Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

D'Annunzio, vita e opere, Appunti di Italiano

D'Annunzio, vita, opere e testi

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 11/06/2023

giada-tve
giada-tve 🇮🇹

4.8

(4)

43 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica D'Annunzio, vita e opere e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! D’ANNUNZIO VITA D’Annunzio nacque a Pescara nel 1863. Nel 1881 si stabilì a Roma, dove rimase a lungo. Si unì in matrimonio con la giovane duchessa Maria Harduin di Gallese, ma ben presto si separò. Sono numerosi gli episodi più importanti nella vita di D'Annunzio, si ricordano: l’elezione a deputato nel 1897; i numerosi amori, la relazione con Eleonora Duse, la più famose attrice del tempo; la perdita di un occhio, 1916, in seguito ad un incidente aviatorio; le numerose imprese militari (volo si Vienna); la marcia su Fiume, 1919, alla testa di suoi legionari (effettuata contro la volontà del governo italiano per impedire che la città venisse assegnata alla Jugoslavia. Il romanzo “Il piacere” segna l’adesione del D’Annunzio a certe tendenze del Decadentismo europeo. I romanzi “Il trionfo della morte” “Le vergini delle rocce” “Il fuoco”, sviluppano il mito del superuomo. Il terzo libro delle laude “Alcione” è considerato il capolavoro della poesia dannunziana, un momento di tregua in cui il poeta si libera dal mito del superuomo e aderisce gioiosamente alla vita della natura. La poesia diventa musica, le parole, più che per il loro significato, sono scelte per il valore musicale e pittorico, cioè colpiscono i sensi del lettore e gli suggeriscono delle impressioni e delle sensazioni. Ora vi riassumo in breve, la più bella e famosa poesia di Gabriele D’Annunzio: “La pioggia nel pineto”. Essa ha suscitato in me meravigliose sensazioni uditive, olfattive e visive, mi sono sentita anch’io immersa nella vita di un bosco, poco distante dal mare, che, sotto le innumerevoli dita della pioggia, intonava una meravigliosa sinfonia ed emanava profumi vari e intensi, così intensi da darmi una forte sensazione di stordimento. Il tema della poesia è la descrizione della pioggia estiva in una pineta, mentre il poeta e la sua donna Ermione, superano le soglie del bosco e vi si incamminano all’interno. L’ESTETISMO E I SUOI LIMITI Il primo romanzo di D'Annunzio e il piacere pubblicato nel 1889 e successivamente verrà unito in un ciclo narrativo chiamato i romanzi della rosa dove il fiore (in questo caso indica il sesso femminile) Per D'Annunzio indica l'amore voluttuoso e sensuale, legato alla relazione con Barbara leoni. il piacere è un romanzo che si mantiene abbastanza fedele alla tradizione realistica, informa subito del tempo e del luogo nei quali si svolge l'azione (ultimo giorno dell'anno a Roma). Lo studio dei personaggi si traduce nel romanzo nell'analisi delle loro personalità ambigue e delle loro pulsioni e manie; perciò, qui piacere sai di un definitivo distacco da Verga. Una fonte d’ispirazione per D’Annunzio fu proprio il simbolismo europeo e il Ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde. TRAMA Il protagonista è Andrea Sperelli incarna il tipo perfetto di esteta, un giovane aristocratico che appartiene a una nobile famiglia, un dandy raffinato dall'eleganza aristocratica che vive attorniato di oggetti preziosi nel culto del bello. nonostante ciò, Sperelli è un uomo debole, privo di una sicura personalità, con una sensibilità esasperata ed incapace di prendere decisioni. è un personaggio ‘’malato’’ e porta in sé i segni della decadenza. egli è attratto contemporaneamente da due donne, che rappresentano gli opposti: Elena muti, una donna fatale, sensuale e voluttuosa, simbolo dell'erotismo perverso, e Maria Ferres, donna innocente e casta, simbolo di un sentimento puro che può salvare. questa opposizione però è solo apparente, perché come per Elena, anche per Maria il protagonista prova solo un sentimento di seduzione sensuale ed erotica e Maria quando capisce le sue vere intenzioni, lo abbandona. La vicenda narrata segna il fallimento esistenziale del protagonista e la sua parabola rappresenta lo scacco del nuovo tipo di intellettuale concepito da D'Annunzio e la sua inadeguatezza e incapacità di recuperare un ruolo all'interno della società moderna. Il romanzo segna una presa di distanza da all'estetismo perché D'Annunzio riconosce l'esteta come sola possibilità di conservare la bellezza ma nella realtà dei fatti è destinato a fallire. Nonostante ciò, l'autore mantiene un atteggiamento ambivalente nei confronti del protagonista infatti, da una parte lui giudica condannando la sua debolezza di carattere la lussuria e l'eccessiva sensibilità; dall'altra, ne rimane affascinato e in lui si riconosce e si identifica, si spiega così l'insistere su una sensualità morbosa, ambienti e oggetti raffinati, la presenza ambigua della donna ‘’ nemica’’, oggetto di desiderio inappagabile allo stesso tempo ostile e distruttrice. sul piano stilistico si trovano elementi lirici e raffinati con gusto per le parole ricercati e le immagini evocative per le descrizioni suggestive. LE VERGINI DELLE ROCCE Le vergini delle rocce e pubblicato nel 1896 come parte di una trilogia, i romanzi del Giglio (dove il fiore simbolo di purezza e innocenza), gli altri due romanzi (la grazia e l’annunciazione) però non furono mai scritti. Il titolo si ispira al quadro ‘la vergine delle rocce’ di Leonardo Da Vinci. TRAMA Il protagonista Claudio Cantelmo racconta la storia in prima persona: Ehi Nicole mica con la realtà politica e sociale che lo circonda egli vuole realizzare in sé il tipo perfetto di superuomo e generare il futuro dominatore, che ricondurrà all'Italia all'antica gloria e potenza. egli lascia a Roma ritorno nella sua terra di origine dove cerca la donna che possa generare con lui un nuovo superuomo: fa visita ai Montaga, una famiglia aristocratica in decadenza, e decide che la prescelta sarà una delle tre sorelle. l'audio è indeciso fra Anatolia (che appare maestoso e forte), Massimilla (che ricorda un misticismo ambiguo e voluttuoso) e Violante (donna fatale quello affascina per la sua sensualità). egli alla fine scegli Anatolia che però lo rifiuta perché costretta a prendersi cura del padre, della madre e dei fratelli. Nel romanzo si assiste alla celebrazione e alla consacrazione del superuomo, dotato di una personalità salda e forte, sicuro di sé e dominatore del mondo. un nuovo modello di intellettuale che ingloba in sé l'estetismo: Cantelmo, infatti, è un esteta che vive guidato dal criterio della bellezza e dello stile ma, tuttavia, il culto del bello si associa ora una volontà sicura, energetica e potente. quindi egli è un eroe positivo e l'estetismo è una delle componenti della sua personalità. Ma la potenza di Cantelmo si oppone la realtà culturale, politica e sociale, in un panorama di degradazione. infatti è molto presente la polemica contro l'imbarbarimento della società borghese ed un esempio è proprio la condizione di Roma durante la situazione post unitaria. spetta allora il superuomo ricondurre Roma e l'Italia intera all'antica potenza e al dominio del mondo. tuttavia il progetto del protagonista ha dichiarato nel prologo alla fine fallisce. Anatolia, da lui scelta come sposa, rifiuta per accudire i propri familiari e perciò alla grandiosità del progetto superomistico si oppone così la più banale squallida quotidianità. nel momento stesso in cui teorizza il ruolo del nuovo intellettuale, D'Annunzio nel registra lo scacco e quindi l'impossibilità di agire concretamente sulla realtà. Fin dall'inizio sono presenti presagi di morte; simbolo di questo progressivo inarrestabile decadimento è il giardino in cui le donne si rifugiano, un giardino chiuso (hortus conclusus) che le imprigiona e costituisce una specie di labirinto erboso con siepi incolte e mura cadenti. IL CICLO DELLE LAUDI Il progetto delle Laudi nasce nel 1899. Esso doveva comprendere 7 libri intitolati alle 7 Pleiadi ma si fermò ai primi 5: Maia, Elettra, Alcyone, Merope e Asterope. Quest’opera esprime l’ambizione del INCONTRO ULISSE D’ANNUNZIO VS PASCOLI Il poeta immagina l'incontro con Ulisse e ne fa il simbolo della volontà di potenza, del superuomo che sceglie d'avventura solitaria per mare. Il mito di Ulisse che, giunto a Itaca dopo mille peripezie non si ferma a riprende di nuovo il mare, era già stato trattato da Dante e da Pascoli (e poi da saba). Per pascoli: Ulisse impersona lo smarrimento della coscienza dell'uomo del 900, pieno di dubbi e dominato dall'ansia di cogliere il vero senso delle cose. La delusione e la tristezza la crisi d'identità caratterizzano l'eroe pascoliano, sono quindi il simbolo del crollo di certezze di cui il decadentismo è l'espressione. Pascoli di sacra il mirto dell'eroismo ed esprime una concezione della vita come destino inesorabile che condanna l'uomo allo smarrimento e all'angoscia per l'impossibilità di comprendere la verità dell'esistenza. Per D’Annunzio: Diversamente da pascoli, l'Ulisse d'annunziano è inteso in senso attivistico, come ricerca di esperienze eccezionali. La mitica figura diventa simbolo del superuomo e modello inquieto del desiderio di agire. Nel suo testo, il poeta immagina di imbattersi in Ulisse in occasione di un viaggio in Grecia, nelle acque dell'isola, anticamente chiamata Leucade. L'eroe contraddistinto da tenace forza di volontà, è alle prese con le vele, ha il capo protetto da un caratteristico berretto e porta con sé l'arco della vendetta, simbolo di potenza fisica così grande che nessuno al di fuori di lui era in grado di tenderlo. D'Annunzio chiede di essere sottoposto proprio alla prova dell'arco, è pronto a morire in fisso alla prua della nave, se non supererà la prova; In caso contrario il poeta si accompagnerà ad Ulisse alla pari, diventando così modello di pienezza eroica e slancio superomistico (sogno di avere un ruolo simile ad Ulisse, come se ci fosse un incontro tra due superuomini) La sprezzante aggressività dell'Ulisse dannunziano traduce in poesie i progetti di espansionismo coloniale che l'Italia andava elaborando nei primi anni del 900. LA PIOGGA NEL PINETO La pioggia nel Pineto è una delle poesie tra le più celebri di D'Annunzio e fu composta nell'estate del 1902. lo spunto della poesia e la passeggiata nel bosco di due amanti (D'Annunzio e la sua amata Ermione) mentre attraversano la selva in un giorno di pioggia, il poeta e la donna progressivamente si fondono con i fenomeni naturali e la successione di strofe narra questa metamorfosi. nella prima strofa la pioggia cade sui diversi le menti del bosco ma anche sulle mani e sui vestiti degli amanti; nella seconda strofa oltre alla pioggia altri elementi naturali si manifestano attraverso i suoni e si avvia così la metamorfosi; nella terza strofa la sinfonia creata dalla pioggia viene riprodotta attraverso il suono e ritmo delle parole; nella quarta e ultima strofa l'assimilazione tra uomo e natura si realizza completamente. La pioggia nel Pineto è la traduzione verbale dei suoni prodotti dal cadere della pioggia, la lirica è giocata sul senso dell'udito. l'attacco con il perentorio invito a tacere ha una doppia funzione infatti creata subito un'atmosfera di attesa e di incanto e imposta il discorso sul motivo dell'ascolto. le gocce creano una vera e propria sinfonia che dialoga e si fonde con le voci delle cicale (il coro) e della rana (voce solista). per riprodurre questa sinfonia, le parole perdono il loro valore denotativo e prevale invece la loro carica connotativa e musicale quindi vengono usate dal poeta come se fossero note di un fraseggio musicale. Il componimento descrive il sogno di un completo annullamento dell'uomo e della donna nella natura, di una loro fusione panica con essa. i due personaggi si abbandonano all'ascolto della pioggia e man mano perdono i loro contorni di creature umane, subendo una metamorfosi che li confonde con la vita arborea. Inoltre, in apertura e in chiusura, D'Annunzio accenna al motivo della ‘’favola bella’’ ovvero l'amore tra il poeta e la donna, che però ha un carattere illusorio, perché è appunto una favola, un sogno. PARODIA FOLGORE Nel 1922, Luciano Folgore, pubblica la sua parodia de ‘’ la pioggia nel Pineto’’ intitolata come ‘’ la pioggia sul cappello’’. Qui la pioggia viene vista come una sgradevole sensazione dovuta a Ermione che ha dimenticato l'ombrello. è a causa di questa donna che il cappello che ella porta con tanta vezzosità e per cui l'io-poetico ha speso con reticenza i suoi soldi si sta riducendo ad uno straccio, è per questa pioggia fastidiosa che il trucco sul suo volto si sta impiastricciando e cola impietosamente. In un tale sfacelo, l'unica metamorfosi che l'autore si augura consiste nell'assumere le forme di una biscia e di un girino. PARODIA MONTALE Anche Eugenio Montale fece una parodia de ‘’ la pioggia nell'impeto’’ chiamata ‘’ piove’’ molto più breve dell’originale. La poesia di Montale presenta l'alternanza di un registro comico-grottesco e di un lamento doloroso. l'autore si concentra sul cadere della pioggia sulla vita quotidiana, sui luoghi che vede e frequenta ogni giorno, sulle banalità e le seccature che si susseguono giorno dopo giorno; in tale contesto, vengono pesantemente degradati il vitalismo e il panismo del modello, chiara irrisione dello scambio fra uomo e natura e del mito del Superuomo dannunziano. I PASTORI "I Pastori" è un poema scritto da Gabriele D'Annunzio, pubblicato nel 1891. Il poema è ambientato in Abruzzo, in Italia, e narra la storia di un gruppo di pastori che vivono in un ambiente selvaggio e primitivo. Il poema esplora temi come la natura, l'amore, la bellezza e la morte. D'Annunzio utilizza un linguaggio lirico e immagini evocative per descrivere la bellezza della natura e la vita semplice dei pastori. Il poema è scritto in versi liberi e utilizza una varietà di figure retoriche come metafore e similitudini. Il tema principale del poema è l'amore, rappresentato dalla relazione tra il protagonista, Efeso, e la sua amata, Melpomene. L'amore tra i due personaggi è descritto come passionale e appassionato, ma allo stesso tempo tragico e destinato a finire in modo triste. Il poema esplora anche il tema della morte, rappresentata dalla figura di Melpomene, che muore alla fine del poema. La morte è descritta come qualcosa di ineluttabile e inevitabile, ma anche come una liberazione dalle sofferenze della vita. In generale, "I Pastori" è un poema che esplora temi universali attraverso una descrizione dettagliata e lirica della vita dei pastori in Abruzzo. D'Annunzio utilizza un linguaggio poetico potente per descrivere la bellezza della natura e le emozioni umane, creando un'opera di grande forza espressiva. LA SABBIA DEL TEMPO "La sabbia del tempo" è una raccolta di poesie scritta da Gabriele D'Annunzio, pubblicata nel 1913. La raccolta include poesie scritte da D'Annunzio durante un periodo di circa 20 anni, dal 1890 al 1913. Il tema principale della raccolta è il passare del tempo e come esso influisce sulla vita delle persone. D'Annunzio esplora il concetto di tempo in modo lirico e immaginoso, utilizzando metafore e similitudini per descrivere la sua percezione del tempo e del suo effetto sulla vita umana. In molte poesie, D'Annunzio descrive il tempo come una forza distruttiva che consuma tutto ciò che tocca, come un fiume che porta via la sabbia. In altre poesie, il tempo è descritto come una forza che trasforma e rigenera, come una fonte di ispirazione per la creatività umana. Altri temi esplorati nella raccolta sono l'amore, la bellezza, la natura e la morte. D'Annunzio utilizza un linguaggio lirico e immaginoso per descrivere le emozioni e le esperienze umane, creando un'opera di grande forza espressiva. In generale, "La sabbia del tempo" è una raccolta di poesie che esplora in modo profondo e immaginoso il passare del tempo e il suo effetto sulla vita umana. D'Annunzio utilizza un linguaggio poetico potente per descrivere le emozioni umane e la bellezza della natura, creando un'opera di grande forza espressiva. RITRATTO DI ANDREA SPERELLI Nel secondo capitolo del romanzo, dopo aver presentato la storia della famiglia Sperelli e di alcuni avi, appartenenti a una «special classe di antica nobiltà» e di «eletta cultura», l’autore tratteggia il ritratto dell’ultimo discendente, il protagonista Andrea Sperelli e, indirettamente, del padre. Dal genitore dipende gran parte delle scelte di vita di Andrea, che ha ricevuto un’educazione singolare, completamente libera da precettori fino alla sregolatezza e fondata su un’esperienza diretta della vita. Nel ritratto di Andrea Sperelli, l’autore delinea i princìpi di una visione del mondo «estrema», che costituisce il nucleo dell’Estetismo dannunziano: essa è tutta improntata al culto del piacere, della bellezza, del senso di superiorità estetica: «Dal padre appunto ebbe il gusto delle cose d’arte, il culto passionato della bellezza». Sperelli, dunque, è quell’«ideal tipo del giovin signore italiano del XIX secolo», che rispecchia il modello perseguito da d’Annunzio stesso. Il profilo del personaggio è ben lontano dall’essere perfettamente coerente: la sua millantata superiorità contiene debolezza e fragilità. Infatti, la natura elitaria del protagonista è contaminata da un’ottica decadente e l’Estetismo che rende Sperelli superiore alle persone comuni è anche una «malattia» che rende schiavi della menzogna, distrugge la «forza morale». Gli insegnamenti impartiti dal padre, «incauto educatore», hanno infatti attecchito in un ragazzo dalla volontà «debolissima». Nonostante il suo disprezzo per la mediocrità e per la massa, Andrea non sa dominarsi, sfugge a se stesso, come apparirà alla fine del romanzo, quando la sua mancanza di controllo gli farà pronunciare il nome di Elena nell’abbraccio amoroso di Maria. L’ambivalenza di Andrea, alla vana ricerca di un equilibrio anche nella depravazione, si riflette nella sua città d’elezione, Roma. La città dello sfarzo e dell’eleganza, che sotto la grande bellezza dei monumenti è corrosa dalla decadenza, si pone come doppio del protagonista. Questi, non a caso, rifiuta la Roma classica dei fori, del Colosseo e degli archi imperiali a favore della Roma tardorinascimentale e barocca, quella arricchita dalle ville, dalle fontane e dalle chiese delle grandi famiglie papali e nobiliari. L’ordine estetico, non morale, seguito dal protagonista si riflette dunque nell’ambiente in cui vive, diventando regola e, al contempo, pericolosa deriva dell’esistenza.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved