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Critica e recensione, Esercizi di Storia del Design

Critica e recensione del libro "The Game di Baricco

Tipologia: Esercizi

2023/2024

Caricato il 10/03/2024

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elena-trovo-1 🇮🇹

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Scarica Critica e recensione e più Esercizi in PDF di Storia del Design solo su Docsity! Università Iuav di Venezia Corso di Laurea Magistrale in Design del Prodotto Critica del design contemporaneo aa 2023/2024 Elena Trovò, matricola 302394 Baricco, Alessandro. 2018. The Game. Torino: Einaudi. The Game è un libro scritto da Alessandro Baricco, edito da Einaudi e pubblicato nel 2018. Il saggio si presenta come un'analisi cronologica delle tappe salienti che hanno caratterizzato la cosiddetta «rivoluzione digitale». A partire dal titolo e dai nomi dei capitoli raccolti nell’indice, entrambi scritti in inglese, si comprende il respiro internazionale che lo scrittore ha conferito alla propria analisi; la scelta sicuramente è motivata dal fatto che il mondo preso di riferimento dall’autore è prevalentemente, se non esclusivamente, quello statunitense. Le tappe della trasformazione tecnologica sono descritte anche gracamente come la formazione di una catena montuosa: il progetto graco è adato a Riccardo Falcinelli, graco e teorico del design, che nel libro, attraverso le sue illustrazioni tenta di rappresentare le diverse tappe come una straticazione di sedimenti. Baricco ssa come «vertebra zero» l’anno 1978, attribuendo al videogioco Space Invaders il motore scatenante della rivoluzione digitale: l’autore ammette che denire con un singolo evento l’inizio di una trasformazione di così grande portata sia complesso in quanto si debba meglio parlare di una «costellazione di fenomeni piuttosto articolati», tuttavia non sembra mettere in discussione l’inizio del tutto, il videogioco, secondo l’autore è certamente il primo tassello di ciò che nelle pagine successive andrà descrivendo. La cronistoria parte dagli anni ottanta no ad arrivare agli anni subito precedenti il nuovo millennio, identicando le annate tra il 1999 e il 2007 e dal 2008 al 2016, altre due fasi della «rivoluzione» in atto. Cadauno dei periodi sopracitati riporta anno per anno le principali invenzioni tecnologiche che per le ragioni dall’autore descritte, hanno introdotto signicative novità; a corredo di ciò Baricco scrive dei commentari con i quali è in grado di fornire una personale lettura degli eventi successi, potendo entrare così nello specico di diverse tematiche da sottoporre all’attenzione del lettore. Quasi come un interludio, nel capitolo precedente a quello conclusivo, viene riservata una sezione chiamata “maps” nel quale vengono riportati gracamente i sette percorsi tematici tracciati dall’analisi precedentemente condotta dall’autore. Concludono il saggio tre riessioni rispettivamente sulla verità, sull’arte e su «quel che resta da fare». Volendo introdurre una lettura critica si può aermare in primo luogo che la scrittura si presenta molto uida e di facile comprensione: il tono colloquiale con il quale Baricco si pone rispetto al lettore conferisce al saggio una lettura mai banale, riducendo al minimo i passaggi più tecnici che potrebbero appesantire il testo rendendolo in alcune sue parti noioso. Fin dalle prime pagine si nota che l’autore accetta di descrivere dei cambiamenti circoscritti al mondo occidentale, è una scelta lecita dettata probabilmente dalle esperienze vissute da Baricco stesso, che in alcuni passaggi del libro, appaiono come testimonianze per avvalorare il racconto cronologico presentato; questo tuttavia limita la portata che nel resto del mondo la trasformazione digitale ha portato e che ha investito a sua volta il mondo occidentale, sono due i principali eventi che personalmente mi occorrono: le proteste del movimento Euromaidan e le primavere arabe. Entrambe sono state favorite in modo decisivo dal dilagare di internet nel nuovo millennio, ed entrambe hanno interessato la stabilità del mondo occidentale. Questa lettura può apparire n troppo politica ma alla luce dei fatti di attualità sottoporre all’attenzione tale tema mi sembra uno spunto interessante. Penso che quanto dico trovi conferma nel passaggio dove Baricco aerma che: «potremmo dire che molte sono le rivoluzioni che cambiano il mondo, e spesso sono tecnologiche; ma poche sono quelle che cambiano gli uomini e lo fanno radicalmente». In una narrazione nella quale l’occidente è predominante Baricco trascura il contributo italiano alla storia tecnologica, sebbene pecchi di un ruolo centrale nello sviluppo tecnologico degli ultimi vent’anni, l’Italia rimane la patria di Meucci e terra della storica Olivetti – citata solamente in riferimento al cofondatore del M5S Casaleggio – azienda capace di competere con l’IBM nella produzione dei primi personal computer. Proseguendo nella lettura è interessante notare come molte delle invenzioni citate, nella realtà italiana siano state introdotte solamente in tempi recenti: una riessione sul tema avrebbe meritato maggiore attenzione in quanto, questione attualmente dibattuta in merito i ritardi del nostro paese in termini di adeguamento delle infrastrutture tecnologiche rispetto gli standard richiesti in termini di competitività. È curioso osservare come diverse generazioni possano vivere la trasformazione digitale: se anch’io come l’autore, ho avuto l’opportunità di conoscere in parte il mondo ibrido tra analogico e digitale, merita una seria riessione il fatto che già a partire dalla generazione successiva alla mia, a dierenza, abbiano trascorso la loro esistenza senza alcuna interazione diretta con il mondo pre-digitalizzazione. In conclusione, avanzo un’ultima riessione: a distanza di circa un anno dalla pubblicazione del testo in esame, il mondo si è trovato improvvisamente di fronte l'inaspettata
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