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Cristianesimo, Tacito, Apuleio e relativi testi affrontati, Appunti di Latino

I rapporti tra cristiani e romani nell'antica Roma. I valori cristiani come l'uguaglianza, la fratellanza e il distacco dai beni materiali erano antitetici a quelli romani basati sulla potenza, la forza e il coraggio. I romani tolleravano tutte le religioni tranne quella cristiana, poiché i cristiani si rifiutavano di adorare l'imperatore e le divinità romane. Il successo del cristianesimo era dovuto alla sua apertura a tutti, compresi gli umili, i poveri e gli schiavi, e alla speranza di salvezza dopo la morte.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 12/07/2022

Miryxoxo
Miryxoxo 🇮🇹

3

(1)

5 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Cristianesimo, Tacito, Apuleio e relativi testi affrontati e più Appunti in PDF di Latino solo su Docsity! CRISTIANESIMO I rapporti tra romani e cristiani erano tesi perchè sostanzialmente avevano valori d i ve rs i , i c r i s t i an i pa r l avano d i uguaglianza ma la società romana non era equalitaria; i cristiani parlavano di fratellanza e i romani facevano solo guerre, erano due mondi diversi. Il mondo dei romani si basava su valori come la potenza, la forza, il coraggio; il mondo Cristiano, sull’umiltà, quindi valori diversi, ma la cosa principale è che i romani non erano interessati al fatto che i cristiani potevano professare la loro religione, ai romani interessavano le loro divinità, interessava che il cittadino rendesse omaggio alle divinità romane, quindi questo era il vero motivo, i cristiani invece si rifiutavano di fare questo, di adorare l’imperatore. I Romani tolleravano tutte le religioni, ma perchè quella cristiana no? Perchè con i cristiani l’impatto è stato devastante, mentre con le altre religioni no. GESÙ E IL SUO MESSAGGIO Il messaggio rivoluzionario del cristianesimo, la religione fondata da Cristo, la fratellanza fra gli uomini, l’amore per tutti, per il prossimo anche verso i propri nemici, condanna dell’eccessivo attaccamento dei beni materiali, tutti i suoi valori erano antitetici con quelli romani, l’uguaglianza e i romani non erano tutti uguali, la fratellanza direi difficile, un popolo che si ammazzava con tutti, continuamente guerre, tra i romani stessi, fratellanza non c’era; l’attaccamento ai beni materiali, rapaci, bramosi di ricchezze, i romani erano molto materiali, antitetici a quelli dei romani. La libertà di tutti gli individui, quindi anche questo se gli individui sono liberi allora non ci può essere uno che sottomette gli altri. I SEGUACI DI CRISTO Prima i suoi discepoli, San Paolo, il quale ha portato il cristianesimo fuori dalla Palestina. CRISTIANESIMO ED EBRAISMO Gli ebrei, il Messia, i cristiani che lo identificano in Cristo e poi l’universalità del messaggio, quello degli Ebrei è limitato, hanno una religione più chiusa, cioè il loro messaggio è destinato al popolo privilegiato, c’è un rapporto chiuso tra Dio e il popolo, invece i cristiani facevano proselitismo, vuol dire che si estendeva e questo per i romani poteva essere un problema. ROMANI E CRISTIANI I valori profondamente diversi e quindi il fatto che quello che pensava la religione cristiana era antitetico ai valori romani, -i romani si basavano sulla guerra, i cristiani non potevano andare a combattere, perché uno dei principi della Bibbia è quello di non uccidere i propri fratelli, tutti gli uomini sono dei fratelli e quindi non vanno in guerra; -la civiltà romana basata sulle disuguaglianze, c’erano gli schiavi he erano considerati oggetti, quindi l’uguaglianza che nella società romana non c’è; -I romani avevano determinate forme di divertimento, che i cristiani non concepivano, ad esempio i romani, uno degli spettacoli preferiti, lo spettacolo dei gladiatori, i cristiani non lo potevano concepire, in cui ci si ammazzava tra uomini oppure c’erano combattimenti con le bestie, anche i divertimenti romani erano lontani da quelli cristiani, il teatro era una forma profana anche l’abitudine delle terme, erano diversi da quelli dei cristiani; -i valori cristiani, si basavano sul disprezzo delle cose terrene, del materialismo, di tutto ciò che è terreno, quindi c’è una rinuncia alla vita, mentre la società romana, era una società in cui amavano la vita. Cristianesimo: fratellanza, solidarietà, in contrasto con la società del tempo che invece esaltava il successo, l’intraprendenza dei romani, quindi la società romana esaltava determinati valori, come il successo, l’intraprendenza, quello di arricchirsi di fare fortuna, i cristiani invece accoglievano i poveri, gli oppressi, che i romani disprezzavano, perché non erano riusciti ad arricchirsi a fare fortuna. I pregiudizi sui cristiani, i romani non capivano i loro riti, i cristiani parlavano di eucarestia, mangiare il corpo e bere il sangue di Cristo, oppure non capivano il valore della fratellanza, i romani fanno tutto questo perché hanno paura dei cristiani e perché i cristiani, si rifiutavano a partecipare ai riti religiosi dei romani e di venerare tutte le altre divinità romane ma anche l’imperatore, che era divinizzato, perché per i cristiani c’era un solo dio, quindi non si potevano venerare altri dei. Per i cristiani, che uno venerasse un dio o l’altro ai romani non interessava, perché ognuno poteva predicare, pregare il dio che preferiva, ma i romani interessa un omaggio formale, la religione romana era una religione pubblica, l’importante era celebrare dei riti, farsi vedere che si omaggiavano le divinità, importava che la persona, quando c’erano le processioni, le cerimonie, andasse li facesse sacrifici agli dei, venerasse anche l’imperatore, segno di lealtà, quindi i cristiani si rifiutavano. IL SUCCESSO DEL CRISTIANESIMO Il successo è dovuto che permetteva la salvezza dopo la morte, quindi in qualche modo un oppresso che aveva una vita schifosa, poteva sperare in una salvezza, il cristianesimo era aperta. Tutti, era una religione che accoglieva anche gli umili, i poveri, gli schiavi, tutte quelle persone che nella società romana erano disprezzate, perché erano viste come delle persone che non erano riuscite a combinare niente. I romani erano spaventati anche dalle riunioni segrete dei cristiani, i romani temevano che loro tramassero contro lo Stato. Il messaggio di Cristo, riguarda l’uguaglianza tra tutti gli uomini, la  fratellanza, sul distacco dei beni terreni e materiali.  invitava ad amare tutti gli uomini, la libertà degli individui ecc.. Il cristianesimo è importante si scontrano con l’impero romano, dove l’uguaglianza non c’era, la fratellanza nemmeno. I Cristiani e i romani, erano due mondi diversi, avevano aspetti diversi gli uni dagli altri, i cristiani, invitano a disprezzare i beni terreni, i romani amanti della vita terrena  dei beni materiali, mentre i cristiani credevano nella vita dopo la morte. I cristiani rifiutavano ogni forma di violenza di andare in guerra mentre  i romani combattevano, i cristiani erano critici di tante usanze romane, ad esempio le terme, i teatri, gli spettacoli, le forme di divertimento dei romani  dai cristiani non erano apprezzate, ai romani piacevano varie forme  di violenza, il  teatro è una forma di paganesimo, di qualcosa di materiale, di falso. I cristiani valorizzano  i poveri, i disadattati, nella società romana c'erano i liberti, e un liberto era colui che riusciva a fare carriera e poteva diventare importante ma poteva essere anche semplicemente uno schiavo, nella società romana veniva valorizzato il successo. C’erano 3 giudizi che gravavano sui cristiani che erano : ●L'eucaristia: una  forma di antropofagia, ●La fratellanza  veniva considerata una forma di incesto. ●Monoteismo, i cristiani veneravano un solo dio, mentre romani più dei. ●Religione romana era pubblica, e i romani dovevano partecipare a questi riti e    i cristiani si rifiutano.   Ad un certo punto, il paganesimo entra in crisi, perché era una religione che si basava su riti, cerimonie, e non prometteva una salvezza futura, quindi  era una religione che non appagava quel bisogno che ha  l’essere umano di dare un senso alla propria vita; e nell’impero romano entrano altri culti, si diffondono dei culti ad esempio il culto del dio sole, di nitra, Cibele e si diffonde anche il cristianesimo. Tutte queste religioni hanno in comune l promessa di una salvezza futura quindi salvano l’uomo delle sue frustrazioni e responsabilità, ad esempio persone che vivevano come schiavi, quindi a differenza del paganesimo ,queste religioni avevano qualcosa in più. LE HISTORIAE Scrive opere storiche, Historiae, e gli Annales, è un opera storica, storiografica, che seguono uno schema annalistico, anno per anno, e che aveva per oggetto l’età Flavia (69-96), abbiamo solo una parte dell’opera conservata, di un’altra abbiamo frammenti e poi un’altra nona bubiamo niente, la parte che si è conservata sono gli anni 69-70, gli anni di Vespasiano, quindi le guerre civili che seguono la morte di Nerone, l’inizio della dinastia Flavia, i primi due anni e si interrompe all’inizio della guerra giudaica. Come dice Tacito sono anni faticosi, caratterizzati da guerre difficili, quindi. Sottolinea questo aspetto, anni tragici, pieni di avvenimenti negativi, periodo di guerre civili, l’altra considerazione che fa tacito è che il principato è stato una necessità, perché per dominare un impero cosi vasto c’era bisogno di un potere monarchico, però il periodo più giusto per i romani, di principi che hanno governato è quello degli imperatori di adozione, vive sotto questi imperatori e fa notare che se il principato è stata una necessità, ma il modello per eccellenza quello del principato che ha in qualche modo di principi che hanno governato per volere dei sudditi in armonia con il senato è quello degli imperatori di adozione con Traiano ad esempio, considerato un Optimus princeps. ANNALES Seguono uno schema annalistico, anno per anno, in realtà il titolo, ab excessu divi augusti, ab excessu, ablativo della 4 declinazione, dalla morte, del divino augusto, la narrazione va dalla morte di augusto alla morte di Nerone, dinastia giulio- claudia, dal 14 d.C.-68 d.C, non è conservata tutta, sono circa 16/18 libri, non si sa con certezza dato che mancano delle parti. Ci presenta i membri della dinastia Giulio Claudia. Delinea un po’ la situazione, dipingendo i personaggi un po’ a tinte fosche, anche perché lui pensava che il principato fosse in qualche modo solo necessario ma la libertà dell’antica repubblica romana era finita, quindi Tacito, si rende conto che il principato era inevitabile però sicuramente crea una situazione molto tragica perché il senato ha perso la sua libertà e in più ci fa capire al parassitismo e alla corruzione dei membri del senato e quindi vediamo imperatori presentati un po’ a tinte fosche per esempio quando noi leggiamo sui libri di storia degli imperatori si usa come fonte Tacito, quindi per esempio lui ci presenta un Tiberio che all’inizio era un bravo princeps e poi diventa sempre più sospettoso e crudele fino a diventare quasi un tiranno perché anche l’atmosfera di corte, con tutti gli intrighi, le rivalità fra tutte le persone rendono Tiberio sempre più crudele. Poi c’è Claudio, che era pure un bravo imperatore però era debole per le sue due meglio Agrippina mamma di Nerone che tramava per dare potere al figlio e si sospetta che abbia addirittura ucciso il marito per far salire al potere Nerone e Messalina, la prostituta. Ed era debole anche nei confronti dei liberti. E poi c’è il pazzo dei pazzi Nerone Che ricordiamo per tutti i suoi eccessi come le uccisioni di alcuni membri della sua famiglia, cerca di uccidere anche la madre che aveva fatto di tutto per dargli il potere ma ad un certo punto era diventata invadente, quindi ha deciso di ucciderla ma lei si è salvata più volte. Si sbarazza della mamma, del fratello e persino di Seneca. I due momenti più tragici sono la congiura dei pisoni e anche l’incendio di Roma che probabilmente tacito ci fa capire che Nerone avesse qualche responsabilità e per far cadere i sospetti li fa ricadere sui cristiani. LA CONCEZIONE STORIOGRAFICA DI TACITO • L’imparzialità: sottolinea ultime 3 righe dove dice che Tacito è molto preoccupato ricostruire il vero,  evita di essere il più attendibile anche se essendo uno storico reinterpreta anche in base ai suoi orientamenti politici ecc • La tendenziosità: lui non dice esplicitamente che il colpevole sia Nerone ma c’è lo fa capire molto molto bene e mette in luce, nei suoi testi, la responsabilità di Nerone di nell’omicidio della madre e presenta spesso anche le dicerie e i sospetti che inserisce con scetticismo e perplessità ma crea un racconto ambiguo e tendenzioso. • Il pessimismo sulla natura umana: è abbastanza esplicito, nel brano di Agrippina è ben evidenziato perché pur sapendo che il figlio la odia e vuole ucciderla lei continua a fingere per salvarsi la pelle, in effetti non abbiamo un ritratto tanto edificanti di questi personaggi. anche sugli imperatori e sul senato. • la decadenza dell’apparato dirigente romano: qui dice che alla fine il principio esiste perché non c’era altra scelta e che quindi i romani non avevano potuto scegliere, anche perché il senato stesso altamente corrotto si era piegato per convenienza e che per questa pace e sicurezza dovevano vedere la loro libertà. Decadenza della classe politica e vari intrighi di corte. da parte di tacito c’è sempre un giudizio dal suo punto di vista di storico. • la centralità del personaggio: lui presenta i singoli personaggi che sono gli imperatori, la psicologia dei personaggi, le motivazioni interiori e l’indagine psicologica vista nei primi brani. • ritratti: Tacito è molto bravo a fare dei ritratti in senso letterario, ad esempio i ritratti indiretti come per esempio di Tiberio ovvero che viene fuori a poco a poco, cioè il ritratto paradossale se si parla di Petronio, personaggio bizzarro e anticonformista. • i discorsi: sono discorsi non realmente pronunciati, sono diretti perché rendono la situazione più coinvolgente, ma sono anche argomenti coinvolgenti ma anche lui ci mette del suo rendendoli interessanti. I discorsi indiretti ne abbiamo visti qualcuno dove c’è la possibilità di dare un giudizio o fare qualche commento. • la narrazione di eventi drammatici: Tacito è un vero maestro nel rappresentare eventi catastrofici (incendio e nave che affonda) • stile e lingua: mettiamo un no dove parla della pietas (965), traduzione molto più lunghe perchè Tacito è estremamente sintetico, le frasi erano costruite senza verbi o ellissi del verbo essere, frasi interrogative o esclamazioni, poche subordinate e molte frasi paratattiche, le sue sentenze, asintoti (tante frasi con le virgole) e quindi poche congiunzioni. Stile tormentato e difficile. Lessico ricco e selettivo, mai troppo colloquiale o basso ma cerca sempre di utilizzare un lessico più sostenuto. TESTI TACITO: T3) Purezza razziale e aspetto fisico dei Germani Tacito ci sta dicendo già diceva che i Germani erano indigeni, cioè del territorio perchè era un territorio che avevano avuto poche immigrazioni, perchè era un territorio freddo, inospitale. P o i c i p a r l a d i u n ’ a l t r a caratteristica, i Germani non is m e s c o l a n o c o n a l t r e popolazioni, quindi hanno dei caratteri omogenei, quindi hanno delle caratteristiche somatiche uguali tra loro, perchè non essendoci molte immigrazioni, i Germani hanno una certa purezza di caratteri, questo è quello che dice Tacito, (e poi c’è sempre qualcuno come sempre che ha strumentalizzato questa cosa), non essendosi mescolati con altri popoli, caratteri omogenei, Tacito ci dice che sono un po’ una stirpe pura che nel senso non ha avuto contaminazioni, mescolanze, Tacito dice una caratteristica, indigeni significa che sono del posto, indi, vuol dire qui, geni per indicare che è nato li. Sta dicendo che in Germania non c’erano molte migrazioni perchè la Germania è una terra inospitale, fredda, non c’era motivo per andare lì, e dice che proprio perchè non c’erano immigrazioni, non ci andava nessuno, erano delle popolazioni pure, non mescolate, non contaminate da altre caratteristiche. È stato strumentalizzato perchè si è preso questo passo di Tacito come una sorta di pubblicità alla “razza”, per i nazisti, questo passo era una testimonianza di questa razza pura che erano i tedeschi, quindi hanno chiamato in causa Tacito, quindi poi viene visto come una testimonianza, anche l’opera di Hitler si basa su una serie di teorie che poi lui ha portato a conseguenze estreme, però già esistevano sulla purezza di alcune razze, quindi su razze inferiori, superiori e Tacito che non c’entrava nulla, in realtà Tacito da solo delle caratteristiche. Analisi: C’è da una parte il dato oggettivo, dove lui dice che non essendosi mescolati con altri popoli, hanno degli aspetti somatici omogenei, quindi sono tutti molto simili, anche se come dice lui, sono anche tanti, però hanno caratteristiche simili, quindi attenzione alle espressioni “sangue puro”, “somigliante solo a se stessa”, per indicare l’omogeneità, che però Tacito usa in modo innocente, poi quando fa la descrizione ci sono aspetti oggettivi, ad esempio “le chiome rossastre” è una caratteristica oggettiva, “occhi fieri”, capiamo per indicare che sono un popolo che incute quasi timore, per dire che già nello sguardo ti fanno paura, sono molto bellicosi, poi “corporature gigantesche” anche questo incute un po’ di timore se ci si pensa, quindi da una parte ce il dato oggettivo, la paura da parte di tacito, quindi come di tutti i Romani, per popoli che già quando ti guardano ti fanno paura e che sono giganteschi. C’è anche l’altro punto, cioè il disprezzo, in qualche modo i Romani cercavano sempre il punto debole, a volte questi popoli si ammazzavano fra di loro, c’erano tante tribù, quindi trovavano anche il punto debole e quindi di questi germani trova elenca dei dati negativi: non hanno resistenza al lavoro e alla fatica, a tollerare la sete e il caldo, perchè non sono abituati, mentre sono abituati a sopportare la fame e il freddo, il freddo lo capiamo dal territorio, la fame dal territorio che non era così produttivo. Quindi c’è una certa oggettività tipica di Tacito, la paura nei confronti di questi popoli che comunque erano forti e bellicosi e poi anche il disprezzo si cerca sempre di trovare il punto debole e quindi in qualche modo lui dice, sopportano il freddo la fame però magari non sopportano il caldo, la sete, non sono abituati alla fatica, quindi c’è anche in qualche modo l’atteggiamento di disprezzo. Dice che questi germani sono dei popoli non corrotti dai vizi, non corrotti dalle mollezze della vita, quindi sono popoli più coraggiosi, più bellicosi, e che hanno dei valori più integri, quindi c’è anche un ammirazione, ma ovviamente, però sono cosi bellicosi che fanno paura e allo stesso tempo ce l’ammirazione per questi costumi integri ma sono anche costumi rozzi. Tacito è anche un romano quindi ha anche l’atteggiamento di chi è quasi dispiaciuto che i romani stiano perdendo, stavano perdendo terreno, quindi c’erano le ribellioni di questi popoli, c’è anche un po’ l’amarezza di chi dice che è una degenerazione, quindi Tacito è preoccupato anche perchè a Roma cominciano ad esserci segni di crisi. altri popoli, il mare non è un aiuto, perchè i nemici possono arrivare, la flotta romana sembra di vederla li nel porto con i romani pronti a combattere e quindi dice non abbiamo altra possibilità, per fortuna dice ci siamo coalizzati e quindi non aspettiamo altro che combattere. (3) -Defendit nos extremos terrarum ac libertatis, recessus ipse ac sinus famae Ha difeso noi, quindi ci ha difesi, posti agli estremi confini, le terre della libertà, lo stesso isolamento, la protezione della fama. Sta dicendo che fino a poco tempo fa siamo stati protetti dal nostro stessevo isolamento perchè i romani puntavano sui paesi più vicini e quindi dice che il fatto che noi eravamo un po’ ai confini del mondo, lontani da tutto, ci ha protetti fino a un certo periodo, però dice adesso, i romani sono arrivati anche qui, fa capire al suo popolo che i romani ormai hanno conquistato tutto e quindi più c’è più vogliono. Fino a questo giorno, fino ad oggi, perchè lui distingue fra quello che è successo prima e quello che succederà adesso, quindi dice: -defendit nos extremos terrarum ac libertatis, recessus ipse ac sinus famae Fino ad oggi, quindi fino a questo giorno, ha protetto noi, ha difeso noi, posti agli estremi confini delle terre e della libertà, lo stesso isolamento e l’oscurità del luogo, quindi la protezione della fama. -Nunc terminus Britanniae patet atque omne ignotum pro magnifico est Ora (invece), l’estremo confine della Britannia, è aperto, è accessibile, tutto ciò che è ignoto viene visto come magnifico, come meraviglioso, quello che uno non conosce, stimola ancora di più la sua curiosità, quindi dice che se questi romani già volevano venire, il fatto che noi siamo una parte sconosciuta, li stimola ancora di più. La traduzione sarebbe: È ogni ignoto, ogni cosa ignota, è come se fosse magnifica, meravigliosa -Sed nulla iam ultra gens est (manca il verbo essere), nihil misi fluctus ac saxa et infestiores (comparativo) Romani, superbiamo quorum effugias frustra per obsequium ac modestiam Ma ormai, non c’è nessun altro popolo oltre aldilà, niente se non flutti e scogli, e i romani e sempre più ostili, pericolosi, la prepotenza dei quali fugge invano attraverso la sottomissione. È la modestia, cioè il rispetto. Lui sta dicendo, alla prepotenza dei romani non si può sfoggiare neanche sottomettendosi, cioè i romani vogliono conquistare tutto, tanto vale prendere le armi e almeno combattiamo. Dice che alla prepotenza di quali non si può sfuggire, è vano, inutile sfuggire per, attraverso la sottomissione (complemento di mezzo) e il rispetto, quindi dice che non possiamo sfuggire a loro, perchè ormai i romani vogliono conquistarci, l’unica cosa è difenderci e combattere. (4) -raptores orbis postquam vastantibus cuncta, defuere (defuerunt, perfetto in ere, viene da desum), scrutantur (verbo deponente) in mare Gente che rapina tutto, che si prende tutto, quindi predatori del mondo, dopo che a loro che devastano tutto, mancarono le terre, frugano in mare. Quindi dice dopo che a loro che devastano tutto, mancarono le terre, dopo che si sono esaurite le terre, non ci sono più terre, frugano in mare, vanno in cerca del mare Cosa sta dicendo? Dice ormai hanno conquistato tutte le terre, rimane il mare, rimangono le terre dove c’è il mare, la Britannia. -avari, si hostis est locuples, ambitiosi si pauper Ad avidi se il nemico è ricco, vogliono soldi, ricchezze, denaro, quindi desiderosi di potere se il nemico è povero, quindi praticamente ai romani va bene tutto, basta che prendano tutto. -quos non Oriens, non Occidens, satiaverit Costoro (relativa) non li aveva saziati ne l’Oriente, ne l’Occidente, qui Tacito ci sta dicendo come erano i romani -soli omnium concupiscunt opens atque inopiam pari adfectu Soli fra tutti desiderano, bramano, ricchezza e povertà, ci sono una serie di contrari e opposti (pari adfectu), con la stessa brama Lui dice vanno bene le terre ricche, le terre povere, vanno bene i popoli che stanno vicino al mare, per i romani va bene tutto, perchè vogliono tutto, sono avidi. Stile ellittico, molto conciso, stile sentenzioso, frasi ad effetto. (5) -auferre trucidare (serie di infiniti) rapere, appellant, imperium falsis nominibus, atque ubi solitudinem faciunt, (appellant) pacem Rubare, trucidare, rapinare, prendersi le cose degli altri con violenza, chiamano con un falso nome, e dove fanno il deserto, che ad un popolo tolgono tutto, schiavizzano i popoli, si prendono tutte le ricchezze di quel popolo, quindi fanno il deserto, tutto yes to lo chiamano pace. Lui sta dicendo chiamano i loro furti, le loro rapine, lo chiamano impero e invece dove fanno il deserto lo chiamano pace, bellissima sententia che riassume da sola tutta la malvagità dei romani. Riassunto: Calgaco dice ai soldati che è inevitabile la guerra perchè non ci sono altre soluzioni, quindi lui dice non essendoci altri popoli aldilà della Britannia, non avendo nessuno che in qualche modo possa aiutarli, non essendo abituati alla schiavitù, loro sono un popolo libero essendosi anche coalizzati e essendo la flotta romana combente non resta che combattere, quindi lui convince i suoi uomini che hanno fatto la cosa giusta. Dice che se in un primo momento loro sono stati liberi grazie al loro isolamento, grazie al fatto che non erano conosciuti, erano un popolo oscuro dagli occhi degli altri, quindi questo li ha salvati, però le cose sono cambiate, perchè i romani essendo a corto di terre, nona vendo più cosa conquistare, sono andati a cercare anche loro, quindi i romani sono arrivati quindi ci mostra un ritratto spietato, dice che i tempi sono cambiati e non basta sottomettersi per indurrei i romani ad andarsene, i romani vanno per fare conquiste, quindi è inutile sottomettersi. Presenta i romani spietati e crudeli, dominatori, assetati di ricchezze, di potere, che non sono più sazi dopo aver conquistati dall’oriente, dall’occidente sono ancora avidi, di ricchezza e di potere, quindi non si fermano e infine ce questo ritratto die romani che danno dei nomi enfatici alle loro violenze, che vengono chiamate impero, quindi loro dicono che creano un impero, conquista, potere, loro chiamano impero di altri popoli, in realtà mettono questo nome alle loro violenze, alle loro rapine, alla loro crudeltà e chiamano pace quella che per loro è un deserto. Analisi: Ogni volta che.. proposizione temporale Magnus mihi animus est.. principale Fore= proposizione infinitiva (infinito futuro del verbo sum) Serie di coordinate Inminente= participio che ha un valore causale Quae fortibus honesta= preposizione relativa Defendit nunc.. principale Extremus posti.. valore causale CI sono delle coordinate Ignotum pro magnifico… Quorum superbiam.. relativa Postquam..temporale Defuere terrae mare scrutantur..principale Stile di tacito: ellissi, molto conciso, molto stringato, molte sententiae Paragrafo 5, o quando dice non li ha saziati ne l’oriente ne l’occidente, frase ad effetto, avidi se il nemico è ricco, bramosi di potere se il nemico è povero. Analisi delle parole: • Causas= causa, causae • Belli= bellum, belli • Necessitatem= necessitas, necessitatis • Nostram= noster, nostra, nostrum • Intueor= intueris, intuitus sum, intueri • Magnus= magnus, magni • Mihi= ego, mei • Animus= animus, animi • Est= sum, es, fui, esse • Hodiernum= hodiernum, hodierni • Diem= dies, diei • Consensum= consensus, consensus • Vestrum= vestrum, vestri • Initium= initium, initii • Libertatis= libertas, libertatis • Toti= totum, toti • Britanniae= Britannia, Britanniae • Fore= for, faris, fatus sum, fari • Universi=universi, universorum • Coistis= como, cois, coii, coitum, coire • Servitutis= servitus, servitutis • Expertes= expers, expers, expers • Nullae=nullus, nulla, nullum • Terrae= terra, terrae • Mare= mare, maris • Securum= securus, secura, securum • Inminente= inmineo, inmines, inminere • Nobis= nos, nostri • Classe= classis, classis • Romana= Romana, Romanorum • Proelium= proelium, proeli • Arma= arma, armorum • Quae= qui, quae, quod • Fortibus= fortis, fortisforte • Honesta= honestus, honesta, honestum • Ignavis= ignavus, ignavi • Tutissima= tutus, tuta, tutum • Sunt= sum, es, fui, esse • Nos= nos, nostri • Terrarum= terra, terrae • Libertatis= libertas, libertatis • Extremos= extremos, extrema, extremum • Recessus= recessus, recessus • Ipse= ipse, ipsa, ipsum • Sinus= sinus, sinus • Fames= fames, famis • Hunc= hic, haec, hoc • Diem= dies, diei • Defendit= defendo, defendis, defendi, defensum, defendere • Terminus= terminus, termini • Britanniae= Britannia, Britanniae • Patet= pateo, pates, patui, patere • Omne= omnes, omnis • Ignotum= ignotum, ignoti • Magnifico= magnifico, magnificas, magnificavi, magnificatum, magnificare • Est= sum, es, fui, esse • Nulla= nullus, nulla, nullum • Gens= gens, gentis T8) Il discorso di Petilio Ceriale Il comandante che fa questo discorso è realista, lui fa capire che il dominio romano è il meglio che possa capitare. È tratto dalle Historiae, parla di una rivolta di una popolazione germanica dei Batavi, (rivolte germaniche). C’è una rivolta di popolazioni germaniche, l’imperatore interviene, manda dei comandanti militari, uno di questi è il protagonista, rivolta sotto il capo Giulio Civile, quindi i natavi si erano alleati con altri popoli, vespasiano manda l’esercito, guidato da questo personaggio Petilio Ceriale. Dicono per un popolo sottomesso, meglio i romani che altri popoli. (73,1) questi due popoli i Treviri e i Lingoni sono alleati dei Batavi, queste erano tribù galliche, per combattere contro i romani, e sono mandate queste legioni, Ceriale, fa un discorso, per spingerli a fermarsi in qualche modo, il discorso gli viene attribuito, non è reale. Sta parlando Ceriale, comandante romano, lui fa notare, che lui è un uomo d’armi, un generale, uno che combatte, e dice che non è bravo nell’arte della parola, dimostra il valore die romani con i fatti. Da notare il disprezzo tipico di un cittadino romano nei confronti di questi popoli, quando dice “dato che per voi contano solo le parole e che voi vi lasciate incantare dalle parole, allora dice vi espongo dei concetti”, c’è il disprezzo tipico del romano nei confronti dei popoli barbari, e dice visto che voi date importanza alle parole, allora vi faccio un bel discorso, e dice che i romani non sono entrati nella vostra terra, quella della Germania o quella degli altri galli, per un desiderio personale, lui dice noi non siamo venuti da voi per un nostro desidero personale, i romani sono venuti, invocati dai vostri alleati a causa dei loro conflitti, è una cosa vera, spesso i romani venivano chiamati da alcuni popoli contro altri, popoli che erano in lotta con altri vicini e chiamano in aiuto i romani, e dice che noi romani non siamo venuti qui per un nostro desiderio, ma perché ci avete chiamato voi, e perché sono stati chiamati dai loro antenati, perché erano in conflitto con popoli vicini e quindi hanno chiesto l’aiuto dei romani. Poi dice che il Reno è lontano da noi, se noi siamo arrivati fino a qui, non è per difendere l’Italia, ma per impedire che un altro Aristovisto si impadronisca del regno delle Galline, nota che dice che era il capo germanico contro cui aveva combattuto Cesare, dice che i romani non sono andati li sul fiume reno per difendere i loro interessi, ma per salvare loro, da uno di quei tanti capi locali. Sta cercando di dire che i galli confidano nell’aiuto dei germani, loro si sono alleati con una tribù dei germani, petilio sta parlando con una tribù dei galli, lingotti e treviri, che si erano alleati con i batavi, e sta facendo notare che i germani promettono loro libertà, indipendenza dai romani, ma in realtà vogliono solo conquistare le loro terre, perché i germani abitano in terre inospitali e cercano terre fertili, dice che i germani vogliono solo conquistare le loro terre, quindi con la scusa della libertà e vogliono solo ridurli in schiavitù. (74,1) sta dicendo che i galli prima dell’arrivo dei romani erano continuamente in guerra, quindi i romani hanno portato al pace e la sicurezza, solo con l’arrivo dei romani questi popoli hanno conosciuto la pace. Dice che la pace ha un prezzo, ed è naturale che per mantenere la pace ci sia bisogno di un esercito, questo per giustificare il fatto che i romani sono arrivati li e hanno presidiato degli eserciti. Quindi dice che per mantenere la pace e la sicurezza c’è bisogno di eserciti e per antere gli eserciti sono necessarie delle spese, bisogna comprare la armi, spostarsi, pagare una serie di spese e quindi sta giustificando la presenza degli eserciti, i tributi, e dice che in compenso i galli hanno dei vantaggi, per esempio avere i loro generali, sta cercando di dire che la dominazione romana è migliore di altre dominazioni e che ci sono dei mali inevitabili come le calamità naturali. Da una parte ce l’esaltazione dei romani, ma anche il realismo dall’altra. Una delle tante sentenze di tacito, “ci saranno dei vizi, finche ci saranno degli uomini”, lui vuol dire che ci sono delle spese eccessive, il male fa parte dell’uomo, discorso quasi filosofico, che a volte ci possono essere dei capi ingiusti, malvagi, che questo è inevitabile, bisogna sopportare questi mali. Dice che se non ci fossero più i romani, ci sarebbero solo guerre tutti contro tutti, guerre continue. Poi l’altra sentenza, frasi incisive, che se si distrugge in qualche modo l’apparato romano, è una rovina per tutti. Dice, che dopo tutte queste premesse, dice che effettivamente è meglio rispettare e amare, accettare la pace di Roma, visto che porta ad una situazione migliore per tutti, e c’è un’altra fra incisiva, dove dice, che “è meglio la sottomissione che la ribellione piena di pericoli”, altra frase, esorta, la sicurezza della sottomissione, piuttosto che una ribellione piena di pericoli, insidie, incertezze, credere in popoli come i germani che non vogliono il loro bene, i romani hanno portato la pace. In tutto il passo c’è il punto di vista dei romani, i romani erano convinti che sottomettere gli altri popoli, per il loro bene, per portare pace e giustizia, era convinti che la sottomissione romana fosse il meglio che poteva capitare, e sottolinea il fatto che i galli ne ricevono pace, s sicurezza, piuttosto di una ribellione che li mette continuamente sotto pressione, piuttosto che le guerre fra i vari popoli, dei Galli e con i Germani vicini sempre pronti ad andare nei loro territori e a sconfinare. Quindi ci sono questi due punti fondamentali, cioè che i romani erano convinti che le loro fossero sempre guerre giuste, andavano in guerra con altri popoli. Il concetto di pax romana, la sentenza che è meglio la sottomissione che porta sicurezza e pace, piuttosto che una ribellione. I romani credevano che le loro fossero costantemente guerre giuste, però le dinamiche erano abbastanza queste nel senso che un popolo chiedeva loro aiuto e i Romani non se lo facevano ripetere due volte, infatti quasi tutte le guerre sono quasi sempre scoppiate per queste ragioni, infatti loro andavano in aiuto dei popoli che lo avevano richiesto ma volendo guadagnarci qualcosa. Dice che la dominazione romana è il male minore, poteva andare peggio, si devono pagare tributi, devono sottostare agli ordini dei galli, però dice che i romani sono stati chiamati da questi popoli. T9) Il naufragio -Agrippina è la madre -Burro è il prefetto del pretorio, capo del piccolo esercito di guardie del corpo pretoriane -Seneca era il suo maestro e consigliere -Agermo, liberto di Agrippina Nerone aveva tentato di uccidere la madre anche con il veleno solo che lei sospettando del figlio si era immunizzata, bevendo piccole dosi (più leggenda) e poi c’erano gli assaggiatori di corte. Nerone aveva messo su un piano abbastanza interessante, crolla il tetto e la madre sarebbe potuta morire in due modi: o dal crollo o annegata. La madre invece si salva in entrambe le situazioni, uno degli amici di Agrippina muore sul colpo, l’altra muore perché si finge Agrippina per farsi salvare invece la vera Agrippina nonostante la spalla ferita nuota e si porta in salvo. Altra cosa un po’ fantozziana è anche qui la storia della nave, alcuni cercano di farla naufragare altri invece cercano di salvare la situazione è quindi intralciano le manovre di coloro che vogliono uccidere Agrippina, che per una serie di casi fortuiti si salva. T10)Reazioni di Agrippina e di Nerone Agrippina ha capito che il figlio vuole attentare alla sua vita perché ci sono degli indizi che le danno la conferma, come per esempio la fine che ha fatto l’amica che si era finta Agrippina ovvero che era stata colpita ancora più forte, oltretutto si capisce che il naufragio non possa essere per cause naturali. Lei però reagisce facendo finta di nulla e Nerone però ha paura della vendetta della madre e che la madre possa avere l’appoggio del Senato e del popolo. Nerone chiede aiuto a Burro e Seneca, che finora noi abbiamo visto come un santo ed è in questo caso che lui prende in mano la situazione è gli consiglia di chiedere aiuto ad un liberto per l’esecuzione del delitto, che era facilmente gestibile a differenza dei pretoriani che erano fedeli alla casa imperiale, dato che Agrippina era figlia di Germanico che era quello che aveva fatto delle campagne in Germania considerato il bravo ragazzo della casa imperiale. Poi Nerone si spinge oltre, quando il liberto va ad avvisare Nerone del fatto che la madre sia ancora viva, l’imperatore getta un pugnale al liberto facendo intendere che Agrippina, per mezzo del liberto avesse attentato alla vita di Nerone, e che scoperta avesse quindi avesse deciso di darsi spontaneamente la morte (cercano una giustificazione per la morte di Agrippina). T 11)La morte di Agrippina Visto che si era sparsa la vive del pericolo corso da Agrippina, tutti corrono alla spiaggia per vedere come stesse la donna ma poi sono tutti sollevati nell’appurare che la madre dell’imperatore sia salva, però vedono degli uomini armati che vanno verso la villa e questo spaventa la folla che si dilegua, sembra quasi un attentato. Anche i servi scappano, compresa l’ultima serva rimasta ad Agrippina e lei rimane sola anche se poi morirà con dignità. Prima quando viene annunciata una visita bisognava riferire a Nerone che lei si era ristabilita ma quando lei capisce che non è questo il motivo, non vuole ancora credere che il figlio voglia ucciderla, lei dice di colpirla al ventre perché da lì aveva generato Nerone, infatti è un simbolo del fatto che lei si faccia uccidere proprio in quel punto. Racconto reso interessante dai colpi di scena, dai personaggi e dalla quantità di pathos utilizzata. Molto pathos quando l’ultima ancella di agrippina se ne va e si sente ormai sola e capisce che ormai non c’è più nulla da fare. Pathos anche nella concitazione della fola quando vanno a verificare che Agrippina stia bene. Quindi ci da una narrazione con interessanti colpi di scena e narrativamente è molto interessante, stile meno sentenzioso e attenzione nei confronti dei personaggi, storia fatta da moltissimi intrighi. METAMORFOSI È l’Opera principale di Apuleio,viene classificata come romanzo, diviso in 11 libri, è il secondo romanzo della letteratura latina dopo il satyricon , si chiama metamorfosi, il titolo vero è “Metamorphoseon”, in realtà è nota con un altro titolo: questo titolo  lo cita Agostino, con il  titolo di “L’asino d’oro”, il perché non lo sappiamo, ma forse perché il protagonista è un asino , o forse per le qualità dell’opera. TRAMA Il protagonista è un ragazzo di nome Lucio, che  va in Tessaglia(regione della Grecia,definita terra di maghi), va a casa di una coppia, dove la  moglie è dedita a pratiche magiche,lui è affascinato da queste pratiche magiche, e un giorno vede questa signora che si trasforma in un gufo, quindi chiede aiuto ad una servetta che alla fine lo fa assistere a questa trasformazione e anche lui vuole trasformarsi in un gufo,ma la ragazza sbaglia pozione , e invece di trasformarsi in un gufo si trasforma in un asino per sbaglio, con il cervello umano, mentre il suo corpo è animale.  c’è scritto che per ritrovare le sembianze umane deve cibarsi di rose, e le troverà solo alla fine. Quello che si racconta sono una serie di disavventure,è un asino con la mente umana, ad esempio l’asino viene catturato da dei briganti, oppure per esempio finisce nelle mani di briganti, poi finisce nelle mani di due fratelli, un cuoco e un pasticcere ed.. quindi sono narrate per il tutto romanzo le peripezie dell asino , che da una parte cerca di diventare essere umano dall’altro cerca la curiosità. Ad un certo punto appare nel sogno la dea Iside che gli dice di cibarsi di due delle rose di una sua corona che viene portata da un sacerdote, gli dice cosa deve, cioè di cibarsi di rose di una corona portata in processione da un sacerdote e  quindi lui ridiventa uomo, grazie all’intervento di Iside, e diventa devoto anche dio Osiride.   Iside, è la  moglie di Osiride, dea egizia, è legata alla vita, alla fertilità; sono quelle creature/ figure femminili, legate alla vita, alla navigazione, alla maternità, fecondità, possiede una serie di funzioni.   All’interno di questo romanzo 3 libri di questa vicenda sono dedicati ad un altro racconto, ad  una lunga novella, ed è la novella di amore e psiche, quindi è un racconto nel racconto. Questa novella viene raccontata da una vecchia sorvegliante, racconta la vicenda. La novella parla di una ragazza, bellissima, tutti la venerano come una dea, questo fa in modo che venga trascurata la dea della bellezza, Afrodite, la ragazza viene trattata come se fosse una dea,e ciò  fa scaturire l’ira di Afrodite, che chiede al figlio di vendicarla, facendo innamorare psiche dell’uomo più repellente della terra, ma cupido(amore) sbaglia freccia, e colpisce il suo piede, se stesso, e si innamora di psiche, ma allo stesso tempo teme l’ira della madre. i genitori di psiche(un re e una regina) vengono a sapere dall’oracolo che lei deve sposare un mostro, mentre invece amore  la porta in un bellissimo palazzo, dove per non incorrere nelle ire della madre le fa fare un patto, ovvero che lui la visita di notte, e non si mostra a lei, se lo vedrà, saranno separati. le sorelle invidiose, la istigano, la esortano a  spiare il suo sposo, e vedendolo sene innamora, ma amore si sveglia e si rende conto che lei l’ha guardato, quindi  scappa, lei per ritrovare lo sposo, dovrà superare tante prove, e la prova più difficile, è la discesa negli inferi. alla fine, essendo una favola, c’è un lieto fine, si ricongiungeranno e lei viene venerata come una dea. CARATTERISTICHE OPERA I problemi che pone quest’opera sono: innanzitutto il genere:il romanzo a Roma e in Grecia non aveva una sua tradizione, e veniva considerato un genere inferiore, non aveva nemmeno un nome, (si usavano termini generici tipo historiae), era considerato ibrido come genere. Ci sono caratteristiche variegate, rispetto al Satyricon si differenzia perché c'è l’elemento magico e religioso. Apuleio nel proemio, dice che racconterà delle favole secondo il genere delle fabula Malesia, ossia storielle di carattere licenzioso, erotico, quindi c’è quell’elemento erotico, con in più l’elemento magico, l’opera ha delle affinità con le fabula Milesia e anche la caratteristica della magia. In questo romanzo, ci sono 2 caratteristiche, un po’ è una storiella di piacevole lettura, con una serie di peripezie, che fanno pensare ad un'opera di intrattenimento, quindi lo scopo è quello di intrattenere, ha degli ingredienti tipici di una storia con carattere fantastico, ma ci sono anche  altre caratteristiche: per esempio Lucio viene trasformato in asino(animale poco nobile), poi è presente  l’intervento di una dea. c’è anche uno scopo di carattere più morale. Se ci pensate a dare una spiegazione del romanzo ci pensa la novella stessa di amore e psiche, perché questa novella è stata variamente interpretata, per esempio , secondo alcuni c'è una spiegazione cristiana, cioè incontro tra il desiderio(amore) e l’anima(psiche), ma se ci pensate lui non ha nulla a che fare con l’ambiente cristiano, più probabilmente può sembrare uno di quei miti filosofici (tipo quelli di Platone), oppure, potrebbe essere un racconto di una iniziazione di un culto di Iside, è un’iniziazione isiaca, infatti  il numero 11(totale dei libri), è un numero importante dell’ambito isiaco, perché  l’11 giorno avveniva l’iniziazione di una persona. È un’opera singolare per quanto riguarda il genere, perché è considerata un romanzo che era un genere “ibrido”. Agli argomenti del Satyricon si aggiungono degli argomenti (tematica magica, filosofica…) È un’opera finalizzata all’intrattenimento, ma c’è anche un intento educativo: Lucio, il protagonista, viene trasformato in un asino ovvero simbolo di “stupidità”. Alla fine dell’opera si dice che Iside lo aiuta, si parla di un suo errore, capiamo che c’è uno che è stato punito e la dea lo ha aiutato ; la chiave di lettura è il racconto stesso di Amore e psiche. Riproduce in qualche modo un percorso parallelo, cosa accomuna queste due opere? In entrambe le storie ci sono due personaggi puniti, entrambi per la loro curiosità: lui perché spia le trasformazioni della signora in Tessaglia e lei perché spia le trasformazioni dello sposo; carattere erotico in tutti e due; devono espiare la loro colpa, Lucio viene trasformato in un asino, lo stesso lei (deve affrontare delle prove ordinate da Venere), entrambi grazie alle divinità riescono nel loro intento. TESTI APULEIO: T2) Lucio diventa asino Ci descrive in modo molto dettagliato tutte le trasformazioni, si aspettava di diventare un uccello ma invece non è così. Descrizione particolareggiata, la pelle dura, descrizione di questa metamorfosi. Fa riferimento alla metamorfosi, cita la trasformazione dei compagni di Ulisse, tipico schema usato in altre metamorfosi. L’asino nel culto isiaco, rappresenta l’immagine di Seth, il fratello di Osiride. Lui che pensa di trasformarsi in un uccello, e già pronto per librarsi in volo e invece vede che le trasformazioni sono altre, perché vede che ha la pelle dura, le setole, ad un certo punto capisce che non è un uccello, ma un asino e la ragazza si dispera Fotide, lei mortificata, e dice che potrà tornare nella sua forma umana se mangerà delle rose, peccato che non ci sono le rose, ma se le procurerà. T4)Il ritorno alla forma umana Lui vede che finalmente riprende la forma umana. Ringrazia la dea e riceve un mantello, perché si sente in imbarazzo dato che è nudo. Lo stile è quello di uno che conosce l’arte del parlare. Lui ridiventa uomo e c’è una descrizione dettagliata, sparisce la coda, la pelle diventa più morbida ,spariscono le lunghe orecchie, la coda ecc..(Apuleio è molto bravo a raccontare, sono racconti interessanti fa delle descrizioni, il linguaggio  è piuttosto particolareggiato)-  in questo pezzo non c'è molto da dire Gli danno un mantello per coprirsi, perché un asino non porta vestiti ed è descritta la sua gioia, è un discorso narrativo. Parte più interessante il discorso del sacerdote sulla dea Iside, qua è la dea protettrice , c’è questa parte metaforica, paragrafo 15 dice: “procelle della Fortuna”, “ara della misericordia”, “porto della calma”, metafora del porto come quiete, e procelle vuol dire metafora della tempesta. Dopo le tempeste della sorte, che si è accanita contro di lui e gli ha creato questi problemi, adesso approda nel porto della quiete, e la colpa  delle sue sventure viene data alla sua curiosità, quindi la colpa di tutte queste traversie è la sua eccessiva curiosità e il brano ci fa capire che ci si è messa la sorte, poi distingue una fortuna cieca che è quella che si accanisce contro gli uomini, e fortuna provvidenziale che è dea Iside che lo ha salvato, Lucio è sotto la protezione della grande dea Iside, la fortuna cieca non può più fare nulla perché è protetto da Iside . Metafora  della santa milizia “quando avrai cominciato ad essere schiavo della dea, allora sentirai meglio il frutto della tua libertà” e sia una metafora e anche un  antitesi, tra i due concetti, quasi un ossimoro (schiavitù e libertà), perché proprio adesso che sei schiavo, percepisci meglio la tua libertà, la schiavitù della dea è una schiavitù bella, perchè si sottomette ad una dea benevola, che lo protegge.c’è un contrasto tra fortuna cieca e fortuna provvidenziale. Sembra un racconto di Iniziazione a Iside , proselitismo, Lui in qualche modo si converte a questa nuova religione, diventa un sacerdote, un devoto di Iside. T5) Psiche, fanciulla bellissima e fiabesca La fiaba non viene raccontata dalla ragazza ma dalla vecchia sorvegliante, ci sono toni fiabeschi. La storiella è al centro del romanzo. Nota 6: riferimento a paride e alla gara delle tre dee, vinta da venere Il temuto figlio di venere è eros. All’inizio c’è l’atmosfera tipica della fiaba con “cera una volta”,che indica che  non c'è un momento preciso, c'è un re e una regina con immagine di Giove un po’ comica. Riferimento alla lex Iulia, che dice che Giove va persino contro il diritto ,la lex Iulia .e fa ridere perché cosa c’entrano le leggi terrene se lui è il padre, riprende la lex lulia una legge stabilita da Augusto contro gli adulteri. Giove dice che ci passerà sopra, e che ha cresciuto questo ragazzino(amore) e quindi  alla fine non lo punisce ma esaudisce le sue richieste.   Riepilogo: C’è un Tono un po’ scherzoso. Giove , tratta cupido con affetto come se fosse suo figlio. Chiede a Mercurio di convocare gli dei al consiglio, e c'è per la prima volta  la minaccia di una multa agli dei che non  si presentano perche vuole che al consiglio ci siano tutti gli dei, c’è un aspetto un po 'comico, ironico, per quanto riguarda i diecimila sesterzi (moneta romana) come se gli dei usassero le monete romane , quindi ‘è tono di parodia. Con la frase”Onorevoli Dei colleghi registrati all’albo delle muse”, sembra una parodia di una riunione politica, le “muse” sono le protettrici ,sembra che ci sia un matrimonio riparatore tra il ragazzo che va in giro per cercare donne e lui dice che adesso questo si deve fermare, e quindi noi(gli dei , penso) facciamo in modo che questo si fermi, lui che viene descritto come un dio, che suscita adulteri e scandali , quindi cerchiamo di aggiustare questo ragazzo un po’ birichino, Viene fatto matrimonio riparatore per porre fine a questi scandali, quindi Giove fa il matrimonio riparatore tra Amore e psiche , che viene resa immortale, dopo Giove dice a venere di stare tranquilla anche lei perché era preoccupata perché pensa che Psiche non era all’altezza del figlio. Riga 11: Giove, dice che Amore si è procurato una nomea sufficiente stando sulla bocca di tutti. Giove dice:”Bisogna incatenarlo in ceppi nuziali”, si rivolge a Venere facendole il discorso di stare tranquilla. “Renderò le nozze non infari ma legittime e conforme al diritto civile” ironia, gli dei non devono rispettare il diritto civile. Successivamente Psiche viene portata in cielo, le viene dato il calice di ambrosia e viene fatta immortale. Il tono del brano è molto parodico, infatti ci sono riferimenti alla Lex Iulia, al diritto civile, la multa per chi non si presenta alla riunione. Diventando psiche immortale non c'è nessun ostacolo, e  Venere (la mamma) può stare tranquilla, è presente un'atmosfera da commedia latina. Riga: 24 banchetto di nozze dove c’è Vulcano che cucina, Apollo che suona, atmosfera nuziale . Non manca nulla, classica atmosfera del matrimonio, il nettare che è il vino degli Dei, viene servito da Giove, come se facesse un Brindisi. E come ogni lieto fine, c’è una bambina che nasce, che è  Voluttà(desiderio), nata da psiche e amore. Stile : ornato(costruito su una serie di artifici) c’è parodia, abilità descrittiva e narrativa, ricco di pathos, linguaggio variegato, a volte più drammatico. Essendo un bravo oratore, le sue abilità si proiettano nella scrittura. LETTERATURA CRISTIANA In un primo momento, con la diffusione del cristianesimo, si diffonde anche una letteratura cristiana, la prima letteratura cristiana nasce intorno al II secolo. -Cosa comprende? I primi testi latini sono delle traduzioni dei testi sacri scritti in greco, ad esempio la comunità cristiana dell’occidente, aveva bisogno della Bibbia. il testo più importante, sono le Veteres Latinae, veteres vuol dire “antiche,”vengono chiamate cosi perche sono  prime bibbie tradotte in latino, queste prime traduzioni in latino della bibbia (le veteres  Latinae)sono state soppiantate dalla vulgata ( da vulgus , letteralmente popolare) di San Gerolamo , scritte durante l  fine del 4 secolo. San Gerolamo scrive una nuova traduzione della bibbia, usata ai nostri giorni, la cosiddetta Vulgata, ossia la versione popolare, diffusa, che ha sorpassato quelle precedenti. Altri testi importanti, sono i cosiddetti “Acta Martyrum”, letteralmente “atti dei martiri”.i martiri, per noi  sono le persone che si sacrificano per una causa, per una fede, ma letteralmente vuol dire testimoni, ossia sono testimoni della forza della loro fede, con “si sacrificano” intendiamo che  pagano le conseguenze di quella fede. -Cosa sono questi martiri? I primi cristiani venivano sottoposti a vari processi, non la vivevano bene, venivano perseguitati, quindi erano oggetto di processi. Gli Acta Martyrum sono i resoconti dei processi che si facevano ai cristiani . Sono vere rielaborazioni dei verbali del processo, sono nell’ambito giudiziario e formale. -cosa c’era in questi testi? Erano una testimonianza di come si svolgeva il processo di un determinato martire, le domande che gli venivano fatte, il modo in cui si comportava ecc.. e dato che la maggior parte ei cristiani processati morivano l’ultima parte di questi, veniva scritta da un’altra persona,  quindi il martire scriveva e lasciava delle memorie su come si svolgeva il processo ecc.. e poi cera un altra parte scritta da un altro che raccontava la sua morte. Simili a questi sono le Passiones, vuol dire” patire, soffrire,”erano  resoconti un po’ su tutta la vicenda, a differenza degli Acta Martyrum , esse sono più complete, parlavano di tutta la vicenda,ad esempio del processo, l’arresto, l’esecuzione, condanna ma le passiones sono più emotive, ad un certo punto le pasiones si trasformano in una sorta di romanzo, perche sono racconti di un maggior impatto emotivo e più particolareggiati. ALTRI GENERI Nell’ambito della letteratura cristiana, troviamo molti testi esegetici, con l’esegesi, non è altro che : 1. un commento, ossia riguarda dei commenti dei testi sacri, 2. inni cristiani, 3. canti di lode di Dio, 4. biografie di Santi, queste biografie si chiamano agiografie, ossia molte vite dei Santi, sono biografie anche esemplari dei santi ricordati per i loro valori, i loro ideali 5. racconti di pellegrinaggi.. Altro genere è l’apologetica, l’apologia, è un discorso/scritto in favore dei cristiani. gli apologenisti sono i cristiani che difendono la loro religione dall’accusa dei pagani; lo scritto di questo genere, più importante è l’apologeticum di Tertulliano. TERTULLIANO La sua opera più importante dove difende il cristianesimo da accuse pesanti, come sacrilegio, accuse di lesa maestà, ossia offendere la maestà, cioè chi ha un autorità, (l’imperatore), venivano accusati di crimini nei confronti dell’imperatore. Difende i cristiani da tutte le accuse che venivano a loro rivolte anche le più gravi, come per esempio quelle di lesa maestà.   LETTERATURA DEL IV E V SECOLO Con Costantino, che si converte il cristianesimo, porta a un cambiamento radicale  perche  i cristiani prima perseguitati si ritrovano nel 313, con l’editto di Milano, che proclamava tutte le religioni erano tollerate, ma lui aveva simpatia per il cristianesimo. Costantino era un politico, quindi voleva una visione più lucida delle cose, lui aveva capito che  i cristiani si erano diffusi, e non aveva senso perseguitati, anzi più li perseguitavano, piu loro crescevano (perche vedere coloro che si sacrificano per la loro fede, attrae le persone) e più si diffondevano. Con Costantino c'è una tolleranza per tutte le religioni, fa costruire tante chiese. Il cristianesimo Diventa un’unica religione di stato, nel 380, quindi più unica religione tollerata, quindi un impero che è prima era stato  pagano ora diventa un impero che perseguita i pagani. -cosa cambia? Che se prima i cristiani si dovevano riunire di nascosto, d’ora in poi non hanno più problemi, e i loro nemici sono le eresie, le questioni teologiche, le dispute tra vare comunità e chiese quindi hanno nuovi problemi. PATRISTICA LATINA A partire dal 4 secolo fino al sacco di Roma, il cristianesimo vive un'età d’oro, un momento felice, pacifico dove i cristiani possono essere liberi di professare la loro religione ecc… Questo periodo viene detto  della patristica, che comprende la produzione letteraria/le opere dei cosiddetti padri della chiesa. i padri della chiesa sono intellettuali molto autorevoli, che hanno cercato una mediazione tra la cultura classica e quella cristiana, definiti autorevoli per la profondità delle loro riflessioni, una certa profondità nell’analisi delle questioni cristiane e teologiche. GEROLAMO Gerolamo, ha scritto tra le tante opere, la traduzione latina della bibbia, Vulgata, ossia “diffusa popolare”, che ha soppiantato tutte le altre versioni, quella che è ancora oggi la più utilizzata. Vulgata nel senso di popolare, diffusa, che è versione che soppianta tutte le altre e che ancora oggi è quella odierna. AMBROGIO Importante padre della Chiesa, da ricordarsi il ruolo della città di Milano da vescovo.
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