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crisi della repubblica e guerre civili (dai Gracchi ad Azio), Appunti di Storia Romana

i Gracchi, la guerra sociale, Caio Mario

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 26/09/2022

alessia-moschella-1
alessia-moschella-1 🇮🇹

4.2

(9)

34 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica crisi della repubblica e guerre civili (dai Gracchi ad Azio) e più Appunti in PDF di Storia Romana solo su Docsity! 3 - crisi della repubblica e guerre civili (dai Gracchi ad Azio) ● CAPITOLO 1: DAI GRACCHI ALLA GUERRA SOCIALE La maggior parte delle opere sull’età dei Gracchi è andata perduta. della storiografia romana contemporanea, abbiamo Rutilio Rufo ; Lutazio Catulo , console del 102, narrò delle sue campagne contro i Cimbri; Cornelio Sisenna , pretore del 78, scrisse delle historiae che vennero continuate da Sallustio. in greco scrisse Polibio , la sua opera tuttavia si conclude nel 146: essa fu proseguita da Posidonio di apamea e da Strabone di Amasea. le parti dell'opera di Livio non sono pervenute, ma vi sono i riassunti, le Periochae. Le uniche trattazioni monografiche sono le vite di Tiberio e Caio Gracco di Plutarco. Un posto rilevante ha la documentazione epigrafica: varie tavole scritte in latino testimoniano i reati di concussione ai danni dei provinciali e l’emanazione delle leggi agrarie di Caio Gracco . per quanto riguarda la documentazione in greco meritano menzione due decreti del Senato che regolavano le questioni del regno di Pergamo , passato in eredità a Roma. altre iscrizioni documentano i rapporti tra Roma e la grecia: un decreto dell'assemblea dei Tessali ci informa sulle difficoltà di approvvigionamento di Roma , prima dell'intervento di Caio Gracco. il gruppo delle trattazioni sul periodo seguente si apre con la guerra giugurtina di Sallustio. Nato in Sabina, Sallustio intraprese la carriera politica, nonostante le sue origini modeste. si schierò dalla parte dei populare, che avevano Cesare come leader; anche per questo fu espulso dal Senato. le vittorie di Cesare gli consentirono di essere reintegrato nella carriera politica, che culminò con il governo della Provincia di Africa Nova. dopo la morte di Cesare si ritirò dalla vita politica, dedicandosi allo scrivere storia. utili anche le vite di Mario e Silla scritte da Plutarco , quest'ultima basata sulle memorie dello stesso Silla. tra le fonti non propriamente storiografiche merita un posto di rilievo l'opera di Cicerone : egli conobbe molte figure di questo periodo e fece numerosi riferimenti ad esse nelle sue opere. ● mutamento degli equilibri sociali La guerra annibalica aveva danneggiato l’ agricoltura : le continue campagne belliche avevano tenuto i romani e gli alleati lontano dalle loro case. le conquiste esterne avevano però comportato un afflusso di ricchezze , un'enorme massa di schiavi , una massiccia penetrazione di idee greche a Roma e in Italia. Erano cadute in possesso di Roma bottini molto consistenti, tra cui anche gli indennizzi imposti ai vinti e le tasse riscosse nelle province , che ne avevano modificato la struttura economica. questo denaro diede impulso ad una vasta attività di sfruttamento e di opere pubbliche (strade, ponti, canali, interventi di abbellimento della città). i romani e gli italici si erano anche introdotti nel grande commercio (olio, vino, grano, beni di lusso, schiavi). Tali attività avevano fatto fare fortuna a molti senatori e avevano favorito l'ascesa dei Cavalieri. Tutto ciò aveva contribuito alla diffusione in Italia dell' ellenismo . i rampolli dei romani più ricchi erano cresciuti e istruiti da nutrici e precettori di cultura greca, e sempre più frequentemente schiavi greci colti amministravano case e patrimonio dei padroni, ne curavano il servizio domestico, l'aspetto o la salute fisica. Lo sviluppo degli scambi commerciali aveva modificato la fisionomia dell'agricoltura italica: vi era la tendenza verso un'agricoltura incentrata su prodotti destinati alla commercializzazione più che all'autoconsumo, bisognosa di vaste superfici coltivabili o da destinare a pascolo e fondata su grandi capitali e su abbondante manodopera schiavile . per le piccole proprietà l'unica possibilità per sostenere la competizione era la riconversione delle colture, ma questo esigeva molte spese. sprovvisto dei capitali necessari, un numero crescente di piccoli proprietari era stato costretto a vendere. molti affluivano a Roma in cerca di un'occupazione o attirati dalle possibilità che la città offriva. ● rivolte servili Il moltiplicarsi delle grandi tenute a personale schiavile e il dilatarsi delle zone destinate a pascolo, in cui il bestiame era sorvegliato da schiavi pastori armati, crearono i presupposti per il ripetuto esplodere di rivolte servili . teatro dei moti schiavili più gravi fu la Sicilia , in cui masse servili si sollevarono nel 140, e di nuovo nel 104, occupando sia le forze locali sia quelle inviate da Roma. la prima rivolta, guidata dallo schiavo Euno, scoppiò ad Enna , nelle tenute di un ricco proprietario terriero locale, e si estese a tutta l'isola, molte zone della quale furono sottoposti ad attacchi e devastazioni. un secondo focolaio si ebbe ad Agrigento , sotto la guida dello schiavo cleone, che saccheggiò sia la città che la campagna circostante. dopo che i mezzi ordinari per sedare la ribellione furono insufficienti, Roma fu costretta ad inviare nell'isola tre Consoli. solo l'ultimo, Publio rupilio , riuscì nel 132 a domare l'insurrezione. a conclusione del conflitto a rupilio venne affidata la riorganizzazione della provincia: egli formulò una serie di ordinamenti, noti con il nome di Lex rupilia . ● optimates e populares Questi mutamenti ebbero degli effetti sugli equilibri della classe dirigente romana. si cominciarono a delinearsi due fazioni , entrambe scaturite dalla nobilitas : Optimates e Populares. gli optimates si richiamavano alla tradizione degli avi; si autodefinivano boni, ovvero desideravano per la politica dei personaggi dai sani principi, che dovevano fare il bene dello Stato. I Populares si consideravano invece difensori di diritti del Popolo (al contrario degli optimates, che li consideravano sì come padroni del mondo ma che conducono un’esistenza misera) e propugnavano la necessità di riforme in campo politico e sociale. un esempio di quest'ultima tendenza si riscontra nell'approvazione di ben tre leggi tabellarie, cioè concernenti l'espressione scritta del voto: la Lex gabinia tabellaria la introduceva nei comizi elettorali, la lex Cassia tabellaria nei giudizi popolari esclusi quelli per il reato di alto tradimento, infine la lex Papiria tabellaria nei comizi legislativi. ● il tentativo di riforma agraria di Caio Lelio Le guerre di conquista avevano fatto crescere l’ ager publicus . Parti di esso erano state concesse in uso a privati a titolo di occupatio : la proprietà era sempre dello Stato, e l'utilizzo del terreno era garantito dietro pagamento di un canone, che non sempre lo Stato si preoccupava di esigere. la crisi della piccola proprietà terriera tendeva a favorire la concentrazione della maggior parte dell'agro pubblico nelle mani dei proprietari più ricchi, accentuando la crisi. di qui la necessità di norme per restringere l'estensione di agro pubblico che poteva essere occupata da ciascuno. l'ultima di queste leggi era stata proposta da Caio Lelio , amico di Scipione Emiliano. Il suo progetto aveva tuttavia attirato verso di lui l' opposizione dei senatori , tanto che egli lo ritirò. ● l’età dei Gracchi (133-121) Tiberio Gracco era membro della nobilitas, figlio maggiore di Tiberio Sempronio Gracco, colui che aveva trionfato sulla Spagna, e di Cornelia, figlia di Scipione africano. egli volle riprendere nell'anno del suo tribunato della plebe (133) il tentativo di una riforma agraria per limitare la quantità di agro pubblico posseduto. Il suo progetto fissava all'occupazione ● Caio Mario e la guerra giugurtina (112-105 ac) La provincia d’Africa era in buoni rapporti con il vicino, il regno di Numidia . Morto il re Massinissa, il figlio Micipsa prese il suo posto. La loro politica filoromana attirò in Numidia commercianti romani e italici stupiti dalle risorse della regione. Morto nel 118 Micipsa, il regno fu conteso tra i suoi eredi. uno dei tre, Giugurta , suo nipote e figlio adottivo, assassinò Iempsale. l'ultimo, Aderbale , fuggì a Roma e chiese al senato di intervenire: nel 116 la Numidia venne divisa: ad Aderbale la parte orientale, a Giugurta quella occidentale. Ma nel 112 Giugurta assediò la capitale orientale, Cirta , centro del commercio di grano. tuttavia egli fece trucidare anche i romani e gli italici che stavano svolgendo la loro attività. Roma fu costretta a scendere in guerra nel 111, con riluttanza del Senato, che secondo vari tribuni della plebe si era lasciato comprare dalle ricchezze di Giugurta. Le operazioni militari furono condotte dal console del 111, Calpurnio bestia , che concesse a Giugurta la pace a condizioni molto lievi. a Roma questo fu scandalo, Calpurnio fu accusato di corruzione e Giugurta fu convocato a Roma. sfuggito all'interrogatorio per il vetro di un tribuno, approfittò della sua presenza a Roma per far assassinare un rivale, Massiva. dopo questo atto i romani furono costretti continuare la guerra, portata avanti dal console Spurio Postumio Albinio, che però venne sconfitto e umiliato. La guerra fu poi affidata al console Quinto Cecilio Metello, che aveva come legato Caio Mario. Metello sconfisse Giugurta ma non riuscì a concludere la guerra. a Roma fu polemica: in questo clima di caos, Caio Mario venne eletto console nel 107 e gli venne affidato il comando della guerra. Caio Mario era un homo novus : nato da una famiglia equestre, non aveva antenati illustri, ed era il primo dei suoi ad arrivare ai vertici dello Stato. egli aveva buone conoscenze, tra cui Scipione Emiliano, sotto cui aveva combattuto in Numanzia. con l'appoggio dei Metelli ottenne il tribunato della plebe, fino a giungere alla pretura. si distinse in Spagna, e al ritorno si era sposò con Giulia, futura zia di Giulio Cesare. Caio Mario, bisognoso di nuove truppe a lui fedeli, aprì l’arruolamento volontario ai capite Censi , cioè a coloro che non avevano beni patrimoniali. questo metodo era stato utilizzato prima di Mario su scala limitata, ma dopo divenne pratica regolare. con il suo esercito Mario ritornò in Africa e in tre anni pose fine al conflitto e catturò Giugurta. Giugurta si era alleato con il suocero Bocco , re di Mauretania. Grazie a Lucio Cornelio Silla , allora legato di Mario, Bocco tradì Giugurta e lo consegnò ai Romani. La Numidia orientale fu assegnata ad un nipote di Massinissa fedele a Roma, Gauda , mentre la parte rimanente a Bocco, con cui fu stipulato un trattato di amicizia. Giugurta viene fatto prigioniero a Roma. Mario venne rieletto console per il 104 e celebrò il trionfo sul Giugurta che poi venne giustiziato. ● Caio Mario e la guerra contro Cimbri e Teutoni Nel frattempo due popolazioni germaniche, Cimbri e teutoni , avevano iniziato a migrare verso sud, spinti da problemi di sovrappopolamento, e da maree rovinose che avevano reso inabitabili le loro sedi originarie. Arrivati in Gallia, minacciarono la nuova provincia narbonese: il tentativo di difenderla da parte dell’esercito si rivelò un disastro. Intanto che a Roma aumentava il terrore che essi potessero invadere l’Italia, Mario venne rieletto console (per 5 anni di fila, finché la minaccia germanica perdurò). in attesa che i Germani ricomparissero, dopo che si erano allontanati in Spagna e in Gallia, egli riorganizzò l'esercito , dividendo la legione in 10 gruppi da 600 uomini. il suo lavoro di riorganizzazione toccò tutti gli aspetti della vita militare, dall'addestramento individuale, che fu coadiuvato dai suoi luogotenenti, tra cui Lucio Cornelio silla , fino all'equipaggiamento e all'armamento. Quando la minaccia si rifece viva nel 103, i romani furono in grado di sostenere l'urto, terminando i teutoni ad Aquae sextiae e i Cimbri ai Campi Raudii , presso Vercellae . in questa circostanza Mario concesse sul campo di battaglia la cittadinanza romana a 1000 soldati umbri che avevano combattuto ai suoi ordini. ● Mario, Saturnino e Glaucia Mentre era impegnato sul fronte militare, Mario si era appoggiato a Lucio Apuleio Saturnino , un nobile in contrasto con il Senato. Mario lo aveva aiutato ad essere eletto tribuno della plebe, in cambio egli aveva provato una distribuzione di terre in Africa a ciascuno dei veterani delle campagne africane di Mario. aveva anche proposto una legge che riduceva il prezzo del grano fissato da Caio Gracco. fece emanare anche la lex de maiestate , che puniva il reato di lesione dell'autorità del popolo romano da parte dei magistrati che abusavano dei loro poteri. nel 100 Mario venne eletto per la sesta volta console, Saturnino venne rieletto tribuno della plebe, e Gaio Servilio Glaucia , alleato di parte Popolare, fu eletto pretore. Contando sull'appoggio di Mario, Saturnino presentò una legge agraria per assegnare le terre nella Gallia meridionale e fondare nuove colonie in Sicilia, Acaia e macedonia. per bloccare ogni opposizione, fece approvare una clausola che obbligava i senatori a giurare di osservare la legge. per sviluppare il suo programma si fece rieleggere tribuno della plebe, mentre Glaucia si candidò al consolato. Durante le votazioni scoppiarono delle proteste, in cui un competitore di Glaucia fu assassinato. il Senato non attendeva altro per proclamare il senatus consultum ultimum . Mario, in qualità di console, si trovò a doverlo applicare contro i suoi stessi alleati politici, che furono uccisi. in questo modo però egli perse il suo prestigio politico, e si allontanò da Roma per una missione diplomatica nel Ponto, in cui il re mitridate VI era deciso a perseguire mire espansionistiche. ● pirati; schiavi; Cirenaica Roma in Asia era venuta in contatto con la pirateria , favorita dalla presenza delle baie profonde in cui era facile trovare riparo: essa fu contrastata anche grazie all’aiuto degli alleati. tuttavia quando venne avvertita come troppo pericolosa per i commerci , si intervenne direttamente. Nel 102 venne inviato il pretore Marco Antonio (nonno del futuro triumviro) per distruggere le basi dei Pirati e impadronirsene. Nel 100 venne promulgata una lex de provinciis praetoriis contro la pirateria, che tuttavia testimoniava che il fenomeno non era ancora risolto. L'impegno militare richiesto dalle guerre cimbriche portò Mario a chiedere soldati agli alleati. Nicomede III di bitinia non accettò, poichè molti dei suoi sudditi erano stati presi dai pirati o sequestrati e venduti come schiavi. a Roma venne quindi emanato un decreto, per far liberare i cittadini liberi che erano stati ridotti in schiavitù. questo creò l'opposizione di molti padroni. ne scaturirono varie rivolte servili , tra cui un'altra in Sicilia. riuscì a reprimerla Manio Aquilio, luogotenente di Mario nella guerra contro i teutoni. Qualche anno dopo, nel 96 venne lasciato a Roma una parte del territorio tolemaico, la Cirenaica . per non farsi coinvolgere direttamente, il controllo su di essa venne lasciato nelle mani degli Stati alleati, per poi essere ripreso nel 75. ● Marco Livio Druso Il decennio successivo al 100 ac si aprì tra tensioni politiche e sociali . In questa atmosfera fu eletto tra i tribuni della plebe nel 91 Marco Livio Druso, figlio dell'omonimo Livio Druso che si era opposto a Caio Gracco. egli promulgò una legge agraria per la distribuzione di nuovi appezzamenti e la creazione di colonie, e una legge frumentaria che abbassava ulteriormente il prezzo del grano. inoltre restituì ai senatori i tribunali per le cause di concussione, proponendo però l’ammissione dei cavalieri in Senato , che veniva aumentato da 300 a 600 membri. infine propose la concessione della cittadinanza Romana agli alleati italici. ancora una volta l'opposizione fu vastissima. quando però Druso venne assassinato, il sentimento di ribellione degli italici aveva raggiunto il picco. ● La guerra sociale La differenza di stato giuridico tra cittadini di Roma e alleati italici e latini non aveva suscitato contestazioni agli inizi del II sec, poiché essa trovava riscontro in differenze etniche e culturali . ma adesso si faceva sentire, poiché la condizione di cittadino romano era divenuta sempre più vantaggiosa, e questo aumentava l’irritazione degli italici, i quali avevano contribuito ai successi militari di Roma. delle distribuzioni agrarie beneficiavano solo i cittadini romani: gli italici vedevano perfino riassegnati ai romani i terreni da loro a lungo utilizzati. essi non prendevano parte alle decisioni politiche, economiche e militari. anche nell' esercito la struttura era a favore dei romani: gli alleati pagavano le imposte, mentre i cittadini no; inoltre ottenevano una parte meno importante del bottino e punizioni più gravi. La morte di Druso fu il segnale che gli alleati dovevano rivendicare i loro diritti con le armi. Le ostilità si concentrarono presso le popolazioni che si erano integrate di più, partecipando alle conquiste e ai commerci. non aderirono Etruschi, umbri e le città della Magna Grecia. la guerra fu lunga e sanguinosa. i Romani si trovarono a combattere contro gente armata e addestrata allo stesso modo. Le operazioni per contrastare il conflitto furono vane: a Roma quindi si pensò di trovare una soluzione per arginarlo. si autorizzarono i comandanti ad accordare la cittadinanza agli alleati che combattevano i loro ordini . venne poi approvata la lex Iulia de Civitate , che concedeva la cittadinanza agli alleati rimasti fedeli e alle comunità che avessero deposto le armi. a questa si aggiunse nell’89 la lex plautia Papiria che estendeva la cittadinanza agli italici che si sarebbero registrati presso il pretore di Roma entro 60 giorni. Queste misure circoscrissero la rivolta anche se questa si trascinò ancora, assumendo i connotati di una rivalsa etnica nei confronti di Roma. i successi più grandi furono conseguiti da Cneo Pompeo Strabone e da Lucio Cornelio Silla, che riconquistò il Sannio e la Campania. con la concessione della cittadinanza a tutta l'Italia si inaugurava un processo di unificazione e una nuova fase delle istituzioni. gli aristocratici italici potevano accedere alle magistrature e poi al Senato. Per esercitare il propri diritti i neocittadini dovevano recarsi a Roma: gli interessi cominciarono a confluire verso la città, che assunse sempre più i caratteri di una metropoli.
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