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CUBISMO e Pablo Picasso, Appunti di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

Appunti sul Cubismo, autore: Pablo Picasso e alcune opere

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 24/02/2023

hajar-3
hajar-3 🇮🇹

3 documenti

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Scarica CUBISMO e Pablo Picasso e più Appunti in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! CUBISMO Il Cubismo (1907) è una delle più significative avanguardie storiche, della quale Picasso e Braque furono i fondatori. Già dall’affermazione “La natura è una cosa , la pittura un’altra” che si conclude provocatoriamente in “la pittura è dunque un equivalente della natura”, Picasso presenta la rivoluzione avanzata dal movimento del Cubismo nell’arte visiva è paragonabile a quanto avviene nel campo della ricerca scientifica e filosofica in seguito all’elaborazione della teoria della relatività di Albert Einstein, grazie alla quale mutano radicalmente il modo di intendere la realtà, i mezzi e i fini della conoscenza stessa e dove tutto diventa appunto “relativo”. Questa nuova corrente rivoluzionò il modo in cui i soggetti, la realtà, venivano rappresentati a partire dal Rinascimento, ed ebbe una forte influenza sullo sviluppo artistico del XX secolo. I pittori cubisti, tramite una percezione istintiva della realtà, anziché descrivere in modo fedele ciò che li circondava, scomponevano la realtà in piani e forme geometriche sintetizzando in un'unica composizione punti di vista diversi, che nella realtà non potrebbero essere adottati simultaneamente. Il processo di ribaltamento dei piani osservati contemporaneamente da più punti vista e la rinuncia all'uso della prospettiva rendendo difficile anche l'individuazione del soggetto di un'opera cubista. E’ così che, per la prima volta, viene mostrata la "quarta dimensione": il fattore tempo. In questo nuovo approccio alla pittura del Cubismo influirono profondamente la conoscenza dell'arte tribale africana e dell'Oceania, con la loro scarsa attenzione alla resa realistica delle pose e della figura umana, e l'opera di Cézanne, pittore post-impressionista che dava risalto alle strutture geometriche della realtà circostante. Nel breve arco di tempo in cui si sviluppa, si distinguono due fasi: il Cubismo "Analitico" (1908-1912) caratterizzato da un'accentuata frammentazione delle forme e dall'uso di colori spenti, spesso di un solo tono cromatico (monocromo) e il Cubismo "sintetico" (1912-1914), che attua un parziale recupero del colore e delle forme, ormai svincolate dalla concezione spaziale tradizionale. E’ in questa seconda fase che inizia I'uso di incollare sulla tela parti ritagliate da giornali, libri, spartiti musicali,... (i papiers collés). PICASSO «A tredici anni dipingevo come Raffaello. Ci ho messo tutta una vita per imparare a dipingere come un bambino». E’ così che il grande patriarca del Novecento amava definirsi: Pablo Picasso, uno dei fondatori del cubismo. Picasso nasce nel 1881 a Malaga, in Spagna. Suo padre è insegnante nella locale scuola d’arte e lo avvia precocemente all’apprendistato artistico. Sin da giovane dimostra uno straordinario talento. A soli quattordici anni viene ammesso all’Accademia di Belle Arti di Barcellona, e due anni dopo si trasferisce all’Accademia di Madrid. Dopo un ritorno a Barcellona, va a Parigi nel 1900: vi farà ritorno più volte, fino a stabilirvisi definitivamente. Inizialmente lo stile del giovane Picasso oscilla tra l'ammirazione per Cézanne e le generiche tematiche impressioniste e postimpressioniste. Dal 1901, però lo stile di Picasso inizia a mostrare dei tratti originali che si manifestano nei diversi stili e tecniche a cui fece ricorso. Animato da un vulcanico sperimentalismo, attraversa una molteplicità di stili. PERIODO BLU (1901-1904) Dall’autunno del 1901 Picasso inaugura il cosiddetto periodo blu, che si protrarrà fino a tutto il 1904. E’ il periodo in cui Picasso si trova a Parigi e l’influenza dell’ espressionismo dei Fauves è fortemente rintracciabile nella sua produzione artistica. Le opere appartenenti a tale periodo, hanno come caratteristica peculiare l’incomunicabilità e l’umanità povera e addolorata. Da questo momento il delicato equilibrio psicologico del pittore si traduce sulla tela attraverso tutte le tonalità di blu possibili. Il colore assume dunque una valenza sacra, poetica, sentimentale. Il rigido monocromatismo trova giustificazione nella sua capacità di trasportare i soggetti in una dimensione interiore separata dalla realtà. Poveri in riva al mare Basta pensare all’opera “Poveri in riva al mare” (1903), realizzata quando stava conducendo grandi ristrettezze economiche. Qui, i tre soggetti raffigurati possono essere identificati quasi come una sorta di trasposizione metaforica della Sacra Famiglia. Nel dipinto si percepisce il dolore, si respira la tristezza e la rassegnazione dei personaggi: distanti tra loro, scalzi, infreddoliti e silenziosi. Il colore predominante è, appunto, il blu nelle sue varie sfumature cromatiche che ne differenziano tratti e confini tra personaggi, cielo, mare e terra (sabbia). Tonalità fredde che sottolineano la mancanza di luce e calore, accentuando ancora di più la povertà che annichilisce qualunque gesto di umanità e speranza. La malinconia e la rassegnazione si possono cogliere dalla postura: le spalle curve, la testa china e le braccia conserte che riflettono un senso di chiusura già verso loro stessi. L’unico gesto di apertura e tentativo timido di vicinanza, sembra essere quello del bambino che appoggia la sua mano destra sulla gamba sinistra dell’uomo come a voler cercare calore e conforto. Maternità L’opera “Maternità” (1905) rappresenta in primo piano una giovane donna che allatta il suo bambino. Madre e figlio sono avvolti e uniti nello stesso scialle. Del piccolo si scorgono solo la testa e una manina appoggiata sulla mammella destra della madre. Si intuisce che il piccolo sta succhiando il latte con voluttà. La madre ha il capo chinato verso destra e gli occhi socchiusi. I capelli sono raccolti in uno chignon ornato da un fiore dello stesso rosa tenero dello scialle. I lineamenti della donna sono sottili e le mani sono lunghe e affusolate. Le figure sono dipinte nelle tonalità di rosa e grigi su uno sfondo blu-grigio indistinto e funzionale alla rappresentazione della maternità in se stessa. E’ come se il male oscuro del vivere, l’angoscia legata al futuro in un mondo di miseria, la profonda tristezza degli sguardi fossero superati e lontani. Madre e figlio si amano in modo incondizionato e costituiscono un’unità inscindibile. Si donano l’uno all’altra in una fusione completa al punto che le figure rappresentate sulla tela sembrano tridimensionali e la giovane donna assurge al livello dell’immagine classica, universale ed eterna della maternità. Le demoiselle d’avignon Les Demoiselles d’Avignon risale al 1907 e con essa, Picasso ha prodotto la frantumazione dello spazio tridimensionale che si ritroverà nelle altre opere cubiste. In essa sono disposte frontalmente cinque ragazze che mostrano in modo sfacciato la loro nudità, ponendosi come modelle e la loro posizione prende in considerazione l’esistenza di qualcuno che le sta osservando. Lo sfondo, invece, è rappresentato da zone frammentate di diversi colori che si integrano con quelle dei corpi delle ragazze. Le figure femminili citano forse Le Veneri della tradizione classica, infatti i corpi non possiedono una valenza erotica. Le due ragazze centrali hanno uno sguardo più riconoscibile e diretto. Le due donne laterali a destra invece richiamano, con la deformità del loro volto, le maschere di tradizione africana amate da Pablo Picasso. L’immagine della ragazza di sinistra poi ricorda lo stile egizio con l’occhio frontale e con il volto disegnato di profilo. L’immagine inoltre risultava sconcertante per coloro che erano abituati ad una rappresentazione tradizionale. Fino ad allora i vari linguaggi avevano creato figure umane riconoscibili. Ma le figure frantumate e distorte inserite in uno spazio multidimensionale erano però ben altra cosa. I molteplici punti di vista sono determinati dai contrasti di toni e colori, tra il rosa carne delle ragazze e quello azzurro del fondo dipinto su campiture piatte. Le linee di forza, che si creano all’incontro delle figure e delle forme dello sfondo, realizzate in modo geometrico, ma irregolare, contribuiscono a rafforzare la composizione. Quest’ultima non presenta profondità nello spazio rappresentato ma è caratterizzata da un’ integrazione bidimensionale tra le forme e lo sfondo. Infine i centri psicologici di attenzione sono ovviamente i grandi sguardi delle donne che osservano verso lo spettatore. Cubismo analitico (199-1911) Nel 1907 Braque incontra Picasso e il loro sodalizio, breve ma intenso, rese quasi indistinguibili le opere dell’uno dall’altro. In questo periodo, entrambi, applicarono la frammentazione analitica della visione al paesaggio. Il Ritratto di Ambroise Vollard Pablo Picasso dipinge il Ritratto di Ambroise Vollard con un cubismo di tipo analitico. I quadri di questo periodo sono caratterizzati dalla piattezza dei volumi, dalla perdita degli effetti di chiaroscuro, dalla riduzione dei colori. Elemento fondamentale è però il principio della simultaneità: la sovrapposizione in una stessa immagine di molteplici punti di vista. Questo è infatti secondo i cubisti il ricordo degli oggetti che siamo in grado di percepire, cioè una sintesi di molti punti di vista e non una sola immagine, come nel caso di questo ritratto. Esso sembra un’immagine frantumata all’interno di uno specchio. Le varie parti che compongono il dipinto, infatti, paiono schegge monocrome che si compongono nel formare il ritratto. Nel dipinto si riescono ad identificare, sufficientemente bene, gli occhi il naso e la bocca. La barba e la sommità della testa sono riconoscibili attraverso il colore che li ritaglia dal fondo. Ambroise Vollard sta leggendo un libro ma è difficile identificarlo all’interno delle figure che si sovrappongono e si integrano in basso e al centro. Il resto della superficie è costruito con altre schegge e incastri di colore bruno tendente al marrone scuro. Il tentativo della pittura cubista fu quello di rappresentare la quarta dimensione, il tempo. I cubisti, per rappresentare il passaggio del tempo pensavano di rappresentare il soggetto da più punti di vista. Questo ritratto ne è testimone e, infatti, è costruito mettendo insieme la rappresentazione di più prospettive della stessa immagine. Queste parti vengono poi geometrizzate e riassemblate in una specie di mosaico ad incastro. A dare questa sensazione di frantumazione è l’uso di un colore monocromatico che confonde piani e figure. Lo spazio dell’immagine rimane quindi fortemente schiacciato sulla superficie. Il centro focale e psicologico è il volto di Ambroise Vollard abbassato verso il libro che sta leggendo. Sedia impagliata È nel XVI secolo che la rappresentazione dell'oggetto inanimato diventa autonoma e costituisce un genere a sé stante, che si canonizzerà poi come pittura di oggetti che posano, come sospesi nel tempo e disposti dalla mano dell'artista. In Natura morta con sedia impagliata (1912), Picasso raffigura diversi oggetti che possono essere riconoscibili da segnali visivi, se si osserva con particolare attenzione: un giornale (le lettere JOU), un bicchiere, una fetta di limone, una conchiglia di capesante e una pipa. Questi oggetti sono dipinti in una tonalità di ocra e grigio. ". È chiaro che l'artista ha cercato di dare una rappresentazione nello spazio di questi oggetti tridimensionali su un supporto che sembra verticale. Difatti applica un pezzo di tela cerata, che incolla, destinato a evocare in modo insolito la presenza di una sedia formata da piccole strisce di canne tagliate e intrecciate in un quadrato o diamante. Infine una vera corda costituisce una cornice. Questo dipinto è segnato dall'irruzione di un elemento della realtà: la tela cerata con l’impagliatura non è rappresentata, ma semplicemente presentata dal collage, così come la corda che circonda il dipinto. Questo è l'inizio dei Papier collè, ossia carte incollate o carte da parati che portano in austere tele cubiste i loro colori, i loro motivi, la loro parte di realismo. È anche la fine della limitazione del dipinto ai soli colori posti dal pennello. Ora un dipinto può ospitare tutti i frammenti della vita reale. Picasso sarà tra i primi ad esplorare tale innovazione, rendendo il cubismo una “scuola”, difatti molti artisti continueranno sulla strada aperta da Picasso e Braque. Cubismo sintetico (1912-1913) Momento fondamentale dell’evoluzione del Cubismo è dato dal passaggio dal cubismo analitico al cubismo sintetico. Alla fase analitica (1909-1911), nel corso della quale i dipinti di Picasso e Braque, volutamente non firmati, risultano spesso indistinguibili, segue quella sintetica (1912-1913), durante la quale si precisano anche le diversità stilistiche dei due artisti. E’ questo il periodo più intenso e felice del Cubismo picassiano. Già dall’opera “Testa d’uomo” i colori si sono fatti brillanti e le superfici
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