aquisgrana. Il ministero della Salute del Land si è detto pronto a sedersi al tavolo delle trattive, ma ad oggi non sembrano esserci novità. Difficoltà anche per il settore della logistica. Anche qui i lavoratori di Amazon hanno iniziato da oggi (2 Maggio) a scioperare in alcune sedi in Germania per una paga più alta e per avere più trasparenza nella gestione della privacy. In particolare il sindacato Verdi chiede che venga reso noto se Amazon effettui registrazioni video e audio durante l’orario di lavoro, o raccolga informazioni sui lavoratori sui social media, per sondare la loro posizione rispetto all’azienda o sulla loro adesione al sindacato. Una gestione dei dati che, secondo Verdi, potrebbe violare alcune norme europee. Gli scioperi sono iniziati nei centri di distribuzione di Bad Hersfeld, Cobleza, Lipsia, Rheinberg, Graben e Werne. Si prevedono 2.500 partecipanti e interruzioni dei processi aziendali a più riprese. Dal 2013, Verdi sta lottando affinché venga riconosciuto ai lavoratori di Amazon in Germania il contratto collettivo per il settore della vendita al dettaglio e per corrispondenza. Amazon invece insiste nel pagarli come lavoratori della logistica – dove sono previste paghe più basse. Il salario minimo. La coalizione semaforo di Spd, Verdi e Fdp lo aveva inserito già nel contratto di coalizione e c’è l’accordo di maggioranza per portare il salario minimo a 12 euro lordi l’ora, il consiglio dei ministri (Kabinett) si è accordato su un disegno di legge. A fine aprile è iniziato il dibattito al Bundestag, ma non è ancora stato votato. La Confederazione dei datori di lavoro (BDA) è fermamente contraria e sta considerando di portare la causa in tribunale. Con la motivazione giuridicamente controversa, che lo stato non possa intervenire per regolare il mercato del lavoro. Un ostacolo che potrebbe far slittare l’introduzione del salario minimo al 2023. Con l’aumento del salario minimo dovrebbero salire anche il tetto massimo per i Mini-Job da 450 a 510 euro. Secondo alcuni studi (tra cui Hans-Böckler-Stiftung), tra i 50 mestieri che potrebbero approfittare dell’aumento del salario minimo; ci sarebbero fioristi, panettieri, parrucchieri ed impiegati di diversi altri settori. Tuttavia la misura stenta ad essere approvata, in virtù anche di un dibattito ancora aperto e molto acceso sul tema non solo negli ambienti politici ma anche tra l’opinione pubblica tedesca.
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