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Saikaku e Gennai: i grandi maestri del racconto popolare in Giappone del XVII secolo, Appunti di Lingua Giapponese

Nel primo periodo edo, i kanazōshi e gli okiozōshi divennero popolari tra la vasta popolazione giapponese. Saikaku e gennai, due autori di spicco, contribuirono a sviluppare questi generi letterari, caratterizzati da una facilità di lettura e di fruizione. Saikaku, nato probabilmente da una famiglia di mercanti, creò opere come 'koshoku ichidai otoko' che riflettevano la vita di un libertino, mentre gennai, originario di una famiglia di samurai di basso rango, criticò i costumi sociali e i pregiudizi. Entrambi incorporarono elementi della letteratura classica e del teatro no in loro opere, ma con temi e scenari differenti.

Tipologia: Appunti

2016/2017

Caricato il 24/10/2021

Erikarossi7
Erikarossi7 🇮🇹

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Scarica Saikaku e Gennai: i grandi maestri del racconto popolare in Giappone del XVII secolo e più Appunti in PDF di Lingua Giapponese solo su Docsity! Come per il teatro e le arti visive la classe Chonin trovò una propria espressione anche in ambito letterario. Nella prima metà del XVII secolo acquisirono popolarità i “Kanazoshi”, racconti solitamente brevi e scritti per lo più in kana. Nell'insieme di Kanazoshi rientrano molte opere eterogenee tra cui storielle e aneddoti di attori e cortigiani, manuali, guide ai luoghi più noti del paese, guide alle cittadelle del piacere, cronache, testi con un epilogo morale. L'elemento comune risiedeva nella facilità di lettura e di fruizione perché erano pensati come primi lavori letterari prodotti in gran numero per una vasta circolazione. La stampa su matrice in legno a caratteri nobili si era ormai affermata e con la produzione di volumi iniziarono a comparire biblioteche circolanti per il prestito di cui usufruivano molte molte fasce della popolazione. Sulla scia di queste opere si sviluppò un genere sempre più vicino al mondo cittadino detto “Okiozoshi” (racconti del mondo fluttuante) a volte molto licenzioso e creato senza troppi intenti didascalici, istruttivi o pratici, solo per diletto; con rappresentazioni di costumi aspirazioni passioni fallimenti inseriti nella vita urbana del tempo. Il primo scrittore di professione e maggior esponente di questo genere fu Ihara Saikaku, nato ad Osaka, probabilmente da famiglia di mercanti. Autore distintosi per vivaci racconti popolari Saikaku si dedicò alla narrativa solo nella seconda parte della sua vita, dopo la notorietà di compositore di Haikai, altro termine per Haiku. In pratica egli abbandonò una forma letteraria apprezzata e stimata per un'altra che godeva di bassa considerazione, che prevedeva autori sottopagati e destinazione circoscritta a donne e ragazze, ma il suo pubblico fu di gran lunga più basso di quello raggiunto prima. Saikaku ebbe il talento di intuire le potenzialità di un genere che già circolava e di avergli conferito un valore letterario ancora assente con realismo e cura del dettaglio. Saikaku, anche ricorrendo a una buona dose di ironia, fece sue le vicissitudini della vita e le loro conseguenze spesso drammatiche. se ci si dedicava all' edonismo suoi sono i “Koshokubon”, scritti erotici dal termine “Koshoku”, che indica l'amore romantico la passione sensuale e la galanteria. “Koshoku ichidai otoko”- vita di un libertino, del 1682 è la prima opera di Saikaku che diede il via l'intero genere Okiozoshi è in 54 episodi: tanti quanti sono gli anni di vita amorosa del protagonista Yonosuke e idealmente quanti sono i capitoli del Genji Monogatari.Le avventure di Yonosuke condividono temi e ambientazione con “Koshoko ichidai onna”- vita di una donna licenziosa, del 1686. Qui ,però, la prospettiva è del tutto rovesciata: la protagonista è donna tiranneggiato dalla vita, toni e colori son ben differenti, meno attraenti: quando ci si deve adattare a condizioni di vita sempre più squallide un realismo intenso cancella ogni tratto romantico e sentimentale e la protagonista vede la sua vita consumarsi progressivamente nel mondo del piacere sessuale cercato o subito. Da questo punto di vista sembra che Saikaku abbracci la morale neo confuciana, ogni qualvolta i protagonisti la violano vanno incontro a un destino funesto. Accade anche con l'eccezione dell' episodio finale in un'altra opera: “Koshoku Gonin Onna” - 5 donne amorose, del 1686, dove però le protagoniste non appartengono ai quartieri del piacere. | 5 episodi si ispirano a vicende o racconti dell’epoca e il filo conduttore è il conflitto irrisolvibile fra passione (ninjo) e dovere sociale (giri); un conflitto che, con la tensione che ne deriva, è fra i tratti più significativi della produzione culturale di tutto il mondo fluttuante. Saikaku produsse anche “Chonin mono” - racconti di mercanti e “Buke mono” - racconti di samurai, i cui titoli più noti rispettivamente furono “il grande specchio dell’omosessualità maschile” (Nanshoku Okagami) e “il magazzino eterno del Giappone” (Nihon Eitai Gura). Scrive Ivan Morris: “Saikaku fu il primo scrittore a conferire forma letteraria allo stile di vita del mercante (chonindo), che durante il diciassettesimo secolo era emerso in contrasto con lo stile di vita del guerriero (bushid6).” Altra personalità di spicco che in periodo Edo si dedicò anche alla produzione letteraria fu Hiraga Gennai, narratore pungente e fustigatore dei costumi sociali. Era un uomo di grande eclettismo e cultura. diversamente da Saikaku era nato in una famiglia di samurai, benché di piccolo rango e fu scienziato, fisico pittore, scrittore e persino inventore. In “La bella storia di Shidoken” del 1763, narra il viaggio immaginario di un ex Monaco diventato celebre per i sermoni burleschi tenuti davanti al grande tempio di Asakusa, il Sensò-ji. Accompagna il suo personaggio prima lungo i quartieri del piacere di tutto il Giappone e poi in leggendarie terre lontane come quelle dei giganti, dei nani, dei lunghe braccia, dei gambalunga, dei petti forati, l'isola delle donne, fino in Cina dove gli uomini si prostituiscono e le donne sono le clienti. | suoi bersagli preferiti sono il pregiudizio, la sudditanza culturale nei confronti della Cina, i finti pensatori confuciani che predicano aria, i monaci per i quali ha valore solo l'apparenza, gli intellettuali che si spaventano alla vista di un libro da studiare, le arti di intrattenimento colto come la cerimonia del tè (l'ikebana), il tiro con l'arco e infine i proprietari terrieri dal glorioso passato militare svenduto per pochi soldi ai mercanti. È evidente la sua intenzione di essere pungente ed ironico verso le contraddizioni della sua società, soprattutto Gennai vuole denunciare la discordanza fra “omote”, la superficie formale delle cose e “ura”, l'aspetto privato. Anche se non sempre le espressioni di gennai brillarono per eleganza, anche perché ricorreva anche a trivialità grossolane, di sicuro spiazzava e divertiva i lettori e comunque non erano semplici espressioni di una subcultura; perché anche in questi casi infarciva il testo di giochi fonetici e allusioni con riferimenti colti che aggiungevano più livelli di lettura. Né Saikaku né Gennai possono essere tacciati di subcultura: entrambi prendevano elementi dalla letteratura classica e anche dal teatro No, anche se i temi trattati e gli scenari in cui questi riferimenti erano inseriti non erano mai solenni con questo tipo di letteratura con il tempo i Chonin familiarizzarono sempre di più con elementi base della cultura classica, quel tanto indispensabile per cogliere i legami intertestuali di quello che leggevano. All’inizio di questo compendio sul periodo tokugawa e sulla sua cultura facevo riferimento a una possibile discrepanza temporale fra modernità tecnologica e modernità e implica per chiudere idealmente il cerchio di questa presentazione. Vi propongo qualche considerazione sul rapporto fra governanti e governati, ma anche su temi come la difesa del territorio, la tutela degli ultimi e la bioetica. Il personaggio che in epoca tokugawa sollevò questi temi è lo shogun Tokugawa Tsunayoshi, che governò per 29 anni fino alla sua morte. Lo shogun era dotato di una preparazione condotta sui classici confuciani, sul neo confucianesimo, sugli studi che consideravano il principio della benevolenza per un buon governo confuciano. A differenza di tanti suoi predecessori assunse la carica in età già adulta e sin dall'inizio uno degli obiettivi primari del suo governo fu la centralità dell'autorità shogunale con il rafforzamento del controllo sui daimyo. Nell'ottica di Tsunayoshi, gli uomini del ceto militare dovevano destinare tempo allo studio, avere competenze militari, dare priorità alla lealtà e alla pietà filiale e seguire le regole del decoro previste per il loro ceto, perché dovevano essere da esempio per il resto della popolazione. Divenne shogun nel 1680 e fin dal 1682 destino molte risorse alla formazione culturale dei vertici politici e intellettuali del paese, così nel 1691 si inaugurò l'Accademia di studi dello shogunato. L'Accademia era destinata all’istruzione dei samurai di alto rango, ma gli effetti si estesero a tutti i ranghi aristocratici. Di questo processo fu testimone Engelbert Kaempfer, un medico e naturalista tedesco al seguito degli olandesi che nel 1691 prese parte all'annuale delegazione presso lo shogun degli europei residenti ad Egina e ne parla in dettaglio nel suo libro “storia e descrizione del Giappone” del 1728. Dopo l'Accademia fu fondata Edo una sede gli studi confuciani per i samurai di medio e basso rango e per la cittadinanza comune con lo scopo di rinnovare l'insieme della società civile. Da lì per emulare lo shogun anche i daimyo finanziarono scuole private nei loro anni anche se erano destinate ai soli maschi di ogni grado samurai dai 5 7 anni in su. Con l’idea di coordinare la manutenzione delle infrastrutture di tutto il paese Tsunayoshi impose ai daimyo rifacimenti e nuove costruzioni di canali, dighe e ponti e di provvedere a progetti di gestione e controllo delle sponde fluviali. Questo progetto impegnava il daimyo a fornire forza lavoro dei loro han e un esborso finanziario, ma soprattutto prevedeva un superamento dei confini territoriali. Insomma, a prescindere dal proprio han, i daimyo dovevano coordinarsi perché i nuovi lavori e le ristrutturazioni producessero un risultato omogeneo sul territorio. Ci fu poi un maggiore controllo del clero: i codici monastici furono resi più restrittivi e furono imposte nuove tasse per il mantenimento e le riparazioni di templi e monasteri che, oltre che luoghi di culto, lo shogun considerava un collante sociale ed educativo della società civile. Buona parte del periodo in cui Tsunayoshi ricoprì la carica di shogun coincise con l'era Genroku, che andò dal 1688 al 1703 e che ha la fama di essere stata la più eccentrica ed edonistica di tutto il periodo tokugawa. L'apice culturale raggiunto in quei circa 15 anni è noto, la voce di scrittori, autori teatrali, poeti passava per legatoria che non era più destinata all'elite, ma a fasce sempre più ampie
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